Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

“Più facilmente si convertono a Dio i sensuali che gli avari” (San Filippo Neri)

Liturgia delle Ore - Letture

Venerdi della 2° settimana del tempo ordinario (San Francesco di Sales)

Per questa Liturgia delle Ore è disponibile sia la versione del tempo corrente che quella dedicata alla memoria di un Santo. Per cambiare versione, clicca su questo collegamento.
Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 4

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto2dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame.3Allora il diavolo gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane".4Gesù gli rispose: "Sta scritto: 'Non di solo pane vivrà l'uomo'".5Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse:6"Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio.7Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo".8Gesù gli rispose: "Sta scritto: 'Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui' solo 'adorerai'".9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù;10sta scritto infatti:

'Ai suoi angeli darà ordine per te,perché essi ti custodiscano';

11e anche:

'essi ti sosterranno con le mani,
perché il tuo piede non inciampi in una pietra'".

12Gesù gli rispose: "È stato detto: 'Non tenterai il Signore Dio tuo'".13Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione.15Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.

16Si recò a Nàzaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:

18'Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto
messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi',
19'e predicare un anno di grazia del Signore'.

20Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.21Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi".22Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è il figlio di Giuseppe?".23Ma egli rispose: "Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fàllo anche qui, nella tua patria!".24Poi aggiunse: "Nessun profeta è bene accetto in patria.25Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese;26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.27C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro".28All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno;29si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.30Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

31Poi discese a Cafàrnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente.32Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità.33Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte:34"Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!".35Gesù gli intimò: "Taci, esci da costui!". E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male.36Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: "Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?".37E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.

38Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.39Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli.

40Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.41Da molti uscivano demòni gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.

42Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro.43Egli però disse: "Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato".44E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.


Giosuè 19

1La seconda parte sorteggiata toccò a Simeone, alla tribù dei figli di Simeone secondo le loro famiglie. Il loro possesso era in mezzo a quello dei figli di Giuda.
2Ebbero nel loro territorio: Bersabea, Seba, Molada,3Cazar-Susa, Bala, Asem,4Eltolad, Betul, Corma,5Ziklag, Bet-Marcabot, Cazar-Susa,6Bet-Lebaot e Saruchen: tredici città e i loro villaggi;7En, Rimmon, Eter e Asan: quattro città e i loro villaggi;8tutti i villaggi che stavano intorno a queste città, fino a Baalat-Beer, Ramat-Negheb.
Questo fu il possesso della tribù dei figli di Simeone, secondo le loro famiglie.9Il possesso dei figli di Simeone fu preso dalla parte dei figli di Giuda, perché la parte dei figli di Giuda era troppo grande per loro; perciò i figli di Simeone ebbero il loro possesso in mezzo al possesso di quelli.
10La terza parte sorteggiata toccò ai figli di Zàbulon, secondo le loro famiglie. Il confine del loro territorio si estendeva fino a Sarid.
11Questo confine saliva a occidente verso Mareala e giungeva a Dabbeset e poi toccava il torrente che è di fronte a Iokneam.12Da Sarid girava ad oriente, dove sorge il sole, sino al confine di Chislot-Tabor; poi continuava verso Daberat e saliva a Iafia.13Di là passava verso oriente, dove sorge il sole, per Gat-Efer, per Et-Kazin, usciva verso Rimmon, girando fino a Nea.14Poi il confine piegava dal lato di settentrione verso Annaton e faceva capo alla valle d'Iftach-El.15Esso includeva inoltre: Kattat, Naalal, Simron, Ideala e Betlemme: dodici città e i loro villaggi.16Questo fu il possesso dei figli di Zàbulon, secondo le loro famiglie: queste città e i loro villaggi.
17La quarta parte sorteggiata toccò a Issacar, ai figli di Issacar, secondo le loro famiglie.18Il loro territorio comprendeva: Izreel, Chesullot, Sunem,19Afaraim, Sion, Anacarat,20Rabbit, Kision, Abes,21Remet, En-Gannim, En-Chadda e Bet-Passes.22Poi il confine giungeva a Tabor, Sacasim, Bet-Semes e faceva capo al Giordano: sedici città e i loro villaggi.23Questo fu il possesso della tribù dei figli d'Issacar, secondo le loro famiglie: queste città e i loro villaggi.
24La quinta parte sorteggiata toccò ai figli di Aser secondo le loro famiglie.25Il loro territorio comprendeva: Elkat, Ali, Beten, Acsaf,26Alammelech, Amead, Miseal. Il loro confine giungeva, verso occidente, al Carmelo e a Sicor-Libnat.27Poi piegava dal lato dove sorge il sole verso Bet-Dagon, toccava Zàbulon e la valle di Iftach-El al nord, Bet-Emek e Neiel, e si prolungava verso Cabul a sinistra28e verso Ebron, Recob, Ammon e Cana fino a Sidòne la Grande.29Poi il confine piegava verso Rama fino alla fortezza di Tiro, girava verso Osa e faceva capo al mare; incluse Macleb, Aczib,30Acco, Afek e Recob: ventidue città e i loro villaggi.31Questo il possesso della tribù dei figli di Aser, secondo le loro famiglie: queste città e i loro villaggi.
32La sesta parte sorteggiata toccò ai figli di Nèftali, secondo le loro famiglie.33Il loro confine si estendeva da Elef e dalla quercia di Besaannim ad Adami-Nekeb e Iabneel fino a Lakkum e faceva capo al Giordano,34poi il confine piegava a occidente verso Aznot-Tabor e di là continuava verso Ukkok; giungeva a Zàbulon dal lato di mezzogiorno, ad Aser dal lato d'occidente e a Giuda del Giordano dal lato di levante.35Le fortezze erano Siddim, Ser, Ammat, Rakkat, Genèsaret,36Adama, Rama, Cazor,37Kedes, Edrei, En-Cazor,38Ireon, Migdal-El, Orem, Bet-Anat e Bet-Semes: diciannove città e i loro villaggi.39Questo fu il possesso della tribù dei figli di Nèftali, secondo le loro famiglie: queste città e i loro villaggi.
40La settima parte sorteggiata toccò alla tribù dei figli di Dan, secondo le loro famiglie.41Il confine del loro possesso comprendeva Sorea, Estaol, Ir-Semes,42Saalabbin, Aialon, Itla,43Elon, Timna, Ekron,44Elteke, Ghibbeton, Baalat,45Ieud, Bene-Berak, Gat-Rimmon,46Me-Iarkon e Rakkon con il territorio di fronte a Giaffa.47Ma il territorio dei figli di Dan si estese più lontano, perché i figli di Dan andarono a combattere contro Lesem; la presero e la passarono a fil di spada; ne presero possesso, vi si stabilirono e la chiamarono Dan, dal nome di Dan loro padre.48Questo fu il possesso della tribù dei figli di Dan, secondo le loro famiglie: queste città e i loro villaggi.
49Quando gli Israeliti ebbero finito di ripartire il paese secondo i suoi confini, diedero a Giosuè, figlio di Nun, una proprietà in mezzo a loro.50Secondo l'ordine del Signore, gli diedero la città che egli chiese: Timnat-Serach, sulle montagne di Efraim. Egli costruì la città e vi stabilì la dimora.51Tali sono le eredità che il sacerdote Eleazaro, Giosuè, figlio di Nun, e i capifamiglia delle tribù degli Israeliti distribuirono a sorte in Silo, davanti al Signore all'ingresso della tenda del convegno. Così compirono la divisione del paese.


Giobbe 23

1Giobbe allora rispose:

2Ancor oggi il mio lamento è amaro
e la sua mano grava sopra i miei gemiti.
3Oh, potessi sapere dove trovarlo,
potessi arrivare fino al suo trono!
4Esporrei davanti a lui la mia causa
e avrei piene le labbra di ragioni.
5Verrei a sapere le parole che mi risponde
e capirei che cosa mi deve dire.
6Con sfoggio di potenza discuterebbe con me?
Se almeno mi ascoltasse!
7Allora un giusto discuterebbe con lui
e io per sempre sarei assolto dal mio giudice.
8Ma se vado in avanti, egli non c'è,
se vado indietro, non lo sento.
9A sinistra lo cerco e non lo scorgo,
mi volgo a destra e non lo vedo.
10Poiché egli conosce la mia condotta,
se mi prova al crogiuolo, come oro puro io ne esco.
11Alle sue orme si è attaccato il mio piede,
al suo cammino mi sono attenuto e non ho deviato;
12dai comandi delle sue labbra non mi sono
allontanato,
nel cuore ho riposto i detti della sua bocca.
13Se egli sceglie, chi lo farà cambiare?
Ciò che egli vuole, lo fa.
14Compie, certo, il mio destino
e di simili piani ne ha molti.
15Per questo davanti a lui sono atterrito,
ci penso e ho paura di lui.
16Dio ha fiaccato il mio cuore,
l'Onnipotente mi ha atterrito;
17non sono infatti perduto a causa della tenebra,
né a causa dell'oscurità che ricopre il mio volto.


Salmi 111

1Alleluia.

Alef. Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
Bet. nel consesso dei giusti e nell'assemblea.

2Ghimel. Grandi le opere del Signore,
Dalet. le contemplino coloro che le amano.
3He. Le sue opere sono splendore di bellezza,
Vau. la sua giustizia dura per sempre.
4Zain. Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:
Het. pietà e tenerezza è il Signore.
5Tet. Egli dà il cibo a chi lo teme,
Iod. si ricorda sempre della sua alleanza.

6Caf. Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
Lamed. gli diede l'eredità delle genti.
7Mem. Le opere delle sue mani sono verità e giustizia,
Nun. stabili sono tutti i suoi comandi,
8Samech. immutabili nei secoli, per sempre,
Ain. eseguiti con fedeltà e rettitudine.
9Pe. Mandò a liberare il suo popolo,
Sade. stabilì la sua alleanza per sempre.

10Kof. Santo e terribile il suo nome.
Res. Principio della saggezza è il timore del Signore,
Sin. saggio è colui che gli è fedele;
Tau. la lode del Signore è senza fine.


Ezechiele 32

1Il primo giorno del dodicesimo mese dell'anno decimosecondo, mi fu rivolta questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, intona un lamento sul faraone re d'Egitto dicendo:

Leone fra le genti eri considerato;
ma eri come un coccodrillo nelle acque,
erompevi nei tuoi fiumi
e agitavi le acque con le tue zampe,
intorbidandone i corsi".
3Dice il Signore Dio:
"Tenderò contro di te la mia rete
con una grande assemblea di popoli
e ti tireranno su con la mia rete.
4Ti getterò sulla terraferma
e ti abbandonerò al suolo.
Farò posare su di te tutti gli uccelli del cielo
e sazierò di te tutte le bestie della terra.
5Spargerò per i monti la tua carne
e riempirò le valli della tua carogna.
6Farò bere alla terra il tuo scolo,
il tuo sangue, fino ai monti,
e i burroni saranno pieni di te.
7Quando cadrai estinto, coprirò il cielo
e oscurerò le sue stelle,
velerò il sole di nubi e la luna non brillerà.8Oscurerò tutti gli astri del cielo su di te
e stenderò sulla tua terra le tenebre.
Parola del Signore Dio.

9Sgomenterò il cuore di molti popoli, quando farò giungere la notizia della tua rovina alle genti, in regioni a te sconosciute.10Per te farò stupire molti popoli e tremeranno i loro re a causa tua, quando sguainerò la spada davanti a loro. Ognuno tremerà ad ogni istante per la sua vita, nel giorno della tua rovina".11Poiché dice il Signore Dio: "La spada del re di Babilonia ti raggiungerà.

12Abbatterò la tua moltitudine con la spada dei prodi,
dei popoli più feroci;
abbatteranno l'orgoglio dell'Egitto
e tutta la sua moltitudine sarà sterminata.
13Farò perire tutto il suo bestiame
sulle rive delle grandi acque,
che non saranno più turbate da piede d'uomo,
né unghia d'animale le intorbiderà.
14Allora farò ritornare tranquille le loro acque
e farò scorrere i loro canali come olio.
Parola del Signore Dio.
15Quando avrò fatto dell'Egitto una terra desolata,
tutta priva di quanto contiene,
quando avrò percosso tutti i suoi abitanti,
allora si saprà che io sono il Signore.

16Questo è un lamento e lo si canterà. Lo canteranno le figlie delle genti, lo canteranno sull'Egitto e su tutta la sua moltitudine". Oracolo del Signore Dio.

17Ai quindici del primo mese, dell'anno decimosecondo, mi fu rivolta questa parola del Signore:18"Figlio dell'uomo, intona un canto funebre sugli abitanti dell'Egitto. Falli scendere insieme con le figlie di nazioni potenti, nella regione sotterranea, con quelli che scendono nella fossa.

19Di chi tu sei più bello?
Scendi e giaci con i non circoncisi.

20Cadranno fra gli uccisi di spada; la spada è già consegnata. Colpite a morte l'Egitto e tutta la sua gente.21I più potenti eroi si rivolgeranno a lui e ai suoi ausiliari e dagli inferi diranno: Vieni, giaci con i non circoncisi, con i trafitti di spada.22Là è Assur e tutta la sua gente, intorno al suo sepolcro, uccisi, tutti trafitti di spada;23poiché le loro sepolture sono poste nel fondo della fossa e la sua gente è intorno alla sua tomba: uccisi, tutti, trafitti di spada, essi che seminavano il terrore nella terra dei viventi.
24Là è Elam e tutto il suo esercito, intorno al suo sepolcro. Uccisi, tutti, trafitti di spada, scesi non circoncisi nella regione sotterranea, essi che seminavano il terrore nella terra dei viventi. Ora portano la loro ignominia con quelli che scendono nella fossa.25In mezzo ai trafitti posero il suo giaciglio e tutta la sua gente intorno al suo sepolcro, tutti non circoncisi, trafitti di spada; perché avevano sparso il terrore nella terra dei viventi, portano la loro ignominia con quelli che scendono nella fossa; sono stati collocati in mezzo ai trafitti di spada.
26Là è Mesech, Tubal e tutta la sua gente, intorno al suo sepolcro: tutti non circoncisi, trafitti di spada, perché incutevano il terrore nella terra dei viventi.27Non giaceranno al fianco degli eroi caduti da secoli, che scesero negli inferi con le armi di guerra, con le spade disposte sotto il loro capo e con gli scudi sulle loro ossa, perché tali eroi erano un terrore nella terra dei viventi.28Così tu giacerai fra i non circoncisi e con i trafitti di spada.
29Là è Edom, i suoi re e tutti i suoi prìncipi che, nonostante il loro valore, sono posti con i trafitti di spada: giacciono con i non circoncisi e con quelli che scendono nella fossa.30Là sono tutti i prìncipi del settentrione, tutti quelli di Sidòne, che scesero con i trafitti, nonostante il terrore sparso dalla loro potenza; giacciono i non circoncisi con i trafitti di spada e portano la loro ignominia con quelli che scendono nella fossa.
31Il faraone li vedrà e si consolerà alla vista di tutta questa moltitudine; il faraone e tutto il suo esercito saranno trafitti di spada. Oracolo del Signore Dio.32Perché aveva sparso il terrore nella terra dei viventi, ecco giace in mezzo ai non circoncisi, con i trafitti di spada, egli il faraone e tutta la sua moltitudine". Parola del Signore Dio.


Lettera ai Galati 6

1Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione.2Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo.3Se infatti uno pensa di essere qualcosa mentre non è nulla, inganna se stesso.4Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora solo in se stesso e non negli altri troverà motivo di vanto:5ciascuno infatti porterà il proprio fardello.
6Chi viene istruito nella dottrina, faccia parte di quanto possiede a chi lo istruisce.7Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato.8Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna.9E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo.10Poiché dunque ne abbiamo l'occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede.

11Vedete con che grossi caratteri vi scrivo, ora, di mia mano.12Quelli che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati a causa della croce di Cristo.13Infatti neanche gli stessi circoncisi osservano la legge, ma vogliono la vostra circoncisione per trarre vanto dalla vostra carne.14Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.15Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura.16E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio.17D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo.
18La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.


Capitolo XLI: Il disprezzo di ogni onore di questo mondo

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Figlio, non crucciarti se vedi che altri sono onorati ed innalzati, mentre tu sei disprezzato ed umiliato. Drizza il tuo animo a me, nel cielo; così non ti rattristerà il disprezzo degli uomini, su questa terra. O Signore, noi siamo come ciechi e facilmente ci lasciamo sedurre dall'apparenza. Ma se esamino seriamente me stesso, non c'è cosa che possa essermi fatta da alcuna creatura che sia un torto nei miei confronti: dunque non avrei motivo di lamentarmi con te. E', appunto, perché spesso e gravemente ho peccato al tuo cospetto, che qualsiasi creatura si può muovere a ragione contro di me. A me, dunque, è giusto che si dia vergogna e disprezzo; a te invece, lode, onore e gloria. E se non mi sarò ben predisposto a desiderare di essere disprezzato da ogni creatura, ad essere buttato in un canto e ad essere considerato proprio un nulla, non potrò trovare pace e serenità interiore; non potrò essere spiritualmente illuminato e pienamente a te unito.


DISCORSO 236/A TENUTO IL LUNEDÌ DI PASQUA

Discorsi - Sant'Agostino

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Sostanziale uniformità nei racconti evangelici.

1. Come ben conosce la vostra Carità, fratelli, in questi giorni della santa Pasqua si proclama solennemente il racconto della resurrezione del Signore quale ci è stato tramandato da tutti gli Evangelisti: i quali hanno redatto la propria narrazione in modo che alcune cose sono state riferite in comune da tutti mentre altre sono state omesse da questo o da quello, ovviamente senza scapito della concorde armonia che esige la verità. Così, tutti hanno parlato della crocifissione del Signore, della sua sepoltura e della sua resurrezione al terzo giorno. Riguardo invece alle apparizioni ai discepoli, siccome il Signore apparve loro in molti modi, alcuni hanno riferito avvenimenti che gli altri hanno omesso. L'importante è che tutti ci hanno tramandato descrizioni conformi a verità.

I discepoli stentano a credere nella risurrezione.

2. La notte scorsa, ad esempio, durante la veglia, se ben ricordate, è stata letta l'apparizione del Signore risorto alle donne. Egli le salutò per primo dicendo: Salute! E allora esse gli si avvicinarono e gli si strinsero ai piedi scongiurandolo 1. Oggi è stata letta l'apparizione a quei due discepoli che camminavano per via. Camminavano con lui ma non lo riconoscevano poiché i loro occhi erano impediti dal riconoscerlo 2. Il riconoscimento sarebbe dovuto avvenire durante la frazione del pane. Egli infatti venne da loro, fu da loro accolto ospitalmente, benedisse il pane e lo spezzò: allora lo riconobbero 3. Così conoscete Cristo voi tutti che lo ritenete veramente Cristo. E qui voglia considerare la vostra Carità com'erano i discepoli, tutti i discepoli, prima della resurrezione del Signore. Che essi mi perdonino!, ma non erano ancora nemmeno tra i credenti. Più tardi sarebbero diventati dei colossi, ma in un primo tempo erano perfino inferiori a noi. Noi infatti crediamo nella resurrezione di Cristo, mentre essi per un certo tempo non ci credevano. In seguito soltanto, quando lo ebbero visto e toccato, quando l'ebbero controllato con i propri occhi e palpato con le proprie mani, allora finalmente credettero, e il loro cuore fu reso stabile dall'autorità delle sante Scritture. Essi bevvero e da quel che lasciarono traboccare siamo stati riempiti anche noi.

La fede dei discepoli di Emmaus e la fede di Pietro.

3. Eccoli dunque parlare fra loro delle cose avvenute. Si dolevano della morte di Cristo, che ritenevano un uomo, quand'ecco Gesù apparve loro, si mise, terzo, in loro compagnia e chiese di che cosa discorressero. Risposero i due: Tu sei l'unico forestiero che si trovi in Gerusalemme il quale non sappia le cose accadute in città durante questi giorni, come cioè i sommi sacerdoti han messo a morte Gesù, quel profeta così grande 4. O discepoli, a che cosa avete ridotto il Signore? A un profeta? Ma non è lui che riempiva tutti i Profeti? Osservate, fratelli, come i discepoli avevano avuto fede, ma, persa ogni speranza a causa della morte del Signore, erano retrocessi fino ad accettare quelle parole che di lui dicevano gli estranei. Ricorderete infatti, o carissimi, come un giorno il Signore chiese ai suoi discepoli: Chi dice la gente che sia io, il Figlio dell'uomo? 5 E i discepoli in risposta gli riferirono le parole e le opinioni degli estranei, non ciò che credevano loro stessi. Gli dissero pertanto: Alcuni dicono che sei Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o uno dei profeti 6. A questo livello erano ritornati quei discepoli: avevano perso la loro fede e stavano abbracciando le opinioni degli estranei. Gli dissero infatti: Egli era stato un profeta. Era quello che di Cristo avevano pensato gli estranei. I discepoli invece che cosa avevano detto? Alla domanda di Cristo: Ma voi chi dite che io sia? rispose Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlia del Dio vivente. E il Signore a lui: Beato te, Simone figlio di Giona, perché non ti ha rivelato questo né la carne né il sangue - com'è stato invece per coloro che mi ritengono un profeta - ma il Padre mio, che è nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro 7. Tu hai parlato di me, io voglio parlare di te: tu che hai reso a me la confessione ascolta ora la mia benedizione. Parlando di sé il Signore aveva detto il meno, Pietro vi aveva aggiunto il di più. Nel caso del Signore Gesù Cristo, il di meno era l'essere Figlio dell'uomo; il di più era la dignità di Figlio di Dio. Ora, quel di meno l'aveva enunziato colui che volle essere umile, mentre il di più l'aveva aggiunto colui che il Signore volle porre in alto. Gli disse il Signore: Su questa pietra edificherò la mia Chiesa 8. Sopra codesta tua professione di fede, sopra le parole che hai dette (e cioè: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente), io edificherò la mia Chiesa e le porte dell'inferno non la vinceranno 9. Queste porte infernali avevano, si, vinto quei due, ma si tenevano a distanza da Pietro: erano state sconfitte nell'arena. O Signore, va' in aiuto a quei discepoli! Spezza loro il pane perché ti riconoscano. Se tu non li riconduci sono perduti. E come li ricercasti? Ecco, quei discepoli ti prendono per un profeta 10.

Il ladrone pentito supera nella fede i due discepoli.

4. Venne quindi il momento in cui Gesù rese loro comprensibili le Scritture, in base alle quali, sia pur nella disperazione, avevano detto: Ma noi speravamo che egli avrebbe redento Israele 11. O discepoli, voi speravate: vuol dire che ora non sperate più. Vieni, ladrone, e dà una lezione ai discepoli! Perché perdere la speranza anche se lo avete visto crocifisso, anche se al vostro sguardo s'è presentato sospeso al patibolo, per cui vi siete fatti l'idea che fosse un impotente? Anche il ladrone che pendeva con lui dalla croce lo vide così, ma, pur essendo partecipe del medesimo supplizio, lo riconobbe e senza esitazioni credette in lui. Voi invece avete dimenticato che egli è l'autore della vita. Grida dunque dalla croce, o ladrone, e tu, che sei un assassino, convinci i santi! Cosa dicevano infatti costoro? Noi speravamo che egli avrebbe redento Israele. E il ladrone cosa diceva? Signore, ricordati di me quando sarai nel tuo regno 12. Voi, comunque, speravate che egli fosse il redentore di Israele. O discepoli, se egli deve ancora redimere Israele voi siete venuti meno [nella fede]. Meno male però che vi ha risollevati colui che non abbandona. Colui che s'è fatto vostro compagno lungo la via si è fatto per voi via. E va sottolineato che allora non era lì presente quel Pietro che aveva detto: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente 13. Non era con quei discepoli. Egli, consapevole che Cristo, dovunque fosse, era sempre con loro, se lo rinnegò, a un suo sguardo si mise a piangere; e questo prima della morte, adesso poi che il Signore era stato crocifisso ed era morto... Forse condivideva l'opinione dei Giudei che oltraggiandolo dicevano: Se è Figlio di Dio, scenda dalla croce e gli crederemo 14. È infatti probabile che anche i discepoli, non certo per insultarlo, lo esortassero a scendere dalla croce. Egli però non lo fece ma rese lo spirito, e tutti lo videro morto sulla croce come sogliono morire tutti gli altri uomini: lo videro avvolto in bende e sepolto. Allora persero ogni speranza, e tra questi discepoli senza speranza c'era anche Pietro. Quello che accadde dopo la resurrezione è così narrato dall'evangelista Marco: Apparve alle donne e disse loro: Andate a dire ai miei discepoli e a Pietro che sono risorto dai morti 15. Fu infatti a delle donne fedeli che per primo si mostrò il Signore. Queste tornarono e riferirono ai discepoli di aver avuto una visione: avevano visto degli angeli che avevano detto loro: Perché cercate fra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto 16. E in realtà esse non trovarono il suo corpo nel sepolcro. Le donne riferirono tali cose ma gli uomini rifiutavano di crederci; annunziavano cose di tal fatta agli Apostoli, annunziavano la vera essenza di Cristo a coloro che sarebbero stati i suoi araldi. La stessa voce, del resto, s'era udita quando egli scacciava dal corpo degli ossessi gli spiriti erranti. Tali spiriti, contorcendosi fra i tormenti e i dolori, gridavano: Cosa abbiamo a che fare con te, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Perché sei venuto prima del tempo a tormentarci? 17

 


1 - Mt 28, 9.

2 - Lc 24, 15-16.

3 - Cf. Lc 24, 29-31.

4 - Lc 24, 18-20.

5 - Mt 16, 13.

6 - Mt 16, 14.

7 - Mt 16, 15-18.

8 - Mt 16, 18.

9 - Mt 16, 18.

10 - Cf. Lc 24, 19.

11 - Lc 24, 21.

12 - Lc 23, 42.

13 - Mt 16, 16.

14 - Mt 27, 42.

15 - Mc 16, 7; Mt 28, 6.

16 - Lc 24, 5-6.

17 - Mt 8, 29.


Capitolo I: Cinque espressioni del saluto angelico contengono cinque dolcissime lodi della B. Vergine.

Lo specchio della Beata Vergine Maria - Beato Corrado di Sassonia

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Ave Maria, gratia piena. Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui. Ascolta, o dolcissima Vergine Maria, ascolta questo saluto nuovo e mirabile, ascolta, o figlia, e rimira e porgi il tuo orecchio (Ps. 44. 11.) : ascolta Gabriele il nunzio glorioso, rimira il modo miracoloso della tua fecondità, porgi il tuo orecchio al fruttuoso consenso, ascolta ciò che a te da Dio Padre viene annunziato, rimira come in te si incarnerà il Figlio di Dio, porgi I' orecchio allo Spirito Santo che farà in te cose mirabili. Poiché dunque tu hai orecchi da intendere, ascolta (Matt. 11. 15) e sul principio, ascolta questo inaudito saluto : Ave, Maria ecc. Questo nome Maria vi è stato inserito non da Gabriele, ma dalla devozione dei fedeli, dietro ispirazione dello Spirito Santo. Anche l'ultima clausola cioè : benedictus fructus ventris tui, non fu proferita dall’angelo salutante, ma fu aggiunta dalla profetante Elisabetta. Diciamo dunque ciascuno, diciamo devotissimamente tutti : Ave, Maria ecc. O saluto veramente grazioso e venerabile, glorioso e ammirabile. "Questo saluto, come dice Beda (Omil. de Annunc. B. M. V. post initium), quanto è inaudito all'uso degli uomini, tanto si addice alla dignità di Maria “. In questo dolcissimo saluto vi sono ben ordinate cinque dolcissime espressioni, nelle quali sono comprese cinque dolcissime lodi della Vergine. O espressioni veramente dolci! In queste infatti si dimostra quanto la B. V. Maria fosse purissima, quanto pienissima, quanto sicurissima, quanto degnissima, quanto utilissima: purissima dico per 1' assenza di ogni colpa, pienissima per 1' abbondanza della grazia, sicurissima per la divina presenza, degnissima per la reverenza della sua persona, utilissima per la sua eccellenza.
Quanto fosse purissima per l'assenza di colpa Maria, bene si esprime quando si dice: Ave. A ragione infatti a lei si dice : Ave, poiché da ogni "vae" cioè guaio di colpa fu immunissima, come proprio conveniva alla Madre di Dio, testimonio Anselmo (De Conceptu virgin. c. 18) che dice : " Conveniva che la concezione di quell’uomo fosse fatta da una Madre purissima e che risplendesse di una purità di cui non vi fosse una maggiore, quella Vergine a cui Dio Padre disponeva di dare il suo unico Figlio generato in cuor suo a sé eguale, talché fosse e il Figlio di Dio e il Figlio dell'uomo “.— Parimente, quanto Maria fosse pienissima per l'abbondanza della grazia, ben si dimostra quando si dice : gratia piena. Veramente piena e più che piena, come attesta Anselmo (Orat. 52. ante medium) che con grande devozione esclama: "O donna piena e sovrappiena di grazia! dall'efflusso della cui pienezza aspersa si sente rivivere ogni creatura ". — Parimente, quanto Maria fosse sicurissima per la divina presenza ben si dimostra col dire: Dominus tecum. A ragione, presente il Signore e con lei esistente, Maria è sicurissima in modo speciale, poiché Iddio Padre, Iddio Figlio, Iddio Spirito Santo è con lei in  tal modo che Ella diviene con Dio specialissimamente familiarissima, come è evidente in San Bernardo (Omil. 3 super Missus est. n. 4) che dice: "Non solo è con te il Figlio che tu rivesti della tua medesima carne, ma, è con te pure lo Spirito Santo del quale concepisci, e il Padre che è il generante del tuo concetto ". — Parimente, quanto Maria fosse degnissima per la reverenza della sua persona si dimostra col dire: "benedicta tu in mulieribus ". Non può infatti non essere degnissima la persona di colei che è reverendissima per tanta benedizione. Onde di nuovo si meraviglia ed esclama Anselmo (Loc. cit) : " O Vergine benedetta e sovrabenedetta, per la cui benedizione viene benedetta ogni natura, non solo la creatura dal Creatore, ma anche il Creatore dalla creatura ". — Parimente, quanto Maria fosse utilissima per l'eccellenza della sua prole, ben si dimostra col dire : et benedictus fructus ventris tui. A salvare il mondo fu utilissima per questo, per aver cioè generato il frutto della salute eccellentissimo e potentissimo. Onde il medesimo Anselmo (Loc. cit. post initium) ben dice: “ Per la tua fecondità, o Signora, il mondo è stato redento, il peccatore giustificato, il dannato è stato salvato, l'esule richiamato. Poiché il tuo parto, o Signora, ha liberato il mondo dalla schiavitù, gli ha ridonato la salute, lo ha risuscitato da morte".
Vedete dunque, o carissimi, come Maria venga salutata a ragione con l’Ave, per l'assenza e l’immunità da ogni colpa, come a ragione sia chiamata piena di grazia per l'abbondanza e l’immensità di ogni grazia ; come a ragione a lei sia detto : il Signore è con te, per la divina presenza e familiarità, come a ragione venga riverita "benedetta fra le donne „ per la reverenza e dignità della. sua persona, come a ragione il frutto del suo seno venga proclamato benedetto per l’eccellenza e l’utilità della sua prole.
Di queste cose tratteremo singolarmente per ordine.


3 marzo 1979. Primo sabato del mese. Quarto segno: la persecuzione.

Don Stefano Gobbi

«Restate tutti nel rifugio del mio Cuore Immacolato e troverete la vostra pace e l'interiore serenità. Figli miei prediletti, si è ormai scatenata la tempesta da Me preannunciata a Fatima per lapurificazione della Chiesa e di tutto il mondo. Questa è l'ora della misericordia del Padre che, attraverso l'amore, del Cuore divino del Figlio, si manifesta nel momento in cui la sofferenza si rende per tutti più grande. Il quarto segno, che vi indica come per la Chiesa è giunto il periodo culminante della sua dolorosa purificazione, è la persecuzione. La Chiesa viene infatti in vari modi perseguitata.

È perseguitata dal mondo in cui vive e cammina indicando a tutti la strada della salvezza. Sono i veri nemici di Dio, sono coloro che si sono messi consapevolmente contro Dio, per condurre tutta l'umanità a vivere senza di Lui, che sempre più perseguitano la Chiesa. Talvolta Essa viene perseguitata in maniera aperta e violenta; viene spogliata di ogni cosa e impedita di annunciare il Vangelo di Gesù. Ma in questi tempi la Chiesa viene spesso sottoposta a una prova più grande; la si perseguita in maniera subdola ed indolore, sottraendole piano piano l'ossigeno di cui ha bisogno per vivere. Si cerca poi di condurla al compromesso con lo spirito del mondo, che così entra nel suo interno e ne condiziona e paralizza la vitalità. La collaborazione si è tramutata spesso nella forma più subdola della persecuzione; l'ostentata manifestazione di rispetto verso di Lei è diventata la maniera più sicura per colpirla. Si è giunti a scoprire la nuova tecnica di farla morire senza clamore e senza spargimento di sangue.

La Chiesa è perseguitata anche nel suo interno, soprattutto da parte di quei suoi figli che sono giunti al compromesso col suo Avversario. Esso è riuscito a sedurre persino alcuni dei suoi stessi Pastori. Anche fra essi vi sono quelli che collaborano consapevolmente a questo disegno di interiore e nascosta persecuzione della mia Chiesa. I miei figli prediletti vengono chiamati alla prova di sentirsi talvolta ostacolati, emarginati e perseguitati da alcuni dei loro stessi confratelli, mentre coloro che sono infedeli hanno largo e facile spazio per la loro azione. Si preparano, figli prediletti, anche per voi le stesse ore di sofferenza che ha vissuto mio Figlio Gesù: le ore del Getsemani, in cui sentiva la interiore agonia di essere abbandonato, tradito e rinnegato dai suoi.

Se questa è la strada percorsa dal Maestro, è anche la strada che dovete ora percorrere voi, suoi fedeli discepoli, mentre si farà più dolorosa la purificazione per tutta la Chiesa. Abbiate fiducia, figli prediletti, apostoli del mio Cuore Immacolato. Nessuna prova, quanto questa sua interiore persecuzione, servirà al completo rinnovamento della Chiesa. Infatti da questa sofferenza uscirà più pura, più umile, più illuminata, più forte. Voi dovete disporvi a soffrire sempre di più, quanto più vicino diventerà il momento conclusivo della purificazione. Per questo vi ho voluto preparare un rifugio sicuro.

Nel mio Cuore Immacolato sarete consolati e formati alla virtù della fortezza, mentre sentirete sempre più accanto a voi la presenza della Mamma Celeste. Ella accoglierà ogni vostro dolore come sotto la Croce ha accolto quelli di Gesù, poiché deve adempiere anche ora per la Chiesa la sua materna funzione di Corredentrice, e ricondurre al Padre tutti i figli che si sono smarriti».