Liturgia delle Ore - Letture
Sabato della 2° settimana del tempo di Avvento (Santa Lucia)
Vangelo secondo Luca 9
1Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie.2E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi.3Disse loro: "Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno.4In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino.5Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi".6Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.
7Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: "Giovanni è risuscitato dai morti",8altri: "È apparso Elia", e altri ancora: "È risorto uno degli antichi profeti".9Ma Erode diceva: "Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?". E cercava di vederlo.
10Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò verso una città chiamata Betsàida.11Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure.12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: "Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta".13Gesù disse loro: "Dategli voi stessi da mangiare". Ma essi risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente".14C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: "Fateli sedere per gruppi di cinquanta".15Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti.16Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché lo distribuissero alla folla.17Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.
18Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: "Chi sono io secondo la gente?".19Essi risposero: "Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto".20Allora domandò: "Ma voi chi dite che io sia?". Pietro, prendendo la parola, rispose: "Il Cristo di Dio".21Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.
22"Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno".
23Poi, a tutti, diceva: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
24Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.25Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?
26Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi.
27In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio".
28Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.29E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.30Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia,31apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme.32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quel che diceva.34Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura.35E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo".36Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
37Il giorno seguente, quando furon discesi dal monte, una gran folla gli venne incontro.38A un tratto dalla folla un uomo si mise a gridare: "Maestro, ti prego di volgere lo sguardo a mio figlio, perché è l'unico che ho.39Ecco, uno spirito lo afferra e subito egli grida, lo scuote ed egli da' schiuma e solo a fatica se ne allontana lasciandolo sfinito.40Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti".41Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conducimi qui tuo figlio".42Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò per terra agitandolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito immondo, risanò il fanciullo e lo consegnò a suo padre.43E tutti furono stupiti per la grandezza di Dio.
Mentre tutti erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli:44"Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini".45Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.
46Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande.47Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse:48"Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande".
49Giovanni prese la parola dicendo: "Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci".50Ma Gesù gli rispose: "Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi".
51Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme52e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui.53Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme.54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: "Signore, vuoi che diciamo che 'scenda un fuoco dal cielo e li consumi'?".55Ma Gesù si voltò e li rimproverò.56E si avviarono verso un altro villaggio.
57Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada".58Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo".59A un altro disse: "Seguimi". E costui rispose: "Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre".60Gesù replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e annunzia il regno di Dio".61Un altro disse: "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa".62Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio".
Primo libro dei Re 8
1A questo punto Salomone convocò in assemblea a Gerusalemme gli anziani di Israele, tutti i capitribù, i principi dei casati degli Israeliti, per trasportare l'arca dell'alleanza del Signore dalla città di Davide, cioè da Sion.2Tutto Israele si radunò presso il re Salomone per la festa, nel mese di Etanim, cioè il settimo mese.3Presenti tutti gli anziani di Israele, l'arca del Signore fu sollevata e i sacerdoti e i leviti la trasportarono4con la tenda del convegno e con tutti gli arredi sacri che erano nella tenda.5Il re Salomone e tutta la comunità di Israele, convenuta presso di lui, immolavano davanti all'arca pecore e buoi che non si contavano né si calcolavano.6I sacerdoti introdussero l'arca dell'alleanza del Signore al suo posto nella cella del tempio, cioè nel Santo dei santi, sotto le ali dei cherubini.7Difatti i cherubini stendevano le ali sopra l'arca; essi coprivano l'arca e le sue stanghe dall'alto.8Le stanghe erano più lunghe, per questo le loro punte si vedevano dal Santo di fronte alla cella, ma non si vedevano di fuori; tali cose ci sono fino ad oggi.9Nell'arca non c'era nulla se non le due tavole di pietra, che vi aveva deposte Mosè sull'Oreb, cioè le tavole dell'alleanza conclusa dal Signore con gli Israeliti quando uscirono dal paese d'Egitto.
10Appena i sacerdoti furono usciti dal santuario, la nuvola riempì il tempio11e i sacerdoti non poterono rimanervi per compiere il servizio a causa della nube, perché la gloria del Signore riempiva il tempio.12Allora Salomone disse:
"Il Signore ha deciso di abitare sulla nube.
13Io ti ho costruito una casa potente,
un luogo per la tua dimora perenne".
14Il re si voltò e benedisse tutta l'assemblea di Israele, mentre tutti i presenti stavano in piedi.15Salomone disse: "Benedetto il Signore, Dio di Israele, che ha adempiuto con potenza quanto aveva promesso con la sua bocca a Davide mio padre:16Da quando ho fatto uscire Israele mio popolo dall'Egitto, io non mi sono scelto una città fra tutte le tribù di Israele perché mi si costruisse una casa, ove abitasse il mio nome; ora mi sono scelto Gerusalemme perché vi dimori il mio nome e mi sono scelto Davide perché sia capo del popolo di Israele.17Davide mio padre aveva deciso di costruire un tempio al nome del Signore, Dio di Israele,18ma il Signore gli disse: Tu hai pensato di edificare un tempio al mio nome; hai fatto bene a formulare tale progetto.19Non tu costruirai il tempio, ma il figlio che uscirà dai tuoi fianchi, lui costruirà un tempio al mio nome.20Il Signore ha attuato la parola che aveva pronunziata; io ho preso il posto di Davide mio padre, mi sono seduto sul trono di Israele, come aveva preannunziato il Signore, e ho costruito il tempio al nome del Signore, Dio di Israele.21In esso ho fissato un posto per l'arca, dove c'è l'alleanza che il Signore aveva conclusa con i nostri padri quando li fece uscire dal paese di Egitto".
22Poi Salomone si pose davanti all'altare del Signore, di fronte a tutta l'assemblea di Israele, e, stese le mani verso il cielo,23disse: "Signore, Dio di Israele, non c'è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l'alleanza e la misericordia con i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il cuore.24Tu hai mantenuto nei riguardi del tuo servo Davide mio padre quanto gli avevi promesso; quanto avevi detto con la bocca l'hai adempiuto con potenza, come appare oggi.25Ora, Signore Dio di Israele, mantieni al tuo servo Davide mio padre quanto gli hai promesso: Non ti mancherà un discendente che stia davanti a me e sieda sul trono di Israele, purché i tuoi figli veglino sulla loro condotta camminando davanti a me come vi hai camminato tu.26Ora, Signore Dio di Israele, si adempia la parola che tu hai rivolta a Davide mio padre.
27Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruita!28Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore mio Dio; ascolta il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te!29Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: Lì sarà il mio nome! Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo.
30Ascolta la supplica del tuo servo e di Israele tuo popolo, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali dal luogo della tua dimora, dal cielo; ascolta e perdona.
31Se uno pecca contro il suo fratello e, perché gli è imposto un giuramento di imprecazione, viene a giurare davanti al tuo altare in questo tempio,32tu ascoltalo dal cielo, intervieni e fa' giustizia con i tuoi servi; condanna l'empio, facendogli ricadere sul capo la sua condotta, e dichiara giusto l'innocente rendendogli quanto merita la sua innocenza.
33Quando il tuo popolo Israele sarà sconfitto di fronte al nemico perché ha peccato contro di te, se si rivolge a te, se loda il tuo nome, se ti prega e ti supplica in questo tempio,34tu ascolta dal cielo, perdona il peccato di Israele tuo popolo e fallo tornare nel paese che hai dato ai suoi padri.
35Quando si chiuderà il cielo e non ci sarà pioggia perché hanno peccato contro di te, se ti pregano in questo luogo, se lodano il tuo nome e si convertono dal loro peccato perché tu li hai umiliati,36tu ascolta dal cielo e perdona il peccato dei tuoi servi e di Israele tuo popolo, ai quali indicherai la strada buona su cui camminare, e concedi la pioggia alla terra che hai dato in eredità al tuo popolo.
37Quando nella regione ci sarà carestia o peste, carbonchio o ruggine, invasione di locuste o di bruchi; quando il nemico assedierà il tuo popolo in qualcuna delle sue porte o quando scoppierà un'epidemia o un flagello qualsiasi;38se uno qualunque oppure tutto Israele tuo popolo, dopo avere provato il rimorso nel cuore, ti prega o supplica con le mani tese verso questo tempio,39tu ascoltalo dal cielo, luogo della tua dimora, perdona, intervieni e rendi a ognuno secondo la sua condotta, tu che conosci il suo cuore - tu solo conosci il cuore di tutti i figli degli uomini -40perché ti temano durante tutti i giorni della loro vita nel paese che hai dato ai nostri padri.
41Anche lo straniero, che non appartiene a Israele tuo popolo, se viene da un paese lontano a causa del tuo nome42perché si sarà sentito parlare del tuo grande nome, della tua mano potente e del tuo braccio teso, se egli viene a pregare in questo tempio,43tu ascoltalo dal cielo, luogo della tua dimora, e soddisfa tutte le richieste dello straniero, perché tutti i popoli della terra conoscano il tuo nome, ti temano come Israele tuo popolo e sappiano che al tuo nome è stato dedicato questo tempio che io ho costruito.
44Quando il tuo popolo uscirà in guerra contro il suo nemico, seguendo le vie in cui l'avrai indirizzato, se ti pregheranno rivolti verso la città che ti sei scelta e verso il tempio che io ho costruito al tuo nome,45ascolta dal cielo la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia.
46Quando peccheranno contro di te, poiché non c'è nessuno che non pecchi, e tu, adirato contro di loro, li consegnerai a un nemico e i loro conquistatori li deporteranno in un paese ostile, lontano o vicino,47se nel paese in cui saranno deportati rientreranno in se stessi e faranno ritorno a te supplicandoti nel paese della loro prigionia, dicendo: Abbiamo peccato, abbiamo agito da malvagi e da empi,48se torneranno a te con tutto il cuore e con tutta l'anima nel paese dei nemici che li avranno deportati, e ti supplicheranno rivolti verso il paese che tu hai dato ai loro padri, verso la città che ti sei scelta e verso il tempio che io ho costruito al tuo nome,49tu ascolta dal cielo, luogo della tua dimora, la loro preghiera e la loro supplica e rendi loro giustizia.50Perdona al tuo popolo, che ha peccato contro di te, tutte le ribellioni di cui si è reso colpevole verso di te, fa' che i suoi deportatori gli usino misericordia,51perché si tratta del tuo popolo e della tua eredità, di coloro che hai fatto uscire dall'Egitto, da una fornace per fondere il ferro.
52Siano attenti i tuoi occhi alla preghiera del tuo servo e del tuo popolo Israele e ascoltali in quanto ti chiedono,53perché tu li hai separati da tutti i popoli del paese come tua proprietà secondo quanto avevi dichiarato per mezzo di Mosè tuo servo, mentre facevi uscire, o Signore, i nostri padri dall'Egitto".
54Quando Salomone ebbe finito di rivolgere al Signore questa preghiera e questa supplica, si alzò davanti all'altare del Signore, dove era inginocchiato con le palme tese verso il cielo,55si mise in piedi e benedisse tutta l'assemblea di Israele, a voce alta:56"Benedetto il Signore, che ha concesso tranquillità a Israele suo popolo, secondo la sua parola. Non è venuta meno neppure una delle parole buone che aveva pronunziate per mezzo di Mosè suo servo.57Il Signore nostro Dio sia con noi come è stato con i nostri padri; non ci abbandoni e non ci respinga,58ma volga piuttosto i nostri cuori verso di lui, perché seguiamo tutte le sue vie e osserviamo i comandi, gli statuti e i decreti che ha imposti ai nostri padri.59Queste parole, usate da me per supplicare il Signore, siano presenti davanti al Signore nostro Dio, giorno e notte, perché renda giustizia al suo servo e a Israele suo popolo secondo le necessità di ogni giorno.60Allora tutti i popoli della terra sapranno che il Signore è Dio e che non ce n'è altri.61Il vostro cuore sarà tutto dedito al Signore nostro Dio, perché cammini secondo i suoi decreti e osservi i suoi comandi, come avviene oggi".
62Il re e tutto Israele offrirono un sacrificio davanti al Signore.63Salomone immolò al Signore, in sacrificio di comunione, ventiduemila buoi e centoventimila pecore; così il re e tutti gli Israeliti dedicarono il tempio al Signore.64In quel giorno il re consacrò il centro del cortile di fronte al tempio del Signore; infatti ivi offrì l'olocausto, l'oblazione e il grasso dei sacrifici di comunione, perché l'altare di bronzo, che era davanti al Signore, era troppo piccolo per contenere l'olocausto, l'oblazione e il grasso dei sacrifici di comunione.
65In quell'occasione Salomone celebrò la festa davanti al Signore nostro Dio per sette giorni: tutto Israele, dall'ingresso di Amat al torrente d'Egitto, un'assemblea molto grande, era con lui.66Nel giorno ottavo congedò il popolo. I convenuti, salutato il re, tornarono alle loro case, contenti e con la gioia nel cuore per tutto il bene concesso dal Signore a Davide suo servo e a Israele suo popolo.
Proverbi 7
1Figlio mio, custodisci le mie parole
e fa' tesoro dei miei precetti.
2Osserva i miei precetti e vivrai,
il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi.
3Lègali alle tue dita,
scrivili sulla tavola del tuo cuore.
4Di' alla sapienza: "Tu sei mia sorella",
e chiama amica l'intelligenza,
5perché ti preservi dalla donna forestiera,
dalla straniera che ha parole di lusinga.
6Mentre dalla finestra della mia casa
stavo osservando dietro le grate,
7ecco vidi fra gli inesperti,
scorsi fra i giovani un dissennato.
8Passava per la piazza, accanto all'angolo della straniera,
e s'incamminava verso la casa di lei,
9all'imbrunire, al declinare del giorno,
all'apparir della notte e del buio.
10Ecco farglisi incontro una donna,
in vesti di prostituta e la dissimulazione nel cuore.
11Essa è audace e insolente,
non sa tenere i piedi in casa sua.
12Ora è per la strada, ora per le piazze,
ad ogni angolo sta in agguato.
13Lo afferra, lo bacia
e con sfacciataggine gli dice:
14"Dovevo offrire sacrifici di comunione;
oggi ho sciolto i miei voti;
15per questo sono uscita incontro a te
per cercarti e ti ho trovato.
16Ho messo coperte soffici sul mio letto,
tela fine d'Egitto;
17ho profumato il mio giaciglio di mirra,
di aloè e di cinnamòmo.
18Vieni, inebriamoci d'amore fino al mattino,
godiamoci insieme amorosi piaceri,
19poiché mio marito non è in casa,
è partito per un lungo viaggio,
20ha portato con sé il sacchetto del denaro,
tornerà a casa il giorno del plenilunio".
21Lo lusinga con tante moine,
lo seduce con labbra lascive;
22egli incauto la segue,
come un bue va al macello;
come un cervo preso al laccio,
23finché una freccia non gli lacera il fegato;
come un uccello che si precipita nella rete
e non sa che è in pericolo la sua vita.
24Ora, figlio mio, ascoltami,
fa' attenzione alle parole della mia bocca.
25Il tuo cuore non si volga verso le sue vie,
non aggirarti per i suoi sentieri,
26perché molti ne ha fatti cadere trafitti
ed erano vigorose tutte le sue vittime.
27La sua casa è la strada per gli inferi,
che scende nelle camere della morte.
Salmi 37
1'Di Davide.'
Alef. Non adirarti contro gli empi
non invidiare i malfattori.
2Come fieno presto appassiranno,
cadranno come erba del prato.
3Bet. Confida nel Signore e fa' il bene;
abita la terra e vivi con fede.
4Cerca la gioia del Signore,
esaudirà i desideri del tuo cuore.
5Ghimel. Manifesta al Signore la tua via,
confida in lui: compirà la sua opera;
6farà brillare come luce la tua giustizia,
come il meriggio il tuo diritto.
7Dalet. Sta' in silenzio davanti al Signore e spera in lui;
non irritarti per chi ha successo,
per l'uomo che trama insidie.
8He. Desisti dall'ira e deponi lo sdegno,
non irritarti: faresti del male,
9poiché i malvagi saranno sterminati,
ma chi spera nel Signore possederà la terra.
10Vau. Ancora un poco e l'empio scompare,
cerchi il suo posto e più non lo trovi.
11I miti invece possederanno la terra
e godranno di una grande pace.
12Zain. L'empio trama contro il giusto,
contro di lui digrigna i denti.
13Ma il Signore ride dell'empio,
perché vede arrivare il suo giorno.
14Het. Gli empi sfoderano la spada
e tendono l'arco
per abbattere il misero e l'indigente,
per uccidere chi cammina sulla retta via.
15La loro spada raggiungerà il loro cuore
e i loro archi si spezzeranno.
16Tet. Il poco del giusto è cosa migliore
dell'abbondanza degli empi;
17perché le braccia degli empi saranno spezzate,
ma il Signore è il sostegno dei giusti.
18Iod. Conosce il Signore la vita dei buoni,
la loro eredità durerà per sempre.
19Non saranno confusi nel tempo della sventura
e nei giorni della fame saranno saziati.
20Caf. Poiché gli empi periranno,
i nemici del Signore appassiranno
come lo splendore dei prati,
tutti come fumo svaniranno.
21Lamed. L'empio prende in prestito e non restituisce,
ma il giusto ha compassione e dà in dono.
22Chi è benedetto da Dio possederà la terra,
ma chi è maledetto sarà sterminato.
23Mem. Il Signore fa sicuri i passi dell'uomo
e segue con amore il suo cammino.
24Se cade, non rimane a terra,
perché il Signore lo tiene per mano.
25Nun. Sono stato fanciullo e ora sono vecchio,
non ho mai visto il giusto abbandonato
né i suoi figli mendicare il pane.
26Egli ha sempre compassione e dà in prestito,
per questo la sua stirpe è benedetta.
27Samech. Sta' lontano dal male e fa' il bene,
e avrai sempre una casa.
28Perché il Signore ama la giustizia
e non abbandona i suoi fedeli;
Ain. gli empi saranno distrutti per sempre
e la loro stirpe sarà sterminata.
29I giusti possederanno la terra
e la abiteranno per sempre.
30Pe. La bocca del giusto proclama la sapienza,
e la sua lingua esprime la giustizia;
31la legge del suo Dio è nel suo cuore,
i suoi passi non vacilleranno.
32L'empio spia il giusto
e cerca di farlo morire.
33Il Signore non lo abbandona alla sua mano,
nel giudizio non lo lascia condannare.
34Kof. Spera nel Signore e segui la sua via:
ti esalterà e tu possederai la terra
e vedrai lo sterminio degli empi.
35Res. Ho visto l'empio trionfante
ergersi come cedro rigoglioso;
36sono passato e più non c'era,
l'ho cercato e più non si è trovato.
37Sin. Osserva il giusto e vedi l'uomo retto,
l'uomo di pace avrà una discendenza.
38Ma tutti i peccatori saranno distrutti,
la discendenza degli empi sarà sterminata.
39Tau. La salvezza dei giusti viene dal Signore,
nel tempo dell'angoscia è loro difesa;
40il Signore viene in loro aiuto e li scampa,
li libera dagli empi e dà loro salvezza,
perché in lui si sono rifugiati.
Ezechiele 24
1Il dieci del decimo mese, dell'anno nono, mi fu rivolta questa parola del Signore:2"Figlio dell'uomo, metti per iscritto la data di oggi, di questo giorno, perché proprio oggi il re di Babilonia punta contro Gerusalemme.3Proponi una parabola a questa genìa di ribelli dicendo loro: Così dice il Signore Dio:
Metti su la pentola,
mettila e versavi acqua.
4Mettici dentro i pezzi di carne,
tutti i pezzi buoni, la coscia e la spalla,
e riempila di ossi scelti;
5prendi il meglio del gregge.
Mettici sotto la legna e falla bollire molto,
sì che si cuociano dentro anche gli ossi.
6Poiché dice il Signore Dio:
Guai alla città sanguinaria,
alla pentola arrugginita,
da cui non si stacca la ruggine!
Vuotala pezzo per pezzo, senza fare le parti,
7poiché il suo sangue è dentro,
lo ha versato sulla nuda roccia,
non l'ha sparso in terra per ricoprirlo di polvere.
8Per provocare la mia collera,
per farne vendetta,
ha posto il suo sangue
sulla nuda roccia, senza ricoprirlo.
9Perciò dice il Signore Dio:
Guai alla città sanguinaria!
Anch'io farò grande il rogo.
10Ammassa la legna,
fa' divampare il fuoco,
fa' consumare la carne,
riducila in poltiglia
e le ossa siano riarse.
11Vuota la pentola sulla brace,
perché si riscaldi
e il rame si arroventi;
si distrugga la sozzura che c'è dentro
e si consumi la sua ruggine.
12Quanta fatica!
Ma l'abbondante sua ruggine non si stacca,
non scompare da essa neppure con il fuoco.
13La tua immondezza è esecrabile: ho cercato di purificarti, ma tu non ti sei lasciata purificare. Perciò dalla tua immondezza non sarai purificata finché non avrò sfogato su di te la mia collera.14Io, il Signore, ho parlato! Questo avverrà, lo compirò senza revoca; non avrò né pietà, né compassione. Ti giudicherò secondo la tua condotta e i tuoi misfatti". Oracolo del Signore Dio.
15Mi fu rivolta questa parola del Signore:16"Figlio dell'uomo ecco, io ti tolgo all'improvviso colei che è la delizia dei tuoi occhi: ma tu non fare il lamento, non piangere, non versare una lacrima.17Sospira in silenzio e non fare il lutto dei morti: avvolgiti il capo con il turbante, mettiti i sandali ai piedi, non ti velare fino alla bocca, non mangiare il pane del lutto".
18La mattina avevo parlato al popolo e la sera mia moglie morì. La mattina dopo feci come mi era stato comandato19e la gente mi domandava: "Non vuoi spiegarci che cosa significa quello che tu fai?".20Io risposi: "Il Signore mi ha parlato:21Annunzia agli Israeliti: Così dice il Signore Dio: Ecco, io faccio profanare il mio santuario, orgoglio della vostra forza, delizia dei vostri occhi e amore delle vostre anime. I figli e le figlie che avete lasciato cadranno di spada.22Voi farete come ho fatto io: non vi velerete fino alla bocca, non mangerete il pane del lutto.23Avrete i vostri turbanti in capo e i sandali ai piedi: non farete il lamento e non piangerete: ma vi consumerete per le vostre iniquità e gemerete l'uno con l'altro.24Ezechiele sarà per voi un segno: quando ciò avverrà, voi farete in tutto come ha fatto lui e saprete che io sono il Signore.25Tu, figlio dell'uomo, il giorno in cui toglierò loro la loro fortezza, la gioia della loro gloria, l'amore dei loro occhi, la brama delle loro anime, i loro figli e le loro figlie,26allora verrà a te un profugo per dartene notizia.27In quel giorno la tua bocca si aprirà per parlare con il profugo, parlerai e non sarai più muto e sarai per loro un segno: essi sapranno che io sono il Signore".
Prima lettera ai Corinzi 2
1Anch'io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza.2Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso.3Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione;4e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza,5perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
6Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla;7parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria.8Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.9Sta scritto infatti:
'Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
queste ha preparato Dio per coloro che lo amano'.
10Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio.11Chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio.12Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato.13Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali.14L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito.15L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno.
16'Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore
in modo da poterlo dirigere'?
Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.
Capitolo XII: I vantaggi delle avversità
Leggilo nella Biblioteca1. E' bene per noi che incontriamo talvolta difficoltà e contrarietà; queste, infatti, richiamano l'uomo a se stesso, nel profondo, fino a che comprenda che quaggiù egli è in esilio e che la sua speranza non va riposta in alcuna cosa di questo mondo. E' bene che talvolta soffriamo contraddizione e che la gente ci giudichi male e ingiustamente, anche se le nostre azioni e le nostre intenzioni sono buone. Tutto ciò suol favorire l'umiltà, e ci preserva dalla vanagloria. Invero, proprio quando la gente attorno a noi ci offende e ci scredita, noi aneliamo con maggior forza al testimone interiore, Iddio.
2. Dovremmo piantare noi stessi così saldamente in Dio, da non avere necessità alcuna di andar cercando tanti conforti umani. Quando un uomo di buona volontà soffre tribolazioni e tentazioni, o è afflitto da pensieri malvagi, allora egli sente di aver maggior bisogno di Dio, e di non poter fare nulla di bene senza di lui. E si rattrista e piange e prega, per il male che soffre; gli viene a noia che la vita continui; e spera che sopraggiunga la morte (2 Cor 1,8), così da poter scomparire e dimorare in Cristo (Fil 1,23). Allora egli capisce che nel mondo non può esserci completa serenità e piena pace.
DISCORSO 384 SULLA TRINITÀ, SIA SUL VECCHIO E NUOVO TESTAMENTO CONTRO GLI ARIANI.
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaChi è Dio.
1. 1. Incessantemente, ogni giorno ci viene letta la santa parola di Dio per la salvezza e il nutrimento della nostra anima; di questo nutrimento saremo saziati alla mensa eterna nella vita futura, come dice il profeta: Sarò saziato al manifestarsi della tua gloria 1. Noi possiamo inneggiare alla gloria che ci attende, ai beni che l'arricchiranno, allo splendore di cui brillerà, ma non siamo in grado di esprimere tutto questo a parole. Ce ne spiega il motivo Paolo che scrive: Quelle cose che occhio non vide né orecchio udì né mai entrarono in cuore d'uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano 2. Tanti e tali eterni doni celesti il Signore onnipotente ha preparato ai suoi santi popoli fedeli di tutto il mondo; ma chi è Dio stesso che li ha disposti per noi? Di lui diciamo solo che non lo sappiamo misurare né esprimere né comprendere, che è al di là di tutto, al di fuori, al di sopra. Supera ogni sua creatura, è al di là delle sue opere, sta al di sopra di tutto. Potrei cercare di esprimere la sua grandezza, ma lui è più grande, la sua bellezza, ma lui è più bello. Egli è più dolce di ogni dolcezza, più fulgido di ogni splendore, più giusto di ogni giustizia, più forte di ogni fortezza, più mite di ogni mitezza. La ragione non ammette che la creatura si pretenda uguale al suo Creatore né che l'opera prodotta sia posta al pari di Colui che l'ha prodotta. Così appunto leggiamo nel profeta: Egli sorpassa in potenza le cose potenti che ha fatto, sorpassa in bellezza le cose belle di cui è l'autore 3.
Trinità è l'unico Dio e il Dio unico è Trinità.
2. 2. Noi celebriamo l'eccelsa grandezza del Dio unico; in quanto però non siamo Giudei, ma Cristiani, riconosciamo insieme il mistero della sua Trinità divina. Come è onnipotente e ineffabile il Padre così è onnipotente e infinito il Figlio, e parimenti anche lo Spirito Santo che è unito inscindibilmente al Padre e al Figlio, è ineffabile e immenso. Padre e Figlio e Spirito Santo, unico Dio onnipotente, uno nella trinità, uno nella potenza; unità, trinità, eterna maestà, unica potenza sopra tutte le cose, egli è trinità nell'unità e unità nella trinità, senza che nella trinità si possano fare divisioni o nell'unità introdurre separazioni. Fondati su questa fede cattolica, nostra difesa e nostra forza, rivolgiamoci, carissimi, agli infami eretici ariani che sono empiamente molto impegnati nei nostri giorni e tentano e ingannano molti nostri fedeli, cercando di sedurli. Noi chiediamo loro come possano pregare il Signore se si sono posti contro di lui con le loro idee. Essi ci rispondono che pregano senz'altro Dio nella sua Trinità, ma nel modo che è scritto: il Padre come maggiore, il Figlio come minore e lo Spirito Santo al di sotto, perché lo stesso Cristo ha dichiarato: Il Padre è maggiore di me 4.
3. 2. Rispondiamo loro che se onorano Dio pregandolo in quel modo, che dichiarano corrispondere a quanto è scritto, essi non onorano, non pregano l'unico grande Dio, ma fanno di lui tre divinità; e chiediamo loro dove hanno posto il comando della legge divina: Ascolta Israele: Dio, il Signore tuo Dio, è un solo Dio. E parimenti altrove ci viene detto: Adorerai il Signore tuo Dio, e lui solo servirai 5. Se invece è diverso il Padre, diverso il Figlio, diverso lo Spirito Santo, non v'è più l'unica trinità, la potenza divina è divisa. Ma una potenza divisa in se stessa non può reggersi, secondo quanto leggiamo nel Vangelo: Ogni casa e ogni regno discorde non può reggersi 6. Come non si può separare dalla luce il suo splendore, dal sole il suo calore, così non si può introdurre una separazione nella divinità. Se consideriamo il sole, ne possiamo individuare tre componenti inseparabili: movimento, splendore, calore; infatti lo vediamo in movimento nel cielo, fonte di luce e di calore. Ma io invito l'ariano a separare, se gli riesce, il sole da queste componenti: allo stesso modo riuscirà a separare la Trinità. Ma se ragionare sul sole, su quello che di esso distinguiamo con la vista, può forse riuscire difficile, perché è lontano, nel cielo, proponiamo un altro elemento del creato che non ha la grandezza del sole, ed è qui sulla terra tra noi: mi riferisco al fuoco che abbiamo alla mano e che però non è divisibile. Anche il fuoco non può essere diviso, pur avendo le tre componenti di movimento, luce, calore. Mi rivolgo ancora dunque a te, infame eretico, chiedendoti come puoi pretendere di separare Dio che è il creatore di tutte le cose, se non riesci a separare il sole o il fuoco che sono sue creature.
Testimonianze delle Scritture. Encomio della fede cattolica.
4. 3. Se poi presti ascolto, puoi apprendere che fin dall'inizio del genere umano fu rivelata la grande e unica Trinità. Ce la rivelano la Legge e i Profeti, i Salmi e il Vangelo, afferma con chiarezza l'Apostolo. Ascolta la Genesi: Dio creò l'uomo a immagine di Dio 7. E per mostrare inseparabile la Trinità, dice lo stesso libro: E lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque 8. Il profeta poi, parlando in persona di Cristo, dice: Lo Spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri 9. E ancora, nei Salmi: Dal Verbo del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca venne tutta la loro potenza 10; e in un altro Salmo: Ridonami la gioia di essere salvato e sostienimi con lo Spirito sovrano 11. Ascolta poi il Vangelo che dà conferma di questo là dove Cristo Signore dice agli Apostoli: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate e ammaestrate tutte le nazioni battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo 12. E ascolta l'Apostolo: O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e investigabili le sue vie. Infatti chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio? Poiché da lui e per lui e in lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli 13. Dunque l'Antico e il Nuovo Testamento confermano pienamente e chiaramente come l'unità di Dio è Trinità inscindibile. Noi quindi non prendiamoci cura degli eretici, seguendo l'invito dell'Apostolo: Dopo averlo ammonito una volta, schiva chi è eretico 14, e dedichiamoci a rafforzare nella fede cattolica il nostro popolo fedele. Non vi sono ricchezze o tesori o onori che siano più grandi della fede cattolica, nessun bene di questo mondo la supera; essa salva i peccatori, illumina i ciechi, guarisce i malati, battezza i catecumeni, giustifica i fedeli; per essa i penitenti riparano le loro colpe, i giusti crescono spiritualmente, i martiri ricevono la corona; essa protegge il casto pudore delle vergini, delle vedove, degli sposati; per essa i sacerdoti ricevono l'Ordine; essa prepara ai regni celesti nella eredità eterna e crea comunione con i santi Angeli. Lo conferma il Signore stesso con la sua promessa: Alla risurrezione non si prende né moglie né marito, ma si è come gli Angeli di Dio 15. Per Cristo nostro Signore.
1 - Sal 16, 15.
2 - 1 Cor 2, 9.
3 - Sap 13, 3.
4 - Gv 14, 28.
5 - Dt 6, 4. 5. 13.
6 - Mt 12, 25.
7 - Cf. Gn 1, 26. 27.
8 - Gn 1, 2.
9 - Is 61, 1.
10 - Sal 32, 6.
11 - Sal 50, 14.
12 - Mt 28, 18-19.
13 - Rm 11, 33-36.
14 - Tt 3, 10.
15 - Mt 22, 30.
Bolla di canonizzazione di Santa Chiara vergine
Opera Omnia - Santa Chiara d'Assisi
Leggilo nella Biblioteca
[3280] Alessandro vescovo, servo dei servi di Dio, a tutti i venerabili fratelli arcivescovi e vescovi, salute e apostolica benedizione.
[3281] 1. Chiara luminosa per chiari meriti, risplende in cielo per chiarità di gloria e in terra rifulge dello splendore di miracoli sublimi. Brilla, quaggiù in terra, l’austero ed alto Ordine fondato da Chiara, e lassù nel cielo irradia splendore la grandezza del premio eterno; e la sua potenza abbaglia i mortali per miracoli meravigliosi.
A questa Chiara si intitolò in terra il privilegio della più rigida povertà; a lei in cielo è dato in ricompensa un inestimabile profluvio di tesori ed è tributata dai credenti universale devozione ed immenso onore.
La pienezza della luce divina rende luminosa Chiara in cielo; le stupende meraviglie dei prodigi da lei operati la fanno risplendere quaggiù al popolo cristiano.
[3282] 2. O Chiara, dotata di tali e tante prerogative di chiarezza! Sei stata, invero, chiara prima della tua conversione, più chiara nel tuo cambiamento di vita, luminosa nella tua vita claustrale, splendente infine di luce vivissima dopo il corso della presente esistenza!
Da Chiara spuntò per il mondo un chiaro specchio di esempio; nel gaudio del cielo ella porge il fragrante giglio della verginità, e in terra si sperimenta in modo evidente il soccorso della sua protezione.
[3283] 3. O meravigliosa e beata chiarezza di Chiara! Quanto maggiore è l’amore e la cura con cui si indaga questa luminosità nei singoli fatti particolari, tanto più luminosa la si riscontra in ciascuno!
Ella veramente rifulse mentre viveva nel mondo, ma più vivida risplendette nella vita religiosa; brillò come raggio nella sua casa paterna, ma nel chiostro irradiò come un sole. Scintillò in vita, ma dopo morte splende radiosa fu chiara in terra, ma in cielo rifulge di immenso chiarore.
[3284] 4. Quanto vivida è la potenza di questa luce e quanto forte è il chiarore di questa fonte luminosa!
Invero, questa luce si teneva chiusa nel nascondimento della vita claustrale, e fuori irradiava bagliori luminosi; si raccoglieva in un angusto monastero, e fuori si spandeva quanto è vasto il mondo.
Si custodiva dentro: e si diffondeva fuori.
Chiara, infatti, si nascondeva: ma la sua vita era nota a tutti.
Chiara taceva: ma la sua fama gridava.
Si teneva nascosta nella sua cella: eppure nelle città si predicava di lei.
[3285] 5. Nulla di strano in questo: perché non poteva avvenire che una lampada tanto vivida, tanto splendente rimanesse occulta senza diffondere luce ed emanare chiaro lume nella casa del Signore (Cfr. Mt 5,14.15); né poteva rimanere nascosto un vaso con tanti aromi, senza emanare fragranza e cospargere; di soave profumo la casa del Signore. Ché anzi, spezzando duramente nell’angusta solitudine della sua cella l’alabastro del suo corpo, riempiva degli aromi della sua santità l’intero edificio (Cfr. Gv 12,3; Mt 26,7) della Chiesa.
[3286] 6. Invero, vivendo essa ancora fanciulla nella vita secolare, fin dalla più tenera età si studiò di varcare per un sentiero di purezza questo mondo fragile e impuro; e sempre custodendo il prezioso tesoro della sua verginità con illibato pudore, si dedicava assiduamente ad opere di carità e di pietà, sì che la sua fama si diffondeva grata ed encomiabile presso vicini e lontani: finché il beato Francesco, udito l’elogio della sua virtù, prese tosto ad esortarla inducendola al perfetto servizio di Cristo.
[3287] 7. Ed ella, accogliendo pronta i suoi santi consigli e desiderando ormai rinunciare completamente al mondo e ai beni della terra per servire il Signore solamente in povertà volontaria, quanto prima poté mandò ad effetto questo suo ardente desiderio.
E infine tutti i suoi beni alienò e distribuì a profitto dei poveri, per dispensare in elemosina, per amore di Cristo, quanto era di sua proprietà (Cfr. Lc 12,33).
[3288] 8. Volendo poi ritirarsi dal frastuono del mondo, si recò fuggendo in una chiesa campestre, dove dallo stesso beato Francesco ricevette la sacra tonsura; da lì si rifugiò poi in un’altra chiesa. Avvenne in quel luogo che, sforzandosi i suoi parenti di ricondurla via con loro, ella resistette con fortezza e costanza; abbracciò subitamente l’altare e, tenendosi stretta alle tovaglie, scoprì ad essi il capo tonsurato, volendo con ciò manifestare che, essendosi ormai, con tutto il cuore, sposata a Dio, non poteva permettere che la si strappasse dal servizio di Cristo.
[3289] 9. Infine, essendosi portata per intervento dello stesso beato Francesco presso la chiesa di San Damiano, fuori della città di Assisi, nella quale terra aveva avuto i natali, lì il Signore, desiderando amore e culto assiduo del suo nome, le associò molte compagne.
[3290] Da qui, invero, trasse salutare origine l’insigne e santo Ordine di San Damiano, già ampiamente diffuso per il mondo. Qui Chiara, per esortazione dello stesso beato Francesco, diede principio a questa nuova e santa osservanza; ella fu il primo e stabile fondamento di questo grande Ordine; fu la pietra angolare di questo sublime edificio.
[3291] 10. Nobile di sangue, ma più nobile per la sua vita, conservò sotto questa regola di meravigliosa santità, la verginità, che già prima aveva custodita.
[3292] In seguito anche sua madre, di nome Ortolana, tutta dedita ad opere di pietà, seguendo i passi della figlia, abbracciò devotamente in quest’Ordine la vita religiosa: nel quale, appunto, questa ottima ortolana, che aveva generato tale pianta nel campo del Signore, chiuse felicemente i suoi giorni.
[3293] 11. Dopo qualche anno, invero, la beata Chiara, piegandosi all’insistenza di san Francesco, accettò il governo del monastero e delle sorelle.
[3294] Questa fu l’albero alto, proteso verso il cielo, dai rami dilatati, che nel campo della Chiesa produsse soavi frutti (Cfr. Dn 4,8) di religione, e alla cui ombra piacevole e amena molte seguaci accorsero da ogni parte, e tuttora accorrono per gustarne i frutti (Cfr. Ct 2,3).
Questa fu la nuova donna della valle Spoletana, che aprì una novella sorgente di acqua (Cfr. Est 10,6) vitale a ristoro e beneficio delle anime (Cfr. Est 11,10), la quale, già diramatasi per vari ruscelli nel territorio della Chiesa, rese prospero il vivaio della religione.
[3295] 12. Questa fu l’eccelso candelabro (Es 25,31; 26,1) di santità, che rifulge vividamente nel tabernacolo del Signore (Cfr. Eb 9,2); al cui grande splendore accorsero, attratte, e tuttora accorrono moltissime, per accendere a quel lume le loro lampade (Cfr. Mt 25,7). Questa, per vero, piantò nel campo della fede e coltivò la vigna della povertà, dalla quale si raccolgono pingui e copiosi frutti di salvezza.
Questa, nel territorio della Chiesa, coltivò il giardino dell’umiltà, adorno di ogni specie di povertà, nel quale fiorisce in abbondanza ogni virtù.
[3296] 13. Questa fabbricò nella cittadella della religione una rocca di rigorosa astinenza, in cui si dispensa larga refezione di alimento spirituale. Questa fu la prima dei poveri, la guida degli umili, la maestra dei casti, l’abbadessa delle penitenti. Questa governò il suo monastero e la famiglia a lei affidata con ogni sollecitudine e prudenza, nel timore e nel servizio del Signore e secondo la perfetta osservanza dell’Ordine.
[3297] Vigilante nel dovere, premurosa nell’adempimento del servizio a lei affidato, cauta nelle esortazioni, caritatevole nell’ammonire; nel correggere moderata, temperata nel comando, ammirevole per compassione, discreta nel tacere, assennata nel parlare e accorta in tutto quanto concerne il saggio governo; desiderosa più di servire che di comandare, di onorare le altre, più che di essere onorata.
[3298] 14. La sua vita era per le altre ammaestramento e scuola di sapienza. In questo libro di vita (Cfr. Ap 21,27), tutte le altre appresero la loro regola di vita; in questo specchio di vita, tutte videro riflesso il sentiero della vita.
Col corpo, infatti, era pellegrina sulla terra, ma con lo spirito dimorava in cielo; fu vasello di umiltà, arca di castità, poco di carità, dolcezza di bontà, fortezza di pazienza, mediatrice di pace e comunione d’amicizia: mite nelle parole, dolce nell’azione e in tutto amabile e gradita.
[3299] 15. Affinché, franto il corpo, diventasse più forte lo spirito - poiché ciascuno, appunto, diventa più forte quando è indebolito il suo nemico - aveva per letto la terra nuda e qualche volta dei sarmenti, e per guanciale un duro legno sotto il capo, era contenta di un’unica tonaca con un mantello di vile, rozzo ed ispido panno grossolano: e mentre con così umili vesti copriva il suo corpo, sulla nuda carne si cingeva talora di un aspro cilicio intrecciato con cordicelle i crine di cavallo.
Parca nel cibo e sobria nel bere, a tale austerità giungeva la sua astinenza, che per lungo tempo in tre giorni della settimana, cioè il lunedì, il mercoledì e il venerdì, non prendeva affatto alcun cibo a sostegno del corpo; e nondimeno negli altri giorni a tal punto si riduceva la quantità di alimento, che le altre si meravigliavano di come potesse reggersi con un rigore di tale genere.
[3300] 16. Assidua inoltre nelle veglie (Cfr. 2Cor 11,27) e intenta alla preghiera, questo soprattutto spendeva la maggior parte del giorno della notte.
[3301] Travagliata, infine, da prolungate malattie, così che non le era dato di levarsi da se stessa per le occupazioni manuali, si faceva sollevare con l’aiuto delle sue sorelle e, sorretta alle spalle da appositi sostegni, lavorava con le sue mani (Cfr. 1Cor 4,12), così da non stare oziosa neppure nell’infermità. Onde di quella tela di lino, frutto del suo amoroso lavoro, fece fare molti corporali per il sacrificio dell’altare e li fece distribuire per diverse chiese nella piana e per i monti di Assisi.
[3302] 17. Fu soprattutto, però, un’innamorata e un’indefessa seguace della povertà; e tanto fissò al suo cuore questa virtù, tanto fu avvinta dal desiderio di possederla, che amandola sempre fermamente e sempre più ardendo nell’abbracciarla, mai si scostò per nessuna ragione dalla sua stretta e piacevole unione.
[3303] E mai da alcuno, in nessun modo, poté essere persuasa ad acconsentire che il suo monastero possedesse qualche proprietà: quantunque papa Gregorio, di felice memoria, nostro predecessore, volendo provvedere con molta bontà ai bisogni di quel monastero, fosse intenzionato a dotarlo di possessioni sufficienti ed adeguate al sostentamento delle sorelle.
[3304] 18. E per vero, poiché una luce grande e fulgida non può rimanere occultata senza irradiare chiarore, così anche durante la sua vita la potenza della sua santità rifulse in molti e svariati miracoli.
Infatti, ad una delle sorelle del suo monastero restituì la voce, che aveva perso quasi completamente da lungo tempo; ad un’altra, priva del tutto dell’uso della lingua, rese sciolta la parola.
[3305] Ad un’altra riaprì all’udito un orecchio affetto da sordità. Con un semplice segno di croce, ne risanò un’altra dalla febbre; un’altra enfiata per idropisia; un’altra ancora piagata da fistola e molte altre oppresse da diversi mali. E guarì un frate dell’Ordine dei Minori affetto da pazzia.
[3306] 19. Una volta, poi, essendo venuto a mancare completamente in monastero l’olio, ella, fatto chiamare il frate che era addetto a questuare elemosine per il monastero, prese un orciolo e, dopo averlo lavato, lo collocò vuoto accanto alla porta del monastero, perché il frate lo portasse con sé per questuare l’olio.
Ma, allorché tale frate andò per prenderlo, lo trovò colmo di olio, elargito per grazia della carità divina.
[3307] 20. E ancora, non essendovi un altro giorno in tutto il monastero se non mezzo pane per il pasto delle sorelle, comandò che quel mezzo pane fosse tagliato a pezzettini e dispensato alle sorelle.
Ma colui che è il pane vivo (Cfr. Gv 6,45-51) e provvede il cibo agli affamati (Sal 145,7), lo moltiplicò in modo tale fra le mani di colei che lo sminuzzava, che ne furono fatte cinquanta abbondanti porzioni e vennero dispensate alle sorelle già assise a mensa (Cfr. Lc 9,14).
[3308] 21. Per questi ed altri stupendi miracoli, manifestò, ancora vivente, l’eccellenza dei suoi meriti. Mentre poi si trovava agli estremi, fu visto entrare nel luogo dove la serva di Cristo giaceva, un luminoso stuolo di beate vergini, adorne di corone splendenti, tra le quali una appariva più maestosa e più bella delle altre. Esse avanzarono fino al lettuccio di lei, e attorniandola, le prestarono quasi sollievo di visitatrici e conforto di consolazione, con premurosa cura.
[3309] 22. Dopo la sua morte, poi, fu condotto al suo sepolcro un malato di mal caduco, che non poteva camminare da sé per la contrazione di una gamba: e, lì davanti, la sua gamba risuonò fragorosamente, ed egli fu guarito dall’una e dall’altra infermità.
Si videro persone incurvate nella schiena, rattrappite per malattia, pazzi furiosi in preda ad eccessi di demenza, riacquistare al sepolcro di lei perfetta sanità.
Un tale che, per un grave colpo aveva perduto l’uso della mano destra, a tal punto che, resa del tutto inutile, non la poteva adoperare in alcun modo, per i meriti della Santa riacquistò completa sanità, riottenendo la sua mano come era prima.
Un altro, che aveva perso la vista ed era da lungo tempo cieco, venuto al medesimo sepolcro accompagnato da un altro, vi ricuperò la vista e se ne ritornò senza bisogno di guida.
[3310] 23. Per questi e per moltissimi altri fatti e meravigliosi miracoli, questa beata vergine diffuse luminoso chiarore, così che in lei si vide evidentemente avverata quella profezia che sua madre udì, a quanto si dice, mentre pregava gravida di lei: che cioè avrebbe partorito una luce tale da rischiarare grandemente l’universo.
[3311] 24. Gioisca, dunque, la madre Chiesa, per aver generato ed educato una tale figlia, la quale, come madre feconda di tutte le virtù, generò alla religione, con la virtù dei suoi esempi, un gran numero di discepole, e con il suo compiuto ammaestramento, le formò al perfetto servizio di Cristo.
Ne gioisca anche la turba devota dei fedeli, perché il Re e Signore dei cieli ha introdotto con tanta gloria nel suo eccelso e splendente palazzo la loro sorella e compagna, che Egli si era eletta per sua sposa. Così come giubilano in festa le schiere dei santi, celebrandosi nella loro celeste patria le nozze novelle della sposa del Re (Cfr. Mt 22,2; 25,10).
[3312] Ora, poiché è conveniente che una vergine da Dio esaltata in cielo, sia venerata in terra dalla Chiesa universale, e poiché, dopo diligente ed attenta inquisizione e rigoroso esame e premessa una solenne discussione, non ci sono dubbi a riguardo della santità della sua vita e sui suoi miracoli benché siano ormai assai note anche altrimenti, nelle vicine e lontane regioni, le sue chiare gesta, Noi, di comune consiglio e assenso di tutti i nostri Fratelli e prelati, che si trovano attualmente presso la Sede Apostolica, confidando nell’onnipotenza divina, con l’autorità dei beati Pietro e Paolo Apostoli e Nostra, abbiamo ritenuto di doverla iscrivere nel catalogo delle sante vergini.
[3313] 25. Pertanto, avvertiamo voi tutti ed espressamente vi esortiamo, ingiungendovelo tramite queste lettere apostoliche, di celebrare con ogni devozione e solennità la festa di questa vergine, il 12 di agosto, e di farla celebrare con la medesima devozione dai vostri fedeli, onde possiate meritare di averla presso Dio per vostra buona e sollecita protettrice.
[3314] E affinché la moltitudine del popolo cristiano accorra al suo venerabile sepolcro con più ardore e in maggior numero, e la sua festa sia celebrata con maggiore concorso di popolo, Noi, per la misericordia di Dio onnipotente e confidando nell’autorità dei beati Pietro e Paolo Apostoli, accordiamo annualmente l’indulgenza di un anno e quaranta giorni a tutti coloro che, veramente contriti e confessati, si recheranno con devozione ed umiltà al sepolcro di questa vergine, nel giorno della sua festa o anche entro l’ottava, per chiedere la sua protezione.
[3315] Dato ad Anagni, il 26 settembre, nell’anno primo del nostro pontificato.
8 novembre 1944 Sulle Preghiere: Pater e Ave.
Maria Valtorta
«Siete così appesantiti dalla vostra umanità che non sapete mai pregare con elevazione sovrumana e date alle parole dell'orazione un senso relativo. Ma l'orazione apre orizzonti infiniti, o figli. Quegli orizzonti che saranno dimora a voi, tornati a Dio, se avrete saputo custodire lo spirito in Dio, e Dio nel vostro spirito. Anche quando riflettete su quello che dite, ed è già molto se fate questo, date alla vostra riflessione delle latitudini limitate alla Terra e alla carne. Ben difficilmente elevate la mente oltre al momento e al bisogno di questa vostra giornata.
Non vi tuffate nella Luce. Essa è per voi un riflesso lontano e stentato, come quello del sole in un inverno nordico. È un chiarore che non è neppure luce, ma solo un crepuscolo. Così è quello che splende in voi, perché voi non aprite le porte alla Luce che chiede di precipitarsi in voi per istruirvi e fortificarvi contro le Tenebre. Non chiudete lo spirito entro l'opacità della materia. Esso è di Dio e deve vedere Dio, conoscere Dio, vivere di Dio, in Dio. Esso è Vita per lo spirito vostro, e se da Dio lo separate con la colpa, voi l'uccidete; se lo tenete lontano da Dio voi lo fate languire e spegnere come una lampada priva d'olio.
Tutto potete sostituire col vostro progresso. Ma non quello che è vita per lo spirito. Non vi è nulla che possa conservare santo il vostro cuore se esso non è fuso col Santo dei Santi. Scienza, Patria, affetti, opere, divengono cose avvilite e servite con misero servizio se da voi levate quell'agente che vi fa perfetti nei vostri sentimenti e nei vostri lavori: l'unione con Dio.
Cosa di più ammirevole di uno scienziato, di un giurista, di un governante, di un padre, di uno sposo, di un figlio, di un artista, di un soldato, che siano realmente cristiani, che siano sinceramente figli di Dio? Oh, non temete! Essi non sapranno mai tradire e fare del male. Ma da loro verranno solo azioni degne d'ogni benedizione.
Di che piange, ora, il mondo? Della sua società avulsa da Dio. Ecco la causa del vostro sfacelo mondiale, della vostra rovina nazionale, e di tanto pianto nelle famiglie, e di tante vergogne, pure nelle famiglie.
Come abitanti del globo, venuti solo da un unico ceppo e da un solo Creatore, vi odiate tra voi, come cittadini di un'unica Patria siete fra voi ostili come foste di razza diversa, come parenti e coniugi siete egoisti e infedeli. E perché? Perché avete dimenticato Dio, il quale non vi schiaccia sotto le valanghe delle vostre copiose leggi umane e della vostra umana istruzione, ma compendia tutta la sua legge e la sua istruzione perfetta in queste sole parole: "Ama Dio con tutto te stesso e il tuo prossimo come te stesso [1]". Ma voi non mettete in pratica questo che è il compendio di tutta la Legge divina e la fonte d'ogni bene terreno e ultraterreno. E da ciò vengono i castighi che vi colpiscono.
Maria, oggi Io voglio che tu, che ami la Luce Divina più di te stessa e ti senti felice più essa penetra in te, conosca il significato soprannaturale di una frase che dite, ma non capite bene.
Come il Pater va detto con riferimenti soprannaturali, e stolto sarebbe chi lo dicesse applicando ad esso solo un significato umano e umane richieste, così l'Ave Maria va detta non con la mente fissa alla Terra e alla vostra carne, che è polvere che polvere tornerà, ma va detta con lo spirito levato al Cielo, oltre la vita, oltre la Terra, là dove Maria Ss., mia e vostra Madre, vive in corpo ed anima dopo esser vissuta sulla Terra con l'anima sempre spaziante nel Cielo.
Il Pater è la preghiera al Padre. L'Ave è la preghiera alla Madre.
La prima parte del Pater è lode di Dio, la prima parte dell'Ave è lode a Maria.
La seconda parte del Pater è richiesta al Padre per tutti i vostri bisogni di figli di Dio in temporanea sosta sulla Terra, ma destinati al Cielo. La seconda dell'Ave è la richiesta alla Madre per i vostri bisogni di mortali e di immortali nello spirito.
Va invocata come il Padre, la Madre vostra. Non dovete pensare che Ella abbia assenza di Misericordia e di Potere e non possa soccorrervi nei vostri combattimenti, nelle vostre pene, nelle necessità e nelle tentazioni.
Bisogna saper pregare. E bisogna pregare nei momenti di pace, per invocare l'aiuto per le ore di lotta.
Stolto è chi dice: "Quando sarà il momento lo farò". Sapete voi se lo potrete fare allora? Se Dio vi darà il tempo di farlo? Bisogni e sventure, e anche la morte, vengono sovente come un lampo improvviso. La morte è talora come folgore che fulmina improvvisamente.
La Misericordia di Dio è infinita. Ma è detto nelle parole della Legge: "Non tentare il Signore Iddio tuo1". E, in verità, voi lo tentate quando conducete una vita tutta umana, senza pensare che vi attende un al di là in cui sarete giudicati per le vostre azioni.
Nell'Ave Maria è detto: "Prega per noi ora e nell'ora della morte". Ecco, o Maria. Leggiamo insiemequeste parole che molti, troppi dicono con la mente elevata di un sol grado dal fango della Terra e con cuore pensieroso soltanto dell'incognita dell'ultimo momento che vi fa paura perché non siete a sufficienza "figli di Dio". Se lo foste perfettamente, la morte non vi farebbe paura.
La morte è l'ultima prova e merita ogni vostra attenzione per divenire "morte nel Signore". Una morte nel Signore vi merita ogni perdono, vi da l'eterna vita nel Signore, e annulla, col suo potere, le conseguenze di un'esistenza anche colpevole. Fate dunque bene ad invocare sin da ora, per quell'ora, e in quell'ora, la Madre mia e vostra. Ma sappiate pregare meglio. Non per la sola paura di quell'ora, ma per tante altre ore in cui la più vera morte incombe su voi.
Ti ho già spiegato più volte quale sia la vera morte. È quella dello spirito, che voi uccidete tanto sovente, se non sempre per diretta volontà, certo per indifferenza verso la parte più eletta di voi stessi: l'anima.
Nel Pater Io vi ho insegnato a dire: "Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Male". Nell'Ave Maria vi faccio dire: "Prega per noi ora e nell'ora della morte".
Ora: il presente che dura un attimo di eternità: la vita della carne insidiata dai morbi, dagli incidenti,dallo stesso scorrere del tempo che vi porta alla foce del vostro vivere di uomini e vi immette nell'eternità.
Nell'ora della morte: quella che ferma il vostro cuore e quella, sempre incombente, che paralizza il vostro spirito e lo conduce a morte.
Voglio che pensiate a questa vera, eterna morte quando invocate Maria Ss. Dalla prima risorgerete se siete morti in Cristo. Ma dalla seconda non risorgerete mai più.
Non fate che il Nemico infernale, il Serpente fascinatore, il leone ruggente [2] che sempre si aggira intorno a voi per atterrarvi, possa impossessarsi di voi come di una preda sicura perché, pur essendo tuttora viventi, siete già dei morti nello spirito.
Maria è la Vincitrice di Satana e basta il bagliore del suo sorriso per porlo in fuga. Contro le insidie di Satana e le debolezze e gli appetiti della carne, sempre desta nelle creature, chiamate Maria.
Se l'invocate per il sonno che avrà immediato risveglio, o per la pace celeste o per la dannazione infernale, ambedue eterne, perché non la dovreste invocare per questo atroce sonno che da la morte, e che è quello dello spirito abbattuto, sonno che, se non è vinto, vi spegne in braccio a Satana?
Quando la morte si aggira intorno al vostro spirito sorgano come a difesa le invocazioni, fatte con pienezza di significato, a Maria.
Ogni volta che l'ora della morte spirituale incombe su voi, preghi la Madre universale per tutti i suoi poveri figli, per lo spirito di questi suoi poveri figli, per quello spirito fatto e dato alle creature da quello stesso Dio che l'ha creata e scelta a Sposa e Madre, fatto e dato per fare, di essi, dei suoi figli e sudditi del suo Regno eterno.
Su voi sta il Sangue più puro e più amato: quello che è venuto dal suo Cuore Immacolato e che è stato il Seme al Fiore nato dall'amore di Dio con la Vergine, dalla sua ubbidienza perfetta ai Voleri divini, il Seme a Me Verbo fattosi carne per essere Maestro e Redentore, onde poter lavarvi nel suo Sangue, interamente versato per voi, e sta il pianto di Maria, mia e vostra Madre, altro lavacro di corredenzione.
Per questa sua natura di Madre del Salvatore Ella ha potere di salvazione. Invocatela con fede vera ed Ella vi salverà ora e nell'ora della morte».
1 Mt 22, 35-40
2 Dt 6, 16