Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Occorre soltanto che la sera prima di coricarvi chiediate: « Cosa ho fatto a Gesù, oggi? Cosa ho fatto per Gesù, oggi? Cosa ho fatto con Gesù, oggi?». Vi basta guardare le vostre mani. Questo è il migliore esame di coscienza. (Madre Teresa di Calcutta)

Liturgia delle Ore - Letture

Lunedi della 2° settimana del tempo di Avvento (Immacolata Concezione della B.V. Maria)

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 25

1Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;3le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio;4le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi.5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.6A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.8E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.9Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.10Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!12Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

14Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.16Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.20Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.21Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.22Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.23Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.24Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso;25per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.26Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.29Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.30E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

31Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.32E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,33e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.34Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.35Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.37Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?38Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?39E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?40Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.41Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.42Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;43ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.44Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?45Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.46E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna".


Esodo 17

1Tutta la comunità degli Israeliti levò l'accampamento dal deserto di Sin, secondo l'ordine che il Signore dava di tappa in tappa, e si accampò a Refidim. Ma non c'era acqua da bere per il popolo.2Il popolo protestò contro Mosè: "Dateci acqua da bere!". Mosè disse loro: "Perché protestate con me? Perché mettete alla prova il Signore?".3In quel luogo dunque il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: "Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?".4Allora Mosè invocò l'aiuto del Signore, dicendo: "Che farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!".5Il Signore disse a Mosè: "Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va'!6Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà". Mosè così fece sotto gli occhi degli anziani d'Israele.7Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: "Il Signore è in mezzo a noi sì o no?".
8Allora Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim.9Mosè disse a Giosuè: "Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalek. Domani io starò ritto sulla cima del colle con in mano il bastone di Dio".10Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalek, mentre Mosè, Aronne, e Cur salirono sulla cima del colle.11Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek.12Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.13Giosuè sconfisse Amalek e il suo popolo passandoli poi a fil di spada.14Allora il Signore disse a Mosè: "Scrivi questo per ricordo nel libro e mettilo negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto la memoria di Amalek sotto il cielo!".
15Allora Mosè costruì un altare, lo chiamò "Il Signore è il mio vessillo"16e disse:

"Una mano s'è levata sul trono del Signore:
vi sarà guerra del Signore contro Amalek
di generazione in generazione!".


Siracide 24

1La sapienza loda se stessa,
si vanta in mezzo al suo popolo.
2Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca,
si glorifica davanti alla sua potenza:
3"Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo
e ho ricoperto come nube la terra.
4Ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
5Il giro del cielo da sola ho percorso,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
6Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
7Fra tutti questi cercai un luogo di riposo,
in quale possedimento stabilirmi.
8Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine,
il mio creatore mi fece posare la tenda
e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi in eredità Israele.
9Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò;
per tutta l'eternità non verrò meno.
10Ho officiato nella tenda santa davanti a lui,
e così mi sono stabilita in Sion.
11Nella città amata mi ha fatto abitare;
in Gerusalemme è il mio potere.
12Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore, sua eredità.
13Sono cresciuta come un cedro sul Libano,
come un cipresso sui monti dell'Ermon.
14Sono cresciuta come una palma in Engaddi,
come le piante di rose in Gerico,
come un ulivo maestoso nella pianura;
sono cresciuta come un platano.
15Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo;
come mirra scelta ho sparso buon odore;
come gàlbano, ònice e storàce,
come nuvola di incenso nella tenda.
16Come un terebinto ho esteso i rami
e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.
17Io come una vite ho prodotto germogli graziosi
e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza.
18Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei prodotti.
19Poiché il ricordo di me è più dolce del miele,
il possedermi è più dolce del favo di miele.
20Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me, avranno ancora sete.
21Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà".

22Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio
altissimo,
la legge che ci ha imposto Mosè,
l'eredità delle assemblee di Giacobbe.
23Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione dei frutti nuovi;
24fa traboccare l'intelligenza come l'Eufrate
e come il Giordano nei giorni della mietitura;
25espande la dottrina come il Nilo,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
26Il primo non ne esaurisce la conoscenza
né l'ultimo la può pienamente indagare.
27Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio più del grande abisso.
28Io sono come un canale derivante da un fiume
e come un corso d'acqua sono uscita verso un giardino.
29Ho detto: "Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola".
Ed ecco il mio canale è diventato un fiume,
il mio fiume è diventato un mare.
30Farò ancora splendere la mia dottrina come l'aurora;
la farò brillare molto lontano.
31Riverserò ancora l'insegnamento come una profezia,
lo lascerò per le generazioni future.
32Vedete, non ho lavorato solo per me,
ma per quanti cercano la dottrina.


Salmi 102

1'Preghiera di un afflitto che è stanco'
'e sfoga dinanzi a Dio la sua angoscia'.
2Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido.
3Non nascondermi il tuo volto;
nel giorno della mia angoscia
piega verso di me l'orecchio.
Quando ti invoco: presto, rispondimi.

4Si dissolvono in fumo i miei giorni
e come brace ardono le mie ossa.
5Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce,
dimentico di mangiare il mio pane.
6Per il lungo mio gemere
aderisce la mia pelle alle mie ossa.

7Sono simile al pellicano del deserto,
sono come un gufo tra le rovine.
8Veglio e gemo
come uccello solitario sopra un tetto.
9Tutto il giorno mi insultano i miei nemici,
furenti imprecano contro il mio nome.
10Di cenere mi nutro come di pane,
alla mia bevanda mescolo il pianto,
11davanti alla tua collera e al tuo sdegno,
perché mi sollevi e mi scagli lontano.
12I miei giorni sono come ombra che declina,
e io come erba inaridisco.

13Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo per ogni generazione.
14Tu sorgerai, avrai pietà di Sion,
perché è tempo di usarle misericordia:
l'ora è giunta.
15Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua rovina.

16I popoli temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
17quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
18Egli si volge alla preghiera del misero
e non disprezza la sua supplica.

19Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo nuovo darà lode al Signore.
20Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
21per ascoltare il gemito del prigioniero,
per liberare i condannati a morte;
22perché sia annunziato in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
23quando si aduneranno insieme i popoli
e i regni per servire il Signore.

24Ha fiaccato per via la mia forza,
ha abbreviato i miei giorni.
25Io dico: Mio Dio,
non rapirmi a metà dei miei giorni;
i tuoi anni durano per ogni generazione.
26In principio tu hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.
27Essi periranno, ma tu rimani,
tutti si logorano come veste,
come un abito tu li muterai
ed essi passeranno.

28Ma tu resti lo stesso
e i tuoi anni non hanno fine.
29I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
resterà salda davanti a te la loro discendenza.


Ezechiele 41

1M'introdusse poi nel santuario e misurò i pilastri: erano larghi sei cubiti da una parte e sei cubiti dall'altra.2La porta era larga dieci cubiti e i lati della porta cinque cubiti da una parte e cinque cubiti dall'altra. Misurò quindi il santuario: era lungo quaranta cubiti e largo venti.

3Andò poi nell'interno e misurò i pilastri della porta, due cubiti, e la porta, sei cubiti; la larghezza della porta, sette cubiti.4Ne misurò ancora la lunghezza, venti cubiti e la larghezza, davanti al santuario, venti cubiti, poi mi disse: "Questo è il Santo dei santi".

5Misurò poi il muro del tempio, sei cubiti; poi la larghezza dell'edificio laterale, quattro cubiti, intorno al tempio.6Le celle laterali erano una sull'altra, trenta per tre piani. Per le celle all'intorno, c'erano, nel muro del tempio, rientranze in modo che fossero collegate fra di loro, ma non collegate al muro del tempio.7Salendo da un piano all'altro l'ampiezza delle celle aumentava, perciò la costruzione era più larga verso l'alto. Dal piano inferiore si poteva salire al piano di mezzo e da questo a quello più alto.8Io vidi intorno al tempio una elevazione. I fondamenti dell'edificio laterale erano di una canna intera di sei cubiti.9La larghezza del muro esterno dell'edificio laterale era di cinque cubiti, come quella dello spazio rimanente. Fra l'edificio laterale del tempio10e le stanze c'era una larghezza di venti cubiti intorno al tempio.11Le porte dell'edificio laterale rimanevano sullo spazio libero; una porta dava a settentrione e una a mezzogiorno. Lo spazio libero era cinque cubiti tutt'intorno.

12La costruzione che era di fronte allo spazio libero sul lato d'occidente, aveva settanta cubiti di larghezza; il muro della costruzione era tutt'intorno dello spessore di cinque cubiti; la sua lunghezza di novanta cubiti.
13Poi misurò il tempio: lunghezza cento cubiti; lo spazio libero, edificio e sue mura, anch'essi cento cubiti.14La larghezza della facciata del tempio con lo spazio libero, cento cubiti.15Misurò ancora la larghezza dell'edificio di fronte allo spazio libero nella parte retrostante, con le gallerie di qua e di là: era cento cubiti.

L'interno del santuario, il suo vestibolo,16gli stipiti, le finestre a grate e le gallerie attorno a tutti e tre, a cominciare dalla soglia, erano rivestiti di tavole di legno, tutt'intorno, dal pavimento fino alle finestre, che erano velate.17Dalla porta, dentro e fuori del tempio e su tutte le pareti interne ed esterne erano dipinti18cherubini e palme. Fra cherubino e cherubino c'era una palma; ogni cherubino aveva due aspetti:19aspetto d'uomo verso una palma e aspetto di leone verso l'altra palma, effigiati intorno a tutto il tempio.20Da terra fino sopra la porta erano disposti cherubini e palme sulle pareti del santuario.
21Gli stipiti del santuario erano quadrangolari.

Davanti al Santo dei santi c'era come22un altare di legno, alto tre cubiti, due cubiti di lunghezza e due di larghezza. Gli angoli, la base e i lati erano di legno. Mi disse: "Questa è la tavola che sta davanti al Signore".

23Il santuario e il Santo dei santi avevano due porte ciascuno.24Ogni porta aveva due battenti e ogni battente si ripiegava in due pezzi: due per un battente e due per l'altro.25Sulle porte erano dipinti cherubini e palme come sulle pareti: un portale di legno era sulla facciata dell'atrio all'esterno.26Finestre e grate e palme erano da tutt'e due le parti, ai lati del vestibolo, alle celle annesse al tempio e agli architravi.


Seconda lettera ai Tessalonicesi 3

1Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore si diffonda e sia glorificata come lo è anche tra voi2e veniamo liberati dagli uomini perversi e malvagi. Non di tutti infatti è la fede.3Ma il Signore è fedele; egli vi confermerà e vi custodirà dal maligno.
4E riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore, che quanto vi ordiniamo già lo facciate e continuiate a farlo.5Il Signore diriga i vostri cuori nell'amore di Dio e nella pazienza di Cristo.

6Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi.7Sapete infatti come dovete imitarci: poiché noi non abbiamo vissuto oziosamente fra voi,8né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato con fatica e sforzo notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi.9Non che non ne avessimo diritto, ma per darvi noi stessi come esempio da imitare.10E infatti quando eravamo presso di voi, vi demmo questa regola: chi non vuol lavorare neppure mangi.11Sentiamo infatti che alcuni fra di voi vivono disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione.12A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace.13Voi, fratelli, non lasciatevi scoraggiare nel fare il bene.14Se qualcuno non obbedisce a quanto diciamo per lettera, prendete nota di lui e interrompete i rapporti, perché si vergogni;15non trattatelo però come un nemico, ma ammonitelo come un fratello.

16Il Signore della pace vi dia egli stesso la pace sempre e in ogni modo. Il Signore sia con tutti voi.
17Questo saluto è di mia mano, di Paolo; ciò serve come segno di autenticazione per ogni lettera; io scrivo così.18La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.


Capitolo IV: Molti sono i benefici concessi a coloro che si comunicano devotamente

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Parola del discepolo

1. Signore Dio mio, "con la dolcezza delle tue benedizioni" (Sal 20,4) vieni in soccorso a me, tuo servo, affinché io possa accostarmi degnamente e devotamente al tuo grande sacramento. Muovi il mio cuore verso di te e scuotimi dal mio grande torpore. "Vieni a me con la tua forza salvatrice" (Sal 105,4), cosicché io possa gustare in ispirito la tua dolcezza, insita tutta in questo sacramento, quasi sua fonte. Apri i miei occhi, cosicché io possa intravvedere un così grande mistero; dammi la forza di credere in esso, con fede sicura. Tutto ciò è infatti opera delle tue mani, non opera dell'uomo; tua sacra istituzione, non invenzione umana. Quindi non v'è alcuno che possa da sé solo comprendere pienamente queste cose, che superano anche l'intelligenza degli angeli. Ed io, indegno peccatore, polvere e cenere, come potrò mai sondare e comprendere, un così profondo e santo mistero? O Signore, nella semplicità del mio cuore, in pienezza e sicurezza di fede e in adesione al tuo comando, mi accosto a te con sentimenti di speranza e di devozione: credo veramente che tu sia presente qui nel Sacramento, Dio e uomo. Tu vuoi che io ti accolga in me, in unione d'amore. Perciò domando alla tua clemenza ed imploro il dono di questa grazia speciale, di essere totalmente immedesimato in te, in sovrabbondanza d'amore e di non più ricercare altra consolazione. Giacché questo Sacramento, così alto e prezioso, è salvezza dell'anima e del corpo e rimedio ad ogni infermità dello spirito. Per mezzo di questo Sacramento vengono curati i miei vizi; le passioni sono frenate; le tentazioni sono sconfitte o almeno diminuite; viene aumentata la grazia, rafforzata la virtù cui si è posto mano, rinsaldata la fede, rinvigorita la speranza e l'amore fatto più ardente e più grande.

2. O mio Dio, "tu che innalzi l'anima mia" (Sal 53,6), e ripari all'umana fragilità con il dono di ogni consolazione interiore, tu hai concesso e ancora spesso concedi nel Sacramento grandi benefici ai tuoi diletti che devotamente si comunicano. Tu infondi in essi grande conforto nelle varie tribolazioni, innalzandoli dal fondo della loro prostrazione alla speranza del tuo aiuto; tu li ricrei interiormente e li fai risplendere con una grazia rinnovata. Così, mentre prima della Comunione si sentivano angosciati e privi d'amore, poi, ristorati dal cibo e dalla bevanda celeste, si trovano trasformati e migliori. E questo tu fai generosamente con i tuoi eletti, affinché essi conoscano in verità, ed esperimentino chiaramente, quanto siano deboli per se stessi e quale bontà e grazia ottengano da te. Giacché, per se stessi, sono freddi, duri e mancanti di devozione; invece, per tuo dono, sono fatti degni di essere fervorosi, alacri e pieni di devozione. Chi mai, essendosi accostato umilmente alla fonte stessa della soavità, non riporta anche solo un poco di dolcezza; chi mai, stando accanto a un grande fuoco, non ne risente un po' di calore? Ora, tu sei la fonte sempre piena, straboccante; tu sei il fuoco sempre vivo, che mai non si estingue. Perciò, anche se non posso attingere alla pienezza di questa fonte e bere a sazietà, metterò ugualmente la bocca all'orlo della celeste cannella, per prendere almeno una piccola goccia, a saziare la mia sete, onde non inaridire del tutto. Anche se non posso essere ancora nella pienezza della beatitudine celeste, né posso essere ardente come un cherubino o un serafino, mi sforzerò tuttavia di perseverare nella devozione e di predisporre l'anima mia ad impadronirsi di una, sia pur piccola, fiamma del divino incendio, nutrendosi umilmente al sacramento della salvezza. A quello che mi manca, supplisci tu, con benignità e misericordia, o buon Gesù, salvatore santissimo; tu che ti sei degnato di chiamare tutti a te, dicendo: "venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò (Mt 11,28). In verità io mi affatico, e suda il mio volto; il mio cuore è tormentato da sofferenze interiori; sono oppresso dai peccati, legato e schiacciato da molte passioni perverse. "E non c'è nessuno che possa aiutarmi" (Sal 21,12), non c'è nessuno "che possa liberarmi e soccorrermi" (Sal 7,3), all'infuori di te, "Dio mio salvatore" (Sal 24,5), al quale affido me stesso e ogni mia cosa, perché tu mi custodisca e mi conduca alla vita eterna. Accettami a lode e gloria del tuo nome; tu che hai apprestato il tuo corpo e il tuo sangue quale cibo e bevanda. O "Signore Dio, mia salvezza" (Sal 26,9), fa' che nella dimestichezza del tuo mistero s'accresca lo slancio della mia devozione.


LETTERA 260: Audace si lamenta con Agostino di non poter attingere più copiosamente dal tesoro della sua sapienza e chiede lettere più lunghe.

Lettere - Sant'Agostino

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Scritta dopo il 395.

Audace si lamenta con Agostino di non poter attingere più copiosamente dal tesoro della sua sapienza e chiede lettere più lunghe.

AUDACE INVIA CRISTIANI SALUTI AD AGOSTINO, SIGNORE VERAMENTE ILLUSTRE E ASSAI VENERANDO E PADRE MERITEVOLE D'ESSERE ONORATO CON OGNI ELOGIO

1. Sono grato alla Beatitudine tua d'aver accolto benevolmente il saggio della mia lettera, poiché alla sana confidenza viene procurato ardire quando è irrigata dall'acqua sorgiva del padre. Ecco perché mio caro pontefice, ti ho sollecitato: non perché io ricevessi solo un saggio del tuo cuore generoso, ma perché mi dissetassi abbondantemente all'immenso fiume del tuo ricco ingegno. Desideravo il tesoro della tua sapienza e invece ho ricevuto molto meno di quanto volevo, anche se non deve chiamarsi troppo piccolo il beneficio concesso da Agostino, oracolo della Legge, consacratore della giustizia, restauratore della gloria spirituale, dispensatore della salvezza eterna. L'universo intero è tanto "noto" a te quanto " rappresentato " da te: sei tanto conosciuto quanto apprezzato. Ecco perché desidero nutrirmi del nettare della tua sapienza, dissetarmi alle fresche acque della tua sorgente. Soddisfa il mio desiderio concedendomi quanto giovi all'uno e all'altro di noi. La quercia mezzo spoglia del suo manto nativo, potrà rinverdire, se meriterà d'essere fecondata a poco a poco dalle tue linfe. Ti prometto perciò, non tanto con la penna, quanto col cuore, la presenza della mia umile persona se, invece di vederti, potrò leggere un'altra lettera della tua venerata persona. La bontà di Dio ti conservi ancora per lunghi anni, venerabile signore.
Perché mai la sorgente cui tutti si abbeverano è arrivata fino a me solo con una breve lettera? Ha forse evitato la mia mente come meno adatta alle sue onde? Poiché la mente d'ognuno è accessibile alle linfe e ammira colui che soccorre loquace la religione, spargi nella mia mente le tue grate linfe, che sono attese dalla fede piena che pende dal tronco di Cristo.


Capitolo 12: Maria Santissima sul letto di morte

Vita della Santa Vergine Maria - Beata Anna Caterina Emmerick

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152 - L'ultima Via Crucis della Santa Vergine L'arrivo degli Apostoli

Comunicazioni della Veggente la mattina del 9 agosto 1821.

Vidi la Santa Vergine debole, pallida, febbricitante, eppure senza rughe e anche senza alcuna traccia di invecchiamento. Sembrava solo ansiosa di ricevere la sua trasfigurazione per raggiungere suo Figlio in Cielo. Era molto magra e dava l'impressione di uno spirito. Non l'ho mai vista ridere, ma sorridere in modo commovente. Indossava la veste che aveva portato durante la Crocifissione del Signore, la quale sembrava avvolgerla nel manto di dolore e di eterna preghiera. Quando ne ebbi la visione, Ella percorreva per l'ultima volta la Via Crucis di Efeso con cinque altre pie donne della colonia cristiana, tra le quali la nipote di Anna, la profetessa, e la vedova Mara, nipote di Elisabetta. Ho percorso con loro la Via Crucis di Efeso. La Santa Vergine precedeva il gruppo pallidissima in volto, indescrivibile nella maestà del suo aspetto. Vidi poi le cinque pie donne accomiatarsi da Lei, piangendo e pregando, profondamente commosse. Maria Santissima non prendeva quasi più cibo perché era con lo spirito già morta alla vita terrena. Mentre la Madonna percorreva quella Via, Giovanni, Taddeo e Pietro, sentendo la sua fine prossima, erano gia giunti a casa sua. Vidi Maria distesa sul lettino basso e stretto, nella sua stanza tutta bianca; la sua testa riposava sopra un cuscino rotondo. La testa e la faccia erano avvolti in un lungo panno; il corpo era coperto con una coperta nera. Quella santa morte tanto invocata era prossima. Prossimo il suo congiungimento con l'amato Figlio. Sei Apostoli erano riuniti: Pietro, Andrea, Giovanni, Taddeo, Bartolomeo e Mattia. Vi era anche uno dei sette diaconi, il buon Nicanone, uomo sempre pronto a rendersi utile al prossimo. Gli Apostoli pregavano insieme nell'oratorio, nella parte anteriore della casa.

153 - Il rito degli Apostoli

L'epoca in cui la Chiesa commemora la morte di Maria Santissima è giusta, ma non tutti gli anni cade nello stesso giorno. Oggi ho visto arrivare altri due Apostoli; avevano le vesti rialzate ed assicurate alla cintura, come fanno i viaggiatori. L'uno è Giacomo il minore, l'altro Matteo, il fratello adottivo. Ieri sera e pure questa mattina, ho veduto gli Apostoli riuniti nell'oratorio della casa di Maria. Per quest'occasione avevano scostato in parte le pareti mobili di vimini che suddividevano la grande sala anteriore in molte celle. L'altare consisteva in un tavolo coperto dei panni cultuali (bianco e rosso). Quando gli Apostoli volevano celebrare il rito religioso, questo tavolo veniva trasportato alla destra del focolare ed appoggiato al muro; allorché la cerimonia era conclusa, il tavolo veniva riposto al suo posto d'origine. Dinanzi all'altare vi era un piedistallo ricoperto su cui stavano i rotoli dei Sacri Scritti. I lumi ardevano al di sopra dell'altare sul quale si trovava un vaso a forma di croce, fatto di materia brillante, simile alla madreperla: era largo appena un palmo di larghezza e di lunghezza, conteneva cinque scatole chiuse da coperchi d'argento. La scatola centrale racchiudeva il Santissimo Sacramento; le altre contenevano crisma, olio, sale ed altri oggetti benedetti. Nei loro viaggi gli Apostoli portavano questa croce-contenitore sospesa sul petto, sotto la tunica. Essi portavano così qualcosa di più prezioso del misterioso sacro oggetto dell'antica Alleanza che riposava sul petto del sommo sacerdote degli Ebrei. Se essi conservassero in una di queste scatole reliquie dei santi, questo non lo ricordo bene. Sono certa però che, quando essi offrivano il sacrificio della nuova Alleanza, avevano sempre con loro le Ossa di profeti o di martiri. Infatti questa santa tradizione era legata a quella degli antichi Patriarchi che, quando offrivano sacrifici, portavano con loro le ossa di Adamo o di qualche altro antenato sul quale era scesa la Promessa. Il Salvatore, durante l'ultima Cena, aveva insegnato agli Apostoli a fare così. Vidi Pietro in abiti sacerdotali, in piedi dinanzi all'altare, gli altri erano dietro a lui. Le donne stavano in fondo alla sala. Mi fu mostrato che Gesù aveva rivelato a Maria, la quale lo supplicava di non lasciarla a lungo in questa valle di lacrime, le opere spirituali che doveva compiere prima di essere portata via dalla terra. Egli aggiunse che gli Apostoli e molti discepoli si sarebbero riuniti per assistere alla sua morte e Le indicò ciò che doveva dire prima di dare loro l'ultima benedizione. Egli suggerì anche all'inconsolabile Maddalena di nascondersi nel deserto e alla sorella Marta di formare una comunità di pie donne. Poi promise di essere in spirito sempre con loro. Vidi pure l'arrivo di Simeone. Mancavano dunque solo Filippo e Tommaso. Gli Apostoli ed i discepoli erano arrivati quasi tutti, per lo più stanchissimi. Impugnavano lunghi bastoni ricurvi di diversa foggia e impugnatura, corrispondenti probabilmente al loro rango. Portavano i mantelli di lana bianca rialzati sulla testa come un cappuccio, sotto indossavano lunghe tuniche sacerdotali di lana bianca, aperte dall'alto in basso, ma allacciate con piccoli legacci. Durante i viaggi la tunica era rialzata e collegata alla cintola. Alcuni vi portavano sospesa una borsa. Appena entrati nella casa di Maria, li vidi abbracciare commossi coloro che già vi si trovavano, poi deposero i bastoni, i mantelli, le cinture e le borse, e lasciarono ricadere fino ai piedi la tunica bianca, infine indossarono una lunga cintura ornata di lettere che portavano nelle loro bisacce. Quando furono lavati i loro piedi, si avvicinarono al letto della Santa Vergine e la salutarono rispettosamente. Maria era molto debole ed era in grado di rivolgere loro solo poche parole. Mangiarono pochissimo; il necessario per sostenersi.

Vidi giungere Marco, e quel figlio, o nipote di Simeone, che aveva preparato per Gesù l'ultimo agnello pasquale e aveva presso il tempio l'incarico di vegliare sul bestiame per i sacrifici. Vidi convenute al capezzale di Maria dieci persone. Si celebrò allora il rito sacro vicino all'altare, io vidi alcuni dei nuovi arrivati così pronti ed abbigliati che mi sembrava volessero subito ripartire. Davanti al letto della Santa Vergine stava un piccolo sgabello basso e triangolare, simile a quello su cui Maria aveva ricevuto i doni dei Magi nella Grotta del Presepio. Sullo sgabello vi era una piccola tazza con un cucchiaio di color bruno-trasparente. Dopo il rito vidi Pietro che portava il Santissimo Sacramento alla Madonna; glielo porse in un ostensorio a forma di croce. Gli Apostoli si disposero in due ali, dall'altare fino al suo letto; vidi che si chinarono profondamente al passaggio di Pietro con il Santissimo Sacramento. Dopo questa visione sentii il desiderio di contemplare Gerusalemm:e, ma il pensiero della lunghezza del viaggio mi spaventò. Improvvisamente mi si avvicinarono la Santa Vergine e la martire Susanna, di cui oggi ricorre l'anniversario ed io ne conservo alcune reliquie. La Martire rimase con me tutta la notte e mi parlò facendomi coraggio e dicendomi che voleva accompagnarmi in questo viaggio. Allora io la seguii con lo spirito attraverso mari e paesi lontani, finché fummo a Gerusalemme. Santa Susanna era completamente diversa da me; camminava rapida e leggera, e quando io volevo toccarla non afferravo che uno spazio vuoto. Ogni volta che mi si presentava una visione precisa su Gerusalemme la Santa subito spariva, ma ad ogni passaggio da una visione all'altra mi era sempre vicina e mi confortava.

154 - Gerusalemme all'epoca della morte della Madonna

Arrivai in spirito al monte degli Ulivi e vi trovai tutto cambiato e devastato. La casa presso l'Orto del Getsemani, dove i discepoli si erano trattenuti, era stata demolita ed erano state scavate fosse ed erette mura per rendere impraticabile la via. Vidi il Sepolcro del Signore caduto in rovina ed otturato. Sulla cima della rupe si era incominciato a costruire qualcosa, che pareva un piccolo tempio. Mentre, afflitta, contemplavo la desolazione di quei luoghi, nu apparve il mio Sposo celeste, nelle stesse sembianze in cui era già comparso a Maddalena in quello stesso posto, e mi consolò. Trovai desolato e deserto il monte Calvario: il piccolo poggio superiore sul quale era sorta la Croce, era stato spianato e intorno ad esso erano state scavate fosse e valli cosicché nessuno poteva toccarne la cima. Io però potei arrivarvi e pregai, il Signore mi si avvicinò di nuovo per porgermi conforto. Quando Gesù mi stava vicino, Santa Susanna spariva dal mio fianco. Ebbi allora una visione che rappresentava i miracoli e le guarigioni operate da Cristo nelle vicinanze di Gerusalemme. Mentre pensavo alla grazia concessa specialmente ai sacerdoti di operare guarigioni in nome di Gesù, riflettevo come questa virtù si era recentemente manifestata nel principe di Hohenlohe. Vidi per suo merito guarire molti malati e fra questi anche quelli afflitti dall'ulcera, forse simboli di antiche colpe gravitanti nelle coscienze. Vidi pure altri sacerdoti i quali, nonostante fosse stata concessa simile facoltà terapeutica, per timore degli uomini o per eccessiva modestia non guarirono alcuno. Uno di questi si distinse in modo particolare per la facoltà di guarire l'anima di numerose persone morsa da orribili animali, simboli dei peccati; ma era impedito da ogni specie di ostacoli quando voleva risanare le malattie fisiche.


RIPOSATEVI IN ME A.N.A. 1 9 ottobre 1994

Catalina Rivas

Gesù

Chiedo, dai Miei Altari, a tutti quelli che sono stanchi e affaticati di venire a Me, perché Io li alleggerisca dai loro pesi. Qui, Mi offro di nuovo in sacrificio al Padre per voi; vi nutro con la Mia carne, opero una infinità di prodigi per manifestarmi affinché possiate ricevermi. Avrei forse fatto invano tutto questo?

Il Mio disegno è rimediare ai vostri mali, colmarvi dei Miei tesori: il Mio sangue vi riconcilierà con il Padre e otterrete il perdono dei vostri peccati. La Mia carne curerà tutte le vostre infermità e debolezze spirituali: vi comunicherà la Sua santità che sarà un fiume di grazia, di luce, di amore e di forza che vi servirà da scudo e da difesa contro i vostri nemici e vi condurrà felicemente al porto di salvezza.

Poco tempo fa, vi dissi di fare attenzione a coloro che si presentano con doni speciali. Dovete imparare a guidarvi, a discernere, a studiare le Mie parole.