Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 5 giugno 2025 - San Bonifacio (Letture di oggi)

Gesù farà  grandi cose con voi, Fratelli, se glielo lascerete fare e se non cercherete di interferire con Lui. Si interferisce nei piani di Dio quando ci si im­batte in qualcuno o in qualcosa che non è adatto a voi. Siate severi con voi stessi e siate molto severi con quel che ricevete dall'esterno. La gente può arrivare qui con splendide idee, con bei progetti, ma tutto ciò che vi allontana dalla realtà  di ciò che avete dato a Dio, deve rimanere fuori da voi. (Madre Teresa di Calcutta)

Liturgia delle Ore - Letture

Lunedi della 5° settimana del tempo di Quaresima (San Giovanni Battista La Salle)

Per questa Liturgia delle Ore è disponibile sia la versione del tempo corrente che quella dedicata alla memoria di un Santo. Per cambiare versione, clicca su questo collegamento.
Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 3

1Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène,2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.3Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati,4com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

'Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate' i suoi 'sentieri!'
5'Ogni burrone sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassato;
i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati.'
6'Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!'

7Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: "Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all'ira imminente?8Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre.9Anzi, la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco".
10Le folle lo interrogavano: "Che cosa dobbiamo fare?".11Rispondeva: "Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto".12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: "Maestro, che dobbiamo fare?".13Ed egli disse loro: "Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato".14Lo interrogavano anche alcuni soldati: "E noi che dobbiamo fare?". Rispose: "Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe".15Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo,16Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.17Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile".
18Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.

19Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso,20aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione.

21Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì22e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: "Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto".

23Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent'anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli,24figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innài, figlio di Giuseppe,25figlio di Mattatìa, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggài,26figlio di Maat, figlio di Mattatìa, figlio di Semèin, figlio di Iosek, figlio di Ioda,27figlio di Ioanan, figlio di Resa, figlio di Zorobabèle, figlio di Salatiel, figlio di Neri,28figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er,29figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattàt, figlio di Levi,30figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliacim,31figlio di Melèa, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natàm, figlio di Davide,32figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naàsson,33figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda,34figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor,35figlio di Seruk, figlio di Ragau, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala,36figlio di Cainam, figlio di Arfàcsad, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamech,37figlio di Matusalemme, figlio di Enoch, figlio di Iaret, figlio di Malleèl, figlio di Cainam,38figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.


Deuteronomio 28

1Se tu obbedirai fedelmente alla voce del Signore tuo Dio, preoccupandoti di mettere in pratica tutti i suoi comandi che io ti prescrivo, il Signore tuo Dio ti metterà sopra tutte le nazioni della terra;2perché tu avrai ascoltato la voce del Signore tuo Dio, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste benedizioni:3Sarai benedetto nella città e benedetto nella campagna.4Benedetto sarà il frutto del tuo seno, il frutto del tuo suolo e il frutto del tuo bestiame; benedetti i parti delle tue vacche e i nati delle tue pecore.5Benedette saranno la tua cesta e la tua madia.6Sarai benedetto quando entri e benedetto quando esci.7Il Signore lascerà sconfiggere davanti a te i tuoi nemici, che insorgeranno contro di te: per una sola via verranno contro di te e per sette vie fuggiranno davanti a te.8Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te nei tuoi granai e in tutto ciò a cui metterai mano; ti benedirà nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti.9Il Signore ti renderà popolo a lui consacrato, come ti ha giurato, se osserverai i comandi del Signore tuo Dio e se camminerai per le sue vie;10tutti i popoli della terra vedranno che porti il nome del Signore e ti temeranno.11Il Signore tuo Dio ti concederà abbondanza di beni, quanto al frutto del tuo grembo, al frutto del tuo bestiame e al frutto del tuo suolo, nel paese che il Signore ha giurato ai tuoi padri di darti.12Il Signore aprirà per te il suo benefico tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo e per benedire tutto il lavoro delle tue mani; così presterai a molte nazioni, mentre tu non domanderai prestiti.13Il Signore ti metterà in testa e non in coda e sarai sempre in alto e mai in basso, se obbedirai ai comandi del Signore tuo Dio, che oggi io ti prescrivo, perché tu li osservi e li metta in pratica,14e se non devierai né a destra né a sinistra da alcuna delle cose che oggi vi comando, per seguire altri dèi e servirli.
15Ma se non obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti prescrivo, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste maledizioni:16sarai maledetto nella città e maledetto nella campagna.17Maledette saranno la tua cesta e la tua madia.18Maledetto sarà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo; maledetti i parti delle tue vacche e i nati delle tue pecore.19Maledetto sarai quando entri e maledetto quando esci.20Il Signore lancerà contro di te la maledizione, la costernazione e la minaccia in ogni lavoro a cui metterai mano, finché tu sia distrutto e perisca rapidamente a causa delle tue azioni malvage per avermi abbandonato.21Il Signore ti farà attaccare la peste, finché essa non ti abbia eliminato dal paese, di cui stai per entrare a prender possesso.22Il Signore ti colpirà con la consunzione, con la febbre, con l'infiammazione, con l'arsura, con la siccità, il carbonchio e la ruggine, che ti perseguiteranno finché tu non sia perito.23Il cielo sarà di rame sopra il tuo capo e la terra sotto di te sarà di ferro.24Il Signore darà come pioggia al tuo paese sabbia e polvere, che scenderanno dal cielo su di te finché tu sia distrutto.25Il Signore ti farà sconfiggere dai tuoi nemici: per una sola via andrai contro di loro e per sette vie fuggirai davanti a loro; diventerai oggetto di orrore per tutti i regni della terra.26Il tuo cadavere diventerà pasto di tutti gli uccelli del cielo e delle bestie selvatiche e nessuno li scaccerà.27Il Signore ti colpirà con le ulcere d'Egitto, con bubboni, scabbia e prurigine, da cui non potrai guarire.28Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia,29così che andrai brancolando in pieno giorno come il cieco brancola nel buio. Non riuscirai nelle tue imprese, sarai ogni giorno oppresso e spogliato e nessuno ti aiuterà.30Ti fidanzerai con una donna, un altro la praticherà; costruirai una casa, ma non vi abiterai; pianterai una vigna e non ne potrai cogliere i primi frutti.31Il tuo bue sarà ammazzato sotto i tuoi occhi e tu non ne mangerai; il tuo asino ti sarà portato via in tua presenza e non tornerà più a te; il tuo gregge sarà dato ai tuoi nemici e nessuno ti aiuterà.32I tuoi figli e le tue figlie saranno consegnati a un popolo straniero, mentre i tuoi occhi vedranno e languiranno di pianto per loro ogni giorno, ma niente potrà fare la tua mano.33Un popolo, che tu non conosci, mangerà il frutto della tua terra e di tutta la tua fatica; sarai oppresso e schiacciato ogni giorno;34diventerai pazzo per ciò che i tuoi occhi dovranno vedere.35Il Signore ti colpirà alle ginocchia e alle cosce con una ulcera maligna, della quale non potrai guarire; ti colpirà dalla pianta dei piedi alla sommità del capo.36Il Signore deporterà te e il re, che ti sarai costituito, in una nazione che né tu né i padri tuoi avete conosciuto; là servirai dèi stranieri, dèi di legno e di pietra;37diventerai oggetto di stupore, di motteggio e di scherno per tutti i popoli fra i quali il Signore ti avrà condotto.
38Porterai molta semente al campo e raccoglierai poco, perché la locusta la divorerà.39Pianterai vigne e le coltiverai, ma non berrai vino né coglierai uva, perché il verme le roderà.40Avrai oliveti in tutto il tuo territorio, ma non ti ungerai di olio, perché le tue olive cadranno immature.41Genererai figli e figlie, ma non saranno tuoi, perché andranno in prigionia.42Tutti i tuoi alberi e il frutto del tuo suolo saranno preda di un esercito d'insetti.43Il forestiero che sarà in mezzo a te si innalzerà sempre più sopra di te e tu scenderai sempre più in basso.44Egli presterà a te e tu non presterai a lui; egli sarà in testa e tu in coda.45Tutte queste maledizioni verranno su di te, ti perseguiteranno e ti raggiungeranno, finché tu sia distrutto, perché non avrai obbedito alla voce del Signore tuo Dio, osservando i comandi e le leggi che egli ti ha dato.46Esse per te e per la tua discendenza saranno sempre un segno e un prodigio.
47Poiché non avrai servito il Signore tuo Dio con gioia e di buon cuore in mezzo all'abbondanza di ogni cosa,48servirai i tuoi nemici, che il Signore manderà contro di te, in mezzo alla fame, alla sete, alla nudità e alla mancanza di ogni cosa; essi ti metteranno un giogo di ferro sul collo, finché ti abbiano distrutto.
49Il Signore solleverà contro di te da lontano, dalle estremità della terra, una nazione che si slancia a volo come aquila: una nazione della quale non capirai la lingua,50una nazione dall'aspetto feroce, che non avrà riguardo al vecchio né avrà compassione del fanciullo;51che mangerà il frutto del tuo bestiame e il frutto del tuo suolo, finché tu sia distrutto, e non ti lascerà alcun residuo di frumento, di mosto, di olio, dei parti delle tue vacche e dei nati delle tue pecore, finché ti avrà fatto perire.52Ti assedierà in tutte le tue città, finché in tutto il tuo paese cadano le mura alte e forti, nelle quali avrai riposto la fiducia. Ti assedierà in tutte le tue città, in tutto il paese che il Signore tuo Dio ti avrà dato.53Durante l'assedio e l'angoscia alla quale ti ridurrà il tuo nemico, mangerai il frutto delle tue viscere, le carni dei tuoi figli e delle tue figlie, che il Signore tuo Dio ti avrà dato.54L'uomo più raffinato tra di voi e più delicato guarderà di malocchio il suo fratello e la sua stessa sposa e il resto dei suoi figli che ancora sopravvivono,55per non dare ad alcuno di loro le carni dei suoi figli delle quali si ciberà; perché non gli sarà rimasto più nulla durante l'assedio e l'angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue città.56La donna più raffinata e delicata tra di voi, che per delicatezza e raffinatezza non si sarebbe provata a posare in terra la pianta del piede, guarderà di malocchio il proprio marito, il figlio e la figlia57e si ciberà di nascosto di quanto esce dai suoi fianchi e dei bambini che deve ancora partorire, mancando di tutto durante l'assedio e l'angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue città.
58Se non cercherai di eseguire tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e terribile del Signore tuo Dio,59allora il Signore colpirà te e i tuoi discendenti con flagelli prodigiosi: flagelli grandi e duraturi, malattie maligne e ostinate.60Farà tornare su di te le infermità dell'Egitto, delle quali tu avevi paura, e si attaccheranno a te.61Anche ogni altra malattia e ogni flagello, che non sta scritto nel libro di questa legge, il Signore manderà contro di te, finché tu non sia distrutto.62Voi rimarrete in pochi uomini, dopo essere stati numerosi come le stelle del cielo, perché non avrai obbedito alla voce del Signore tuo Dio.63Come il Signore gioiva a vostro riguardo nel beneficarvi e moltiplicarvi, così il Signore gioirà a vostro riguardo nel farvi perire e distruggervi; sarete strappati dal suolo, che vai a prendere in possesso.64Il Signore ti disperderà fra tutti i popoli, da un'estremità fino all'altra; là servirai altri dèi, che né tu, né i tuoi padri avete conosciuti, dèi di legno e di pietra.65Fra quelle nazioni non troverai sollievo e non vi sarà luogo di riposo per la pianta dei tuoi piedi; là il Signore ti darà un cuore trepidante, languore di occhi e angoscia di anima.66La tua vita ti sarà dinanzi come sospesa a un filo; temerai notte e giorno e non sarai sicuro della tua vita.67Alla mattina dirai: Se fosse sera! e alla sera dirai: Se fosse mattina!, a causa del timore che ti agiterà il cuore e delle cose che i tuoi occhi vedranno.68Il Signore ti farà tornare in Egitto, per mezzo di navi, per una via della quale ti ho detto: Non dovrete più rivederla! e là vi metterete in vendita ai vostri nemici come schiavi e schiave, ma nessuno vi acquisterà".
69Queste sono le parole dell'alleanza che il Signore ordinò a Mosè di stabilire con gli Israeliti nel paese di Moab, oltre l'alleanza che aveva stabilito con loro sull'Oreb.


Qoelet 6

1Un altro male ho visto sotto il sole, che pesa molto sopra gli uomini.2A uno Dio ha concesso beni, ricchezze, onori e non gli manca niente di quanto desidera; ma Dio non gli concede di poterne godere, perché è un estraneo che ne gode. Ciò è vanità e malanno grave!
3Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i suoi giorni, se egli non gode dei suoi beni e non ha neppure una tomba, allora io dico: meglio di lui l'aborto,4perché questi viene invano e se ne va nella tenebra e il suo nome è coperto dalla tenebra.5Non vide neppure il sole: non conobbe niente; eppure il suo riposo è maggiore di quello dell'altro.6Se quello vivesse anche due volte mille anni, senza godere dei suoi beni, forse non dovranno andare tutt'e due nel medesimo luogo?


7Tutta la fatica dell'uomo è per la bocca e la sua brama non è mai sazia.8Quale vantaggio ha il saggio sullo stolto? Quale il vantaggio del povero che sa comportarsi bene di fronte ai viventi?
9Meglio vedere con gli occhi, che vagare con il desiderio. Anche questo è vanità e un inseguire il vento.10Ciò che è, già da tempo ha avuto un nome; e si sa che cos'è un uomo: egli non può competere con chi è più forte di lui.11Le molte parole aumentano la delusione e quale vantaggio v'è per l'uomo?12Chi sa quel che all'uomo convenga durante la vita, nei brevi giorni della sua vana esistenza che egli trascorre come un'ombra? Chi può indicare all'uomo cosa avverrà dopo di lui sotto il sole?


Salmi 25

1'Di Davide'.

Alef. A te, Signore, elevo l'anima mia,
2Bet. Dio mio, in te confido: non sia confuso!
Non trionfino su di me i miei nemici!
3Ghimel. Chiunque spera in te non resti deluso,
sia confuso chi tradisce per un nulla.

4Dalet. Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
5He. Guidami nella tua verità e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza,
Vau. in te ho sempre sperato.
6Zain. Ricordati, Signore, del tuo amore,
della tua fedeltà che è da sempre.
7Het. Non ricordare i peccati della mia giovinezza:
ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

8Tet. Buono e retto è il Signore,
la via giusta addita ai peccatori;
9Iod. guida gli umili secondo giustizia,
insegna ai poveri le sue vie.

10Caf. Tutti i sentieri del Signore sono verità e grazia
per chi osserva il suo patto e i suoi precetti.
11Lamed. Per il tuo nome, Signore,
perdona il mio peccato anche se grande.

12Mem. Chi è l'uomo che teme Dio?
Gli indica il cammino da seguire.
13Nun. Egli vivrà nella ricchezza,
la sua discendenza possederà la terra.

14Samech. Il Signore si rivela a chi lo teme,
gli fa conoscere la sua alleanza.
15Ain. Tengo i miei occhi rivolti al Signore,
perché libera dal laccio il mio piede.

16Pe. Volgiti a me e abbi misericordia,
perché sono solo ed infelice.
17Zade. Allevia le angosce del mio cuore,
liberami dagli affanni.

18Vedi la mia miseria e la mia pena
e perdona tutti i miei peccati.
19Res. Guarda i miei nemici: sono molti
e mi detestano con odio violento.

20Sin. Proteggimi, dammi salvezza;
al tuo riparo io non sia deluso.
21Tau. Mi proteggano integrità e rettitudine,
perché in te ho sperato.
22Pe. O Dio, libera Israele
da tutte le sue angosce.


Ezechiele 23

1Mi fu rivolta questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, vi erano due donne, figlie della stessa madre,3le quali si erano prostituite in Egitto fin dalla loro giovinezza, dove venne profanato il loro petto e oppresso il loro seno verginale.4Esse si chiamano Oolà la maggiore e Oolibà la più piccola, sua sorella. L'una e l'altra divennero mie e partorirono figli e figlie. Oolà è Samaria e Oolibà è Gerusalemme.5Oolà mentre era mia si dimostrò infedele: arse d'amore per i suoi spasimanti, gli Assiri suoi vicini,6vestiti di porpora, prìncipi e governatori, tutti giovani attraenti, cavalieri montati su cavalli.7Concesse loro i suoi favori, al fiore degli Assiri, e si contaminò con gli idoli di coloro dei quali si era innamorata.8Non rinunciò alle sue relazioni amorose con gli Egiziani, i quali avevano abusato di lei nella sua giovinezza, avevano profanato il suo seno verginale, sfogando su di lei la loro libidine.9Per questo l'ho data in mano ai suoi amanti, in mano agli Assiri, dei quali si era innamorata.10Essi scoprirono la sua nudità, presero i suoi figli e le sue figlie e la uccisero di spada. Divenne così come un monito fra le donne, per la condanna esemplare che essi avevano eseguita su di lei.
11Sua sorella Oolibà la vide e si corruppe più di lei nei suoi amoreggiamenti; con le sue infedeltà superò la sorella.12Spasimò per gli Assiri suoi vicini, prìncipi e capi, vestiti di porpora, cavalieri montati su cavalli, tutti giovani attraenti.13Io vidi che si era contaminata e che tutt'e due seguivano la stessa via.14Ma essa moltiplicò le prostituzioni. Vide uomini effigiati su una parete, figure di Caldei, disegnati con il minio,15con cinture ai fianchi, ampi turbanti in capo, dall'aspetto di grandi capi, rappresentanti i figli di Babilonia, originari di Caldea:16essa se ne innamorò non appena li vide e inviò loro messaggeri in Caldea.17I figli di Babilonia andarono da lei al letto degli amori e la contaminarono con le loro fornicazioni ed essa si contaminò con loro finché ne fu nauseata.18Poiché aveva messo in pubblico le sue tresche e scoperto la sua nudità, anch'io mi allontanai da lei come mi ero allontanato dalla sorella.19Ma essa continuò a moltiplicare prostituzioni, ricordando il tempo della sua gioventù, quando si prostituiva in Egitto.20Arse di libidine per quegli amanti lussuriosi come asini, libidinosi come stalloni,21e così rinnovò l'infamia della sua giovinezza, quando in Egitto veniva profanato il suo petto, oppresso il suo seno verginale.22Per questo, Oolibà, così dice il Signore Dio: Ecco, io suscito contro di te gli amanti di cui mi sono disgustato e li condurrò contro di te da ogni parte,23i figli di Babilonia e di tutti i Caldei, quelli di Pekòd, di Soa e di Koa e con loro tutti gli Assiri, tutti i giovani attraenti, prìncipi e capi, tutti capitani e cavalieri famosi;24verranno contro di te dal settentrione con cocchi e carri e con una moltitudine di popolo e si schiereranno contro di te da ogni parte con scudi grandi e piccoli ed elmi. A loro ho rimesso il giudizio e ti giudicheranno secondo le loro leggi.25Scatenerò la mia gelosia contro di te e ti tratteranno con furore: ti taglieranno il naso e gli orecchi e i superstiti cadranno di spada; deporteranno i tuoi figli e le tue figlie e ciò che rimarrà di te sarà preda del fuoco.26Ti spoglieranno delle tue vesti e s'impadroniranno dei tuoi gioielli.27Metterò fine alle tue scelleratezze e alle tue prostituzioni commesse in Egitto: non alzerai più gli occhi verso di loro, non ricorderai più l'Egitto.
28Perché così dice il Signore Dio: Ecco, io ti consegno in mano a coloro che tu odii, in mano a coloro di cui sei nauseata.29Ti tratteranno con odio e si impadroniranno di tutti i tuoi beni, lasciandoti nuda e scoperta; sarà svelata la turpitudine delle tue scelleratezze, la tua libidine e la tua disonestà.30Così sarai trattata perché tu mi hai tradito con le genti, perché ti sei contaminata con i loro idoli.31Hai seguito la via di tua sorella, la sua coppa porrò nelle tue mani".

32Dice il Signore Dio:
"Berrai la coppa di tua sorella,
profonda e larga,
sarai oggetto di derisione e di scherno;
la coppa sarà di grande capacità.
33Tu sarai colma d'ubriachezza e d'affanno,
coppa di desolazione e di sterminio
era la coppa di tua sorella Samaria.
34Anche tu la berrai, la vuoterai, ne succhierai i cocci,
ti lacererai il seno,
poiché io ho parlato". Parola del Signore.

35Perciò dice il Signore Dio: "Poiché tu mi hai dimenticato e mi hai voltato le spalle, sconterai dunque la tua disonestà e le tue dissolutezze!".
36Il Signore mi disse: "Figlio dell'uomo, non giudicherai tu Oolà e Oolibà? Non mostrerai ad esse i loro abomini?37Sono state adultere e le loro mani sono lorde di sangue, hanno commesso adulterio con i loro idoli; perfino i figli che mi avevano partorito, li hanno fatti passare per il fuoco in loro pasto.38Ancor questo mi hanno fatto: in quello stesso giorno hanno contaminato il mio santuario e profanato i miei sabati;39dopo avere immolato i loro figli ai loro idoli, sono venute in quel medesimo giorno al mio santuario per profanarlo: ecco quello che hanno fatto dentro la mia casa!
40Si rivolsero anche a uomini di paesi lontani, invitandoli per mezzo di messaggeri, ed essi giunsero. Per loro ti sei lavata, ti sei dipinta gli occhi, ti sei adornata dei tuoi vestiti preziosi,41ti sei stesa su un magnifico divano davanti ad una tavola imbandita, su cui hai posto il mio olio, i miei profumi.42Si udiva lo strepito di una moltitudine festante di uomini venuti dal deserto, i quali avevano messo braccialetti ai polsi e una corona di gloria sul loro capo.43Io pensavo di costei, abituata agli adultéri: Ora costoro si faranno complici delle sue prostituzioni.44Infatti entrarono da lei, come si entra da una prostituta: così entrarono da Oolà e da Oolibà, donne di malaffare.45Ma uomini retti le giudicheranno come si giudicano le adultere e le assassine. Le loro mani sono lorde di sangue".
46Dice infatti il Signore Dio: "Si farà venire contro di loro una folla ed esse saranno abbandonate alle malversazioni e al saccheggio.47La folla le lapiderà e le farà a pezzi con le spade; ne ucciderà i figli e le figlie e darà alle fiamme le case.48Eliminerò così un'infamia dalla terra e tutte le donne impareranno a non commettere infamie simili.49Faranno ricadere la vostra infamia su di voi e sconterete i vostri peccati di idolatria: saprete così che io sono il Signore Dio".


Lettera ai Galati 6

1Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione.2Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo.3Se infatti uno pensa di essere qualcosa mentre non è nulla, inganna se stesso.4Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora solo in se stesso e non negli altri troverà motivo di vanto:5ciascuno infatti porterà il proprio fardello.
6Chi viene istruito nella dottrina, faccia parte di quanto possiede a chi lo istruisce.7Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato.8Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna.9E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo.10Poiché dunque ne abbiamo l'occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede.

11Vedete con che grossi caratteri vi scrivo, ora, di mia mano.12Quelli che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati a causa della croce di Cristo.13Infatti neanche gli stessi circoncisi osservano la legge, ma vogliono la vostra circoncisione per trarre vanto dalla vostra carne.14Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.15Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura.16E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio.17D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo.
18La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.


Capitolo XIII: Nel Sacramento l’anima devota tenda con tutta se stessa all’unione con Cristo

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Voce del discepolo

1. "Chi mi darà, o Signore, di trovare te solo", di aprirti tutto il mio cuore e di godere di te, secondo il desiderio dell'anima mia? "Allora nessuno potrebbe offendermi" (Ct 8,1), nessuna creatura potrebbe scuotermi, e neppure sfiorarmi con uno sguardo; ma sarai tu solo a parlarmi, ed io a te, come colui che ama suole parlare con la persona amata, e come l'amico suole stare a mensa con l'amico. Questo io chiedo, questo io desidero: unirmi tutto a te, distogliere il mio cuore da tutto ciò che è creato e apprendere a gustare sempre più le cose celesti ed eterne, grazie alla santa Comunione e alla frequente celebrazione della Messa. Ah, Signore Dio, quando sarò interamente unito e assunto in te, dimenticando del tutto me stesso? Tu in me ed io in te. Fa' che possiamo rimanere uniti così. Veramente tu sei "il mio diletto scelto tra mille" (Ct 5,10), con il quale piacque all'anima mia di restare per tutti i giorni della vita. Veramente tu sei colui che mi dà la pace; colui nel quale consiste la pace suprema, il riposo vero, e fuori del quale tutto è fatica e dolore e miseria senza fine. "Veramente tu sei il Dio nascosto" (Is 45,15); la tua conversazione non è con i malvagi; la tua parola si rivolge agli umili e ai semplici. "Oh, quanto è soave, o Signore, il tuo Spirito" (Sap 12,1): tu vuoi mostrare la tua benevolenza ai tuoi figli e ti degni di ristorarli "con il pane sommamente soave che scende dal cielo" (Sap 16,20s).

2. Davvero "non c'è altro popolo così grande, a cui i propri dei si siano fatti così vicini, come sei vicino tu, o Dio nostro" (Dt 4,7), a tutti i tuoi fedeli. A questi, infatti, tu doni te stesso in salutare nutrimento, quale quotidiano conforto e quale mezzo per volgere il cuore verso il cielo. C'è un'altra gente così gloriosa, come il popolo cristiano? C'è, sotto il nostro cielo, una creatura da te così amata come l'anima devota, nella quale entra Dio stesso, per nutrirla del suo corpo di Gloria? Oh!, grazia ineffabile, degnazione meravigliosa, oh!, amore incommensurabile, privilegio concesso agli uomini. Ma che cosa darò io al Signore in cambio di tale grazia, di un amore così straordinario? Nulla io posso offrire, che sia più gradito del dono totale del mio cuore al mio Dio e dell'intima unione con lui. Allora esulterò nel profondo, quando l'anima mia sarà perfettamente unita a Dio. Allora Dio stesso mi dirà: se tu vuoi essere con me, io voglio essere con te. Ed io a lui risponderò: degnati, o Signore, di restare con me; mi piace, e lo voglio, essere con te. Qui è tutto il mio desiderio, che il mio cuore sia unito al tuo.


DISCORSO 299/E DISCORSO SUL NATALE DEI SANTI SCILLITANI NELLA BASILICA NOVARUM

Discorsi - Sant'Agostino

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Da Cristo la fortezza negli uomini e nelle donne. Gli anni passano all'indietro, non si fanno avanti.

1. La forza dei martiri di Cristo, uomini e donne, è Cristo. Giacché, se soltanto degli uomini si mostrassero forti nel martirio, la virtù sarebbe attribuita al sesso più forte. Il sesso più debole riuscì a superare da forte i patimenti per il fatto che Dio esercita la sua potenza su tutti. Quindi, sia l'uomo che la donna, quando sono tribolati, devono dire: Il Signore è la mia forza 1, e: Ti amo, Signore, mia forza 2. L'amore stesso è forza: infatti chi è capace di amare, tutto può tollerare coraggiosamente per colui che ama. E se l'amore sensuale ha portato a questo gli amanti, ad affrontare animosamente molte pene per le loro frivolezze e colpe, né fanno caso ad alcun pericolo quelli che attentano alla castità altrui, quanto devono essere più tenaci nell'amore di Dio coloro che lo amano, dal quale e in vita e in morte non si possono separare? Immancabilmente l'amante libertino perde ciò che ama se sarà stato ucciso a causa di colei che ama; al contrario, chi ama Dio, non solo forte e giusto, se muore, non perde ciò che ha amato, ma quel che ha amato lo trova morendo. Infine, chi ama la colpa, teme di confessare, chi ama Dio ha timore di rinnegare. Perciò, fratelli, scegliamo quell'amore che ci permette di vivere nell'innocenza, e moriamo serenamente; quindi, data la preferenza a un tale amore, una volta che avrà preso possesso del nostro essere interiore, per noi il vivere sarà Cristo e morire un guadagno 3. Con la morte evitiamo ciò che abbiamo odiato; morendo, raggiungiamo quel che amiamo. Pertanto lo faccia chi ama questa vita, se poi amando non può essere durevole. Sia che ami o che non ami, quel che ami sfugge: sfugge, non conservi quel che ami. Avanzano gli anni, l'età declina, quel che resta si fa breve: quindi, con il prolungarsi della tua vita, gli anni non sono venuti aumentando davanti a te, ma sono passati all'indietro, se fai caso a quanti ne possono rimanere. Infatti, se te li fossi trovati davanti, ti avrebbero reso più lunga la vita; supponiamo ora che ti restino trent'anni: tu stai vivendo perché essi trascorrano. Da quando sei nato, hai accumulato invano molti anni che, vivendo a lungo, hai reso più pochi. Osserva le dita di chi ne sta facendo il calcolo, non attendere che ti si informi di quelli che sono trascorsi, ma di quelli che sono rimasti; ti accorgi, anzi, che questi vengono per scomparire. Infatti, se hai raggiunto le ore nove, non puoi rendere attuali le ore sei: così pure non fai un domani del ieri che è passato; fra poco anche il 'domani' sarà 'ieri'. A che giova non disprezzare queste cose che con l'amore non riesci a conservare? Il giorno che ami ti sfugge, si fa vicino Dio desiderato. Questo ama, dove puoi giungere con l'amore. È fedele, ti sta accanto: accostati a lui. Ed a questo tu eri indolente: è venuto da te, è nato per te, è morto per te.

Il medico ha bevuto per primo il calice amaro della morte. Agli occhi degli uomini appare l'asprezza della morte dei martiri. Ogni parola di Cristo è insegnamento per noi. Nobile risposta di Donata martire.

2. Non temere, dunque, la coppa amara della morte; la morte è indubbiamente amara, ma attraverso questa amarezza si passa ad una grande soavità. Tale amarezza cura le profondità della tua anima, non in quanto tu muori, ma se tu muori per la verità. Tale amarezza è un farmaco, non un veleno: risana il tuo essere interiore, bevi tranquillo. Quel che non ha esitato a bere il medico, per quale ragione esita a berlo il malato? Egli non aveva in sé cosa curare con l'amarezza di quella coppa; beve per te, perché tu non creda ti si dia veleno. Beve per te, perché tu imparassi a dire: Davanti al Signore è preziosa la morte dei suoi santi 4. Confessando Cristo, [i martiri] tollerarono vari tormenti: alcuni furono decapitati, altri arsi al fuoco, altri esposti alle belve, altri privati della sepoltura. Tormenti penosi tutti, crudeli tutti, orribili tutti: ma davanti agli uomini. Pertanto la Scrittura, nel dar risalto alla morte dei martiri, dice: Davanti al Signore è preziosa la morte dei suoi santi, davanti a colui che sa giudicare e non può sbagliare. Notando infatti che la felicità terrena era disprezzata dai sapienti e dai fedeli, uomini stolti ed infedeli ritennero infelici quanti morivano per il nome di Cristo; non avendo gli occhi della fede erano quindi incapaci a scorgere quei beni che erano stati promessi. È venuto l'Autore e il Datore delle promesse: esortando rassicurò, concedendo lo Spirito operò una perfetta guarigione. Ha detto infatti: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla 5. Osserva gli stolti che infieriscono: nel caso ascoltino queste parole, non possono far più nulla. Giacché si accaniscono molto sui cadaveri: dilaniano, bruciano, disperdono, impediscono la sepoltura; e, come per farsene un vanto, dicono: Dov'è quanto ha detto Cristo, per cui quando un uomo avrà ucciso un altro uomo non può fare più nulla? Ecco ho infierito assai su un uomo morto. Gli somiglia nel cuore chi è fisicamente insensibile. Spietato e stolto, che cosa hai fatto? Se quello ha sensibilità, la tua opera c'è, se non l'ha, sei stato inutilmente crudele. Cristo ha detto: Vi mostro invece chi dovete temere: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettarvi nella Geenna 6. Tanto non può fare l'uomo che colpisce e uccide, che giunge a ferire il corpo e, poiché se n'è separato lo spirito che egli non vede, non può andare oltre. Chi dovete temere? Bada a chi può essere il tuo uccisore, fa' attenzione a come puoi morire. Dopo la morte sei in potere di chi ti aveva prima della morte; infatti un uomo niente potrebbe fare contro di te, se egli non lo permettesse. Ti meravigli che lo permetta? Ascolta il Principe dei martiri che, giudicato da un uomo, lui, Dio in occulto e uomo manifesto, come un uomo veniva disprezzato; così, mentre egli veniva giudicato da un uomo, questi si fece arrogante. Disse: Non mi rispondi? Non sai che ho il potere di ucciderti e di metterti in libertà? 7 E mite, egli, il Signore di tutti, il servo di tutti, che si dà a servire i malati, non per condizione ma per amore, volle curare anche quello, arrogante e pieno di sé. Da costui Cristo subiva una specie di giudizio e proprio questo veniva curato da Cristo: il superbo minacciò, ma il Medico tagliò sicuro. La risposta colpì là dove in sé soffiò a gonfiarsi come volle. Non dicendogli: Non sei tu ad avere potere su di me, ma sono io piuttosto ad avere potere su di te. Se avesse detto questo, il Signore avrebbe detto il vero, ma non ci avrebbe offerto un esempio. Cristo anche durante la passione volle farsi maestro, come pure quando venne tentato dette insegnamenti. Come ti insegnò che cosa tu debba rispondere al tentatore quando fu tentato, così ti insegnò che rispondere al persecutore quando venne giudicato. Quella sua voce era la nostra, il Capo parlava nelle veci del corpo. Che disse, allora? Non avresti alcun potere su di me se non ti fosse stato dato dall'alto 8. Non disse: Non hai, ma: Non avresti avuto se non avessi ricevuto. Insegnò che il martire non all'uomo dev'essere sottomesso, ma a Dio, insegnò al martire di non temere l'uomo quando dall'uomo gli viene qualche sofferenza, ma di temere colui che lascia fare all'uomo, colui che dà potere all'uomo. Formata a tale scuola, una donna di straordinaria fortezza disse: L'onore a Cesare in quanto Cesare, ma il timore a Dio 9. Rese a ciascuno il suo con giusta attribuzione; né superba né debole nella risposta. Si attenne all'apostolo Pietro che dice: Siate sottomessi ad ogni istituzione umana per amore di Dio 10. Disse: Onore a Cesare in quanto Cesare. Si onori, sia pure crudele; gli si renda la sottomissione dell'umiltà, anche se non ha il potere supremo. Potestà assoluta ha infatti colui che ha in suo potere noi e le nostre parole 11. Temete dunque - dice il Signore - solo chi, dopo aver ucciso, ha il potere di fare, non finché può quaggiù ed oltre più nulla, ma chi, anche dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nel fuoco della Geenna 12.

Lazzaro e il ricco: uguali quanto alla morte, ma con destino diverso. Le ricchezze non sono di per sé riprovevoli, come non merita lode la povertà in sé. Come vien condannato il ricco.

3. O infedele, tu guardi alle cose presenti, resti atterrito da quanto avviene al presente: pensa una buona volta a quel che sarà. Domani e domani, verrà la volta di un domani ultimo; un giorno incalza l'altro, né fa sparire colui che ha fatto il giorno. Da lui infatti c'è un giorno che non ha un 'ieri' e un 'domani', poiché da lui il giorno non conosce alba e tramonto: c'è da lui una luce senza fine, dove è la sorgente della vita, e nella sua luce vedremo la luce. Vi prenda dimora almeno l'affetto dell'anima, là sia fisso l'affetto dell'anima, fino a quando di necessità il corpo si trovi quaggiù; se ivi è il suo affetto, vi si troverà l'uomo tutto intero. Al ricco in porpora e bisso vennero meno le delizie; per il povero coperto di piaghe finirono gli stenti. L'uno temeva l'ultimo giorno, l'altro lo desiderava. Venne per entrambi, ma non trovò simile l'uno all'altro; non trovandoli uguali fra loro, non sopraggiunse allo stesso modo per entrambi. Simile il morire dell'uno e dell'altro; cessare di vivere e cessare di vivere: condizione pari. Hai inteso che avevano in comune, bada a quanto li separa. Accadde infatti che quel povero morì e fu portato dagli Angeli nel seno di Abramo, morì anche il ricco e fu sepolto 13. Forse quel povero non ebbe neppure una sepoltura. Già conoscete quel che segue: quello era nell'inferno fra i tormenti, l'altro aveva ristoro nel seno di Abramo. Trascorsero quei piaceri e quelle sventure, l'una e l'altra forma di esistenza ebbe fine e cambiò: il ricco passò dai godimenti alle pene, l'altro dall'estrema povertà all'abbondanza dei beni. Evidentemente quei piaceri e quelle sventure ebbero breve durata; le pene e i godimenti che invece subentrarono sono senza fine. In realtà non è che nel ricco sono incolpate le ricchezze e neppure che nel povero viene esaltata la povertà; ma in quello viene condannata l'empietà, in questo è lodata la fede religiosa. Si dà l'occasione che gli uomini ascoltino tutto questo dal Vangelo: coloro che nulla posseggono si rallegrano, il mendicante esulta a queste parole. Nel seno di Abramo sarò io, non quel ricco. Rispondiamo al povero: hai in meno le piaghe, aggiungitele attraverso i meriti, desidera anche le lingue dei cani. Ti vanti d'essere povero, io cerco se sei fedele: infatti la povertà priva della fede quaggiù è tormento, nell'altra vita è condanna. Rivolgiamo la parola anche al ricco: quando hai ascoltato dal Vangelo di quel ricco che vestiva di porpora e bisso e banchettava ogni giorno splendidamente, sei stato preso da timore; non riprovo il fatto che tu abbia avuto timore, ma vedi di temere maggiormente quel che è riprovevole nella situazione. Disprezzava il povero che giaceva davanti alla sua porta, questi bramava le briciole che cadevano dalla mensa di lui 14; non gli si porgeva di che coprirsi, non un riparo, non un gesto di solidarietà. Questo è punito nel ricco, la crudeltà, l'empietà, la vanagloria, la superbia, l'infedeltà: queste cose sono punite nel ricco. Come lo provi? - dice qualcuno -, in realtà ad essere punite sono le ricchezze. Se da parte mia non ne traggo le prove dalla stessa pericope evangelica, nessuno mi può dar retta. Quel ricco, trovandosi nei tormenti dell'inferno, desiderò sulla sua lingua una sola goccia d'acqua dal dito di quel povero che aveva desiderato le briciole della mensa di lui; quello ottenne forse più facilmente le briciole che non il ricco la goccia: infatti gli venne negata 15. Gli rispose Abramo nel cui seno era il povero: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita tua 16. Questo infatti mi son proposto di dimostrare, che in lui fu condannata l'empietà e l'infedeltà, non le ricchezze e l'abbondanza dei beni terreni. Hai ricevuto, disse, i tuoi beni durante la vita tua. Che s'intende per i tuoi beni? Che non hai creduto in altri beni. Che vuol dire durante la vita tua? Che non hai creduto nell'altra vita. Quindi, i tuoi beni, non di Dio; durante la vita tua, non di Cristo. Hai ricevuto i tuoi beni durante la vita tua: è venuto meno quello in cui hai creduto, perciò non hai ricevuto quei beni che sono migliori; infatti, trovandoti in mezzo a quelli di minor valore, non hai voluto credere a questi.

Discorsi blasfemi sulla vita eterna. I Giudei fratelli del ricco empio.

4. Forse noi poniamo sotto accusa questo ricco e il senso delle parole di Abramo lo interpretiamo secondo la nostra capacità di giudizio. Per rendere qualcosa in modo più chiaro, si spieghi quel che è oscuro, si renda evidente ciò che vi è riposto, si apra a chi bussa. Dopo che gli venne rifiutato il soccorso, minimo gesto di misericordia, perché si adempisse la Scrittura che afferma: Il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia 17, pregò che venisse inviato Lazzaro dai suoi fratelli ad avvertirli di che si tratti dopo questa vita. Gli si rispose che non poteva essere realizzato, ma se quelli volevano evitare quei medesimi luoghi di tormento, ascoltassero Mosè e i Profeti. Disse: Hanno Mosè e i Profeti, ascoltino quelli 18. Egli però si conosceva e conosceva i suoi fratelli, infatti erano soliti borbottare fra loro tali argomenti i fratelli senza fede. Beffandosi della parola di Dio, all'udire qualche espressione contenuta nella legge e nei Profeti che riguardava i supplizi eterni da evitare e i premi eterni da desiderare, si dicevano borbottando: Chi è tornato dall'al di là? chi ne è venuto? Chi potrà raccontare come ci si trova? Da quando ho seppellito mio padre non ne ho più udito la voce. Egli, sapendo questo, che con i suoi fratelli era solito fare discorsi blasfemi nell'intenzione e nell'espressione, chiedeva appunto che si facesse quanto essi dicevano non essersi verificato e per cui disprezzavano la parola di Dio. E disse: Vada qualcuno di qui e li avverta. E il padre Abramo: Hanno Mosè e i Profeti, ascoltino quelli. Ma egli, memore dei loro colloqui: No, padre Abramo 19. Quasi a dire: So io di che eravamo soliti parlare. No, padre Abramo: so quel che dico, so quel che chiedo. Dispregiatore del povero, compassionevole tardivo, volle che venisse usata verso i suoi fratelli quella misericordia che non riservò a se stesso. No, disse, no, padre Abramo: non credono a Mosè ed ai Profeti. Lo so, tale sono stato anch'io: Ma se qualcuno dai morti andrà da loro, gli crederanno 20. E il padre Abramo: Se non ascoltano Mosè e i Profeti - infatti erano Giudei e solo un giudeo può chiamare padre Abramo -. Rispose dunque il padre Abramo: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi 21. È avvenuto, si è adempiuto: non hanno ascoltato Mosè e i Profeti, non hanno riconosciuto il Signore risorto. Come sorsero infatti dei dispregiatori di Mosè e dei Profeti, così non vollero saperne del Signore risorto dai morti, contro il quale comprarono falsi testimoni. Vi daremo del denaro 22 - dicono ai custodi del sepolcro - e dichiarate: i suoi discepoli sono venuti e lo hanno rubato mentre noi dormivamo 23. Testimoni che dormono, comprati, corrotti, che rinnegano la loro vita, che inventano furti altrui! Se eravate desti a vigilare, perché non li avete arrestati? Se dormivate, com'è stato che avete veduto?

Il ricco Abramo accoglie il povero. In che conto ebbe Abramo quel che possedeva. Chi è ricco nello spirito è il vero ricco.

5. Per quanto posso giudicare, abbiamo dato le prove che in quel ricco non sono incolpate le ricchezze, ma l'empietà e la mancanza di fede, la superbia, la crudeltà. Ascolta un attestato di maggior valore a riprova che non si biasimano le ricchezze. Dove fu cacciato quel ricco? Nell'inferno, fra i tormenti. Dove fu portato il povero? Nel seno di Abramo. Vedi il povero nel seno di Abramo: Abramo l'accolse, egli fu accolto. Quello stesso Abramo che fu il patriarca fedele. Aggiungi e, quel che vorrei dire, leggi nel libro della Genesi delle ricchezze di Abramo, dell'oro, dell'argento, del bestiame, della servitù 24: Abramo era nell'abbondanza. Perché condanni il ricco? Il ricco accolse il povero. Lungi da noi dar colpa alle ricchezze, né con questo però vogliamo portare in alto l'avarizia. Il ricco non stia a dire che ho parlato per lui, che ho voluto rassicurarlo. Ha avuto timore infatti nella ripresentazione del passo evangelico: all'udire del ricco precipitato nelle pene infernali, ha avuto timore. Ho esposto le ragioni che danno sicurezza. [Il ricco] non abbia timore delle ricchezze, ma dei vizi: non tema l'abbondanza ma l'avarizia; non tema di avere, ma la bramosia di avere. Sia facoltoso come Abramo ed abbia, con le ricchezze, la fede: conservi, possegga, non si lasci possedere. Qualcuno mi dirà: In che modo seppe esser ricco Abramo? Vuoi sapere come si regolò Abramo quanto ai beni materiali? Che c'era in lui? il sentimento religioso; che cosa? la fede; che cosa? l'obbedienza; che cosa? i beni spirituali. Vuoi sapere? vuoi giungere a conoscerlo attraverso la lettura presentata? Ogni uomo conserva per i propri figli tutto ciò che giudica di poter mettere insieme senza colpa. Quindi, dal momento che tutti gli uomini conservano i loro averi per i propri figli - e coloro che non hanno figli vi si adattano di necessità, perché non hanno a chi lasciare il patrimonio costituito - essendo perciò evidente che tutti gli uomini amano più i loro figli che le ricchezze personali, ed amano di più coloro per i quali accumulano che quanto mettono insieme, vuoi sapere in che conto Abramo aveva quell'eredità? Leggi in che conto ebbe l'erede in seguito al comando di Dio. Fa' conto di vedere un padre ricco, quindi e colui che possiede, e ciò che possiede, e colui che è l'erede. Soppesa quello e quello, attribuisci i rispettivi valori, ordina l'amore. Senza dubbio contava di più colui al quale riservava il patrimonio che i beni a lui destinati. Credo che se a costui il Signore Gesù Cristo avesse detto: Se vuoi essere perfetto, va, vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi 25, come quel ricco nel Vangelo, anche Abramo si sarebbe allontanato triste. Avrebbe udito con tristezza: "abbandona le ricchezze" chi di buon animo ascoltò: "sacrifica a me l'erede"? Sacrifica a me il tuo figlio unico, il tuo amato figlio: rendilo a me che l'ho dato. Non dubitò, non esitò; non adombrò di mestizia la pietà né chi avrebbe offerto il sacrificio, né chi doveva essere sacrificato: infatti neppure il fanciullo stesso si allarmò sotto l'arma del padre. Fu condotto compiacente da chi si abbandonava in compiacenza, venne legato, posto sull'altare senza por tempo in mezzo: si levò la destra armata del padre per nulla tremante, niente affatto debole, né ritratta prima del comando di Colui che aveva voluto si levasse. Ecco in che modo dovete possedere; conservate pure il possesso di tutto quanto avete potuto avere; non allo scopo di fomentare le ambizioni, ma per compiere bene i doveri della pietà e poter attendere tranquilli l'ultimo giorno. Veramente ricchi quanti siano interiormente ricchi; all'esterno come avete potuto, nello spirito come vi è stato fatto obbligo. Possiedi? Il Signore ha dato. Hai perduto? Il Signore ha tolto 26. Rallegrati, perché colui che ha tolto non ha sottratto se stesso. Non ti basta colui che ti ha creato? Come è piaciuto al Signore, così si è verificato 27. Parla, di che temi? Forse che mentre tu sei cattivo ed egli è buono, a te piace il bene ed a lui il male? Non può essere. Credi buono ciò che piace a lui buono. Come è piaciuto al Signore, così si è verificato: sia benedetto il nome del Signore. Sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio 28.

 

1 - Sal 117, 14.

2 - Sal 17, 2.

3 - Fil 1, 21.

4 - Sal 115, 15.

5 - Lc 12, 4.

6 - Lc 12, 5.

7 - Gv 19, 10.

8 - Gv 19, 11.

9 - Passio sanct. Scillitanorum (ed. J.A. ROBINSON), P. 114.

10 - 1 Pt 2, 13.

11 - Sap 7, 16.

12 - Cf. Lc 12, 5.

13 - Lc 16, 22.

14 - Cf. Lc 16, 19-21.

15 - Cf. Lc 16, 22-24.

16 - Lc 16, 25.

17 - Gc 2, 13.

18 - Lc 16, 29.

19 - Lc 16, 30.

20 - Lc 16, 30.

21 - Lc 16, 31.

22 - Mt 28, 12.

23 - Mt 28, 13.

24 - Cf. Gn 13, 2.

25 - Mt 19, 21.

26 - Gb 1, 21.

27 - Gb 1, 21.

28 - Rm 8, 28.


2 - Sono nuovamente manifestate a Maria santissima le operazioni dell'anima del suo Figlio e nostro redentore, con tutto ciò che le era stato nascosto.

La mistica Città di Dio - Libro quinto - Suor Maria d'Agreda

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726. L 'intelletto umano ha fatto sulla natura, sulla qualità, sulle cause e sugli effetti dell'amore grandi e lunghi ragionamenti. Se dovessi spiegare il santo e divino amore di Maria santissima, signora nostra, sarebbe necessario aggiungere ancora molto a quanto si è detto e descritto in materia di amore. Dopo la santissima anima di Cristo nostro Signore, nessuno fra tutti gli uomini e gli angeli possedette e possiede un amore così nobile e sublime come la Regina del cielo e per questo meritò di essere chiamata Madre del bell'amore. L'oggetto del santo amore è uno in tutti, cioè Dio stesso e le creature, ma il soggetto che riceve questo amore, le cause dalle quali è generato e gli effetti che produce sono diversi. Maria ottenne il sommo grado dell'amore possibile ad una semplice creatura umana. In lei furono, senza misura e limiti, la purezza del cuore, la fede, la speranza, il timore santo e filiale, la scienza e la sapienza, i benefici, la memoria e la stima di essi, e tutte le altre cause proprie dell'amore santo e divino. Questa fiamma non si genera né si accende con l'amore insano e cieco, che entra per la stoltezza dei sensi senza poi ritrovare una ragione o la via. L'amore santo e puro entra attraverso la nobilissima conoscenza dell'oggetto e per la forza della sua infinita bontà ed inesplicabile soavità, perché Dio, essendo sapienza e bontà, non vuole essere amato solo con la dolcezza, ma anche con la sapienza e la conoscenza di ciò che si ama.

727. Questi amori hanno qualche somiglianza più negli effetti che nelle cause: una volta che giungono a soggiogare il cuore impadronendosi di esso, ne escono con difficoltà. Da qui nasce il dolore che sente il cuore umano quando trova rifiuto, freddezza o minore corrispondenza nella persona che ama, perché questo è come obbligarlo a rimuovere da sé l'amore. Come l'amore s'impadronisce del cuore e non ne trova facile uscita, benché qualche volta gliela proponga la ragione, così la dura violenza che soffre causa dolori di morte. Tutto ciò è pazzia e sciocchezza nell'amore cieco e mondano, ma nell'amore divino è somma sapienza, perché, dove non si trovano ragioni per non amare, maggiore prudenza è cercarle per amare più intimamente e a questo obbligare l'amato. Quanto più liberamente la volontà ama il sommo Bene, tanto meno è libera di rinunciare a tale amore. In questa gloriosa contesa la volontà, signora e regina dell'anima, felicemente si assoggetta al suo stesso amore e non vuole liberarsi da questa schiavitù. Invece in questa libera violenza, se è rifiutata o trattata con freddezza dal sommo Bene che ama, soffre dolori e deliqui di morte, come colei a cui manca l'oggetto della vita, perché solo vive per amare e nel sapersi amata.

728. Da questo si può capire qualche cosa dei patimenti del cuore ardentissimo e purissimo della nostra Regina per l'assenza del Signore, che le aveva nascosto l'oggetto del suo amore, lasciando che soffrisse per tanti giorni le angustie del dubbio di averlo disgustato. Ella era un immenso compendio di umiltà e di amore divino: non sapendo la causa della severità e noncuranza del suo amato, patì il più dolce e più duro martirio che abbia mai potuto immaginare una mente umana o angelica. Solo Maria santissima, madre del santo amore, giunse al vertice di cui è capace una creatura umana, perché seppe e poté soffrire questo martirio che sorpassò tutte le pene dei martiri e le penitenze dei confessori. In lei si compì in pienezza ciò che si dice nel Cantico: Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio. Perciò ella in questa occasione dimenticò tutto il visibile, quanto vi è di creato e la sua stessa vita, reputando tutto un nulla finché non ritrovò la grazia e l'amicizia del suo Figlio santissimo e suo Dio, che temeva di avere perduto, benché sempre la possedesse. Non si può spiegare con le parole il suo affanno, la sua sollecitudine, la sua vigilanza e le attenzioni usate per servire il suo Figlio santissimo ed il Padre celeste.

729. Trenta giorni erano già passati in questo conflitto, ma sembravano molti secoli per chi non poteva vivere un solo momento senza soddisfare il suo amore e l'amato. A nostro modo d'intendere il cuore del bambino Gesù non poteva ormai più contenersi, né resistere alla forza dell'amore che aveva per la sua dolcissima Madre. Anche al Signore costò un'inafferrabile, ma allo stesso tempo soave violenza tenere Maria in tale tribolazione e timore. Un giorno l'umile e sovrana Regina si presentò al fanciullo Dio e, buttandosi ai suoi piedi con lacrime e sospiri che sgorgavano dalla profondità del cuore, gli si rivolse con le seguenti parole: «Dolcissimo bene ed amor mio, che vale la piccolezza di questa polvere e cenere a paragone del vostro immenso potere? Che può tutta la miseria della creatura di fronte alla vostra bontà senza fine? Voi siete superiore alla nostra bassezza e nell'immenso pelago della vostra misericordia scompaiono tutte le nostre imperfezioni e i nostri difetti. Se non vi ho servito, come confesso che avrei dovuto fare, castigate le mie negligenze e perdonatele; ma lasciatemi di nuovo vedere, figlio e Signore mio, la gioia del vostro volto, che è la mia salute. Lasciatemi anche vedere la desiderata luce che mi dava esistenza e vita. Guardate la vostra povera Madre inginocchiata nella polvere. Non mi alzerò dai vostri piedi fino a che non veda chiaro lo specchio nel quale si mirava la mia anima».

730. La nostra gran Regina, umiliata alla presenza del suo Figlio santissimo, pronunziò queste ed altre simili parole piene di sapienza e di ardentissimo amore. Sua Maestà bramava, più che la stessa Signora, di ricondurla alle sue delizie e amorevolmente le rispose: «Madre mia, alzatevi!». Le parole pronunciate da colui che era la Parola dell'eterno Padre ebbero tanta efficacia che istantaneamente la divina Madre fu trasformata ed elevata in un'altissima estasi nella quale vide la Divinità in modo astrattivo. In questa visione il Signore l'accolse con dolcissimi abbracci e parole di padre e di sposo, cosicché ella dalle lacrime passò al giubilo, dalla pena alla gioia e dall'amarezza ad una soavissima dolcezza. Sua Maestà le rivelò grandi misteri riguardanti i suoi alti progetti sulla nuova legge evangelica. La santissima Trinità, per iscriverla nel suo candidissimo cuore, l'assegnò e destinò ad essere la primogenita e prima discepola del Verbo incarnato. Egli l'avrebbe resa modello ed esempio per i santi apostoli, i martiri, i dottori, i confessori, le vergini e gli altri giusti della nuova Chiesa e della nuova legge di grazia che avrebbe fondato nella redenzione dell'umanità.

731. A questo mistero corrisponde tutto ciò che, secondo la spiegazione della santa Chiesa, la Madre di Dio dice di sé nel capitolo ventiquattresimo del Siracide, usando l'immagine della divina sapienza. Non è il caso che mi soffermi nella spiegazione dell'argomento che sto trattando, perché tutto quanto lo Spirito Santo dice di essa si riferisce chiaramente alla gran Regina. Riferisco solo letteralmente qualche parte del testo, perché tutti possano comprendere una così ammirabile profezia. Dice questa Signora: «Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo e ho ricoperto come nube la terra. Ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. Il giro del cielo da sola ho percorso, ho passeggiato nelle profondità degli abissi. Sulle onde del mare e su tutta la terra, su ogni popolo e nazione ho preso dominio. Fra tutti questi cercai un luogo di riposo, in quale possedimento stabilirmi. Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine, il mio creatore mi fece posare la tenda e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe e prendi in eredità Israele. Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò; per tutta l'eternità non verrò meno. Ho officiato nella tenda santa davanti a lui, e così mi sono stabilita in Sion. Nella città amata mi ha fatto abitare; in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto 1e radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore, sua eredità».

732. Il Siracide elenca poi altre prerogative di Maria santissima e dice: Come un terebinto ho esteso i rami e i miei rami son rami di maestà e di bellezza. Io come una vite ho prodotto germogli graziosi e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza. Io sono la madre del puro amore, del timore, della conoscenza e della degna speranza. In me vi è ogni grazia di vita e di verità, in me ogni speranza di vita e di forza. Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei prodotti. Poiché il ricordo di me è più dolce del miele, il possedermi è più dolce del favo di miele. Quanti si nutrono di me avranno ancora fame e quanti bevono di me, avranno ancora sete. Chi mi obbedisce non si vergognerà, chi compie le mie opere non peccherà. Mi fermo a questo punto del capitolo del Siracide, nel quale il cuore pio troverà la pienezza dei misteri di Maria santissima. Le virtù nascoste della Madre della grazia l'attireranno verso di lei e gli faranno comprendere l'inesplicabile grandezza e sublimità nella quale ella fu costituita dall'insegnamento del suo Figlio santissimo, per volere della beatissima Trinità. Questa eccelsa Principessa fu la vera arca del Nuovo Testamento: dalla sovrabbondanza della sua sapienza e della sua grazia straripò, come da immenso mare, tutto ciò che mai i santi ricevettero e riceveranno fino alla fine del mondo.

733. La divina Madre, quando si destò dall'estasi, adorò nuovamente il suo santissimo Figlio e lo pregò di perdonarla se per caso avesse commesso qualche negligenza nel servirlo. Le rispose sua Maestà alzandola da terra e le disse: «Madre mia io sono molto compiaciuto del vostro cuore e dei vostri sentimenti, voglio che lo dilatiate e lo pre pariate di nuovo per ricevere le mie testimonianze. lo adempirò la volontà di mio Padre e scriverò nel vostro cuore il Vangelo che intendo insegnare al mondo. E voi, o Madre, lo metterete in pratica come io desidero». Rispose la purissima Regina: «Figlio e Signore mio, possa io trovare grazia ai vostri occhi! Guidate le facoltà della mia anima sui retti sentieri del vostro volere? Parlate, Signore mio, perché la vostra serva ascolta e vi seguirà sino alla morte». In questo colloquio si manifestò nuovamente alla vergine Madre l'anima santissima di Cristo con le sue operazioni. Da questo momento in poi godette della grazia in un grado ancora più elevato quale divina discepola, sia soggettivamente sia oggettivamente in quanto ricevette una luce più chiara e sublime. Nel suo Figlio santissimo vide la nuova legge evangelica con tutti i suoi misteri, i sacramenti e la dottrina come il divino architetto l'aveva ideata nella sua mente e determinata nel suo volere di maestro e redentore degli uomini. A questo insegnamento, che riservò solo a Maria santissima, ne aggiunse un altro: con le parole le insegnava e manifestava i segreti della sua sapienza' e quanto non potevano comprendere gli uomini e gli angeli. Maria purissima apprese correttamente questa sapienza comunicandone, senza invidia, tutta la luce, diffondendola prima dell'ascensione di Cristo nostro Signore e molto più dopo.

734. Capisco perfettamente che questa Storia avrebbe dovuto comunicare tutti i profondi misteri che accaddero tra la purissima Madre e il suo santissimo Figlio, dagli anni dell'adolescenza e della gioventù fino a quelli della predicazione pubblica. Confesso, però, nuovamente ciò che ho già detto, e cioè la mia incapacità e quella di tutte le creature nel trattare un così sublime argomento. Per farlo sarebbe necessario descrivere tutti i misteri della Sacra Scrittura, tutta la dottrina cristiana e le virtù, tutte le tradizioni della santa Chiesa, la confutazione degli errori e delle eresie, i decreti di tutti i concili, tutto ciò che la Chiesa conserva e conserverà sino alla fine del mondo; inoltre si dovrebbero descrivere anche gli altri grandi misteri riguardanti la vita e la gloria dei santi. Tutto ciò fu scritto nel cuore purissimo della nostra gran Regina. Sarebbe necessario descrivere anche tutte le opere fatte dal Salvatore e maestro affinché gli effetti della redenzione e l'insegnamento della Chiesa fossero abbondanti; quanto scrissero gli evangelisti, gli apostoli, i profeti e gli antichi padri; ciò che operarono in seguito tutti i santi, l'illuminazione che ebbero i dottori, quanto soffrirono i martiri e le vergini e la grazia che tutti ricevettero per sostenere tali patimenti. Maria santissima conobbe tutto ciò e molto più di quanto si possa spiegare in modo particolareggiato, con la comprensione più profonda e con grande saggezza e chiarezza. Di tutto rese grazie e in tutto operò quanto era possibile a una semplice creatura rispetto all'eterno Padre, creatore di tutte le cose, e all'unigenito Figlio, capo della Chiesa. Tutto ciò comunicherò in seguito come mi sarà possibile.

735. Sebbene la Madre s'impegnasse in tali opere con la massima attenzione tenendo lo sguardo fisso sul Figlio e maestro, tuttavia non trascurò alcunché nel servizio e nella sollecitudine amorevole per la salute fisica di Gesù e di san Giuseppe. Accudiva a loro in tutto senza negligenza né difetto alcuno, preparando il cibo e servendoli, con particolare riguardo per il suo Figlio santissimo presso il quale sempre si inginocchiava con incomparabile riverenza. Si preoccupava che il fanciullo Gesù pensasse a consolare il suo padre putativo, come se fosse stato un padre naturale. Il fanciullo Dio ubbidiva in tutto questo a sua Madre e assisteva molte volte san Giuseppe nel lavoro nel quale il santo si spendeva per poter sostentare, col sudore della sua fronte, il Figlio dell'eterno Padre e sua Madre. Cresciuto, il fanciullo aiutava alcune volte san Giuseppe in quello che gli era possibile per la sua età; capitò che facesse alcuni miracoli compiendo cose al di sopra delle sue forze naturali, così che al santo sposo, rinvigorito, il lavoro fosse reso meno pesante. In tale materia avvenivano simili meraviglie tra loro tre soltanto.

 

Insegnamento della Regina del cielo

736. Figlia mia, da oggi ti chiamo nuovamente mia discepola e compagna nell'eseguire l'insegnamento celeste che il mio Figlio santissimo diede alla sua Chiesa per mezzo dei Vangeli e delle Scritture. Voglio che tu prepari il tuo cuore con rinnovata diligenza e attenzione, affinché come terra eletta tu possa ricevere il seme vivo e santo della parola del Signore fruttando il cento per uno. Rendi il tuo cuore attento alle mie parole, i Vangeli siano la tua continua lezione perché tu possa meditare e ponderare nel tuo intimo l'insegnamento e i misteri che comprenderai in essi. Ascolta la voce del tuo sposo e Maestro. Egli invita e chiama tutti ad ascoltare le sue parole di vita eterna. È così pericoloso l'inganno della vita mortale che sono poche le anime che vogliono ascoltare ed intendere il sentiero della luce. Molti seguono ciò che è dilettevole, offerto loro dal principe delle tenebre, e chi cammina in esse non sa dove arriverà. L'Altissimo ti chiama per la via della luce vera: seguila imitandomi e conseguirai ciò che desideri. Rinuncia a tutto ciò che è terreno e visibile, non volerlo conoscere né rimirare, non desiderarlo, non dartene pensiero e fuggi dall'essere conosciuta; le creature non abbiano alcuno spazio nel tuo cuore, custodisci la tua interiorità e proteggila dalle seduzioni umane e diaboliche. Riuscirai in tutto se, come discepola del mio Figlio santissimo e mia, osserverai l'insegnamento del Vangelo, con la perfezione che devi. Ricorda il beneficio di essere stata chiamata, per disposizione divina, ad essere rispettivamente novizia e professa dell'imitazione della mia vita, della mia dottrina e delle mie virtù seguendo le mie orme. Tale beneficio ti obbliga ad un così alto fine per passare ad un noviziato più sublime e alla professione perfetta della religione cattolica, mentre segui l'insegnamento e l'esempio del Redentore del mondo, affrettando il passo dietro al profumo dei suoi unguenti e per i retti sentieri della sua verità. Lo stato di mia discepola è la disposizione per divenire discepola del mio Figlio santissimo e arrivare poi all'unione immutabile con l'essere di Dio. Questi tre benefici d'incomparabile valore ti insegneranno ad essere più perfetta dei sublimi serafini. La divina destra te li ha concessi per disporti, prepararti, renderti idonea e capace di ricevere l'insegnamento, la sapienza e la luce della mia vita, delle opere, delle virtù, dei misteri e delle grazie, così che tu li possa scrivere. Il sovrano Signore si è degnato di concederti questa liberale misericordia senza tuo merito, ma per la mia intercessione e le mie preghiere. Esse hanno avuto efficacia, perché tu hai sottomesso il tuo giudizio umile e timoroso alla volontà dell'Altissimo e all'obbedienza dei tuoi superiori che più volte ti hanno chiesto di scrivere la mia Storia. Il miglior premio per la tua anima è quello che ti è stato dato in quei tre passi o sentieri mistici, altissimi, misteriosi, nascosti alla prudenza umana, ma graditi e accetti a Dio. Essi contengono tanti insegnamenti, come hai sperimentato, per raggiungere il fine. Scrivili a parte é fanne un trattato, perché questa è la volontà del mio Figlio santissimo. Il titolo sarà quello che hai già espresso nell'Introduzione di questa Storia: "Leggi della sposa, apici del suo casto amore e frutto raccolto dall'albero della vita di Maria santissima signora nostra".


LA STATUA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Sant'Anna Schaffer

Nella notte dal 31 agosto al primo settembre 1917, feci un sogno bellissimo e indescrivibile sul Cuore Immacolato di Maria. Una voce mi disse per ben due volte: "Oggi riceverai una bella statua che raffigura Maria col suo Cuore Immacolato". Una volta sveglia, non pensai più al sogno.

Era di sabato e nel pomeriggio il piccolo studente ospitato dalla signora Rainer di Elsendorf mi portò proprio una bella statuetta del Cuore Immacolato di Maria.

"Dolce Cuore di Maria, sii la mia salvezza!"