Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Il solo delitto rimproverato a Gesù da Erode fu quello di essere pazzo... e io la penso come lui! Sì, era una follia cercare quelle povere cose che sono i cuori dei mortali e farsene il proprio trono, lui, il re della gloria, assiso al di sopra dei cherubini! Lui, la cui presenza non può essere contenuta nei cieli. Era pazzo il nostro Diletto a venir sulla terra a cercare dei peccatori per farne i suoi amici, i suoi intimi, i .suoi simili, lui che era perfettamente felice con le altre adorabili due Persone della Trinità ! Noi non potremo mai fare per lui le pazzà­e che egli ha fatto per noi, e le nostre azioni non meritano questo appellativo, perché sono degli atti quanto mai razionali e immensamente al di sotto di ciò che il nostro amore vorrebbe compiere. È dunque il mondo che è insensato, perché ignora quello che Gesù ha fatto per salvarlo, è lui l'accaparratore che seduce le anime e le porta alle fontane senz'acqua. (Santa Teresina di Lisieux)

Liturgia delle Ore - Letture

Mercoledi della 1° settimana del tempo di Avvento

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 5

1Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.2Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

3"Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte,15né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.

17Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.18In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

20Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
21Avete inteso che fu detto agli antichi: 'Non uccidere'; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio.22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
23Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te,24lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
25Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione.26In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!
27Avete inteso che fu detto: 'Non commettere adulterio';28ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
29Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.30E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
31Fu pure detto: 'Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio';32ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: 'Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti';34ma io vi dico: non giurate affatto: né per 'il cielo', perché è 'il trono di Dio';35né per 'la terra', perché è 'lo sgabello per i suoi piedi'; né per 'Gerusalemme', perché è 'la città del gran re'.36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello.37Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.
38Avete inteso che fu detto: 'Occhio per occhio e dente per dente';39ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra;40e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.41E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due.42Da' a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
43Avete inteso che fu detto: 'Amerai il tuo prossimo' e odierai il tuo nemico;44ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori,45perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.46Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?48Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.


Secondo libro di Samuele 24

1La collera del Signore si accese di nuovo contro Israele e incitò Davide contro il popolo in questo modo: "Su, fa' il censimento d'Israele e di Giuda".2Il re disse a Ioab e ai suoi capi dell'esercito: "Percorri tutte le tribù d'Israele, da Dan fino a Bersabea, e fate il censimento del popolo, perché io conosca il numero della popolazione".3Ioab rispose al re: "Il Signore tuo Dio moltiplichi il popolo cento volte più di quello che è, e gli occhi del re mio signore possano vederlo! Ma perché il re mio signore desidera questa cosa?".4Ma l'ordine del re prevalse su Ioab e sui capi dell'esercito e Ioab e i capi dell'esercito si allontanarono dal re per fare il censimento del popolo d'Israele.
5Passarono il Giordano e cominciarono da Aroer e dalla città che è in mezzo al torrente di Gad e presso Iazer.6Poi andarono in Gàlaad e nel paese degli Hittiti a Kades; andarono a Dan. Poi girarono intorno a Sidòne;7andarono alla fortezza di Tiro e in tutte le città degli Evei e dei Cananei e finirono nel Negheb di Giuda a Bersabea.8Percorsero così tutto il paese e dopo nove mesi e venti giorni tornarono a Gerusalemme.9Ioab consegnò al re la cifra del censimento del popolo: c'erano in Israele ottocentomila guerrieri che maneggiavano la spada; in Giuda cinquecentomila.
10Ma dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo, si sentì battere il cuore e disse al Signore: "Ho peccato molto per quanto ho fatto; ma ora, Signore, perdona l'iniquità del tuo servo, poiché io ho commesso una grande stoltezza".11Quando Davide si fu alzato il mattino dopo, questa parola del Signore fu rivolta al profeta Gad, il veggente di David:12"Va' a riferire a Davide: Dice il Signore: Io ti propongo tre cose: scegline una e quella ti farò".13Gad venne dunque a Davide, gli riferì questo e disse: "Vuoi tre anni di carestia nel tuo paese o tre mesi di fuga davanti al nemico che ti insegua oppure tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti e vedi che cosa io debba rispondere a chi mi ha mandato".14Davide rispose a Gad: "Sono in grande angoscia! Ebbene cadiamo nelle mani del Signore, perché la sua misericordia è grande, ma che io non cada nelle mani degli uomini!".15Così il Signore mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; da Dan a Bersabea morirono settantamila persone del popolo.16E quando l'angelo ebbe stesa la mano su Gerusalemme per distruggerla, il Signore si pentì di quel male e disse all'angelo che distruggeva il popolo: "Basta; ritira ora la mano!".
Ora l'angelo del Signore si trovava presso l'aia di Araunà il Gebuseo.17Davide, vedendo l'angelo che colpiva il popolo, disse al Signore: "Io ho peccato; io ho agito da iniquo; ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano venga contro di me e contro la casa di mio padre!".
18Quel giorno Gad venne da Davide e gli disse: "Sali, innalza un altare al Signore sull'aia di Araunà il Gebuseo".
19Davide salì, secondo la parola di Gad, come il Signore aveva comandato.20Araunà guardò e vide il re e i suoi ministri dirigersi verso di lui. Araunà uscì e si prostrò davanti al re con la faccia a terra.
21Poi Araunà disse: "Perché il re mio signore viene dal suo servo?". Davide rispose: "Per acquistare da te quest'aia e innalzarvi un altare al Signore, perché il flagello cessi di colpire il popolo".22Araunà disse a Davide: "Il re mio signore prenda e offra quanto gli piacerà! Ecco i buoi per l'olocausto; le trebbie e gli arnesi dei buoi serviranno da legna.23Tutte queste cose, re, Araunà te le regala". Poi Araunà disse al re: "Il Signore tuo Dio ti sia propizio!".24Ma il re rispose ad Araunà: "No, io acquisterò da te queste cose per il loro prezzo e non offrirò al Signore mio Dio olocausti che non mi costino nulla". Davide acquistò l'aia e i buoi per cinquanta sicli d'argento;25edificò in quel luogo un altare al Signore e offrì olocausti e sacrifici di comunione. Il Signore si mostrò placato verso il paese e il flagello cessò di colpire il popolo.


Salmi 107

1Alleluia.

Celebrate il Signore perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
2Lo dicano i riscattati del Signore,
che egli liberò dalla mano del nemico
3e radunò da tutti i paesi,
dall'oriente e dall'occidente,
dal settentrione e dal mezzogiorno.

4Vagavano nel deserto, nella steppa,
non trovavano il cammino per una città dove abitare.
5Erano affamati e assetati,
veniva meno la loro vita.
6Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
7Li condusse sulla via retta,
perché camminassero verso una città dove abitare.
8Ringrazino il Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi a favore degli uomini;
9poiché saziò il desiderio dell'assetato,
e l'affamato ricolmò di beni.

10Abitavano nelle tenebre e nell'ombra di morte,
prigionieri della miseria e dei ceppi,
11perché si erano ribellati alla parola di Dio
e avevano disprezzato il disegno dell'Altissimo.
12Egli piegò il loro cuore sotto le sventure;
cadevano e nessuno li aiutava.

13Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
14Li fece uscire dalle tenebre e dall'ombra di morte
e spezzò le loro catene.
15Ringrazino il Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi a favore degli uomini;
16perché ha infranto le porte di bronzo
e ha spezzato le barre di ferro.

17Stolti per la loro iniqua condotta,
soffrivano per i loro misfatti;
18rifiutavano ogni nutrimento
e già toccavano le soglie della morte.
19Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.

20Mandò la sua parola e li fece guarire,
li salvò dalla distruzione.
21Ringrazino il Signore per la sua misericordia
e per i suoi prodigi a favore degli uomini.
22Offrano a lui sacrifici di lode,
narrino con giubilo le sue opere.

23Coloro che solcavano il mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
24videro le opere del Signore,
i suoi prodigi nel mare profondo.
25Egli parlò e fece levare
un vento burrascoso che sollevò i suoi flutti.
26Salivano fino al cielo,
scendevano negli abissi;
la loro anima languiva nell'affanno.
27Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi,
tutta la loro perizia era svanita.
28Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.

29Ridusse la tempesta alla calma,
tacquero i flutti del mare.
30Si rallegrarono nel vedere la bonaccia
ed egli li condusse al porto sospirato.

31Ringrazino il Signore per la sua misericordia
e per i suoi prodigi a favore degli uomini.
32Lo esaltino nell'assemblea del popolo,
lo lodino nel consesso degli anziani.

33Ridusse i fiumi a deserto,
a luoghi aridi le fonti d'acqua
34e la terra fertile a palude
per la malizia dei suoi abitanti.
35Ma poi cambiò il deserto in lago,
e la terra arida in sorgenti d'acqua.

36Là fece dimorare gli affamati
ed essi fondarono una città dove abitare.
37Seminarono campi e piantarono vigne,
e ne raccolsero frutti abbondanti.
38Li benedisse e si moltiplicarono,
non lasciò diminuire il loro bestiame.
39Ma poi, ridotti a pochi, furono abbattuti,
perché oppressi dalle sventure e dal dolore.
40Colui che getta il disprezzo sui potenti,
li fece vagare in un deserto senza strade.

41Ma risollevò il povero dalla miseria
e rese le famiglie numerose come greggi.
42Vedono i giusti e ne gioiscono
e ogni iniquo chiude la sua bocca.
43Chi è saggio osservi queste cose
e comprenderà la bontà del Signore.


Salmi 119

1Alleluia.

Alef. Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
2Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

3Non commette ingiustizie,
cammina per le sue vie.
4Tu hai dato i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.

5Siano diritte le mie vie,
nel custodire i tuoi decreti.
6Allora non dovrò arrossire
se avrò obbedito ai tuoi comandi.
7Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le tue giuste sentenze.
8Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.

9Bet. Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
10Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
11Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
12Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
13Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
14Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
15Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
16Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.

17Ghimel. Sii buono con il tuo servo e avrò vita,
custodirò la tua parola.
18Aprimi gli occhi perché io veda
le meraviglie della tua legge.
19Io sono straniero sulla terra,
non nascondermi i tuoi comandi.
20Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi precetti in ogni tempo.
21Tu minacci gli orgogliosi;
maledetto chi devìa dai tuoi decreti.
22Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho osservato le tue leggi.
23Siedono i potenti, mi calunniano,
ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
24Anche i tuoi ordini sono la mia gioia,
miei consiglieri i tuoi precetti.

25Dalet. Io sono prostrato nella polvere;
dammi vita secondo la tua parola.
26Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto;
insegnami i tuoi voleri.
27Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò i tuoi prodigi.
28Io piango nella tristezza;
sollevami secondo la tua promessa.
29Tieni lontana da me la via della menzogna,
fammi dono della tua legge.
30Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
31Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore,
che io non resti confuso.
32Corro per la via dei tuoi comandamenti,
perché hai dilatato il mio cuore.

33He. Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la seguirò sino alla fine.
34Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
35Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia.
36Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso la sete del guadagno.
37Distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
38Con il tuo servo sii fedele alla parola
che hai data, perché ti si tema.
39Allontana l'insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
40Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.

41Vau. Venga a me, Signore, la tua grazia,
la tua salvezza secondo la tua promessa;
42a chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola.
43Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera,
perché confido nei tuoi giudizi.
44Custodirò la tua legge per sempre,
nei secoli, in eterno.
45Sarò sicuro nel mio cammino,
perché ho ricercato i tuoi voleri.
46Davanti ai re parlerò della tua alleanza
senza temere la vergogna.
47Gioirò per i tuoi comandi
che ho amati.
48Alzerò le mani ai tuoi precetti che amo,
mediterò le tue leggi.

49Zain. Ricorda la promessa fatta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
50Questo mi consola nella miseria:
la tua parola mi fa vivere.
51I superbi mi insultano aspramente,
ma non devìo dalla tua legge.
52Ricordo i tuoi giudizi di un tempo, Signore,
e ne sono consolato.
53M'ha preso lo sdegno contro gli empi
che abbandonano la tua legge.
54Sono canti per me i tuoi precetti,
nella terra del mio pellegrinaggio.
55Ricordo il tuo nome lungo la notte
e osservo la tua legge, Signore.
56Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti.

57Het. La mia sorte, ho detto, Signore,
è custodire le tue parole.
58Con tutto il cuore ti ho supplicato,
fammi grazia secondo la tua promessa.
59Ho scrutato le mie vie,
ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti.
60Sono pronto e non voglio tardare
a custodire i tuoi decreti.
61I lacci degli empi mi hanno avvinto,
ma non ho dimenticato la tua legge.
62Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode
per i tuoi giusti decreti.
63Sono amico di coloro che ti sono fedeli
e osservano i tuoi precetti.
64Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami il tuo volere.

65Tet. Hai fatto il bene al tuo servo, Signore,
secondo la tua parola.
66Insegnami il senno e la saggezza,
perché ho fiducia nei tuoi comandamenti.
67Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua parola.
68Tu sei buono e fai il bene,
insegnami i tuoi decreti.
69Mi hanno calunniato gli insolenti,
ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti.
70Torpido come il grasso è il loro cuore,
ma io mi diletto della tua legge.
71Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari ad obbedirti.
72La legge della tua bocca mi è preziosa
più di mille pezzi d'oro e d'argento.

73Iod. Le tue mani mi hanno fatto e plasmato;
fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
74I tuoi fedeli al vedermi avranno gioia,
perché ho sperato nella tua parola.
75Signore, so che giusti sono i tuoi giudizi
e con ragione mi hai umiliato.
76Mi consoli la tua grazia,
secondo la tua promessa al tuo servo.
77Venga su di me la tua misericordia e avrò vita,
poiché la tua legge è la mia gioia.
78Siano confusi i superbi che a torto mi opprimono;
io mediterò la tua legge.
79Si volgano a me i tuoi fedeli
e quelli che conoscono i tuoi insegnamenti.
80Sia il mio cuore integro nei tuoi precetti,
perché non resti confuso.

81Caf. Mi consumo nell'attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
82Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa,
mentre dico: "Quando mi darai conforto?".
83Io sono come un otre esposto al fumo,
ma non dimentico i tuoi insegnamenti.
84Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando farai giustizia dei miei persecutori?

85Mi hanno scavato fosse gli insolenti
che non seguono la tua legge.
86Verità sono tutti i tuoi comandi;
a torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto.
87Per poco non mi hanno bandito dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
88Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò le parole della tua bocca.

89Lamed. La tua parola, Signore,
è stabile come il cielo.
90La tua fedeltà dura per ogni generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
91Per tuo decreto tutto sussiste fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
92Se la tua legge non fosse la mia gioia,
sarei perito nella mia miseria.
93Mai dimenticherò i tuoi precetti:
per essi mi fai vivere.
94Io sono tuo: salvami,
perché ho cercato il tuo volere.
95Gli empi mi insidiano per rovinarmi,
ma io medito i tuoi insegnamenti.
96Di ogni cosa perfetta ho visto il limite,
ma la tua legge non ha confini.

97Mem. Quanto amo la tua legge, Signore;
tutto il giorno la vado meditando.
98Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici,
perché sempre mi accompagna.
99Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
100Ho più senno degli anziani,
perché osservo i tuoi precetti.
101Tengo lontano i miei passi da ogni via di male,
per custodire la tua parola.
102Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.
103Quanto sono dolci al mio palato le tue parole:
più del miele per la mia bocca.
104Dai tuoi decreti ricevo intelligenza,
per questo odio ogni via di menzogna.

105Nun. Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
106Ho giurato, e lo confermo,
di custodire i tuoi precetti di giustizia.
107Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
108Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
109La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
110Gli empi mi hanno teso i loro lacci,
ma non ho deviato dai tuoi precetti.
111Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
sono essi la gioia del mio cuore.
112Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti,
in essi è la mia ricompensa per sempre.

113Samech. Detesto gli animi incostanti,
io amo la tua legge.
114Tu sei mio rifugio e mio scudo,
spero nella tua parola.
115Allontanatevi da me o malvagi,
osserverò i precetti del mio Dio.
116Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita,
non deludermi nella mia speranza.
117Sii tu il mio aiuto e sarò salvo,
gioirò sempre nei tuoi precetti.
118Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti,
perché la sua astuzia è fallace.
119Consideri scorie tutti gli empi della terra,
perciò amo i tuoi insegnamenti.
120Tu fai fremere di spavento la mia carne,
io temo i tuoi giudizi.

121Ain. Ho agito secondo diritto e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
122Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano i superbi.
123I miei occhi si consumano nell'attesa della tua salvezza
e della tua parola di giustizia.
124Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi comandamenti.

125Io sono tuo servo, fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
126È tempo che tu agisca, Signore;
hanno violato la tua legge.
127Perciò amo i tuoi comandamenti
più dell'oro, più dell'oro fino.
128Per questo tengo cari i tuoi precetti
e odio ogni via di menzogna.

129Pe. Meravigliosa è la tua alleanza,
per questo le sono fedele.
130La tua parola nel rivelarsi illumina,
dona saggezza ai semplici.
131Apro anelante la bocca,
perché desidero i tuoi comandamenti.
132Volgiti a me e abbi misericordia,
tu che sei giusto per chi ama il tuo nome.
133Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola
e su di me non prevalga il male.
134Salvami dall'oppressione dell'uomo
e obbedirò ai tuoi precetti.
135Fa' risplendere il volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi comandamenti.
136Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché non osservano la tua legge.

137Sade. Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi.
138Con giustizia hai ordinato le tue leggi
e con fedeltà grande.
139Mi divora lo zelo della tua casa,
perché i miei nemici dimenticano le tue parole.
140Purissima è la tua parola,
il tuo servo la predilige.
141Io sono piccolo e disprezzato,
ma non trascuro i tuoi precetti.
142La tua giustizia è giustizia eterna
e verità è la tua legge.
143Angoscia e affanno mi hanno colto,
ma i tuoi comandi sono la mia gioia.
144Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre,
fammi comprendere e avrò la vita.

145Kof. T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
146Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
147Precedo l'aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
148I miei occhi prevengono le veglie
per meditare sulle tue promesse.
149Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
150A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
151Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
152Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.

153Res. Vedi la mia miseria, salvami,
perché non ho dimenticato la tua legge.
154Difendi la mia causa, riscattami,
secondo la tua parola fammi vivere.
155Lontano dagli empi è la salvezza,
perché non cercano il tuo volere.
156Le tue misericordie sono grandi, Signore,
secondo i tuoi giudizi fammi vivere.
157Sono molti i persecutori che mi assalgono,
ma io non abbandono le tue leggi.
158Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo,
perché non custodiscono la tua parola.
159Vedi che io amo i tuoi precetti,
Signore, secondo la tua grazia dammi vita.
160La verità è principio della tua parola,
resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia.

161Sin. I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme le tue parole.
162Io gioisco per la tua promessa,
come uno che trova grande tesoro.
163Odio il falso e lo detesto,
amo la tua legge.
164Sette volte al giorno io ti lodo
per le sentenze della tua giustizia.
165Grande pace per chi ama la tua legge,
nel suo cammino non trova inciampo.
166Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
167Io custodisco i tuoi insegnamenti
e li amo sopra ogni cosa.
168Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.

169Tau. Giunga il mio grido fino a te, Signore,
fammi comprendere secondo la tua parola.
170Venga al tuo volto la mia supplica,
salvami secondo la tua promessa.
171Scaturisca dalle mie labbra la tua lode,
poiché mi insegni i tuoi voleri.
172La mia lingua canti le tue parole,
perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti.
173Mi venga in aiuto la tua mano,
poiché ho scelto i tuoi precetti.
174Desidero la tua salvezza, Signore,
e la tua legge è tutta la mia gioia.
175Possa io vivere e darti lode,
mi aiutino i tuoi giudizi.
176Come pecora smarrita vado errando;
cerca il tuo servo,
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.


Geremia 44

1Questa parola fu rivolta a Geremia per tutti i Giudei che abitavano nel paese d'Egitto, a Migdòl, a Tafni, a Menfi e nella regione di Patròs.2"Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Voi avete visto tutte le sventure che ho mandate su Gerusalemme e su tutte le città di Giuda; eccole oggi una desolazione, senza abitanti,3a causa delle iniquità che commisero per provocarmi, andando a offrire incenso e a venerare altri dèi, che né loro conoscevano né voi né i vostri padri conoscevate.4Eppure, io vi avevo premurosamente inviato tutti i miei servi, i profeti, con l'incarico di dirvi: Non fate questa cosa abominevole che io ho in odio!5Ma essi non mi ascoltarono e non prestarono orecchio in modo da abbandonare la loro iniquità cessando dall'offrire incenso ad altri dèi.6Perciò la mia ira e il mio furore divamparono come fuoco nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme ed esse divennero un deserto e una desolazione, come sono ancor oggi.
7Dice dunque il Signore, Dio degli eserciti, Dio di Israele: Perché voi fate un male così grave contro voi stessi tanto da farvi sterminare di mezzo a Giuda uomini e donne, bambini e lattanti, in modo che non rimanga di voi neppure un resto?8Perché mi provocate con l'opera delle vostre mani, offrendo incenso a divinità straniere nel paese d'Egitto dove siete venuti a dimorare, in modo da farvi sterminare e da divenire oggetto di esecrazione e di obbrobrio tra tutte le nazioni della terra?9Avete forse dimenticato le iniquità dei vostri padri, le iniquità dei re di Giuda, le iniquità dei vostri capi, le vostre iniquità e quelle delle vostre mogli, compiute nel paese di Giuda e per le strade di Gerusalemme?10Fino ad oggi essi non ne hanno sentito rimorso, non hanno provato timore e non hanno agito secondo la legge e i decreti che io ho posto davanti a voi e ai vostri padri".
11Perciò dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: "Ecco, io rivolgo la faccia verso di voi a vostra sventura e per distruggere tutto Giuda.12Abbatterò il resto di Giuda, che ha deciso di andare a dimorare nel paese d'Egitto; essi periranno tutti nel paese d'Egitto; cadranno di spada e periranno di fame, dal più piccolo al più grande; moriranno di spada e di fame e saranno oggetto di maledizione e di orrore, di esecrazione e di obbrobrio.13 Punirò coloro che dimorano nel paese d'Egitto come ho punito Gerusalemme con la spada, la fame e la peste.14Nessuno scamperà né sfuggirà fra il resto di Giuda che è venuto a dimorare qui nel paese d'Egitto con la speranza di tornare nella terra di Giuda, dove essi desiderano ritornare ad abitare; essi non vi ritorneranno mai, eccettuati pochi fuggiaschi".
15Allora tutti gli uomini che sapevano che le loro donne avevano bruciato incenso a divinità straniere, e tutte le donne che erano presenti, una grande folla, e tutto il popolo che dimorava nel paese d'Egitto e in Patros, risposero a Geremia:16"Quanto all'ordine che ci hai comunicato in nome del Signore, noi non ti vogliamo dare ascolto;17anzi decisamente eseguiremo tutto ciò che abbiamo promesso, cioè bruceremo incenso alla Regina del cielo e le offriremo libazioni come abbiamo già fatto noi, i nostri padri, i nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme. Allora avevamo pane in abbondanza, eravamo felici e non vedemmo alcuna sventura;18ma da quando abbiamo cessato di bruciare incenso alla Regina del cielo e di offrirle libazioni, abbiamo sofferto carestia di tutto e siamo stati sterminati dalla spada e dalla fame".19E le donne aggiunsero: "Quando noi donne bruciamo incenso alla Regina del cielo e le offriamo libazioni, forse che senza il consenso dei nostri mariti prepariamo per lei focacce con la sua immagine e le offriamo libazioni?".
20Allora così parlò Geremia a tutto il popolo, agli uomini e alle donne e a tutta la gente che gli avevano risposto in quel modo:21"Forse che il Signore non si ricorda e non ha più in mente l'incenso che voi bruciavate nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme, voi e i vostri padri, i vostri re e i vostri capi e il popolo del paese?22Il Signore non ha più potuto sopportare la malvagità delle vostre azioni né le cose abominevoli che avete commesse. Per questo il vostro paese è divenuto un deserto, oggetto di orrore e di esecrazione, senza abitanti, come oggi si vede.23Per il fatto che voi avete bruciato incenso e avete peccato contro il Signore, non avete ascoltato la voce del Signore e non avete camminato secondo la sua legge, i suoi decreti e i suoi statuti, per questo vi è capitata questa sventura, come oggi si vede".
24Geremia disse a tutto il popolo e a tutte le donne: "Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che siete nel paese d'Egitto.25Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Voi donne lo avete affermato con la bocca e messo in atto con le vostre mani, affermando: Noi adempiremo tutti i voti che abbiamo fatto di offrire incenso alla Regina del cielo e di offrirle libazioni! Adempite pure i vostri voti e fate pure le vostre libazioni.
26Tuttavia ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che abitate nel paese di Egitto. Ecco, io giuro per il mio grande nome - dice il Signore - che mai più il mio nome sarà pronunciato in tutto il paese d'Egitto dalla bocca di un uomo di Giuda che possa dire: Per la vita del Signore Dio!27Ecco, veglierò su di essi per loro disgrazia e non per loro bene. Tutti gli uomini di Giuda che si trovano nel paese d'Egitto periranno di spada e di fame fino al loro sterminio.28Gli scampati dalla spada torneranno dal paese d'Egitto nella terra di Giuda molto scarsi di numero. Tutto il resto di Giuda, coloro che sono andati a dimorare nel paese d'Egitto, sapranno quale parola si avvererà, se la mia o la loro.29Questo sarà per voi il segno - dice il Signore - che io vi punirò in questo luogo, perché sappiate che le mie parole si avverano sul serio contro di voi, per vostra disgrazia.
30Così dice il Signore: Ecco io metterò il faraone Cofrà re di Egitto in mano ai suoi nemici e a coloro che attentano alla sua vita, come ho messo Sedecìa re di Giuda in mano a Nabucodònosor re di Babilonia, suo nemico, che attentava alla sua vita".


Lettera a Filemone 1

1Paolo, prigioniero di Cristo Gesù, e il fratello Timòteo al nostro caro collaboratore Filèmone,2alla sorella Appia, ad Archippo nostro compagno d'armi e alla comunità che si raduna nella tua casa:3grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.

4Rendo sempre grazie a Dio ricordandomi di te nelle mie preghiere,5perché sento parlare della tua carità per gli altri e della fede che hai nel Signore Gesù e verso tutti i santi.6La tua partecipazione alla fede diventi efficace per la conoscenza di tutto il bene che si fa tra voi per Cristo.7La tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, fratello, poiché il cuore dei credenti è stato confortato per opera tua.

8Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di comandarti ciò che devi fare,9preferisco pregarti in nome della carità, così qual io sono, Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero per Cristo Gesù;10ti prego dunque per il mio figlio, che ho generato in catene,11Onesimo, quello che un giorno ti fu inutile, ma ora è utile a te e a me.12Te l'ho rimandato, lui, il mio cuore.
13Avrei voluto trattenerlo presso di me perché mi servisse in vece tua nelle catene che porto per il vangelo.14Ma non ho voluto far nulla senza il tuo parere, perché il bene che farai non sapesse di costrizione, ma fosse spontaneo.15Forse per questo è stato separato da te per un momento perché tu lo riavessi per sempre;16non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello carissimo in primo luogo a me, ma quanto più a te, sia come uomo, sia come fratello nel Signore.
17Se dunque tu mi consideri come amico, accoglilo come me stesso.18E se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto.19Lo scrivo di mio pugno, io, Paolo: pagherò io stesso. Per non dirti che anche tu mi sei debitore e proprio di te stesso!20Sì, fratello! Che io possa ottenere da te questo favore nel Signore; dà questo sollievo al mio cuore in Cristo!
21Ti scrivo fiducioso nella tua docilità, sapendo che farai anche più di quanto ti chiedo.

22Al tempo stesso preparami un alloggio, perché spero, grazie alle vostre preghiere, di esservi restituito.
23Ti saluta Èpafra, mio compagno di prigionia per Cristo Gesù,24con Marco, Aristarco, Dema e Luca, miei collaboratori.
25La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito.


Capitolo X: La gratitudine per la grazia divina

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1. Perché vai cercando quiete, dal momento che sei nato per la tribolazione? Disponiti a patire, più che ad essere consolato; a portare la croce, più che a ricevere gioia. Anche tra coloro che vivono nel mondo, chi non sarebbe felice - se potesse ottenerli in ogni momento - di non avere il conforto e la letizia dello spirito, poiché le gioie spirituali superano tutti i piaceri mondani e le delizie materiali? Le delizie del mondo sono tutte vuote o poco buone; mentre le delizie spirituali, esse soltanto, sono veramente piene di gioia ed innocenti, frutto delle virtù e dono soprannaturale di Dio agli spiriti puri. In verità però nessuno può godere a suo talento di queste divine consolazione, perché il tempo della tentazione non dà lunga tregua. E poi una falsa libertà di spirito e una eccessiva fiducia in se stessi sono di grande ostacolo a questa visita dall'alto. Dio ci fa dono dandoci la consolazione della grazia; ma l'uomo risponde in modo riprovevole se non attribuisce tutto a Dio con gratitudine. E così non possono fluire su di noi i doni della grazia, perché non sentiamo gratitudine per colui dal quale essa proviene e non riportiamo tutto alla sua fonte originaria. La grazia sarà sempre dovuta a chi è giustamente grato; mentre al superbo sarà tolto quello che suole esser dato all'umile. Non voglio una consolazione che mi tolga la compunzione del cuore; non desidero una contemplazione che mi porti alla superbia. Ché non tutto ciò che è alto è santo; non tutto ciò che è soave è buono; non tutti i desideri sono puri; non tutto ciò che è caro è gradito a Dio. Invece, accolgo con gioia una grazia che mi faccia essere sempre più umile e timorato, e che mi renda più pronto a lasciare me stesso. Colui che è stato formato dal dono della grazia ed ammaestrato dalla dura sottrazione di essa, non oserà mai attribuirsi un briciolo di bene; egli riconoscerà piuttosto di essere povero e nudo.  

2. Da' a Dio ciò che è di Dio, e attribuisci a te ciò che è tuo: mostrati riconoscente a Dio per la grazia, e a te attribuisci soltanto il peccato, cosciente di meritare una pena per la colpa commessa. Mettiti al posto più basso, e ti sarà dato il più alto; giacché la massima elevazione non si ha che con il massimo abbassamento. I santi più alti agli occhi di Dio sono quelli che, ai propri occhi , sono i più bassi; essi hanno una gloria tanto più grande quanto più si sono sentiti umili. Ripieni della verità e della gloria celeste, non desiderano la vana gloria di questo mondo; basati saldamente in Dio, non possono in alcun modo insuperbire. Essi, che attribuiscono a Dio tutto quel che hanno ricevuto di bene, non vanno cercando di essere esaltati l'uno dall'altro, ma vogliono invece quella gloria, che viene soltanto da Dio; aspirano e sono tutti tesi a questo: che, in loro stessi e in tutti i beati, sia lodato Iddio sopra ogni cosa. Sii dunque riconoscente anche per la più piccola cosa; così sarai degno di ricevere doni più grandi. La cosa più piccola sia per te come la più grande; quello che è più disprezzabile sia per te come un dono straordinario. Se si guarda all'altezza di colui che lo dà, nessun dono sembrerà piccolo o troppo poco apprezzabile. Non è piccolo infatti ciò che ci viene dato dal Dio eccelso. Anche se ci desse pene e tribolazioni, tutto questo deve esserci gradito, perché il Signore opera sempre per la nostra salvezza, qualunque cosa permetta che ci accada. Chi vuol conservare la grazia divina, sia riconoscente quando gli viene concessa, e sappia sopportare quando gli viene tolta; preghi perché essa ritorni, sia prudente ed umile affinché non abbia a perderla.


DISCORSO 181 SULLE PAROLE DELLA PRIMA LETTERA DI GIOVANNI (1, 8-9): " SE DICIAMO CHE NON ABBIAMO PECCATO, INGANNIAMO NOI STESSI, E LA VERITÀ NON È IN NOI ". CONTRO I PELAGIANI

Discorsi - Sant'Agostino

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Nessuno vive quaggiù senza peccato.

1. 1. Il beatissimo apostolo Giovanni, scrivendo in modo efficace per la salvezza e secondo verità, fra le altre cose, afferma: Se diciamo che non abbiamo peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se invece riconosciamo i nostri peccati, è fedele e giusto colui che può rimetterci i peccati e purificarci da ogni colpa 1. Il beato Giovanni, o meglio, proprio il Signore Gesù cui dà voce Giovanni, con tali parole ha insegnato che nessuno in questa carne, in questo corpo corruttibile, in questa terra, in questo mondo maligno, in questa vita piena di tentazioni... qui nessuno vive senza peccato. La sentenza ha senso pieno, né ha bisogno di chi spieghi: Se diciamo che non abbiamo peccato. Chi è allora senza peccato? Come dice la Scrittura: Neppure il bambino che ha un giorno di vita sulla terra 2. Il neonato non ha commesso peccato, ma lo ha derivato dai genitori. Ne segue che in nessun modo un uomo può dire di non aver peccato. Ma l'uomo credente si è accostato per la fede al lavacro della rigenerazione, e gli sono stati rimessi tutti i peccati; ora è vivo sotto la grazia, vive nella fede, è diventato membro di Cristo, è diventato membro di Cristo e tempio di Dio: eppure, così come è diventato tempio di Dio, se dice di non aver peccato, inganna se stesso e la verità non è in lui; appunto se dice: sono giusto, mentisce.

L'errore dei Pelagiani: qui si trovano giusti immuni dal peccato. Argomento dei Pelagiani.

2. 2. Ma alcuni sono otri gonfiati, pieni di arroganza, molto grossi non fisicamente, ma tronfi del vizio della superbia, baldanzosi al punto di asserire che si trovano uomini senza alcun peccato. Affermano dunque che i giusti in questa vita non hanno proprio alcun peccato. Ma a dirlo sono gli eretici i Pelagiani, specie i seguaci di Celestio. E quando a loro è stato replicato: Che andate dicendo? L'uomo vive ancora quaggiù senza peccato e non ha assolutamente peccato alcuno, né di opera, né di parola, né di pensiero? Rispondono attingendo al vento della superbia, di cui sono pieni - voglia il cielo che cessassero dal tirar fuori quel vento, si sgonfiassero e tacessero, cioè, si facessero umili, non orgogliosi - rispondono, ripeto: " Precisamente questi uomini, i giusti, i fedeli di Dio, né di opera, né di parola, né di pensiero possono avere peccato alcuno ". E quando si dice loro: Chi sono questi giusti, i quali sono senza peccato? Dicono in risposta: " La Chiesa intera ". Potrei meravigliarmi se ne trovo uno, due, tre, dieci 3, quanti ne cercava Abramo. Veramente Abramo da cinquanta scese a dieci: tu, eretico, come risposta mi dici: " La Chiesa intera ". Che prova ne dai? " Lo provo ", tu ribatti. Prova, ti prego. Mi procuri certo una grande gioia se riuscirai a mostrare che proprio la Chiesa intera, in ciascuno di quelli che sono i suoi fedeli, non ha peccato alcuno. Lo provo, insisti. Spiega come. Ne parla l'Apostolo. Che dice l'Apostolo? Cristo - dice - ha amato la Chiesa. Ascolto e riconosco le parole dell'Apostolo. Purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnata dalla parola, per farsi comparire la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga né alcunché di simile 4. Abbiamo udito dalla nube tuoni potenti. La nube è infatti l'Apostolo di Dio. Sono rimbombate queste parole e ci hanno fatto tremare.

Sono confutati dalla loro dichiarazione riguardo a se stessi. Gli eretici sono contro la Chiesa.

3. 3. Ma diteci - prima che domandiamo in che senso l'Apostolo dica queste parole - diteci, ripeto, se voi siete giusti oppure no. Rispondono: Siamo giusti. Quindi non avete peccato? Nel corso di ogni giorno e d'ogni notte non fate alcunché di male, non dite nulla di male, non pensate nulla di male? Non osano dire: Nulla. Ma che rispondono? Siamo indubbiamente peccatori, ma parliamo dei santi, non di noi. Vi domando questo: Siete cristiani? Non dico: Siete giusti? Siete cristiani? Non ardiscono negare. Siamo cristiani, rispondono. Siete dunque dei fedeli? Siete dei battezzati? Siamo battezzati, rispondono. Vi sono stati rimessi tutti i peccati? Sì, rimessi, rispondono. Com'è allora che siete peccatori? Ho abbastanza di che confondervi. Voi siete cristiani, siete battezzati, siete fedeli, siete membra della Chiesa, e avete macchie e rughe? Com'è dunque la Chiesa nel tempo presente senza macchia né ruga 5, quando voi siete la sua ruga e la sua macchia? O se non volete che la Chiesa sia altra di quella che è, senza macchia e senza ruga, con le vostre rughe e le vostre macchie tagliatevi fuori dalle sue membra, tagliatevi fuori dal suo corpo. Ma perché insisto a dire che si separino dalla Chiesa quando lo hanno già fatto? Sono eretici, infatti sono già fuori; con tutta la loro impeccabilità sono rimasti fuori. Ritornate ed ascoltate; ascoltate e credete.

Falsa umiltà dei Pelagiani.

3. 4. Direte forse nel vostro cuore gonfio e superbo: Abbiamo per caso potuto dire che siamo giusti? In realtà era necessario che per umiltà ci dicessimo peccatori. Allora è per umiltà che mentisci? Sei giusto, sei senza peccato; ma per umiltà dici che sei peccatore. Come mi è possibile accoglierti, in quanto sei cristiano, da testimone contro un altro se ti trovo falso testimone contro te stesso? Sei giusto, sei senza peccato, e dici di avere peccato. Sei dunque un falso testimone contro di te. A Dio non è gradita la tua umiltà menzognera. Esamina la tua vita, guarda la tua coscienza. Insomma sei giusto, ma non puoi fare a meno di dirti peccatore? Ascolta Giovanni; ti ripete egli stesso ciò che anche più avanti ha detto con verità: Se diciamo - dice - che non abbiamo peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi 6. Tu non hai peccato e dici di avere peccato; la verità non è in te. Giovanni non ha detto infatti: Se diciamo che non abbiamo peccato, l'umiltà non è in noi, ma ha detto: inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Siamo perciò mentitori se diciamo di non aver peccato. Se Giovanni ha temuto la menzogna, tu non esiti a mentire, al punto di dichiararti peccatore, pur essendo giusto? Come posso allora assumerti da testimone per una causa altrui se per la causa che ti riguarda non sei veritiero? Tu definisci colpevoli i giusti mentre produci contro di te una falsa testimonianza. Come ti comporterai verso l'altro, tu che diffami te stesso? In che modo l'altro eviterà la tua calunnia se ti dichiari colpevole ammettendolo falsamente?

La menzogna sotto la veste dell'umiltà costituisce peccato.

4. 5. Ti ripeto la domanda in altri termini: Sei giusto oppure sei peccatore? Tu rispondi: Peccatore. Dici una menzogna perché in cuor tuo credi di non esserlo, con la bocca lo dici. In conseguenza, se peccatore non eri, cominci ad essere tale col mentire. Tu dici infatti: Noi ammettiamo per umiltà di essere peccatori; Dio vede appunto che siamo giusti. Quindi, quando dici un falso per umiltà, se prima di mentire non eri peccatore, con la menzogna fai sì che diventi ciò che avevi evitato. Non è in te la verità, a meno che dirti peccatore non comporti anche riconoscere che in realtà lo sei. Ora la verità è proprio questa: che tu dica quello che sei. Giacché come può trovarsi umiltà dove trionfa la falsità?

La Chiesa quaggiù non può essere senza peccato. Risulta dalla preghiera del Signore.

4. 6. Da ultimo prescindiamo dalle parole di Giovanni; e qui, nel corpo della Chiesa che dici non abbia né macchia né ruga o alcunché di simile e che è senza peccato. E qui, verrà l'ora della preghiera, sarà la Chiesa intera a pregare; anche tu, che sei fuori di certo, vieni alla preghiera del Signore; vieni a verificare il tuo peso, vieni e di': Padre nostro che sei nei cieli. Prosegui: Sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Va' avanti e di': Rimetti a noi i nostri debiti. Rispondi, eretico, quali sono i tuoi debiti? Hai forse ricevuto denaro prestato da Dio? No, dice. Non ti farò più domande al riguardo, il Signore stesso infatti spiegherà quali siano i debiti che chiediamo ci siano rimessi. Diciamo perciò quel che viene dopo: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori. Lo spieghi il Signore: Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe (quindi i vostri debiti sono i peccati), anche il Padre vostro perdonerà i vostri peccati. Ritorna, perciò, o eretico, alla preghiera, se hai chiuso gli orecchi al senso autentico della fede. Dici o non dici: Rimetti a noi i nostri debiti? Se non lo dici, sebbene tu sia presente di persona, sei tuttavia fuori della Chiesa. E' veramente la preghiera della Chiesa, è la voce che viene dall'insegnamento del Signore. Egli ha detto: Pregate così 7; lo ha detto ai discepoli, lo ha detto agli Apostoli, lo ha detto a qualsiasi di noi che siamo agnellini; lo ha detto agli arieti del gregge: Pregate così. Considerate chi è che lo ha detto ed a chi lo ha detto. La Verità ai discepoli, il Pastore dei pastori agli arieti: Pregate così: Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori. Il Re ai soldati, il Signore ai servi, il Cristo agli Apostoli, la Verità parlava agli uomini, l'Altissimo agli umili. So che cosa passa in voi; io vi peso, io rendo conto del dato che dà la bilancia. Dico con assoluta certezza che cosa passa in voi. Lo so più di voi infatti. Voi dite: Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

La Chiesa intera chiede che le si rimettano i peccati. Qui si opera affinché la Chiesa dei cieli sia senza macchia o ruga.

5. 7. Domando a te, uomo giusto, santo, uomo senza macchia né ruga, domando a te, dico: Questa preghiera è da Dio, è propria dei fedeli, o dei catecumeni? Senza alcun dubbio è propria dei rigenerati, cioè dei battezzati; infine - ed è ciò che vale più di tutto - è propria dei figli. Giacché, se non è dei figli, con che faccia si dice: Padre nostro che sei nei cieli 8? Dove siete voi allora, o giusti e santi? Siete o non siete tra le membra di questa Chiesa? Vi eravate, ma non vi siete più. E voglia il cielo che coloro che già sono separati, tenuto conto della ragione, ascoltino e credano. Pertanto se la Chiesa intera dice: Rimetti a noi i nostri debiti, chi non lo dice è un reprobo. Ed anche noi, certo, quando diciamo: i nostri debiti, finché non riceviamo quello che chiediamo, siamo reprobi, perché siamo peccatori; ma facendo noi - cosa che voi non fate -, cioè riconoscendo i nostri peccati, veniamo purificati; sempre se facciamo ciò che diciamo: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori 9. Dove ti trovi tu, o eretico, Pelagiano o Celestiano? Ecco, la Chiesa intera dice: Rimetti a noi i nostri debiti. Quindi ha le macchie e le rughe. Ma in grazia della confessione la ruga si spiana, con la confessione la macchia si lava. La Chiesa sta in piedi nella preghiera per essere purificata per mezzo della confessione; e finché vive quaggiù si mantiene così. E quando ciascuno lascerà il corpo, gli vengano rimessi tutti i debiti di tal natura da poter essere rimessi, perché vengano rimessi anche con le orazioni quotidiane. Ed allora parte purificato e la Chiesa, oro puro, passa nei tesori del Signore; e per questo la Chiesa è senza macchia né ruga nei tesori del Signore 10. E se là è senza macchia né ruga, perché si deve pregare quaggiù? Per ricevere il perdono. Chi concede il perdono deterge la macchia, chi usa indulgenza spiana la ruga. E dove si spiana la nostra ruga? Nella croce di Cristo, come sulla corda tesa di un grande lavatoio. Proprio sulla croce infatti, cioè su questa corda tesa egli versò il suo sangue per noi. E voi, i fedeli, sapete quale testimonianza dovete offrire al sangue che avete ricevuto. Dite infatti con verità: Amen. Voi sapete quale sangue fu sparso per molti in remissione dei peccati. Ecco in che modo la Chiesa diventa senza macchia né ruga, in che modo, ben lavata, viene allungata sulla corda tesa della croce; ma questo non si può fare assolutamente che qui. Il Signore si fa comparire davanti la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga. Fa questo anche qui, ma è là che lo mostra. Egli fa dunque questo, che non abbiamo né macchia né ruga. E' grande colui che opera, prepara bene, è un artefice espertissimo. Allunga sul legno, e rende senza ruga appunto noi che lavando aveva deterso da ogni macchia; egli che venne senza macchia e senza ruga fu allungato sulla corda tesa; questo per noi, non per sé, per renderci senza macchia e senza ruga. Chiediamogli di farlo e dopo che lo ha fatto ci conduca nel granaio e ci depositi là dove non ci sarà chi ci schiacci.

Il rimedio dei peccati immancabili nella vita. Il Cristiano di retta fede non commette peccati mortali. Condizione per la quale ci vengono rimessi i peccati quotidiani.

6. 8. Allora tu che parli sei senza macchia né ruga? Che fai qui nella Chiesa che dice: Rimetti a noi i nostri debiti 11? Riconosce di avere debiti che le devono essere perdonati. Coloro che non li riconoscono, non per questo non ne hanno; ma è per questo che non saranno loro perdonati. Ci rende santi la confessione e un modo di vivere prudente e umile: pregare con fede, avere il cuore contrito, lacrime sincere sgorganti dall'intimo del cuore, affinché ci vengano rimessi i peccati, che non possiamo evitare nella vita. Riconoscerli è la nostra salvezza, secondo l'espressione dell'apostolo Giovanni: Se riconosciamo i nostri peccati egli è fedele e giusto perché ci perdoni i peccati e ci purifichi da ogni colpa 12. Poiché affermo che non possiamo essere senza peccati in questa vita, non è che dobbiamo commettere invece omicidi o adultèri o altri peccati mortali, che fanno perire immediatamente. Non ne commette di tali il Cristiano di retta fede e di sana speranza; commette però i soli peccati che si cancellano con il tocco quotidiano della preghiera. Umili e devoti diciamo ogni giorno: Rimetti a noi i nostri debiti, ma a condizione di fare ciò che segue: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori 13. Questo patto con Dio è un vero contratto con relativa clausola ben determinata. Tu sei uomo ed hai un debitore ed anche tu sei debitore. Presèntati a Dio che ha debitori e non è debitore, per esigere che ti condoni i debiti. Ma ti dice questo: Io non ho debiti, tu hai debiti; sei tu infatti che devi a me, ma anche un tuo fratello è tuo debitore. Tu sei mio debitore, anche tu hai un debitore. Tu sei mio debitore perché hai peccato contro di me; hai debitore un fratello perché ha peccato contro di te. Ciò che farai al tuo debitore, lo faccio io con il mio: cioè se tu perdoni, io perdono; se non perdoni, io non perdono. Tu che non perdoni agli altri, con il tuo " non perdono " vai contro di te. Pertanto, nessuno dica di essere senza peccato; tuttavia, però, non dobbiamo per questo amare il peccato. Odiamoli, fratelli; anche se non siamo senza peccati, tuttavia, odiamoli; e soprattutto teniamoci lontano dai peccati più gravi; per quanto possiamo teniamoci lontani dai peccati lievi. Io - dice non so chi - non ho peccati. Inganna se stesso e la verità non è in lui. Insomma preghiamo perché Dio conceda il perdono; ma facciamo ciò che viene detto, perdoniamo anche noi i nostri debitori. Quando perdoniamo, siamo anche noi perdonati. Lo diciamo ogni giorno, facciamolo anche ogni giorno ed ogni giorno si realizza in noi. Non siamo senza peccato quaggiù, ma usciremo di qui senza peccato.

 

1 - 1 Gv 1, 8-9.

2 - Gb 14, 4 (sec. LXX).

3 - Cf. Gn 18, 24-32.

4 - Ef 5, 25-27.

5 - Cf. Ef 5, 27.

6 - 1 Gv 1, 8.

7 - Mt 6, 9-14.

8 - Mt 6, 9.

9 - Mt 6, 12.

10 - Cf. Ef 5, 27.

11 - Mt 6, 12.

12 - 1 Gv 1, 8.

13 - Mt 6, 12.


Il gattone dagli occhi accesi

I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco

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Il 6 febbraio 1865, nel dare la «buona notte» ai suoi giovani, Don Bosco s’introdusse così: «Siccome io amo i miei giovani, sogno sempre di essere in loro compagnia.

Mi parve di trovarmi qui in mezzo al cortile, circondato dai miei cari figliuoli. Tutti avevano in mano un bel fiore. Chi aveva una rosa, chi un giglio, chi una violetta, chi la rosa e il giglio insieme, ecc. Insomma chi un fiore, chi un altro. Quando a un tratto com parve un brutto gattone con le corna, tutto nero, grosso come un cane, con gli occhi accesi come bragia, con le unghie grosse come un chiodo. La brutta bestia si avvicinava quietamente ai giovani e, girando in mezzo a loro, ora dava un colpo di zampa al fiore che uno aveva e, strappandoglielo di mano, lo gettava a terra, ora faceva la stessa cosa a un altro, e così via.

Alla comparsa di questo gattone, io mi spaventai tutto e mi meravigliai che i giovani non se ne turbassero e stessero tranquilli come se nulla fosse.

Quando vidi che il gatto s’inoltrava verso di me per prendere i miei fiori, cercai di fuggire; ma fui fermato e mi venne detto:

— Non fuggire e di’ ai tuoi giovani che innalzino il braccio, e il gatto non potrà arrivare a togliere loro di mano i fiori. Io mi fermai e alzai il braccio: il gatto si sforzava di togliermi i fiori, saltava per arrivarvi, ma siccome era molto pesante, cadeva goffamente a terra».

Fin qui Don Bosco, che ne faceva questo commento: «Il giglio, miei cari, è la bella virtù della purezza, alla quale il diavolo muove sempre guerra. Guai a quei giovani che tengono il fiore in basso! Il demonio li fa cadere. Coloro che lo tengono in basso sono quelli che accarezzano il loro corpo mangiando disordinatamente e fuori di tempo; quelli che fuggono la fatica, lo studio e si danno all’ozio; quelli che fan no certi discorsi, che leggono certi libri, che sfuggono la mortificazione. Per carità, combattete questo nemico, altrimenti diventerà vostro padrone. Queste vittorie sono difficili, ma l’eterna Sapienza ci ha indicato i mezzi per conseguirle: “Questo genere di demòni non si caccia se non con la preghiera e il digiuno” (Mt 17,21). Alzate il vostro braccio, sollevate in aria il vostro fiore e sarete sicuri. La purezza è una virtù celeste, e chi vuole conservarla deve innalzarsi verso il cielo. Salvatevi dunque con la preghiera.

Preghiera che vi innalza al cielo sono le preghiere del mattino e della sera dette bene; preghiera sono la meditazione e la Messa; preghiera sono la frequente Confessione e Comunione; preghiera sono le prediche e le esortazioni di chi vi guida; preghiera è la visita al SS. Sacramento; preghiera è il Rosario; preghiera è lo studio. Con la preghiera il vostro cuore si dilaterà come un involucro gonfio e vi eleverà verso il cielo. Così potrete ripetere con Davide: “Corro sulla via dei tuoi comandamenti, perché hai dilatato il mio cuore” (Salmo 118,32).
Così porrete in salvo la più bella delle vostre virtù e il vostro nemico, per quanti sforzi faccia, non potrà strapparla dalle vostre mani» .

Questi «gattoni» oggi si sono moltiplicati. Sono i pornografi della stampa, del cinema, della televisione. Occorre difenderci e difendere i nostri figli dalle zampate devastatrici di questi delinquenti in guanti gialli, che deturpano il giglio di innumerevoli anime giovanili.


25 aprile 1975. Festa di San Marco Evangelista. Non addoloratemi con il vostro dubbio.

Don Stefano Gobbi

«Figlio mio amatissimo, ormai hai quasi completato l'Opera che ti ho affidato. Rifugiati ora nel mio Cuore Immacolato: qui ti voglio per rafforzarti e preservarti nel momento della terribile prova. Figli miei prediletti, Sacerdoti consacrati al mio Cuore: ascoltate ancora la voce della vostra Mamma che dolcemente vi ammonisce, perché possiate prepararvi ai grandi avvenimenti che incombono sul mondo. Siate veramente solo miei, datevi a Me senza riserve. Dopo che vi siete consacrati al mio Cuore Immacolato non vi sia in voi altra preoccupazione se non quella di lasciarvi guidare da Me, come bambini. Non pensate più al vostro passato. C'è fra voi chi pensa ancora al proprio passato, risente il dolore di tante ferite, che Io ho guarito ed è come frenato nel darsi completamente a Me. E' frenato da questo pensiero: possibile che Io - dopo tutte le mie debolezze e infedeltà - sia veramente scelto e prediletto dalla Mamma del Cielo? Oh, figli miei! Il mio Cuore trabocca di tenerezza per voi perché siete piccoli, deboli, perché talvolta siete caduti, perché vi sentite tanto fragili. Voi, miei piccoli figli, da soli non potreste mai superare ciò che vi attende: è per questo che vi voglio racchiudere nel mio Cuore Immacolato. Io stessa sarò così la vostra sicurezza e la vostra difesa. C'è fra voi chi è ancora preso dalla tentazione del dubbio, della critica. Dopo quanto ho fatto per voi! Non addolorate il mio Cuore col vostro dubbio, con la vostra incredulità. Non avete ancoraimparato a lasciarvi guidare da Me? Superate questa tentazione con la preghiera. Voglio dai miei Sacerdoti solo preghiera e fiducia in Me. Ogni momento che non è passato da essi con Me e nel più completo abbandono, è come perso per loro e sottratto a Me stessa: e questo molto addolora il mio Cuore materno. È giunto il momento in cui dei miei figli Sacerdoti si preparano a mettersi pubblicamente contro mio Figlio, e Me stessa, contro il Papa e la Chiesa. Allora non potrò più riconoscerli come miei figli; scenderò dal Cielo Io stessa per mettermi alla testa della schiera dei miei figli prediletti, e abbatterò le loro trame. Dopo un grande rivolgimento e la purificazione della terra, il mio Cuore Immacolato canterà la sua vittoria nel più grande trionfo di Dio. Per questo momento, Sacerdoti miei prediletti, ad uno ad uno vi ho chiamati da ogni parte del mondo e vi ho preparato. Non è più tempo di dubbi ed di incertezze: questo è il tempo della battaglia. Ciascuno di voi si lasci da Me racchiudere nel mio Cuore Immacolato».