Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

E un inconveniente vero e proprio essere composti di un corpo e di un'anima! Questo miserabile frate asino, come lo chiamava san Francesco di Assisi, è spesso d'impaccio alla sua nobile sorella e le impedisce di lanciarsi là  dove essa vorrebbe... In fin dei conti, nonostante i suoi difetti, non mi sento di maledirlo. È pur sempre utile a qualche cosa, perché fa guadagnare il cielo alla sua compagna e lo guadagna anche per sé. (Santa Teresina di Lisieux)

Liturgia delle Ore - Letture

Lunedi della 5° settimana del tempo ordinario

Per questa Liturgia delle Ore è disponibile sia la versione del tempo corrente che quella dedicata alla memoria di un Santo. Per cambiare versione, clicca su questo collegamento.
Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 2

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.2Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio.3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme,5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
8C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,10ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:11oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

14"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama".

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".16Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.18Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano.19Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
20I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

21Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

22Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,23come è scritto nella Legge del Signore: 'ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore';24e per offrire in sacrificio 'una coppia di tortore o di giovani colombi', come prescrive la Legge del Signore.
25Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele;26lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.27Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,28lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

29"Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
31preparata da te davanti a tutti i popoli,
32luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele".

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.34Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione35perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".

36C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

41I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza;43ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.44Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti;45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava.47E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.48Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo".49Ed egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?".50Ma essi non compresero le sue parole.

51Partì dunque con loro e tornò a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.52E Gesù 'cresceva' in sapienza, età 'e grazia davanti a Dio e agli uomini'.


Deuteronomio 1

1Queste sono le parole che Mosè rivolse a tutto Israele oltre il Giordano, nel deserto, nella valle dell'Araba, di fronte a Suf, tra Paran, Tofel, Laban, Cazerot e Di-Zaab.2Vi sono undici giornate dall'Oreb, per la via del monte Seir, fino a Kades-Barnea.3Nel quarantesimo anno, l'undicesimo mese, il primo giorno del mese, Mosè parlò agli Israeliti, secondo quanto il Signore gli aveva ordinato di dir loro.4Dopo aver sconfitto Sicon, re degli Amorrei, che abitava in Chesbon, e Og, re di Basan, che abitava in Astarot e in Edrei,5oltre il Giordano, nel paese di Moab, Mosè cominciò a spiegare questa legge:
6"Il Signore nostro Dio ci ha parlato sull'Oreb e ci ha detto: Avete dimorato abbastanza su questa montagna;7voltatevi, levate l'accampamento e andate verso le montagne degli Amorrei e in tutte le regioni vicine: la valle dell'Araba, le montagne, la Sefela, il Negheb, la costa del mare, nel paese dei Cananei e nel Libano, fino al grande fiume, il fiume Eufrate.8Ecco, io vi ho posto il paese dinanzi; entrate, prendete in possesso il paese che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri, Abramo, Isacco e Giacobbe, e alla loro stirpe dopo di essi.
9In quel tempo io vi ho parlato e vi ho detto: Io non posso da solo sostenere il carico del popolo.10Il Signore vostro Dio vi ha moltiplicati ed ecco oggi siete numerosi come le stelle del cielo.11Il Signore, Dio dei vostri padri, vi aumenti anche mille volte di più e vi benedica come vi ha promesso di fare.12Ma come posso io da solo portare il vostro peso, il vostro carico e le vostre liti?13Sceglietevi nelle vostre tribù uomini saggi, intelligenti e stimati, e io li costituirò vostri capi.

14Voi mi rispondeste: Va bene ciò che proponi di fare.15Allora presi i capi delle vostre tribù, uomini saggi e stimati, e li stabilii sopra di voi come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine, capi di decine, e come scribi nelle vostre tribù.16In quel tempo diedi quest'ordine ai vostri giudici: Ascoltate le cause dei vostri fratelli e giudicate con giustizia le questioni che uno può avere con il fratello o con lo straniero che sta presso di lui.17Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali, darete ascolto al piccolo come al grande; non temerete alcun uomo, poiché il giudizio appartiene a Dio; le cause troppo difficili per voi le presenterete a me e io le ascolterò.18In quel tempo io vi ordinai tutte le cose che dovevate fare.
19Poi partimmo dall'Oreb e attraversammo tutto quel deserto grande e spaventoso che avete visto, dirigendoci verso le montagne degli Amorrei, come il Signore nostro Dio ci aveva ordinato di fare, e giungemmo a Kades-Barnea.20Allora vi dissi: Siete arrivati presso la montagna degli Amorrei, che il Signore nostro Dio sta per darci.21Ecco il Signore tuo Dio ti ha posto il paese dinanzi; entra, prendine possesso, come il Signore Dio dei tuoi padri ti ha detto; non temere e non ti scoraggiare!22Voi vi accostaste a me tutti e diceste: Mandiamo uomini innanzi a noi, che esplorino il paese e ci riferiscano sul cammino per il quale noi dovremo salire e sulle città nelle quali dovremo entrare.23La proposta mi piacque e scelsi dodici uomini tra di voi, uno per tribù.24Quelli si incamminarono, salirono verso i monti, giunsero alla valle di Escol ed esplorarono il paese.25Presero con le mani i frutti del paese, ce li portarono e ci fecero questa relazione: È buono il paese che il Signore nostro Dio sta per darci.26Ma voi non voleste entrarvi e vi ribellaste all'ordine del Signore vostro Dio;27mormoraste nelle vostre tende e diceste: Il Signore ci odia, per questo ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto per darci in mano agli Amorrei e per distruggerci.28Dove possiamo andare noi? I nostri fratelli ci hanno scoraggiati dicendo: Quella gente è più grande e più alta di noi; le città sono grandi e fortificate fino al cielo; abbiamo visto là perfino dei figli degli Anakiti.
29Allora dissi a voi: Non spaventatevi e non abbiate paura di loro.30Il Signore stesso vostro Dio, che vi precede, combatterà per voi, come ha fatto tante volte sotto gli occhi vostri in Egitto31e come ha fatto nel deserto, dove hai visto come il Signore tuo Dio ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il cammino che avete fatto, finché siete arrivati qui.32Nonostante questo, non aveste fiducia nel Signore vostro Dio33che andava innanzi a voi nel cammino per cercarvi un luogo dove porre l'accampamento: di notte nel fuoco, per mostrarvi la via dove andare, e di giorno nella nube.
34Il Signore udì le vostre parole, si adirò e giurò:35Nessuno degli uomini di questa malvagia generazione vedrà il buon paese che ho giurato di dare ai vostri padri,36se non Caleb, figlio di Iefunne. Egli lo vedrà e a lui e ai suoi figli darò la terra che ha calcato, perché ha pienamente seguito il Signore.37Anche contro di me si adirò il Signore, per causa vostra, e disse: Neanche tu vi entrerai,38ma vi entrerà Giosuè, figlio di Nun, che sta al tuo servizio; incoraggialo, perché egli metterà Israele in possesso di questo paese.39E i vostri bambini, dei quali avete detto: Diventeranno oggetto di preda! e i vostri figli, che oggi non conoscono né il bene né il male, essi vi entreranno; a loro lo darò ed essi lo possiederanno.40Ma voi volgetevi indietro e incamminatevi verso il deserto, in direzione del Mare Rosso.
41Allora voi mi rispondeste: Abbiamo peccato contro il Signore! Entreremo e combatteremo in tutto come il Signore nostro Dio ci ha ordinato. Ognuno di voi cinse le armi e presumeste di salire verso la montagna.42Il Signore mi disse: Ordina loro: Non salite e non combattete, perché io non sono in mezzo a voi; voi sarete sconfitti davanti ai vostri nemici.43Io ve lo dissi, ma voi non mi ascoltaste; anzi vi ribellaste all'ordine del Signore, foste presuntuosi e osaste salire verso i monti.44Allora gli Amorrei, che abitano quella montagna, uscirono contro di voi, vi inseguirono come fanno le api e vi batterono in Seir fino a Corma.45Voi tornaste e piangeste davanti al Signore; ma il Signore non diede ascolto alla vostra voce e non vi porse l'orecchio.46Così rimaneste in Kades molti giorni, per tutto il tempo in cui vi siete rimasti.


Proverbi 18

1Chi si tiene appartato cerca pretesti
e con ogni mezzo attacca brighe.
2Lo stolto non ama la prudenza,
ma vuol solo far mostra dei suoi sentimenti.
3Con l'empietà viene il disprezzo,
con il disonore anche l'ignominia.
4Le parole della bocca dell'uomo sono acqua profonda,
la fonte della sapienza è un torrente che straripa.
5Non è bene usar riguardi all'empio
per far torto al giusto in un giudizio.
6Le labbra dello stolto provocano liti
e la sua bocca gli provoca percosse.
7La bocca dello stolto è la sua rovina
e le sue labbra sono un laccio per la sua vita.
8Le parole del calunniatore sono come ghiotti bocconi
che scendono in fondo alle viscere.
9Chi è indolente nel lavoro è fratello del dissipatore.
10Torre fortissima è il nome del Signore:
il giusto vi si rifugia ed è al sicuro.
11I beni del ricco sono la sua roccaforte,
come un'alta muraglia, a suo parere.
12Prima della caduta il cuore dell'uomo si esalta,
ma l'umiltà viene prima della gloria.
13Chi risponde prima di avere ascoltato
mostra stoltezza a propria confusione.
14Lo spirito dell'uomo lo sostiene nella malattia,
ma uno spirito afflitto chi lo solleverà?
15La mente intelligente acquista la scienza,
l'orecchio dei saggi ricerca il sapere.
16Il dono fa largo all'uomo
e lo introduce alla presenza dei grandi.
17Il primo a parlare in una lite sembra aver ragione,
ma viene il suo avversario e lo confuta.
18La sorte fa cessar le discussioni
e decide fra i potenti.
19Un fratello offeso è più irriducibile d'una roccaforte,
le liti sono come le sbarre di un castello.
20Con la bocca l'uomo sazia il suo stomaco,
egli si sazia con il prodotto delle labbra.
21Morte e vita sono in potere della lingua
e chi l'accarezza ne mangerà i frutti.
22Chi ha trovato una moglie ha trovato una fortuna,
ha ottenuto il favore del Signore.
23Il povero parla con suppliche,
il ricco risponde con durezza.
24Ci sono compagni che conducono alla rovina,
ma anche amici più affezionati di un fratello.


Salmi 89

1'Maskil. Di Etan l'Ezraita.'
2Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
3perché hai detto: "La mia grazia rimane per sempre";
la tua fedeltà è fondata nei cieli.
4"Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide mio servo:
5stabilirò per sempre la tua discendenza,
ti darò un trono che duri nei secoli".

6I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,
la tua fedeltà nell'assemblea dei santi.
7Chi sulle nubi è uguale al Signore,
chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio?
8Dio è tremendo nell'assemblea dei santi,
grande e terribile tra quanti lo circondano.

9Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti?
Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona.
10Tu domini l'orgoglio del mare,
tu plachi il tumulto dei suoi flutti.
11Tu hai calpestato Raab come un vinto,
con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.

12Tuoi sono i cieli, tua è la terra,
tu hai fondato il mondo e quanto contiene;
13il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati,
il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome.
14È potente il tuo braccio,
forte la tua mano, alta la tua destra.
15Giustizia e diritto sono la base del tuo trono,
grazia e fedeltà precedono il tuo volto.

16Beato il popolo che ti sa acclamare
e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:
17esulta tutto il giorno nel tuo nome,
nella tua giustizia trova la sua gloria.
18Perché tu sei il vanto della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra potenza.
19Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d'Israele.

20Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo:
"Ho portato aiuto a un prode,
ho innalzato un eletto tra il mio popolo.
21Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l'ho consacrato;
22la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.

23Su di lui non trionferà il nemico,
né l'opprimerà l'iniquo.
24Annienterò davanti a lui i suoi nemici
e colpirò quelli che lo odiano.
25La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
26Stenderò sul mare la sua mano
e sui fiumi la sua destra.

27Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza.
28Io lo costituirò mio primogenito,
il più alto tra i re della terra.
29Gli conserverò sempre la mia grazia,
la mia alleanza gli sarà fedele.
30Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.

31Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
32se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi,
33punirò con la verga il loro peccato
e con flagelli la loro colpa.

34Ma non gli toglierò la mia grazia
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
35Non violerò la mia alleanza,
non muterò la mia promessa.
36Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre:
certo non mentirò a Davide.
37In eterno durerà la sua discendenza,
il suo trono davanti a me quanto il sole,
38sempre saldo come la luna,
testimone fedele nel cielo".

39Ma tu lo hai respinto e ripudiato,
ti sei adirato contro il tuo consacrato;
40hai rotto l'alleanza con il tuo servo,
hai profanato nel fango la sua corona.
41Hai abbattuto tutte le sue mura
e diroccato le sue fortezze;
42tutti i passanti lo hanno depredato,
è divenuto lo scherno dei suoi vicini.

43Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali,
hai fatto gioire tutti i suoi nemici.
44Hai smussato il filo della sua spada
e non l'hai sostenuto nella battaglia.
45Hai posto fine al suo splendore,
hai rovesciato a terra il suo trono.
46Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza
e lo hai coperto di vergogna.

47Fino a quando, Signore,
continuerai a tenerti nascosto,
arderà come fuoco la tua ira?
48Ricorda quant'è breve la mia vita.
Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?
49Quale vivente non vedrà la morte,
sfuggirà al potere degli inferi?

50Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo,
che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?
51Ricorda, Signore, l'oltraggio dei tuoi servi:
porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
52con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano,
insultano i passi del tuo consacrato.
53Benedetto il Signore in eterno.
Amen, amen.


Ezechiele 38

1Mi fu rivolta questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, volgiti verso Gog nel paese di Magòg, principe capo di Mesech e Tubal, e profetizza contro di lui.
Annunzierai:3Dice il Signore Dio: Eccomi contro di te Gog, principe capo di Mesech e Tubal,4io ti aggirerò, ti metterò ganci alle mascelle e ti farò uscire con tutto il tuo esercito, cavalli e cavalieri tutti ben equipaggiati, truppa immensa con scudi grandi e piccoli, e tutti muniti di spada.5La Persia, l'Etiopia e Put sono con loro, tutti con scudi ed elmi.6Gomer e tutte le sue schiere, la gente di Togarmà, le estreme regioni del settentrione e tutte le loro forze, popoli numerosi sono con te.
7Sta' pronto, fa' i preparativi insieme con tutta la moltitudine che si è radunata intorno a te: sii a mia disposizione.8Dopo molto tempo ti sarà dato l'ordine: sul finire degli anni tu andrai contro una nazione che è sfuggita alla spada, che in mezzo a molti popoli si è radunata sui monti d'Israele, rimasti lungamente deserti. Essa rimpatriò dalle genti e tutti abitano tranquilli.9Tu vi salirai, vi giungerai come un uragano: sarai come un nembo che avvolge la terra, tu con tutte le tue schiere e con i popoli numerosi che sono con te.10Dice il Signore Dio: In quel giorno ti verranno in mente dei pensieri e concepirai progetti malvagi.11Tu dirai: Andrò contro una terra indifesa, assalirò genti tranquille che si tengono sicure, che abitano tutte in luoghi senza mura, che non hanno né sbarre né porte,12per depredare, saccheggiare, metter la mano su rovine ora ripopolate e sopra un popolo che si è riunito dalle nazioni, dedito agli armenti e ai propri affari, che abita al centro della terra.
13Saba, Dedan, i commercianti di Tarsis e tutti i suoi leoncelli ti domanderanno: Vieni per saccheggiare? Hai radunato la tua gente per venir a depredare e portar via argento e oro, per rapire armenti e averi e per fare grosso bottino?14Perciò predici, figlio dell'uomo, e annunzia a Gog: Così dice il Signore Dio: In quel giorno, quando il mio popolo Israele dimorerà del tutto sicuro, tu ti leverai,15verrai dalla tua dimora, dagli estremi confini del settentrione, tu e i popoli numerosi che sono con te, tutti su cavalli, una turba grande, un esercito potente.16Verrai contro il mio popolo Israele, come un nembo per coprire la terra. Sul finire dei giorni io ti manderò sulla mia terra perché le genti mi conoscano quando per mezzo tuo, o Gog, manifesterò la mia santità davanti ai loro occhi.17Così dice il Signore Dio: Non sei tu quegli di cui parlai nei tempi antichi per mezzo dei miei servi, i profeti d'Israele, i quali, in quei tempi e per molti anni, profetizzarono che io ti avrei mandato contro di loro?18Ma, quando Gog giungerà nel paese d'Israele - parola del Signore Dio - divamperà la mia collera.19Nella mia gelosia e nel mio furore ardente io vi dichiaro: In quel giorno ci sarà un gran terremoto nel paese di Israele:20davanti a me tremeranno i pesci del mare, gli uccelli del cielo, gli animali selvatici, tutti i rettili che strisciano sul terreno e ogni uomo che è sulla terra: i monti franeranno, le rocce cadranno e ogni muro rovinerà al suolo.
21Contro di lui, per tutti i monti d'Israele, chiamerò la spada. Parola del Signore Dio. La spada di ognuno di essi sarà contro il proprio fratello.22Farò giustizia di lui con la peste e con il sangue: farò piovere su di lui e le sue schiere, sopra i popoli numerosi che sono con lui, torrenti di pioggia e grandine, fuoco e zolfo.23Io mostrerò la mia potenza e la mia santità e mi rivelerò davanti a genti numerose e sapranno che io sono il Signore".


Prima lettera ai Corinzi 14

1Ricercate la carità. Aspirate pure anche ai doni dello Spirito, soprattutto alla profezia.2Chi infatti parla con il dono delle lingue non parla agli uomini, ma a Dio, giacché nessuno comprende, mentre egli dice per ispirazione cose misteriose.3Chi profetizza, invece, parla agli uomini per loro edificazione, esortazione e conforto.4Chi parla con il dono delle lingue edifica se stesso, chi profetizza edifica l'assemblea.5Vorrei vedervi tutti parlare con il dono delle lingue, ma preferisco che abbiate il dono della profezia; in realtà è più grande colui che profetizza di colui che parla con il dono delle lingue, a meno che egli anche non interpreti, perché l'assemblea ne riceva edificazione.
6E ora, fratelli, supponiamo che io venga da voi parlando con il dono delle lingue; in che cosa potrei esservi utile, se non vi parlassi in rivelazione o in scienza o in profezia o in dottrina?7È quanto accade per gli oggetti inanimati che emettono un suono, come il flauto o la cetra; se non si distinguono con chiarezza i suoni, come si potrà distinguere ciò che si suona col flauto da ciò che si suona con la cetra?8E se la tromba emette un suono confuso, chi si preparerà al combattimento?9Così anche voi, se non pronunziate parole chiare con la lingua, come si potrà comprendere ciò che andate dicendo? Parlerete al vento!10Nel mondo vi sono chissà quante varietà di lingue e nulla è senza un proprio linguaggio;11ma se io non conosco il valore del suono, sono come uno straniero per colui che mi parla, e chi mi parla sarà uno straniero per me.
12Quindi anche voi, poiché desiderate i doni dello Spirito, cercate di averne in abbondanza, per l'edificazione della comunità.13Perciò chi parla con il dono delle lingue, preghi di poterle interpretare.14Quando infatti prego con il dono delle lingue, il mio spirito prega, ma la mia intelligenza rimane senza frutto.15Che fare dunque? Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con l'intelligenza; canterò con lo spirito, ma canterò anche con l'intelligenza.16Altrimenti se tu benedici soltanto con lo spirito, colui che assiste come non iniziato come potrebbe dire l'Amen al tuo ringraziamento, dal momento che non capisce quello che dici?17Tu puoi fare un bel ringraziamento, ma l'altro non viene edificato.18Grazie a Dio, io parlo con il dono delle lingue molto più di tutti voi;19ma in assemblea preferisco dire cinque parole con la mia intelligenza per istruire anche gli altri, piuttosto che diecimila parole con il dono delle lingue.
20Fratelli, non comportatevi da bambini nei giudizi; siate come bambini quanto a malizia, ma uomini maturi quanto ai giudizi.21Sta scritto nella Legge:

'Parlerò a questo popolo in altre lingue
e con labbra di stranieri,
ma neanche' così mi 'ascolteranno',

dice il Signore.22Quindi le lingue non sono un segno per i credenti ma per i non credenti, mentre la profezia non è per i non credenti ma per i credenti.23Se, per esempio, quando si raduna tutta la comunità, tutti parlassero con il dono delle lingue e sopraggiungessero dei non iniziati o non credenti, non direbbero forse che siete pazzi?24Se invece tutti profetassero e sopraggiungesse qualche non credente o un non iniziato, verrebbe convinto del suo errore da tutti, giudicato da tutti;25sarebbero manifestati i segreti del suo cuore, e così prostrandosi a terra adorerebbe Dio, proclamando che veramente Dio è fra voi.

26Che fare dunque, fratelli? Quando vi radunate ognuno può avere un salmo, un insegnamento, una rivelazione, un discorso in lingue, il dono di interpretarle. Ma tutto si faccia per l'edificazione.27Quando si parla con il dono delle lingue, siano in due o al massimo in tre a parlare, e per ordine; uno poi faccia da interprete.28Se non vi è chi interpreta, ciascuno di essi taccia nell'assemblea e parli solo a se stesso e a Dio.29I profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino.30Se uno di quelli che sono seduti riceve una rivelazione, il primo taccia:31tutti infatti potete profetare, uno alla volta, perché tutti possano imparare ed essere esortati.32Ma le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse ai profeti,33perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace.
34Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge.35Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea.
36Forse la parola di Dio è partita da voi? O è giunta soltanto a voi?37Chi ritiene di essere profeta o dotato di doni dello Spirito, deve riconoscere che quanto scrivo è comando del Signore;38se qualcuno non lo riconosce, neppure lui è riconosciuto.39Dunque, fratelli miei, aspirate alla profezia e, quanto al parlare con il dono delle lingue, non impeditelo.40Ma tutto avvenga decorosamente e con ordine.


Capitolo XXVI: L’eccelsa libertà dello spirito, frutto dell’umile preghiera più che dello studio

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1. O Signore, questo è il compito di chi vuole essere perfetto: non staccarsi mai spiritualmente dal tendere alle cose celesti e passare tra le molte preoccupazioni quasi senza affanno. E ciò non già per storditezza, ma per quel tal privilegio, proprio di uno spirito libero, di non essere attaccato ad alcuna cosa creata, con un affetto che sia contrario al volere di Dio. Ti scongiuro, o mio Dio pieno di misericordia, tienimi lontano dalle preoccupazioni di questa vita, così che esse non mi siano di troppo impaccio; tienimi lontano dalle molte esigenze materiali, così che io non sia prigioniero del piacere; tienimi lontano da tutto quanto è di ostacolo all'anima, così che io non finisca schiacciato da queste difficoltà. E non voglio dire che tu mi tenga lontano soltanto dalle cose che la vanità di questo mondo brama con pieno ardore; ma da tutte quelle miserie che, a causa della comune maledizione dell'umanità, gravano dolorosamente sull'anima del tuo servo, impedendole di accedere, a sua voglia, alla libertà dello spirito.  

2. O mio Dio, dolcezza ineffabile, muta in amarezza per me ogni piacere terrestre: esso mi distoglie dall'amare le cose eterne e mi avvince tristemente a sé, facendomi balenare qualcosa che, al momento, appare buono e gradito. O mio Dio, non sia più forte di me la carne, non sia più forte di me il sangue; non mi inganni il mondo, con la sua gloria passeggera; non mi vinca il diavolo, con la sua astuzia. Dammi fortezza a resistere, pazienza a sopportare, costanza a perseverare. In luogo di tutte le consolazioni del mondo, dammi la dolcissima unzione del tuo spirito; in luogo dell'attaccamento alle cose della terra, infondi in me l'amore della tua gloria. Ecco, per uno spirito fervoroso sono ben pesanti e cibo e bevanda e vestito e tutte le altre cose utili a sostenere il corpo. Di queste cose utili fa' che io usi moderatamente, senza attaccarmi ad esse con desiderio eccessivo. Abbandonare tutto non si può, perché alla natura si deve pur dare sostentamento; ma la santa legge di Dio vieta di cercare le cose superflue e quelle che danno maggiormente piacere. Diversamente la carne si porrebbe sfacciatamente contro lo spirito. Tra questi due estremi, mi regga la tua mano, o Signore, te ne prego; e mi guidi, per evitare ogni eccesso.


DISCORSO 164/A SU L'ELEMOSINA

Discorsi - Sant'Agostino

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A chi si deve fare l'elemosina.

1. Ci sono alcuni i quali ritengono che l'elemosina si debba offrire soltanto agli uomini giusti e che ai peccatori, invece, non bisogna dar nulla. In questo errore occupano il primo posto i Manichei, i quali credono che in qualsiasi alimento sono trattenute mescolate e collegate particelle di Dio e ritengono giusto che si debbano rispettare le particelle di Dio, così che non siano contaminate dai peccatori e incorrano in vincoli deteriori. Tale folle teoria, che offende la sensibilità di ogni persona di criterio soltanto a sentirla proposta, forse non merita di essere confutata. Altri, al contrario, non sono per nulla proclivi a smentirla, per cui ritengono non sia affatto il caso di sovvenire alle necessità alimentari dei peccatori, per non andare contro Dio, la cui indignazione verso di loro si fa conoscere, quasi che da questo debba mostrarsi adirato anche verso di noi perché abbiamo voluto aiutare quelli che egli vuole punire. Si servono perfino di prove tratte dalle Sacre Scritture, dove leggiamo: Usa misericordia, ma non accogliere il peccatore; agli empi e ai peccatori infliggi una punizione, benefica il misero e non dare all'empio. Poiché anche l'Altissimo ha in odio i peccatori e castiga gli empi 1. Non comprendendo in che senso siano da prendere tali parole, si rivestono di una riprovevole crudeltà. Di qui la necessità, fratelli, che di questo fatto io ne parli alla Carità vostra, ad evitare che, per errore di comprensione, vi capiti di essere in dissenso con la divina volontà.

L'Apostolo ammonisce ad usare misericordia verso tutti.

2. L'apostolo Paolo spiega nel modo più chiaro che la misericordia dev'essere dimostrata a tutti: Non stanchiamoci di fare il bene - egli dice - poiché abbiamo l'occasione, operiamo il bene verso tutti, ma soprattutto verso i fratelli nella fede 2. Se ne deduce con sufficiente evidenza che i giusti devono avere la precedenza come destinatari di opere di questo genere. In realtà quali altri possiamo intendere fratelli nella fede quando altrove è stato notato: Il giusto vive di fede 3? Tuttavia non dev'essere preclusa la misericordia agli altri uomini, anche se peccatori, anche se hanno verso di noi sentimenti ostili quando il nostro Salvatore ci ha avvertiti e ammonisce: Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano 4. E non è che questo non figuri nei Libri dell'Antico Testamento. Vi si legge infatti: Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare, se ha sete, dagli da bere 5, testo del quale si è servito anche l'Apostolo nel Nuovo Testamento 6.

Né indifferente quanto a punire né crudele quanto a soccorrere.

3. Con questo, tuttavia, non è che siano prive di verità le espressioni che abbiamo citato in precedenza, perché sono anch'essi precetti divini: Usa misericordia, ma non accogliere il peccatore 7. Queste parole sono state dette infatti perché tu non faccia il bene al peccatore in quanto è peccatore, ma perché tu faccia il bene a chi ti odia, in quanto è uomo. In tal modo osserverai l'uno e l'altro precetto, né indifferente quanto a punire, né inumano quanto a soccorrere. Infatti ognuno che rimprovera il peccatore con rettitudine, che altro vuole se non che quello non sia peccatore? Odia perciò in lui ciò che anche Dio odia, perché si annulli l'opera dell'uomo, e si liberi l'opera di Dio. Certo l'uomo ha fatto il peccato, però Dio ha creato l'uomo stesso. Ma quando pronunziamo questi due termini, l'uomo peccatore, non li diciamo certo a vuoto. In quanto è peccatore, riprendilo, in quanto è uomo, abbi compassione. E non renderai pienamente libero l'uomo se tu non sarai zelante nel punire in lui il peccatore. Ogni ordinamento attende a questo compito così come è idoneo e appropriato a chiunque è preposto, non solo al vescovo che è a capo del suo popolo, ma anche al povero che ha cura della sua famiglia, al ricco che comanda alla sua servitù, al marito che governa la sua donna, al padre che regge i suoi figli, al magistrato che è a capo della provincia, al re che governa la sua nazione. Tutti costoro, quando sono buoni, desiderano senz'altro il bene di coloro che reggono e, secondo il potere partecipato dal Signore dell'universo, che governa anche i reggitori, si adoperano affinché proprio quelli che reggono si conservino in quanto uomini e periscano in quanto peccatori 8. In tal modo adempiono ciò che è stato scritto: Usa misericordia, ma non accogliere il peccatore, per non consentire che perduri in lui la condizione di peccatore; e agli empi e ai peccatori infliggi una punizione; indicando con questo che sia distrutto in loro appunto quello per cui sono empi e peccatori. Benefica il misero, per il fatto che è misero, e non dare all'empio, per il fatto che è empio, poiché anche l'Altissimo ha in odio i peccatori e castiga gli empi 9; tuttavia, dato che essi non sono soltanto peccatori ed empi ma anche uomini, fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti 10. In conseguenza, a nessuno degli uomini si deve precludere la misericordia, a nessun peccato si deve aprire la via all'impunità.

Non si deve chiudere la porta della misericordia neppure ai peccatori perché anch'essi sono uomini.

4. Da qui, pertanto, si deve comprendere soprattutto come non si debba trascurare l'elemosina, che per diritto di natura si elargisce a tutti i poveri indistintamente, dal momento che il Signore stesso soccorreva l'indigenza dei poveri, attingendo anche a quelle borse che riempiva di ciò che altri offrivano 11. Poiché se qualcuno dirà: Né quegli infelici e quei miseri che il Signore comandò d'invitare di preferenza 12, né quelli che era solito soccorrere attingendo dalle borse, furono dei peccatori non ne consegue che, per queste testimonianze evangeliche, i misericordiosi abbiano anche il dovere di agitare o nutrire i peccatori; faccia attenzione costui a quanto ho già ricordato prima. Indubbiamente sono peccatori e di una malvagità estrema quelli che odiano e perseguitano la Chiesa, eppure è detto riguardo ad essi: Beneficate coloro che vi odiano 13. E ciò è sostenuto dall'esempio di Dio Padre che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti 14. Pertanto non accogliamo i peccatori in quanto sono peccatori, ma tuttavia riguardiamoli con benevolenza perché questi stessi sono in quanto sono anche uomini. Non desistiamo dal rimproverare ad essi la propria cattiveria, commiseriamo la comune condizione. E così non stanchiamoci di fare il bene, poiché abbiamo l'occasione, operiamo il bene verso tutti, ma soprattutto verso i fratelli nella fede 15.

1 - Sir 12, 4. 6-7.

2 - Gal 6, 10.

3 - Eb 10, 38.

4 - Mt 5, 44.

5 - Prv 25, 21.

6 - Rm 12, 20.

7 - Sir 12, 4.

8 - Cf. Sal 67, 3.

9 - Sir 12, 4. 6.

10 - Mt 5, 45.

11 - Cf. Gv 13, 29.

12 - Cf. Lc 14, 13.

13 - Mt 5, 44.

14 - Mt 5, 45.

15 - Gal 6, 10.


Capitolo VI: La grazia di Maria è quadruplice : dei doni, delle labbra, dei privilegi e dei premi.

Lo specchio della Beata Vergine Maria - Beato Corrado di Sassonia

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Ave, Maria, piena di grazia. Ancora, o carissimi, dobbiamo dire qualcosa della grazia della dolcissima V. Maria. È da considerarsi dunque come la grazia in Maria sia quadruplice : grazia dei doni, grazia delle labbra, grazia dei privilegi, grazia dei premi.
In primo luogo considerate, o carissimi, in Maria la grazia dei doni dello Spirito Santo. Di questa grazia Maria congratulandosi può dire col 24° dell’Ecclesiastico (Vers. 25) : In me ogni grazia di vita e di verità. Che meraviglia, se è piena della grazia di vita e di verità essa che è la madre di colui del quale leggiamo che è pieno di grazia e di verità ! E che meraviglia se è tanta l’abbondanza dei doni dello Spirito Santo in quella verga sul cui fiore riposò Io Spirito Santo con tanta sovrabbondanza dei suoi doni ! Maria infatti è quella Verga e il figlio di Maria è quel fiore di cui si dice nel capo 11° di Isaia (Vers . l, seg.) : sorgerà una verga dalla radice di lesse, e spunterà un fiore dalla radice di lui, e riposerà su di lui lo Spirito del Signore: Spirito di sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza di pietà, e lo spirito del timore del Signore lo riempirà. In questo fiore è mirabile la sovrabbondanza dello Spirito Santo, di cui si fa nella Chiesa di Dio sì ammirabile infusione, che S. Giovanni Evangelista può dire (loan. 2, 16) : Della pienezza di lui tutti noi riceviamo grazia per grazia. Poiché dunque da questo fiore ridonda tanta grazia in tutto l’orto, in tutta la Chiesa, quanto più nello stelo di questo fiore, in Maria stessa! Dica dunque Maria, dica sicuramente: in me ogni grazia di vita e di verità. La grazia certamente, di vita e di verità consiste nei predetti sette doni dello Spirito Santo. Infatti per i predetti sette doni fu in Maria la grazia di vita e verità. La grazia della verità ordinò Maria nella verità sopra di sé e sotto di sé, entro sé e fuori di sé!  La grazia, dico, della verità ordinò Maria nella verità sopra di sé per il dono della sapienza ; sotto di sé per il dono del consiglio ; entro sé per il dono dell’intelletto ; fuori di sé per il dono della scienza. La grazia di verità ordinò l'anima di Maria nella verità ; sopra di sé nella sapientissima contemplazione delle cose da godersi ; sotto di sé, nella prudentissima cautela delle cose da fuggirsi ; entro sé, nella certissima cognizione delle cose da credersi ; fuori di sé, nella ragionevolissima distinzione delle cose da farsi. — La grazia della vita poi ordinò Maria nella bontà della vita rispetto al diavolo, rispetto al prossimo, rispetto a Dio. La grazia della vita, dico, ordinò Maria nella bontà della vita : verso il diavolo, per il dono della fortezza ; verso il prossimo, per il dono della pietà ; verso Dio per il dono del timore. La grazia della vita ordinò la vita di Maria in una fortissima resistenza verso il diavolo ; in una purissima benevolenza verso il prossimo ; in una devotissima riverenza verso Dio. Per questo lo Spirito Santo raffigurò Maria convenientissimamente per quella casa che a sé stessa edificò con sì grande maestria la Sapienza increata con le sette colonne dei sette doni dello Spirito Santo (Prov. 9, 1.). Chiunque perciò ha incominciato a desiderare le colonne dello Spirito Santo, egli ne può vedere in questa casa la forma ; può anche trovare in questa casa l’artefice che egli deve andar cercando con grandi desideri e preghiere. Similmente chiunque desidera acquistare la settiforme grazia dello Spirito Santo, egli deve cercare nella verga il fiore dello Spirito santo. Giungiamo infatti per la verga al fiore, per il fiore allo spirito che riposa in quello, quando per Maria ci accostiamo a Cristo e per Cristo troviamo la grazia dello Spirito Santo. Per questo, bene S. Bernardo rivolto a Maria dice (Serm. 2 de Adven. Dom. n. 5) : " Per te abbiamo adito al Figlio, o benedetta ritrovatrice della grazia, genitrice della vita, madre della salute, onde per te ci ricerca colui che per te ci fu dato “.
In secondo luogo considerate, o carissimi, in Maria la grazia delle labbra ; di cui nel salmo si dice (Psalm. 44, 3) : Cosparsa è la grazia sulle tue labbra. Tanta invero fu la grazia delle labbra in Maria, che essa ottimamente può raffigurarsi per quella Giuditta di cui nell’11° capo di Giuditta è detto (Vers. 19): Non vi è sulla terra altra donna, tale nell'aspetto nella bellezza e nel significato delle parole. In verità non vi è, non vi fu, non vi sarà altra donna tale, quale fu Maria, nell’aspetto di una nobilissima vita, nella bellezza di una purissima coscienza, e nel significato delle parole di una eloquentissima lingua. La grazia delle labbra di Maria la vedremo evidentemente se raccoglieremo diligentemente dal Vangelo le parole  delle  sue labbra. Troviamo  infatti nel Vangelo  sette melliflue sentenze   sgorganti  dalle  melliflue labbra di Maria e indicanti ottimamente la grazia melliflua delle sue labbra, secondo il detto del capo 4° della Cantica (Vers. 11) : Favo stillante le tue labbra, o sposa. Sette gocce di miele sono le sette dolcissime parole di Maria che ella si legge abbia rivolto all’angelo, all’uomo e a Dio. Due all'angelo, due all’uomo, tre a Dio.
All’Angelo rivolse la parola della castità e la parola dell’umiltà. Ebbe sul labbro Maria la parola della castità all’angelo, quando a lui rispondendo disse : In qual modo avverrà questo, se io non conosco alcun uomo? Ciò è contro gli impuri che hanno sul labbro parole non caste, non pudiche, ma impure e turpi e carnali. Ebbe sul labbro Maria la parole dell'umiltà all’angelo, quando a lui umilmente rispondendo disse: Ecco la serva del Signore, si faccia con me secondo la tua parola. Ciò è contro i superbi e gli arroganti, che di sé né umilmente sentono né umilmente parlano, ma hanno sul labbro parole di millanteria e ambizione. — Similmente, con l'uomo Maria ebbe la parola della carità e della verità : parola di carità nel saluto, parola di verità Dell'insegnamento. La parola della carità con l’uomo Maria l’ebbe quando salutò la madre del Precursore tanto affettuosamente che ne esultò nel seno di lei perfino l'infante. Questo è contro i pieni di rancore che non parlano ai loro prossimi con carità o non si degnano affatto parlar con loro. La parola della verità Maria l’ebbe sul labbro quando, mancando il vino, disse ai servi (loan. 2, 3, et 5): Fate tutto ciò che Egli vi dirà. Questo è contro coloro che istigano gli altri non al bene ma al male, e a loro consigliano il male.
Similmente, Maria rivolse a Dio tre parole. Più dunque Maria ha parlato con Dio che con l'angelo o con l'uomo, perché ha parlato due volte con l'angelo, due volte con l'uomo, tre volte con Dio. Questo, ohimè ! è contro molti che tanto poco parlano con Dio nell’orazione e sì molto con gli uomini nelle conversazioni inutili e molto nocive. Ebbe Maria con Dio una parola di congratulazione, una parola di lamento, una parola di compassione. Di congratulazione, a suo riguardo; di lamento per ]a perdita del Figlio ; di compassione per il dolore del prossimo. La parola di congratulazione ebbe Maria sul labbro verso Dio, quando, per avere il Signore riguardato all'umiltà della sua serva, disse : Magnifica l’anima mia il Signore. Questo è contro gli ingrati, i quali, ohimè ! per i molti e grandi benefizi di Dio poche grazie a lui rendono e qualche volta per mezzo degli stessi benefizi di Dio, contro Dio insorgono. La parola del lamento Maria l’ebbe sul labbro a Dio quando al Figlio già per tre giorni perduto, disse (Luc. 2, 48.) : Figlio, perché ci hai fatto questa cosa ? Il Padre tuo ed io dolenti ti abbiamo cercato. Questo è contro gli indevoti che non cercano con dolore Gesù, quando Io perderono per molti giorni per la mancanza di devozione. La parola della compassione Maria l’ebbe con Dio quando nelle nozze disse al Figlio (loann. 2, 3.) : non hanno più vino. Questo è contro gli inumani che non sono mossi a pietà dagli altrui bisogni, e non avvantaggiano i prossimi né presso Dio né presso gli uomini. Su dunque, o Maria, nostra avvocata! Ecco, e ancor necessario che tu suggerisca per noi al tuo figlio che non hanno più vino molti di noi, il vino, dico, dello Spirito Santo, il vino della compunzione, il vino della devozione, il vino della spirituale consolazione : di cui S. Bernardo così dice (Serm. 2, in Dom. 1. post. Oct. Epiph. n. 4) : " Quante volte mi è stato necessario, o fratelli, dopo i vostri lacrimevoli lamenti, pregare la madre della misericordia perché suggerisca al suo benignissimo Figlio che voi non avete più vino? Ed essa, vi dico, o carissimi, se da voi fu pregata piamente, non verrà meno alla vostra necessità, perché è misericordiosa e la madre della misericordia. Poiché se ebbe compassione della vergogna di coloro dai quali era stata invitata, molto più compatirà a voi, se piamente sarà invocata ". Pensate, fratelli, per le cose suddette, quanto fu amico di Maria il Re dei re, quando essa ebbe con lui tanta grazia delle labbra. È scritto infatti nel 22° capo dei Proverbi (Vers. 11) : " Chi ama la purezza del cuore per la grazia delle labbra, avrà amico il re ".
In terzo luogo considerate, o carissimi, in Maria la grazia dei privilegi. Di questa grazia nel capo 1° di Luca si dice : Hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai in seno e partorirai un figlio e porrai a lui nome Gesù. Costui sarà grande e sarà detto il Figlio dell’Altissimo. Vedi come Gabriele, dicendo che Maria aveva trovato grazia, subito specificando tal grazia, soggiunge : Ecco, dice, concepirai in seno ecc. O qual grande e per tutti i secoli inaudito privilegio che una vergine nel seno abbia concepito e poi partorito il Figlio dell'Altissimo! Possiamo notare sette privilegi di Maria, privilegi, dico, pieni di immense grazie a Maria soltanto concesse. II primo privilegio di Maria è che essa sopra tutti gli uomini fu purissima d'ogni peccato. Fu infatti nell’utero tanto abbondantissimamente santificata che si crede non fosse in tutta la sua vita proclive neppur ad un sol peccato veniale. Onde Bernardo (Epist. 174, n. 5) : " Fu conveniente che la vergine delle vergini menasse una vita senza alcun peccato per privilegio di singolare santità perché colei che avrebbe partorito il distruttore del peccato e della morte, ottenesse per tutti il dono della vita e della giustizia ". — II secondo privilegio di Maria è che essa sopra tutti gli uomini è pienissima idi grazia. Onde Girolamo (Epist. 9, n. 5) : " La pienezza della grazia agli altri è data in parte, ma a Maria fu infusa in tutto". E per questo lo stesso santo Dottore, confrontando e preferendo la grazia di Maria alla grazia degli angeli, ben dice : " È da credersi che la Beata e Gloriosa Vergine Maria abbia meritato più ampi privilegi di virtù e ricevesse una tal grazia che fosse lodata anche dagli angeli M. — II terzo privilegio di Maria è che essa è madre e vergine incorrottissima. S. Bernardo, lodando questo privilegio, dice (Serm. 4 in Assun. B. M. V. n. 5) : " Ottima parte scelse per sé Maria (Luc. 10, 42) ; ottima certamente, perché buona è la fecondità coniugale, migliore la castità verginale, ottima la verginale fecondità ossia la feconda verginità. È privilegio di Maria, che non sarà dato ad altri, perché non sarà mai a lei tolto ".
Il quarto privilegio di Maria è che essa sola è madre di Dio ineffabilissima, essa sola è madre di quel Figlio il cui Padre è solo Iddio. È oltremodo mirabile che un tanto massimo privilegio sia citato concesso alla creatura. Di questo privilegio pure dice S. Bernardo (Serm. 2 de Annun. B. M. V. n. 2): " È gloria singolare della nostra Vergine ed eccellente prerogativa di Maria, l’aver meritato che un solo e medesimo Figlio fosse a lei comune col Padre ". — II quinto privilegio di Maria è che essa sopra ogni creatura fu familiarissima con Dio anche corporalmente. Poiché, ciò che a nessuna creatura fu concesso né si concederà in eterno, essa portò in seno per nove mesi Iddio, essa Iddio allattò con mammelle ripiene dal cielo " (Serm. 2 de Annun. B. M. V. n. 2), essa per molti anni dolcemente Dio educò, essa Dio ebbe a se suddito, essa trattò col puro Iddio familiarissimamente con amplessi e con baci, come evidentemente asserisce Agostino dicendo (Serm. 207, append. n. 11) : " Nessuna meraviglia, o Maria, se Dio si degna regnando in cielo rallegrarsi con te, che lo hai tante volte baciato bambino ed uomo nato da te in terra ". — II sesto privilegio di Maria è che essa sopra ogni creatura è presso Dio potentissima ; onde Agostino (ibid.) : " Impetraci ciò che domandiamo, scagionaci di ciò che temiamo, perché non troviamo altri più potente per meriti di te che hai meritato.- di essere la madre dello stesso Redentore e Giudice ". È grande privilegio che essa sia sopra tutti i santi presso Dio tanto potentissima, come lo stesso Agostino dichiarava dicendo : " Ne vi è dubbio che essa, la quale meritò di offrire il prezzo per coloro che dovevano esser liberati, possa elargire la sua protezione più grande di quella di tutti i Santi liberati". Ma che ci gioverebbe tanta potenza dì Maria se essa niente si curasse di noi ? Per questo, o carissimi, sappiamo indubbiamente e per questo ringraziamola incessantemente che, come essa è presso Dio più potente di tutti i santi, cosi è anche più sollecita presso Dio di tutti i santi, testimoniandolo lo stesso santo Dottore Agostino che così dice : “ Te sola, o Maria, noi sappiamo esser sollecita più di tutti i santi per la santa Chiesa, ottenendo tu sola tregua ai loro trasgressori perché possano rinunziare ai loro errori ".
Il settimo privilegio di Maria è che essa sopra tutti i beati è eccellentissima nella gloria; onde Girolamo (Epist. cit. n. 17) : " Ovunque la santa Chiesa di Dio canta che ella sorpassò di molto i meriti degli angeli e degli arcangeli, ciò che non è dato credere di nessun altro santo. Questo è privilegio non della natura ma della grazia della Vergine Maria ". Ecco, quant'è glorioso il privilegio di Maria, essendo essa nella gloria la più gloriosa dopo Dio. È glorioso privilegio della gloria di Maria che ciò che vi è di più bello, di più dolce, di più giocondo in gloria dopo Dio, ciò è Maria, ciò è in Maria, ciò è per Maria. Privilegio glorioso affatto della gloria di Maria è che dopo Dio la nostra gloria maggiore, il nostro maggior gaudio in cielo è Maria ; onde Bernardo (Potius Petrus Dam. serm. 44) : " Somma gloria è, o Maria, dopo Dio veder te, a te star vicino e dimorare nella sicurezza della tua protezione ".
Questi dunque sono i sette privilegi gloriosissimi di Maria, in grazia dei quali otteniamo la vita della grazia. E per questo possiamo pregare Maria, come Abramo pregò Sarà, dicendo nel 12° capo del Genesi (Vers. 13) : Di', ti prego, che tu sei la mia sorella, perché possa aver bene per causa tua, e la mia anima viva per la tua grazia. O Maria dunque, o nostra Sara, di' che tu sei nostra sorella affinché per te noi abbiamo bene da Dio e per la tua grazia vivano le anime nostre in Dio. Di', ti prego, o carissima Sarà, che tu sei nostra sorella; per una tale sorella gli Egiziani cioè i demoni ci temano e pure per tale sorella gli angeli si uniscano con noi in battaglia, e inoltre per tale sorella il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo abbiano pietà di noi.
In quarto luogo considerate, o carissimi, in Maria la grazia dei premi ; di cui tuttavia già in parte abbiamo trattato nel settimo privilegio di Maria. Di questa grazia può dirsi ciò che si scrive nel 26° capo dell’Ecclesiastico (Vers. 19) : Grazia sopra ogni grazia, una donna illibata e santa. Donna sopra tutte le donne illibata, sopra tutte santa è Maria, in cui vi è la grazia sopra ogni grazia, la grazia della gloria sopra la grazia della via, la grazia dei premi in cielo sopra la grazia dei meriti nel mondo. Questa grazia della beatitudine di Maria consiste nelle sette doti del corpo e del1'anima. Ogni corpo infatti glorificato ha quattro doti gloriose, cioè la dote di una mirabile lucentezza, la dote di una mirabile sottilità, la dote di una mirabile agilità e la dote di una mirabile impassibilità ; e se Dio con queste quattro doti glorificò i corpi di tutti i santi, quanto più questo corpo che generò lo stesso glorificatore di tutti i corpi ? Che meraviglia se per la dote della lucentezza è lucentissima in cielo colei che fu per il dono della santità lucentissima nel mondo? Di essa infatti S. Bernardo dice (Potius Egbert, paneg. ad M. V. n. 1): “Restando ancor fra i peccatori, di tanta santità rifulgesti dinanzi a Dio da meritare di approssimarti tu sola al soglio dell’eterno re ". Similmente, che meraviglia se per la dote della sottilità è sottilissima in cielo colei che nel mondo fu sottilissima per la dote dell'umiltà ? A lei infatti parlando S. Bernardo dice : " Non mai tu saresti ascesa al di sopra dei cori degli angeli, se prima tu non fossi discesa al dì sotto di tutti gli uomini ". — Similmente, che meraviglia se per la dote dell’agilità è velocissima in cielo colei che per il dono della pietà tanto velocissima fu nel mondo? fissa infatti andò fra i monti con fretta per ufficio di pietà, della velocità della cui fretta S. Ambrogio dice (II in Luc. n. 19) : “ Ella già piena di Dio dove sarebbe ascesa se non sui monti con fretta ? La grazia dello Spirito Santo ignora le svogliate imprese ". — Similmente, che meraviglia se per la dote della impassibilità è impassibilissima in cielo colei che per il dono della pazienza e dell’equanimità fu nel mondo talmente impassibilissima da non sentire il minimo pungolo dell’impazienza o dell’odio, quando, la spada trapassava la sua stessa anima? Anzi leggiamo e crediamo che neppure il segno del risentimento, della passione, dell’impazienza sia per una sola volta apparso in Maria ; onde Bernardo dice (Serm. de Dam. infr. oct. Assun. B. M. V. n. 2) : " Ripassa con diligenza tutta la serie dell'evangelico racconto, e se tu trovi per caso anche una sola parola di rimprovero, di durezza, di impazienza di Maria, tienila come sospetta e guardati bene dal crederla ". — Del resto, se tanta è la gloria del gloriosissimo corpo di Maria, quanta tu credi sia la gloria della sua beatissima anima? Che sebbene ogni anima beata abbia tre doti beatificanti cioè la dote di una mirabile scienza, la dote di un mirabile amore, la dote di un mirabile piacere, o, secondo alcuni moderni, la dote della visione, del piacere e del possesso, in qualunque modo le doti dell’anima si considerino, è certo che le doti dell’anima di Maria vanno innanzi alle doti di tutte le anime. Poiché se tutte le anime sante vengono beatificate in cielo da queste doti, quanto più l'anima di colei che nel mondo generò il beatificatore di tutte le anime ? Che meraviglia se già è nella scienza lucidissima l’anima di Maria che già fu unita alla profondissima luce eterna? Onde S. Bernardo dice (Serm. de Dam. infr. oct. Assun. B. M. V. n. 3.) : " Penetrò oltre ogni credere il profondissimo abisso della divina sapienza, da sembrare immersa in quella luce inaccessibile per quanto lo permette senza una personale unione la condizione della creatura ". — Similmente, che meraviglia se già l'anima di Maria è in un fecondissimo amore in cielo ? Che meraviglia, dico, se sopra tutti ami colei che sopra tutti fu amata? Veramente sopra tutti; dice infatti ad essa S. Agostino (Serm. 208. cit) : “Te lo stesso Re dei re, amandoti sopra tutti come madre vera e decorosa sposa, unisce a sé con amplesso di amore ". — Similmente, che meraviglia su già è nel giocondissimo godimento l'anima di Maria che si pasce dolcissimamente del frutto benedetto del proprio seno? Onde S. Agostino dice (De assunt. B. M. V. c. 6 [inter opera Augustini]) : "L'anima di Maria fruisce della lucentezza di Cristo e si pasce in modo inestimabile stando sempre presente dinanzi al suo glorioso cospetto, sempre mirandolo e sempre desiderando di vederlo ". Dunque così Maria gloriosissima superò tutti i Santi, li superò nella grazia della gloria e nella grazia dei premi. Onde bene essa fu raffigurata per la Regina Ester, di cui si legge che entrando nella camera del re Assuero trovò grazia e misericordia dinanzi a lui sopra tutte le donne, e pose il re la corona del regno sul capo di lei. Ester si interpreta elevata. Ciò ottimamente conviene a Maria di cui S. Girolamo dice (Epist. cit. n. 13) : " È elevata sopra i cori degli angeli perché possa vedere la  persona e il volto del Salvatore che aveva amato e desiderato con tutto l’affetto del cuore ". Questa regina Ester, la beata Vergine Maria nella sua assunzione, fu introdotta nella camera del re Assuero, Re eterno, nella camera, dico, di cui, parlando a Maria, Agostino dice (Serm. 208 cit n. 11) : " Tu riposi nella beatitudine della camera del re, ornata di gemme e di margherite ". Introdotta pertanto in questa camera del riposo eterno, la regina Maria ha la grazia del re Assuero cioè del re vero su tutte le intelligenze angeliche e su tutte le anime sante talché è in Maria la grazia sopra ogni grazia di tutti i beati. Infatti sul suo capo il Re dei re pose la corona del regno ; corona certamente tanto inestimabile, corona tanto dilettevole, corona tanto mirabile che nessuna lingua può dire né alcuna mente scrutare.
Così dunque, o carissimi, voi vedete di quanta grazia dei doni, di quanta grazia delle labbra, di quanta grazia dei privilegi, di quanta grazia dei premi fu al sommo ripiena Maria. Preghiamo dunque la stessa ritrovatrice di tante grazie che anche a noi faccia trovare grazia presso il Signore ; per il Signor Nostro Gesù Cristo.


San Marco (Udine), 11 febbraio 1995. Anniversario della Apparizione di Lourdes. Lavatevi alla fontana.

Don Stefano Gobbi

 «Guardate oggi allo splendore di santità e di purezza della vostra Mamma Celeste, che è apparsa a Lourdes come la Immacolata Concezione. Ed accorrete tutti, miei figli ammalati e peccatori, alla fonte della Grazia e della divina Misericordia.

Lavatevi alla fontana. Lavatevi alla fonte di acqua viva, scaturita dal Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia del soldato romano. Per questo, con le mani della piccola Bernadette, ho fatto sgorgare dalla roccia una fonte di acqua purissima. Per questo vi ho domandato di andare a lavarvi alla fontana.

Lavatevi alla fontana. Ha bisogno di essere lavato chi si è sporcato. È il peccato che oscura la bellezza della vostra anima; è il peccato che vi toglie la Grazia santificante e vi separa dalla comunione di vita con il Signore vostro Dio; è il peccato che vi fa ritornare sotto la schiavitù di Satana, che esercita così su di voi il suo dominio maligno; è il peccato che vi conduce sulla strada della vostra eterna perdizione. Lavatevi alla fontana. Immergetevi nella fonte della divina Misericordia. Questa fonte, scaturita dal Cuore trafitto di Gesù, viene a voi donata dal Sacramento della Riconciliazione. Gesù lo ha istituito come frutto prezioso della sua Redenzione, e per venire incontro alla vostra estrema debolezza. Nel giorno della sua resurrezione, ha detto agli Apostoli: "Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati saranno rimessi". Da quel momento vi è stata data la possibilità di lavarvi, ogni qual volta le vostre anime vengono abbruttite dal peccato.

Lavatevi alla fontana. In questi anni il sacramento della Riconciliazione è sempre più trascurato; anzi viene attaccato in maniera subdola e perversa. Così si diffonde la cattiva abitudine di commettere il peccato con leggerezza, di giustificarlo, di non pentirsi per averlo commesso e di non più confessarlo. In tante parti della Chiesa la Confessione sacramentale è del tutto sparita. Sono sempre più rari i Sacerdoti che si rendono disponibili per questo indispensabile Sacramento. In questa maniera la Chiesa viene tutta paralizzata nella sua azione apostolica, è ferita e ricoperta di piaghe profonde come una lebbrosa. Lavatevi alla fontana.

Oggi vi manifesto l'ardente ed appassionata richiesta della vostra Mamma Celeste che, in questi ultimi tempi della grande tribolazione, il sacramento della Riconciliazione nella mia Chiesa ritorni in tutto il suo splendore. Perché è solo da questa fontana che la divina Misericordia si può effondere su tutta l'umanità. È in questo Sacramento che Gesù può formare i cuori nuovi e la vita rinnovata. È solo con questo prezioso Sacramento che l'amore misericordioso di Gesù si può comunicare alla Chiesa ed a tutta l'umanità. Per questo oggi vi invito a lasciarvi immergere nella fontana della divina Misericordia ed a guardare a Me, vostra Mamma Celeste, che sono stata concepita Immacolata, proprio per diventare per voi Madre della Misericordia».