Liturgia delle Ore - Letture
Sabato della 11° settimana del tempo ordinario (San Luigi Gonzaga)
Vangelo secondo Matteo 23
1Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:2"Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.3Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.4Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattéri e allungano le frange;6amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe7e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente.8Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.9E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.10E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.11Il più grande tra voi sia vostro servo;12chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
13Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci14.
15Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
16Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati.17Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro?18E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati.19Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta?20Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra;21e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita.22E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
23Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle.24Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
25Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza.26Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
27Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.28Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
29Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti,30e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti;31e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti.32Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
33Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?34Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città;35perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare.36In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
37Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!38Ecco: 'la vostra casa vi sarà lasciata deserta!'39Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: 'Benedetto colui che viene nel nome del Signore!'".
Levitico 22
1Il Signore disse ancora a Mosè:2"Ordina ad Aronne e ai suoi figli che si astengano dalle cose sante a me consacrate dagli Israeliti e non profanino il mio santo nome. Io sono il Signore.
3Ordina loro: Qualunque uomo della vostra discendenza che nelle generazioni future si accosterà, in stato d'immondezza, alle cose sante consacrate dagli Israeliti al Signore, sarà eliminato davanti a me. Io sono il Signore.
4Nessun uomo della stirpe di Aronne, affetto da lebbra o da gonorrea, potrà mangiare le cose sante, finché non sia mondo. Così sarà di chi abbia toccato qualunque persona immonda per contatto con un cadavere o abbia avuto una emissione seminale5o di chi abbia toccato qualsiasi rettile da cui abbia contratto immondezza oppure un uomo che gli abbia comunicato un'immondezza di qualunque specie.6La persona che abbia avuto tali contatti sarà immonda fino alla sera e non mangerà le cose sante prima di essersi lavato il corpo nell'acqua;7dopo il tramonto del sole sarà monda e allora potrà mangiare le cose sante, perché esse sono il suo vitto.8Il sacerdote non mangerà carne di bestia morta naturalmente o sbranata, per non rendersi immondo. Io sono il Signore.9Osserveranno dunque ciò che ho comandato, altrimenti porteranno la pena del loro peccato e moriranno per aver profanato le cose sante. Io sono il Signore che li santifico.
10Nessun estraneo mangerà le cose sante: né l'ospite di un sacerdote o il salariato potrà mangiare le cose sante.11Ma una persona, che il sacerdote avrà comprata con il denaro, ne potrà mangiare: così anche quelli che gli sono nati in casa: questi potranno mangiare il suo pane.12La figlia di un sacerdote, sposata con un estraneo, non potrà mangiare le cose sante offerte mediante il rito dell'elevazione.13Se invece la figlia del sacerdote è rimasta vedova o è stata ripudiata e non ha figli, se torna a stare da suo padre come quando era giovane, potrà mangiare il pane del padre; mentre nessun estraneo al sacerdozio potrà mangiarne.
14Se uno mangia per errore una cosa santa, darà al sacerdote il valore della cosa santa, aggiungendovi un quinto.15I sacerdoti non profaneranno dunque le cose sante degli Israeliti, che essi offrono al Signore con la rituale elevazione,16e non faranno portare loro la pena del peccato di cui si renderebbero colpevoli, mangiando le loro cose sante; poiché io sono il Signore che le santifico".
17Il Signore disse a Mosè:18"Parla ad Aronne, ai suoi figli, a tutti gli Israeliti e ordina loro: Chiunque della casa d'Israele o dei forestieri dimoranti in Israele presenta in olocausto al Signore un'offerta per qualsiasi voto o dono volontario,19per essere gradito, dovrà offrire un maschio, senza difetto, di buoi, di pecore o di capre.20Non offrirete nulla con qualche difetto, perché non sarebbe gradito.21Se uno offre al Signore, in sacrificio di comunione, un bovino o un ovino, sia per sciogliere un voto, sia come offerta volontaria, la vittima, perché sia gradita, dovrà essere perfetta: senza difetti.22Non offrirete al Signore nessuna vittima cieca o storpia o mutilata o con ulceri o con la scabbia o con piaghe purulente; non ne farete sull'altare un sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore.23Come offerta volontaria potrai presentare un bue o una pecora che abbia un membro troppo lungo o troppo corto; ma come offerta per qualche voto non sarebbe gradita.24Non offrirete al Signore un animale con i testicoli ammaccati o schiacciati o strappati o tagliati. Tali cose non farete nel vostro paese,25né accetterete dallo straniero alcuna di queste vittime per offrirla come pane in onore del vostro Dio; essendo mutilate, difettose, non sarebbero gradite per il vostro bene".
26Il Signore aggiunse a Mosè:27"Quando nascerà un vitello o un agnello o un capretto, starà sette giorni sotto la madre; dall'ottavo giorno in poi, sarà gradito come vittima da consumare con il fuoco per il Signore.28Non scannerete vacca o pecora lo stesso giorno con il suo piccolo.29Quando offrirete al Signore un sacrificio di ringraziamento, offritelo in modo che sia gradito.30La vittima sarà mangiata il giorno stesso; non ne lascerete nulla fino al mattino. Io sono il Signore.
31Osserverete dunque i miei comandi e li metterete in pratica. Io sono il Signore.
32Non profanerete il mio santo nome, perché io mi manifesti santo in mezzo agli Israeliti. Io sono il Signore che vi santifico,33che vi ho fatto uscire dal paese d'Egitto per essere vostro Dio. Io sono il Signore".
Salmi 115
1Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome da' gloria,
per la tua fedeltà, per la tua grazia.
2Perché i popoli dovrebbero dire:
"Dov'è il loro Dio?".
3Il nostro Dio è nei cieli,
egli opera tutto ciò che vuole.
4Gli idoli delle genti sono argento e oro,
opera delle mani dell'uomo.
5Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
6hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.
7Hanno mani e non palpano,
hanno piedi e non camminano;
dalla gola non emettono suoni.
8Sia come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida.
9Israele confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
10Confida nel Signore la casa di Aronne:
egli è loro aiuto e loro scudo.
11Confida nel Signore, chiunque lo teme:
egli è loro aiuto e loro scudo.
12Il Signore si ricorda di noi, ci benedice:
benedice la casa d'Israele,
benedice la casa di Aronne.
13Il Signore benedice quelli che lo temono,
benedice i piccoli e i grandi.
14Vi renda fecondi il Signore,
voi e i vostri figli.
15Siate benedetti dal Signore
che ha fatto cielo e terra.
16I cieli sono i cieli del Signore,
ma ha dato la terra ai figli dell'uomo.
17Non i morti lodano il Signore,
né quanti scendono nella tomba.
18Ma noi, i viventi, benediciamo il Signore
ora e sempre.
Salmi 10
1'Al maestro del coro. In sordina. Salmo. Di Davide.'
2Loderò il Signore con tutto il cuore
e annunzierò tutte le tue meraviglie.
3Gioisco in te ed esulto,
canto inni al tuo nome, o Altissimo.
4Mentre i miei nemici retrocedono,
davanti a te inciampano e periscono,
5perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa;
siedi in trono giudice giusto.
6Hai minacciato le nazioni, hai sterminato l'empio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
7Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico,
è scomparso il ricordo delle città che hai distrutte.
8Ma il Signore sta assiso in eterno;
erige per il giudizio il suo trono:
9giudicherà il mondo con giustizia,
con rettitudine deciderà le cause dei popoli.
10Il Signore sarà un riparo per l'oppresso,
in tempo di angoscia un rifugio sicuro.
11Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,
perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.
12Cantate inni al Signore, che abita in Sion,
narrate tra i popoli le sue opere.
13Vindice del sangue, egli ricorda,
non dimentica il grido degli afflitti.
14Abbi pietà di me, Signore,
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici,
tu che mi strappi dalle soglie della morte,
15perché possa annunziare le tue lodi,
esultare per la tua salvezza
alle porte della città di Sion.
16Sprofondano i popoli nella fossa che hanno scavata,
nella rete che hanno teso si impiglia il loro piede.
17Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia;
l'empio è caduto nella rete, opera delle sue mani.
18Tornino gli empi negli inferi,
tutti i popoli che dimenticano Dio.
19Perché il povero non sarà dimenticato,
la speranza degli afflitti non resterà delusa.
20Sorgi, Signore, non prevalga l'uomo:
davanti a te siano giudicate le genti.
21Riempile di spavento, Signore,
sappiano le genti che sono mortali.
22Perché, Signore, stai lontano,
nel tempo dell'angoscia ti nascondi?
23Il misero soccombe all'orgoglio dell'empio
e cade nelle insidie tramate.
24L'empio si vanta delle sue brame,
l'avaro maledice, disprezza Dio.
25L'empio insolente disprezza il Signore:
"Dio non se ne cura: Dio non esiste";
questo è il suo pensiero.
26Le sue imprese riescono sempre.
Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi:
disprezza tutti i suoi avversari.
27Egli pensa: "Non sarò mai scosso,
vivrò sempre senza sventure".
28Di spergiuri, di frodi e d'inganni ha piena la bocca,
sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.
29Sta in agguato dietro le siepi,
dai nascondigli uccide l'innocente.
30I suoi occhi spiano l'infelice,
sta in agguato nell'ombra come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il misero,
ghermisce il misero attirandolo nella rete.
31Infierisce di colpo sull'oppresso,
cadono gl'infelici sotto la sua violenza.
32Egli pensa: "Dio dimentica,
nasconde il volto, non vede più nulla".
33Sorgi, Signore, alza la tua mano,
non dimenticare i miseri.
34Perché l'empio disprezza Dio
e pensa: "Non ne chiederà conto"?
35Eppure tu vedi l'affanno e il dolore,
tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero,
dell'orfano tu sei il sostegno.
Spezza il braccio dell'empio e del malvagio;
36Punisci il suo peccato e più non lo trovi.
37Il Signore è re in eterno, per sempre:
dalla sua terra sono scomparse le genti.
38Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri,
rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio
39per far giustizia all'orfano e all'oppresso;
e non incuta più terrore l'uomo fatto di terra.
Isaia 61
1Lo spirito del Signore Dio è su di me
perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
2a promulgare l'anno di misericordia del Signore,
un giorno di vendetta per il nostro Dio,
per consolare tutti gli afflitti,
3per allietare gli afflitti di Sion,
per dare loro una corona invece della cenere,
olio di letizia invece dell'abito da lutto,
canto di lode invece di un cuore mesto.
Essi si chiameranno querce di giustizia,
piantagione del Signore per manifestare la sua gloria.
4Ricostruiranno le vecchie rovine,
rialzeranno gli antichi ruderi,
restaureranno le città desolate,
devastate da più generazioni.
5Ci saranno stranieri a pascere i vostri greggi
e figli di stranieri saranno vostri contadini e vignaioli.
6Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore,
ministri del nostro Dio sarete detti.
Vi godrete i beni delle nazioni,
trarrete vanto dalle loro ricchezze.
7Perché il loro obbrobrio fu di doppia misura,
vergogna e insulto furono la loro porzione;
per questo possiederanno il doppio nel loro paese,
avranno una letizia perenne.
8Poiché io sono il Signore che amo il diritto
e odio la rapina e l'ingiustizia:
io darò loro fedelmente il salario,
concluderò con loro un'alleanza perenne.
9Sarà famosa tra i popoli la loro stirpe,
i loro discendenti tra le nazioni.
Coloro che li vedranno ne avranno stima,
perché essi sono la stirpe che il Signore ha benedetto.
10Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza,
mi ha avvolto con il manto della giustizia,
come uno sposo che si cinge il diadema
e come una sposa che si adorna di gioielli.
11Poiché come la terra produce la vegetazione
e come un giardino fa germogliare i semi,
così il Signore Dio farà germogliare la giustizia
e la lode davanti a tutti i popoli.
Prima lettera a Timoteo 1
1Paolo, apostolo di Cristo Gesù, per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza,2a Timòteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro.
3Partendo per la Macedonia, ti raccomandai di rimanere in Èfeso, perché tu invitassi alcuni a non insegnare dottrine diverse4e a non badare più a favole e a genealogie interminabili, che servono più a vane discussioni che al disegno divino manifestato nella fede.5Il fine di questo richiamo è però la carità, che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera.6Proprio deviando da questa linea, alcuni si sono volti a fatue verbosità,7pretendendo di essere dottori della legge mentre non capiscono né quello che dicono, né alcuna di quelle cose che dànno per sicure.
8Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente;9sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini,10i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina,11secondo il vangelo della gloria del beato Dio che mi è stato affidato.
12Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al mistero:13io che per l'innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede;14così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
15Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io.16Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
17Al Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
18Questo è l'avvertimento che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie che sono state fatte a tuo riguardo, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia19con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l'hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede;20tra essi Imenèo e Alessandro, che ho consegnato a satana perché imparino a non più bestemmiare.
Capitolo V: Mirabili effetti dell’amore vero Dio
Leggilo nella Biblioteca1. Ti benedico, o Padre celeste, padre del mio Signore Gesù Cristo, perché ti sei degnato di ricordarti della mia miseria. Ti ringrazio, o Padre delle misericordie, Dio di ogni consolazione (2Cor 1,3), che, con il tuo conforto, talora mi ritempri, quantunque io ne sia totalmente indegno. In ogni momento ti benedico e do gloria a te, con l'unigenito tuo Figlio e con lo Spirito Santo Paraclito, per tutti i secoli. Oh!, mio Signore, che sei santo e mi ami, come esulteranno tutte le mie viscere, quando verrai nel mio cuore! "In te è la mia gloria, la gioia del mio cuore, la mia speranza e il mio rifugio nel giorno della tribolazione" (Sal 3,4; 118; 111; 58,17). Poiché, però, il mio amore per te è ancora fiacco, e deboli sono le mie forze, ho bisogno del tuo aiuto e del tuo conforto. Vieni a me, dunque, il più spesso, e istruiscimi nella via della santità; liberami dalle passioni malvage e risana il mio cuore da tutti gli affetti sregolati, cosicché, interiormente risanato e del tutto purificato, io diventi pronto nell'amarti, forte nel patire, fermo nel perseverare.
2. Grande cosa è l'amore. Un bene grande, veramente. Un bene che, solo, rende leggera ogni cosa pesante e sopporta tranquillamente ogni cosa difficile; porta il peso, senza fatica, e rende dolce e gustosa ogni cosa amara. Il nobile amore di Gesù spinge ad operare grandi cose e suscita desideri di sempre maggiore perfezione. L'amore aspira a salire in alto, senza essere trattenuto da alcunché di terreno. Esige di essere libero e staccato da ogni affetto umano, cosicché non abbia ostacoli a scrutare nell'intimo, non subisca impacci per interessi temporali, non sia sopraffatto da alcuna difficoltà. Niente è più dolce dell'amore; niente è più forte, più alto o più grande: niente, né in cielo né in terra, è più colmo di gioia, più completo o più buono: perché l'amore nasce da Dio e soltanto in Dio, al di sopra di tutte le cose create, può trovare riposo. Chi ama vola, corre lietamente; è libero, e non trattenuto da nulla; dà ogni cosa per il tutto, e ha il tutto in ogni cosa, perché trova la sua pace in quell'uno supremo, dal quale discende e proviene tutto ciò che è buono; non guarda a ciò che gli viene donato, ma, al di là dei doni, guarda a colui che dona. Spesso l'amore non consce misura, in un fervore che oltrepassa ogni confine. L'amore non sente gravezza, non tiene conto della fatica, anela a più di quanto non possa raggiungere, non adduce a scusa la sua insufficienza, perché ritiene che ogni cosa gli sia possibile e facile. Colui che ama può fare ogni cosa, e molte cose compie e manda ad effetto; mentre colui che non ama viene meno e cade. L'amore vigila; anche nel sonno, non s'abbandona; affaticato, non è prostrato; legato, non si lascia costringere; atterrito, non si turba: erompe verso l'alto e procede sicuro, come fiamma viva, come fiaccola ardente.
3. Questo mio grido l'intende appieno colui che possiede amore. Un grande grido agli orecchi di Dio è lo slancio stesso ardente dell'anima, che esclama: Dio mio, mio amore, tu sei interamente mio ed io sono interamente tua. Accrescimi nell'amore, affinché io impari a gustare nell'intimo quanto l'amore è soave; impari a sciogliermi nell'amore e ad immergermi in esso. Che io sia tutto preso dall'amore, che mi elevi sopra me stesso, in estasi appassionata, che io canti il canto dell'amore e che mi innalzi con te, o mio diletto; venga meno, nel lodarti, l'anima mia, nella gioia dell'amore. Che io ti ami più che me stesso, e me stesso soltanto per te; che in te io ami tutti coloro che ti amano veramente, come comanda la legge dell'amore, luce che da te proviene.
4. L'amore è sollecito, sincero e devoto; lieto e sereno; forte e paziente; fedele e prudente; longanime; virile e sempre dimentico di sé: ché, se uno cerca se stesso, esce fuori dall'amore. L'amore è attento, umile e sicuro; non fiacco, non leggero, né intento a cose vuote; sobrio, casto, costante, quieto e vigilante nei sensi. L'amore è sottomesso, basso e disprezzato ai suoi propri occhi; devoto e grato a Dio. In Dio confida e spera sempre, anche quando non lo sente vicino, perché non si vive nell'amore senza dolore. Colui che non è pronto a soffrire ogni cosa e ad ubbidire al suo Diletto, non è degno di essere chiamato uomo d'amore; questi deve abbracciare con slancio tutte le avversità e le amarezze per il suo Diletto, senza da ciò deflettere, qualsiasi evidenza si frapponga.
DISCORSO 242/A NEI GIORNI DI PASQUA SULLA RISURREZIONE DEI CORPI
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella Biblioteca
Cristo risorgendo anticipò la nostra risurrezione.
1. Che il nostro Signore Gesù Cristo sia risorto dai morti il terzo giorno lo attestano i santi Evangeli, e l'intero universo abitato ormai lo professa ogni volta che recita il santo Simbolo. Che il fatto sarebbe un giorno avvenuto, lo predissero i profeti pur senza vederlo. Non lo videro ma lo previdero illuminati dallo Spirito. Dato questo, penso che debbano vergognarsi tutti quegli altri che, non osando negare la resurrezione di Cristo, negano la nostra resurrezione. Essi dicono: Lui, certo, è risorto, ma è a lui solo che competeva risorgere con quella carne che si era degnato assumere. Da questo fatto, che cioè è risorta la carne di Cristo, consegue forse che debba risorgere anche la nostra carne? La potenza di lui e le sue risorse sono ovviamente molto superiori alle nostre. A costoro rispondiamo: È vero che la divinità di Cristo è molto distante da te, ma la debolezza di Cristo te lo ha reso vicino. In se stesso è Dio, ma per te si è fatto uomo; con la sua potenza ti aveva creato, nella tua natura per te ha subìto la passione. Se ti ha creato col suo potere, è risorto in quel che aveva preso da te. In effetti, il Verbo era senza carne. In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutte le cose sono state create ad opera di lui 1. Anche l'uomo è stato creato per opera di lui, ma colui ad opera del quale l'uomo era stato creato in un secondo momento si fece uomo e, perché l'uomo non andasse in perdizione, Cristo subì la morte. Ma Cristo risuscitò: e cosa risuscitò in lui? Il Verbo si fece carne ed abitò in mezzo a noi 2. Il Verbo assunse ciò che non era senza mai perdere ciò che era: rimase Verbo. Ma allora cosa risuscitò? Il Verbo. Perché allora scese così in basso? Per rialzarsi. Perché questo Verbo volle morire? Per tornare in vita. Al riguardo però dobbiamo precisare che egli morì nella carne assunta, non nella divinità che aveva conservata. Pertanto, circa la natura in cui Cristo risuscitò, constatiamo com'egli affrontò uno smacco per sé, mentre a te offriva un esempio. In effetti, vista in lui, anche la sua resurrezione fu una umiliazione, uno smacco. Ripensa al Verbo, ripensa a quanto si dice: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio 3, e ti accorgerai che cosa sia stato per lui lo stesso risorgere. Orbene, colui che risuscitò il suo corpo risusciterà anche il tuo. Per questo infatti volle che il suo corpo risorgesse: perché tu credessi che anche il tuo risorgerà.
Dio onnipotente nella creazione ci garantisce la risurrezione.
2. Coloro che diffondono opinioni contrarie obiettano: Il corpo di Cristo risorse perché rimase tre giorni nel sepolcro e non subì la corruzione, non si decompose, non si putrefece né divenne polvere. Quanto al, nostro corpo, viceversa, se per caso si aprono i sepolcri, se ne trovano sì e no le ossa, se ne trova la polvere. Tutto ciò che era stato carne è ridotto in putridume, è dissolto in polvere. Potrà quindi risorgere un corpo che non è stato in grado di conservare la sua integrità? O uomo che ragioni così, considera, considera - ti ripeto - che nel sepolcro ci sono, quanto meno, le ossa; se non altro, le ossa per lo meno ci sono. Nel sepolcro poi c'è anche la polvere del corpo; in quello stesso posto ti accolse, come nel suo seno, la terra. Orbene, torna adesso a riflettere sulla tua comparsa nel mondo; investiga che cosa tu eri quando venivi seminato nell'utero, dove iniziò la vita di noi tutti. Ricorda questo, e fa' il confronto tra un uomo sepolto e un uomo allo stato seminale. Tutti infatti sappiamo di essere mortali. Come dunque prendiamo in considerazione le profondità della terra dove giace seminato il corpo dell'uomo in attesa della resurrezione, così raffiguriamoci il tempo in cui eravamo seme versato nelle viscere di nostra madre, dalle quali venne fuori questo corpo strutturato com'è nelle sue membra. Dove stavano celati i cinque sensi del nostro corpo? dove, in quel liquido, stavano gli occhi, la lingua, gli orecchi, le mani? Queste membra con i compiti che rispettivamente compiono da dove sono venute fuori? chi le ha create? chi ha dato loro la forma? Non è stato forse Dio? Ebbene, quello stesso Dio che poté formare il corpo e farlo uscire dall'utero materno, lui stesso vuole che, sulla base delle cose già fatte, tu rifletta su quelle che si dispone a fare e creda che è in suo potere estrarti vivo dal sepolcro. Produrre uomini dal seme umano - lo ripeto -, formare uomini nel grembo materno sono miracoli che avvengono ogni giorno; solo che per la troppa frequenza han perduto la forza di stupirci e per l'assuefazione li consideriamo eventi da nulla. Per quel che riguarda poi ciò che deve accadere nel futuro, cioè la resurrezione che attendiamo e che avverrà una volta sola, abbiamo ogni giorno testimonianze a iosa. Lo grida la natura, lo proclama la Scrittura: occorre credere a questo evento che si avvererà in futuro. Crediamoci, fratelli! Il nostro corpo risorgerà: quello dei buoni per andare alla gloria, quello dei cattivi per ricevere la pena.
Abbiamo fede nella risurrezione e trasfigurazione del nostro corpo.
3. Quanto a te che ti rifiuti di credere nella resurrezione che attendiamo per il nostro corpo, fammi sapere, di grazia, cos'è che ti crea difficoltà. C'è forse nel corpo qualcosa che ti ripugna? Chi ha mai odiato la propria carne? 4, dice l'Apostolo. Cos'è che nel corpo ti dispiace? A descrivere in maniera completa la struttura del corpo, non rimane stupito chiunque ascolti tale descrizione? E poi chi lo descrive è in grado di farlo perfettamente? Cosa dunque ti dispiace nel corpo? Te lo dico io: ti dispiace la corruttibilità, la mortalità. Ma dopo ci saranno solo le cose che ti piacciono; quelle che ti dispiacciono non ci saranno più. Ascolta l'Apostolo. Viene seminato un corpo animale, risorgerà un corpo spirituale; viene seminato un corpo spregevole, risorgerà un corpo glorioso; viene seminato un corpo fragile, risorgerà un corpo pieno di vigore 5. Ascolta una descrizione ancor più completa. Bisogna che questo corpo corruttibile si rivesta di incorruttibilità e questo corpo mortale di immortalità 6. Tornerà quindi in Vita ciò che a te dona godimento, mentre ciò che ti dispiace scomparirà. Non essere dunque ingrato verso il tuo Redentore rifiutandoti di credere alle sue promesse. Fa' piuttosto quel che egli ti comanda per poter conseguire quel che ti promette. Al tuo Redentore tutto è possibile poiché è Dio. Se pertanto non ti garba che il tuo corpo risusciti, ti rincresca anche adesso del corpo che hai. E veramente, se questo corpo ti è d'incomodo, perché te ne prendi cura? perché lo proteggi? perché lo nutri? perché ne desideri l'incolumità? Ma non sarà vero, piuttosto, che ci sei attaccato? Ringrazia dunque e credi nella resurrezione. Sì, i corpi risorgeranno perché Cristo è risuscitato. Risorti, non saranno soggetti ad alcun bisogno: proprio come Cristo, il quale dopo la resurrezione mangiò per mostrare il suo potere, non per bisogno. Dopo la resurrezione non ci sarà più la fame, per cui non staremo più a dire pieni di timore: Dacci oggi il nostro pane quotidiano 7, avendo sempre a disposizione il pane eterno. L'avremo sempre a portata di mano: non dovremo, per averlo, desiderare la pioggia né ci spaventerà il cielo privo di umidità. Nostro pane infatti sarà il Creatore del cielo. Né ci saranno più timori, stenti, dolori, e nemmeno corruttibilità, bisogno, fragilità, stanchezza, lentezza. Tutto questo non ci sarà più, anche se ci sarà il corpo. Questi mali infatti che esperimentiamo nel corpo ci son capitati a causa del peccato, non sono connaturali con la nostra condizione umana. In principio infatti, avendo l'uomo commesso il peccato, per colpa di quel primo nostro padre che lo commise abbiamo sortito una cattiva eredità; ma poi ci è sopraggiunta un'eredità nuova in grazia di colui che accettò di prendere su di sé l'eredità nostra promettendoci la sua eredità. A noi, gravati di colpa, toccava in eredità la morte; egli, che era esente da colpa, prese su di sé la nostra morte. Venne ucciso colui che non aveva debiti, e [morendo] cancellò il chirografo dei debiti. Concludendo, abbiate il cuore pieno di fede nella resurrezione. Non soltanto le cose che si predicano già realizzate in Cristo ma anche quelle che per l'unione con lui si realizzeranno in noi sono promesse ai cristiani.
1 - Gv 1, 1-3.
2 - Gv 1, 14.
3 - Gv 1, 1.
4 - Ef 5, 29.
5 - 1 Cor 15, 44-43.
6 - 1 Cor 15, 53.
7 - Lc 11, 3.
Capitolo X: Maria è Figlia nobilissima. Madre degnissima, sposa graziosissima e serva devotissima del Signore.
Lo specchio della Beata Vergine Maria - Beato Corrado di Sassonia
Leggilo nella BibliotecaDopo le cose suddette, o carissimi, dobbiamo considerare che il Signore di cui si dice : II Signore è con te, non solo è Signore in modo generale di ogni creatura, non solo è Signore della creatura razionale in special modo, ma è anche Signore singolarmente dell’aula verginale della sua santissima Madre. Maria infatti è singolarmente tanto nel corpo che nell'anima l’aula del Signore, la casa santissima del Signore, della quale nel salmo (Potius Egbert. loc. cit. n. 2) si dice: alla tua casa conviene la santità, o Signore. O casa veramente in modo singolare santa, che sola tanto singolarmente meritò di possedere un tale Signore ! Ecco infatti S. Bernardo che dice (1 Tim. 6. 15) : " Tu sola fosti trovata degna si che nella tua aula verginale il Re dei re e il Signore dei dominanti, scendendo dalla sua sede regale (Sap. 18. 15) scegliesse la sua prima dimora fra i figli degli uomini ". Questo singolare Signore di Maria fu così singolarmente con lei che essa pure egli fece tanto singolarmente Signora da non trovarsi l'eguale né prima né dopo (Bernard. Serm. 4 in Assunt. B. M. V. n. 3), mentre essa fu eletta in modo così singolare a figlia, a madre, a sposa, a serva del Signore. Maria infatti fu figlia del Signore singolarmente generosa, madre del Signore singolarmente gloriosa, sposa del Signore singolarmente graziosa, serva del Signore singolarmente ossequiosa. Se questi attributi vogliamo appropriare alle tre divine persone, possiamo dire che questo Signore che è in modo così singolare con Maria, è Dio - Padre, Dio - Figlio, Dio - Spirito Santo, Dio trino ed uno. Egli è Dio - Padre, di cui Maria è la figlia nobilissima ; egli è Dio - Figlio, di cui Maria è la madre degnissima ; egli è Dio - Spirito Santo, di cui Maria è la sposa venustissima ; egli è Dio trino ed uno, di cui Maria è la serva soggettissima. Maria certamente è la figlia della somma eternità, la madre della somma verità, la sposa della somma bontà, la serva della somma Trinità.
In 1° luogo notate, o carissimi, che questo Signore che è tanto singolarmente con Maria, è Dio, di cui Maria è la figlia nobilissima. Di questo Signore infatti e di questa figlia si può ripetere ciò che Booz disse nel capo 3° di Rut : Tu sei benedetta dal Signore, o figlia, perché hai superato la prima misericordia con una posteriore. Maria è veramente la figlia benedetta dal Signore, dal sommo Signore, dico, di cui essa è figlia. O veramente figlia nobilissima del nobilissimo Re! Che sei ornata interiormente con si molteplice gloria da potersi dire di te (Psalm. 44. 14.) : Tutta la gloria di questa figlia del Re dall'interno ecc. E perciò come verissima figlia del Re, per il regno fu copiosamente muta, testificandolo S. Bernardo che dice (Serm. in Dom. inf. Oct. Assunt. B. M. V. n. 3) : " Tu figlia delicata e piena di ogni grazia, carissima nelle tue delizie, fosti muta a gloria del tuo decoro e in segno di amore ". Questa figlia benedetta superò la prima misericordia con una posteriore. Grande infatti verso i miseri fu la misericordia di Maria ancora esule nel mondo, ma molto più grande verso i miseri è la misericordia di lei già regnante in ciclo ; poiché ora con benefizi innumerevoli manifesta agli uomini maggiormente la sua misericordia, perché ora vede maggiore la loro innumerabile miseria ; onde per lo splendore della prima misericordia fu Maria bella come la luna, ma per lo splendore della misericordia posteriore è eletta come il sole. Infatti come il sole supera la luna in grandezza di splendore, così la grandezza della posteriore misericordia di Maria supera la prima. Chi vi è sul quale non risplenda il sole ? Chi vi è sul quale non risplenda la misericordia di Maria ? Ascolta ciò che ne dice S. Bernardo (Homil. 2 super missus. n. 1) : " Come il sole sorge indifferentemente sui buoni e sui cattivi, così Maria non discute i meriti passati di alcuno, ma si offre pietosa a tutti, a tutti clementissima, ed ha compassione della necessità di tutti con generosissimo affetto ". Il Signore dunque con te, o Maria, come un padre con una figlia nobilissima.
In 2° luogo notate, o carissimi, che il Signore che è cosi singolarmente con Maria, è Dio, di cui Maria è la madre degnissima. Di questo Signore e di questa madre disse Elisabetta nel 1° capo di Luca : Qual merito ho io di ricevere in mia casa la Madre del mio Signore ? La Madre del Signore è Madre - Vergine, Madre degnissima. Essa è una madre che fa a tal figlio un grandissimo onore ; essa è una madre a cui sommo onore rende un tal figlio; essa è una madre, di cui Dio non poteva farne una maggiore. Onde S. Bernardo dice (Homil. 2 super missus. n. 1): " Non era conveniente che Dio avesse altra madre se non una vergine, né che una vergine avesse altro figlio se non un Dio " perché né una maggiore fra le madri, né uno maggiore poteva nascere fra i figli. Questa dunque è la Madre del fiore di misericordia, la Madre del sole di giustizia, la Madre del fonte di sapienza, la Madre del Re della gloria. È la Madre dico, di colui la cui misericordia ci induce all’amore, la cui giustizia al timore, la cui sapienza alla fede, la cui gloria alla speranza. Maria dunque è la Madre di colui che effettivamente forma il nostro amore per la sua misericordia, il nostro timore per la sua giustizia, la nostra fede per la sua sapienza, la nostra speranza per la sua gloria, in modo che essa può dire col capo 24° dell'Ecclesiastico : Io la madre del bell'amore, del timore, della fede e della santa speranza. — Ma forse Maria è Madre soltanto di Cristo ? Anzi Maria è veramente, ciò che è giocondissimo, non solo Madre singolare di Cristo, ma anche Madre universale di tutti i fedeli ; onde S. Ambrogio dice : " Se Cristo è fratello dei credenti, perché colei, che generò Cristo non ne sarà la Madre ? ". Orsù, carissimi, tutti ora rallegriamoci, tutti ora allegramente diciamo : Benedetto il fratello per cui Maria è nostra madre, e benedetta la madre per cui Cristo è nostro fratello ! Perciò ben dice Anselmo (Orat. 52 post. medium) " O Madre Signora, per cui abbiamo un tale fratello, quali grazie, quali glorie possiamo tributarti ? " II Signore dunque con te, o Maria, come un figlio con una madre degnissima.
In 3° luogo notate, o carissimi, che questo Signore che è tanto singolarmente con Maria, è Dio di cui Maria è la sposa venustissima ; onde tanto di questo Signore quanto di questa Sposa possiamo esporre ciò che dicesi nel 28 capo di Osea : Ti sposerò con giustizia e giudizio, e con misericordia e benignità, e ti sposerò con fede, e conoscerai che io il Signore. Ecco la bella sposa : bella per giustizia e giudizio rispetto a sé, bella per misericordia e benignità rispetto al prossimo, bella per fede rispetto a Dio. Bella, dico, per la giustizia della vita e per il giudizio della coscienza, bella per la misericordia del cuore e per la benignità delle opere, bella per la fede con cui credé tutte le verità credibili sopra di sé e tutte le cose da compiersi in lei stessa, secondo il detto del capo 1° di Luca : Beata, che hai creduto, perché s'adempiranno in te le cose dette a te dal Signore. Ma ecco, la Sposa dello Spirito Santo Maria come è formosissima nel tratto, così è anche dolcissima nelle parole, come dicesi nel 4° capo della Cantica : Favo distillante i tuoi labbri, o sposa, miele e latte su la tua lingua. O che melliflue parole spesso distillarono le dolcissime labbra di Maria ! La quale pur bene latte e miele su la lingua ebbe in quelle due parole con che Ella rispose a Gabriele : Come avverrà questo, se io non conosco alcun uomo ? Non ebbe anche il .miele sulla lingua quando rispose con quella melliflua parola di obbedienza : Ecco la serva del Signore, si faccia con me secondo la tua parola ? Per la mellifluosità infatti di questa melliflua parola " per tutto il mondo divennero melliflui i cieli " (Breviar. Resp. ad lect. 2. in Nat. Dom) ; Maria inoltre ebbe sulla lingua il miele nelle melliflue orazioni a Dio, il latte nei lattei doni al prossimo. Orsù dunque, di quanto decoro e di quanta dolcezza è questa Sposa del sommo Consolatore!
" Chi è, dice Agostino (Serm. 208. Append. n. 4), chi è questa vergine tanto santa da venire a lei lo Spirito Santo? Tanto bella da eleggerla Iddio per sua sposa? " II Signor dunque con te, o Maria, come uno sposo con una sposa delicatissima.
In 4° luogo notate, o carissimi, che questo Signore, che è tanto singolarmente con Maria, è Dio di cui Maria è la serva devotissima, come ella stessa attesta dicendo : Ecco la serva del Signore. Maria è la serva di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo. Che meraviglia che Maria sia la serva di questo Signore, quando anche il Figlio di Maria è il servo di questo Signore secondo la natura presa dalla madre ? Egli infatti lo confessa nel salmo, dicendo (Psalm. 115. 6) : O Signore, io il servo tuo, io il servo tuo e il figlio della serva tua. O qual buona serva, o qual buon figlio della serva ! Oihmè! quante sono le serve cattive, e i cattivi figli delle serve! Ma che cosa dice la Scrittura ? Manda via la serva e il figlio suo (Gal. 4. 30 ; Gen. 21. 10) ; si legge nel 16° capo del Genesi, della serva di Sara che vedendosi incinta, disprezzò la sua signora. Dunque la cattiva serva Agar si inorgoglisce della sua fecondità, ma la serva buona. Maria, viene resa feconda per la sua umiltà. Quella serva superba disprezzò la signora, questa serva umile fu dal Signore riguardata; come ella stessa riconoscendolo umilmente dice: Riguardò all'umiltà della sua serva. O anima cristiana, serva del Signore! abbraccia con Maria la fecondità così da non mai abbandonare l’umiltà. Per non inorgoglirti dunque della fecondità delle buone opere, ma per maggiormente esser fecondato di umiltà, considera Maria umile, specchiati su Maria umile. Ecco, dice, la serva del Signore ; Ambrogio dice (II in Luc. n. 16) : " Osserva l'umiltà, osserva la devozione. Si chiama serva del Signore quella che è eletta a Madre del Signore, né si esalta per la improvvisa promessa ". O umiltà veramente mirabile ! Ecco, Maria non solo la serva del Signore, ma si degna di essere in certo modo la serva anche dei servi del Signore. Essa infatti è raffigurata per quella Abigail che ai messi che David aveva inviato per condurla rispose, come si legge nel 25° capo del 1° libro dei Re : Ecco, la tua serva sia pur come schiava per lavare i piedi dei servi del mio signore. Per la serva benedetta Maria quasi tanti Servi furono lavati quanti fedeli furono mondati dai peccati per le sue preghiere. Essa infatti offrì 1'acqua per i piedi a tanti servi del Signore, a quanti penitenti ottenne le lacrime della compunzione. Il Signore dunque con te, o Maria, come con la serva devotissima. Dio Padre con te, Dio Figlio con te, Dio Spirito Santo con te. Onde Bernardo (Homil. 3 super missus, n. 4): "Con te il Padre, dico, che il suo Figlio fa anche tuo. Con te il Figlio che per costituire in te un mirabile sacramento, e a sé apre il genitale segreto e a te mantiene il verginale segnacolo. Con te lo Spirito Santo che col padre e col Figlio santifica il tuo seno. Il Signore dunque con te ". Quel Signore certamente di cui tu sei la figlia più, nobile ; quel Signore di cui tu sei la madre più mirabile; quel Signore di cui tu sei la sposa più amabile ; quel Signore di cui tu sei la serva, della quale mai vi fu alcuna più umile, né vi è, né vi sarà in eterno. Orsù dunque, o Signora, poiché un tanto e tale Signore è cotanto in tal modo con te, fai che anche con noi egli sia per la sua grazia.
18 ottobre 1975 - URGE FARE PRESTO
Mons. Ottavio Michelini
- Gesù caro, se vuoi parlarmi, parlami. Aiutami ad ascoltare la tua voce e in me vedi di compiere i tuoi desideri.
" Sì, figlio, sono Io Gesù Verbo Eterno di Dio, da sempre generato dal Padre, nella pienezza dei tempi, fatto Carne nel seno purissimo della Madre mia e vostra, gloriosamente presente in Paradiso alla destra del Padre. Realmente presente in Corpo, Sangue, Ahima e Divinità nel Mistero della Fede e dell'Amore ".
- Allora ieri sera non eri imbronciato con me quando tacevi alle mie reiterate domande ?
" No, figlio mio, te l'ho detto questa notte ".
- Gesù, vorrei domandarti una cosa. Terno di chiacchierare troppo in merito all’avvicinarsi dell'ora tremenda della tua giustizia.
" No, figlio mio. Dillo, lo voglio, lo voglio ed anche per i messaggi urge fare presto ".
- Ma Gesù, diranno che sono matto !
" Quante volte non ti ho detto di non preoccuparti di nulla per quello che di te penseranno gli altri. I miei nemici quante volte mi hanno accusato di essere matto ! Erode mi ha fatto vestire da pazzo e, cosi conciato, mi ha fatto sfilare per le vie di Gerusalemme.
Don Bosco non volevano portarlo in manicomio ? (p.150) E tutti i santi non sono stati considerati, chi più, chi meno, un poco matti ? ".
Il paragone non regge. Parli di Te e di Do Bosco. Ma io, Gesù...
"Tu sei "la piccola goccia d'acqua cadente verso il basso". Non posso Io prendermela, questa goccia d'acqua, e farne quel che voglio ? Non sei tu a dirmi che vuoi essere uno strumento nelle mie mani, disponibile al cento per cento ?
Figlio, Io mi servo scegliendo chi, quando come credo. Mi sono servito di Balaam. Mi son servito di Giona. " Sarebbe meglio morire per me piuttosto che...". Era recalcitrante, ma è andato a Ninive.
Scegliendo te, proprio per la tua nullità, sarà più facile convincerti che sono Io che parlo in chi mi ha donato tutto se stesso, perché Io ne faccia ciò che voglio.
Sei pentito, figlio mio, di esserti donato a me? "
- No! No! Non sono pentito, io voglio quello che Tu vuoi.
" Figlio, ora ti benedico. Con Me ti benedicono il Padre e lo Spirito Santo e con Noi ti benedicono la Madre mia e San Giuseppe.
Insieme con te benediciamo tutti quelli per quali preghi e di cui fai menzione. Ricordati che questa benedizione è ombrello di protezione scudo di difesa.
Voglimi sempre più bene ". (p.151)