Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 5 giugno 2025 - San Bonifacio (Letture di oggi)

È un inganno credere che la virtù sia troppo difficile e la via del cielo impraticabile! non c'è nulla di più soave e dolce che la legge di Dio. (San Francesco di Sales)

Liturgia delle Ore - Letture

Sabato della 0° settimana del tempo di Quaresima (Sabato dopo le Ceneri)

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 23

1Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:2"Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.3Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.4Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattéri e allungano le frange;6amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe7e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente.8Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.9E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.10E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.11Il più grande tra voi sia vostro servo;12chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.

13Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci14.
15Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
16Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati.17Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro?18E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati.19Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta?20Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra;21e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita.22E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
23Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle.24Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
25Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza.26Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
27Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.28Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
29Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti,30e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti;31e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti.32Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!

33Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?34Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città;35perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare.36In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.

37Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!38Ecco: 'la vostra casa vi sarà lasciata deserta!'39Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: 'Benedetto colui che viene nel nome del Signore!'".


Esodo 31

1Il Signore parlò a Mosè e gli disse:2"Vedi, ho chiamato per nome Bezaleel, figlio di Uri, figlio di Cur, della tribù di Giuda.3L'ho riempito dello spirito di Dio, perché abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro,4per concepire progetti e realizzarli in oro, argento e rame,5per intagliare le pietre da incastonare, per scolpire il legno e compiere ogni sorta di lavoro.6Ed ecco gli ho dato per compagno Ooliab, figlio di Achisamach, della tribù di Dan. Inoltre nel cuore di ogni artista ho infuso saggezza, perché possano eseguire quanto ti ho comandato:7la tenda del convegno, l'arca della Testimonianza, il coperchio sopra di essa e tutti gli accessori della tenda;8la tavola con i suoi accessori, il candelabro puro con i suoi accessori, l'altare dei profumi9e l'altare degli olocausti con tutti i suoi accessori, la conca con il suo piedestallo,10le vesti ornamentali, le vesti sacre del sacerdote Aronne e le vesti dei suoi figli per esercitare il sacerdozio;11l'olio dell'unzione e il profumo degli aromi per il santuario. Essi eseguiranno ogni cosa secondo quanto ti ho ordinato".
12Il Signore disse a Mosè:13"Quanto a te, parla agli Israeliti e riferisci loro: In tutto dovrete osservare i miei sabati, perché il sabato è un segno tra me e voi, per le vostre generazioni, perché si sappia che io sono il Signore che vi santifica.14Osserverete dunque il sabato, perché lo dovete ritenere santo. Chi lo profanerà sarà messo a morte; chiunque in quel giorno farà qualche lavoro, sarà eliminato dal suo popolo.15Durante sei giorni si lavori, ma il settimo giorno vi sarà riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque farà un lavoro di sabato sarà messo a morte.16Gli Israeliti osserveranno il sabato, festeggiando il sabato nelle loro generazioni come un'alleanza perenne.17Esso è un segno perenne fra me e gli Israeliti, perché il Signore in sei giorni ha fatto il cielo e la terra, ma nel settimo ha cessato e si è riposato".
18Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della Testimonianza, tavole di pietra, scritte dal dito di Dio.


Salmi 58

1'Al maestro del coro. Su "Non distruggere".'
'Di Davide. Miktam.'

2Rendete veramente giustizia o potenti,
giudicate con rettitudine gli uomini?
3Voi tramate iniquità con il cuore,
sulla terra le vostre mani preparano violenze.

4Sono traviati gli empi fin dal seno materno,
si pervertono fin dal grembo gli operatori di menzogna.
5Sono velenosi come il serpente,
come vipera sorda che si tura le orecchie
6per non udire la voce dell'incantatore,
del mago che incanta abilmente.

7Spezzagli, o Dio, i denti nella bocca,
rompi, o Signore, le mascelle dei leoni.
8Si dissolvano come acqua che si disperde,
come erba calpestata inaridiscano.

9Passino come lumaca che si discioglie,
come aborto di donna che non vede il sole.
10Prima che le vostre caldaie sentano i pruni,
vivi li travolga il turbine.
11Il giusto godrà nel vedere la vendetta,
laverà i piedi nel sangue degli empi.
12Gli uomini diranno: "C'è un premio per il giusto,
c'è Dio che fa giustizia sulla terra!".


Salmi 22

1'Al maestro del coro. Sull'aria: "Cerva dell'aurora". Salmo. Di Davide.'

2"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza":
sono le parole del mio lamento.
3Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.

4Eppure tu abiti la santa dimora,
tu, lode di Israele.
5In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
6a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.

7Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
8Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
9"Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico".

10Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
11Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
12Da me non stare lontano,
poiché l'angoscia è vicina
e nessuno mi aiuta.

13Mi circondano tori numerosi,
mi assediano tori di Basan.
14Spalancano contro di me la loro bocca
come leone che sbrana e ruggisce.
15Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
16È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.

17Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
18posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
19si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.

20Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.
21Scampami dalla spada,
dalle unghie del cane la mia vita.
22Salvami dalla bocca del leone
e dalle corna dei bufali.
23Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.

24Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele;
25perché egli non ha disprezzato
né sdegnato l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.

26Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
27I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
"Viva il loro cuore per sempre".
28Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
29Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
30A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.

E io vivrò per lui,
31lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
32annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
"Ecco l'opera del Signore!".


Ezechiele 22

1Mi fu rivolta questa parola del Signore:2"Tu, figlio dell'uomo, forse non giudicherai, non giudicherai tu la città sanguinaria? Mostrale tutti i suoi abomini.3Tu riferirai: Dice il Signore Dio: O città che sparge il sangue in mezzo a se stessa, perché giunga il suo tempo, e fabbrica a suo danno idoli con cui contaminarsi!4Per il sangue che hai sparso, ti sei resa colpevole e ti sei contaminata con gli idoli che hai fabbricato: hai affrettato il tuo giorno, sei giunta al termine dei tuoi anni. Ti renderò perciò l'obbrobrio dei popoli e lo scherno di tutta la terra.5I vicini e i lontani si faran beffe di te o città infamata e piena di disordini.6Ecco in te i prìncipi d'Israele, ognuno secondo il suo potere, intenti a spargere sangue.7In te si disprezza il padre e la madre, in te si maltratta il forestiero, in te si opprime l'orfano e la vedova.8Hai disprezzato i miei santuari, hai profanato i miei sabati.9Vi sono in te calunniatori che versano il sangue. C'è in te chi banchetta sui monti e chi commette scelleratezze.10In te si hanno rapporti col proprio padre, in te si giace con la donna in stato di mestruazione.11Uno reca oltraggio alla donna del prossimo, l'altro contamina con incesto la nuora, altri viola la sorella, figlia del padre.12In te si ricevono doni per spargere il sangue, tu presti a interesse e a usura, spogli con la violenza il tuo prossimo e di me ti dimentichi. Oracolo del Signore Dio.
13Ecco, io batto le mani per le frodi che hai commesse e per il sangue che è versato in mezzo a te.14Reggerà il tuo cuore e saranno forti le mani per i giorni che io ti preparo? Io, il Signore, l'ho detto e lo farò;15ti disperderò fra le nazioni e ti disseminerò in paesi stranieri; ti purificherò della tua immondezza,16poi ti riprenderò in eredità davanti alle nazioni e tu saprai che io sono il Signore".
17Mi fu rivolta questa parola del Signore:18"Figlio dell'uomo, gli Israeliti si son cambiati in scoria per me; sono tutti rame, stagno, ferro e piombo dentro un crogiuolo: sono scoria di argento.19Perciò così dice il Signore: Poiché vi siete tutti cambiati in scoria, io vi radunerò dentro Gerusalemme.20Come si mette insieme argento, rame, ferro, piombo, stagno dentro un crogiuolo e si soffia nel fuoco per fonderli, così io, con ira e con sdegno, vi metterò tutti insieme e vi farò fondere;21vi radunerò, contro di voi soffierò nel fuoco del mio sdegno e vi fonderò in mezzo alla città.22Come si fonde l'argento nel crogiuolo, così sarete fusi in mezzo ad essa: saprete che io, il Signore, ho riversato il mio sdegno contro di voi".
23Mi fu rivolta questa parola del Signore:24"Figlio dell'uomo, di' a Gerusalemme: Tu sei una terra non purificata, non lavata da pioggia in un giorno di tempesta.25Dentro di essa i suoi prìncipi, come un leone ruggente che sbrana la preda, divorano la gente, s'impadroniscono di tesori e ricchezze, moltiplicano le vedove in mezzo ad essa.26I suoi sacerdoti violano la mia legge, profanano le cose sante. Non fanno distinzione fra il sacro e il profano, non insegnano a distinguere fra puro e impuro, non osservano i miei sabati e io sono disonorato in mezzo a loro.27I suoi capi in mezzo ad essa sono come lupi che dilaniano la preda, versano il sangue, fanno perire la gente per turpi guadagni.28I suoi profeti hanno come intonacato tutti questi delitti con false visioni e oracoli fallaci e vanno dicendo: Così parla il Signore Dio, mentre invece il Signore non ha parlato.29Gli abitanti della campagna commettono violenze e si danno alla rapina, calpestano il povero e il bisognoso, maltrattano il forestiero, contro ogni diritto.30Io ho cercato fra loro un uomo che costruisse un muro e si ergesse sulla breccia di fronte a me, per difendere il paese perché io non lo devastassi, ma non l'ho trovato.31Io rovescerò su di essi il mio sdegno: li consumerò con il fuoco della mia collera: la loro condotta farò ricadere sulle loro teste". Oracolo del Signore Dio.


Atti degli Apostoli 3

1Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio.2Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta "Bella" a chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio.3Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l'elemosina.4Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: "Guarda verso di noi".5Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa.6Ma Pietro gli disse: "Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!".7E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono8e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio.9Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio10e riconoscevano che era quello che sedeva a chiedere l'elemosina alla porta Bella del tempio ed erano meravigliati e stupiti per quello che gli era accaduto.

11Mentr'egli si teneva accanto a Pietro e Giovanni, tutto il popolo fuor di sé per lo stupore accorse verso di loro al portico detto di Salomone.12Vedendo ciò, Pietro disse al popolo: "Uomini d'Israele, perché vi meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietà avessimo fatto camminare quest'uomo?13'Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo' Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo;14voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino15e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l'ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni.16Proprio per la fede riposta in lui il nome di Gesù ha dato vigore a quest'uomo che voi vedete e conoscete; la fede in lui ha dato a quest'uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi.
17Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, così come i vostri capi;18Dio però ha adempiuto così ciò che aveva annunziato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo sarebbe morto.19Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati20e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè Gesù.21Egli dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall'antichità, per bocca dei suoi santi profeti.22Mosè infatti disse: 'Il Signore vostro Dio vi farà sorgere un profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà'.23'E chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo'.24Tutti i profeti, a cominciare da Samuele e da quanti parlarono in seguito, annunziarono questi giorni.
25Voi siete i figli dei profeti e dell'alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: 'Nella tua discendenza saranno benedette tutte le famiglie della terra'.26Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue iniquità".


Capitolo LIII: La grazia di Dio non si confonde con ciò che ha sapore di cose terrene

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1. Preziosa, o figlio, è la mia grazia; essa non tollera di essere mescolata a cose esteriori e a consolazioni terrene. Perciò devi buttar via tutto ciò che ostacola la grazia, se vuoi che questa sia infusa in te. Procurati un luogo appartato, compiaciti di stare solo con te stesso, non andare cercando di chiacchierare con nessuno; effondi, invece, la tua devota preghiera a Dio, per conservare compunzione d'animo e purezza di coscienza. Il mondo intero, consideralo un nulla; alle cose esteriori anteponi l'occuparti di Dio. Ché non potresti attendere a me, e nello stesso tempo trovare godimento nelle cose passeggere. Occorre allontanarsi dalle persone che si conoscono e alle quali si vuole bene; occorre tenere l'animo sgombro da ogni conforto temporale. Ecco ciò che il santo apostolo Pietro chiede, in nome di Dio: che i seguaci di Cristo si conservino in questo mondo "come forestieri e pellegrini" (1Pt 2,11). Quanta sicurezza in colui che muore, senza essere legato alla terra dall'attaccamento per alcuna cosa. Uno spirito debole, invece, non riesce a mantenere il cuore tanto distaccato: l'uomo materiale non conosce la libertà dell'uomo interiore. Che se uno vuole veramente essere uomo spirituale, egli deve rinunciare a tutti, ai lontani e ai vicini; e guardarsi da se stesso più ancora che dagli altri. Se avrai vinto pienamente te stesso, facilmente soggiogherai tutto il resto. Trionfare di se medesimi è vittoria perfetta; giacché colui che domina se stesso - facendo sì che i sensi obbediscano alla ragione, e la ragione obbedisca in tutto e per tutto a Dio - questi è, in verità il vincitore di sé e signore del mondo.

2. Se brami elevarti a questa somma altezza, è necessario che tu cominci con coraggio, mettendo la scure alla radice, per poter estirpare totalmente la tua segreta inclinazione, contraria al volere di Dio e volta a te stesso e a tutto ciò che è tuo utile materiale. Da questo vizio, dall'amore di sé, contrarissimo alla volontà divina, deriva, si può dire, tutto quanto deve essere stroncato radicalmente. Domato e superato questo vizio, si farà stabilmente una grande pace e una grande serenità. Ma sono pochi quelli che si adoprano per morire del tutto a se stessi, e per uscire pienamente da se stessi. I più restano avviluppati, né sanno innalzarsi spiritualmente sopra di sé. Coloro che desiderano camminare con me senza impacci debbono mortificare tutti i loro affetti perversi e contrari all'ordine voluto da Dio, senza restare attaccati di cupido amore personale ad alcuna creatura.


DISCORSO 227 NEL GIORNO DI PASQUA AI NEOFITI SUI SACRAMENTI

Discorsi - Sant'Agostino

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Il pane eucaristico segno di unità tra i credenti. Spiegazione della parte sacrificale della Messa.

1. Ricordo la mia promessa. A voi che siete stati battezzati avevo promesso un discorso in cui avrei esposto il sacramento della mensa del Signore, che ora voi vedete anche e a cui la notte scorsa avete preso parte. Bisogna che sappiate che cosa avete ricevuto, che cosa riceverete, che cosa ogni giorno dovrete ricevere. Quel pane che voi vedete sull'altare, santificato con la parola di Dio, è il corpo di Cristo. Il calice, o meglio quel che il calice contiene, santificato con le parole di Dio, è sangue di Cristo. Con questi [segni] Cristo Signore ha voluto affidarci il suo corpo e il suo sangue che ha sparso per noi per la remissione dei peccati. Se voi li avete ricevuti bene voi stessi siete quel che avete ricevuto. L'Apostolo infatti dice: Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo 1. È così che egli espone il sacramento della mensa del Signore. Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo. E in questo pane vi viene raccomandato come voi dobbiate amare l'unità. Infatti quel pane è forse fatto di un sol chicco di grano? Non eran molti i chicchi di frumento? Ma prima di diventar pane erano separati e sono stati uniti per mezzo dell'acqua dopo essere stati in qualche modo macinati. Se il grano non viene macinato e impastato con l'acqua, non prende quella forma che noi chiamiamo pane. Così anche voi prima siete stati come macinati con l'umiliazione del digiuno e col sacramento dell'esorcismo. Poi c'è stato il battesimo e siete stati come impastati con l'acqua per prendere la forma del pane. Ma ancora non si ha il pane se non c'è il fuoco. E che cosa esprime il fuoco, cioè l'unzione dell'olio? Infatti l'olio, che è alimento per il fuoco, è il segno sacramentale dello Spirito Santo. Fateci caso negli Atti degli Apostoli, quando vengono letti; ora infatti comincia la lettura di questo libro: proprio oggi comincia il libro che s'intitola: Atti degli Apostoli. Chi vuol far progressi, qui ha modo di trarre profitto. Quando vi radunate nella chiesa, mettete da parte le chiacchiere frivole e state attenti alle Scritture. I vostri codici siamo noi. State dunque attenti e fate caso come verrà a Pentecoste lo Spirito Santo. Egli verrà così: si manifesta con lingue di fuoco. Infatti ispira quella carità che ci fa ardere del desiderio di Dio, ci fa disprezzare il mondo, fa bruciare le nostre scorie e purificare il cuore come l'oro. Dunque viene lo Spirito Santo, il fuoco dopo l'acqua e voi diventate pane, cioè corpo di Cristo. In questo modo è simboleggiata l'unità. I segni sacramentali, nel loro svolgimento, li conoscete. Anzitutto, dopo la preghiera, venite ammoniti di tenere in alto i vostri cuori; questo conviene a delle membra di Cristo. Se siete infatti diventati membra di Cristo, il vostro capo dov'è? Le membra hanno il capo. Se il capo non andasse avanti, le membra non potrebbero andargli dietro. Il nostro capo dov'è andato? Nel Simbolo che cosa avete recitato? Il terzo giorno risuscitò dai morti, salì al cielo, siede alla destra del Padre. Dunque il nostro capo è in cielo. Perciò quando vien detto: In alto i cuori, voi rispondete: Sono rivolti al Signore. E affinché questo avere il cuore in alto verso il Signore non lo attribuiate alle vostre forze, ai vostri meriti, ai vostri sforzi (l'avere il cuore in alto infatti è un dono di Dio), dopo che il popolo ha risposto: Sono in alto, rivolti al Signore, il vescovo o il presbitero che presiede continua dicendo: Rendiamo grazie al Signore nostro Dio; appunto per il fatto che noi teniamo il cuore in alto. Rendiamo grazie perché, se lui non ci avesse fatto questo dono, noi avremmo il cuore sulla terra. E anche voi confermate dicendo che è cosa buona e giusta rendergli grazie, per averci fatto tenere i cuori in alto presso il nostro capo. Quindi, dopo la santificazione del sacrificio di Dio, siccome egli ha voluto che anche noi fossimo coinvolti in questo sacrificio (e questo è chiaramente indicato nel momento in cui viene posto sull'altare il sacrificio di Dio e noi, ossia il segno e la cosa significata, che siamo noi, ecco, dopo fatta la santificazione, diciamo l'Orazione del Signore che voi avete ricevuto e reso. E dopo si dice: La pace sia con voi, e i cristiani si scambiano un bacio santo. È il segno della pace; quel che esprimono le labbra deve essere nella coscienza; ossia come le tue labbra si accostano alle labbra del tuo fratello, così il tuo cuore non sia lontano dal suo cuore. Grandi misteri dunque, veramente grandi! Volete sapere come ci sono stati raccomandati? Dice l'Apostolo: Chi mangia il corpo di Cristo o beve il calice del Signore indegnamente sarà reo del corpo e del sangue del Signore 2. Che vuol dire ricevere indegnamente? Ricevere con derisione, ricevere senza convinzione. Non ti sembri di poco valore per il fatto che lo vedi. Quel che tu vedi, passa; ma l'invisibile che viene espresso nel segno, quello non passa, rimane. Vedete, esso si riceve, si mangia, si consuma. Ma si consuma forse il corpo di Cristo? Si consuma la Chiesa di Cristo? Si consumano le membra di Cristo? Niente affatto. Qui esse vengono mondate, lassù coronate. Perciò quello che viene espresso nel segno rimarrà, anche se quel che lo esprime sembra che passi. Perciò ricevetelo, ma pensando a quel che siete, conservando l'unità nel cuore, tenendo il cuore sempre fisso in alto. La vostra speranza non sia sulla terra, ma nel cielo; la vostra fede sia ferma in Dio, accettevole da parte di Dio. E così quel che ora non vedete e tuttavia credete, lassù lo vedrete e senza fine godrete.

 

1 - 1 Cor 10, 17.

2 - 1 Cor 11, 27.


16 - L'età che aveva la Regina del cielo quando morì san Giuseppe.

La mistica Città di Dio - Libro quinto - Suor Maria d'Agreda

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886. La vita del più felice fra gli uomini, san Giuseppe, fu di sessant'anni ed alcuni giorni; a trentatré sposò Maria santissima e in sua compagnia ne visse poco più di ventisette. Quando il santo sposo morì, la gran Signora aveva quarantuno anni ed era entrata da pochi mesi nel quarantaduesimo: a quattordici, infatti, fu data in sposa a san Giuseppe e insieme ne vissero ventisette, più i mesi che trascorsero dall'otto settembre fino al felice transito di lui. La Regina del cielo si ritrovò a questa età con la medesima disposizione e perfezione naturale che aveva acquistato a trentatré anni, perché non invecchiò, né decadde da quello stato perfettissimo. Per la morte di san Giuseppe provò un naturale sentimento di dolore, perché lo amava come sposo, come santo tanto eccellente nella perfezione e come protettore e benefattore. Per la prudentissima Signora questa sofferenza, benché ben ordinata, non fu piccola; l'amore infatti, già grande, era reso ancor maggiore dalla conoscenza del grado di santità che il suo sposo aveva tra i più illustri santi scritti nel libro della vita e nella mente dell'Altissimo. E se ciò che si ama di cuore non si perde senza dolore, il cordoglio per la perdita di ciò che si ama molto sarà maggiore.

887. Non è nell'intento di questa Storia scrivere di proposito le meraviglie della santità di san Giuseppe, né io ho l'ordine di farlo più di quanto sia necessario per meglio manifestare la dignità della sua sposa e nostra Regina, ai meriti della quale, dopo quelli del suo santissimo Figlio, si devono attribuire i doni e le grazie che l'Altissimo pose nel glorioso patriarca. E se anche la divina Signora non fosse stata la causa meritoria o lo strumento della santità del suo sposo, fu per lo meno il fine immediato al quale questa venne destinata; infatti, il Signore comunicò al suo servo Giuseppe la pienezza di virtù e di grazia necessaria affinché fosse degno sposo e custode di colei che si sceglieva come Madre. La santità di san Giuseppe, quindi, si deve misurare partendo da questo criterio e dall'amore e dalla stima che lo stesso Signore ebbe per la sua Madre santissima. Conformemente a tale pensiero credo che, se nel mondo vi fosse stato un uomo più perfetto e di qualità migliori, quello senza dubbio il Signore avrebbe dato a sua Madre come sposo; e siccome Dio la diede al patriarca san Giuseppe, costui dovette essere incontestabilmente il migliore su tutta la terra. Avendolo creato e preparato per fini tanto sublimi, è certo che la sua potente destra lo dovette rendere adatto e all'altezza di essi; la misura della luce divina doveva essere in relazione alla santità, alle virtù, ai doni, alle grazie e alle inclinazioni infuse e naturali.

888. Tra questo grande patriarca e gli altri santi noto una differenza. Infatti a molti di loro furono dati altri favori e privilegi, non tutti ordinati alla santità personale ma al servizio del Signore negli uomini; erano cioè grazie "gratis datae". In san Giuseppe, al contrario, i doni erano tutti finalizzati ad aumentare virtù e santità: quanto più egli era perfetto ed angelico, tanto più era adatto ad essere lo sposo di Maria santissima e il depositario del tesoro e del mistero del cielo; tutta la sua persona doveva essere un miracolo di santità, e lo fu. Questa meraviglia, per una particolare provvidenza del Signore, incominciò in lui fin dal grembo materno: il suo corpo fu dotato di temperamento equilibrato, di eccellenti qualità, di attitudine alla virtù, affinché subito fosse terra benedetta e ricevesse in sorte un'anima buona e delle inclinazioni rette. Egli fu santificato nel grembo di sua madre nel settimo mese; per tutta la vita gli restò legato il fomite del peccato e non ebbe mai moto impuro o sregolato; inoltre, benché in questa prima santificazione non gli fosse dato l'uso della ragione, ma la sola giustificazione dal peccato originale, sua madre sentì un nuovo giubilo nello Spirito Santo. Senza comprendere tutto il mistero, ella fece grandi atti di virtù e pensò che il figlio che portava in seno sarebbe stato ammirabile agli occhi di Dio e degli uomini.

889. San Giuseppe venne alla luce molto bello e perfetto, e suscitò in genitori e congiunti una gioia straordinaria, simile a quella che vi fu alla nascita del Battista, anche se la causa di tale gaudio fu più misteriosa. Già a tre anni gli fu concesso il perfetto uso della ragione, attraverso la scienza infusa e un nuovo aumento di grazia. Da quel momento il bambino cominciò a conoscere Dio per mezzo della fede e mediante la conoscenza naturale il Signore gli si rivelò anche come causa prima ed autore di tutte le cose, per cui ascoltava con attenzione e capiva profondamente ciò che si diceva dell'Altissimo e delle sue opere. Fin da allora ebbe il sublime dono dell'orazione e della contemplazione e l'ammirabile esercizio delle virtù, conformemente alla sua età. A tre anni, quindi, san Giuseppe era già uomo perfetto nell'uso della ragione - che comunemente si raggiunge intorno ai sette anni - e nella santità. Era di indole dolce, caritatevole, affabile, sincera, in tutto mostrava inclinazioni non solamente sante ma angeliche e, crescendo sempre più nella perfezione, giunse con una vita irreprensibile all'età in cui si sposò con Maria santissima.

890. Dopo le nozze intervennero le preghiere della divina Signora affinché gli venissero accresciuti i doni della grazia e fosse confermato in essa. Ella supplicò con insistenza l'Altissimo che, se le ordinava di sposarsi, santificasse il suo sposo Giuseppe per conformarlo ai suoi castissimi pensieri e desideri. Il Signore le fece sapere che la esaudiva e con la forza del suo braccio onnipotente operò copiosamente nello spirito e nelle facoltà del patriarca san Giuseppe effetti tanto divini che non si possono esprimere a parole; lo rivestì di tutte le virtù e di tutti i suoi doni. Inoltre, lo purificò di nuovo e lo ricolmò di grazia, confermandolo mirabilmente in essa. Nella castità il santo sposo fu esaltato più dei più alti serafini, perché la purezza che essi hanno senza il corpo fu concessa a san Giuseppe in un corpo corruttibile e in una carne mortale; mai entrò nelle sue facoltà immagine o specie di cosa impura della natura animale e sensibile. Essendo stato preservato da tutto questo, con una sincerità cristallina ed angelica, egli venne preparato a stare in compagnia e alla presenza della purissima fra tutte le creature; senza tale privilegio, infatti, non sarebbe stato all'altezza di una così grande dignità.

891. Nelle altre virtù fu ammirabile e singolare, specialmente nella carità, come chi si trova alla fonte per dissetarsi di quell'acqua viva che zampilla per la vita eterna o come materia che, vicino al fuoco, s'infiamma senza alcuna resistenza. La più grande esaltazione di questa virtù nel nostro santo si realizzò in quel che ho narrato nel capitolo precedente, giacché l'amore di Dio lo fece ammalare e fu proprio questo lo strumento che tagliò il filo della sua vita, rendendolo privilegiato nella morte. Le dolci angosce dell'amore, infatti, sorpassarono e quasi assorbirono quelle della natura, e queste operarono meno di quelle. Inoltre, siccome il santo ebbe così vicino l'oggetto del suo amore, Cristo nostro Signore e sua Madre, più di quanto abbia potuto o possa averli qualsiasi altro mortale, era inevitabile che quel candidissimo e purissimo cuore si consumasse tutto in affetti ed in effetti della più singolare carità. Benedetto sia l'Autore di meraviglie così grandi e benedetto sia il più felice tra i mortali, nel quale tutte queste meraviglie furono operate degnamente! È ben giusto che le nazioni e le generazioni lo conoscano e benedicano, poiché con nessun'altra creatura il Signore fece tali cose e a nessun'altra manifestò tanto il suo amore.

892. Delle visioni e rivelazioni divine con le quali fu favorito san Giuseppe ho detto qualcosa in tutto il corso di questa Storia; esse furono molto più di quelle che si possono raccontare, ma il di più sta nel fatto che egli conobbe i misteri di Cristo nostro Signore e della sua Madre santissima e visse in loro compagnia tanti anni, venendo considerato padre del medesimo Signore e vero sposo della Regina lo ho compreso alcuni privilegi che l'Altissimo gli concesse per la sua santità a vantaggio di quelli che degnamente lo invocheranno come loro intercessore. Il primo privilegio è finalizzato ad ottenere la virtù della castità e a vincere i pericoli della sensualità. Il secondo a conseguire aiuti potenti per allontanarsi dal peccato e tornare all'amicizia di Dio. Il terzo ad acquistare per suo tramite la devozione a Maria santissima e fruire della sua intercessione. Il quarto ad ottenere una buona morte ed essere in quell'ora difesi dal demonio. Il quinto a far sì che gli stessi demoni temano di udire il nome di san Giuseppe. Il sesto a conseguire la salute del corpo e il rimedio in altre tribolazioni. Il settimo privilegio è finalizzato ad ottenere discendenza nelle famiglie. Dio elargisce questi e molti altri benefici a quelli che lo pregano debitamente per l'intercessione di san Giuseppe, sposo della nostra Regina, ed io chiedo a tutti i fedeli figli della santa Chiesa di essergli molto devoti; così, se si disporranno adeguatamente a meritarle e riceverle, sperimenteranno queste grazie.

 

Insegnamento della Regina del cielo

893. Figlia mia, benché tu abbia scritto che il mio sposo Giuseppe è il più nobile fra i santi e i principi della celeste Gerusalemme, tu non puoi adesso manifestare la sua eminente santità, né i mortali possono comprenderla prima di arrivare alla visione di Dio, quando con meraviglia e a lode del Signore stesso diverranno capaci di questo mistero. E nell'ultimo giorno gli infelici dannati piangeranno amaramente per non aver conosciuto, a causa dei loro peccati, questo mezzo così potente ed efficace per la loro salvezza e per non essersene serviti al fine di guadagnarsi l'amicizia del giusto giudice. I figli di questo mondo hanno ignorato i privilegi e le prerogative che il Signore onnipotente concesse al mio santo sposo e quanto valga la sua intercessione presso sua Maestà e presso di me: ti assicuro, infatti, o carissima, che alla presenza dell'Altissimo egli è uno dei più potenti nel trattenere la giustizia divina contro i peccatori.

894. Voglio che tu sia molto grata al Signore per la sua magnanimità e che tu gli renda lode per la conoscenza e la luce che hai ricevuto di questo mistero. In avvenire, inoltre, procura di crescere nella devozione e nell'amore verso il mio santo sposo e di benedire l'Onnipotente sia per quanto generosamente gli donò, sia per la gioia che io ebbi di conoscerlo. In tutte le tue necessità ricorri alla sua intercessione, invita quanti potrai alla sua devozione e fa' in modo che le tue religiose vi si distinguano, poiché tutto ciò che il mio sposo domanda in cielo l'Altissimo lo concede sulla terra, e alle sue richieste e parole tiene vincolati grandi e straordinari favori per gli uomini, se essi non si rendono indegni di riceverli. Tali privilegi corrispondono alla candida perfezione di questo ammirevole santo e alle sue eccelse virtù; la divina clemenza, infatti, si piegò ad esse e lo guardò con grande liberalità per concedere ammirabili misericordie a lui e a quelli che si varranno del suo aiuto.


3 giugno 1943

Maria Valtorta

 Dice Gesù:

   «Molti mi chiedono un segno. Quale segno? Segno dell’ora o segno della mia potenza?

   Il segno dell’ora lo avete già. Ripeto: “Io non sono venuto a mutare la Legge”. Siete voi che l’avete mutata. E Io non muto la mia Parola. Quello che ho detto ho detto. Tutto quanto doveva avvenire, dal momento che Io parlavo, Uomo fra gli uomini, sino al momento in cui Io verrò, Dio figlio di Dio, a giudicare gli uomini, è contenuto nel mio Vangelo.

   Siete voi, stolti che avete la testa piena di mille rumori inutili e di pensieri perversi, che non capite più quanto Io ho detto. Non siete forse salati col fuoco, con quel fuoco che salerà in eterno i miei nemici? Questo che vi arde ora, e che scende su voi per distruggervi e condurvi sempre più alla bestemmia e al­l’eresia, non è che un anticipo di quello che sarà il fuoco di cui Io parlo, destinato agli scandalosi che non si convertono. E voi siete di questi. Solo del corpo e delle ricchezze inique vi preoccupate, e calpestate coscienze e altari, e profanate tutto quanto toccate, e uccidete in voi Me stesso una seconda volta.

   Ecco i doni che vi sa dare Lucifero sotto il cui segno vi siete messi. La Bestia soffia dalla sua bocca il fuoco dopo avervi sommersi nel male della corruzione. Sono i suoi doni. Non può darvi altro. Mentre Io vi avevo dato, insieme a Me stesso, tutti i tesori della grazia.

   Volete un segno della mia potenza? Ma sono venti secoli che vi do questo segno! A che è giovato? Ho aperto su di voi i torrenti delle mie grazie e dal Cielo li ho fatti scendere sulla Terra in mille e diecimila miracoli. Ho sanato i vostri malati, ho sedato le vostre guerre, ho prosperato i vostri affari, ho risposto ai vostri dubbi, anche su cose di fede, perché so la vostra debolezza che non crede se non vede, sono venuto a ripetere la mia dottrina, ho mandato mia Madre perché con la sua dolcezza vi piegasse a penitenza e ad amore. A che ha giovato?

   Mi avete trattato come uno scemo, sfruttando la mia potenza e la mia pazienza, convinti che Io, dopo avere fatto il miracolo, non me ne ricordassi più. No, figli del mio dolore. Tutto è segnato nel gran libro della mia Intelligenza e non è usato inchiostro per scrivere in essa, ma il carbone acceso dell’Amore. E tutto viene ricordato.

   Avete sfruttato la venuta di mia Madre per scopi umani, ne avete fatto oggetto di risa e di commercio. Non sapete che Maria è il mio Tempio, e il mio Tempio è casa di orazione e non spelonca di ladri?

Le sue parole, così affettuose, così supplici, così piene di pianto, per voi che le avete ucciso il Figlio e neppure sapete fare frutto di tanto sacrificio, vi sono suonate come canzone inutile. Avete continuato la vostra strada di perdizione.

   I miei messi, le anime che vivendo come dovreste vivere tutti sono divenute le mie banditrici per ripetere una volta ancora la parola del mio Cuore, li avete trattati da “pazzi” e da “ossessi” e qualche volta li avete uccisi, tormentati sempre. Anche Io, dalla generazione adultera e omicida del mio tempo mortale fui detto: “pazzo ed ossesso”.

   Il segno! Il segno lo avete e non serve a ridarvi la mia Paternità. Altro segno che questo non vi sarà dato. Cercatelo nella mia parola e nella vostra coscienza, se pure riuscite ancora a ritrovarla viva sotto l’ammasso di libidini, adulteri, fornicazioni, furti, omicidi, invidie, bestemmie e superbie sotto le quali l’avete lapidata.

   È l’Ascensione. Prima di ascendere Io benedissi[31] mia Madre e i miei discepoli. Non avevo altri da benedire poiché gli altri mi avevano respinto e maledetto. Anche ora benedico i miei discepoli poiché gli altri non mi vogliono e bestemmiano sulla mia benedizione.»