Liturgia delle Ore - Letture
Martedi della 5° settimana del tempo ordinario (Beata Vergine di Lourdes)
Vangelo secondo Giovanni 1
1In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2Egli era in principio presso Dio:
3tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste.
4In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.
6Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
7Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.
9Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
10Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
11Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
12A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
14E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
15Giovanni gli rende testimonianza
e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me".
16Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.
17Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.
19E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: "Chi sei tu?".20Egli confessò e non negò, e confessò: "Io non sono il Cristo".21Allora gli chiesero: "Che cosa dunque? Sei Elia?". Rispose: "Non lo sono". "Sei tu il profeta?". Rispose: "No".22Gli dissero dunque: "Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?".23Rispose:
"Io sono 'voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore',
come disse il profeta Isaia".24Essi erano stati mandati da parte dei farisei.25Lo interrogarono e gli dissero: "Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?".26Giovanni rispose loro: "Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete,27uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo".28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
29Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!30Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me.31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele".32Giovanni rese testimonianza dicendo: "Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui.33Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo.34E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio".
35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di Dio!".37E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.38Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: "Che cercate?". Gli risposero: "Rabbì (che significa maestro), dove abiti?".39Disse loro: "Venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.41Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)"42e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)".
43Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: "Seguimi".44Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.45Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nàzaret".46Natanaèle esclamò: "Da Nàzaret può mai venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi".47Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità".48Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico".49Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!".50Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!".51Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo".
Genesi 12
1Il Signore disse ad Abram:
"Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria
e dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò.
2 Farò di te un grande popolo
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e diventerai una benedizione.
3 Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra".
4Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran.5Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan. Arrivarono al paese di Canaan6e Abram attraversò il paese fino alla località di Sichem, presso la Quercia di More. Nel paese si trovavano allora i Cananei.
7Il Signore apparve ad Abram e gli disse: "Alla tua discendenza io darò questo paese". Allora Abram costruì in quel posto un altare al Signore che gli era apparso.8Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del Signore.9Poi Abram levò la tenda per accamparsi nel Negheb.
10Venne una carestia nel paese e Abram scese in Egitto per soggiornarvi, perché la carestia gravava sul paese.
11Ma, quando fu sul punto di entrare in Egitto, disse alla moglie Sarai: "Vedi, io so che tu sei donna di aspetto avvenente.12Quando gli Egiziani ti vedranno, penseranno: Costei è sua moglie, e mi uccideranno, mentre lasceranno te in vita.13Di' dunque che tu sei mia sorella, perché io sia trattato bene per causa tua e io viva per riguardo a te".
14Appunto quando Abram arrivò in Egitto, gli Egiziani videro che la donna era molto avvenente.15La osservarono gli ufficiali del faraone e ne fecero le lodi al faraone; così la donna fu presa e condotta nella casa del faraone.16Per riguardo a lei, egli trattò bene Abram, che ricevette greggi e armenti e asini, schiavi e schiave, asine e cammelli.17Ma il Signore colpì il faraone e la sua casa con grandi piaghe, per il fatto di Sarai, moglie di Abram.18Allora il faraone convocò Abram e gli disse: "Che mi hai fatto? Perché non mi hai dichiarato che era tua moglie?19Perché hai detto: È mia sorella, così che io me la sono presa in moglie? E ora eccoti tua moglie: prendila e vàttene!".20Poi il faraone lo affidò ad alcuni uomini che lo accompagnarono fuori della frontiera insieme con la moglie e tutti i suoi averi.
Siracide 1
1Ogni sapienza viene dal Signore
ed è sempre con lui.
2La sabbia del mare, le gocce della pioggia
e i giorni del mondo chi potrà contarli?
3L'altezza del cielo, l'estensione della terra,
la profondità dell'abisso chi potrà esplorarle?
4Prima di ogni cosa fu creata la sapienza
e la saggia prudenza è da sempre.
5A chi fu rivelata la radice della sapienza?
Chi conosce i suoi disegni?
6Uno solo è sapiente, molto terribile,
seduto sopra il trono.
7Il Signore ha creato la sapienza;
l'ha vista e l'ha misurata,
l'ha diffusa su tutte le sue opere,
8su ogni mortale, secondo la sua generosità,
la elargì a quanti lo amano.
9Il timore del Signore è gloria e vanto,
gioia e corona di esultanza.
10Il timore del Signore allieta il cuore
e dà contentezza, gioia e lunga vita.
11Per chi teme il Signore andrà bene alla fine,
sarà benedetto nel giorno della sua morte.
12Principio della sapienza è temere il Signore;
essa fu creata con i fedeli nel seno materno.
13Tra gli uomini essa ha posto il nido, fondamento
resterà fedelmente con i loro discendenti.
14Pienezza della sapienza è temere il Signore;
essa inebria di frutti i propri devoti.
15Tutta la loro casa riempirà di cose desiderabili,
i magazzini dei suoi frutti.
16Corona della sapienza è il timore del Signore;
fa fiorire la pace e la salute.
17Dio ha visto e misurato la sapienza;
ha fatto piovere la scienza e il lume dell'intelligenza;
ha esaltato la gloria di quanti la possiedono.
18Radice della sapienza è temere il Signore;
i suoi rami sono lunga vita.
19La collera ingiusta non si potrà giustificare,
poiché il traboccare della sua passione sarà la sua
rovina.
20Il paziente sopporterà per qualche tempo;
alla fine sgorgherà la sua gioia;
21per qualche tempo terrà nascoste le parole
e le labbra di molti celebreranno la sua intelligenza.
22Fra i tesori della sapienza sono le massime istruttive,
ma per il peccatore la pietà è un abominio.
23Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti;
allora il Signore te la concederà.
24Il timore del Signore è sapienza e istruzione,
si compiace della fiducia e della mansuetudine.
25Non essere disobbediente al timore del Signore
e non avvicinarti ad esso con doppiezza di cuore.
26Non essere finto davanti agli uomini
e controlla le tue parole.
27Non esaltarti per non cadere
e per non attirarti il disonore;
28il Signore svelerà i tuoi segreti
e ti umilierà davanti all'assemblea,
29perché non hai ricercato il timore del Signore
e il tuo cuore è pieno di inganno.
Salmi 3
1'Salmo di Davide quando fuggiva il figlio Assalonne'.
2Signore, quanti sono i miei oppressori!
Molti contro di me insorgono.
3Molti di me vanno dicendo:
"Neppure Dio lo salva!".
4Ma tu, Signore, sei mia difesa,
tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
5Al Signore innalzo la mia voce
e mi risponde dal suo monte santo.
6Io mi corico e mi addormento,
mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
7Non temo la moltitudine di genti
che contro di me si accampano.
8Sorgi, Signore,
salvami, Dio mio.
Hai colpito sulla guancia i miei nemici,
hai spezzato i denti ai peccatori.
9Del Signore è la salvezza:
sul tuo popolo la tua benedizione.
Daniele 13
1Abitava in Babilonia un uomo chiamato Ioakìm,2il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e timorata di Dio.3I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè.4Ioakìm era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa ed essendo stimato più di ogni altro i Giudei andavano da lui.5In quell'anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani: erano di quelli di cui il Signore ha detto: "L'iniquità è uscita da Babilonia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo".6Questi frequentavano la casa di Ioakìm e tutti quelli che avevano qualche lite da risolvere si recavano da loro.7Quando il popolo, verso il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito.8I due anziani che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi da un'ardente passione per lei:9persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi.10Eran colpiti tutt'e due dalla passione per lei,11ma l'uno nascondeva all'altro la sua pena, perché si vergognavano di rivelare la brama che avevano di unirsi a lei.12Ogni giorno con maggior desiderio cercavano di vederla. Un giorno uno disse all'altro:13"Andiamo pure a casa: è l'ora di desinare" e usciti se ne andarono.14Ma ritornati indietro, si ritrovarono di nuovo insieme e, domandandosi a vicenda il motivo, confessarono la propria passione. Allora studiarono il momento opportuno di poterla sorprendere sola.
15Mentre aspettavano l'occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo.16Non c'era nessun altro al di fuori dei due anziani nascosti a spiarla.17Susanna disse alle ancelle: "Portatemi l'unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno".18Esse fecero come aveva ordinato: chiusero le porte del giardino ed entrarono in casa dalla porta laterale per portare ciò che Susanna chiedeva, senza accorgersi degli anziani poiché si erano nascosti.19Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero:20"Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e datti a noi.21In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le ancelle".22Susanna, piangendo, esclamò: "Sono alle strette da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle vostre mani.23Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!".24Susanna gridò a gran voce. Anche i due anziani gridarono contro di lei25e uno di loro corse alle porte del giardino e le aprì.
26I servi di casa, all'udire tale rumore in giardino, si precipitarono dalla porta laterale per vedere che cosa stava accadendo.27Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna.
28Il giorno dopo, tutto il popolo si adunò nella casa di Ioakìm, suo marito e andarono là anche i due anziani pieni di perverse intenzioni per condannare a morte Susanna.29Rivolti al popolo dissero: "Si faccia venire Susanna figlia di Chelkìa, moglie di Ioakìm". Mandarono a chiamarla30ed essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti.31Susanna era assai delicata d'aspetto e molto bella di forme;32aveva il velo e quei perversi ordinarono che le fosse tolto per godere almeno così della sua bellezza.33Tutti i suoi familiari e amici piangevano.
34I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa.35Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore.36Gli anziani dissero: "Mentre noi stavamo passeggiando soli nel giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuse le porte del giardino e poi ha licenziato le ancelle.37Quindi è entrato da lei un giovane che era nascosto, e si è unito a lei.38Noi che eravamo in un angolo del giardino, vedendo una tale nefandezza, ci siamo precipitati su di loro e li abbiamo sorpresi insieme.39Non abbiamo potuto prendere il giovane perché, più forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito.40Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei non ce l'ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni".41La moltitudine prestò loro fede poiché erano anziani e giudici del popolo e la condannò a morte.42Allora Susanna ad alta voce esclamò: "Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano,43tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me".44E il Signore ascoltò la sua voce.
45Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele,46il quale si mise a gridare: "Io sono innocente del sangue di lei!".
47Tutti si voltarono verso di lui dicendo: "Che vuoi dire con le tue parole?".48Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: "Siete così stolti, Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza indagare la verità!49Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei".
50Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: "Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il dono dell'anzianità".51Daniele esclamò: "Separateli bene l'uno dall'altro e io li giudicherò".52Separati che furono, Daniele disse al primo: "O invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce,53quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l'innocente.54Ora dunque, se tu hai visto costei, di': sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?". Rispose: "Sotto un lentisco".55Disse Daniele: "In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa. Già l'angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in due".56Allontanato questo, fece venire l'altro e gli disse: "Razza di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore!57Così facevate con le donne d'Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità.58Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati insieme?". Rispose: "Sotto un leccio".59Disse Daniele: "In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco l'angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano per spaccarti in due e così farti morire".
60Allora tutta l'assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che salva coloro che sperano in lui.61Poi insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di aver deposto il falso, fece loro subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il prossimo62e applicando la legge di Mosè li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente.63Chelkìa e sua moglie resero grazie a Dio per la figlia Susanna insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver trovato in lei nulla di men che onesto.64Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo.
Lettera di Giacomo 2
1Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria.2Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro.3Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: "Tu siediti qui comodamente", e al povero dite: "Tu mettiti in piedi lì", oppure: "Siediti qui ai piedi del mio sgabello",4non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi?
5Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?6Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi che vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali?7Non sono essi che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi?8Certo, se adempite il più importante dei comandamenti secondo la Scrittura: 'amerai il prossimo tuo come te stesso', fate bene;9ma se fate distinzione di persone, commettete un peccato e siete accusati dalla legge come trasgressori.10Poiché chiunque osservi tutta la legge, ma la trasgredisca anche in un punto solo, diventa colpevole di tutto;11infatti colui che ha detto: 'Non commettere adulterio', ha detto anche: 'Non uccidere'.
Ora se tu non commetti adulterio, ma uccidi, ti rendi trasgressore della legge.12Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché13il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia; la misericordia invece ha sempre la meglio nel giudizio.
14Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo?15Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano16e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?17Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa.18Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.19Tu credi che c'è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano!20Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere è senza valore?21Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull'altare?22Vedi che la fede cooperava con le opere di lui, e che per le opere quella fede divenne perfetta23e si compì la Scrittura che dice: 'E Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato a giustizia', e fu chiamato amico di Dio.24Vedete che l'uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede.25Così anche Raab, la meretrice, non venne forse giustificata in base alle opere per aver dato ospitalità agli esploratori e averli rimandati per altra via?26Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.
Capitolo LVII: Non ci si deve abbattere eccessivamente quando si cade in qualche mancanza
Leggilo nella Biblioteca1. O figlio, più mi è cara l'umile sopportazione nelle avversità, che la pienezza di devota consolazione del tempo favorevole. Perché ti rattrista una piccolezza che venga detta contro di te? Anche se si trattasse di qualcosa di più, non dovresti turbarti. Lascia andare, invece. Non è cosa strana; non è la prima volta, né sarà l'ultima, se vivrai a lungo. Tu sei molto forte fino a che nulla ti contraria; sai persino dare buoni consigli e fare forza ad altri con le tue parole. Ma non appena si presenta alla tua porta un'improvvisa tribolazione, consiglio e forza ti vengono meno. Guarda alla tua grande fragilità, che hai constatata molto spesso, di fronte a piccole contraddizioni. Pure, è per il tuo bene che accadono simili cose; deponile, dunque, dal tuo cuore, come meglio puoi. E se una cosa ti colpisce, non per questo ti abbatta o ti tenga legato a lungo. Sopporta almeno con pazienza, se non ti riesce con gioia. Anche se una cosa te la senti dire malvolentieri e ne provi indignazione, devi dominarti; non devi permettere che dalla tua bocca esca alcunché di ingiusto, che dia scandalo ai semplici. Ben presto l'eccitazione emotiva si placherà, e l'eterna sofferenza si farà più lieve, con il ritorno della grazia.
2. Ecco, "io vivo - dice il Signore -" (Is 49,18), pronto ad aiutarti più ancora del solito, se a me ti affiderai, devotamente invocandomi. "Tu sii più rassegnato" (Bar 4,30); sii pronto a una maggiore sopportazione. Non è del tutto inutile che tu ti senta tribolato e fortemente tentato: sei un uomo, e non Dio; carne, non spirito angelico. Come potresti mantenerti sempre nel medesimo stato di virtù, quando questo venne meno a un angelo, in cielo, e al primo uomo, nel paradiso? Io sono "colui che solleva e libera quelli che piangono" (Gb 5,11); colui che innalza alla mia condizione divina quelli che riconoscono la loro debolezza. O Signore, benedetta sia la tua parola, dolce al mio orecchio "più del miele di favo" (Sal 18,11). Che farei io mai, in così grandi tribolazioni e nelle mie angustie, se tu non mi confortassi con le tue sante parole? Purché, alla fine, io giunga al porto della salvezza, che importa quali e quanto grandi cose dovrò aver patito? Concedimi un felice concepimento, un felice trapasso da questo mondo. "Ricordati di me , o mio Dio" (2Esd 13,22) e conducimi nel tuo regno, per retto cammino. Amen.
DISCORSO 144 DALLE PAROLE DEL MEDESIMO VANGELO DI GIOVANNI (16, 8-11): " EGLI CONVINCERÀ' IL MONDO QUANTO AL PECCATO, QUANTO ALLA GIUSTIZIA E QUANTO AL GIUDIZIO "
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaPerché viene incolpato il solo peccato d'incredulità. Lo Spirito Santo è detto " Grazia di Dio ".
1. 1. Il Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo, parlando diffusamente della venuta dello Spirito Santo, che egli promise di inviare e mandò, fra l'altro asserì: Egli convincerà il mondo quanto al peccato, quanto alla giustizia e quanto al giudizio. Né, dopo aver detto questo, trasferì il discorso su altro argomento, ma si degnò di far penetrare alquanto più chiaramente le stesse affermazioni. Proprio quanto al peccato - dice - perché non hanno creduto in me; ma quanto alla giustizia, perché vado al Padre; quanto poi al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato già giudicato 1. In conseguenza sorge in noi il desiderio di capire perché non credere in Cristo debba essere quasi l'unico peccato degli uomini e tale che disse come lo Spirito Santo convincerebbe il mondo solo di questo peccato; ma se è palese che, oltre tale incredulità, molti altri sono i peccati degli uomini, perché di questo solo lo Spirito Santo deve convincere il mondo? O piuttosto, perché tutti i peccati sono trattenuti per l'incredulità, sono rimessi per la fede, per cui Dio, più che il resto, imputa questo solo a causa del quale avviene che tutti gli altri non possono essere rimessi, fino a che l'uomo superbo non crede nel Dio umile? E' stato scritto infatti così: Dio resiste ai superbi, ma dà la grazia agli umili 2. Senza dubbio la grazia di Dio è dono di Dio. Ma il dono più grande è lo stesso Spirito Santo: per questo è detto grazia. Poiché tutti infatti hanno peccato e sono privi della grazia di Dio 3; perché a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, per il peccato, la morte 4, e nel quale tutti hanno peccato; per questo, grazia, perché è data gratuitamente. Per questo è data gratuitamente, perché non si corrisponde, quasi ricompensa, dopo l'esame dei meriti, ma è data quale dono dopo il perdono dei peccati.
Non è la stessa cosa credere nell'esistenza di Cristo e credere in Cristo.
2. 2. Insomma, sono convinti di peccato gli increduli, cioè gli amici di questo mondo, poiché essi stessi sono indicati con il nome di mondo. Convincerà il mondo di peccato 5; non si tratta di altro peccato che quello di non aver creduto in Cristo. Infine, non essendoci più questo peccato, non resteranno peccati, perché, vivendo il giusto di fede, tutti sono rimessi. Ma c'è gran differenza se uno crede nell'esistenza di Cristo e se crede in Cristo. Giacché anche i dèmoni hanno creduto che Cristo esiste, eppure i dèmoni non hanno creduto in Cristo. Crede infatti in Cristo colui che ripone la sua speranza in Cristo ed ama Cristo. Poiché, se ha una fede senza speranza e senza amore, crede nell'esistenza di Cristo, non crede in Cristo. Perciò in chi crede in Cristo, in lui Cristo viene, proprio per la fede in Cristo; egli in certo qual modo si unisce a Cristo e risulta quale membro nel corpo di lui. Ciò non si può verificare se non si aggiunge e la speranza e la carità.
La giustizia di cui viene convinto il mondo.
2. 3. Che vuol dire anche ciò che afferma: Quanto alla giustizia, perché vado al Padre? 6 Ma per prima cosa c'è da chiedere: se il mondo è convinto quanto al peccato, perché anche quanto alla giustizia? Infatti, quanto alla giustizia, di che cosa si può legittimamente convincere? O magari il mondo è convinto del peccato suo proprio e, quanto alla giustizia, di certo quella di Cristo? Non vedo che si possa intendere di diverso dal momento che dice: Quanto al peccato, perché non hanno creduto in me; quanto poi alla giustizia, perché vado al Padre. Quelli non hanno creduto, egli se ne va al Padre. Perciò, quanto al peccato, il loro proprio, ma quanto alla giustizia quella propria di lui. Ma perché ha voluto alludere alla giustizia solo accostandola al suo andare al Padre? Non è forse giustizia anche l'essere venuto quaggiù dal Padre? O non è piuttosto misericordia quella per cui viene a noi dal Padre, ed è certo giustizia perché va al Padre?
Per quale ragione è giustizia il ritorno di Cristo al Padre.
3. 4. Pertanto, fratelli, nell'abissale profondità delle Scritture - in quelle parole si può celare qualche mistero - intendo disarticolare ciò che a proposito si deve rendere accessibile, così come ad un tempo possiamo ricercare nella fede, in modo da meritare di conseguire un salutare profitto. Com'è allora che denomina giustizia il " perché va al Padre ", e non anche il " perché viene dal Padre "? Sarà in quanto il suo venire è misericordia e perciò è giustizia che egli vada; affinché apprendiamo che anche in noi non può adempiersi la giustizia se saremmo stati negligenti nel praticare la misericordia, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri? Avendo fatto questo avvertimento, l'Apostolo allegò subito dopo l'esempio del Signore stesso: Non fate nulla - dice - per spirito di rivalità o per vanagloria, ma in umile sentire di sé, l'uno considerando l'altro superiore a se stesso, non badando ciascuno al proprio interesse, ma anche a quello degli altri. Poi aggiunse immediatamente: Abbiate ciascuno in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù; il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un'appropriazione indebita il suo essere uguale a Dio, ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo, facendosi simile agli uomini e riconosciuto quale uomo dall'aspetto esteriore; umiliò se stesso, fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Questa è la misericordia per cui venne dal Padre. Qual è allora la giustizia per la quale va al Padre? Prosegue dicendo: Per questo Dio lo ha esaltato, e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua proclami che il Signore Gesù Cristo è nella gloria di Dio Padre 7. Questa è la giustizia per la quale va al Padre.
Cristo solo ascende in cielo. Un solo Cristo dal capo e dalle membra. Altra è l'unità di Cristo con il Padre, altra l'unità con noi.
4. 5. Ma se Cristo da solo va al Padre, che giova a noi? In che modo il mondo viene convinto quanto a tale giustizia dello Spirito Santo? Eppure se non andasse solo al Padre non direbbe in altro passo: Nessuno è salito al cielo se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo che è in cielo 8. Ma anche l'apostolo Paolo afferma: La nostra cittadinanza è nei cieli 9. Ma com'è questo? Perché dice parimenti: Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo si trova alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi siete morti infatti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio 10. In che modo allora egli solo? Da solo, magari per il fatto che Cristo, comprendendo tutte le sue membra, è uno, così come è uno il capo con il suo corpo? Ma qual è il corpo di lui, se non la Chiesa? Proprio come afferma il medesimo Dottore: Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte 11. Pertanto, poiché noi siamo caduti ed egli, per noi, è disceso, che vuol dire: Nessuno è salito, se non colui che è disceso, se non che nessuno è asceso, a meno che non sia diventato " il solo " insieme a lui, e connesso, quale membro, al corpo di lui che è disceso? Dice così anche ai discepoli: Perché senza di me non potete far nulla 12. In un modo infatti è una cosa sola con il Padre, in altro modo è una cosa sola con noi. E' una cosa sola con il Padre perché unica è la natura del Padre e del Figlio; è una cosa sola con il Padre perché, pur essendo di natura divina, non considerò un'appropriazione indebita l'essere uguale a Dio. Ma si è fatto un solo con noi, perché spogliò se stesso assumendo la condizione di servo 13; si è fatto uno solo con noi secondo la discendenza di Abramo, nel quale saranno benedette tutte le nazioni. Dopo aver ricondotto l'attenzione su questo, l'Apostolo precisa: [La Scrittura] non dice: E ai tuoi discendenti, come se si trattasse di molti, ma: E alla tua discendenza, come a uno solo, che è Cristo. E poiché anche noi abbiamo parte a quello che è Cristo, per effetto della nostra comune incorporazione e coesione a quel capo, Cristo è uno solo; e perché anche a noi dice: Allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa 14. Infatti, se una sola è la discendenza di Abramo, e quell'unica discendenza di Abramo non s'intende identificata altrimenti che in Cristo, e poiché anche noi siamo questa discendenza di Abramo, consegue che questa totalità, cioè capo e corpo, è il solo Cristo.
In che modo è nostra la giustizia di Cristo.
5. 6. Anche per questo non ci dobbiamo ritenere separati da quella giustizia cui fa riferimento il Signore stesso, dicendo: Quanto alla giustizia, perché vado al Padre 15. Poiché siamo infatti risorti anche noi con Cristo e, con il nostro capo, noi siamo Cristo, per ora nella fede e nella speranza; ma la nostra speranza avrà il suo compimento nella risurrezione ultima dei morti. Ma quando la nostra speranza sarà compiuta, raggiungerà la sua pienezza anche la nostra giustificazione. A renderla perfetta sarà il Signore che ha mostrato nella sua carne (cioè nel nostro capo), nella quale è risuscitato ed è asceso al Padre, che cosa dobbiamo sperare. Perché così è stato scritto: E' stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione 16. Perciò il mondo è convinto quanto al peccato in coloro che non credono in Cristo, e quanto alla giustizia in coloro che risorgono tra le membra di Cristo. E' stato detto al riguardo: Perché noi potessimo diventare, per mezzo di lui, giustizia di Dio 17. Infatti, se non per mezzo di lui, in nessun modo saremmo giustizia. Ma se per mezzo di lui, egli, il Cristo totale, con noi va al Padre, e questa realtà porterà a compimento in noi la perfetta giustizia. Perciò il mondo è convinto anche quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è già giudicato 18: cioè il diavolo principe degli empi; costoro non danno al cuore altra dimora fuori di questo mondo che amano e ne segue di esser chiamati mondo; come in cielo è la nostra patria se saremo risuscitati con Cristo. In conseguenza, a quel modo che Cristo è uno con noi, cioè con il suo capo, così il diavolo è uno con un certo qual suo corpo, con tutti gli empi dei quali è capo. Pertanto, come noi non siamo separati dalla giustizia, che il Signore rimanda al perché vado al Padre, così gli empi non sono separati da quel giudizio del quale ha detto: Perché il principe di questo mondo è stato già giudicato.
1 - Gv 16, 8-11.
2 - Gc 4, 6.
3 - Cf. Rm 3, 23.
4 - Cf. Rm 5, 12.
5 - Gv 16, 8.
6 - Gv 16,10.
7 - Fil 2, 3-11.
8 - Gv 3, 13.
9 - Fil 3, 20.
10 - Col 3, 1-3.
11 - 1 Cor 12, 27.
12 - Gv 15, 5.
13 - Fil 2, 6-7.
14 - Gal 3, 16. 29.
15 - Gv 16, 10.
16 - Rm 4, 25.
17 - 2 Cor 5, 21.
18 - Gv 16, 11.
Il serpente e il Rosario
I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco
Leggilo nella BibliotecaNel febbraio del 1848 il marchese Roberto d’Azeglio, amico personale di
Carlo Alberto e senatore del Regno, onorò l’Oratorio di Don Bosco di una
sua visita. Il Santo lo accompagnò a visitare tutta la casa. Il
marchese espresse la sua viva compiacenza, ma con una riserva. Definì
tempo perduto quello occupato a recitare il Rosario.
— Lasci — disse — di far recitare quell’anticaglia di 50 Ave Maria infilzate una dopo l’altra.
— Ebbene — rispose Don Bosco —, io ci tengo molto a tale pratica; e su
questa potrei dire che è fondata la mia istituzione; sarei disposto a
lasciare tante altre cose pure importanti, ma non questa.
E con il coraggio che gli era proprio soggiunse:
— E anche, se fosse necessario, sarei disposto a rinunziare alla sua preziosa amicizia, ma non mai alla recita del S. Rosario.
A stimolare i giovani ad amare il Rosario era incoraggiato anche dai
suoi sogni. Ne citiamo uno. Lo ebbe la vigilia dell’Assunta del 1862.
Sognò di trovarsi nella sua borgata natia — oggi Colle Don Bosco — in
casa del fratello, con tutti i suoi giovani. Ed ecco che gli si presenta
Uno (la solita Guida dei suoi sogni) che lo invita ad andare nel prato
attiguo al cortile, e là gli indica un serpentaccio lungo 7-8 metri, di
una grossezza straordinaria. Don Bosco inorridisce e vuole fuggire. Ma
la Guida lo invita a non aver paura e a fermarsi. Poi va a prendere una
corda, ritorna da Don Bosco e gli dice:
— Prenda questa corda per un capo e la tenga ben stretta; io prenderò l’altro capo e sospenderemo la corda sul serpente.
— E poi?
— E poi gliela sbatteremo sulla schiena.
— Ah! No, per carità! Guai se noi faremo questo. Il serpente si rivolterà inviperito e ci farà a pezzi.
«Ma la Guida insistette — narra Don Bosco — e mi assicurò che il
serpente non mi avrebbe fatto alcun male, e tanto disse che io
acconsentii a fare come voleva. Egli intanto alzò la corda e con questa
diede una sferzata sulla schiena del rettile. Il serpente fa un salto e
volge la testa indietro per mordere ciò che l’ha percosso, ma resta
allacciato come in un cappio scorsoio.
— Tenga stretto — grida la Guida — e non lasci sfuggire la corda.
E corse a legare il capo della corda che aveva in mano a un pero
vicino; poi legò il capo della corda che tenevo io all’inferriata di una
finestra della casa. Frattanto il serpente si dibatteva furiosa mente e
dava tali colpi in terra con la testa e con le immani sue spire, che le
sue carni si laceravano e ne saltavano i pezzi a grande distanza. Così
continuò finché non rimase di lui che lo scheletro spolpato.
Morto il serpente, la Guida slegò la corda dall’albero e dalla finestra,
la raccolse e la chiuse in una cassetta. Dopo qualche istante l’aprì.
Con stupore mio e dei giovani che erano accorsi, vedemmo che quella
corda si era disposta in modo da formare le parole:
Ave Maria.
La Guida spiegò:
— Il serpente figura il demonio e la corda l’Ave Maria o piuttosto il
Rosario, che è una continuazione di Ave Maria, con le quali si possono
battere, vincere, distruggere tutti i demoni dell’inferno».
A questo punto agli occhi di Don Bosco si presentò una scena ben
dolorosa: vide giovani che raccoglievano pezzi di carne del serpente e
ne mangiavano e restavano avvelenati.
«Io non sapevo darmi pace — racconta Don Bosco — perché nonostante i
miei avvisi, continuavano a mangiare. Io gridavo all’uno, gridavo
all’altro; davo schiaffi a questo, pugni a quello, cercando di impedire
che mangiassero, ma inutilmente. Io ero fuori di me stesso, allorché
vidi tutt’intorno un gran numero di giovani distesi per terra in uno
stato miserando».
Allora Don Bosco si rivolse alla Guida:
—- Ma non c’è un rimedio a tanto male?
— Sì che c’è.
— Quale sarebbe?
— Non c’è altro che l’incudine e il martello.
— Come? Debbo forse metterli sull’incudine e batterli col martello?
— Ecco — rispose la Guida — il martello significa la Confessione, l’incudine la Comunione: bisogna far uso di questi due mezzi.
11-59 Settembre 3, 1913 Quando Gesù mette l’anima nella sua Volontà, e lei fa stabile soggiorno nel suo Volere, si mette nelle sue stesse condizioni.
Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)
(1) Mentre stavo pregando, ma io non so spiegarmi bene, può essere pure una mia fina superbia, non ci penso mai a me stessa, alle mie grandi miserie, ma sempre per riparare, per consolare Gesù, per i peccatori, per tutti, ma non che ci penso prima, no, solo basta mettermi a pregare e mi trovo in quel punto. Ora, io stavo in pensiero di ciò, ed il mio sempre amabile Gesù venendo mi ha detto:
(2) “Figlia mia, come? Ti dai pensiero per questo? Tu devi sapere che quando Io metto l’anima nella mia Volontà e lei fa stabile soggiorno nel mio Volere, essendo che la mia Volontà contiene tutti i beni possibili ed immaginabili, perciò l’anima si sente che abbonda di tutto e si mette nelle mie stesse condizioni, cioè che sente necessità di dare anziché di ricevere, si sente che lei di nulla ha bisogno, e se vuole può prendere ciò che vuole, non chiedere. E siccome la mia Volontà contiene una forza irresistibile di voler dare, allora è contenta quando dà, e mentre dà resta più assetata di dare, e a che strette si trova quando vuol dare e non trova a chi dare! Figlia, l’anima che fa la mia Volontà la metto alle mie stesse condizioni, e a parte delle mie grandi gioie e amarezze, e tutto il suo operato è suggellato col disinteresse di sé stessa. Ah! sì, chi fa il mio Volere è il vero sole che dà luce e calore a tutti, e si sente la necessità di dare questa luce e calore; e mentre dà a tutti, il sole non prende nulla da nessuno, perché lui è superiore a tutto e non c’è sulla terra chi può eguagliarlo nella luce e nel gran fuoco che contiene. Ah! se potessero vedere un’anima che fa la mia Volontà, la vedrebbero più che sole maestoso in atto di far bene a tutti, e quel che è più, scorgerebbero in questo sole Me stesso. Sicché il segno che l’anima è giunta a fare la mia Volontà, è se si sente in condizioni di dare. Hai capito? ”