Liturgia delle Ore - Letture
Giovedi della 3° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Luca 24
1Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato.2Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro;3ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.4Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti.5Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo?6Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea,7dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno".8Ed esse si ricordarono delle sue parole.
9E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri.10Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli.11Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.
12Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto.
13Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Èmmaus,14e conversavano di tutto quello che era accaduto.15Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro.16Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.17Ed egli disse loro: "Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?". Si fermarono, col volto triste;18uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: "Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?".19Domandò: "Che cosa?". Gli risposero: "Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo;20come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso.21Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro23e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo.24Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto".
25Ed egli disse loro: "Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!26Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?".27E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.28Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.29Ma essi insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino". Egli entrò per rimanere con loro.30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.32Ed essi si dissero l'un l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?".33E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro,34i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone".35Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".37Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.38Ma egli disse: "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho".40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.41Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: "Avete qui qualche cosa da mangiare?".42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito;43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
44Poi disse: "Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi".45Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse:46"Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno47e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.48Di questo voi siete testimoni.49E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto".
50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse.51Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo.52Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia;53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Esodo 35
1Mosè radunò tutta la comunità degli Israeliti e disse loro: "Queste sono le cose che il Signore ha comandato di fare:2Per sei giorni si lavorerà, ma il settimo sarà per voi un giorno santo, un giorno di riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque in quel giorno farà qualche lavoro sarà messo a morte.3Non accenderete il fuoco in giorno di sabato, in nessuna delle vostre dimore".
4Mosè disse a tutta la comunità degli Israeliti: "Questo il Signore ha comandato:5Prelevate su quanto possedete un contributo per il Signore. Quanti hanno cuore generoso, portino questo contributo volontario per il Signore: oro, argento e rame,6tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso e di pelo di capra,7pelli di montone tinte di rosso, pelli di tasso e legno di acacia,8olio per l'illuminazione, balsami per unguenti e per l'incenso aromatico,9pietre di ònice e pietre da incastonare nell''efod' e nel pettorale.10Tutti gli artisti che sono tra di voi vengano ed eseguiscano quanto il Signore ha comandato:11la Dimora, la sua tenda, la sua copertura, le sue fibbie, le sue assi, le sue traverse, le sue colonne e le sue basi,12l'arca e le sue stanghe, il coperchio e il velo che lo nasconde,13la tavola con le sue stanghe e tutti i suoi accessori e i pani dell'offerta,14il candelabro per illuminare con i suoi accessori, le sue lampade e l'olio per l'illuminazione,15l'altare dei profumi con le sue stanghe, l'olio dell'unzione e il profumo aromatico, la cortina d'ingresso alla porta della Dimora,16l'altare degli olocausti con la sua graticola, le sue sbarre e tutti i suoi accessori, la conca con il suo piedestallo,17i tendaggi del recinto, le sue colonne e le sue basi e la cortina alla porta del recinto,18i picchetti della Dimora, i picchetti del recinto e le loro corde,19le vesti liturgiche per officiare nel santuario, le vesti sacre per il sacerdote Aronne e le vesti dei suoi figli per esercitare il sacerdozio".
20Allora tutta la comunità degli Israeliti si ritirò dalla presenza di Mosè.21Poi quanti erano di cuore generoso ed erano mossi dal loro spirito, vennero a portare l'offerta per il Signore, per la costruzione della tenda del convegno, per tutti i suoi oggetti di culto e per le vesti sacre.22Vennero uomini e donne, quanti erano di cuore generoso, e portarono fermagli, pendenti, anelli, collane, ogni sorta di gioielli d'oro: quanti volevano presentare un'offerta di oro al Signore la portarono.23Quanti si trovavano in possesso di tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso, di pelo di capra, di pelli di montone tinte di rosso e di pelli di tasso ne portarono.24Quanti potevano offrire un'offerta in argento o rame ne offrirono per il Signore. Così anche quanti si trovavano in possesso di legno di acacia per qualche opera della costruzione, ne portarono.
25Inoltre tutte le donne esperte filarono con le mani e portarono filati di porpora viola e rossa, di scarlatto e di bisso.26Tutte le donne che erano di cuore generoso, secondo la loro abilità, filarono il pelo di capra.27I capi portarono le pietre di ònice e le pietre preziose da incastonare nell''efod' e nel pettorale,28balsami e olio per l'illuminazione, per l'olio dell'unzione e per l'incenso aromatico.29Così tutti, uomini e donne, che erano di cuore generoso a portare qualche cosa per la costruzione che il Signore per mezzo di Mosè aveva comandato di fare, la portarono: gli Israeliti portarono la loro offerta volontaria al Signore.
30Mosè disse agli Israeliti: "Vedete, il Signore ha chiamato per nome Bezaleel, figlio di Uri, figlio di Cur, della tribù di Giuda.31L'ha riempito dello spirito di Dio, perché egli abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro,32per concepire progetti e realizzarli in oro, argento, rame,33per intagliare le pietre da incastonare, per scolpire il legno e compiere ogni sorta di lavoro ingegnoso.34Gli ha anche messo nel cuore il dono di insegnare e così anche ha fatto con Ooliab, figlio di Achisamach, della tribù di Dan.35Li ha riempiti di saggezza per compiere ogni genere di lavoro d'intagliatore, di disegnatore, di ricamatore in porpora viola, in porpora rossa, in scarlatto e in bisso, e di tessitore: capaci di realizzare ogni sorta di lavoro e ideatori di progetti".
Salmi 105
1Alleluia.
Lodate il Signore e invocate il suo nome,
proclamate tra i popoli le sue opere.
2Cantate a lui canti di gioia,
meditate tutti i suoi prodigi.
3Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
4Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
5Ricordate le meraviglie che ha compiute,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca:
6voi stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
7È lui il Signore, nostro Dio,
su tutta la terra i suoi giudizi.
8Ricorda sempre la sua alleanza:
parola data per mille generazioni,
9l'alleanza stretta con Abramo
e il suo giuramento ad Isacco.
10La stabilì per Giacobbe come legge,
come alleanza eterna per Israele:
11"Ti darò il paese di Cànaan
come eredità a voi toccata in sorte".
12Quando erano in piccolo numero,
pochi e forestieri in quella terra,
13e passavano di paese in paese,
da un regno ad un altro popolo,
14non permise che alcuno li opprimesse
e castigò i re per causa loro:
15"Non toccate i miei consacrati,
non fate alcun male ai miei profeti".
16Chiamò la fame sopra quella terra
e distrusse ogni riserva di pane.
17Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe, venduto come schiavo.
18Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
19finché si avverò la sua predizione
e la parola del Signore gli rese giustizia.
20Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
21lo pose signore della sua casa,
capo di tutti i suoi averi,
22per istruire i capi secondo il suo giudizio
e insegnare la saggezza agli anziani.
23E Israele venne in Egitto,
Giacobbe visse nel paese di Cam come straniero.
24Ma Dio rese assai fecondo il suo popolo,
lo rese più forte dei suoi nemici.
25Mutò il loro cuore
e odiarono il suo popolo,
contro i suoi servi agirono con inganno
26Mandò Mosè suo servo
e Aronne che si era scelto.
27Compì per mezzo loro i segni promessi
e nel paese di Cam i suoi prodigi.
28Mandò le tenebre e si fece buio,
ma resistettero alle sue parole.
29Cambiò le loro acque in sangue
e fece morire i pesci.
30Il loro paese brulicò di rane
fino alle stanze dei loro sovrani.
31Diede un ordine e le mosche vennero a sciami
e le zanzare in tutto il loro paese.
32Invece delle piogge mandò loro la grandine,
vampe di fuoco sul loro paese.
33Colpì le loro vigne e i loro fichi,
schiantò gli alberi della loro terra.
34Diede un ordine e vennero le locuste
e bruchi senza numero;
35divorarono tutta l'erba del paese
e distrussero il frutto del loro suolo.
36Colpì nel loro paese ogni primogenito,
tutte le primizie del loro vigore.
37Fece uscire il suo popolo con argento e oro,
fra le tribù non c'era alcun infermo.
38L'Egitto si rallegrò della loro partenza
perché su di essi era piombato il terrore.
39Distese una nube per proteggerli
e un fuoco per illuminarli di notte.
40Alla loro domanda fece scendere le quaglie
e li saziò con il pane del cielo.
41Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque,
scorrevano come fiumi nel deserto,
42perché ricordò la sua parola santa
data ad Abramo suo servo.
43Fece uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
44Diede loro le terre dei popoli,
ereditarono la fatica delle genti,
45perché custodissero i suoi decreti
e obbedissero alle sue leggi.
Alleluia.
Salmi 21
1'Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.'
2Signore, il re gioisce della tua potenza,
quanto esulta per la tua salvezza!
3Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore,
non hai respinto il voto delle sue labbra.
4Gli vieni incontro con larghe benedizioni;
gli poni sul capo una corona di oro fino.
5Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa,
lunghi giorni in eterno, senza fine.
6Grande è la sua gloria per la tua salvezza,
lo avvolgi di maestà e di onore;
7lo fai oggetto di benedizione per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.
8Perché il re confida nel Signore:
per la fedeltà dell'Altissimo non sarà mai scosso.
9La tua mano raggiungerà ogni tuo nemico,
la tua destra raggiungerà chiunque ti odia.
10Ne farai una fornace ardente,
nel giorno in cui ti mostrerai:
il Signore li consumerà nella sua ira,
li divorerà il fuoco.
11Sterminerai dalla terra la loro prole,
la loro stirpe di mezzo agli uomini.
12Perché hanno ordito contro di te il male,
hanno tramato insidie, non avranno successo.
13Hai fatto loro voltare le spalle,
contro di essi punterai il tuo arco.
14Alzati, Signore, in tutta la tua forza;
canteremo inni alla tua potenza.
Ezechiele 6
1Mi fu quindi rivolta questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, volgi la faccia verso i monti d'Israele e profetizza contro di essi:3Monti d'Israele, udite la parola del Signore Dio. Così dice il Signore Dio ai monti e alle colline, alle gole e alle valli: Ecco, manderò sopra di voi la spada e distruggerò le vostre alture;4i vostri altari saranno devastati e infranti i vostri altari per l'incenso; getterò i vostri cadaveri davanti ai vostri idoli5e disseminerò le vostre ossa intorno ai vostri altari.6Su tutto il vostro suolo le vostre città saranno rovinate, le vostre alture demolite, distrutte, e i vostri altari spariranno. Saranno frantumati e scompariranno i vostri idoli, spezzati i vostri altari per l'incenso, periranno le vostre opere.7Trafitti a morte cadranno in mezzo a voi e saprete che io sono il Signore.
8Tuttavia lascerò alcuni di voi scampati alla spada in mezzo alle genti, quando vi avrò dispersi nei vari paesi:9i vostri scampati si ricorderanno di me fra le genti in mezzo alle quali saranno deportati; perché io avrò spezzato il loro cuore infedele che si è allontanato da me e i loro occhi che si sono prostituiti ai loro idoli; avranno orrore di se stessi per le iniquità commesse e per tutte le loro nefandezze.
10Sapranno allora che io sono il Signore e che non invano ho minacciato di infliggere loro questi mali.
11Così dice il Signore Dio : Batti le mani, pesta i piedi in terra e di': Oh, per tutti i loro orribili abomini il popolo d'Israele perirà di spada, di fame e di peste!12Chi è lontano morirà di peste, chi è vicino cadrà di spada, chi è assediato morirà di fame: sfogherò su di loro il mio sdegno.
13Saprete allora che io sono il Signore, quando i loro cadaveri giaceranno fra i loro idoli, intorno ai loro altari, su ogni colle elevato, su ogni cima di monte, sotto ogni albero verde e ogni quercia frondosa, dovunque hanno bruciato profumi soavi ai loro idoli.14Stenderò la mano su di loro e renderò la terra desolata e brulla dal deserto fino a Ribla, dovunque dimorino; sapranno allora che io sono il Signore".
Atti degli Apostoli 15
1Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: "Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete esser salvi".2Poiché Paolo e Bàrnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.3Essi dunque, scortati per un tratto dalla comunità, attraversarono la Fenicia e la Samarìa raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli.4Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo loro.
5Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: è necessario circonciderli e ordinar loro di osservare la legge di Mosè.
6Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema.7Dopo lunga discussione, Pietro si alzò e disse:
"Fratelli, voi sapete che già da molto tempo Dio ha fatto una scelta fra voi, perché i pagani ascoltassero per bocca mia la parola del vangelo e venissero alla fede.8E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi;9e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede.10Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare?11Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro".
12Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro.
13Quand'essi ebbero finito di parlare, Giacomo aggiunse:14"Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo al suo nome.15Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto:
16'Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la
tenda di
Davide che era caduta; ne riparerò le rovine e la
rialzerò,'
17'perché anche gli altri uomini cerchino il Signore
e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio
nome,'
18'dice il Signore che fa queste cose da lui
conosciute dall'eternità'.
19Per questo io ritengo che non si debba importunare quelli che si convertono a Dio tra i pagani,20ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue.21Mosè infatti, fin dai tempi antichi, ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe".
22Allora gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda chiamato Barsabba e Sila, uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli.23E consegnarono loro la seguente lettera: "Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute!24Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi.25Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo,26uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo.27Abbiamo mandato dunque Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi queste stesse cose a voce.28Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie:29astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla impudicizia. Farete cosa buona perciò a guardarvi da queste cose. State bene".
30Essi allora, congedatisi, discesero ad Antiòchia e riunita la comunità consegnarono la lettera.31Quando l'ebbero letta, si rallegrarono per l'incoraggiamento che infondeva.32Giuda e Sila, essendo anch'essi profeti, parlarono molto per incoraggiare i fratelli e li fortificarono.33Dopo un certo tempo furono congedati con auguri di pace dai fratelli, per tornare da quelli che li avevano inviati.34.35Paolo invece e Bàrnaba rimasero ad Antiòchia, insegnando e annunziando, insieme a molti altri, la parola del Signore.
36Dopo alcuni giorni Paolo disse a Bàrnaba: "Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunziato la parola del Signore, per vedere come stanno".37Bàrnaba voleva prendere insieme anche Giovanni, detto Marco,38ma Paolo riteneva che non si dovesse prendere uno che si era allontanato da loro nella Panfilia e non aveva voluto partecipare alla loro opera.39Il dissenso fu tale che si separarono l'uno dall'altro; Bàrnaba, prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro.40Paolo invece scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore.
41E attraversando la Siria e la Cilicia, dava nuova forza alle comunità.
Capitolo IX: La mancanza di ogni conforto
Leggilo nella Biblioteca1. Non è difficile disprezzare il conforto umano, quando abbiamo quello che viene da Dio. Ma è cosa difficile assai saper sopportare la mancanza, sia del conforto umano sia del conforto divino, saper accettare volonterosamente di soffrire, per amore di Dio, la solitudine del cuore, e senza guardare i propri meriti. Che c'è di straordinario se sei pieno di santa gioia, quando scende su di te la grazia divina? E', questo, un momento che è nel desiderio di tutti. Galoppa leggero chi è sostenuto dalla grazia. Che c'è di strabiliante se non sente fatica colui che è sostenuto dall'Onnipotente ed è condotto dalla somma guida? Di buona voglia e prontamente accettiamo un po' d'aiuto; difficilmente uno se la cava da solo. Il santo martire Lorenzo seppe staccarsi da questo mondo, persino dall'amato suo sacerdote, giacché egli disprezzò ogni cosa che gli apparisse cara quaggiù. Egli giunse a sopportare con dolcezza che gli fosse tolto Sisto, sommo sacerdote di Dio, che egli amava sopra ogni cosa. Per amore del Creatore egli, dunque, superò l'amore verso un uomo; di fronte a un conforto umano preferì la volontà di Dio. Così impara anche tu ad abbandonare, per amore di Dio, qualche intimo e caro amico; e non sentire come cosa intollerabile se vieni abbandonato da un amico, ben sapendo che, alla fine, tutti dobbiamo separarci, l'uno dall'altro. Grande e lunga è la lotta che l'uomo deve fare dentro di sé, per riuscire a superare se stesso e a porre in Dio tutto il proprio cuore. Colui che pretende di bastare a se stesso va molto facilmente alla ricerca di consolazioni umane. Colui invece che ama veramente Cristo e segue volenterosamente la via della virtù non scende a tali consolazioni: egli non cerca le dolcezze esteriori , ma cerca piuttosto di sopportare grandi prove e dure fatiche per amore di Cristo.
2. Quando, dunque, Dio ti dà una consolazione spirituale, accoglila con gratitudine. Ma comprendi bene che si tratta di un dono che ti viene da Dio, non di qualcosa che risponda a un tuo merito. Per tale dono non devi gonfiarti o esaltarti, né presumere vanamente di te; al contrario, per tale dono, devi farti più umile, più prudente e più timorato in tutte le tue azioni, giacché passerà quel momento e verrà poi la tentazione. Quando poi ti sarà tolta quella consolazione, non disperare subitamente, ma aspetta con umiltà e pazienza di essere visitato dall'alto: Dio può ridarti una consolazione più grande. Non è, questa, cosa nuova né strana, per coloro che conoscono la via di Dio; questo alterno ritmo si ebbe frequentemente nei grandi santi e negli antichi profeti. Ecco la ragione per la quale, mentre la grazia era presso di lui, quello esclamava: "Nella pienezza dissi: così starò in eterno" (Sal 29,7); poi, allontanatasi la grazia, avendo esperimentato la sua interiore condizione, aggiungeva: "togliesti, o Dio, da me la tua faccia e sono pieno di tristezza" (Sal 29,8). Tuttavia quegli frattanto non disperava, ma pregava Iddio più insistentemente, dicendo: "A te, Signore, innalzerò la mia voce, innalzerò la mia preghiera al mio Dio"(Sal 29,9). Ricavava alla fine il frutto della sua orazione, e proclamava di essere stato esaudito, con queste parole: "Il Signore mi udì ed ebbe misericordia di me; il Signore è venuto in mio soccorso" (Sal 29,11). Come? "Mutasti - disse - il mio pianto in gioia, e mi circondasti di letizia" (Sal 29,12). Poiché così avvenne per i grandi santi, noi deboli e poveri, non dobbiamo disperarci, se siamo ora ferventi, ora tiepidi; ché lo spirito viene e se ne parte, a suo piacimento. E' per questo che il santo Giobbe diceva: "Lo visiti alla prima luce, ma tosto lo metti alla prova" (Gb 7,18).
3. Su che cosa posso io fare affidamento, in chi posso io confidare? Soltanto nella grande misericordia divina e nella speranza della grazia celeste. Persone amanti del bene, che mi stiano vicine, devoti confratelli, amici fedeli, libri edificanti ed eccellenti trattati, dolcezza di canti e di inni: anche se avessi tutte queste cose, poco mi aiuterebbero e avrebbero per me ben poco sapore, quando io fossi abbandonato dalla grazia e lasciato nella mia miseria. Allora, il rimedio più efficace sta nel saper attendere con pazienza, sprofondandosi nella volontà di Dio. Non ho mai trovato un uomo che avesse devozione e pietà tanto grandi da non sentire talvolta venir meno la grazia o da non avvertire un affievolimento del suo fervore. Non ci fu mai un santo rapito così in alto e così illuminato, da non subire, prima o poi, la tentazione. Infatti, chi non è provato da qualche tribolazione non è degno di una profonda contemplazione di Dio. Ché la tentazione di oggi è segno di una divina consolazione di domani; la quale viene, appunto, promessa a coloro che sono stati provati dalla tentazione. A colui che avrà vinto, dice, "concederò di mangiare dell'albero della vita" (Ap 2,7). In effetti, la consolazione divina viene data affinché l'uomo sia più forte nel sostenere le avversità; poi viene la tentazione, affinché egli non si insuperbisca di quello stato di consolazione. Non dorme il diavolo, e la carne non è ancor morta. Perciò non devi smettere mai di prepararti alla lotta, perché da ogni parte ci sono nemici, che non si danno riposo.
DISCORSO 136/A DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 9: IL DONO DELLA VISTA AL CIECO NATO
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaLe opere prodigiose di Cristo sono come il linguaggio dei misteri.
1. Il Signore Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori 1. Incontrò così un uomo cieco dalla nascita. Ma nasce uomo che non sia cieco? Mi riferisco all'anima, non al corpo. Ma perché veda gli applica saliva e fango; non però saliva qualsiasi, né di uno qualunque, ma di Cristo. La saliva di Cristo è la profezia, la creta degli uomini. Ricordatevi di che fu plasmato l'uomo. Di conseguenza, quando gli uomini erano profeti, la creta era intrisa di saliva. Lo stesso Apostolo afferma: Abbiamo questo tesoro in vasi di creta 2. Eccolo il tesoro: hai la saliva; di essa primamente fu spalmato costui; ed ognuno, nato cieco, ne viene spalmato e inviato alla piscina di Siloe. Non poteva appunto Cristo aprirgli gli occhi con la sua saliva? Insomma, anche senza saliva poteva ordinare che vedesse, e si sarebbe verificato. Poteva: ma gli effetti del miracolo sono come il linguaggio dei sacramenti; viene così inviato alla piscina di Siloe. A che scopo tali indugi? Riconosciamo l'autorità. Fai ciò che vuoi, o Cristo; ora veda questo cieco. No - egli dice - vada prima alla piscina di Siloe, e deterga il volto. Grazie al santo Vangelo, ci è dato di conoscere il significato della piscina di Siloe. Siloe - dice - che significa " inviato " 3. Chi è un tale inviato? Riconoscete l'Inviato; proclama: Il Padre mi ha mandato 4. Egli, quindi, rimandò a se stesso: inviò al battesimo il credente. Questo lavò il volto e vide; i peccati furono cancellati e rifulse la luce. In realtà, richiesto appunto di ciò, e pertanto strapazzato dai Giudei, così rispondeva; era già spalmato nell'intimo. La stessa lettura dà la prova di quando aveva lavato il volto in Siloe. Perciò quando diceva: Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori aveva tuttora il fango sugli occhi, non era vedente 5.
C'è speranza anche per il peccatore.
2. Qual è la speranza degli uomini, se Dio non ascolta i peccatori? Non salirono in due al tempio a pregare, l'uno Fariseo e l'altro Publicano? E non diceva il Fariseo: Ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ingiusti, ladri, come questo Publicano 6? Nulla aveva da implorare, era salito come uno ben soddisfatto, dava in rutti da sazietà. Non disse: Soccorrimi; non disse: Abbi pietà di me, poiché mio padre e mia madre mi hanno abbandonato; non disse: Sii il mio aiuto, non lasciarmi 7. Ma il Publicano si teneva a distanza, e proprio costui si rendeva vicino al Dio del tempio. Era infatti a distanza, e non osava alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: Signore, abbi pietà di me peccatore. Abbiamo avvertito il contrasto: Cristo pronunzi la sentenza. Ecco che parla, ascoltiamo: In verità - egli afferma - quel Publicano si allontanò dal tempio giustificato, a differenza di quel Fariseo 8. E' certo che Dio non ascolta i peccatori. Quando si batteva il petto puniva i suoi peccati, si rendeva somigliante a Dio giudice. Dio odia infatti i peccati; se anche tu li avrai in odio ti avvicinerai a immedesimarti con Dio e a potergli dire: Distogli il tuo volto dai miei peccati 9. Distogli il tuo volto: ma da che cosa? Dai miei peccati; non distogliere da me il tuo volto 10. Che vuol dire, invece, il tuo volto dai miei peccati? Non vederli, non li notare così che tu li possa perdonare. Quindi c'è speranza per il peccatore; preghi Dio, non disperi, si batta il petto, espii in se stesso con la penitenza, per ovviare a che egli proceda a punire con la condanna. Chi si umilia va verso l'Eccelso.
Il peccatore riconosca le sue colpe.
3. Ma quanto al perché abbia affermato: Quel Publicano si allontanò dal tempio giustificato a differenza di quel Fariseo, il Signore nostro immediatamente su che si fondava, non te lo nascose, quasi gli dicessimo: Com'è questo, asserì infatti: Poichè chi si esalta -disse - sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato 11. Hai udito il perché: se hai udito ed hai compreso, fa' ciò che hai ascoltato, umìliati, prega Dio, di' al Signore Dio tuo che sei peccatore; cosa che egli vede, quantunque tu non lo dica. Tu dici forse: Se lo vede prima che io parli, che bisogno c'è che io dica? Uomo, hai dimenticato che è cosa buona confessare al Signore 12? Hai dimenticato: Celebrate il Signore perché è buono 13? Anche se non confessi ad un giudice uomo perché è infido, confessa al Signore perché è buono; confessa, gemi, prova pentimento, battiti il petto. Dio si compiace di un tale spettacolo: la vista di un peccatore che accusa il suo peccato. Da parte tua riconosci ed egli non ne fa conto; tu espia ed egli ti risparmia. Ma perché egli ti perdoni non devi indulgere con i tuoi peccati. Rispondi: Non risparmi, cancelli la mia malizia.
Cristo assume il genere umano.
4. Dopo molte riprovazioni, l'uomo reso vedente, da cieco che era, fu espulso dalla sinagoga dai Giudei; si adirarono contro di lui e lo scacciarono dalla loro sinagoga. E' quanto temevano i genitori di lui, ce lo ha descritto l'Evangelista, non lo tacque. Infatti - dice - i suoi genitori avevano paura di essere espulsi dalla sinagoga, riconoscendo il Cristo; per questo dissero: Ha l'età, chiedetelo a lui 14. Temettero così di essere espulsi dalla sinagoga; costui non ebbe timore, ma fu rigettato; vi restarono i suoi genitori. Rimane accogliente il Cristo, perché costui possa dire: Poiché mio padre e mia madre mi hanno abbandonato. E che aggiunse? Ma il Signore mi ha raccolto 15. Vieni, o Cristo, accogli; quelli rigettano, tu ricevi; tu, l'inviato, raccogli lui scacciato. Ecco che lo raccoglie: si rivela agli occhi che egli stesso si era degnato di aprire. Credi tu - dice - nel Figlio di Dio? E quello, ancora sotto l'impasto di fango: Chi è, Signore, perché io creda in lui? E il Signore: Tu l'hai visto, e colui che parla con te e proprio lui 16. Gli lavò il volto. Così, vedendo già con il cuore, adorò il suo Salvatore. Come al cieco nato, ancora spalmato di fango sul corpo, perché si compisse il miracolo, questo fa Gesù Cristo al genere umano: ma operò il miracolo per far valere la fede; con questo miracolo della vista resa al cieco nato dimostrò la necessità di quella fede con la quale ogni giorno apre gli occhi del genere umano e proprio del cieco nato.
1 - 1 Tm 1, 15.
2 - 2 Cor 4, 7.
3 - Gv 9, 7.
4 - Gv 5, 36-37.
5 - Gv 9, 31.
6 - Lc 18, 11.
7 - Sal 26, 10.
8 - Lc 18, 13-14.
9 - Sal 50, 11.
10 - Sal 26, 9.
11 - Lc 18, 14.
12 - Sal 91, 2.
13 - Sal 105, 1.
14 - Gv 9, 22-23.
15 - Sal 26, 10.
16 - Gv 9, 35-37.
Capitolo XIV: L’ardente brama del Corpo di Cristo in alcuni devoti
Libro IV: Libro del sacramento del corpo di Cristo - Tommaso da Kempis
Leggilo nella BibliotecaParola del discepolo
1. "Quanto è grande, o Signore, la ricchezza della tua bontà, riservata a coloro che ti temono" (Sal 30,20). O Signore, quando penso a certe anime devote, che si accostano al tuo Sacramento con grandissima devozione ed amore, spesso mi sento in colpa ed arrossisco. Al tuo altare e alla mensa della santa Comunione io vengo infatti con tanta tiepidezza e freddezza, restando così arido e senza slancio del cuore, non totalmente infiammato dinanzi a te, o mio Dio, e non così fortemente attratto d'amore verso di te, come lo furono molte anime devote. Nel loro grande desiderio della Comunione e nel palpitante loro amore, queste anime devote non potevano trattenersi dal pianto; con la bocca del cuore, e insieme con quella del corpo, anelavano dal profondo a te, fonte viva, non potendo calmare o saziare la propria sete in altro modo che ricevendo il tuo corpo, con piena letizia e con spirituale avidità. Veramente ardente, la loro fede; tale da costituire essa stessa motivo di prova della tua presenza. Questi devoti riconoscono davvero il loro Signore nello spezzare il pane, e il loro cuore arde tutto per quel Gesù, che sta camminando con loro (Lc 24,30s). Da me sono spesso ben lontani un tale slancio devoto, un amore così ardente.
2. Usami misericordia, o buon Gesù, dolce e benigno. Al poveretto tuo, che va implorando, concedi di sentire, almeno qualche volta, nella santa Comunione, un poco dell'impeto amoroso del tuo cuore; così si irrobustirà la mia fede, si dilaterà la speranza nella tua bontà, e in me non verrà mai meno un amore che già arde pienamente e che ha potuto gustare la manna del cielo. Ben può la tua misericordia concedermi almeno la grazia del desiderio e venire a me donandomi ardore di spirito, finché non giunga il giorno da te stabilito. In verità, benché io non sia acceso da una brama così grande come quella delle persone particolarmente a te devote, tuttavia sento, per grazia sua, di desiderare quel desiderio, grande e ardente; prego e sospiro di essere unito a tutti coloro che ti amano con fervore e di essere considerato della loro santa schiera.
Dongo (Como), 3 aprile 1988. Pasqua di Resurrezione.
Don Stefano Gobbi
«Rallegratevi con Me. Gesù, che ho portato con ineffabile amore nel mio seno verginale, e durante nove mesi gli ho donato carne e sangue, per prepararlo alla sua nascita umana, è risorto.
Rallegratevi con Me. Gesù, che da bimbo ho stretto fra le mie braccia e a cui ho insegnato a fare i primi passi e che ho formato e cresciuto, come mamma amorevole e premurosa, è risorto.
Rallegratevi con Me. Gesù, che ho contemplato nella sua infanzia ed ho visto svilupparsi, secondo il ritmo della sua crescita umana, e farsi giovane durante la sua adolescenza, è risorto.
Rallegratevi con Me. Gesù, che ha subito l'incomprensione, la emarginazione, il persistente rifiuto delle autorità religiose, mentre veniva sempre più accolto e seguito dai piccoli, dai poveri, dagli ammalati e dai peccatori, è risorto.
Rallegratevi con Me. Gesù, che è stato abbandonato dai suoi discepoli, rinnegato, tradito, condannato a morte dal tribunale religioso, portato davanti a Pilato, flagellato, coronato di spine, condotto al patibolo e crocifisso, è risorto.
Rallegratevi con Me. Gesù, che è stato ucciso sulla Croce e deposto nel sepolcro, è risorto.
Figli prediletti, in questo giorno di Pasqua, rallegratevi con Me. Partecipate alla gioia ineffabile, che il mio Cuore Immacolato ha provato, quando mi sono visto, davanti agli occhi ancora cosparsi di lacrime, mio figlio Gesù nello splendore divino del suo Corpo glorioso. In quel momento per tutta l'umanità il dolore si è trasformato nella gioia, la tenebra nella luce, la cattiveria nella bontà, il peccato nella grazia, l'odio nell'amore, la morte nella vita, la giustizia nel trionfo della divina misericordia.
Rallegratevi con Me, figli prediletti, nel vivere insieme il mistero gioioso di questa Pasqua dell'anno mariano a Me consacrato. Oggi anche questa povera umanità, che è ancora chiusa nel sepolcro gelido del peccato, del rifiuto di Dio, dell'odio, della violenza, della guerra, della impurità e della iniquità, è chiamata ad uscire dalla sua tomba di tenebra e di morte.
Rallegratevi tutti con Me, perché, in questo giorno della sua Pasqua, vi annuncio che Gesù risorto ritornerà nello splendore divino della sua maestà e della sua gloria».