Liturgia delle Ore - Letture
Domenica della 2° settimana del tempo di Avvento
Vangelo secondo Giovanni 10
1"In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante.2Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore.3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori.4E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce.5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei".6Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.
7Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore.8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo.10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.11Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore.12Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde;13egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,15come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.16E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.17Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo.18Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio".
19Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole.20Molti di essi dicevano: "Ha un demonio ed è fuori di sé; perché lo state ad ascoltare?".21Altri invece dicevano: "Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi dei ciechi?".
22Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno.23Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone.24Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: "Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente".25Gesù rispose loro: "Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza;26ma voi non credete, perché non siete mie pecore.27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.28Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano.29Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio.30Io e il Padre siamo una cosa sola".
31I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.32Gesù rispose loro: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?".33Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio".34Rispose loro Gesù: "Non è forse scritto nella vostra Legge: 'Io ho detto: voi siete dèi'?35Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata),36a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?37Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi;38ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre".39Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
40Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò.41Molti andarono da lui e dicevano: "Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero".42E in quel luogo molti credettero in lui.
Rut 3
1Noemi, sua suocera, le disse: "Figlia mia, non devo io cercarti una sistemazione, così che tu sia felice?2Ora, Booz, con le cui giovani tu sei stata, non è nostro parente? Ecco, questa sera deve ventilare l'orzo sull'aia.3Su dunque, profumati, avvolgiti nel tuo manto e scendi all'aia; ma non ti far riconoscere da lui, prima che egli abbia finito di mangiare e di bere.4Quando andrà a dormire, osserva il luogo dove egli dorme; poi va', alzagli la coperta dalla parte dei piedi e mettiti lì a giacere; ti dirà lui ciò che dovrai fare".5Rut le rispose: "Farò quanto dici".6Scese all'aia e fece quanto la suocera le aveva ordinato.7Booz mangiò, bevve e aprì il cuore alla gioia; poi andò a dormire accanto al mucchio d'orzo. Allora essa venne pian piano, gli alzò la coperta dalla parte dei piedi e si coricò.8Verso mezzanotte quell'uomo si svegliò, con un brivido, si guardò attorno ed ecco una donna gli giaceva ai piedi.9Le disse: "Chi sei?". Rispose: "Sono Rut, tua serva; stendi il lembo del tuo mantello sulla tua serva, perché tu hai il diritto di riscatto".10Le disse: "Sii benedetta dal Signore, figlia mia! Questo tuo secondo atto di bontà è migliore anche del primo, perché non sei andata in cerca di uomini giovani, poveri o ricchi.11Ora non temere, figlia mia; io farò per te quanto dici, perché tutti i miei concittadini sanno che sei una donna virtuosa.12Ora io sono tuo parente, ma ce n'è un altro che è parente più stretto di me.13Passa qui la notte e domani mattina se quegli vorrà sposarti, va bene, ti prenda; ma se non gli piacerà, ti prenderò io, per la vita del Signore! Sta' tranquilla fino al mattino".14Rimase coricata ai suoi piedi fino alla mattina. Poi Booz si alzò prima che un uomo possa distinguere un altro, perché diceva: "Nessuno sappia che questa donna è venuta sull'aia!".15Poi aggiunse: "Apri il mantello che hai addosso e tienilo con le due mani". Essa lo tenne ed egli vi versò dentro sei misure d'orzo e glielo pose sulle spalle.
Rut rientrò in città16e venne dalla suocera, che le disse: "Come è andata, figlia mia?". Essa le raccontò quanto quell'uomo aveva fatto per lei.17Aggiunse: "Mi ha anche dato sei misure di orzo; perché mi ha detto: Non devi tornare da tua suocera a mani vuote".18Noemi disse: "Sta' quieta, figlia mia, finché tu sappia come la cosa si concluderà; certo quest'uomo non si darà pace finché non abbia concluso oggi stesso questa faccenda".
Proverbi 8
1La Sapienza forse non chiama
e la prudenza non fa udir la voce?
2In cima alle alture, lungo la via,
nei crocicchi delle strade essa si è posta,
3presso le porte, all'ingresso della città,
sulle soglie degli usci essa esclama:
4"A voi, uomini, io mi rivolgo,
ai figli dell'uomo è diretta la mia voce.
5Imparate, inesperti, la prudenza
e voi, stolti, fatevi assennati.
6Ascoltate, perché dirò cose elevate,
dalle mie labbra usciranno sentenze giuste,
7perché la mia bocca proclama la verità
e abominio per le mie labbra è l'empietà.
8Tutte le parole della mia bocca sono giuste;
niente vi è in esse di fallace o perverso;
9tutte sono leali per chi le comprende
e rette per chi possiede la scienza.
10Accettate la mia istruzione e non l'argento,
la scienza anziché l'oro fino,
11perché la scienza vale più delle perle
e nessuna cosa preziosa l'uguaglia".
12Io, la Sapienza, possiedo la prudenza
e ho la scienza e la riflessione.
13Temere il Signore è odiare il male:
io detesto la superbia, l'arroganza,
la cattiva condotta e la bocca perversa.
14A me appartiene il consiglio e il buon senso,
io sono l'intelligenza, a me appartiene la potenza.
15Per mezzo mio regnano i re
e i magistrati emettono giusti decreti;
16per mezzo mio i capi comandano
e i grandi governano con giustizia.
17Io amo coloro che mi amano
e quelli che mi cercano mi troveranno.
18Presso di me c'è ricchezza e onore,
sicuro benessere ed equità.
19Il mio frutto val più dell'oro, dell'oro fino,
il mio provento più dell'argento scelto.
20Io cammino sulla via della giustizia
e per i sentieri dell'equità,
21per dotare di beni quanti mi amano
e riempire i loro forzieri.
22Il Signore mi ha creato all'inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, fin d'allora.
23Dall'eternità sono stata costituita,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
24Quando non esistevano gli abissi, io fui generata;
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua;
25prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io sono stata generata.
26Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi,
né le prime zolle del mondo;
27quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull'abisso;
28quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell'abisso;
29quando stabiliva al mare i suoi limiti,
sicché le acque non ne oltrepassassero la spiaggia;
quando disponeva le fondamenta della terra,
30allora io ero con lui come architetto
ed ero la sua delizia ogni giorno,
dilettandomi davanti a lui in ogni istante;
31dilettandomi sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo.
32Ora, figli, ascoltatemi:
beati quelli che seguono le mie vie!
33Ascoltate l'esortazione e siate saggi,
non trascuratela!
34Beato l'uomo che mi ascolta,
vegliando ogni giorno alle mie porte,
per custodire attentamente la soglia.
35Infatti, chi trova me trova la vita,
e ottiene favore dal Signore;
36ma chi pecca contro di me, danneggia se stesso;
quanti mi odiano amano la morte".
Salmi 18
1'Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il Signore lo liberò dal potere di tutti i suoi nemici,2 e dalla mano di Saul. Disse dunque:'
Ti amo, Signore, mia forza,
3Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
4Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
5Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti impetuosi;
6già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali.
7Nel mio affanno invocai il Signore,
nell'angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio grido.
8La terra tremò e si scosse;
vacillarono le fondamenta dei monti,
si scossero perché egli era sdegnato.
9Dalle sue narici saliva fumo,
dalla sua bocca un fuoco divorante;
da lui sprizzavano carboni ardenti.
10Abbassò i cieli e discese,
fosca caligine sotto i suoi piedi.
11Cavalcava un cherubino e volava,
si librava sulle ali del vento.
12Si avvolgeva di tenebre come di velo,
acque oscure e dense nubi lo coprivano.
13Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi
con grandine e carboni ardenti.
14Il Signore tuonò dal cielo,
l'Altissimo fece udire la sua voce:
grandine e carboni ardenti.
15Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgori e li sconfisse.
16Allora apparve il fondo del mare,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la tua minaccia, Signore,
per lo spirare del tuo furore.
17Stese la mano dall'alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque,
18mi liberò da nemici potenti,
da coloro che mi odiavano
ed eran più forti di me.
19Mi assalirono nel giorno di sventura,
ma il Signore fu mio sostegno;
20mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.
21Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l'innocenza delle mie mani;
22perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato empiamente il mio Dio.
23I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
24ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
25Il Signore mi rende secondo la mia giustizia,
secondo l'innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.
26Con l'uomo buono tu sei buono
con l'uomo integro tu sei integro,
27con l'uomo puro tu sei puro,
con il perverso tu sei astuto.
28Perché tu salvi il popolo degli umili,
ma abbassi gli occhi dei superbi.
29Tu, Signore, sei luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.
30Con te mi lancerò contro le schiere,
con il mio Dio scavalcherò le mura.
31La via di Dio è diritta,
la parola del Signore è provata al fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
32Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è rupe, se non il nostro Dio?
33Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino;
34mi ha dato agilità come di cerve,
sulle alture mi ha fatto stare saldo;
35ha addestrato le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tender l'arco di bronzo.
36Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,
la tua destra mi ha sostenuto,
la tua bontà mi ha fatto crescere.
37Hai spianato la via ai miei passi,
i miei piedi non hanno vacillato.
38Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti,
non sono tornato senza averli annientati.
39Li ho colpiti e non si sono rialzati,
sono caduti sotto i miei piedi.
40Tu mi hai cinto di forza per la guerra,
hai piegato sotto di me gli avversari.
41Dei nemici mi hai mostrato le spalle,
hai disperso quanti mi odiavano.
42Hanno gridato e nessuno li ha salvati,
al Signore, ma non ha risposto.
43Come polvere al vento li ho dispersi,
calpestati come fango delle strade.
44Mi hai scampato dal popolo in rivolta,
mi hai posto a capo delle nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito;
45all'udirmi, subito mi obbedivano,
stranieri cercavano il mio favore,
46impallidivano uomini stranieri
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.
47Viva il Signore e benedetta la mia rupe,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
48Dio, tu mi accordi la rivincita
e sottometti i popoli al mio giogo,
49mi scampi dai nemici furenti,
dei miei avversari mi fai trionfare
e mi liberi dall'uomo violento.
50Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli
e canterò inni di gioia al tuo nome.
51Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre.
Isaia 48
1Ascoltate ciò, casa di Giacobbe,
voi che siete chiamati Israele
e che traete origine dalla stirpe di Giuda,
voi che giurate nel nome del Signore
e invocate il Dio di Israele,
ma senza sincerità e senza rettitudine,
2poiché prendete il nome dalla città santa
e vi appoggiate sul Dio di Israele
che si chiama Signore degli eserciti.
3Io avevo annunziato da tempo le cose passate,
erano uscite dalla mia bocca, le avevo fatte udire.
D'improvviso io ho agito e sono accadute.
4Poiché sapevo che tu sei ostinato
e che la tua nuca è una sbarra di ferro
e la tua fronte è di bronzo,
5io te le annunziai da tempo,
prima che avvenissero te le feci udire,
per timore che dicessi: "Il mio idolo le ha fatte,
la mia statua e il dio da me fuso le hanno ordinate".
6Tutto questo hai udito e visto;
non vorresti testimoniarlo?
Ora ti faccio udire cose nuove
e segrete che tu nemmeno sospetti.
7Ora sono create e non da tempo;
prima di oggi tu non le avevi udite,
perché tu non dicessi: "Già lo sapevo".
8No, tu non le avevi mai udite né sapute
né il tuo orecchio era già aperto da allora
poiché io sapevo che sei davvero perfido
e che ti si chiama sleale fin dal seno materno.
9Per il mio nome rinvierò il mio sdegno,
per il mio onore lo frenerò a tuo riguardo,
per non annientarti.
10Ecco, ti ho purificato per me come argento,
ti ho provato nel crogiuolo dell'afflizione.
11Per riguardo a me, per riguardo a me lo faccio;
come potrei lasciar profanare il mio nome?
Non cederò ad altri la mia gloria.
12Ascoltami, Giacobbe,
Israele che ho chiamato:
Sono io, io solo, il primo
e anche l'ultimo.
13Sì, la mia mano ha posto le fondamenta della terra,
la mia destra ha disteso i cieli.
Quando io li chiamo,
tutti insieme si presentano.
14Radunatevi, tutti voi, e ascoltatemi.
Chi di essi ha predetto tali cose?
Uno che io amo compirà il mio volere
su Babilonia e, con il suo braccio, sui Caldei.
15Io, io ho parlato; io l'ho chiamato,
l'ho fatto venire e ho dato successo alle sue imprese.
16Avvicinatevi a me per udire questo.
Fin dal principio non ho parlato in segreto;
dal momento in cui questo è avvenuto io sono là.
Ora il Signore Dio
ha mandato me insieme con il suo spirito.
17Dice il Signore tuo redentore,
il Santo di Israele:
"Io sono il Signore tuo Dio
che ti insegno per il tuo bene,
che ti guido per la strada su cui devi andare.
18Se avessi prestato attenzione ai miei comandi,
il tuo benessere sarebbe come un fiume,
la tua giustizia come le onde del mare.
19La tua discendenza sarebbe come la sabbia
e i nati dalle tue viscere come i granelli d'arena;
non sarebbe mai radiato né cancellato
il tuo nome davanti a me".
20Uscite da Babilonia,
fuggite dai Caldei;
annunziatelo con voce di gioia,
diffondetelo,
fatelo giungere fino all'estremità della terra.
Dite: "Il Signore ha riscattato
il suo servo Giacobbe".
21Non soffrono la sete
mentre li conduce per deserti;
acqua dalla roccia egli fa scaturire per essi;
spacca la roccia,
sgorgano le acque.
22Non c'è pace per i malvagi, dice il Signore.
Lettera ai Galati 3
1O stolti Gàlati, chi mai vi ha ammaliati, proprio voi agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso?2Questo solo io vorrei sapere da voi: è per le opere della legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver creduto alla predicazione?3Siete così privi d'intelligenza che, dopo aver incominciato con lo Spirito, ora volete finire con la carne?4Tante esperienze le avete fatte invano? Se almeno fosse invano!5Colui che dunque vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della legge o perché avete creduto alla predicazione?
6Fu così che Abramo 'ebbe fede in Dio e gli fu accreditato come giustizia'.7Sappiate dunque che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede.8E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato i pagani per la fede, preannunziò ad Abramo questo lieto annunzio: 'In te saranno benedette tutte le genti'.9Di conseguenza, quelli che hanno la fede vengono benedetti insieme ad Abramo che credette.10Quelli invece che si richiamano alle opere della legge, stanno sotto la maledizione, poiché sta scritto: 'Maledetto chiunque non rimane fedele a tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle'.11E che nessuno possa giustificarsi davanti a Dio per la legge risulta dal fatto che 'il giusto vivrà in virtù della fede'.12Ora la legge non si basa sulla fede; al contrario dice che 'chi praticherà queste cose, vivrà per esse'.13Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: 'Maledetto chi pende dal legno',14perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede.
15Fratelli, ecco, vi faccio un esempio comune: un testamento legittimo, pur essendo solo un atto umano, nessuno lo dichiara nullo o vi aggiunge qualche cosa.16Ora è appunto ad Abramo e alla sua discendenza che furon fatte le promesse. Non dice la Scrittura: "e ai tuoi discendenti", come se si trattasse di molti, ma 'e alla tua discendenza', come a uno solo, cioè Cristo.17Ora io dico: un testamento stabilito in precedenza da Dio stesso, non può dichiararlo nullo una legge che è venuta quattrocentotrenta anni dopo, annullando così la promessa.18Se infatti l'eredità si ottenesse in base alla legge, non sarebbe più in base alla promessa; Dio invece concesse il suo favore ad Abramo mediante la promessa.
19Perché allora la legge? Essa fu aggiunta per le trasgressioni, fino alla venuta della 'discendenza' per la quale era stata fatta la promessa, e fu promulgata per mezzo di angeli attraverso un mediatore.20Ora non si dà mediatore per una sola persona e Dio è uno solo.21La legge è dunque contro le promesse di Dio? Impossibile! Se infatti fosse stata data una legge capace di conferire la vita, la giustificazione scaturirebbe davvero dalla legge;22la Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché ai credenti la promessa venisse data in virtù della fede in Gesù Cristo.
23Prima però che venisse la fede, noi eravamo rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata.24Così la legge è per noi come un pedagogo che ci ha condotto a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede.25Ma appena è giunta la fede, noi non siamo più sotto un pedagogo.26Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù,27poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo.28Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.29E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.
Capitolo XXVI: L’eccelsa libertà dello spirito, frutto dell’umile preghiera più che dello studio
Leggilo nella Biblioteca1. O Signore, questo è il compito di chi vuole essere perfetto: non staccarsi mai spiritualmente dal tendere alle cose celesti e passare tra le molte preoccupazioni quasi senza affanno. E ciò non già per storditezza, ma per quel tal privilegio, proprio di uno spirito libero, di non essere attaccato ad alcuna cosa creata, con un affetto che sia contrario al volere di Dio. Ti scongiuro, o mio Dio pieno di misericordia, tienimi lontano dalle preoccupazioni di questa vita, così che esse non mi siano di troppo impaccio; tienimi lontano dalle molte esigenze materiali, così che io non sia prigioniero del piacere; tienimi lontano da tutto quanto è di ostacolo all'anima, così che io non finisca schiacciato da queste difficoltà. E non voglio dire che tu mi tenga lontano soltanto dalle cose che la vanità di questo mondo brama con pieno ardore; ma da tutte quelle miserie che, a causa della comune maledizione dell'umanità, gravano dolorosamente sull'anima del tuo servo, impedendole di accedere, a sua voglia, alla libertà dello spirito.
2. O mio Dio, dolcezza ineffabile, muta in amarezza per me ogni piacere terrestre: esso mi distoglie dall'amare le cose eterne e mi avvince tristemente a sé, facendomi balenare qualcosa che, al momento, appare buono e gradito. O mio Dio, non sia più forte di me la carne, non sia più forte di me il sangue; non mi inganni il mondo, con la sua gloria passeggera; non mi vinca il diavolo, con la sua astuzia. Dammi fortezza a resistere, pazienza a sopportare, costanza a perseverare. In luogo di tutte le consolazioni del mondo, dammi la dolcissima unzione del tuo spirito; in luogo dell'attaccamento alle cose della terra, infondi in me l'amore della tua gloria. Ecco, per uno spirito fervoroso sono ben pesanti e cibo e bevanda e vestito e tutte le altre cose utili a sostenere il corpo. Di queste cose utili fa' che io usi moderatamente, senza attaccarmi ad esse con desiderio eccessivo. Abbandonare tutto non si può, perché alla natura si deve pur dare sostentamento; ma la santa legge di Dio vieta di cercare le cose superflue e quelle che danno maggiormente piacere. Diversamente la carne si porrebbe sfacciatamente contro lo spirito. Tra questi due estremi, mi regga la tua mano, o Signore, te ne prego; e mi guidi, per evitare ogni eccesso.
DISCORSO 289 NEL NATALE DI GIOVANNI BATTISTA
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaNon senza ragione tanto straordinario e tanto sublime l'evento della nascita di Giovanni.
1. La ragione della nostra assemblea celebrativa è il Natale di Giovanni Battista; con la lettura del Vangelo abbiamo ascoltato del concepimento e della nascita di lui, che furono prodigiosi. Grande mistero, fratelli miei: la madre di Giovanni era sterile e anziana, vecchio il padre, in entrambi non c'era affatto speranza di prole. Ma, poiché nulla è impossibile a Dio, venne promesso un figlio a quello che era diffidente. Il padre, cui venne meno la fede, fu privato della voce; infatti era già stato scritto: Ho creduto, perciò ho parlato 1. Non credette e rimase muto. Frattanto, anche una vergine concepì, anche questo prodigio sublime e assai più eccellente. La sterile concepisce l'araldo, la vergine il giudice. Giovanni dall'uomo e dalla donna, Cristo solo dalla donna. Forse Giovanni va paragonato a Cristo? Lungi da noi. Non senza ragione tuttavia un uomo così degno venne a precedere chi è così grande. Se infatti lo stesso Signore nostro Dio se ne degnasse e concedesse efficacia al mio sforzo da poter rendere a parole ciò che intendo, né la mia pochezza resterebbe trascurata, né la vostra attesa defraudata. D'altra parte, se non sarò perfettamente in grado di esprimere ciò che intendo, il Signore nostro Dio infonderà nei vostri cuori quello che mi avrà sottratto forse a causa della mia debolezza. Ho fatto questa premessa proprio in quanto io so quello che vorrei dire e che voi ignorate; e, da parte mia, ho già coscienza di quella che è la difficoltà della spiegazione. Del resto, era necessario parteciparvelo, affinché, facendo vostra questa intenzione, possiate pregare per noi.
Giovanni soltanto uomo. Cristo uomo e Dio.
2. Un uomo fu concepito da Elisabetta, un uomo da Maria: Elisabetta madre di Giovanni, Maria madre di Cristo; ma Elisabetta di un uomo, Maria di Dio-uomo. È un evento singolare il fatto che una creatura abbia potuto concepire il Creatore. Che c'è dunque da capire, fratelli miei, se non che dalla sola madre si procurò la carne, Colui che creò il primo uomo senza padre e senza madre? Quella prima nostra rovina si verificò quando la donna, per la quale perdemmo la vita, concepì in cuore i veleni del serpente. Il serpente indusse a peccare infatti, e il cattivo consigliere venne accettato. Se la nostra prima rovina avvenne quando la donna ricevette in cuore i veleni del serpente, non c'è da meravigliarsi se la nostra salvezza si attuò quando la donna concepì in seno la carne dell'Onnipotente. L'uno e l'altro sesso era decaduto, l'uno e l'altro sesso doveva essere ricostituito. Per la donna eravamo stati condannati alla morte, per la donna ci è stata ridonata la salvezza.
Uomo così eccellente Giovanni da essere ritenuto il Cristo. Giovanni testimone di se stesso e di Cristo.
3. Che intenzioni ha Giovanni? A che scopo il suo interporsi? Perché mandato avanti? Dirò se mi sarà possibile. Nostro Signore Gesù Cristo disse di Giovanni: Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista 2. Giovanni, in quanto uomo, venendo paragonato agli uomini, risulta superiore a tutti, al di sopra di lui non c'è che Dio uomo. Giovanni fu inviato a precedere il Signore. Tanta era in lui la superiorità, tanta la grazia, da essere ritenuto, lui, il Cristo. I Giudei, infatti, attendevano il Cristo; poiché, anche negli stessi Profeti, che pure quelli conobbero, venne preannunciato il Cristo. Assente lo attendevano, presente lo uccisero: per il fatto di non riconoscerlo, essi si perdettero ed egli rimase. Però non si perdettero tutti, anzi, molti Giudei giunsero alla fede. Perché Cristo era atteso, dovete quindi notare la grandezza di Giovanni: infatti, avvertendo in lui tanta grazia, poiché battezzava nella penitenza e preparava la via al Signore, inviato avanti, quasi in funzione di agrimensore, i Giudei lo fecero interrogare e gli fu detto: Tu chi sei? Sei forse Elia o un profeta? oppure sei il Cristo? Rispose: Non sono il Cristo, né Elia, né un profeta Dicono: Chi sei allora? Dice: Io sono voce di uno che grida nel deserto 3. Rispose Giovanni ai Giudei che volevano sapere chi fosse ed erano già sul punto di ritenerlo il Cristo: Io sono la voce di uno che grida nel deserto. Se siete stati attenti, avete ascoltato la lettura profetica che dapprima è stata proclamata. Vi è stato scritto: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via al Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Ogni valle sarà colmata ed ogni monte e colle sarà abbassato, anche le vie tortuose saranno diritte e quelle scoscese in pianure; ed ogni uomo vedrà la salvezza di Dio 4. Quindi il Signore disse con il Profeta: Grida, ed io risposi: Che dovrò gridare? 5 Ed ivi il Signore con il Profeta: Ogni uomo è come l'erba e tutta la sua gloria come un fiore del campo: secca l'erba e appassisce il fiore, ma la parola del Signore dura sempre 6. Giovanni disse: Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via al Signore: vale a dire: Dal Profeta è stato predetto di me che sarei stato uno che grida nel deserto. Tocca, dunque, a Giovanni dire: Ogni uomo è come l'erba e tutta la sua gloria come un fiore del campo: secca l'erba e appassisce il fiore; ma la parola del Signore dura sempre. Il Verbo è concepito nel seno di una vergine; nel deserto, una voce grida il Verbo. A meno che la voce non sia parola, è rumore casuale all'orecchio; essa infatti non si potrebbe dire a caso. Ogni parola è voce, non ogni voce è parola. Se un uomo a bocca aperta grida quanto può, è voce, non è parola. Qual è, invece, la voce che è detta parola? Quella che ha qualcosa di intelligibile, una voce significante è parola. Ma ecco non risuona ancora, voglio dire qualcosa, è già parola dentro di me. La parola è nell'intimo e la voce non è ancora nella bocca. Pertanto, vi può essere parola senza voce e vi può essere voce senza parola. Aggiungi la voce alla parola e la parola viene fuori a farsi conoscere. Chi è Cristo in Maria? Parola occulta. La voce fu inviata prima perché precedesse la parola; chi è Giovanni? Voce di uno che grida nel deserto. Chi è Cristo? In principio era il Verbo. 7 Chi sei tu, voce? Chi sei tu, uomo? Ogni uomo è come l'erba e tutta la sua gloria come un fiore del campo: secca l'erba e appassisce il fiore; ma la parola del Signore dura sempre. Sostieniti alla Parola; per te infatti la Parola prese su di sé l'erba. Cristo Parola incarnata. Ma ogni uomo è come l'erba e tutta la sua gloria come un fiore del campo: disprezziamo le cose presenti, poniamo la nostra speranza nelle realtà future. Ogni valle sarà colmata, ogni umiltà sarà esaltata: ed ogni monte ed ogni colle sarà abbassato, ogni superbia sarà atterrata. Demolisci i monti, colma le valli e ne risulta il livellamento del campo. Di tra il fiore del campo dammi i ricchi e i privilegiati: siano proprio essi ad ascoltare: Dio resiste ai superbi, dà invece la grazia agli umili 8. Dammi i poveri senza speranza, consapevoli della loro miseria; non disperino, credano in Colui che è venuto per tutti. Questi siano esaltati, quelli siano abbassati. Venendo, egli trovi il campo in modo che non vi sia pietra ove inciampare. Perciò diceva appunto lo stesso Giovanni: Preparate la via al Signore; non a me, ma al Signore; sono il suo inviato, non che io sia lui.
Giovanni si guarda da una superba appropriazione del nome di Cristo.
4. Ma i Giudei dicono: Sei forse tu il Cristo? 9 Questi, se non fosse stato la valle da colmare, ma il monte da abbassare, aveva trovato l'occasione per illudere. Quelli infatti erano desiderosi di ascoltare da lui ciò che credevano. Giacché ne ammiravano tanto la grazia che avrebbero senz'altro creduto ciò che avesse detto. Ecco, aveva trovato l'occasione di illudere il genere umano: Se avesse detto: Io sono il Cristo, gli avrebbero creduto. Se si fosse vantato dell'identità altrui, avrebbe perduto il valore personale. Se si fosse esibito come Cristo, non è vero che avrebbe potuto rispondersi: Perché monti in superbia? Ogni uomo è come l'erba e tutta la sua gloria come un fiore del campo: secca l'erba e appassisce il fiore 10. Vedi di comprendere quel che dura sempre: Ma la parola del Signore dura sempre 11. Riconobbe se stesso: giustamente il Signore lo chiamò lucerna. Così dice il Signore di Giovanni: Egli era una lucerna che arde e risplende e voi avete voluto solo per un momento godere alla sua luce 12. D'altra parte, l'evangelista Giovanni che cosa dice di lui? Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni: egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce; egli non era la luce 13. Chi? Giovanni Battista. Chi lo dice? Giovanni evangelista: Egli non era la luce, ma doveva rendere testimonianza alla luce. Tu dici: Egli non era la luce di chi la stessa Luce afferma: Egli era una lucerna che arde e risplende. Ma ho capito, dice, di quale luce devo parlare; ho capito che, a confronto della luce di lui, una lucerna non è la luce. Ascolta quel che segue: Egli era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo 14. Giovanni non illumina ogni uomo, Cristo illumina ogni uomo. E Giovanni si riconobbe una lucerna che non deve essere spenta dal vento della superbia. E si può accendere una lucerna e si può spegnere. La Parola di Dio non può estinguersi, la lucerna può sempre estinguersi.
Il più grande degli uomini Giovanni il precursore perché il Cristo sia riconosciuto più che uomo.
5. Il più grande degli uomini fu dunque inviato a rendere testimonianza a Colui che era più che uomo. Infatti, poiché Giovanni, più grande del quale nessuno è sorto tra i nati di donna, afferma: Io non sono il Cristo, e si riconosce inferiore a Cristo, si deve pensare a qualcosa di più che l'uomo. Evidentemente, se consideri Giovanni il più grande degli uomini, Cristo è più che uomo: abbi un tale concetto del precursore per conoscere il giudice; ascolta l'araldo in modo che tu possa temere il giudice. Fu mandato, preannunziò che sarebbe venuto. E quale testimonianza rese Giovanni al Cristo? Ascolta quale: Io non sono degno di sciogliere il legaccio del suo sandalo 15. Hai compreso, o uomo, come regolarti? Chiunque si umilia sarà esaltato 16. Che dire allora del Cristo? Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto 17. Che vuol dire noi tutti? I Patriarchi, quindi, e i Profeti e i santi Apostoli, o mandati prima dell'incarnazione o inviati da lui, incarnato, noi tutti abbiamo ricevuto dalla sua pienezza. Noi siamo i vasi, egli è la sorgente. Perciò, fratelli miei, se abbiamo compreso il mistero, Giovanni è uomo, Cristo è Dio: si umili l'uomo ed è glorificato Dio. Affinché l'uomo sia umile, Giovanni è nato nel giorno in cui comincia a ridursi la durata della luce solare. Al fine della gloria di Dio, Cristo è nato nel giorno in cui la luce solare va crescendo in durata. Grande mistero. Ecco perché celebriamo il Natale di Giovanni, come quello di Cristo, in quanto questa stessa nascita è piena di mistero. Di quale mistero? Del mistero della nostra elevazione. Nell'uomo rendiamoci piccoli, in Dio eleviamoci. Per essere esaltati in lui, quanto a noi, vediamo di essere umili. Il mistero di questa così grande realtà si compì nella passione dell'uno e dell'altro. Perché l'uomo si umiliasse, Giovanni perdette il capo: perché Dio venisse glorificato, Cristo fu elevato sulla croce. Giovanni fu inviato a questo scopo: perché lo imitassimo e ci sostenessimo alla Parola. Per quanto la superbia umana voglia vantarsi di qualsivoglia preminenza in santità, chi sarà quale è Giovanni? Chiunque tu sia che ti consideri grande, non sarai quel che è Giovanni. Non era ancora nato e, già esultando nel seno materno, annunziava il Signore venturo. Che più eccelso di tale santità? Imita, ascolta quel che può dire di Cristo: Noi abbiamo ricevuto dalla sua pienezza. La lucerna nella notte ti mostra la fonte; da essa anche lui ha bevuto: Noi tutti infatti - dice - abbiamo ricevuto dalla sua pienezza. Noi tutti: Egli la sorgente, noi i vasi; egli il giorno, noi le lucerne. Grande la debolezza degli uomini: cerchiamo il giorno per mezzo della lucerna.
Non solo Giovanni, ma anche gli Apostoli sono delle lucerne. La croce di Cristo candelabro per la lucerna.
6. Ma anche gli Apostoli, fratelli miei, sono le lucerne del giorno, non pensate che il solo Giovanni sia lucerna e non lo siano gli Apostoli. Disse loro il Signore: Voi siete la luce del mondo 18. E perché non si ritenessero luce quale egli fu chiamato luce e del quale fu detto: Era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo 19, subito dopo fece loro capire che egli era la luce vera. Avendo detto: Voi siete la luce del mondo, proseguì col dire: Nessuno accende una lucerna e la pone sotto il moggio 20. Dicendo di voi che siete luce, ho inteso dire di voi che siete lucerne, a evitare che la fiammella si spenga, non lasciatevi prendere da esaltazione nella vostra superbia. Non vi pongo sotto il moggio, ma per darvi modo di irradiare luce, sarete sul candelabro. Qual è il candelabro della lucerna? State a sentire qual è: siate lucerne e avrete il candelabro. La croce di Cristo è il grande candelabro. Chi vuol dare luce non arrossisca del candelabro di legno. Ascolta e capirai che la croce di Cristo è candelabro: Nessuno accende la lucerna e la pone sotto il moggio, ma sul candelabro, perché faccia luce a tutti coloro che sono nella casa. Così risplenda la vostra lucerna davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e diano gloria: non nel senso del tuo desiderio di essere glorificato, per cui tendi a spegnerti: diano gloria al Padre vostro che è nei cieli 21. Diano gloria al Padre vostro attraverso le opere buone. Non avete potuto accendervi da voi per poter essere lucerne, non avete potuto porvi sul candelabro: a Colui che ve lo ha concesso vada la gloria. Ascolta perciò l'apostolo Paolo, ascolta la lucerna che si rallegra sul candelabro. Quanto a me invece egli afferma (gridano quanti hanno capito quel che segue) Quanto a me invece: che cosa a te, invece? Non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo 22. Mi vanto sul candelabro: se il candelabro dovesse sottrarsi, io cado. Non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per il quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo 23. Avete lodato e applaudito. Sia crocifisso per voi il mondo, crocifiggetevi voi per il mondo. Che vuol dire questo? Non dovete attendervi la felicità dal mondo: tenetevi lontani dalla felicità del mondo. Il mondo lusinga, ci si guardi dal corruttore: il mondo minaccia, non si tema l'aggressore. Se i beni del mondo non ti avranno corrotto, se non ti avranno corrotto i mali del mondo, il mondo è crocifisso per te, tu sei crocifisso al mondo. Gloriati sul candelabro: sul candelabro conserva sempre l'umiltà, o lucerna, per avere sempre luminosità: fa' attenzione a non spegnerti a causa della superbia. Custodisci ciò che sei stato fatto per gloriarti di Colui che ti ha fatto. Infine, che eri tu, uomo? Come uomo, rifletti chi sei per nascita; anche se di nobile stirpe, nudo sei nato. Cos'è la nobiltà? La nascita del povero e del ricco è nudità uguale. Forse perché sei di nobile nascita vivi per quanto ti pare? Sei venuto al mondo senza saperlo, ne esci senza volerlo. In breve, guardiamo all'interno dei sepolcri e vediamo di riconoscere le ossa dei ricchi.
1 - Sal 115, 10.
2 - Mt 11, 11.
3 - Gv 1, 21-23.
4 - Is 40, 3-5.
5 - Is 40, 6.
6 - Is 40, 6-8.
7 - Gv 1, 1.
8 - Gc 4, 6.
9 - Gv 1, 21.
10 - Is 40, 8.
11 - Is 40, 8.
12 - Gv 5, 35.
13 - Gv 1, 6-8.
14 - Gv 1, 9.
15 - Gv 1, 27.
16 - Lc 14, 11.
17 - Gv 1, 16.
18 - Mt 5, 14.
19 - Gv 1, 9.
20 - Mt 5, 14.
21 - Mt 5, 14-16.
22 - Gal 6, 14.
23 - Gal 6, 14.
Capitolo LIX: Porre ogni nostra speranza e ogni fiducia soltanto in Dio
Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca1. O Signore, che cosa è mai la fiducia che ho in questa vita. Quale è il mio più grande conforto, tra tutte le cose che si vedono sotto il cielo? Non sei forse tu, o Signore, mio Dio di infinita misericordia? Dove mai ho avuto bene, senza di te; quando mai ho avuto male con te? Voglio essere povero per te, piuttosto che ricco senza di te; voglio restare pellegrino su questa terra, con te, piuttosto che possedere il cielo, senza di te. Giacché dove sei tu, là è cielo; e dove tu non sei, là è morte ed inferno. Sei tu il mio desiderio ultimo; perciò io ti debbo seguire, con gemiti e lacrime ed alte, commosse preghiere. In una parola, non posso avere piena fiducia in alcuno che mi venga in aiuto nelle varie necessità, fuori che in te soltanto, mio Dio. "La mia speranza" e la mia fiducia sei tu (Sal 141,6); tu, il mio consolatore, il più fedele in ogni momento. "Ognuno va cercando ciò che a lui giova" (Fil 2,21); e tu, o Dio, ti prefiggi soltanto la mia salvezza e tutto volgi in bene per me. Pur quando mi esponi a varie tentazioni e avversità, tutto questo tu lo vuoi per il mio bene, giacché quelli che tu ami usi metterli in vario modo alla prova; e in questa prova io debbo amare e ringraziare, non meno che quando tu mi colmi di celesti consolazioni.
2. In te, dunque, o Signore Dio, ripongo tutta la mia speranza; in te cerco il mio rifugio; in te rimetto tutte le mie tribolazioni e le mie difficoltà, ché tutto trovo debole e insicuro ciò che io vedo fuori di te. Non mi gioveranno, infatti, i molti amici; non mi saranno di aiuto coloro che vengono a soccorrermi, per quanto forti; non mi potranno dare un parere utile i prudenti, per quanto saggi; non mi potranno dare conforto i libri dei sapienti; non ci sarà una preziosa ricchezza che mi possa dare libertà; non ci sarà un luogo ameno e raccolto che mi possa dare sicurezza, se non sarai presente tu ad aiutarmi, a confortarmi, a consolarmi; se non sarai presente tu ad ammaestrarmi e a proteggermi. In verità, tutte le cose che sembrano fatte per dare pace e felicità non sono nulla e non danno realmente felicità alcuna, se non ci sei tu. Tu sei, dunque, l'ultimo termine di ogni bene, il supremo senso della vita, la massima profondità di ogni parola. Sperare in te sopra ogni cosa è il maggior conforto di chi si è posto al tuo servizio. "A te sono rivolti i miei occhi (Sal 140,80); in te confido, o mio Dio (Sal 24,1s), padre di misericordia" (2Cor 1,3). Benedici e santifica, con la tua celeste benedizione, l'anima mia, affinché essa sia fatta tua santa dimora e sede della eterna gloria; e nulla si trovi in questo tempio della tua grandezza, che offenda l'occhio della tua maestà. Guarda a me, nella tua immensa bontà e nell'abbondanza della tua misericordia; ascolta la preghiera del tuo servo, che va peregrinando in questa terra oscura di morte. Proteggi e custodisci l'anima di questo tuo piccolo servo, nei tanti pericoli della vita di quaggiù; dirigila con la tua grazia per la via della pace, alla patria della eterna luce. Amen.
O Gesù, mantieni chiuse le porte dell'inferno!
Beata Alexandrina Maria da Costa
- Ho sete, ho sete, figlia mia, ho sette di amore. Le anime non
conoscono la mia follia d'amore, mia colomba bella. Sono sempre pronto
a riceverle. Do’ loro, offro loro il mio Cuore e voglio ospitarvele,
voglio possederle. - - Gesù, Gesù, sento le tue ansie; vedo il tuo
divin Cuore aperto. È stato l'amore che Ti ha lasciato ferire così. Che
ferita, che piaga profonda! Vedo che da essa escono raggi tersi,
incantevoli, raggi luminosi. Incendiami, Gesù, incendiami in quel fuoco
divino; fa' che io possa incendiare tutti i cuori, tutti i tuoi
figli... Vedi la tortura del mio povero cuore. Lo sai che tante volte
vorrei dirti: « Gesù, non ne posso più, non resisto più ». Ma non te lo
dico, mio Amore! Anzi, fa' in fretta a darmi maggiori sofferenze, ma
dammi con esse le anime! -
- Soffrire di più non puoi, figlia mia! Ma abbi coraggio: Io sono con
te, vigilo, vinco, trionfo... Sei la mia vittima più amata, hai la
missione più ricca, più bella per Me. -
- Se io Ti amo, o Gesù, come tante volte affermi, se io amo Te e la mia
cara Mammina e sono da Lei amata come dici, ed io credo e confido, che
altro posso desiderare, se non amarti e salvarti i peccatori?
Crocifiggimi, o Gesù! Non risparmiarmi, mio Amore, ma risparmia loro
dalle pene dell'inferno. Tieni chiuse, o Gesù, le porte dell'inferno.
Mettimi quale sbarra contro quelle soglie, lasciami là fino a quanto il
mondo esisterà, fino a quando vi saranno peccatori da salvare. Oppure
lasciami nel mondo finché esisterà. Toglimi tutti i miei, toglimi
coloro che mi sono cari, lasciami sola. Tu solo mi basti, o Gesù! - -
Quanto è bella ed incantevole la tua preghiera! Che gioia, che
consolazione per Me! Quanti benefici! Oh, quante grazie raccogli per
gli ingrati contro il mio divin Cuore! O mondo, tu non conosci la mia
vittima amata. In fretta, in fretta sia fatta la luce che Gesù
desidera: è con questa luce, figlia amata, con questa luce che brilla
in te, che i peccatori vedranno il cammino, la verità e la vita. - O
Gesù, la Verità sei Tu, il vero Cammino sei Tu, l'unica Vita sei Tu.
Fa', o Gesù, che tutti Ti seguano, che tutti Ti amino. Voglio solo
quello che vuoi Tu, mio Gesù, ma Ti chiedo con tutto il mio cuore, con
tutta l'anima mia: « Dammi coraggio, dammi forza, dammi grazia, dammi
tutto ciò che è tuo. Senza di Te non posso, non resisto a tanto dolore!
» - ...
- Animo, figliolina, non scoraggiarti! Già lo sai che abiti nel mio
divin Cuore. Riposa in Me, riposa per sempre. Ricevi vita per vivere:
vivi solo della mia vita divina. -