Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

Se m'accorgessi d'avere nel mio cuore una sola sottilissima fibra, che non vibrasse per Dio e di Dio, subito la strapperei. (San Francesco di Sales)

Liturgia delle Ore - Letture

Giovedi della 5° settimana del tempo di Avvento e Natale (Santissimi Basilio e Gregorio)

Per questa Liturgia delle Ore è disponibile sia la versione del tempo corrente che quella dedicata alla memoria di un Santo. Per cambiare versione, clicca su questo collegamento.
Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 10

1"In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante.2Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore.3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori.4E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce.5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei".6Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.
7Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore.8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo.10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.11Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore.12Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde;13egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,15come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.16E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.17Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo.18Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio".
19Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole.20Molti di essi dicevano: "Ha un demonio ed è fuori di sé; perché lo state ad ascoltare?".21Altri invece dicevano: "Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi dei ciechi?".

22Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno.23Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone.24Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: "Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente".25Gesù rispose loro: "Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza;26ma voi non credete, perché non siete mie pecore.27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.28Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano.29Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio.30Io e il Padre siamo una cosa sola".
31I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.32Gesù rispose loro: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?".33Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio".34Rispose loro Gesù: "Non è forse scritto nella vostra Legge: 'Io ho detto: voi siete dèi'?35Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata),36a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?37Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi;38ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre".39Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.

40Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò.41Molti andarono da lui e dicevano: "Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero".42E in quel luogo molti credettero in lui.


Numeri 7

1Quando Mosè ebbe finito di erigere la Dimora e l'ebbe unta e consacrata con tutti i suoi arredi, quando ebbe eretto l'altare con tutti i suoi arredi e li ebbe unti e consacrati,2i capi di Israele, capi dei loro casati paterni, che erano capitribù e avevano presieduto al censimento, presentarono una offerta3e la portarono davanti al Signore: sei carri e dodici buoi, cioè un carro per due capi e un bue per ogni capo e li offrirono davanti alla Dimora.4Il Signore disse a Mosè:5"Prendili da loro per impiegarli al servizio della tenda del convegno e assegnali ai leviti; a ciascuno secondo il suo servizio".6Mosè prese dunque i carri e i buoi e li diede ai leviti.7Diede due carri e quattro buoi ai figli di Gherson, secondo il loro servizio;8diede quattro carri e otto buoi ai figli di Merari, secondo il loro servizio, sotto la sorveglianza di Itamar, figlio del sacerdote Aronne;9ma ai figli di Keat non ne diede, perché avevano il servizio degli oggetti sacri e dovevano portarli sulle spalle.
10I capi presentarono l'offerta per la dedicazione dell'altare, il giorno in cui esso fu unto;11i capi presentarono l'offerta uno per giorno, per la dedicazione dell'altare.
12Colui che presentò l'offerta il primo giorno fu Nacason, figlio di Amminadab, della tribù di Giuda;13la sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,14una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,15un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,16un capro per il sacrificio espiatorio17e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Nacason, figlio di Amminadab.
18Il secondo giorno, Netaneel, figlio di Suar, capo di Issacar, presentò l'offerta.19Offrì un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,20una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,21un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,22un capro per il sacrificio espiatorio23e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Netaneel, figlio di Suar.
24Il terzo giorno fu Eliab, figlio di Chelon, capo dei figli di Zàbulon.25La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,26una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,27un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,28un capro per il sacrificio espiatorio29e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Eliab, figlio di Chelon.
30Il quarto giorno fu Elisur, figlio di Sedeur, capo dei figli di Ruben.31La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,32una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,33un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,34un capro per il sacrificio espiatorio35e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Elisur, figlio di Sedeur.
36Il quinto giorno fu Selumiel, figlio di Surisaddai, capo dei figli di Simeone.37La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,38una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,39un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,40un capro per il sacrificio espiatorio41e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Selumiel, figlio di Surisaddai.
42Il sesto giorno fu Eliasaf, figlio di Deuel, capo dei figli di Gad.43La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,44una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,45un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,46un capro per il sacrificio espiatorio47e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Eliasaf, figlio di Deuel.
48Il settimo giorno fu Elesama, figlio di Ammiud, capo dei figli di Efraim.49La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento del peso di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,50una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,51un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,52un capro per il sacrificio espiatorio53e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Elesama, figlio di Ammiud.
54L'ottavo giorno fu Gamliel, figlio di Pedasur, capo dei figli di Manasse.55La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,56una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,57un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,58un capro per il sacrificio espiatorio59e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Gamliel, figlio di Pedasur.
60Il nono giorno fu Abidan, figlio di Ghideoni, capo dei figli di Beniamino.61La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,62una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,63un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,64un capro per il sacrificio espiatorio65e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Abidan, figlio di Ghideoni.
66Il decimo giorno fu Achiezer, figlio di Ammisaddai, capo dei figli di Dan.67La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,68una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,69un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,70un capro per il sacrificio espiatorio71e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Achiezer, figlio di Ammisaddai.
72L'undicesimo giorno fu Paghiel, figlio di Ocran, capo dei figli di Aser.73La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,74una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,75un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,76un capro per il sacrificio espiatorio77e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Paghiel, figlio di Ocran.
78Il decimosecondo giorno fu Achira, figlio di Enan, capo dei figli di Nèftali.79La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione,80una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,81un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto,82un capro per il sacrificio espiatorio83e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Achira, figlio di Enan.
84Questi furono i doni per la dedicazione dell'altare da parte dei capi d'Israele, il giorno in cui esso fu unto: dodici piatti d'argento, dodici vassoi d'argento, dodici coppe d'oro;85ogni piatto d'argento pesava centotrenta sicli e ogni vassoio d'argento settanta; il totale dell'argento dei vasi fu duemilaquattrocento sicli, secondo il siclo del santuario;86dodici coppe d'oro piene di profumo, le quali, a dieci sicli per coppa, secondo il siclo del santuario, diedero per l'oro delle coppe un totale di centoventi sicli.87Totale del bestiame per l'olocausto: dodici giovenchi, dodici arieti, dodici agnelli dell'anno, con le oblazioni consuete, e dodici capri per il sacrificio espiatorio.88Totale del bestiame per il sacrificio di comunione: ventiquattro giovenchi, sessanta arieti, sessanta capri, sessanta agnelli dell'anno. Questi furono i doni per la dedicazione dell'altare, dopo che esso fu unto.
89Quando Mosè entrava nella tenda del convegno per parlare con il Signore, udiva la voce che gli parlava dall'alto del coperchio che è sull'arca della testimonianza fra i due cherubini; il Signore gli parlava.


Sapienza 4

1Meglio essere senza figli e avere la virtù,
poiché nel ricordo di questa c'è immortalità,
per il fatto che è riconosciuta da Dio e dagli uomini.
2Presente è imitata; assente è desiderata;
nell'eternità trionfa, cinta di corona,
per aver vinto nella gara di combattimenti senza macchia.
3La discendenza numerosa degli empi non servirà a nulla;
e dalle sue bastarde propaggini
non metterà profonde radici
né si consoliderà su una base sicura.
4Anche se per qualche tempo mette gemme sui rami,
i suoi germogli precari saranno scossi dal vento
e sradicati dalla violenza delle bufere.
5Si spezzeranno i ramoscelli ancora teneri;
il loro frutto sarà inutile, non maturo da mangiare,
e a nulla servirà.
6Infatti i figli nati da unioni illegali
attestano la perversità dei genitori nel giudizio di essi.

7Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo.
8Vecchiaia veneranda non è la longevità,
né si calcola dal numero degli anni;
9ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza;
e un'età senile è una vita senza macchia.
10Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito.
11Fu rapito, perché la malizia non ne mutasse i sentimenti
o l'inganno non ne traviasse l'animo,
12poiché il fascino del vizio deturpa anche il bene
e il turbine della passione travolge una mente semplice.
13Giunto in breve alla perfezione,
ha compiuto una lunga carriera.
14La sua anima fu gradita al Signore;
perciò egli lo tolse in fretta da un ambiente malvagio.
I popoli vedono senza comprendere;
non riflettono nella mente a questo fatto
15che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti
e la protezione per i suoi santi.
16Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita;
una giovinezza, giunta in breve alla perfezione,
condanna la lunga vecchiaia dell'ingiusto.
17Le folle vedranno la fine del saggio,
ma non capiranno ciò che Dio ha deciso a suo riguardo
né in vista di che cosa il Signore l'ha posto al sicuro.
18Vedranno e disprezzeranno,
ma il Signore li deriderà.
19Infine diventeranno un cadavere spregevole,
oggetto di scherno fra i morti per sempre.
Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto,
e li schianterà dalle fondamenta;
saranno del tutto rovinati,
si troveranno tra dolori
e il loro ricordo perirà.

20Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati;
le loro iniquità si alzeranno contro di essi
per accusarli.


Salmi 63

1'Salmo. Di Davide, quando dimorava nel deserto di Giuda.'

2O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta,
arida, senz'acqua.
3Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
4Poiché la tua grazia vale più della vita,
le mie labbra diranno la tua lode.

5Così ti benedirò finché io viva,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
6Mi sazierò come a lauto convito,
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.
7Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
8a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.

9A te si stringe l'anima mia
e la forza della tua destra mi sostiene.
10Ma quelli che attentano alla mia vita
scenderanno nel profondo della terra,
11saranno dati in potere alla spada,
diverranno preda di sciacalli.
12Il re gioirà in Dio,
si glorierà chi giura per lui,
perché ai mentitori verrà chiusa la bocca.


Ezechiele 7

1Questa parola del Signore mi fu rivolta:2"Ora, figlio dell'uomo riferisci: Così dice il Signore Dio al paese d'Israele: La fine! Giunge la fine per i quattro punti cardinali del paese.3Ora che su di te pende la fine, io scaglio contro di te la mia ira per giudicarti delle tue opere e per domandarti conto delle tue nefandezze.4Non s'impietosirà per te il mio occhio e non avrò compassione, anzi ti terrò responsabile della tua condotta e saranno palesi in mezzo a te le tue nefandezze; saprete allora che io sono il Signore.5Così dice il Signore Dio: Sventura su sventura, ecco, arriva.6Viene la fine, la fine viene su di te; ecco, viene.
7Sopraggiunge il tuo destino, o abitante del paese: arriva il tempo, è prossimo il giorno terribile e non di tripudio sui monti.8Ora, fra breve, rovescerò il mio furore su di te e su di te darò sfogo alla mia ira. Ti giudicherò secondo le tue opere e ti domanderò conto di tutte le tue nefandezze.9né s'impietosirà il mio occhio e non avrò compassione, ma ti terrò responsabile della tua condotta e saranno palesi in mezzo a te le tue nefandezze: saprete allora che sono io, il Signore, colui che colpisce.10Ecco il giorno, eccolo che arriva. È giunta la tua sorte. L'ingiustizia fiorisce, germoglia l'orgoglio11e la violenza si leva a scettro d'iniquità.12È giunto il tempo, è vicino il giorno: chi ha comprato non si allieti, chi ha venduto non rimpianga; perché l'ira pende su tutti!13Chi ha venduto non tornerà in possesso di ciò che ha venduto anche se rimarrà in vita, perché la condanna contro il loro fasto non sarà revocata e nessuno nella sua perversità potrà preservare la sua esistenza.
14Si suona la tromba e tutto è pronto; ma nessuno muove a battaglia, perché il mio furore è contro tutta quella moltitudine.

15La spada all'esterno, la peste e la fame di dentro: chi è per la campagna perirà di spada, chi è in città sarà divorato dalla fame e dalla peste.16Chi di loro potrà fuggire e salvarsi sui monti gemerà come le colombe delle valli, ognuno per la sua iniquità.

17Tutte le mani cadranno
e tutte le ginocchia si scioglieranno come acqua.
18Vestiranno il sacco
e lo spavento li avvolgerà.
Su tutti i volti sarà la vergogna
e tutte le teste saranno rasate.
19Getteranno l'argento per le strade
e il loro oro si cambierà in immondizia,
con esso non si sfameranno,
non si riempiranno il ventre,
perché è stato per loro causa di peccato.
20Della bellezza dei loro gioielli
fecero oggetto d'orgoglio
e fabbricarono con essi
le abominevoli statue dei loro idoli:
per questo li tratterò come immondizia,
21li darò in preda agli stranieri
e in bottino alla feccia del paese
e lo profaneranno.
22Rivolgerò da loro la mia faccia,
sarà profanato il mio tesoro,
vi entreranno i ladri e lo profaneranno.
23Prepàrati una catena,
poiché il paese è pieno di assassini
e la città è piena di violenza.
24Io manderò i popoli più feroci
e s'impadroniranno delle loro case,
abbatterò la superbia dei potenti,
i santuari saranno profanati.
25Giungerà l'angoscia e cercheranno pace,
ma pace non vi sarà.
26Sventura seguirà a sventura,
allarme seguirà ad allarme:
ai profeti chiederanno responsi,
ai sacerdoti verrà meno la dottrina,
agli anziani il consiglio.
27Il re sarà in lutto, il principe ammantato di desolazione,
tremeranno le mani del popolo del paese.Li tratterò secondo la loro condotta,
li giudicherò secondo i loro giudizi:
così sapranno che io sono il Signore".


Prima lettera ai Corinzi 15

1Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi,2e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano!
3Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture,4fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture,5e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.6In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti.7Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli.8Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.9Io infatti sono l'infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.10Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.11Pertanto, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.
12Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti?13Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato!14Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede.15Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono.16Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto;17ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati.18E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.19Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.
20Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti.21Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti;22e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo.23Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo;24poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza.25Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.26L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte,27perché 'ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi'. Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa.28E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
29Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i morti? Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno battezzare per loro?30E perché noi ci esponiamo al pericolo continuamente?31Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore!32Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Èfeso contro le belve, a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, 'mangiamo e beviamo, perché domani moriremo'.33Non lasciatevi ingannare: "Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi".34Ritornate in voi, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna.

35Ma qualcuno dirà: "Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?".36Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore;37e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere.38E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo.39Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di pesci.40Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei corpi terrestri.41Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un'altra nello splendore.42Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile;43si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza;44si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.
Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che45il primo 'uomo', Adamo, 'divenne un essere vivente', ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita.46Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale.47Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo.48Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti.49E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste.50Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.
51Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati,52in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati.53È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.

54Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:

'La morte è stata ingoiata per la vittoria.'
55'Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione'?

56Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge.57Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!58Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.


Capitolo XXVII: Più di ogni altra cosa l’amore di se stesso distoglie massimamente dal Sommo Bene

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1. O figlio, per avere tutto, devi dare tutto e non più appartenerti per nulla: sappi che l'amore di te stesso ti danneggia più di ogni altra cosa di questo mondo. Ciascuna cosa sta più o meno fortemente a te abbracciata, a seconda dell'amore e della passione che tu porti per essa. Ma se il tuo sarà un amore puro, libero e conforme al volere di Dio, sarai affrancato dalla schiavitù delle cose. Non desiderare ciò che non ti è lecito avere; non volere ciò che ti può essere d'impaccio, privandoti della libertà interiore. Pare incredibile che tu non ti rimetta a me, dal profondo del cuore, con tutto te stesso e con tutte le cose che puoi desiderare ed avere. Perché ti consumi in vana tristezza? Perché ti opprimi con inutili affanni? Sta' al mio volere, e non subirai alcun nocumento. Se tu andrai cercando questo o quest'altro; se vorrai essere qui oppure là, per conseguire maggiormente il tuo comodo e il tuo piacere, non sarai mai in pace, libero da angosce; perché in ogni cosa ci sarà qualche difetto e dappertutto ci sarà uno che ti contrasta.  

2. Quello che giova, dunque, non è ciò che possa essere da noi raggiunto o fatto più grande, fuori di noi; quello che giova è ciò che viene da noi disprezzato e strappato radicalmente dal nostro cuore. E questo va inteso non solamente della stima, del denaro o delle ricchezze, ma anche della bramosia degli onori e del desiderio di vane lodi: tutte cose che passano, col passare di questo mondo. Non sarà un certo luogo che ti darà sicurezza, se ti manca il fervore spirituale. Non sarà una pace cercata fuori di te che reggerà a lungo, se ti manca quello che è il vero fondamento della fermezza del cuore: vale a dire se tu non sei saldamente in me. Puoi trasferirti altrove, quanto vuoi; ma non puoi migliorare te stesso. Se, affacciandosi un'occasione, la coglierai, troverai ancora, e ancora di più, quello che avevi fuggito.

Preghiera per ottenere la purificazione del cuore e la celeste sapienza.

3. O Dio, dammi vigore, con la grazia dello Spirito Santo; fa' che il mio cuore si liberi da ogni vano, angoscioso tormento, senza lasciarsi allettare da vari desideri di cosa alcuna, di poco prezzo o preziosa; fa' che io guardi tutte le cose come passeggere, e me con esse, parimenti passeggero, poiché nulla resta fermo, sotto il sole, qui dove tutto è "vanità e afflizione di spirito" (Qo 1,14). Quanto è saggio chi ragiona così. Dammi, o Signore, la celeste sapienza; così che io apprenda a cercare e a trovare te, sopra ogni cosa; apprenda a gustare e ad amare te, sopra ogni cosa; apprenda a considerare tutto il resto per quello che è, secondo il posto assegnatogli dalla sapienza. Dammi la prudenza, per saper allontanare chi mi lusinga; dammi la pazienza, per sopportare chi mi contrasta. Perché qui è grande saggezza, nel non lasciarsi smuovere da ogni vuota parola e nel non prestare orecchio alla sirena che perfidamente ci invita. Cominciata in tal modo la strada, si procede in essa con sicurezza.


Contro Fausto Manicheo - Libro quinto

Contro Fausto manicheo - Sant'Agostino di Ippona

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Dichiara Fausto di aver accettato pienamente il Vangelo e di aver integralmente seguito i consigli evangelici.

1. FAUSTO: " Accetti il Vangelo? ". Tu mi chiedi se lo accetto nella parte in cui, obbedendo ai suoi comandamenti, risulta che l'accetto. O debbo io chiedere a te se lo accetti nella parte nella quale non appaiono indizi di accettazione del Vangelo? Io ho lasciato il padre, la madre, la moglie, i figli e tutto ciò che il Vangelo chiede di lasciare 1, e mi chiedi se accetto il Vangelo? A meno che tu ancora non sappia cosa sia quello che prende il nome di Vangelo. Esso non è altro che la predicazione e l'insegnamento di Cristo. Mi sono privato dell'oro e dell'argento e ho smesso di tenere denaro nella mia borsa accontentandomi del cibo di ogni giorno, senza curarmi di quello dell'indomani e senza preoccuparmi di come riempire il ventre e ricoprire il corpo 2. E mi chiedi se accetti il Vangelo? Tu vedi in me le beatitudini di Cristo che costituiscono il Vangelo 3, e mi chiedi se l'accetto? Tu vedi in me il povero, vedi il mite, vedi il pacifico, il puro di cuore, l'uomo che piange, che ha fame, che ha sete, che soffre persecuzioni e odi per la giustizia, e dubiti che accetti il Vangelo? Non c'è dunque da meravigliarsi che Giovanni Battista, visto il Cristo e udite le sue opere, gli chiedesse ancora s'egli fosse il Cristo. E a lui opportunamente e giustamente Gesù non ritenne di rivelare chi egli fosse veramente, ma rimandò Giovanni alle opere delle quali egli aveva già sentito parlare: I ciechi vedono, i sordi odono, i morti risorgono 4, con tutto il resto. È stato pertanto giusto che alla tua domanda se io credessi al Vangelo ho risposto allo stesso modo: ho lasciato tutto ciò che possedevo, padre, madre, moglie e figli, oro, argento, cibi, bevande, piaceri voluttuosi. Prendi questa come risposta alla tua interrogazione e considerati felice per l'avvenire, se non ti sarai scandalizzato di me.

La risposta di Agostino è che non basta fare ciò che il Vangelo ci ordina, ma occorre anche credere a tutto ciò che in esso è scritto.

2. " Ma accettare il Vangelo ", tu mi dici, " non è solo questo, obbedire ai suoi comandamenti, ma anche credere a tutto ciò che in esso è scritto, prima fra tutte all'avvenuta nascita di Gesù ". Allo stesso modo accettare il Vangelo non è solo credere alla nascita di Gesù, ma anche obbedire ai suoi comandamenti. Ma se tu ritieni che io non accetto il Vangelo per il fatto che lascio fuori la genealogia, neppure tu lo accetti. E la tua non accettazione è ancora più grave perché ne disprezzi i comandamenti. Per ora però, finché non prendiamo in considerazione le parti, siamo pari. Se questo disprezzo dei comandamenti non pregiudica la tua proclamazione di accettare il Vangelo, perché il rifiuto della genealogia dovrebbe pregiudicare la mia? Se poi l'accettazione del Vangelo esige entrambe le condizioni, credere nelle genealogie e rispettare i comandamenti, perché tu che sei imperfetto giudichi un altro che è altrettanto imperfetto? Ciascuno di noi due manca di ciò che ha l'altro. Se invece, il che è più che certo, l'accettazione del Vangelo consiste unicamente nell'osservanza dei comandamenti celesti, tu sei colpevole due volte perché, come suol dirsi, da disertore qual sei rimproveri il soldato che combatte. Ammettiamo tuttavia, dato che vuoi questo, che queste siano le due componenti di una fede perfetta: l'affermazione fatta verbalmente che Cristo ha avuto nascimento e il risvolto operativo consistente nell'osservanza dei suoi comandamenti. Vedi a questo punto quanto ardua e quanto più difficile sia la parte che io mi sono scelta e come leggerissima e più facile sia la tua. Né senza motivo la massa si affolla presso di te e sfugge da me, non sapendo che il Regno di Dio non si fonda sulle parole, ma sulla virtù. Che motivo hai di provocarmi se, prendendo su di me la parte più difficile, ho lasciato a te, che sei più debole, quella più facile? Ma io - tu mi rispondi - considero questa parte della fede che tu hai tralasciato, l'affermazione cioè della nascita di Cristo, più efficace e più idonea ai fini della salvezza dell'anima.

Per ottenere la salvezza eterna non occorre in primo luogo credere che Cristo sia nato, ma fare la volontà di suo Padre.

3. Interroghiamo a questo punto lo stesso Gesù Cristo e impariamo dalla sua voce da dove soprattutto ci venga un'occasione di salvezza. Chi fra gli uomini entrerà nel tuo regno, o Cristo? Risponde: Chi avrà fatto la volontà del Padre mio che è nei cieli 5. Non ha detto: " Chi avrà sostenuto che io ho avuto nascimento ". E altrove, rivolgendosi ai suoi discepoli ha detto: Andate, ammaestrate tutti i Gentili battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e insegnando loro ad osservare tutti i miei comandamenti 6. Non ha detto: " Insegnando loro che io sono nato ", ma: A osservare i miei comandamenti. Parimenti altrove ha detto: Sarete i miei amici se farete ciò che vi ordino 7. Non ha detto: " Se crederete alla mia nascita". E di nuovo ha detto: Se farete ciò che vi ordino, continuerete ad essere amati da me 8. E molte altre cose ha detto in questo senso. Inoltre, quando sulla montagna ammaestrava con le parole beati i poveri in spirito, mentre ha detto beati i miti, beati i pacifici, beati i puri di cuore, beati quelli che piangono, beati quelli che hanno fame, beati i perseguitati per la giustizia 9, non ha mai detto: " Beati coloro che professano la mia nascita ". E nella divisione in giudizio degli agnelli dai capretti afferma che dirà a coloro che saranno alla sua destra: Avevo fame e mi avete nutrito, avevo sete e mi avete dissetato, ecc.; e inoltre: Perciò ricevete il regno in eredità 10. Non ha detto: " Riceverete il regno in eredità per aver creduto alla mia nascita ". Anche al ricco che gli chiedeva la vita eterna ha detto: Va', vendi tutto ciò che hai e seguimi 11, non ha detto: " Per vivere in eterno credi alla mia nascita ". Ecco dunque che alla mia parte, che ho scelto per me, come voi desiderate, fra le due parti della fede, sono ad ogni passo promessi regno, vita e felicità, che non sono invece promessi da nessuna parte alla vostra opzione. Forse insegnate, se da qualche parte è scritto, che è felice, che otterrà il regno o avrà la vita eterna chi avrà proclamato la nascita di Cristo da una donna. Ma intanto, anche se questa parte appartiene alla fede, non ha in sé la felicità. Quando poi noi dimostreremo che non è parte della fede, che accadrà? Voi certamente vi troverete a mani vuote perché noi in ogni caso lo proveremo. Per ora comunque questo è sufficiente ai nostri fini, visto che la nostra parte ha la garanzia delle beatitudini. Ma ad essa si aggiunge anche quell'altra beatitudine che deriva dalla proclamazione stessa della parola, in quanto siamo noi a proclamare che Cristo è figlio del Dio vivo; e questo è Gesù stesso a proclamarlo allo stesso modo quando dice a Pietro: Beato te Simone, figlio di Giona, perché non questa carne e questo sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli 12. Pertanto non siamo in possesso, come voi ritenevate, di una sola parte, ma di due parti della fede e in entrambe siamo chiamati beati da Cristo poiché esercitando l'una con le opere, predichiamo l'altra senza bestemmiare.

Cristo è nel contempo figlio di Dio e figlio dell'uomo.

4. AGOSTINO. Già in precedenza abbiamo ricordato con quanta frequenza il Signore Gesù Cristo si dichiara figlio dell'uomo e con quanta falsità i Manichei introducono una favola, frutto del loro ignobile errore, nella quale si parla di un non so quale fittizio primo uomo ch'essi dichiarano non terreno, ma rivestito di ingannevoli sembianze materiali. Ciò sostengono contro l'Apostolo là dove dice: Il primo uomo nato dalla terra è di terra 13, contro l'Apostolo che, con grande sollecitudine, ci avverte con le parole: Se qualcuno vi darà un annunzio diverso da quello che abbiamo fatto a voi sia anatema 14. Non ci resta quindi che credere a Cristo figlio dell'uomo, come suona il veritiero annuncio degli apostoli, non come viene rappresentato dalla falsa predicazione dei Manichei. Dal momento dunque che gli Evangelisti lo annunciano come nato da una donna della casa di Davide, vale a dire dalla famiglia di Davide, e Paolo, scrivendo a Timoteo, dice: Ricordati che, secondo il mio Vangelo, Cristo Gesù, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti 15, risulta abbastanza chiaro in che modo dobbiamo credere che Cristo è figlio dell'uomo. È Figlio di Dio e per mezzo di lui siamo stati creati, ma è anche divenuto figlio dell'uomo in seguito all'assunzione della nostra carne, sì da morire per i nostri delitti e da risorgere per la nostra giustificazione 16. Perciò si denomina in entrambi i modi, come figlio di Dio e come figlio dell'uomo. Per non tirare in lungo citando molti altri passi basti quello che si legge nel Vangelo secondo Giovanni: In verità, in verità vi dico che è giunta l'ora, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del figlio di Dio, e coloro che l'avranno udita vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha dato al figlio la possibilità di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare perché è figlio dell'uomo 17. Ha detto: Udranno la voce del figlio di Dio, e ha anche detto: Perché è figlio dell'uomo. Per il fatto di essere figlio dell'uomo ha ricevuto il potere di giudicare, poiché in questa forma verrà a giudicare sì da essere visto sia dai buoni sia dai cattivi. In questa forma è anche salito in cielo, così come la sua voce è risuonata ai discepoli: Verrà come lo avete visto salire in cielo 18. Infatti in quanto figlio di Dio, è Dio uguale al Padre ed una cosa sola con lui, non sarà visto dai malvagi: Beati infatti gli uomini dal cuore puro, perché vedranno Dio 19. Dal momento dunque che a coloro che credono in lui promette la vita eterna e credere in lui non è altro che credere nel vero Cristo così come egli stesso si dichiara ed è dichiarato dagli apostoli, vale a dire come vero Figlio di Dio e vero figlio dell'uomo, se tutto questo è vero voi Manichei, che credete in un figlio falso e ingannatore di un padre falso e ingannatore e insegnate che Dio, atterrito dal tumulto della gente a lui contraria, offrì le sue membra perché ne facessero scempio senza la possibilità di una successiva purificazione, voi Manichei, ripeto, potete vedere quanto siate lontani dalla vita eterna che Cristo promette a coloro che credono in lui. Disse però a Pietro che lo proclamava figlio di Dio: Beato te, Simone, figlio di Giona 20. Forse che non promette nulla a coloro che credevano in lui come figlio dell'uomo, pur essendo egli sia figlio dell'uomo sia Figlio di Dio? Ebbene, hai la documentazione di una vita eterna promessa apertamente anche a coloro che credono nel figlio dell'uomo. Sta infatti scritto: Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così occorre innalzare il figlio dell'uomo perché chiunque abbia creduto in lui non perisca, ma abbia la vita eterna 21. Che volete di più? Credete dunque nel figlio dell'uomo per avere la vita eterna poiché egli è il Figlio di Dio che può dare la vita eterna: Egli stesso è il vero Dio e la vita eterna 22, come lo stesso Giovanni scrive in una sua lettera dove chiama altresì anticristo chi nega che Cristo sia venuto nella carne 23.

La fede non è meno necessaria della perfetta realizzazione delle opere.

5. Perché mai vi vantate della perfezione con la quale ottemperate ai comandamenti proposti nel Vangelo? Che giovamento ne ricavereste ove non ci fosse la vera fede ed anche ammesso che siano veramente adempiuti da voi? Non avete udito le parole dell'Apostolo: Se distribuissi tutti i miei averi ai poveri e cedessi il mio corpo perché sia bruciato, ma non avessi la carità tutto ciò non mi gioverebbe nulla 24. Perché vi vantate come se aveste la povertà cristiana, dal momento che mancate della cristiana carità? Anche i ladroni hanno quella che tra loro chiamano carità, essendo reciprocamente debitori della infame complicità dei crimini e dei delitti, ma non si tratta della carità che raccomanda l'Apostolo. E per distinguerla da tutte le altre forme di carità che vanno riprovate e ripudiate scrive in un altro passo: Oggetto del comandamento è la carità che deriva da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede autentica 25. Da dove potreste ricavare una vera carità che nasce da una fede non autentica? O quando vi disgusterete di colorare con menzogne la vostra fede, dal momento che andate dicendo che il vostro primo uomo avrebbe combattuto con mutamenti ingannevoli contro i suoi nemici rimasti nella verità della loro natura e cercate di convincere che lo stesso Cristo, che dice: Io sono la verità 26, avrebbe simulato la natura della sua carne, la morte di croce, le ferite della passione, le cicatrici della risurrezione? Voi perciò vi anteponete al vostro Cristo se, mentre egli mente, annunziate la verità. Se poi volete seguire il vostro Cristo chi non sospetterebbe la presenza in voi della menzogna, che cioè anche nei comandamenti che dite di osservare non ci sia che fallacia? Fausto ha osato affermare che voi non portate denaro nelle cinture: e forse ha ragione poiché voi non portate denaro nelle cinture, ma portate anche l'oro nei cofanetti e nei sacchetti. Usi siffatti non sarebbero criticabili in voi se non perché professate un comportamento e ne vivete un altro. Si trova ancora in vita quel Costanzo, ormai divenuto nostro fratello nella fede cristiana e cattolica, che aveva riunito nella sua casa di Roma molti di voi perché si potessero osservare i precetti di Mani di per sé vani e ridicoli, ma che voi ritenete grandi. Ma poiché la vostra debolezza non ne sopportò il peso vi disperdeste andando ciascuno per la sua strada. Pertanto coloro che riuscirono a resistere nell'osservanza di quei precetti si separarono da voi e poiché dormono su delle stuoie (mattae) sono detti Mattarii. Differiscono molto dai loro giacigli le piume di Fausto e le coltri di pelle di capra, una abbondanza di agi che infastidiva non solo i Mattarii, ma anche la casa di suo padre, un uomo povero di Milevi. Togliete dunque di mezzo una simulazione senza senso, e se non volete toglierla dai vostri costumi, toglietela almeno dai vostri scritti per evitare che la vostra lingua appaia in contrasto con la vostra vita. così come lo era nel vostro primo uomo con la stirpe delle tenebre. Nel vostro caso ovviamente il contrasto non riguarderà la falsificazione degli elementi naturali, l'adozione di dottrine mendaci.

I Manichei sono nel contempo sciocchi e impostori.

6. Ma perché non mi si rimproveri di parlare così contro coloro che non adempiono a ciò che viene loro comandato piuttosto che contro una setta densa di errori, affermo quanto segue. Gli stessi comandamenti di Mani sono tali che se non li rispettate siete responsabili di un inganno, se li rispettate siete voi a restare ingannati. Cristo non vi ha proibito di strappare l'erba per non commettere omicidio né ha vietato ai discepoli che attraversavano affamati un campo coltivato di cogliere delle spighe in giorno di sabato 27. Ciò ha fatto allo scopo di convincere gli attuali Giudei e i futuri Manichei: gli uni perché avveniva di sabato, gli altri per il fatto stesso che avvenisse. Di fatto Mani vi ha insegnato a vivere degli omicidi altrui senza far intervenire le vostre mani. Ma quelli sono falsi omicidi mentre veri omicidi sono quelli che voi commettete quando trucidate delle povere anime attraverso l'insegnamento dei demoni.

Superbia e tracotanza di Fausto.

7. C'è poi sempre in lui la tracotanza dell'eretico e una intollerabile superbia. Hai detto: " Vedi presenti in me le beatitudini di Cristo che costituiscono il Vangelo, e osi chiedermi se lo accetti? Mi vedi povero, mite, pacifico, di cuore puro, grondante di lacrime, affamato, assetato, vittima di persecuzioni e di odi per la causa della giustizia e dubiti che io accetti il Vangelo? ". Se l'esser giusto consistesse nel giustificare se stesso, quest'uomo pronunciando queste parole volerebbe in cielo. Ma io non mi scaglio contro le delizie di Fausto note a tutti gli uditori dei manichei e soprattutto a quelli che abitano a Roma. Propongo come figura di manicheo quello alla cui ricerca andava Costanzo quando esigeva che rispettasse i comandamenti e non solo che apparisse secondo i suoi desideri. E pur tuttavia come potrei riconoscerlo povero in spirito dal momento che è talmente superbo da credere che Dio sia la sua anima e da non vergognarsi che si trovi in stato di prigionia. Come considerare mite un uomo che preferisce sfidare anziché credere a un'autorità così grande come quella del Vangelo? Come considerarlo pacifico visto che non pensa che possa godere di una eterna pace quella natura divina grazie alla quale Dio è tutto ciò che è e solo veramente è? Come considerare di puro cuore un uomo nel cui intimo trovano sede credenze tanto sacrileghe e menzognere? Come concepirlo in lacrime se non al modo del suo Dio, prigioniero e legato in attesa di slegarsi e di fuggire, ma restando decurtato di una parte che resterà legata dal Padre nell'abisso delle tenebre e non sarà compianta? Come considerarlo affamato e assetato di giustizia, giustizia della quale Fausto non parla nei suoi scritti per evitare, a mio parere, che sembri mancargli qualora ammettesse di averne fame e sete? Ma di quale giustizia hanno fame e sete costoro per i quali sarà perfetta giustizia trionfare una volta che siano dannati nell'abisso i fratelli che non hanno peccato per loro colpa, ma sono stati infettati da un male non espiabile contro il quale il Padre li ha inviati?

Le presunte persecuzioni subite da Fausto.

8. In che modo subite persecuzioni e odi per la giustizia voi per i quali è giustizia predicare e inculcare queste tesi sacrileghe? Non considerate quanto poco o nulla vi tocca soffrire, data l'indulgenza del cristianesimo, per questa vostra empia perversità? Ma, come se voi parlaste con dei ciechi e degli sciocchi, pretendete che sia prova della vostra giustizia il fatto che soffrite offese e persecuzioni. Inoltre se un individuo è tanto più giusto quanto più gravi sono le sofferenze subite, ometto di dire ciò che è facilissimo constatare, quanto più gravi sofferenze debbano subire rispetto a voi coloro che si sono macchiati di altre e gravi colpe e delitti. Questo io affermo: se si deve ritenere che chiunque soffra a qualunque titolo nel nome di Cristo già possieda la vera fede e la vera giustizia, concedete almeno che possieda una fede più vera ed una maggior giustizia colui del quale possiamo documentare che ha sofferto persecuzioni maggiori delle vostre. Vi verrebbero incontro migliaia dei nostri martiri fra i quali lo stesso Cipriano dai cui scritti si ricava che credeva in Cristo nato dalla Vergine Maria. Per questa fede che voi detestate egli pervenne fino alla morte di spada e assieme a lui masse di Cristiani che credettero in questo modo e per questo tanto più atroce fu la loro morte. Fausto, convinto e confesso d'essere manicheo, sottoposto con alcuni altri al giudizio proconsolare, per intercessione degli stessi Cristiani dai quali erano stati chiamati in giudizio fu condannato con una pena lievissima, sempre che di pena si possa parlare, quella di essere relegato in un'isola. È ciò che spontaneamente fanno ogni giorno i servi di Dio volendo sottrarsi al turbolento strepito delle masse ed è la condanna che i principi della terra sogliono rimettere per indulgenza. In fine, non molto tempo dopo, tutti con una solenne decisione furono rimessi in libertà. Ammettete dunque che mantennero una fede più vera e una vita più giusta coloro che per essa dovettero patire sofferenze più atroci delle vostre; oppure smettetela di vantarvi per ciò che vi rende detestabili a molti, ma sappiate distinguere fra la persecuzione che punisce la bestemmia e quella sofferta in nome della giustizia e considerate attentamente nei vostri libri di quale tipo di persecuzione voi soffriate.

Sulle virtù evangeliche realmente praticate dai Cristiani.

9. Quanti nella nostra comunità osservano veramente questi altissimi precetti evangelici con la forma esteriore dei quali ingannate gli inesperti! Quanti uomini vi sono di entrambi i sessi puri ed incontaminati da ogni rapporto carnale! Quanti ve ne sono che, dopo aver sperimentato quei rapporti, si sono conservati nella continenza! Quanti hanno distribuito e lasciato i loro beni! Quanti sono coloro che con digiuni frequenti o quotidiani o anche incredibilmente protratti nel tempo hanno sottoposto il corpo alla loro volontà! Quante sono le associazioni fraterne che non possiedono nulla di proprio, ma hanno messo tutto in comune limitatamente a ciò che serve per alimentarsi e vestirsi e i cui membri, riscaldati dal fuoco della carità, formano un'anima sola e un solo cuore in Dio! Eppure fra tutti costoro che professano la nostra fede quanti si scoprono falsi e perduti, quanti rimangono celati nella loro vera realtà, quanti, dopo aver inizialmente percorso la retta via, per una perversione della volontà sono rapidamente venuti meno, quanti si scoprono avvolti nelle tentazioni per aver intrapreso con spirito diverso dal dovuto questo tipo di vita e falsandone nell'aspetto esteriore la vera natura; ma quanti custodendo con umiltà il loro santo proposito perseverano fino alla fine e si salvano! Appaiono sotto qualche aspetto diversi, ma uniti dallo stesso vincolo di amore, coloro che per qualche necessità e secondo l'esortazione dell'Apostolo hanno mogli come non le avessero, acquistano senza possedere e si servono di questo mondo come non se ne servissero 28. A costoro si aggiungono, grazie alla grande abbondanza della misericordia di Dio, anche coloro ai quali è detto: Non rifiutatevi gli uni gli altri, a meno che non lo facciate per comune consenso e per breve tempo in modo di potervi dedicare alla preghiera, e di nuovo tornate al punto di partenza perché Satana non vi tenti a causa della vostra intemperanza. Vi dico questo come un suggerimento, non come un comando 29. Trattasi di coloro ai quali lo stesso Apostolo dice: V'è già il peccato in voi dal momento che intentate processi gli uni contro gli altri 30. E prendendo su di sé la loro infermità dice poco dopo: Se avete delle liti giudiziarie fra voi prendete come giudici gente che nella chiesa non ha autorità. Né appartengono al regno dei cieli quelli soltanto che, per essere perfetti, vendono o lasciano tutti i loro averi e seguono il Signore. Ma a questa milizia cristiana si aggiunge, grazie ad un misterioso scambio di amore, una massa mercenaria alla quale alla fine sarà detto: Avevo fame e mi hai dato da mangiare 31 con tutto il resto. Altrimenti dovrebbero essere condannati quelli le cui famiglie l'Apostolo si è impegnato a regolare con attenta e diligente cura ammonendo le donne ad essere sottomesse ai loro mariti, invitando i mariti ad amare le loro mogli, i figli ad obbedire ai genitori ed i genitori ad allevare i loro figli istruendoli e correggendoli secondo la legge del Signore, gli schiavi ad obbedire ai loro padroni terreni ed i padroni a concedere agli schiavi ciò che è giusto ed equo 32. Costoro sono ben lungi dall'essere giudicati dall'Apostolo estranei ai precetti evangelici e dall'essere esclusi dalla vita eterna. Servono ad esortare i più coraggiosi alla perfezione le parole del Signore là dove dice: Se qualcuno non porterà la sua croce e non mi avrà seguito, non può essere mio discepolo 33. Ivi si affretta a consolare anche costoro dicendo: Chi riceverà il giusto in qualità di giusto riceverà il compenso del giusto e chi riceverà il profeta in qualità di profeta riceverà il compenso del profeta. Per conseguenza non perderà il suo compenso solo chi offrirà a Timoteo una modica quantità di vino considerando la sua debolezza di stomaco e le sue frequenti malattie 34, ma anche chi offrirà un calice di acqua fredda ad un uomo più forte e più sano considerando che si tratta di un mio discepolo 35.

Stravaganze manichee.

10. Ma perché ingannate i vostri uditori, che assieme alle mogli, ai figli, alle famiglie, alle case e ai campi si pongono al vostro servizio insinuando che se uno non rinuncia a tutti questi beni non riceve il Vangelo? Non promettete loro la risurrezione, ma un ritorno a questa vita mortale facendoli nascere di nuovo e facendo loro vivere la vita dei vostri eletti così vana, sciocca e sacrilega che voi vivete e che per voi è motivo di grande vanto. Se poi hanno qualche merito in più li fate vivere in cocomeri e meloni o in altri cibi che voi finirete col mangiare in modo che siano purificati dai vostri rutti. Giustamente li tenete lontani dai precetti evangelici e anche voi, dato il vostro modo di pensare e di predicare, dovete tenervene lontani. Se questa sciocca dottrina appartenesse alla fede nel Vangelo, il Signore non avrebbe dovuto dire: Avevo fame e mi avete dato da mangiare 36, ma: " Avevate fame e mi avete mangiato " e: " Avevo fame e vi ho mangiato ". Secondo le vostre deliranti dottrine nessuno sarà accolto nel regno di Dio per il merito derivante dall'aver dato da mangiare ai santi, bensì o per aver mangiato chi si desiderava mangiare o per essere stato mangiato da coloro che lo desideravano in cielo. Né gli diranno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? bensì: " Quando ti abbiamo visto affamato e ci hai mangiato? ", domanda cui egli non risponderebbe: Quando avete dato qualcosa ad uno dei miei piccoli l'avete dato a me 37, bensì: " Quando uno dei miei piccoli vi ha mangiato, io vi ho mangiato ".

I Manichei e l'assurdo culto del sole.

11. Credendo e insegnando queste assurde dottrine e vivendo in base ad esse osate vantarvi di osservare i precetti evangelici e distaccarvi dalla Chiesa cattolica. In essa si affollano tanti piccoli assieme ai grandi. Tutti li benedice il Signore e tutti, ciascuno in base alla sua posizione, osservano i comandamenti del Vangelo e sperano nelle sue promesse. Un malevolo errore volge il vostro occhio solo verso la paglia della nostra messe: infatti vedreste anche il frumento se voleste che vi fosse. Fra voi i falsi manichei sono perversi e quelli che non sono falsi sono pieni di vanità. Dove la fede stessa è falsa anche chi finge di servirsene è un impostore e chi la crede vera è vittima di un inganno. Da essa non può partire un percorso che porti al bene, poiché ciascuno vive, bene o male, per ciò che ama. Se ardeste d'amore per il bene spirituale e invisibile e non di passione per le apparenze materiali non onorereste questo sole fatto di materia - tanto per accennare a ciò che tutti sanno di voi - come una sostanza divina e un lume di sapienza.

Note:

1 - Cf. Mt 19, 29.

2 - Cf. Mt 10, 9-10; 6, 25-34.

3 - Cf. Mt 5, 3-11.

4 - Mt 11, 2-5.

5 - Mt 7, 21.

6 - Mt 28, 19-20.

7 - Gv 15, 14.

8 - Gv 15, 10.

9 - Mt 5, 3-10.

10 - Mt 25, 34-35.

11 - Mt 19, 21.

12 - Mt 16, 17.

13 - 1 Cor 15, 47.

14 - Gal 1, 8-9.

15 - 2 Tm 2, 8.

16 - Cf. Rm 4, 25.

17 - Gv 5, 25-27.

18 - At 1, 11.

19 - Mt 5, 8.

20 - Mt 16, 17.

21 - Gv 3, 14-15.

22 - 1 Gv 5, 20.

23 - Cf. 1 Gv 4, 3.

24 - 1 Cor 13, 3.

25 - 1 Tm 1, 5.

26 - Gv 14, 6.

27 - Cf. Mt 12, 1.

28 - Cf. 1 Cor 7, 29 ss.

29 - 1 Cor 7, 5-6.

30 - 1 Cor 6, 4 ss.

31 - Mt 25, 35.

32 - Cf. Col 3, 18; 4, 1.

33 - Mt 10, 38 ss.

34 - Cf. 1 Tm 5, 23.

35 - Mt 10, 42.

36 - Mt 25, 35.

37 - Mt 25, 40.


5 - Maria in questi ultimi tempi

Trattato della vera devozione a Maria - San Luigi Maria Grignion de Montfort

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47. Ho detto che questo accadrà in modo particolare alla fine del mondo, e anzi presto, poiché l'Altissimo e la sua santa Madre devono formare dei grandi santi, i quali saranno così eccelsi in santità da superare la gran parte degli altri santi, come i cedri del Libano superano i piccoli arbusti. Così è stato rivelato a una santa persona, di cui il De Renty ha scritto la vita.

48. Queste grandi anime, piene di grazia e di zelo, saranno scelte per far fronte ai nemici di Dio, che fremeranno da ogni parte; esse saranno in modo speciale devote della Santa Vergine, rischiarate dalla sua luce, nutrite dal suo latte, guidate dal suo spirito, sostenute dal suo braccio, protette dal suo aiuto, in modo da poter combattere con una mano e costruire con l'altra. Con una mano combatteranno, rovesceranno, schiacceranno gli eretici con le loro eresie, gli scismatici con le loro divisioni, gli idolatri con i loro idoli, i peccatori con le loro empietà; con l'altra mano costruiranno il tempio del vero Salomone e la mistica città di Dio, cioè la Santa Vergine, chiamata dai santi Padri tempio di Salomone e città di Dio. Con le parole e l'esempio, condurranno tutti alla sua autentica devozione e ciò procurerà loro molti ma porterà loro anche molte vittorie e tanta gloria per Dio solo. E' ciò che Dio ha rivelato a san Vincenzo Ferreri, grande apostolo del suo secolo, come egli ha fatto capire in uno dei suoi scritti. E' quanto sembra aver predetto lo Spirito Santo nel Salmo 58; ecco i termini: «Sappiano che Dio domina in Giacobbe, fino ai confini della terra. Ritornano a sera e ringhiano come cani, per la città si aggirano, vagando in cerca di cibo». Questa città, intorno a cui si aggirano gli uomini alla fine del mondo per convertirsi e saziare la loro fame di giustizia, è la Vergine Santa, chiamata dallo Spirito Santo città e cittadella di Dio.

49. E' per mezzo di Maria che ha avuto inizio la salvezza del mondo ed è per mezzo di Maria che deve essere portata a compimento. Maria non è quasi apparsa durante la prima venuta di Gesù Cristo, affinché gli uomini - ancora poco istruiti e illuminati sulla persona del suo Figlio - non si allontanassero dalla verità, attaccandosi a lei in modo troppo forte, o grossolano; ciò che sarebbe potuto accadere se ella fosse stata conosciuta nelle meravigliose attrattive di cui l'Altissimo l'aveva ornata, anche nell'aspetto esteriore. Questo è talmente vero che san Dionigi l'Areopagita ci ha lasciato scritto che quando la vide l'avrebbe presa per una divinità, a causa delle misteriose attrattive e della sua bellezza senza pari, se la fede - nella quale era ben fermo - non gli avesse insegnato il contrario. Ma nella seconda venuta di Gesù Cristo, Maria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, affinché per mezzo suo sia conosciuto, amato e servito Gesù Cristo. Ora infatti non sussistono più le ragioni che avevano determinato lo Spirito Santo a nascondere la sua Sposa durante la sua vita e a non rivelarla molto durante la prima predicazione del Vangelo.

50. Dio vuole dunque rivelare e far conoscere Maria, il capolavoro delle sue mani, in questi ultimi tempi:

1. Perché era rimasta nascosta durante la sua vita terrena, ponendosi più in basso della polvere a causa della sua profonda umiltà, avendo ottenuto da Dio, dagli Apostoli ed Evangelisti di non essere fatta conoscere.

2. Perché essendo il capolavoro delle mani di Dio, sia qui in terra per la sua grazia, sia in cielo per la sua gloria, egli vuole esserne glorificato e lodato dalle creature sulla terra.

3. Essendo Maria l'aurora che precede e annuncia il Sole di giustizia, che è Gesù Cristo, deve essere svelata e conosciuta, perché lo sia Gesù Cristo.

4. Maria è la via per la quale Gesù Cristo è venuto a noi la prima volta, ella lo sarà ancora quando verrà la seconda, benché non nello stesso modo.

5. Essendo il mezzo sicuro e la via diritta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovano perfettamente, è per mezzo di lei che le sante anime che devono brillare in santità lo devono trovare. Chi troverà Maria, troverà la vita, cioè Gesù Cristo, che è la via, la verità e la vita. Ma non si può trovare Maria, se non la si cerca; non la si può cercare se non si sa che esista: non si cerca e non si desidera una cosa sconosciuta. Bisogna dunque che Maria sia più conosciuta che mai, per una maggior conoscenza e gloria della Santissima Trinità.

6. Maria deve risplendere più che mai in questi ultimi tempi per misericordia, efficacia e grazia. In misericordia, per ricondurre e accogliere con amore i poveri peccatori e gli sbandati che si convertiranno e torneranno alla Chiesa cattolica; per efficacia, nei confronti dei nemici di Dio, i non credenti, gli eretici, gli islamici, gli ebrei, gli atei induriti, che reagiranno fortemente, con promesse e con minacce, per sedurre e traviare tutti quelli che saranno loro contrari; e infine deve risplendere per grazia, animando e sostenendo i valorosi soldati e i fedeli servitori di Gesù Cristo, mentre combatteranno per il vangelo.

7. Maria infine deve risultare terribile contro il demonio e i suoi seguaci, «terribile come schiere a vessilli spiegati», soprattutto in questi ultimi tempi; il demonio infatti sa che gli resta poco tempo, anzi meno che mai, per condurre le anime a perdizione; egli quindi raddoppia ogni giorno i suoi sforzi e le sue lotte, e presto susciterà crudeli persecuzioni, provocherà terribili insidie ai fedeli servitori e ai veri figli di Maria, nei confronti dei quali si trova maggiormente in difficoltà.

51. E' soprattutto a queste ultime e crudeli persecuzioni del demonio, che andranno aumentando ogni giorno fino al regno dell'Anticristo, che deve riferirsi la prima e celebre profezia e maledizione di Dio, pronunciata nel paradiso terrestre contro il serpente. E' utile spiegarla qui, a gloria della Santa Vergine, per la salvezza dei suoi figli e la sconfitta del demonio. «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». 52. Solo in questo caso Dio appare come autore di una inimicizia: irrimediabile, che durerà sempre, anzi cha andrà aumentando fino alla fine. E' il contrasto tra Maria, sua degna Madre, e il demonio, tra i figli e servitori della Vergine Santa e i figli e seguaci di Lucifero, cosicché la più terribile nemica che Dio ha costituito contro il demonio è Maria, la sua Madre santa. Fin dal paradiso terrestre - benché fosse ancora solo nella sua mente - Dio le ha dato un tale odio contro questo suo maledetto nemico, una tale abilità nello smascherare la malizia di questo antico serpente, una tale forza per vincere, abbattere e schiacciare questo orgoglioso profanatore, che il demonio la teme non solo più di tutti gli angeli e gli uomini, ma in un certo senso più di Dio stesso. Certo, l'ira, l'odio e il potere di Dio sono infinitamente più grandi di quelli della Santa Vergine, poiché le perfezioni di Maria sono limitate; ma il demonio la teme anzitutto perché, essendo orgoglioso, gli brucia molto di più essere vinto e punito da una piccola e umile serva di Dio, la cui umiltà lo umilia più che il potere divino; e poi perché Dio ha dato a Maria un così grande potere contro i demoni, che questi molte volte e controvoglia sono stati costretti a riconoscere, per bocca degli indemoniati, di temere uno solo dei suoi sospiri in favore di un'anima, più delle preghiere di tutti i santi; di temere una sola delle sue minacce contro di essi, più che tutti gli altri loro tormenti.

53. Ciò che Lucifero ha perduto con l'orgoglio, Maria lo ha guadagnato con l'umiltà; ciò che Eva ha corrotto e perduto per disobbedienza, Maria l'ha salvato con l'obbedienza. Eva ha obbedito al serpente e ha mandato perduti tutti i suoi figli e se stessa, consegnandoli a lui; Maria si è resa totalmente fedele a Dio e ha salvato tutti i suoi figli e servitori e se stessa, consacrandoli alla sua Maestà.

54. Non soltanto Dio ha posto una inimicizia, ma delle inimicizie, non soltanto tra Maria e il demonio, ma tra la stirpe della Santa Vergine e la stirpe del demonio. Dio ha posto delle inimicizie, delle antipatie, delle opposizioni profonde tra gli autentici figli e servi della Vergine Santa e coloro che sono figli e schiavi del demonio; non si possono amare tra loro, non ci può essere intesa degli uni con gli altri. I figli di Belial, gli schiavi di Satana, gli amici del mondo (che sono la stessa cosa) hanno sempre finora perseguitato, e sempre più perseguiteranno quelli e quelle che appartengono alla Santa Vergine, come in passato Caino ha perseguitato suo fratello Abele, ed Esaù suo fratello Giacobbe, che sono le figure dei falsi credenti e dei veri credenti. Ma l'umile Maria riporterà sempre vittoria su questo orgoglioso: una vittoria così grande che arriverà a schiacciargli la testa, dove risiede il suo orgoglio; ella saprà sempre smascherare la sua malizia di serpente, sventarne le insidie infernali, dissiparne i diabolici progetti e saprà difendere fino alla fine dei tempi i suoi fedeli devoti dalla sua zampata crudele. Ma il potere di Maria su tutti i demoni si rivelerà specialmente negli ultimi tempi, quando Satana tenderà insidie al suo calcagno, cioè agli umili schiavi e ai devoti figli che ella susciterà per fargli guerra. Essi saranno piccoli e poveri secondo il mondo, in basso davanti a tutti come il calcagno, calpestati e maltrattati come lo è il calcagno rispetto alle altre membra del corpo; ma in cambio essi saranno ricchi nella grazia di Dio, che Maria comunicherà loro con abbondanza, grandi ed elevati in santità davanti a Dio, superiori ad ogni altra creatura per il loro zelo coraggioso e saranno così fortemente sostenuti dall'aiuto divino che con l'umiltà del loro calcagno e in unione a Maria schiacceranno il capo al demonio e faranno trionfare Gesù Cristo.

55. Infine Dio vuole che la sua Madre santa sia oggi più conosciuta, più amata, più onorata che non lo fosse in passato. Ciò avverrà di sicuro se i veri credenti sapranno entrare, con la grazia e la luce dello Spirito Santo, in quella devozione interiore e perfetta che spiegherò loro in seguito. Allora vedranno chiaramente, nella misura consentita dalla fede, questa splendida stella del mare e - guidati da lei - arriveranno al porto sicuro, nonostante i pericoli delle tempeste e dei pirati; conosceranno gli splendori di questa regina e si metteranno totalmente al suo servizio, come suoi sudditi e schiavi d'amore; gusteranno le sue dolcezze e bontà materne, l'ameranno teneramente come suoi figli prediletti, scopriranno le misericordie di cui è ricolma e i bisogni che essi hanno del suo aiuto; a lei ricorreranno in ogni cosa, come alla loro cara avvocata e mediatrice presso Gesù Cristo; saranno convinti che ella è il mezzo più sicuro, più facile, più breve e più perfetto per andare a Gesù Cristo e si affideranno a lei corpo e anima, senza riserva, per appartenere in questo modo a Gesù Cristo.

56. Ma chi saranno questi servitori schiavi e figli di Maria? Saranno fuoco che brucia, ministri del Signore che porteranno ovunque il fuoco dell'amore divino. Saranno «come frecce in mano a un eroe», frecce acute nelle mani della potente Maria per colpire i suoi nemici. Saranno figli di Levi, ben purificati dal fuoco di grandi tribolazioni e molto uniti a Dio, i quali porteranno l'oro dell'amore nel cuore, l'incenso della preghiera nello Spirito e la mirra della mortificazione nel corpo e saranno ovunque il buon odore di Gesù Cristo per i poveri e i piccoli, mentre risulteranno odore di morte per i grandi, i ricchi e gli orgogliosi del mondo.

57. Saranno nubi tonanti e nuvole volanti nell'aria al più piccolo soffio dello Spirito Santo; senza attaccarsi a nulla, senza attaccarsi, senza meravigliarsi di nulla, senza mettersi in pena per nulla, spanderanno la pioggia della parola di Dio e della vita eterna; tuoneranno contro il peccato, grideranno contro il mondo, colpiranno il demonio e i suoi seguaci, trafiggeranno da parte a parte, per la vita e per la morte, con la spada a due tagli della parola di Dio, tutti coloro ai quali saranno inviati da parte dell'Altissimo.

58. Saranno dei veri apostoli degli ultimi tempi, ai quali il Signore dei forti darà la parola e il vigore per operare meraviglie e riportare gloriose spoglie sui suoi nemici; riposeranno senza oro né argento e soprattutto senza preoccupazione, tra gli altri preti, religiosi e chierici; e tuttavia avranno le ali argentate della colomba, per volare al solo scopo di cercare la gloria di Dio e la salvezza delle anime, dove lo Spirito Santo li chiamerà; e nei luoghi dove avranno predicato, lasceranno dietro di essi unicamente l'oro della carità, che è il compimento di tutta la legge.

59. Infine dobbiamo sapere che saranno dei veri discepoli di Gesù Cristo, che camminano sulle orme della sua povertà, dell'umiltà, del disprezzo del mondo e della carità, insegnando la via stretta di Dio nella pura verità, seguendo il santo vangelo e non le massime del mondo, senza vivere in ansia né avere soggezione per nessuno, senza risparmiare, o farsi condizionare, o temere nessun mortale per potente che sia. Avranno nella loro bocca la spada a due tagli della parola di Dio; sulle loro spalle porteranno lo stendardo della Croce, segnato dal sangue, il crocifisso nella mano destra e la corona del Rosario nella sinistra, sul loro cuore i santi nomi di Gesù e di Maria, e in tutta la loro condotta si ispireranno alla semplicità e alla mortificazione di Gesù Cristo. Ecco i grandi uomini che verranno, ma che Maria farà sorgere per ordine dell'Altissimo, per estendere il suo impero su quello dei non credenti, dei pagani, dei musulmani. Ma quando e come avverrà questo? Dio solo lo sa, noi dobbiamo tacere, pregare, desiderare e attendere: «Ho sperato, ho sperato nel Signore»


Preghiere dettate il 12 aprile 1947

Vergine della Rivelazione (Tre Fontane)

«Ti glorifico o Dio, divino e uno, nella divina santità del Padre, perché mi hai creato quel dì che ti compiacesti di crearmi. Ti benedico o Figlio del Padre, nella perfezione umanistica divina, perché mi hai salvato, spargendo, nella via del soffrire, il Sangue benedetto, divino e umano. Ti ubbidisco o Spirito Santo, nei doveri per la mia santificazione, affinché mi infiammi d’amore, di fede, di speranza, per il Padre. Ti innalzo e metto nel mio cuore, o Trinità divina, in un solo Dio, nell’unità perfetta d’amore e di giustizia, perché mi dai Maria, Figlia, Sposa e Madre, nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, via, verità e vita d’ogni essere, per incamminarmi nella via che porta a te, nella verità che fa conoscere te, nella vita che scaturisce solo da te, per amarti, glorificarti e benedirti in eterno, nella gloria degli angeli osannanti te, perfetto e santo, uno e trino, in Maria santissima per te nostra Madre».

«Madre santa, Vergine della Rivelazione, fai che il fiume della misericordia di Dio Padre, i rivi di Sangue preziosissimo di Gesù, i raggi infuocati dello Spirito Santo possano accompagnarmi, per tuo mezzo, in questa via del mondo di peccato, che solo percorriamo nella nostra corta esistenza carnale, per essere, nell’apprensione dell’amore divino, trasformati a somiglianza di Gesù nostro Salvatore e Fratello nei piani d’amore, e come te che vivi nei Cieli, col Padre, nella gloria celeste».