Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 5 giugno 2025 - San Bonifacio (Letture di oggi)

Signore, sono qui davanti a Te per adorarti e per amarti. Nell'Ostia Sacra riconosco quel chicco di grano caduto in terra e poi ritornato in vita e diventato Pane per molte anime. Nell'Ostia Tu sei nascosto, ma io Ti vedo nella fede. Tu sei silenzioso, ma io Ti sento lo stesso. Nell'Ostia Tu sembri immobile ma, ecco, vieni a me per attirarmi al Tuo Cuore. Tu sei qui: nulla mi manca. Umiltà  dell'Ostia, rivestimi di Te! Povertà  dell'Ostia, sii la mia ricchezza! Purezza dell'Ostia, purificami affinché io possa entrare nell'intimità  con Te! Amen (Don Nikola Vucic)

Liturgia delle Ore - Letture

Martedi della 5° settimana del tempo di Avvento e Natale

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 6

1Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.2Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.3Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra,4perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

5Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.6Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

7Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.8Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.9Voi dunque pregate così:

Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome;
10venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
11Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
12e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
13e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.

14Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi;15ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

16E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
17Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto,18perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

19Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano;20accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano.21Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.

22La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce;23ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!

24Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.

25Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?27E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita?28E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano.29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.30Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?31Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?32Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.33Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.34Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.


Secondo libro dei Re 3

1Ioram figlio di Acab divenne re d'Israele in Samaria l'anno diciotto di Giòsafat, re di Giuda. Ioram regnò dodici anni.2Fece ciò che è male agli occhi del Signore, ma non come suo padre e sua madre. Egli allontanò la stele di Baal, eretta dal padre.3Ma restò legato, senza allontanarsene, al peccato che Geroboamo, figlio di Nebàt, aveva fatto commettere a Israele.
4Mesa re di Moab era un allevatore di pecore. Egli inviava al re di Israele centomila agnelli e la lana di centomila arieti.5Ma alla morte di Acab, Mesa si ribellò al re di Israele.6Allora il re Ioram uscì da Samaria e passò in rassegna tutto Israele.7Si mosse e mandò a dire a Giòsafat re di Giuda: "Il re di Moab si è ribellato contro di me; vuoi partecipare con me alla guerra contro Moab?". Quegli rispose: "Ci verrò; conta su di me come su di te, sul mio popolo come sul tuo, sui miei cavalli come sui tuoi".8"Per quale strada muoveremo?", domandò Giòsafat. L'altro rispose: "Per la strada del deserto di Edom".9Allora si misero in marcia il re di Israele, il re di Giuda e il re di Edom. Girarono per sette giorni. Non c'era acqua per l'esercito né per le bestie che lo seguivano.10Il re di Israele disse: "Ah, il Signore ha chiamato questi tre re per metterli nelle mani di Moab".11Giòsafat disse: "Non c'è qui un profeta del Signore, per mezzo del quale possiamo consultare il Signore?". Rispose uno dei ministri del re di Israele: "C'è qui Eliseo, figlio di Safat, che versava l'acqua sulle mani di Elia".12Giòsafat disse: "La parola del Signore è in lui". Scesero da costui il re di Israele, Giòsafat e il re di Edom.
13Eliseo disse al re di Israele: "Che c'è fra me e te? Va' dai profeti di tuo padre e dai profeti di tua madre!". Il re di Israele gli disse: "No, perché il Signore ha chiamato noi tre re per metterci nelle mani di Moab".14Eliseo disse: "Per la vita del Signore degli eserciti, alla cui presenza io sto, se non fosse per il rispetto che provo verso Giòsafat re di Giuda, a te non avrei neppure badato, né ti avrei guardato.15Ora cercatemi un suonatore di cetra". Mentre il suonatore arpeggiava, cantando, la mano del Signore fu sopra Eliseo.16Egli annunziò: "Dice il Signore: Scavate molte fosse in questa valle,17perché dice il Signore: Voi non sentirete il vento né vedrete la pioggia, eppure questa valle si riempirà d'acqua; berrete voi, la vostra truppa e le vostre bestie da soma.18Ciò è poca cosa agli occhi del Signore; egli metterà anche Moab nelle vostre mani.19Voi distruggerete tutte le fortezze e tutte le città più importanti; abbatterete ogni albero e ostruirete tutte le sorgenti d'acqua; rovinerete ogni campo fertile riempiendolo di pietre".20Al mattino, nell'ora dell'offerta, ecco scorrere l'acqua dalla direzione di Edom; la zona ne fu inondata.
21Tutti i Moabiti, saputo che erano venuti i re per fare loro guerra, arruolarono tutti gli uomini in età di maneggiare le armi e si schierarono sulla frontiera.22Alzatisi presto al mattino, quando il sole splendeva sulle acque, i Moabiti videro da lontano le acque rosse come sangue.23Esclamarono: "Questo è sangue! I re si sono azzuffati e l'uno ha ucciso l'altro. Ebbene, Moab, alla preda!".24Andarono dunque nell'accampamento di Israele. Ma gli Israeliti si alzarono e sconfissero i Moabiti, che fuggirono davanti a loro. I vincitori si inoltrarono nel paese, incalzando e uccidendo i Moabiti.25Ne demolirono le città; su tutti i campi fertili ognuno gettò una pietra e li riempirono; otturarono tutte le sorgenti d'acqua e tagliarono tutti gli alberi utili. Rimase soltanto Kir Careset; i frombolieri l'aggirarono e l'assalirono.26Il re di Moab, visto che la guerra era insostenibile per lui, prese con sé settecento uomini che maneggiavano la spada per aprirsi un passaggio verso il re di Edom, ma non ci riuscì.27Allora prese il figlio primogenito, che doveva regnare al suo posto, e l'offrì in olocausto sulle mura. Si scatenò una grande ira contro gli Israeliti, che si allontanarono da lui e tornarono nella loro regione.


Sapienza 8

1Essa si estende da un confine all'altro con forza,
governa con bontà eccellente ogni cosa.

2Questa ho amato e ricercato fin dalla mia giovinezza,
ho cercato di prendermela come sposa,
mi sono innamorato della sua bellezza.
3Essa manifesta la sua nobiltà,
in comunione di vita con Dio,
perché il Signore dell'universo l'ha amata.
4Essa infatti è iniziata alla scienza di Dio
e sceglie le opere sue.
5Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita,
quale ricchezza è più grande della sapienza,
la quale tutto produce?
6Se l'intelligenza opera,
chi, tra gli esseri, è più artefice di essa?
7Se uno ama la giustizia,
le virtù sono il frutto delle sue fatiche.
Essa insegna infatti la temperanza e la prudenza,
la giustizia e la fortezza,
delle quali nulla è più utile agli uomini nella vita.
8Se uno desidera anche un'esperienza molteplice,
essa conosce le cose passate e intravede le future,
conosce le sottigliezze dei discorsi
e le soluzioni degli enigmi,
pronostica segni e portenti,
come anche le vicende dei tempi e delle epoche.

9Ho dunque deciso di prenderla a compagna della mia vita,
sapendo che mi sarà consigliera di bene
e conforto nelle preoccupazioni e nel dolore.
10Per essa avrò gloria fra le folle
e, anche se giovane, onore presso gli anziani.
11Sarò trovato acuto in giudizio,
sarò ammirato di fronte ai potenti.
12Se tacerò, resteranno in attesa;
se parlerò, mi presteranno attenzione;
se prolungherò il discorso,
si porranno la mano sulla bocca.
13Per essa otterrò l'immortalità
e lascerò un ricordo eterno ai miei successori.
14Governerò i popoli e le nazioni mi saranno soggette;
15sentendo il mio nome sovrani terribili mi temeranno,
tra il popolo apparirò buono e in guerra coraggioso.
16Ritornato a casa, riposerò vicino a lei,
perché la sua compagnia non dà amarezza,
né dolore la sua convivenza,
ma contentezza e gioia.

17Riflettendo su tali cose in me stesso
e pensando in cuor mio
che nell'unione con la sapienza c'è l'immortalità
18e nella sua amicizia grande godimento
e nel lavoro delle sue mani una ricchezza inesauribile
e nell'assiduità del rapporto con essa prudenza
e nella partecipazione ai suoi discorsi fama,
andavo cercando come prenderla con me.
19Ero un fanciullo di nobile indole,
avevo avuto in sorte un'anima buona
20o piuttosto, essendo buono,
ero entrato in un corpo senza macchia.
21Sapendo che non l'avrei altrimenti ottenuta,
se Dio non me l'avesse concessa,
- ed era proprio dell'intelligenza
sapere da chi viene tale dono -
mi rivolsi al Signore e lo pregai,
dicendo con tutto il cuore:


Salmi 136

1Alleluia.

Lodate il Signore perché è buono:
perché eterna è la sua misericordia.
2Lodate il Dio degli dèi:
perché eterna è la sua misericordia.
3Lodate il Signore dei signori:
perché eterna è la sua misericordia.

4Egli solo ha compiuto meraviglie:
perché eterna è la sua misericordia.
5Ha creato i cieli con sapienza:
perché eterna è la sua misericordia.
6Ha stabilito la terra sulle acque:
perché eterna è la sua misericordia.
7Ha fatto i grandi luminari:
perché eterna è la sua misericordia.
8Il sole per regolare il giorno:
perché eterna è la sua misericordia;
9la luna e le stelle per regolare la notte:
perché eterna è la sua misericordia.

10Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti:
perché eterna è la sua misericordia.
11Da loro liberò Israele:
perché eterna è la sua misericordia;
12con mano potente e braccio teso:
perché eterna è la sua misericordia.

13Divise il mar Rosso in due parti:
perché eterna è la sua misericordia.
14In mezzo fece passare Israele:
perché eterna è la sua misericordia.
15Travolse il faraone e il suo esercito nel mar Rosso:
perché eterna è la sua misericordia.

16Guidò il suo popolo nel deserto:
perché eterna è la sua misericordia.
17Percosse grandi sovrani
perché eterna è la sua misericordia;
18uccise re potenti:
perché eterna è la sua misericordia.
19Seon, re degli Amorrei:
perché eterna è la sua misericordia.

20Og, re di Basan:
perché eterna è la sua misericordia.
21Diede in eredità il loro paese;
perché eterna è la sua misericordia;
22in eredità a Israele suo servo:
perché eterna è la sua misericordia.

23Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi:
perché eterna è la sua misericordia;
24ci ha liberati dai nostri nemici:
perché eterna è la sua misericordia.
25Egli dà il cibo ad ogni vivente:
perché eterna è la sua misericordia.

26Lodate il Dio del cielo:
perché eterna è la sua misericordia.


Isaia 29

1Guai ad Arièl, ad Arièl,
città dove pose il campo Davide!
Aggiungete anno ad anno,
si avvicendino i cicli festivi.
2Io metterò alle strette Arièl,
ci saranno gemiti e lamenti.
Tu sarai per me come un vero Arièl,
3io mi accamperò come Davide contro di te
e ti circonderò di trincee,
innalzerò contro di te un vallo.
4Allora prostrata parlerai da terra
e dalla polvere saliranno fioche le tue parole;
sembrerà di un fantasma la tua voce dalla terra,
e dalla polvere la tua parola risuonerà come bisbiglio.
5Sarà come polvere fine la massa dei tuoi oppressori
e come pula dispersa la massa dei tuoi tiranni.
Ma d'improvviso, subito,
6dal Signore degli eserciti sarai visitata
con tuoni, rimbombi e rumore assordante,
con uragano e tempesta e fiamma di fuoco divoratore.
7E sarà come un sogno,
come una visione notturna,
la massa di tutte le nazioni
che marciano su Arièl,
di quanti la attaccano
e delle macchine poste contro di essa.
8Avverrà come quando un affamato sogna di mangiare,
ma si sveglia con lo stomaco vuoto;
come quando un assetato sogna di bere,
ma si sveglia stanco e con la gola riarsa:
così succederà alla folla di tutte le nazioni
che marciano contro il monte Sion.
9Stupite pure così da restare sbalorditi,
chiudete gli occhi in modo da rimanere ciechi;
ubriacatevi ma non di vino,
barcollate ma non per effetto di bevande inebrianti.
10Poiché il Signore ha versato su di voi
uno spirito di torpore,
ha chiuso i vostri occhi,
ha velato i vostri capi.

11Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si da' a uno che sappia leggere dicendogli: "Leggilo", ma quegli risponde: "Non posso, perché è sigillato".12Oppure si da' il libro a chi non sa leggere dicendogli: "Leggilo", ma quegli risponde: "Non so leggere".

13Dice il Signore: "Poiché questo popolo
si avvicina a me solo a parole
e mi onora con le labbra,
mentre il suo cuore è lontano da me
e il culto che mi rendono
è un imparaticcio di usi umani,
14perciò, eccomi, continuerò
a operare meraviglie e prodigi con questo popolo;
perirà la sapienza dei suoi sapienti
e si eclisserà l'intelligenza dei suoi intelligenti".

15Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore
per dissimulare i loro piani,
a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo:
"Chi ci vede? Chi ci conosce?".
16Quanto siete perversi! Forse che il vasaio
è stimato pari alla creta?
Un oggetto può dire del suo autore:
"Non mi ha fatto lui"?
E un vaso può dire del vasaio: "Non capisce"?
17Certo, ancora un po'
e il Libano si cambierà in un frutteto
e il frutteto sarà considerato una selva.
18Udranno in quel giorno i sordi le parole di un libro;
liberati dall'oscurità e dalle tenebre,
gli occhi dei ciechi vedranno.
19Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore,
i più poveri gioiranno nel Santo di Israele.
20Perché il tiranno non sarà più, sparirà il beffardo,
saranno eliminati quanti tramano iniquità,
21quanti con la parola rendono colpevoli gli altri,
quanti alla porta tendono tranelli al giudice
e rovinano il giusto per un nulla.
22Pertanto, dice alla casa di Giacobbe il Signore
che riscattò Abramo:
"D'ora in poi Giacobbe non dovrà più arrossire,
il suo viso non impallidirà più,
23poiché vedendo il lavoro delle mie mani tra di loro,
santificheranno il mio nome,
santificheranno il Santo di Giacobbe
e temeranno il Dio di Israele.
24Gli spiriti traviati apprenderanno la sapienza
e i brontoloni impareranno la lezione".


Lettera ai Romani 3

1Qual è dunque la superiorità del Giudeo? O quale l'utilità della circoncisione?
-2Grande, sotto ogni aspetto. Anzitutto perché a loro sono state affidate le rivelazioni di Dio.
-3Che dunque? Se alcuni non hanno creduto, la loro incredulità può forse annullare la fedeltà di Dio?
-4Impossibile! Resti invece fermo che Dio è verace e 'ogni uomo mentitore', come sta scritto:

'Perché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole
e trionfi quando sei giudicato'.

-5Se però la nostra ingiustizia mette in risalto la giustizia di Dio, che diremo? Forse è ingiusto Dio quando riversa su di noi la sua ira? Parlo alla maniera umana.
-6Impossibile! Altrimenti, come potrà Dio giudicare il mondo?
-7Ma se per la mia menzogna la verità di Dio risplende per sua gloria, perché dunque sono ancora giudicato come peccatore?8Perché non dovremmo fare il male affinché venga il bene, come alcuni - la cui condanna è ben giusta - ci calunniano, dicendo che noi lo affermiamo?

9Che dunque? Dobbiamo noi ritenerci superiori? Niente affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che Giudei e Greci, tutti, sono sotto il dominio del peccato,10come sta scritto:

'Non c'è nessun giusto, nemmeno uno,'
11'non c'è sapiente, non c'è chi cerchi Dio!'
12'Tutti hanno traviato e si son pervertiti;
non c'è chi compia il bene, non ce n'è neppure uno.'
13'La loro gola è un sepolcro spalancato,
tramano inganni con la loro lingua,
veleno di serpenti è sotto le loro labbra,'
14'la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza.'
15'I loro piedi corrono a versare il sangue;'
16'strage e rovina è sul loro cammino'
17'e la via della pace non conoscono.'
18'Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi'.

19Ora, noi sappiamo che tutto ciò che dice la legge lo dice per quelli che sono sotto la legge, perché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio.20Infatti in virtù delle opere della legge 'nessun uomo sarà giustificato davanti a lui', perché per mezzo della legge si ha solo la conoscenza del peccato.

21Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti;22giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c'è distinzione:23tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio,24ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù.25Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati,26nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù.

27Dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede.28Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge.29Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche dei pagani? Certo, anche dei pagani!30Poiché non c'è che un solo Dio, il quale giustificherà per la fede i circoncisi, e per mezzo della fede anche i non circoncisi.31Togliamo dunque ogni valore alla legge mediante la fede? Nient'affatto, anzi confermiamo la legge.


Capitolo IV: La ponderatezza nell'agire

Leggilo nella Biblioteca

Non dobbiamo credere a tutto ciò che sentiamo dire; non dobbiamo affidarci a ogni nostro impulso. Al contrario, ogni cosa deve essere valutata alla stregua del volere di Dio, con attenzione e con grandezza d'animo. Purtroppo, degli altri spesso pensiamo e parliamo più facilmente male che bene: tale è la nostra miseria. Quelli che vogliono essere perfetti non credono scioccamente all'ultimo che parla, giacché conoscono la debolezza umana, portata alla malevolenza e troppo facile a blaterare. Grande saggezza, non essere precipitosi nell'agire e, d'altra parte, non restare ostinatamente alle nostre prime impressioni. Grande saggezza, perciò, non andare dietro a ogni discorso della gente e non spargere subito all'orecchio di altri quanto abbiamo udito e creduto. Devi preferire di farti guidare da uno migliore di te, piuttosto che andare dietro alle tue fantasticherie; prima di agire, devi consigliarti con persona saggia e di retta coscienza. Giacché è la vita virtuosa che rende l'uomo l'uomo saggio della saggezza di Dio, e buon giudice in molti problemi. Quanto più uno sarà inutilmente umile e soggetto a Dio, tanto più sarà saggio, e pacato in ogni cosa.


Lettera ai cristiani di Filadelfia

Sant'Ignazio di Antiochia - Sant'Ignazio di Antiochia

Leggilo nella Biblioteca

Saluto


Ignazio, Teoforo, alla Chiesa di Dio Padre e di Gesù Cristo che è in Filadelfia d'Asia, che ha ottenuto misericordia ed è consolidata nella concordia di Dio e giustamente giuliva nella passione del Signore nostro e nella sua resurrezione e pienamente cosciente della sua misericordia, il mio saluto nel sangue di Cristo. Essa è il mio eterno e continuo giubilo specialmente se i fedeli sono in uno col vescovo e con i suoi presbiteri e con i diaconi scelti nella mente di Gesù Cristo che, secondo la sua volontà, ha confermati col suo Santo Spirito.

Come la cetra


So che il vescovo ha conseguito il ministero per servire la comunità non per sé, per gli uomini e per vanagloria, ma nell'amore di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo. Di lui mi ha colpito l'equità; il suo silenzio ha più forza di quelli che dicono cose vane. Egli è armonizzato ai comandamenti, come la cetra alle corde. Perciò la mia anima beatifica lo spirito di lui rivolto a Dio conoscendo che è virtuoso e perfetto, la sua costanza e la sua calma in tutta la bontà del Dio vivente.

Fuggire la faziosità


Figli della vera luce fuggite la faziosità e le dottrine perverse. Dove è il pastore ivi seguitelo come pecore. Molti lupi degni di fede con lusinghe malvagie seducono chi corre nel Signore. Ma essi non avranno posto nella vostra unità.

Le erbe cattive


State lontani dalle erbe cattive che Gesù Cristo non coltiva, perché non sono piantagione del Padre. Non ho trovato divisione in mezzo a voi, ma selezione. Quanti sono di Dio e di Gesù Cristo, tanti sono con il vescovo. Quelli che pentiti rientrano nell'unità della Chiesa saranno di Dio perché vivono secondo Gesù Cristo. Non lasciatevi ingannare fratelli miei. Se qualcuno segue lo scismatico non erediterà il regno di Dio. Se qualcuno marcia nella dottrina eretica egli non partecipa della passione di Cristo.

Una è la carne del Cristo


Preoccupatevi di attendere ad una sola eucarestia. Una è la carne di nostro Signore Gesù Cristo e uno il calice dell'unità del suo sangue, uno è l'altare come uno solo è il vescovo con il presbiterato e i diaconi miei conservi. Se ciò farete, lo farete secondo Dio.

Amiamo i profeti


Fratelli miei, ho grande amore per voi e giulivo cerco di rafforzarvi. Non io ma Gesù Cristo, nel quale incatenato ho ancora molto timore, perché sono ancora imperfetto. Ma la vostra preghiera in Dio mi perfezionerà per raggiungere misericordiosamente l'eredità, rifugiandomi nel vangelo come nella carne di Gesù e negli apostoli, come nel presbiterato della Chiesa. Amiamo i profeti perché anch'essi annunziarono il vangelo e sperarono in lui e lo attesero, e credendo in lui furono salvi. Essi uniti a Gesù Cristo, santi degni di amore e di ammirazione, hanno ricevuto la testimonianza di Gesù Cristo e sono stati annoverati nel vangelo della comune speranza.

Fuggire le male arti e gli inganni del mondo


Se qualcuno spiega il giudaismo non ascoltatelo. È meglio udire il cristianesimo da un circonciso, che il giudaismo da un incirconciso. Se l'uno e l'altro non vi parlano di Gesù Cristo essi sono per me delle stele, dei sepolcri sui quali sono scritti solo nomi di uomini. Fuggite le male arti e gli inganni del principe di questo secolo. Giammai oppressi dal suo spirito dovete indebolirvi nell'amore, ma siate tutti uniti in un cuore indiviso. Ringrazio il mio Dio perché sono tranquillo nei vostri riguardi e nessuno ha da vantarsi né in pubblico né in privato che io abbia pesato su qualcuno nel poco e nel molto. Auguro a tutti quelli cui ho parlato che non l'abbiano acquisito in testimonianza contraria.

Custodire la carne come tempio di Dio


Se alcuni hanno voluto ingannarmi secondo la carne, lo spirito, invece, che viene da Dio non è stato ingannato. Egli sa donde viene e dove va e rivela i segreti. Quando ero in mezzo a voi gridai e a voce alta, con la voce di Dio: state uniti al vescovo, ai presbiteri e ai diaconi. Quanto a quelli che hanno sospettato che io gridai prevedendo lo scisma di alcuni mi sia testimone colui per il quale sono incatenato che non ne ebbi notizia da carne di uomo. Fu lo spirito che me lo annunziò dicendo: non fate nulla senza il vescovo, custodite la vostra carne come tempio di Dio, amate l'unità, fuggite le faziosità, siate imitatori di Gesù Cristo come egli lo è del Padre suo.

L'archivio è Gesù Cristo


Io feci quello che era in me come uomo che agisce per l'unità. Dove infatti c'è la fazione e l'ira, Dio non c'è. Il Signore perdona a chi si pente, se si pente per l'unità di Dio, e il sinedrio del vescovo. Confido nella grazia di Gesù Cristo che vi libererà da ogni laccio. Vi esorto a non fare nulla con spirito di contesa, ma secondo la dottrina del Cristo. Ho ascoltato alcuni che dicevano: se non lo trovo negli archivi, nel vangelo io non credo. Io risposi loro che sta scritto, ed essi di rimando che questo è da provare. Per me l'archivio è Gesù Cristo, i miei archivi inamovibili la sua croce, la sua morte e resurrezione e la fede che viene da lui, in questo voglio per la vostra preghiera essere giustificato.

Il Vangelo compimento di incorruttibilità


Onorabili anche i sacerdoti, soprattutto il gran sacerdote custode del santo dei santi, il solo che ritiene i segreti di Dio, essendo la porta del Padre per la quale entrano Abramo, Isacco, Giacobbe, i profeti, gli apostoli e la Chiesa. Tutto questo per l'unità di Dio. Il vangelo ha qualche cosa di più speciale, la venuta del Salvatore, Signor nostro Gesù Cristo, la sua passione e la sua resurrezione. I beneamati profeti lo preannunciarono, ma il vangelo è il compimento dell'incorruttibilità. Tutto ciò va bene se lo custodite nella carità.

La pace della Chiesa di Antiochia di Siria


Per la vostra preghiera e la carità che avete in Gesù Cristo mi fu annunciato che la Chiesa di Antiochia di Siria è in pace. Bisogna che voi, come Chiesa di Dio, vi eleggiate un diacono per la missione di Dio: portare a quelli che sono raccolti i vostri rallegramenti e glorificare il nome. Beato in Gesù Cristo chi è ritenuto degno di tale servizio e voi ne avrete gloria. A voi che lo volete non sarà impossibile per il nome di Dio come anche le Chiese vicine mandarono i vescovi, oltre i presbiteri e i diaconi.

Congedo


Filone diacono della Cilicia, uomo provato, mi aiuta nella parola di Dio con Reo Agatopodo, uomo eletto che mi accompagna dalla Siria, sacrificando la vita. Essi rendono la vostra testimonianza e io ringrazio Dio per voi che li avete accolti, così vi accolga il Signore. Quelli, invece, che non li hanno onorati possano essere perdonati nella carità di Gesù Cristo. Vi saluta la carità dei fratelli di Troade, da dove vi scrivo per mezzo di Burro mandato dagli efesini e dagli smirnesi per farmi onore. Li onorerà il Signore Gesù Cristo nel quale essi sperano con la carne, con l'anima, con lo spirito, con la fede, con la carità, con la concordia. Statemi bene in Gesù Cristo, nostra comune speranza.


Capitolo VI: Chi ha vero amore, come ne dà prova

Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis

Leggilo nella Biblioteca

1. Figlio, ancora non sei forte e saggio nell'amore. Perché, o Signore? Perché, per una piccola contrarietà lasci la strada intrapresa e troppo avidamente cerchi consolazione. Chi è forte nell'amore, regge alle tentazioni e non crede alla suadente furbizia del nemico. Come gli sono caro nella prosperità, così gli sono caro nelle avversità. Chi è saggio nell'amore non guarda tanto al pregio del dono, quanto all'amore di colui che dona. Guarda più all'affetto che al prezzo, e pone tutti i doni al di sotto della persona amata. Chi è nobile nell'amore non si appaga nel dono, ma si appaga in me, al di sopra di qualunque dono. Se talvolta, verso di me, o verso i miei santi, hai l'animo meno ben disposto di quanto vorresti, non per questo tutto è perduto. Quell'amore che talora senti, buono e dolce, è effetto della grazia presente in te; è, per così dire, un primo assaggio della patria celeste. Ma è cosa su cui non bisogna fare troppo conto, perché non è ferma e costante.  

2. Segno di virtù e di grande merito, è questo: lottare quando si affacciano cattivi impulsi dell'animo, e disprezzare le suggestioni del diavolo. Dunque non lasciarti turbare da alcun pensiero che ti venga dal di fuori, di qualsivoglia natura. Saldamente mantieni, invece, i tuoi propositi, con l'animo diretto a Dio. Non è una vana illusione che, talvolta, tu sia d'un tratto portato fino all'estremo rapimento, per poi ritornare subito alle consuete manchevolezze spirituali; queste infatti non dipendono da te, ma le subisci contro tua voglia. Anzi, fino a che tali manchevolezze ti disgustano, e ad esse resisti, questo è cosa meritoria, non già rovinosa per l'anima. Sappi che l'antico avversario tenta in ogni modo di ostacolare il tuo desiderio di bene, distogliendoti da qualsiasi esercizio di devozione; distogliendoti, cioè dal culto dei santi, dal pio ricordo della mia passione, dall'utile pensiero dei tuoi peccati, dalla vigilanza del tuo cuore; infine dal fermo proponimento di progredire nella virtù. L'antico avversario insinua molti pensieri perversi, per molestarti e spaventarti, per distoglierti dalla preghiera e dalle sante letture. Lo disgusta che uno umilmente si confessi; se potesse, lo farebbe disertare dalla comunione. Non credergli, non badargli, anche se ti avrà teso sovente i lacci dell'inganno. Ascrivile a lui, quando ti insinua cose cattive e turpi. Digli: vattene, spirito impuro; arrossisci, miserabile. Veramente immondo sei tu, che fai entrare nei miei orecchi cose simili. Allontanati da me, perfido ingannatore; non avrai alcun posto in me: presso di me starà Gesù, come un combattente valoroso; e tu sarai svergognato. Preferisco morire e patire qualsiasi pena, piuttosto che cedere a te. Taci, ammutolisci; non ti ascolterò più, per quante insidie tu mi possa tendere. "Il Signore è per me luce e salvezza; di chi avrò paura? (Sal 26,1). Anche se fossero eretti contro di me interi accampamenti, il mio cuore non vacillerà (Sal 26,3). Il Signore è il mio alleato e il mio redentore" (Sal 18,15).  

3. Combatti come un soldato intrepido. E se talvolta cadi per la tua debolezza, riprendi forza maggiore, fiducioso in una mia grazia più grande, guardandoti però attentamente dalla vana compiacenza e dalla superbia: è a causa di esse che molti vengono indotti in inganno, cadendo talora in una cecità pressoché incurabile. E' questa rovina degli uomini superbi, stoltamente presuntuosi, che ti deve indurre a prudenza e ad indefettibile umiltà.


33-49 Ottobre 13, 1935 E’ tanto l’amore di Gesù, che sente il bisogno di sfogarsi con la creatura. Lui in mezzo tra il suo Padre Celeste e le creature, e resta il colpito per amore di esse.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Mi sentivo secondo il solito tutta abbandonata nelle braccia del mio dolce Gesù, il quale sentiva il bisogno di sfogare il suo Amore ardente; parlare del suo Amore è uno sfogo, far comprendere in quali pene, strettezze, inceppi lo mette il suo Amore è per Lui il più grande sollievo. Ed oh! com’è straziante sentirlo con voce soffocata nel pianto, affannato, a mezza voce: “Amatemi, amatemi, non voglio altro che amore, è il più grande dei miei dolori non essere amato. . . , e perché non sono amato? Perché non si fa la mia Volontà. Essa è portatrice del mio Amore e mi fa amare dalla creatura con Amore Divino, ed Io sentendo il mio Amore mi sento sbarazzato dalle intensità delle mie fiamme e sento il dolce ristoro, il riposo, il sollievo nel mio stesso Amore che mi dà la creatura”. Ora mentre ciò pensavo, il mio Sommo Bene Gesù visitando la piccola anima mia, si faceva vedere involto nelle sue fiamme, mi ha detto:

(2) “Figlia mia, se tu sapessi in quali strettezze mi mette il mio Amore. Ascoltami, il mio Padre Celeste era mio, l’amavo con tale intensità d’amore, che mi reputerei felice di mettere la Vita affinché nessuno me lo potesse offendere, ero una sol cosa con Lui, la mia stessa Vita, e non amarlo non potevo, né volevo, la nostra virtù divina formava un solo amore col mio Padre Celeste, quindi inseparabile. Le creature da parte della mia Umanità, erano mie, incorporate con Me, potrei dire, formavano la mia stessa Umanità; come fare a non amarle? Sarebbe come non amare la propria vita, ed oh! in quali condizioni, intrighi, inceppi mi metteva il mio Amore; senti: “Amavo mio Padre, vederlo offeso era il più grande dei miei martiri; amavo le creature, erano già mie, me le sentivo in Me, e queste non vi erano offese che non facevano, ingratitudini che non commettevano; il mio caro Padre Celeste giustamente voleva colpirle, disfarsi di loro, ed in mezzo tra l’uno e l’altro restavo colpito da Colui che tanto amavo, e subire le pene di coloro, dolermi per loro, e mentre col Padre restavo offeso anch’Io, le amavo fino alla follia, e mettevo la Vita per salvare ciascuna creatura, non potevo né volevo sottrarmi dal mio Padre Celeste, perché era mio e l’amavo, anzi era mio dovere, come suo vero Figlio, ridargli tutta la gloria, l’amore, la soddisfazione, che gli dovevano tutte le creature, e sebbene colpito da pene indescrivibili, Io stesso volevo farmi colpire, perché l’amavo, e amavo coloro per cui ero colpito. Ah! solo il mio Amore, perché divino, sa formare tali invenzioni amorose, tali inceppi che dà dell’incredibile, e forma l’eroismo del vero amore, tanto che si finisce col restare bruciato, consumato sul rogo dell’amore per chi amava e li teneva come essere incorporati in Sé, che formavano la sua stessa Vita. Ahi! in quali strettezze mi mette il mio Amore, mi riempie tanto, che sento il bisogno d’uno sfogo d’uscire da Me opere, pene, luce, grazie sorprendenti per dare sfogo al mio Amore, ed è tale e tanto, che sono sempre dentro e fuori di essa a servirla, e ora la servo di luce nel sole per poter continuare questo sfogo d’amore, ora la servo nell’aria per farla respirare, ora la servo nell’acqua per dissetarla, ora nelle piante per alimentarla, ora nel vento per carezzarla, nel fuoco per riscaldarla, non vi è cosa fatta da Me, tanto nella Creazione quanto nella Redenzione, cui il mio Amore non potendosi contenere dentro di Sé, usciva fuori per dare sfogo d’amore verso le creature. Ora, chi può dirti quanto soffro nel non vedermi amato, come il mio Amore resta torturato dall’ingratitudine umana. Io giungo fino a far mie le sue colpe per dolermi come se fossero mie, fino a farne la penitenza a lei dovuta, prendo sulle mie spalle tutti i suoi mali, per ricambiarli in bene, la faccio mia, tutta mia, fino a darle il posto nella mia Umanità come un membro a Me più caro, vado inventando sempre nuovi ritrovati d’amore, per farle sentire come l’amo, e non vedendomi amato, qual pena, qual dolore. Perciò figlia mia, amami! Amami! Quando mi sento amato il mio Amore trova il suo riposo e le sue torture amorose, cambiate in dolci ristori”.