Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

O mio Dio, tutto ciò ch'è in me ti adori, mio creatore e mio Signore! Poiché tu sei la felicità  in te stesso e non hai bisogno di noi per essere felice, fu la tua misericordia a chiamare all'esistenza le creature, comunicando ad esse qualche cosa dell'intima tua vita, che fa di te un Dio solo in tre Persone. Desidero glorificare la tua misericordia con ogni palpito del mio cuore, parlando della tua pura bontà  alle anime e incoraggiandole ad aver fiducia in essa. (Santa Faustina Kowalska)

Liturgia delle Ore - Letture

Venerdi della 3° settimana del tempo di Avvento

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Marco 14

1Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo.2Dicevano infatti: "Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo".

3Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento sul suo capo.4Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: "Perché tutto questo spreco di olio profumato?5Si poteva benissimo vendere quest'olio a più di trecento denari e darli ai poveri!". Ed erano infuriati contro di lei.
6Allora Gesù disse: "Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona;7i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre.8Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura.9In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto".

10Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai sommi sacerdoti, per consegnare loro Gesù.11Quelli all'udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava l'occasione opportuna per consegnarlo.

12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: "Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?".13Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: "Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo14e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi".16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.

17Venuta la sera, egli giunse con i Dodici.18Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: "In verità vi dico, uno di voi, 'colui che mangia con me', mi tradirà".19Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: "Sono forse io?".20Ed egli disse loro: "Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto.21Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Bene per quell'uomo se non fosse mai nato!".

22Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo".23Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.24E disse: "Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti.25In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio".

26E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.27Gesù disse loro: "Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto:

'Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse'.

28Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea".29Allora Pietro gli disse: "Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò".30Gesù gli disse: "In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte".31Ma egli, con grande insistenza, diceva: "Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò". Lo stesso dicevano anche tutti gli altri.

32Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: "Sedetevi qui, mentre io prego".33Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia.34Gesù disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate".35Poi, andato un po' innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora.36E diceva: "Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu".37Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: "Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola?38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole".39Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole.40Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli.
41Venne la terza volta e disse loro: "Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori.42Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino".

43E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani.44Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: "Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta".45Allora gli si accostò dicendo: "Rabbì" e lo baciò.46Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono.47Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio.48Allora Gesù disse loro: "Come contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi.49Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture!".
50Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono.51Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono.52Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo.

53Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi.54Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco.55Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano.56Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi.57Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo:58"Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d'uomo".59Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde.60Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: "Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?".61Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: "Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?".62Gesù rispose: "Io lo sono!

E vedrete 'il Figlio dell'uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo'".

63Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: "Che bisogno abbiamo ancora di testimoni?64Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?". Tutti sentenziarono che era reo di morte.
65Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: "Indovina". I servi intanto lo percuotevano.

66Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote67e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: "Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù".68Ma egli negò: "Non so e non capisco quello che vuoi dire". Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò.69E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: "Costui è di quelli".70Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: "Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo".71Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo che voi dite".72Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: "Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte". E scoppiò in pianto.


Genesi 28

1Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede questo comando: "Tu non devi prender moglie tra le figlie di Canaan.2Su, va' in Paddan-Aram, nella casa di Betuèl, padre di tua madre, e prenditi di là la moglie tra le figlie di Làbano, fratello di tua madre.3Ti benedica Dio onnipotente, ti renda fecondo e ti moltiplichi, sì che tu divenga una assemblea di popoli.4Conceda la benedizione di Abramo a te e alla tua discendenza con te, perché tu possieda il paese dove sei stato forestiero, che Dio ha dato ad Abramo".5Così Isacco fece partire Giacobbe, che andò in Paddan-Aram presso Làbano, figlio di Betuèl, l'Arameo, fratello di Rebecca, madre di Giacobbe e di Esaù.
6Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e l'aveva mandato in Paddan-Aram per prendersi una moglie di là e che, mentre lo benediceva, gli aveva dato questo comando: "Non devi prender moglie tra le Cananee".7Giacobbe aveva obbedito al padre e alla madre ed era partito per Paddan-Aram.8Esaù comprese che le figlie di Canaan non erano gradite a suo padre Isacco.9Allora si recò da Ismaele e, oltre le mogli che aveva, si prese in moglie Macalat, figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Nebaiòt.
10Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran.11Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo.12Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa.13Ecco il Signore gli stava davanti e disse: "Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza.14La tua discendenza sarà come la polvere della terra e ti estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E saranno benedette per te e per la tua discendenza tutte le nazioni della terra.15Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t'ho detto".16Allora Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: "Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo".17Ebbe timore e disse: "Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo".18Alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità.19E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz.20Giacobbe fece questo voto: "Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi,21se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio.22Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò la decima".


Salmi 88

1'Canto. Salmo. Dei figli di Core.
Al maestro del coro. Su "Macalat".
Per canto. Maskil. Di Eman l'Ezraita.'

2Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
3Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l'orecchio al mio lamento.

4Io sono colmo di sventure,
la mia vita è vicina alla tomba.
5Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa,
sono come un morto ormai privo di forza.
6È tra i morti il mio giaciglio,
sono come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali tu non conservi il ricordo
e che la tua mano ha abbandonato.

7Mi hai gettato nella fossa profonda,
nelle tenebre e nell'ombra di morte.
8Pesa su di me il tuo sdegno
e con tutti i tuoi flutti mi sommergi.

9Hai allontanato da me i miei compagni,
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo;
10si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.

11Compi forse prodigi per i morti?
O sorgono le ombre a darti lode?
12Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà negli inferi?
13Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi,
la tua giustizia nel paese dell'oblio?

14Ma io a te, Signore, grido aiuto,
e al mattino giunge a te la mia preghiera.
15Perché, Signore, mi respingi,
perché mi nascondi il tuo volto?
16Sono infelice e morente dall'infanzia,
sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori.
17Sopra di me è passata la tua ira,
i tuoi spaventi mi hanno annientato,
18mi circondano come acqua tutto il giorno,
tutti insieme mi avvolgono.
19Hai allontanato da me amici e conoscenti,
mi sono compagne solo le tenebre.


Salmi 86

1'Supplica. Di Davide.'

Signore, tendi l'orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e infelice.
2Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera.

3Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
4Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, innalzo l'anima mia.
5Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca.

6Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce della mia supplica.
7Nel giorno dell'angoscia alzo a te il mio grido
e tu mi esaudirai.

8Fra gli dèi nessuno è come te, Signore,
e non c'è nulla che uguagli le tue opere.
9Tutti i popoli che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, o Signore,
per dare gloria al tuo nome;
10grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.

11Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
donami un cuore semplice
che tema il tuo nome.
12Ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il cuore
e darò gloria al tuo nome sempre,
13perché grande con me è la tua misericordia:
dal profondo degli inferi mi hai strappato.

14Mio Dio, mi assalgono gli arroganti,
una schiera di violenti attenta alla mia vita,
non pongono te davanti ai loro occhi.
15Ma tu, Signore, Dio di pietà, compassionevole,
lento all'ira e pieno di amore, Dio fedele,
16volgiti a me e abbi misericordia:
dona al tuo servo la tua forza,
salva il figlio della tua ancella.

17Dammi un segno di benevolenza;
vedano e siano confusi i miei nemici,
perché tu, Signore, mi hai soccorso e consolato.


Isaia 48

1Ascoltate ciò, casa di Giacobbe,
voi che siete chiamati Israele
e che traete origine dalla stirpe di Giuda,
voi che giurate nel nome del Signore
e invocate il Dio di Israele,
ma senza sincerità e senza rettitudine,
2poiché prendete il nome dalla città santa
e vi appoggiate sul Dio di Israele
che si chiama Signore degli eserciti.
3Io avevo annunziato da tempo le cose passate,
erano uscite dalla mia bocca, le avevo fatte udire.
D'improvviso io ho agito e sono accadute.
4Poiché sapevo che tu sei ostinato
e che la tua nuca è una sbarra di ferro
e la tua fronte è di bronzo,
5io te le annunziai da tempo,
prima che avvenissero te le feci udire,
per timore che dicessi: "Il mio idolo le ha fatte,
la mia statua e il dio da me fuso le hanno ordinate".
6Tutto questo hai udito e visto;
non vorresti testimoniarlo?
Ora ti faccio udire cose nuove
e segrete che tu nemmeno sospetti.
7Ora sono create e non da tempo;
prima di oggi tu non le avevi udite,
perché tu non dicessi: "Già lo sapevo".
8No, tu non le avevi mai udite né sapute
né il tuo orecchio era già aperto da allora
poiché io sapevo che sei davvero perfido
e che ti si chiama sleale fin dal seno materno.
9Per il mio nome rinvierò il mio sdegno,
per il mio onore lo frenerò a tuo riguardo,
per non annientarti.
10Ecco, ti ho purificato per me come argento,
ti ho provato nel crogiuolo dell'afflizione.
11Per riguardo a me, per riguardo a me lo faccio;
come potrei lasciar profanare il mio nome?
Non cederò ad altri la mia gloria.

12Ascoltami, Giacobbe,
Israele che ho chiamato:
Sono io, io solo, il primo
e anche l'ultimo.
13Sì, la mia mano ha posto le fondamenta della terra,
la mia destra ha disteso i cieli.
Quando io li chiamo,
tutti insieme si presentano.
14Radunatevi, tutti voi, e ascoltatemi.
Chi di essi ha predetto tali cose?
Uno che io amo compirà il mio volere
su Babilonia e, con il suo braccio, sui Caldei.
15Io, io ho parlato; io l'ho chiamato,
l'ho fatto venire e ho dato successo alle sue imprese.

16Avvicinatevi a me per udire questo.
Fin dal principio non ho parlato in segreto;
dal momento in cui questo è avvenuto io sono là.
Ora il Signore Dio
ha mandato me insieme con il suo spirito.
17Dice il Signore tuo redentore,
il Santo di Israele:
"Io sono il Signore tuo Dio
che ti insegno per il tuo bene,
che ti guido per la strada su cui devi andare.
18Se avessi prestato attenzione ai miei comandi,
il tuo benessere sarebbe come un fiume,
la tua giustizia come le onde del mare.
19La tua discendenza sarebbe come la sabbia
e i nati dalle tue viscere come i granelli d'arena;
non sarebbe mai radiato né cancellato
il tuo nome davanti a me".

20Uscite da Babilonia,
fuggite dai Caldei;
annunziatelo con voce di gioia,
diffondetelo,
fatelo giungere fino all'estremità della terra.
Dite: "Il Signore ha riscattato
il suo servo Giacobbe".
21Non soffrono la sete
mentre li conduce per deserti;
acqua dalla roccia egli fa scaturire per essi;
spacca la roccia,
sgorgano le acque.
22Non c'è pace per i malvagi, dice il Signore.


Prima lettera ai Corinzi 7

1Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per l'uomo non toccare donna;2tuttavia, per il pericolo dell'incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito.
3Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito.4La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie.5Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione.6Questo però vi dico per concessione, non per comando.7Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro.
8Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io;9ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere.
10Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito -11e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito - e il marito non ripudi la moglie.
12Agli altri dico io, non il Signore: se un nostro fratello ha la moglie non credente e questa consente a rimanere con lui, non la ripudi;13e una donna che abbia il marito non credente, se questi consente a rimanere con lei, non lo ripudi:14perché il marito non credente viene reso santo dalla moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente; altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, mentre invece sono santi.15Ma se il non credente vuol separarsi, si separi; in queste circostanze il fratello o la sorella non sono soggetti a servitù; Dio vi ha chiamati alla pace!16E che sai tu, donna, se salverai il marito? O che ne sai tu, uomo, se salverai la moglie?
17Fuori di questi casi, ciascuno continui a vivere secondo la condizione che gli ha assegnato il Signore, così come Dio lo ha chiamato; così dispongo in tutte le chiese.18Qualcuno è stato chiamato quando era circonciso? Non lo nasconda! È stato chiamato quando non era ancora circonciso? Non si faccia circoncidere!19La circoncisione non conta nulla, e la non circoncisione non conta nulla; conta invece l'osservanza dei comandamenti di Dio.20Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato.21Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare; ma anche se puoi diventare libero, profitta piuttosto della tua condizione!22Perché lo schiavo che è stato chiamato nel Signore, è un liberto affrancato del Signore! Similmente chi è stato chiamato da libero, è schiavo di Cristo.23Siete stati comprati a caro prezzo: non fatevi schiavi degli uomini!24Ciascuno, fratelli, rimanga davanti a Dio in quella condizione in cui era quando è stato chiamato.
25Quanto alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia.26Penso dunque che sia bene per l'uomo, a causa della presente necessità, di rimanere così.27Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei sciolto da donna? Non andare a cercarla.28Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella carne, e io vorrei risparmiarvele.

29Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero;30coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero;31quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo!32Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore;33chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie,34e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito.35Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni.
36Se però qualcuno ritiene di non regolarsi convenientemente nei riguardi della sua vergine, qualora essa sia oltre il fiore dell'età, e conviene che accada così, faccia ciò che vuole: non pecca. Si sposino pure!37Chi invece è fermamente deciso in cuor suo, non avendo nessuna necessità, ma è arbitro della propria volontà, ed ha deliberato in cuor suo di conservare la sua vergine, fa bene.38In conclusione, colui che sposa la sua vergine fa bene e chi non la sposa fa meglio.
39La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito; ma se il marito muore è libera di sposare chi vuole, purché ciò avvenga nel Signore.40Ma se rimane così, a mio parere è meglio; credo infatti di avere anch'io lo Spirito di Dio.


Capitolo IX: Offrire noi stessi a Dio, con tutto quello che è in noi, pregando per tutti

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Parola del discepolo

1. Tue sono le cose, o Signore, quelle del cielo e quelle della terra: a te voglio, liberamente, offrire me stesso e restare tuo per sempre. O Signore, con cuore sincero, oggi io mi dono a te in perpetuo servizio, in obbedienza e in sacrificio di lode perenne. Accettami, insieme con questa offerta santa del tuo corpo prezioso, che io - alla presenza e con l'assistenza invisibile degli angeli - ora ti faccio, per la mia salvezza e per la salvezza di tutto il popolo, O Signore, sull'altare della tua espiazione offro a te tutti i miei peccati e le colpe da me commesse al cospetto tuo e dei tuoi santi angeli, dal giorno in cui fui capace di peccare fino ad oggi; affinché tutto tu accenda e consumi nel fuoco del tuo amore, cancellando ogni macchia dei miei peccati; affinché tu purifichi la mia coscienza da ogni colpa; affinché tu mi ridia la tua grazia, che ho perduta col peccato, tutto perdonando e misericordiosamente accogliendomi nel bacio della pace. Che posso io fare per i miei peccati, se non confessarli umilmente nel pianto e pregare senza posa per avere la tua intercessione? Ti scongiuro, dammi benevolo ascolto, mentre mi pongo dinanzi a te, o mio Dio. Grande disgusto io provo per tutti i miei peccati; non voglio più commetterne, anzi di essi mi dolgo e mi dorrò per tutta la vita, pronto a fare penitenza e, per quanto io possa, a pagare per essi. Rimetti, o Signore, rimetti i miei peccati, per il tuo santo nome: salva l'anima mia, che tu hai redenta con il tuo sangue prezioso. Ecco, io mi affido alla tua misericordia; mi metto nelle tue mani. Opera tu con me secondo la tua bontà, non secondo la mia perfidia e la mia iniquità.

2. Anche tutto quello che ho di buono, per quanto sia molto poco e imperfetto, lo offro a te, affinché tu lo perfezioni e lo santifichi; affinché ti sia gradito e tu voglia accettarlo, accrescendone il valore; affinché tu voglia portarmi - inoperoso e inutile piccolo uomo, qual sono - a un termine beato e glorioso. Offro parimenti a te tutti i buoni desideri delle persone devote e le necessità dei parenti e degli amici, dei fratelli e delle sorelle, di tutti i miei cari e di coloro che, per amor tuo, fecero del bene a me o ad altri; infine di tutte le persone - quelle ancora in vita e quelle che già hanno lasciato questo mondo - che da me desiderarono e chiesero preghiere e sante Messe, per loro e per tutti i loro cari. Che tutti sentano venire sopra di sé l'aiuto della tua grazia, l'abbondanza della consolazione, la protezione dai pericoli, la liberazione dalle pene! Che tutti, liberati da ogni male, ti rendano in letizia grazie solenni. Ancora, e in modo speciale, ti offro preghiere e sacrifici di espiazione per quelli che mi hanno fatto qualche torto, mi hanno cagionato dolore, mi hanno calunniato o recato danno, mi hanno messo in difficoltà; e anche per tutti quelli ai quali io ho dato talora motivo di tristezza e di turbamento, di dolore o di scandalo, con parole o con fatti, consciamente oppure no, affinché tu perdoni parimenti a tutti noi i nostri peccati e le offese vicendevoli. O Signore, strappa dai nostri cuori ogni sospetto, ogni sdegno, ogni collera, ogni contesa e tutto ciò che possa ferire la carità e affievolire l'amore fraterno. Abbi compassione, o Signore, di noi che imploriamo la tua misericordia; concedi la tua grazia a noi che ne abbiamo bisogno; fa che noi siamo fatti degni di godere della tua grazia e che possiamo avanzare verso la vita eterna.


Lettera a Policarpo

Sant'Ignazio di Antiochia - Sant'Ignazio di Antiochia

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Saluto


Ignazio, Teoforo, a Policarpo vescovo della Chiesa di Smirne, o meglio, che ha per vescovo Dio Padre e il Signore nostro Gesù Cristo, molta gioia.

Pietà fondata sulla roccia


I, 1. Lodo la tua pietà in Dio, fondata su una roccia incrollabile, e rendo la massima gloria (al Signore), perché sono stato fatto degno del tuo volto irreprensibile. Potessi goderne in Dio. 2. Ti esorto nella carità che hai a proseguire nel tuo cammino e ad incitare tutti a salvarsi. Dimostra la rettitudine del tuo posto con ogni cura nella carne e nello spirito. Preoccupati dell'unità di cui nulla è più bello. Sopporta tutti, come il Signore sopporta anche te; sostieni tutti nella carità, come già fai. 3. Cura le preghiere che non si interrompano; chiedi una saggezza maggiore di quella che hai; veglia possedendo uno spirito insonne. Parla a ciascuno nel modo conforme a Dio. Sostieni come perfetto atleta le infermità di tutti. Dove maggiore è la fatica, più è il guadagno.

Prudente come un serpente e semplice come una colomba


II, 1. Se ami i discepoli buoni, non hai merito; piuttosto devi vincere con la bontà i più riottosi. Non si cura ogni ferita con uno stesso impiastro. Calma le esacerbazioni (della malattia) con bevande infuse. 2. In ogni cosa sii prudente come un serpente e semplice come la colomba. Per questo sei di carne e di spirito, perché tratti con amabilità quanto appare al tuo sguardo; per ciò che è invisibile prega che ti sia rivelato, perché non manchi di nulla e abbondi di ogni grazia. 3. Il tempo presente esige che tu tenda a Dio, come i naviganti invocano i venti e coloro che sono sbattuti dalla tempesta il porto. Come atleta di Dio sii sobrio; il premio è l'immortalità, la vita eterna in cui tu credi. In tutto sono per te una ricompensa io e le mie catene che tu hai amate.

Il grande atleta incassa i colpi e vince


III, 1. Non ti abbattano coloro che sembrano degni di fede e insegnano l'errore. Sta' fermo come l'incudine sotto i colpi. E' proprio del grande atleta incassare i colpi e vincere. Dobbiamo sopportare ogni cosa per amore di Dio, perché anche lui ci sopporti. 2. Sii più zelante di quello che sei. Discerni i tempi. Aspetta chi è al di sopra del tempo, atemporale, invisibile, per noi (fattosi) visibile, impalpabile, impassibile, per noi (divenuto) passibile, e sopportò ogni cosa.

La libertà dello schiavo


IV, 1. Non siano trascurate le vedove; dopo il Signore sei tu la loro guida. Nulla avvenga senza il tuo parere e tu nulla fare senza Dio, come già fai. Sii forte. 2. Le adunanze siano molto frequenti. Invita tutti per nome. 3. Non disprezzare gli schiavi e le schiave; ma essi non si gonfino, e si sottomettano di più per la gloria di Dio, perché ottengano da lui una libertà migliore. Non cerchino di farsi liberare dalla comunità per non essere schiavi del desiderio.

Ogni cosa per la gloria di Dio


V, 1. Fuggi i mestieri vietati e di più predica contro di essi. Raccomanda alle mie sorelle di amare il Signore e di sostenere i mariti nella carne e nello spirito. Così esorta anche i miei fratelli, nel nome di Gesù Cristo, ad amare le spose come il Signore la Chiesa. 2. Se qualcuno può rimanere nella castità a gloria della carne del Signore, vi rimanga con umiltà. Se se ne vanta è perduto, e se si ritiene più del vescovo si è distrutto. Conviene agli sposi e alle spose di stringere l'unione con il consenso del vescovo, perché le loro nozze avvengano secondo il Signore e non secondo la concupiscenza. Ogni cosa si faccia per l'onore di Dio.

Nessuno sia disertore


VI, 1. State col vescovo perché anche Dio stia con voi. Offro in cambio la vita per quelli che sono sottomessi al vescovo, ai presbiteri e ai diaconi e con loro vorrei essere partecipe in Dio. Unite insieme i vostri sforzi, lottate, correte, soffrite, dormite, svegliatevi come amministratori di Dio, colleghi e servitori. 2. Cercate di piacere a colui sotto il quale militate e ricevete la mercede. Nessuno di voi sia disertore. Il vostro battesimo sia come lo scudo, la fede come elmo, la carità come lancia, la pazienza come vostra armatura. I vostri depositi siano le vostre opere, perché possiate ritirare capitali adeguati. Siate tolleranti nella dolcezza gli uni verso gli altri, come Dio lo è con voi. Possa io gioire sempre di voi.

Il cristiano a servizio di Dio


VII, 1. Poiché la Chiesa di Antiochia nella Siria, per le vostre preghiere, è in pace come mi è stato riferito, sono divenuto più fiducioso nella serenità di Dio, se col patire lo raggiungo per trovarmi nella risurrezione vostro discepolo. 2. Conviene, o Policarpo, ricolmo di ogni felicità divina, che tu raduni un'assemblea gradita a Dio e che elegga uno che amate e sia zelante che potrà ben chiamarsi corriere di Dio, e gli sia affidato di recarsi in Siria per celebrare la vostra carità sempre attiva nella gloria di Dio. 3. Il cristiano non vive per sé, ma è a servizio di Dio. Quest'opera è di Dio, e anche vostra quando l'avrete compiuta. Ho fiducia nella grazia perché siete pronti all'opera buona che concerne Dio. Conoscendo il vostro zelo per la verità, vi ho esortato con poche parole.

Congedo


VIII, 1. Non ho potuto scrivere a tutte le Chiese dovendo imbarcarmi improvvisamente da Troade a Neapolis, come impone l'ordine ricevuto. Scriverai tu alle Chiese (che ti sono) davanti, conoscendo la volontà di Dio, che facciano la stessa cosa, di mandare cioè messaggeri, potendolo, o di spedire lettere a mezzo dei tuoi inviati per essere glorificati con un'opera eterna, come tu ne sei meritevole. 2. Saluto tutti per nome e la donna di Epitropo con tutta la sua casa e quella dei figli. Saluto il mio amato Attalo. Saluto chi sarà ritenuto degno di dover andare in Siria. La grazia sarà sempre con lui e con Policarpo che lo manda. 3. Vi prego di essere forti nel Dio nostro Gesù Cristo e in lui rimanete nell'unità e sotto la vigilanza di Dio. Saluto Alce, nome a me caro. State bene nel Signore.


Temporali estivi

I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco

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Una lunga esperienza, vissuta a contatto intimo con l’anima dei giovani, aveva convinto Don Bosco che spesso le vacanze sono «la vendemmia del diavolo». Questo sogno, fatto a Lanzo nel settembre del 1878, è stato per il santo Educatore una conferma dolorosa.
«Sognai — disse — di trovarmi in un luogo a me sconosciuto, nel quale si estendeva un giardino con accanto un vastissimo prato. In compagnia di alcuni amici, entrai nel giardino e vidi una quantità di agnellini che saltavano, correvano, facevano capriole. Quand’ecco si apre la porta del giardino e la maggior parte degli agnelli si precipita nel prato. Molti però si fermano nel giardino e continuano a brucarne l’erba, anche se non è abbondante come nel prato. Ma improvvisamente il cielo si oscura, lampi sinistri lo solcano, rimbomba cupo il tuono.
— Che cosa avverrà degli agnelli sparsi nel prato? — pensavo tra me —. Facciamoli rientrare nel giardino, che siano al riparo dal temporale.tuono.
Cominciai a chiamarli; poi con i miei compagni cercai di spingerli verso l’entrata del giardino. Ma essi non volevano saperne di rientrare: uno fuggiva da una parte, l’altro scappava dall’altra. Eh, sì, gli agnellini avevano le gambe più svelte delle nostre. Frattanto cominciò a cadere qualche raro gocciolone; poi la pioggia si fece sempre più scrosciante. Visti inutili gli sforzi per far rientrare il gregge, andammo in giardino. Qui vi era una fontana chiusa da un coperchio di marmo, su cui stava scritto a caratteri cubitali: tuono.
Fons Signatus (Fontana sigillata). A un tratto si apre, l’acqua zampilla e sale in alto, dividendosi a formare un arcobaleno, ma a guisa di volta come un porticato. tuono.
I lampi e i tuoni si erano fatti più frequenti; cominciò a cadere la grandine. Tutti ci rifugiammo sotto quella volta meravigliosa e ci trovammo al riparo.tuono.
— Quei poveri agnellini che stanno fuori, come se la passeranno? — mi chiedevo intanto.
Non potendo resistere, uscii fuori noncurante della pioggia, e mi si offrì uno spettacolo desolante. La pioggia e la grandine ave vano ridotto gli agnelli in uno stato così miserando da far pietà:
colpiti in vari modi e violentemente dalla gragnuola, erano stramazzati a terra e, per quanti sforzi facessero, non avevano più forza di rialzarsi e camminare verso il giardino. Intanto era cessato l’uragano.
— Osserva la fronte di quegli agnelli — mi disse la Guida.
Su ciascuna fronte si leggeva il nome di un giovane dell’Oratorio. Mi fu quindi presentato un vaso d’oro con coperchio d’argento. La Guida mi disse:
— Spalma un pò di quell’unguento sulle ferite degli agnelli e ne vedrai l’effetto prodigioso.
Subito mi metto all’opera; ma non appena mi avvicino a uno, esso si trascina via. Vado da un altro, ma anche questo mi scappa. E così tutti quelli che avvicinavo per ungerli e guarirli. Finalmente raggiungo un agnellino più malconcio degli altri, che aveva gli occhi quasi fuori delle orbite. Lo tocco con la mano spalmata del misterioso unguento ed egli all’istante guarisce e torna saltellando nel giardino.
Allora molti altri agnelli, visto ciò, si lasciarono toccare e guarire ed entrarono nel giardino. Ma ne restavano fuori molti e generalmente i più piagati; questi non mi fu possibile avvicinarli.
— Lasciali stare — mi disse la Guida —, vedrai che verranno anche loro.
— Vedremo! — dissi io.
Deposi il vasetto d’oro e ritornai nel giardino. Questo aveva mutato aspetto e portava sull’ingresso la scritta: ORATORIO. Appena entrato, vedo quegli agnelli che non volevano venire, avvicinarsi, entrare di nascosto e accantucciarsi qua e là. Neanche allora potei avvicinarli e guarirli con l’unguento miracoloso. Anzi alcuni che lo ricevettero contro voglia ottennero l’effetto di vedersi le piaghe peggiorate; per essi la medicina si convertiva in veleno.
— Guarda: vedi quello stendardo? — mi disse la Guida.
Mi voltai e vidi sventolare un grande vessillo, sul quale era scritto a caratteri cubitali: VACANZE.
— Questo è l’effetto delle vacanze — mi spiegò la Guida —. I tuoi giovani escono dall’Oratorio con buona volontà di nutrirsi della Parola di Dio e di conservarsi buoni, ma poi sopravviene il temporale, che sono le tentazioni; poi la pioggia, che sono gli assalti del demonio; quindi cade la grandine, ed è quando cadono nella colpa. Alcuni guariscono ancora con la Confessione; ma altri non fanno buon uso di questo sacramento o non lo usano affatto. Abbilo in mente e non stancarti di ripeterlo ai tuoi giovani, che le vacanze sono una gran tempesta per le loro anime.
Stavo ancora curando le piaghe mortali di quegli agnelli, quando un rumore nella camera accanto mi svegliò». È un sogno rivelatore delle sollecitudini assidue, più che paterne, con cui Don Bosco curava l’anima dei suoi giovani al ritorno dalle vacanze. Oggi i mezzi di corruzione sono cresciuti; e se i giovani lasciano l’incontro con Gesù-Pane nella Comunione e con Gesù-Medico nella Confessione, ben difficilmente escono indenni dai pericoli dell’ozio e delle cattive compagnie, propri delle vacanze estive.


IL DONO DELLA PREGHIERA PC–82 2 dicembre 1996

Catalina Rivas

Il Signore

Ritorniamo al tema della preghiera. Io, pietra angolare della vostra anima, faccio avanzare le grazie della vostra preghiera quando è silenziosa e profonda, e un bel giorno, noterete che avete progredito in questa immensa grazia della sapienza nel- l'amare.

La preghiera del Mio amore passa dalla mente al cuore. La vostra immaginazione diminuirà fino a quando non ci saranno che lodi. Da quel momento, abbandonatevi a Me, date lode al Padre e riconoscete che questo progresso nel vostro cammino è una benedizione del Cielo, raggiunto con il vostro impegno e con la vostra devozione a contemplarMi.

Io so che è una sfida abbandonare a Me il controllo di voi stessi, ma non è una perdita per voi, poiché non sarete delusi dal Mio amore, al contrario, questo abbandono sarà ricompensato; il fervore del Mio amore vi ispirerà a dare a Me tutto il resto, fino a che non ci sia più niente da dare, ed anche allora, Io estrarrò ancora da voi.

Con questo dono della preghiera, scoprirete ciò che realmente nutre le vostre anime. La ricerca di questa sorgente diverrà la meta della vostra anima, e il desiderio del Mio amore sarà sufficiente in se stesso per sostenervi. I frutti diverranno evidenti da se stessi. I fiori del deserto fioriranno, quando voi non sciuperete più energia per controllare o per distrarvi dall’attenzione alla Mia Volontà.

La battaglia della mente non è più un vostro interesse, ma il deserto fiorisce perché la sorgente del nutrimento viene dai cieli, bagna e arricchisce la terra per produrre una stagione feconda, e il rendimento accresciuto sarà raccolto con amore.

La lotta per il successo non vi preoccuperà più, perché sarete pronti ad aprirvi come un fiore per ricevere il Mio amore Misericordioso e la meravigliosa compassione delle grazie di guarigione. L’impegno del vostro cuore in preghiera verso Me, vi ridarà forza, e ogni delusione che potrebbe esserci lì nascosta se ne andrà.

Una volta che quotidianamente Mi avrete incontrato nel piccolo ritiro del vostro cuore, dovrete sforzarvi per cercare sempre l’umiltà. Dovete essere trasformati in una persona nuova; avete bisogno di essere modellati, formati, consumati, fusi, provati e trattati numerose volte, in modo da perdere il vostro tempo, poiché il tempo sarà il Mio tempo.

Voi non potete comprendere, non potete sapere quanto sia saggio ostacolare i vostri desideri e i vostri stessi interessi. Se foste impegnati veramente a camminare sul sentiero della libertà per ricevere la corona di gloria, preferireste ciò che è conforme alle Mie vie e ai Miei desideri piuttosto che ai vostri... Dovrete talvolta obbedire ad altri, seguendo e partecipando a situazioni che sono per voi sgradevoli. Ricordatevi: Io sono in tutto, lavoro attraverso ogni cosa e attraverso ognuno. Se i vostri desideri e i vostri pensieri sono in accordo con i Miei desideri, allora voi dovrete sopportare pazientemente e umilmente la purificazione e il rinnovamento del vostro spirito verso la perfezione e l’unione fissa con Me. Quando raggiungerete, lungo il cammino, le numerose montagne dalle belle e verdi foreste, non andate avanti, ma vegliate piuttosto che la vostra volontà si faccia umile, offrendomela, posto che queste ascensioni sono l’anticipazione di prove ulteriori. Eccomi a modellare, a purificare, fino a quando la Creatura non abbia raggiunto il più alto livello di preghiera profonda nella contemplazione perfetta dell’unione con Me.

Molte cose vengono a disturbarvi quando la vostra attenzione è lontana da Me, quando siete ebbri dei desideri materiali preferiti. Fissate il vostro sguardo sul vostro Maestro e prendete giorno per giorno una persona che di volta in volta incontrate e alla quale dimostrerete il vostro amore. Se l’amore non può manifestarsi o esprimersi nella sincerità e nella semplicità, come potrà il vostro amore irradiarsi su più persone alla volta? Cominciate dapprima con voi stessi. Fate uno sforzo per cambiare il vostro comportamento interiore, e lavorate continuamente ad essere gentili e aperti verso ogni persona, e così, eventualmente, il vostro carisma rifletterà la vostra vera pace.

Riservatevi dei momenti di solitudine per cercare Me, meditate un passaggio del Vangelo, una frase di una preghiera, qualcosa che ripeterete durante tutto il giorno nel vostro interno. Un Santo, Francesco Saverio, abbandonò il mondo per l’impressione che fece su di lui il passo evangelico di Matteo 16, 26.