Liturgia delle Ore - Letture
Domenica della 3° settimana del tempo di Quaresima
Vangelo secondo Matteo 2
1Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:2"Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo".3All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.4Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.5Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
6'E tu, Betlemme', terra di Giuda,
'non sei' davvero 'il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele.'
7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella8e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".
9Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.10Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.12Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.
13Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo".
14Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto,15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
'Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.'
16Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi.17Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:
18'Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande;
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata, perché non sono più.'
19Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto20e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va' nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino".21Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele.22Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea23e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: "Sarà chiamato Nazareno".
Primo libro delle Cronache 2
1Questi sono i figli di Israele: Ruben, Simeone, Levi, Giuda, Ìssacar, Zàbulon,2Dan, Giuseppe, Beniamino, Nèftali, Gad e Aser.
3Figli di Giuda: Er, Onan, Sela; i tre gli nacquero dalla figlia di Sua la Cananea. Er, primogenito di Giuda, era malvagio agli occhi del Signore, che perciò lo fece morire.4Tamàr sua nuora gli partorì Perez e Zerach. Totale dei figli di Giuda: cinque.
5Figli di Perez: Chezròn e Camùl.
6Figli di Zerach: Zimri, Etan, Eman, Calcol e Darda; in tutto: cinque.
7Figli di Carmì: Acar, che provocò una disgrazia in Israele con la trasgressione dello sterminio.8Figli di Etan: Azaria.
9Figli che nacquero a Chezròn: Ieracmèl, Ram e Chelubài.10Ram generò Amminadàb; Amminadàb generò Nacsòn, capo dei figli di Giuda.11Nacsòn generò Salmà; Salmà generò Booz.12Booz generò Obed; Obed generò Iesse.13Iesse generò Eliàb il primogenito, Abinadàb, secondo, Simèa, terzo,14Netaneèl, quarto, Raddài, quinto,15Ozem, sesto, Davide, settimo.16Loro sorelle furono: Zeruià e Abigàil. Figli di Zeruià furono Abisài, Ioab e Asaèl: tre.17Abigàil partorì Amasà, il cui padre fu Ieter l'Ismaelita.
18Caleb, figlio di Chezròn, dalla moglie Azubà ebbe Ieriòt. Questi sono i figli di lei: Ieser, Sobàb e Ardon.19Morta Azubà, Caleb prese in moglie Efrat, che gli partorì Cur.20Cur generò Uri; Uri generò Bezaleèl.21Dopo Chezròn si unì alla figlia di Machir, padre di Gàlaad; egli la sposò a sessant'anni ed essa gli partorì Segùb.
22Segùb generò Iair, cui appartennero ventitré città nella regione di Gàlaad.23Ghesur e Aram presero loro i villaggi di Iair con Kenat e le dipendenze: sessanta città. Tutti questi furono figli di Machir, padre di Gàlaad.24Dopo la morte di Chezròn, Caleb si unì a Efrata, moglie di suo padre Chezròn, la quale gli partorì Ascùr, padre di Tekòa.
25I figli di Ieracmèl, primogenito di Chezròn, furono Ram il primogenito, Buna, Oren, Achia.26Ieracmèl ebbe una seconda moglie che si chiamava Atara e fu madre di Onam.
27I figli di Ram, primogenita di Ieracmèl, furono Maas, Iamin ed Eker.
28I figli di Onam furono Sammài e Iada. Figli di Sammài: Nadàb e Abisùr.29La moglie di Abisùr si chiamava Abiàil e gli partorì Acbàn e Molìd.30Figli di Nadàb furono Seled ed Èfraim. Seled morì senza figli.31Figli di Èfraim: Isèi; figli di Isèi: Sesan; figli di Sesan: Aclài.32Figli di Iada, fratello di Sammài: Ieter e Giònata. Ieter morì senza figli.33Figli di Giònata: Pelet e Zaza. Questi furono i discendenti di Ieracmèl.
34Sesan non ebbe figli, ma solo figlie; egli aveva uno schiavo egiziano chiamato Iarcà.35Sesan diede in moglie allo schiavo Iarcà una figlia, che gli partorì Attài.36Attài generò Natàn; Natàn generò Zabad;37Zabad generò Eflal; Eflal generò Obed;38Obed generò Ieu; Ieu generò Azaria;39Azaria generò Chelez; Chelez generò Eleasà;40Eleasà generò Sismài; Sismài generò Sallùm;41Sallùm generò Iekamià; Iekamià generò Elisamà.
42Figli di Caleb, fratello di Ieracmèl, furono Mesa, suo primogenito, che fu padre di Zif; il figlio di Maresà fu padre di Ebron.43Figli di Ebron: Core, Tappùach, Rekem e Samài.44Samài generò Ràcam, padre di Iorkoàm; Rekem generò Sammài.45Figlio di Sammài: Maòn, che fu padre di Bet-Zur.
46Efa, concubina di Caleb, partorì Caràn, Moza e Gazez; Caran generò Gazez.47Figli di Iadài: Reghem, Iotam, Ghesan, Pelet, Efa e Saàf.48Maaca, concubina di Caleb, partorì Seber e Tircanà;49partorì anche Saàf, padre di Madmannà, e Seva, padre di Macbenà e padre di Gàbaa. Figlia di Caleb fu Acsa.
50Questi furono i figli di Caleb.
Ben-Cur, primogenito di Efrata, Sobal, padre di Kiriat-Iearìm,51Salma, padre di Betlemme, Haref, padre di Bet-Gader.52Sobal, padre di Kiriat-Iearìm, ebbe come figli Reaia, Cazi e Manacàt.53Le famiglie di Kiriat-Iearìm sono quelle di Ieter, di Put, di Suma e di Masra. Da costoro derivarono quelli di Zorea e di Estaòl.
54Figli di Salma: Betlemme, i Netofatiti, Atarot-Bet-Ioab e metà dei Manactei e degli Zoreatei.55Le famiglie degli scribi che abitavano in Iabèz: i Tireatei, Simeatei e i Sucatei. Questi erano Keniti, discendenti da Cammat della famiglia di Recàb.
Salmi 119
1Alleluia.
Alef. Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
2Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
3Non commette ingiustizie,
cammina per le sue vie.
4Tu hai dato i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.
5Siano diritte le mie vie,
nel custodire i tuoi decreti.
6Allora non dovrò arrossire
se avrò obbedito ai tuoi comandi.
7Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le tue giuste sentenze.
8Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.
9Bet. Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
10Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
11Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
12Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
13Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
14Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
15Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
16Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.
17Ghimel. Sii buono con il tuo servo e avrò vita,
custodirò la tua parola.
18Aprimi gli occhi perché io veda
le meraviglie della tua legge.
19Io sono straniero sulla terra,
non nascondermi i tuoi comandi.
20Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi precetti in ogni tempo.
21Tu minacci gli orgogliosi;
maledetto chi devìa dai tuoi decreti.
22Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho osservato le tue leggi.
23Siedono i potenti, mi calunniano,
ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
24Anche i tuoi ordini sono la mia gioia,
miei consiglieri i tuoi precetti.
25Dalet. Io sono prostrato nella polvere;
dammi vita secondo la tua parola.
26Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto;
insegnami i tuoi voleri.
27Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò i tuoi prodigi.
28Io piango nella tristezza;
sollevami secondo la tua promessa.
29Tieni lontana da me la via della menzogna,
fammi dono della tua legge.
30Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
31Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore,
che io non resti confuso.
32Corro per la via dei tuoi comandamenti,
perché hai dilatato il mio cuore.
33He. Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la seguirò sino alla fine.
34Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
35Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia.
36Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso la sete del guadagno.
37Distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
38Con il tuo servo sii fedele alla parola
che hai data, perché ti si tema.
39Allontana l'insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
40Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.
41Vau. Venga a me, Signore, la tua grazia,
la tua salvezza secondo la tua promessa;
42a chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola.
43Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera,
perché confido nei tuoi giudizi.
44Custodirò la tua legge per sempre,
nei secoli, in eterno.
45Sarò sicuro nel mio cammino,
perché ho ricercato i tuoi voleri.
46Davanti ai re parlerò della tua alleanza
senza temere la vergogna.
47Gioirò per i tuoi comandi
che ho amati.
48Alzerò le mani ai tuoi precetti che amo,
mediterò le tue leggi.
49Zain. Ricorda la promessa fatta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
50Questo mi consola nella miseria:
la tua parola mi fa vivere.
51I superbi mi insultano aspramente,
ma non devìo dalla tua legge.
52Ricordo i tuoi giudizi di un tempo, Signore,
e ne sono consolato.
53M'ha preso lo sdegno contro gli empi
che abbandonano la tua legge.
54Sono canti per me i tuoi precetti,
nella terra del mio pellegrinaggio.
55Ricordo il tuo nome lungo la notte
e osservo la tua legge, Signore.
56Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti.
57Het. La mia sorte, ho detto, Signore,
è custodire le tue parole.
58Con tutto il cuore ti ho supplicato,
fammi grazia secondo la tua promessa.
59Ho scrutato le mie vie,
ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti.
60Sono pronto e non voglio tardare
a custodire i tuoi decreti.
61I lacci degli empi mi hanno avvinto,
ma non ho dimenticato la tua legge.
62Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode
per i tuoi giusti decreti.
63Sono amico di coloro che ti sono fedeli
e osservano i tuoi precetti.
64Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami il tuo volere.
65Tet. Hai fatto il bene al tuo servo, Signore,
secondo la tua parola.
66Insegnami il senno e la saggezza,
perché ho fiducia nei tuoi comandamenti.
67Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua parola.
68Tu sei buono e fai il bene,
insegnami i tuoi decreti.
69Mi hanno calunniato gli insolenti,
ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti.
70Torpido come il grasso è il loro cuore,
ma io mi diletto della tua legge.
71Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari ad obbedirti.
72La legge della tua bocca mi è preziosa
più di mille pezzi d'oro e d'argento.
73Iod. Le tue mani mi hanno fatto e plasmato;
fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
74I tuoi fedeli al vedermi avranno gioia,
perché ho sperato nella tua parola.
75Signore, so che giusti sono i tuoi giudizi
e con ragione mi hai umiliato.
76Mi consoli la tua grazia,
secondo la tua promessa al tuo servo.
77Venga su di me la tua misericordia e avrò vita,
poiché la tua legge è la mia gioia.
78Siano confusi i superbi che a torto mi opprimono;
io mediterò la tua legge.
79Si volgano a me i tuoi fedeli
e quelli che conoscono i tuoi insegnamenti.
80Sia il mio cuore integro nei tuoi precetti,
perché non resti confuso.
81Caf. Mi consumo nell'attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
82Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa,
mentre dico: "Quando mi darai conforto?".
83Io sono come un otre esposto al fumo,
ma non dimentico i tuoi insegnamenti.
84Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando farai giustizia dei miei persecutori?
85Mi hanno scavato fosse gli insolenti
che non seguono la tua legge.
86Verità sono tutti i tuoi comandi;
a torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto.
87Per poco non mi hanno bandito dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
88Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò le parole della tua bocca.
89Lamed. La tua parola, Signore,
è stabile come il cielo.
90La tua fedeltà dura per ogni generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
91Per tuo decreto tutto sussiste fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
92Se la tua legge non fosse la mia gioia,
sarei perito nella mia miseria.
93Mai dimenticherò i tuoi precetti:
per essi mi fai vivere.
94Io sono tuo: salvami,
perché ho cercato il tuo volere.
95Gli empi mi insidiano per rovinarmi,
ma io medito i tuoi insegnamenti.
96Di ogni cosa perfetta ho visto il limite,
ma la tua legge non ha confini.
97Mem. Quanto amo la tua legge, Signore;
tutto il giorno la vado meditando.
98Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici,
perché sempre mi accompagna.
99Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
100Ho più senno degli anziani,
perché osservo i tuoi precetti.
101Tengo lontano i miei passi da ogni via di male,
per custodire la tua parola.
102Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.
103Quanto sono dolci al mio palato le tue parole:
più del miele per la mia bocca.
104Dai tuoi decreti ricevo intelligenza,
per questo odio ogni via di menzogna.
105Nun. Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
106Ho giurato, e lo confermo,
di custodire i tuoi precetti di giustizia.
107Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
108Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
109La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
110Gli empi mi hanno teso i loro lacci,
ma non ho deviato dai tuoi precetti.
111Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
sono essi la gioia del mio cuore.
112Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti,
in essi è la mia ricompensa per sempre.
113Samech. Detesto gli animi incostanti,
io amo la tua legge.
114Tu sei mio rifugio e mio scudo,
spero nella tua parola.
115Allontanatevi da me o malvagi,
osserverò i precetti del mio Dio.
116Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita,
non deludermi nella mia speranza.
117Sii tu il mio aiuto e sarò salvo,
gioirò sempre nei tuoi precetti.
118Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti,
perché la sua astuzia è fallace.
119Consideri scorie tutti gli empi della terra,
perciò amo i tuoi insegnamenti.
120Tu fai fremere di spavento la mia carne,
io temo i tuoi giudizi.
121Ain. Ho agito secondo diritto e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
122Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano i superbi.
123I miei occhi si consumano nell'attesa della tua salvezza
e della tua parola di giustizia.
124Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi comandamenti.
125Io sono tuo servo, fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
126È tempo che tu agisca, Signore;
hanno violato la tua legge.
127Perciò amo i tuoi comandamenti
più dell'oro, più dell'oro fino.
128Per questo tengo cari i tuoi precetti
e odio ogni via di menzogna.
129Pe. Meravigliosa è la tua alleanza,
per questo le sono fedele.
130La tua parola nel rivelarsi illumina,
dona saggezza ai semplici.
131Apro anelante la bocca,
perché desidero i tuoi comandamenti.
132Volgiti a me e abbi misericordia,
tu che sei giusto per chi ama il tuo nome.
133Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola
e su di me non prevalga il male.
134Salvami dall'oppressione dell'uomo
e obbedirò ai tuoi precetti.
135Fa' risplendere il volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi comandamenti.
136Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché non osservano la tua legge.
137Sade. Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi.
138Con giustizia hai ordinato le tue leggi
e con fedeltà grande.
139Mi divora lo zelo della tua casa,
perché i miei nemici dimenticano le tue parole.
140Purissima è la tua parola,
il tuo servo la predilige.
141Io sono piccolo e disprezzato,
ma non trascuro i tuoi precetti.
142La tua giustizia è giustizia eterna
e verità è la tua legge.
143Angoscia e affanno mi hanno colto,
ma i tuoi comandi sono la mia gioia.
144Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre,
fammi comprendere e avrò la vita.
145Kof. T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
146Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
147Precedo l'aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
148I miei occhi prevengono le veglie
per meditare sulle tue promesse.
149Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
150A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
151Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
152Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.
153Res. Vedi la mia miseria, salvami,
perché non ho dimenticato la tua legge.
154Difendi la mia causa, riscattami,
secondo la tua parola fammi vivere.
155Lontano dagli empi è la salvezza,
perché non cercano il tuo volere.
156Le tue misericordie sono grandi, Signore,
secondo i tuoi giudizi fammi vivere.
157Sono molti i persecutori che mi assalgono,
ma io non abbandono le tue leggi.
158Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo,
perché non custodiscono la tua parola.
159Vedi che io amo i tuoi precetti,
Signore, secondo la tua grazia dammi vita.
160La verità è principio della tua parola,
resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia.
161Sin. I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme le tue parole.
162Io gioisco per la tua promessa,
come uno che trova grande tesoro.
163Odio il falso e lo detesto,
amo la tua legge.
164Sette volte al giorno io ti lodo
per le sentenze della tua giustizia.
165Grande pace per chi ama la tua legge,
nel suo cammino non trova inciampo.
166Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
167Io custodisco i tuoi insegnamenti
e li amo sopra ogni cosa.
168Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.
169Tau. Giunga il mio grido fino a te, Signore,
fammi comprendere secondo la tua parola.
170Venga al tuo volto la mia supplica,
salvami secondo la tua promessa.
171Scaturisca dalle mie labbra la tua lode,
poiché mi insegni i tuoi voleri.
172La mia lingua canti le tue parole,
perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti.
173Mi venga in aiuto la tua mano,
poiché ho scelto i tuoi precetti.
174Desidero la tua salvezza, Signore,
e la tua legge è tutta la mia gioia.
175Possa io vivere e darti lode,
mi aiutino i tuoi giudizi.
176Come pecora smarrita vado errando;
cerca il tuo servo,
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.
Salmi 18
1'Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il Signore lo liberò dal potere di tutti i suoi nemici,2 e dalla mano di Saul. Disse dunque:'
Ti amo, Signore, mia forza,
3Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
4Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
5Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti impetuosi;
6già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali.
7Nel mio affanno invocai il Signore,
nell'angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio grido.
8La terra tremò e si scosse;
vacillarono le fondamenta dei monti,
si scossero perché egli era sdegnato.
9Dalle sue narici saliva fumo,
dalla sua bocca un fuoco divorante;
da lui sprizzavano carboni ardenti.
10Abbassò i cieli e discese,
fosca caligine sotto i suoi piedi.
11Cavalcava un cherubino e volava,
si librava sulle ali del vento.
12Si avvolgeva di tenebre come di velo,
acque oscure e dense nubi lo coprivano.
13Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi
con grandine e carboni ardenti.
14Il Signore tuonò dal cielo,
l'Altissimo fece udire la sua voce:
grandine e carboni ardenti.
15Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgori e li sconfisse.
16Allora apparve il fondo del mare,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la tua minaccia, Signore,
per lo spirare del tuo furore.
17Stese la mano dall'alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque,
18mi liberò da nemici potenti,
da coloro che mi odiavano
ed eran più forti di me.
19Mi assalirono nel giorno di sventura,
ma il Signore fu mio sostegno;
20mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.
21Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l'innocenza delle mie mani;
22perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato empiamente il mio Dio.
23I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
24ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
25Il Signore mi rende secondo la mia giustizia,
secondo l'innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.
26Con l'uomo buono tu sei buono
con l'uomo integro tu sei integro,
27con l'uomo puro tu sei puro,
con il perverso tu sei astuto.
28Perché tu salvi il popolo degli umili,
ma abbassi gli occhi dei superbi.
29Tu, Signore, sei luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.
30Con te mi lancerò contro le schiere,
con il mio Dio scavalcherò le mura.
31La via di Dio è diritta,
la parola del Signore è provata al fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
32Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è rupe, se non il nostro Dio?
33Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino;
34mi ha dato agilità come di cerve,
sulle alture mi ha fatto stare saldo;
35ha addestrato le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tender l'arco di bronzo.
36Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,
la tua destra mi ha sostenuto,
la tua bontà mi ha fatto crescere.
37Hai spianato la via ai miei passi,
i miei piedi non hanno vacillato.
38Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti,
non sono tornato senza averli annientati.
39Li ho colpiti e non si sono rialzati,
sono caduti sotto i miei piedi.
40Tu mi hai cinto di forza per la guerra,
hai piegato sotto di me gli avversari.
41Dei nemici mi hai mostrato le spalle,
hai disperso quanti mi odiavano.
42Hanno gridato e nessuno li ha salvati,
al Signore, ma non ha risposto.
43Come polvere al vento li ho dispersi,
calpestati come fango delle strade.
44Mi hai scampato dal popolo in rivolta,
mi hai posto a capo delle nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito;
45all'udirmi, subito mi obbedivano,
stranieri cercavano il mio favore,
46impallidivano uomini stranieri
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.
47Viva il Signore e benedetta la mia rupe,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
48Dio, tu mi accordi la rivincita
e sottometti i popoli al mio giogo,
49mi scampi dai nemici furenti,
dei miei avversari mi fai trionfare
e mi liberi dall'uomo violento.
50Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli
e canterò inni di gioia al tuo nome.
51Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre.
Geremia 51
1Così dice il Signore:
"Ecco susciterò contro Babilonia
e contro gli abitanti della Caldea
un vento distruttore;
2io invierò in Babilonia spulatori che la spuleranno
e devasteranno la sua regione,
poiché le piomberanno addosso da tutte le parti
nel giorno della tribolazione".
3Non deponga l'arciere l'arco
e non si spogli della corazza.
Non risparmiate i suoi giovani,
sterminate tutto il suo esercito.
4Cadano trafitti nel paese dei Caldei
e feriti nelle sue piazze,
5aMa Israele e Giuda non sono vedove
del loro Dio, il Signore degli eserciti.
5bperché la loro terra è piena di delitti
davanti al Santo di Israele.
6Fuggite da Babilonia,
ognuno ponga in salvo la sua vita;
non vogliate perire per la sua iniquità,
poiché questo è il tempo della vendetta del Signore;
egli la ripaga per quanto ha meritato.
7Babilonia era una coppa d'oro in mano del Signore,
con la quale egli inebriava tutta la terra;
del suo vino hanno bevuto i popoli,
perciò sono divenuti pazzi.
8All'improvviso Babilonia è caduta, è stata infranta;
alzate lamenti su di essa;
prendete balsamo per il suo dolore,
forse potrà essere guarita.
9"Abbiamo curato Babilonia, ma non è guarita.
Lasciatela e andiamo ciascuno al proprio paese;
poiché la sua punizione giunge fino al cielo
e si alza fino alle nubi.
10Il Signore ha fatto trionfare la nostra giusta causa, venite, raccontiamo in Sion l'opera del Signore nostro Dio".
11Aguzzate le frecce,
riempite le faretre!
Il Signore suscita lo spirito del re di Media,
perché il suo piano riguardo a Babilonia
è di distruggerla;
perché questa è la vendetta del Signore,
la vendetta per il suo tempio.
12Alzate un vessillo contro il muro di Babilonia,
rafforzate le guardie,
collocate sentinelle,
preparate gli agguati,
poiché il Signore si era proposto un piano
e ormai compie quanto aveva detto
contro gli abitanti di Babilonia.
13Tu che abiti lungo acque abbondanti,
ricca di tesori,
è giunta la tua fine,
il momento del taglio.
14Il Signore degli eserciti lo ha giurato per se stesso:
"Ti ho gremito di uomini come cavallette,
che intoneranno su di te il canto di vittoria".
15Egli ha formato la terra con la sua potenza,
ha fissato il mondo con la sua sapienza,
con la sua intelligenza ha disteso i cieli.
16Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel cielo.
Egli fa salire le nubi dall'estremità della terra,
produce lampi per la pioggia
e manda fuori il vento dalle sue riserve.
17Resta inebetito ogni uomo, senza comprendere;
resta confuso ogni orefice per i suoi idoli,
poiché è menzogna ciò che ha fuso
e non ha soffio vitale.
18Esse sono vanità, opere ridicole;
al tempo del loro castigo periranno.
19Non è tale l'eredità di Giacobbe,
perché egli ha formato ogni cosa.
Israele è la tribù della sua eredità,
Signore degli eserciti è il suo nome.
20"Un martello sei stata per me,
uno strumento di guerra;
con te martellavo i popoli,
con te annientavo i regni,
21con te martellavo cavallo e cavaliere,
con te martellavo carro e cocchiere,
22con te martellavo uomo e donna,
con te martellavo vecchio e ragazzo,
con te martellavo giovane e fanciulla,
23con te martellavo pastore e gregge,
con te martellavo l'aratore e il suo paio di buoi,
con te martellavo governatori e prefetti.
24Ma ora ripagherò Babilonia e tutti gli abitanti della Caldea di tutto il male che hanno fatto a Sion, sotto i vostri occhi. Oracolo del Signore.
25Eccomi a te, monte della distruzione,
che distruggi tutta la terra.
Io stenderò la mano contro di te,
ti rotolerò giù dalle rocce
e farò di te una montagna bruciata;
26da te non si prenderà più né pietra d'angolo,
né pietra da fondamenta,
perché diventerai un luogo desolato per sempre".
Oracolo del Signore.
27Alzate un vessillo nel paese,
suonate la tromba fra le nazioni;
preparate le nazioni alla guerra contro di essa,
convocatele contro i regni
di Araràt, di Minnì e di Aschenàz.
Nominate contro di essa un comandante,
fate avanzare i cavalli come cavallette spinose.
28Preparate alla guerra contro di essa le nazioni, il re della Media, i suoi governatori, tutti i suoi prefetti e tutta la terra in suo dominio.
29Trema la terra e freme,
perché si avverano contro Babilonia
i progetti del Signore
di ridurre il paese di Babilonia
in luogo desolato, senza abitanti.
30Hanno cessato di combattere i prodi di Babilonia,
si sono ritirati nelle fortezze;
il loro valore è venuto meno,
sono diventati come donne.
Sono stati incendiati i suoi edifici,
sono spezzate le sue sbarre.
31Corriere corre incontro a corriere,
messaggero incontro a messaggero
per annunziare al re di Babilonia
che la sua città è presa da ogni lato;
32i guadi sono occupati, le fortezze bruciano,
i guerrieri sono sconvolti dal terrore.
33Poiché dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele:
"La figlia di Babilonia è come un'aia
al tempo in cui viene spianata;
ancora un poco e verrà per essa
il tempo della mietitura".
34"Mi ha divorata, mi ha consumata
Nabucodònosor, re di Babilonia,
mi ha ridotta come un vaso vuoto,
mi ha inghiottita come fa il coccodrillo,
ha riempito il suo ventre,
dai miei luoghi deliziosi, mi ha scacciata.
35Il mio strazio e la mia sventura ricadano su Babilonia!"
dice la popolazione di Sion,
"il mio sangue sugli abitanti della Caldea!"
dice Gerusalemme.
36Perciò così parla il Signore:
"Ecco io difendo la tua causa,
compio la tua vendetta;
prosciugherò il suo mare,
disseccherò le sue sorgenti.
37Babilonia diventerà un cumulo di rovine,
un rifugio di sciacalli,
un oggetto di stupore e di scherno,
senza abitanti.
38Essi ruggiscono insieme come leoncelli,
rugghiano come cuccioli di una leonessa.
39Con veleno preparerò loro una bevanda,
li inebrierò perché si stordiscano
e si addormentino in un sonno perenne,
per non svegliarsi mai più.
Parola del Signore.
40Li farò scendere al macello come agnelli,
come montoni insieme con i capri".
41Sesac è stata presa e occupata,
l'orgoglio di tutta la terra.
Babilonia è diventata un oggetto di orrore
fra le nazioni!
42Il mare dilaga su Babilonia
essa è stata sommersa dalla massa delle onde.
43Sono diventate una desolazione le sue città,
un terreno riarso, una steppa.
Nessuno abita più in esse
non vi passa più nessun figlio d'uomo.
44"Io punirò Bel in Babilonia,
gli estrarrò dalla gola quanto ha inghiottito.
Non andranno più a lui le nazioni".
Perfino le mura di Babilonia sono crollate,
45esci da essa, popolo mio,
ognuno salvi la vita dall'ira ardente del Signore.
46Non si avvilisca il vostro cuore e non temete per la notizia diffusa nel paese; un anno giunge una notizia e l'anno dopo un'altra. La violenza è nel paese, un tiranno contro un tiranno.47Per questo ecco, verranno giorni nei quali punirò gli idoli di Babilonia. Allora tutto il suo paese sentirà vergogna e tutti i suoi cadaveri le giaceranno in mezzo.48Esulteranno su Babilonia cielo e terra e quanto contengono, perché da settentrione verranno i suoi devastatori. Parola del Signore.49Anche Babilonia deve cadere per gli uccisi di Israele, come per Babilonia caddero gli uccisi di tutta la terra.50Voi scampati dalla spada partite, non fermatevi; da questa regione lontana ricordatevi del Signore e vi torni in mente Gerusalemme.
51"Sentiamo vergogna nell'udire l'insulto; la confusione ha coperto i nostri volti, perché stranieri sono entrati nel santuario del tempio del Signore".
52"Perciò ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali punirò i suoi idoli e in tutta la sua regione gemeranno i feriti.53Anche se Babilonia si innalzasse fino al cielo, anche se rendesse inaccessibile la sua cittadella potente, da parte mia verranno i suoi devastatori". Oracolo del Signore.
54Udite! Un grido da Babilonia, una rovina immensa dal paese dei Caldei.55È il Signore che devasta Babilonia e fa tacere il suo grande rumore. Mugghiano le sue onde come acque possenti, risuona il frastuono della sua voce,56perché piomba su Babilonia il devastatore, sono catturati i suoi prodi, si sono infranti i loro archi. Dio è il Signore delle giuste ricompense, egli ricompensa con precisione.57"Io ubriacherò i suoi capi e i suoi saggi, i suoi governatori, i suoi magistrati e i suoi guerrieri; essi dormiranno un sonno eterno e non potranno più svegliarsi" dice il re, il cui nome è Signore degli eserciti.
58Così dice il Signore degli eserciti:
"Il largo muro di Babilonia sarà raso al suolo,
le sue alte porte saranno date alle fiamme.
Si affannano dunque invano i popoli,
le nazioni si affaticano per nulla".
59Ordine che il profeta Geremia diede a Seraià figlio di Neria, figlio di Maasia, quando egli andò con Sedecìa re di Giuda in Babilonia nell'anno quarto del suo regno. Seraià era capo degli alloggiamenti.
60Geremia scrisse su un rotolo tutte le sventure che dovevano piombare su Babilonia. Tutte queste cose sono state scritte contro Babilonia.61Geremia quindi disse a Seraià: "Quando giungerai a Babilonia, abbi cura di leggere in pubblico tutte queste parole62e dirai: Signore, tu hai dichiarato di distruggere questo luogo così che non ci sia più chi lo abiti, né uomo né animale, ma sia piuttosto una desolazione per sempre.63Ora, quando avrai finito di leggere questo rotolo, vi legherai una pietra e lo getterai in mezzo all'Eufrate64dicendo: Così affonderà Babilonia e non risorgerà più dalla sventura che io le farò piombare addosso".
Fin qui le parole di Geremia.
Apocalisse 2
1All'angelo della Chiesa di Èfeso scrivi:
Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro:2Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza, per cui non puoi sopportare i cattivi; li hai messi alla prova - quelli che si dicono apostoli e non lo sono - e li hai trovati bugiardi.3Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti.4Ho però da rimproverarti che hai abbandonato il tuo amore di prima.5Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti e compi le opere di prima. Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto.6Tuttavia hai questo di buono, che detesti le opere dei Nicolaìti, che anch'io detesto.
7Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò da mangiare dell'albero della vita, che sta nel paradiso di Dio.
8All'angelo della Chiesa di Smirne scrivi:
Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita:9Conosco la tua tribolazione, la tua povertà - tuttavia sei ricco - e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono alla sinagoga di satana.10Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita.
11Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte.
12All'angelo della Chiesa di Pèrgamo scrivi:
Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli:13So che abiti dove satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di satana.14Ma ho da rimproverarti alcune cose: hai presso di te seguaci della dottrina di Balaàm, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla fornicazione.15Così pure hai di quelli che seguono la dottrina dei Nicolaìti.16Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca.
17Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve.
18All'angelo della Chiesa di Tiàtira scrivi:
Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha 'gli occhi' fiammeggianti come 'fuoco e i piedi simili a bronzo splendente'.19Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costanza e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime.20Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Iezabèle, la donna che si spaccia per profetessa e insegna e seduce i miei servi inducendoli a darsi alla fornicazione e a mangiare carni immolate agli idoli.21Io le ho dato tempo per ravvedersi, ma essa non si vuol ravvedere dalla sua dissolutezza.22Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e coloro che commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non si ravvederanno dalle opere che ha loro insegnato.23Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno che io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a ciascuno di voi secondo le proprie opere.24A voi di Tiàtira invece che non seguite questa dottrina, che non avete conosciuto le profondità di satana - come le chiamano - non imporrò altri pesi;25ma quello che possedete tenetelo saldo fino al mio ritorno.26Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere,
darò autorità sopra 'le nazioni;'
27'le pascolerà con bastone di ferro
e le frantumerà come vasi di terracotta',
28con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino.29Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.
Capitolo XVI: Soltanto in Dio va cercata la vera consolazione
Leggilo nella Biblioteca1. Qualunque cosa io possa immaginare e desiderare per mia consolazione, non l'aspetto qui, ora, ma in futuro. Ché, pure se io potessi avere e godere da solo tutte le gioie e le delizie del mondo, certamente ciò non potrebbe durare a lungo. Sicché, anima mia, non potrai essere pienamente consolata e perfettamente confortata se non in Dio, che allieta i poveri e accoglie gli umili. Aspetta un poco, anima mia, aspetta ciò che Dio ha promesso e avrai in cielo la pienezza di ogni bene. Se tu brami disordinatamente i beni temporali, perderai quelli eterni del cielo: dei beni di quaggiù devi avere soltanto l'uso temporaneo, col desiderio fisso a quelli eterni. Anima mia, nessun bene di quaggiù, ti potrà appagare perché non sei stata creata per avere soddisfazione in queste cose. Anche se tu avessi tutti i beni del mondo, non potresti essere felice e beata, perché è in Dio, creatore di tutte le cose, che consiste la tua completa beatitudine e la tua felicità. Non è una felicità quale appare nella esaltazione di coloro che amano stoltamente questo mondo, ma una felicità quale si aspettano i buoni seguaci di Cristo; quale, talora, è pregustata, fin da questo momento, da coloro che vivono dello spirito e dai puri di cuore, "il cui pensiero è già nei cieli" (Fil 3,20).
2. Vano e di breve durata è il conforto che viene dagli uomini; santo e puro è quello che la verità fa sentire dal di dentro. L'uomo pio si porta con sé, dappertutto, il suo consolatore, Gesù, e gli dice: o Signore Gesù, stammi vicino in ogni luogo e in ogni tempo. La mia consolazione sia questa, di rinunciare lietamente ad ogni conforto umano. Che se mi verrà meno la tua consolazione, sia per me di supremo conforto, appunto, questo tuo volere, questa giusta prova; poiché "non durerà per sempre la tua collera e le tue minacce non saranno eterne" (Sal 102,9).
DISCORSO 28/A DAL DISCORSO SUL SALMO 115 [FRAMMENTO]
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaDio solo [è] verace, ogni uomo [è] viceversa mentitore, come sta scritto 1. Se quindi Dio è verace e l'unico verace, mentre ogni uomo è mentitore, come potrà l'uomo essere verace se non interviene in suo soccorso colui che non è mentitore? Ma c'è di più. Agli uomini è detto: Un tempo eravate tenebre 2. Ecco come ogni uomo è mentitore. A Dio viceversa si dice: Presso di te è la fonte della vita; nella tua luce vedremo la luce 3. Sicché solo Dio è verace, in quanto Dio è luce e in lui non ci sono tenebre di sorta 4. Gli uomini sono tenebre, Dio è luce; l'uomo è mentitore, Dio verace. In che modo potrà l'uomo diventare verace? Avvicinatevi a lui e sarete illuminati 5. La Scrittura vuol dimostrarci proprio questo: che ogni uomo, assolutamente ogni uomo, per quanto concerne l'uomo in se stesso, è mentitore. Effettivamente, non è mentitore se non per quel che ha di suo, né di suo ha alcunché se non l'essere mentitore: non perché non possa essere verace ma, se sarà verace, non se lo sarà dato da sé. Di conseguenza, per essere verace [deve dire]: Ho creduto e per questo ho parlato 6. Togli di sulla bocca dell'uomo quell'Ho creduto, e [resterà che] ogni uomo è mentitore 7. Allontanandosi dalla verità di Dio, resterà nella sua menzogna, poiché chi dice la menzogna parla attingendo dal suo 8. Di' dunque: Cosa renderò al Signore per tutto ciò che mi ha dato? 9. Difatti, nel mio spavento ho detto - e ho detto la verità -: Ogni uomo è mentitore 10. Dio però non mi ha ripagato rendendomi la pena in vece della menzogna ma il bene in vece del male. Giustificando l'empio ha reso verace colui che era mentitore.
1 - Rm 3, 4.
2 - Ef 5, 8.
3 - Sal 35, 10.
4 - 1 Gv 1, 5.
5 - Sal 33, 6.
6 - Sal 115, 10.
7 - Sal 115, 11.
8 - Gv 8, 44.
9 - Sal 115, 12.
10 - Sal 115, 11
9 - Si narrano l'intervento di Maria nella formazione dei Vangeli.
La mistica Città di Dio - Libro ottavo - Suor Maria d'Agreda
Leggilo nella Biblioteca557. Ho già spiegato, per quanto ho potuto, quale fosse lo stato della nostra Regina dopo il primo concilio e dopo le vittorie da lei conseguite su Lucifero e i suoi. Benché tutte le meraviglie che compì in questo ed in altri periodi non siano sintetizzabili in una storia, mi è stata concessa una particolare illuminazione per illustrare come fu intrapresa la stesura dei Vangeli e come ella vi contribuì e si prese cura in modo miracoloso degli apostoli assenti. Nella seconda parte e altrove ho riferito che ebbe notizia di tutti gli arcani concernenti la legge di grazia ed i testi che le avrebbero conferito fondamento e stabilità. Questa cognizione le fu confermata più volte, specialmente quando salì al cielo all'ascensione del suo Figlio santissimo, e da allora ogni giorno, senza tralasciarne alcuno, prostrata pregava intensamente il Signore perché rischiarasse coloro che li avrebbero redatti e disponesse che lo facessero al momento opportuno.
558. In seguito, mentre era nell'empireo prima che le fossero affidati i credenti, fu informata che era ormai tempo di dare avvio all'opera, affinché provvedesse come maestra della Chiesa. Per la sua profonda umiltà e prudenza ottenne che ciò avvenisse tramite il capo della comunità e che questi fosse assistito in una responsabilità di tanto grande importanza. Dunque, allorché il sacro collegio, come riferisce il quindicesimo capitolo degli Atti, si riunì per risolvere i dubbi relativi alla circoncisione, egli affermò che occorreva fissare le verità circa la vita del nostro Redentore, così che tutti le esponessero senza differenze o discordanze e, bandendo l'antico patto, annunciassero il nuovo.
559. Aveva già consultato al riguardo la Madre della sapienza e tutti, accolta la proposta, invocarono lo Spirito perché indicasse chi scegliere. Immediatamente un raggio splendente investì Pietro e si udì una voce che proclamava: «Il pontefice nomini quattro persone che annotino le azioni e gli insegnamenti del Salvatore del mondo». Il vicario di Cristo, imitato dagli altri, si gettò al suolo per rendere grazie, e quindi rialzatosi disse: «Matteo, nostro carissimo fratello, scriva subito il suo Vangelo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Marco sia il secondo a scrivere il suo Vangelo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Luca sia il terzo a scrivere il suo Vangelo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il nostro carissimo fratello Giovanni sia il quarto ed ultimo a scrivere il suo Vangelo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». L'Altissimo approvò la sua decisione con lo stesso fulgore, che rimase finché non fu comunicata e accettata concordemente.
560. Dopo pochi giorni Matteo determinò di principiare, e una notte stava in orazione in una stanza appartata della casa del cenacolo a chiedere luce quando gli comparve la Signora seduta su un trono maestoso, senza che le porte si fossero aperte. Si chinò con la faccia a terra in segno di riverenza e di rispetto e, levatosi su ad un cenno di lei, la supplicò di benedirlo. Gli furono rivolte queste parole: «Mio diletto, l'Onnipotente mi manda a voi con la sua benedizione, affinché con essa vi applichiate all'incarico che per vostra buona sorte vi è toccato. Il suo Spirito vi aiuterà ed io ve lo impetrerò con tutto l'affetto dell'anima mia. Quanto a me, però, conviene che palesiate solo ciò che è necessario per manifestare l'incarnazione e gli altri misteri di lui e per piantare la fede; questa si consoliderà e quindi verranno secoli nei quali saranno rivelati gli straordinari favori a me elargiti». Promise di obbedire e, mentre si faceva consigliare sull'ordine da dare al racconto, venne visibilmente il Paràclito; in presenza di lei, si mise allora a comporlo come lo leggiamo e continuò anche dopo che fu sparita, terminandolo poi in Giudea. Lo stilò in ebraico, nel quarantaduesimo anno dalla nascita di Gesù.
561. Marco iniziò quattro anni dopo, egli pure in Palestina ed esprimendosi in ebraico. In tale occasione pregò il suo custode di avvertire Maria beatissima della sua intenzione, domandando il suo aiuto e la sua intercessione. Ella lo esaudì e l'Eterno stabilì che fosse portata con la consueta gloria presso di lui, che perseverava nella sua implorazione e che scorgendola su un seggio di mirabile bellezza si prostrò e dichiarò: «O voi che avete generato il mio Maestro, io non sono degno di questo beneficio, benché sia schiavo suo e vostro». Gli fu risposto: «Colui che voi servite ed amate mi invia per assicurarvi che ascolta il vostro grido e che il suo Spirito vi sosterrà nel compito che vi è stato affidato». Ebbe il comando di non trattare di quanto la concerneva e in quell'istante lo Spirito scese sotto la forma di un magnifico chiarore circondandolo e illuminandolo interiormente, così che intraprese il lavoro davanti alla nostra Principessa, che aveva sessantuno anni. San Girolamo asserisce che egli redasse il testo a Roma, sollecitato dai credenti del luogo, ma avviso che questo era una traduzione che fece nella loro lingua, cioè in latino.
562. Due anni dopo Luca stese la sua opera in greco, visitato come gli altri dalla Vergine. Considerò con lei che, per parlare dell'incarnazione e della vita del suo Unigenito, occorreva illustrare come era avvenuto il concepimento del Verbo e altre verità relative alla sua maternità, e per quello si soffermò maggiormente su ciò, pur non tralasciando di tacere i segreti e le meraviglie che le appartenevano per la sua eccelsa dignità. Subito ricevette lo Spirito e cominciò la narrazione. Restò sempre molto devoto alla Regina e mai si cancellarono nella sua mente le specie o immagini impresse da tale apparizione, che ebbe in Acaia.
563. Giovanni li imitò nel cinquantottesimo anno del Signore, usando il greco poiché era in Asia Minore, dopo il transito e l'assunzione della sovrana dell'universo. Volle contrastare gli errori e le eresie che il demonio non aveva tardato a seminare e che tendevano principalmente ad annientare la fede nell'incarnazione del Verbo, mistero che l'aveva umiliato e vinto; per questo superò quanti l'avevano preceduto proponendo eccellenti argomenti per provare la reale ed autentica divinità di sua Maestà.
564. La Madre , sebbene fosse già tra i comprensori in cielo, si recò di persona da lui con ineffabile splendore e accompagnata da migliaia di angeli di tutte le gerarchie e di tutti i cori. Gli disse: «Mio carissimo e ministro dell'Altissimo, è giunto il momento opportuno perché scriviate la storia del Redentore e sia a tutti più chiara la sua natura, affinché lo confessino come Figlio del Padre, vero Dio e vero uomo. Non è ancora conveniente, però, che sveliate al mondo, tanto assuefatto all'idolatria, gli arcani che mi riguardano, perché chi deve aderire a lui non sia molestato da Lucifero. Sarete assistito dal Paràclito e bramo che iniziate il racconto dinanzi a me». Egli la venerò, fu riempito di Spirito Santo come gli altri e soddisfece il suo desiderio; le chiese quindi la sua benedizione e la sua protezione, che prima di tornare all'empireo ella gli garantì per tutta la sua esistenza terrena. Così ebbero origine i Vangeli, grazie all'intervento di lei, e i cristiani si professino suoi debitori. Questa precisazione era necessaria per procedere nell'esposizione.
565. Nel nuovo modo di essere in cui si trovava, la Si gnora, come era più elevata nella conoscenza e nella visione astrattiva, aveva anche più premura per la comunità, che si allargava di giorno in giorno. La sua attenzione era rivolta innanzitutto verso gli apostoli, che erano come parte del suo cuore, dove li teneva incisi. Si allontanarono tutti dalla città, tranne Giovanni e Giacomo il Minore, e dunque ebbe straordinaria compassione per le tribolazioni che sopportavano a causa della parola che proclamavano. Seguiva le loro peregrinazioni con questo sentimento, ma pure con somma riverenza per la loro condizione di sacerdoti, fondatori della Chiesa, annunciatori del messaggio di salvezza, prescelti per ciò dalla sapienza superna. Se fosse stata in uno stato inferiore non sarebbe stata in grado di vigilare su tante cose, accogliendo in sé con quella facilità simili preoccupazioni e godendo contemporaneamente di tranquillità, quiete e pace.
566. Incaricò un'altra volta i suoi custodi di avere cura di tutti coloro che stavano predicando e di accorrere prontamente a soccorrerli nelle sofferenze: potevano farlo senza che alcun ostacolo impedisse loro di continuare a contemplare il volto dell'Onnipotente ed era importantissimo che cooperassero alla diffusione della lieta novella. Ebbero da Maria l'ordine di informarla di tutto, comunicandole specialmente se essi mancassero di vestiti, perché indossassero, come quando li aveva congedati, un abito somigliante per modello e colore a quello di Gesù e persino con l'aspetto esteriore ne trasmettessero la dottrina; a tal fine l'aiutavano a filare e tessere delle tuniche, che poi consegnavano ai destinatari. Quanto al cibo e al sostentamento, lasciò che ognuno se li procurasse con il mendicare, con il lavoro delle proprie mani e con le elemosine che erano offerte.
567. Tramite le creature celesti, la Vergine favorì ripetutamente quei suoi figli negli spostamenti e nelle angustie che erano inflitte loro dai gentili, dai giudei e dai diavoli che aizzavano gli uni e gli altri. Parlavano con loro e li confortavano, in forma visibile o interiormente, li liberavano dalle carceri, li avvisavano dei pericoli e dei complotti, li guidavano per le strade che dovevano percorrere scortandoli nei luoghi nei quali era bene che andassero, li istruivano su come comportarsi secondo le diverse circostanze e nazioni. Davano quindi ragguaglio di tutto alla loro Regina, che sola si prodigava e affaticava per tutti e più di tutti. Non è possibile riferire nel dettaglio la sua diligenza e la sua sollecitudine, poiché non passava giorno né notte senza compiere molte meraviglie ed inoltre scriveva agli Undici consigli e insegnamenti con cui li incoraggiava, esortava e colmava di consolazione e forza d'animo.
568. È motivo di stupore ancora maggiore il fatto che talora si manifestasse personalmente ad essi allorché la invocavano o erano in particolari afflizioni e travagli. Al proposito mi limiterò a narrare quanto concerne Pietro, che in ragione della sua responsabilità era più bisognoso dei suoi suggerimenti e del suo ausilio, e per questo con più frequenza riceveva i suoi angeli e mandava quelli che gli spettavano per la sua autorità. Immediatamente dopo il concilio di Gerusalemme si recò in Asia Minore e si fermò ad Antiochia, ove pose per la prima volta la santa sede incontrando rilevanti difficoltà. Ella, che non ne era all'oscuro, per assisterlo in modo adeguato in una questione di tale rilievo fu sollevata sin lì su un trono glorioso dai suoi ministri. Egli era in orazione e, appena la vide tanto rifulgente, si stese al suolo con il consueto fervore e tra le lacrime la interrogò: «A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me che sono un peccatore?». La Maestra degli umili scese dal suo seggio e, attenuatosi lo splendore, si inginocchiò domandandogli la benedizione; soltanto con lui agì così durante un'apparizione, benché lo facesse anche con i suoi compagni se conversava con loro in maniera naturale.
569. Volle, infatti, venerare il pontefice della comunità ecclesiale, in cui viveva come pellegrina quaggiù. Dialogarono subito familiarmente affrontando gli ardui problemi da risolvere, uno dei quali riguardava la necessità di cominciare a stabilire delle feste di sua Maestà, e poi tornò indietro. Quando per comando divino la sede apostolica fu trasferita a Roma, gli si presentò nuovamente e decisero di celebrare il Natale nonché la passione del Salvatore e l'istituzione dell'eucaristia, riunite insieme nel giovedì santo. La solennità del Corpus Domini, nel primo giovedì che segue l'ottava di Pentecoste, ebbe origine parecchi anni dopo, ma l'altra è da ricondursi direttamente a Pietro e all'intervento della nostra Principessa, come la Pasqua , le domeniche, l'Ascensione, la Pentecoste ed altre festività. Successivamente il capo dei fedeli stette per qualche tempo in Spagna, dove visitò alcune chiese fondate da Giacomo e ne eresse delle altre.
570. In precedenza, in un periodo più prossimo al transito della nostra sovrana, mentre era a Roma era scoppiata nella città una sommossa contro i credenti, procurando loro grande affanno. Si era ricordato allora dei benefici che in molte occasioni ella gli aveva concesso, sentendo la mancanza delle sue parole e del suo sostegno, e aveva supplicato i suoi angeli custodi e quelli che lo aiutavano nella sua responsabilità di informarla del suo stato, affinché lo soccorresse con la sua efficace intercessione presso il suo Unigenito; ma questi, che ne conosceva l'ardore e l'umiltà, per esaudire il suo desiderio aveva ordinato ad essi di portarlo al cenacolo da lei. Avevano obbedito all'istante e l'Apostolo, ancor più infiammato per il singolare favore, si era gettato pieno di giubilo ai piedi di Maria e aveva pianto di gioia. Ella gli aveva chiesto di rialzarsi e, prostratasi, aveva detto: «Signore mio, benedite la vostra ancella come vicario di Gesù». Aveva acconsentito e poi avevano reso grazie all'Onnipotente. Pur essendole ben nota la tribolazione in cui era, la Vergine aveva lasciato che le fosse raccontato che cosa era accaduto.
571. Gli aveva comunicato quindi tutto ciò che in quel frangente conveniva che apprendesse per sedare il tumulto, con una sapienza tale che egli, sebbene ne avesse già un altissimo concetto, avendo modo di sperimentare la sua prudenza con più chiara luce era restato fuori di sé per lo stupore e per la felicità. Dopo averlo istruito con vari avvertimenti, lo aveva pregato di benedirla e lo aveva congedato, rimanendo a terra a forma di croce, come era sua abitudine, ad implorare che avesse termine quella persecuzione. Così era avvenuto, per cui Pietro aveva trovato la situazione migliorata e presto i consoli avevano permesso di professare liberamente il Vangelo. Dalle meraviglie che ho riferito si intuirà qualcosa delle altre che la Regina compiva nel governo degli Undici e della Chiesa, che, se si dovessero esporre tutte, occuperebbero numerosi volumi. Me ne dispenso, preferendo narrare i mirabili doni che le furono elargiti negli ultimi anni, anche se di quanto ho compreso non riuscirò a fornire che qualche indizio, dal quale alla pietà dei devoti sia possibile trarre motivi per lodare l'Autore di tanto sublimi prodigi.
Insegnamento della Regina del cielo
572. Mia carissima, in altre circostanze ti ho manifestato una delle rimostranze che ho contro i cristiani, e specialmente contro le donne, nelle quali la colpa è maggiore e a me più ripugnante poiché si oppone a ciò che io feci nella mia esistenza mortale; voglio ribadire il mio disappunto, affinché tu mi imiti e ti tenga lontana dal comportamento delle stolte figlie di Belial. I sacri ministri sono trattati senza riguardo e questa negligenza cresce ogni giorno di più. A chi può sembrare ragionevole che gli unti di Dio, eletti per santificare il mondo, per rappresentare il Redentore e per consacrare il suo corpo e il suo sangue, servano alcune donne ignobili e viziose? Che stiano in piedi e con il capo scoperto, e omaggino una donna altera e spregevole solo perché è facoltosa mentre essi sono privi di mezzi? Ha forse un sacerdote povero minor valore di uno agiato? Conferiscono forse i possessi onore, autorità ed eccellenza uguale o superiore a quella che dà sua Maestà? Gli angeli non ossequiano quanti sono nell'abbondanza per il loro denaro, ma ossequiano i presbiteri per la loro eccelsa dignità. Come succede, dunque, che questi sono disprezzati dai medesimi fedeli, che li riconoscono consacrati dal Salvatore?
573. È indubbio che sono assai riprensibili per il loro assoggettarsi ad altri, svilendo la propria condizione; ma, se essi hanno qualche giustificazione nella loro miseria, non l'hanno di certo nella loro superbia i ricchi, che li obbligano ad essere servi quando in verità sono signori. Una simile nefandezza è ripugnante per i beati ed è molto sgradita a me. Io, che ero Madre del Creatore, mi inginocchiavo al loro cospetto e sovente baciavo la polvere che calpestavano, e lo giudicavo un grande favore. La cecità del mondo ha oscurato la loro dignità confondendo ciò che è prezioso e ciò che è vile, e facendo sì che nelle leggi e nei disordini siano reputati come gli altri del popolo. Gli uomini si lasciano servire da questi e da quelli senza differenza, così che chi offre sull'altare il tremendo sacrificio dell'eucaristia ne scende immediatamente per aiutare ed accompagnare persino le donne, che per natura sono tanto inferiori a loro e talvolta ancor più indegne per i peccati commessi.
574. Desidero che procuri, nella misura che ti sarà possibile, di compensare questa mancanza e questo abuso. A tal fine, dal mio trono di gloria, fisso con venerazione i sacerdoti che sono sulla terra; guardali sempre con la massima stima, come ti è normale allorché hanno il Santissimo Sacramento fra le mani o nel petto. Pure verso i loro ornamenti e le loro vesti sei tenuta alla riverenza con la quale io stessa lavorai le tuniche per gli apostoli. Per quanto concerne le divine Scritture, poi, anche quello che contengono e il modo in cui l'Altissimo dispose che fossero redatte ti rivelano la considerazione che devi averne. Gli evangelisti e gli altri furono assistiti dallo Spirito, affinché la Chiesa fosse colma di dottrina, scienza e luce sui misteri di Gesù e sulle sue opere. Presta somma obbedienza al pontefice e, all'udir pronunciare il suo nome, inchinati in segno di rispetto, come fai per il mio e per quello del mio Unigenito, perché egli è il suo vicario; così facevo con Pietro quando ero viatrice. Sii attenta in tutto, imitami perfettamente e ricalca le mie orme, per trovare grazia agli occhi del supremo sovrano, che si ritiene profondamente vincolato da questi atti, nessuno dei quali è per lui piccolo se eseguito per suo amore.
17-29 Gennaio 27, 1925 Le cose da Dio create non escono da Lui, facendosi la Divina Volontà alimentatrice e conservatrice di esse. Così succede per l’anima che opera nella Divina Volontà.
Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)
(1) Mentre stavo fondendomi nel Santo Voler Divino pensavo tra me: “Prima, quando mi fondevo nel Santo Supremo Volere, Gesù era con me, ed insieme con Lui io entravo in Esso, sicché l’entrare era una realtà, ma adesso io non lo veggo, sicché non so se entro nell’eterno Volere o no, mi sento piuttosto come una lezioncina imparata a memoria, oppure un modo di dire”. Ora, mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno, e prendendomi una mano nella sua mi spingeva in alto e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, tu devi sapere che mi veda o non mi veda, ogniqualvolta tu ti fonda nella mia Volontà, Io, da dentro il tuo interno ti prendo una mano per spingerti in alto, e dal Cielo ti do l’altra mia mano per prenderti l’altra e tirarti su, in mezzo a Noi, nell’interminabile nostra Volontà, sicché stai in mezzo alle mie mani, fra le mie braccia. Tu devi sapere che tutti gli atti fatti nella nostra Volontà entrano nell’atto primo, quando creammo tutte le creazione, e gli atti della creatura baciandosi coi nostri, perché una è la Volontà che dà vita a questi atti si diffondono in tutte le cose create, come vi sta diffusa la nostra Volontà dappertutto, e si costituiscono ricambio d’amore, d’adorazione e di gloria continua per tutto ciò che abbiamo messo fuori nella Creazione. Solo tutto ciò che si fa nella nostra Volontà, incomincia quasi insieme con Noi a darci ricambio d’amore perenne, adorazione in modo divino, gloria che mai finisce, e siccome per tutte le cose da Noi create è tanto l’amore che nutriamo, che non permettemmo che uscissero dalla nostra Volontà, come le creammo così tutte restarono con Noi, e la nostra Volontà si fece conservatrice e alimentatrice di tutta la Creazione, e perciò tutte le cose si conservano sempre nuove, fresche e belle, né crescono né decrescono, perché da Noi furono create tutte perfette, perciò non soggette ad alterazioni di sorta, tutte conservano il loro principio perché si fanno alimentare e conservare dalla nostra Volontà, e restano intorno a Noi a decantare la gloria nostra.
(3) Ora, l’operato della creatura nella nostra Volontà entra nelle opere nostre, e la nostra Volontà si fa alimentatrice, conservatrice ed atto dello stesso atto della creatura, e questi atti fatti nella nostra Volontà dalla creatura si mettono intorno a Noi, e trasfusi in tutte le cose create decantano la nostra perpetua gloria. Com’è diverso il nostro operato da quello della creatura e l’amore con cui operiamo! Noi operiamo ed è tanto l’amore all opera che facciamo, che non permettiamo che esca da Noi, affinché nulla perda della bellezza con cui fu fatta; invece, la creatura se opera non la sa tenere con sé, anzi, molte volte non sa che cosa si è fatto dell’opera sua, se si è imbrattata, se ne hanno fatto uno straccio, segno del poco amore per le sue stesse opere. E siccome la creatura è uscito fuori dal suo principio, cioè dalla prima Volontà Divina da dove uscì, ha perduto il vero amore verso Dio, verso di sé stessa e verso le sue opere. Io volli che stesse nella mia Volontà di sua volontà, non forzato, perché lo amai più di tutte le altre cose create, e volevo che fosse come re in mezzo alle opere mie. Ma l’uomo ingrato volle uscire dal suo principio, perciò si trasformò e perdette la sua freschezza, bellezza, e fu soggetto ad alterazioni e cambiamenti continui. E per quanto Io lo chiamo che ritorni nel suo principio, fa il sordo e finge di non ascoltarmi; ma è tanto il mio amore che lo aspetto e continuo a chiamarlo”.