Liturgia delle Ore - Letture
Lunedi della 1° settimana del tempo di Avvento
Vangelo secondo Matteo 5
1Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.2Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
3"Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte,15né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
17Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.18In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
20Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
21Avete inteso che fu detto agli antichi: 'Non uccidere'; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio.22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
23Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te,24lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
25Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione.26In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!
27Avete inteso che fu detto: 'Non commettere adulterio';28ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
29Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.30E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
31Fu pure detto: 'Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio';32ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: 'Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti';34ma io vi dico: non giurate affatto: né per 'il cielo', perché è 'il trono di Dio';35né per 'la terra', perché è 'lo sgabello per i suoi piedi'; né per 'Gerusalemme', perché è 'la città del gran re'.36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello.37Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.
38Avete inteso che fu detto: 'Occhio per occhio e dente per dente';39ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra;40e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.41E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due.42Da' a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
43Avete inteso che fu detto: 'Amerai il tuo prossimo' e odierai il tuo nemico;44ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori,45perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.46Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?48Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Esdra 7
1Dopo questi avvenimenti, sotto il regno di Artaserse, re di Persia, Esdra,
figlio di Seraia,
figlio di Azaria,
figlio di Chelkia,
2figlio di Sallùm,
figlio di Zadòk,
figlio di Achitùb,
3figlio di Amaria,
figlio di Azaria,
figlio di Meraiòt,
4figlio di Zerachia,
figlio di Uzzi,
figlio di Bukki,
5figlio di Abisua,
figlio di Pincas,
figlio di Eleàzaro,
figlio di Aronne sommo sacerdote:6questo Esdra, partì da Babilonia. Egli era uno scriba abile nella legge di Mosè, data dal Signore Dio d'Israele e, poiché la mano del Signore suo Dio era su di lui, il re aveva aderito a ogni sua richiesta.7Nel settimo anno del re Artaserse anche un gruppo di Israeliti, sacerdoti, leviti, cantori, portieri e oblati partirono per Gerusalemme.8Egli arrivò a Gerusalemme nel quinto mese: era l'anno settimo del re.9Egli aveva stabilito la partenza da Babilonia per il primo giorno del primo mese e il primo del quinto mese arrivò a Gerusalemme, poiché la mano benevola del suo Dio era con lui.10Infatti Esdra si era dedicato con tutto il cuore a studiare la legge del Signore e a praticarla e ad insegnare in Israele la legge e il diritto.
11Questa è la copia del documento che il re Artaserse consegnò a Esdra sacerdote, scriba esperto nei comandi del Signore e nei suoi statuti dati a Israele:
12"Artaserse, re dei re, al sacerdote Esdra, scriba della legge del Dio del cielo, salute perfetta. Ora:13da me è dato questo decreto. Chiunque nel mio regno degli appartenenti al popolo d'Israele, dei sacerdoti e dei leviti ha deciso liberamente di andare a Gerusalemme, può venire con te;14infatti da parte del re e dei suoi sette consiglieri tu sei inviato a fare inchiesta in Giudea e a Gerusalemme intorno all'osservanza della legge del tuo Dio, che hai nelle mani,15e a portare l'argento e l'oro che il re e i suoi consiglieri inviano come offerta volontaria per devozione al Dio d'Israele che è in Gerusalemme,16e tutto l'argento e l'oro che troverai in tutte le province di Babilonia insieme con le offerte volontarie che il popolo e i sacerdoti offriranno per la casa del loro Dio a Gerusalemme.
17Perciò con questo argento ti prenderai cura di acquistare tori, arieti, agnelli e ciò che occorre per le offerte e libazioni che vi si uniscono e li offrirai sull'altare della casa del vostro Dio che è in Gerusalemme.18Quanto al resto dell'argento e dell'oro farete come sembrerà bene a te e ai tuoi fratelli, secondo la volontà del vostro Dio.19Gli arredi che ti sono stati consegnati per il culto del tuo Dio, rimettili davanti al Dio di Gerusalemme.20Per il resto di quanto occorre per la casa del tuo Dio e che spetta a te di procurare, lo procurerai a spese del tesoro reale.21Io, il re Artaserse, ordino a tutti i tesorieri dell'Oltrefiume:
Tutto ciò che Esdra, sacerdote e scriba della legge del Dio del cielo, vi domanderà, dateglielo puntualmente,22fino a cento talenti d'argento, cento 'kor' di grano, cento 'bat' di vino, cento 'bat' di olio e sale a volontà.23Quanto è secondo la volontà del Dio del cielo sia fatto con precisione per la casa del Dio del cielo, perché non venga l'ira sul regno del re e dei suoi figli.24Vi rendiamo poi noto che non è permesso riscuotere tributi e diritti di pedaggio su tutti i sacerdoti, leviti, cantori, portieri, oblati e inservienti di questa casa di Dio.
25Quanto a te, Esdra, con la sapienza del tuo Dio, che ti è stata data, stabilisci magistrati e giudici, ai quali sia affidata l'amministrazione della giustizia per tutto il popolo dell'Oltrefiume, cioè per quanti conoscono la legge del tuo Dio, e istruisci quelli che non la conoscono.26A riguardo di chiunque non osserverà la legge del tuo Dio e la legge del re, sia fatta prontamente giustizia o con la morte o con il bando o con ammenda in denaro o con il carcere".
27Benedetto il Signore, Dio dei padri nostri, che ha disposto il cuore del re a glorificare la casa del Signore che è a Gerusalemme,28e ha volto verso di me la benevolenza del re, dei suoi consiglieri e di tutti i potenti principi reali. Allora io mi sono sentito incoraggiato, perché la mano del Signore mio Dio era su di me e ho radunato alcuni capi d'Israele, perché partissero con me.
Sapienza 11
1Essa fece riuscire le loro imprese
per mezzo di un santo profeta:
2attraversarono un deserto inospitale,
fissarono le tende in terreni impraticabili,
3resistettero agli avversari, respinsero i nemici.
4Quando ebbero sete, ti invocarono
e fu data loro acqua da una rupe scoscesa,
rimedio contro la sete da una dura roccia.
5Ciò che era servito a punire i loro nemici,
nel bisogno fu per loro un beneficio.
6Invece della corrente di un fiume perenne,
sconvolto da putrido sangue
7in punizione di un decreto infanticida,
tu desti loro inaspettatamente acqua abbondante,
8mostrando per la sete di allora,
come avevi punito i loro avversari.
9Difatti, messi alla prova, sebbene puniti con misericordia,
compresero quali tormenti avevan sofferto gli empi,
giudicati nella collera,
10perché tu provasti gli uni come un padre che corregge,
mentre vagliasti gli altri come un re severo che condanna.
11Lontani o vicini erano ugualmente tribolati,
12perché un duplice dolore li colse
e un pianto per i ricordi del passato.
13Quando infatti seppero che dal loro castigo
quegli altri ricevevano benefici,
sentirono la presenza del Signore;
14poiché colui che avevano una volta esposto
e quindi respinto con scherni,
lo ammiravano alla fine degli eventi,
dopo aver patito una sete ben diversa da quella dei giusti.
15Per i ragionamenti insensati della loro ingiustizia,
da essi ingannati, venerarono
rettili senza ragione e vili bestiole.
Tu inviasti loro in castigo
una massa di animali senza ragione,
16perché capissero che con quelle stesse cose
per cui uno pecca, con esse è poi castigato.
17Certo, non aveva difficoltà la tua mano onnipotente,
che aveva creato il mondo da una materia senza forma,
a mandare loro una moltitudine di orsi e leoni feroci
18o belve ignote, create apposta, piene di furore,
o sbuffanti un alito infuocato
o esalanti vapori pestiferi
o folgoranti con le terribili scintille degli occhi,
19bestie di cui non solo l'assalto poteva sterminarli,
ma annientarli anche l'aspetto terrificante.
20Anche senza questo potevan soccombere con un soffio,
perseguitati dalla giustizia
e dispersi dallo spirito della tua potenza.
Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso.
21Prevalere con la forza ti è sempre possibile;
chi potrà opporsi al potere del tuo braccio?
22Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
23Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi,
non guardi ai peccati degli uomini,
in vista del pentimento.
24Poiché tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
25Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
26Tu risparmi tutte le cose,
perché tutte son tue, Signore, amante della vita,
Salmi 88
1'Canto. Salmo. Dei figli di Core.
Al maestro del coro. Su "Macalat".
Per canto. Maskil. Di Eman l'Ezraita.'
2Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
3Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l'orecchio al mio lamento.
4Io sono colmo di sventure,
la mia vita è vicina alla tomba.
5Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa,
sono come un morto ormai privo di forza.
6È tra i morti il mio giaciglio,
sono come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali tu non conservi il ricordo
e che la tua mano ha abbandonato.
7Mi hai gettato nella fossa profonda,
nelle tenebre e nell'ombra di morte.
8Pesa su di me il tuo sdegno
e con tutti i tuoi flutti mi sommergi.
9Hai allontanato da me i miei compagni,
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo;
10si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.
11Compi forse prodigi per i morti?
O sorgono le ombre a darti lode?
12Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà negli inferi?
13Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi,
la tua giustizia nel paese dell'oblio?
14Ma io a te, Signore, grido aiuto,
e al mattino giunge a te la mia preghiera.
15Perché, Signore, mi respingi,
perché mi nascondi il tuo volto?
16Sono infelice e morente dall'infanzia,
sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori.
17Sopra di me è passata la tua ira,
i tuoi spaventi mi hanno annientato,
18mi circondano come acqua tutto il giorno,
tutti insieme mi avvolgono.
19Hai allontanato da me amici e conoscenti,
mi sono compagne solo le tenebre.
Malachia 2
1Ora a voi questo monito, o sacerdoti.2Se non mi ascolterete e non vi prenderete a cuore di dar gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su di voi la maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni. Anzi le ho già maledette, perché nessuno tra di voi se la prende a cuore.
3Ecco, io spezzerò il vostro braccio
e spanderò sulla vostra faccia escrementi,
gli escrementi delle vittime
immolate nelle vostre solennità,
perché siate spazzati via insieme con essi.
4Così saprete che io ho diretto a voi questo monito,
perché c'è anche un'alleanza fra me e Levi,
dice il Signore degli eserciti.
5La mia alleanza con lui
era alleanza di vita e di benessere
e io glieli concessi; alleanza di timore
ed egli mi temette ed ebbe riverenza del mio nome.
6Un insegnamento fedele era sulla sua bocca,
né c'era falsità sulle sue labbra;
con pace e rettitudine ha camminato davanti a me
e ha trattenuto molti dal male.
7Infatti le labbra del sacerdote
devono custodire la scienza
e dalla sua bocca si ricerca l'istruzione,
perché egli è messaggero del Signore degli eserciti.
8Voi invece vi siete allontanati dalla retta via
e siete stati d'inciampo a molti
con il vostro insegnamento;
avete rotto l'alleanza di Levi,
dice il Signore degli eserciti.
9Perciò anch'io vi ho reso spregevoli
e abbietti davanti a tutto il popolo,
perché non avete osservato le mie disposizioni
e avete usato parzialità riguardo alla legge.
10Non abbiamo forse tutti noi un solo Padre? Forse non ci ha creati un unico Dio? Perché dunque agire con perfidia l'uno contro l'altro profanando l'alleanza dei nostri padri?11Giuda è stato sleale e l'abominio è stato commesso in Israele e in Gerusalemme. Giuda infatti ha osato profanare il santuario caro al Signore e ha sposato le figlie d'un dio straniero!12Elimini il Signore chi ha agito così dalle tende di Giacobbe, il testimone e il mallevadore, e colui che offre l'offerta al Signore degli eserciti.
13Un'altra cosa fate ancora; voi coprite di lacrime, di pianti e di sospiri l'altare del Signore, perché egli non guarda all'offerta, né la gradisce con benevolenza dalle vostre mani.14E chiedete: Perché? Perché il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che ora perfidamente tradisci, mentr'essa è la tua consorte, la donna legata a te da un patto.
15Non fece egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale? Che cosa cerca quest'unico essere, se non prole da parte di Dio? Custodite dunque il vostro soffio vitale e nessuno tradisca la donna della sua giovinezza.16Perché io detesto il ripudio, dice il Signore Dio d'Israele, e chi copre d'iniquità la propria veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite la vostra vita dunque e non vogliate agire con perfidia.
17Voi avete stancato il Signore con le vostre parole; eppure chiedete: Come lo abbiamo stancato? Quando affermate: Chiunque fa il male è come se fosse buono agli occhi del Signore e in lui si compiace; o quando esclamate: Dov'è il Dio della giustizia?
Atti degli Apostoli 21
1Appena ci fummo separati da loro, salpammo e per la via diretta giungemmo a Cos, il giorno seguente a Rodi e di qui a Pàtara.2Trovata qui una nave che faceva la traversata per la Fenicia, vi salimmo e prendemmo il largo.3Giunti in vista di Cipro, ce la lasciammo a sinistra e, continuando a navigare verso la Siria, giungemmo a Tiro, dove la nave doveva scaricare.4Avendo ritrovati i discepoli, rimanemmo colà una settimana, ed essi, mossi dallo Spirito, dicevano a Paolo di non andare a Gerusalemme.5Ma quando furon passati quei giorni, uscimmo e ci mettemmo in viaggio, accompagnati da tutti loro con le mogli e i figli sin fuori della città. Inginocchiati sulla spiaggia pregammo, poi ci salutammo a vicenda;6noi salimmo sulla nave ed essi tornarono alle loro case.7Terminata la navigazione, da Tiro approdammo a Tolemàide, dove andammo a salutare i fratelli e restammo un giorno con loro.
8Ripartiti il giorno seguente, giungemmo a Cesarèa; ed entrati nella casa dell'evangelista Filippo, che era uno dei Sette, sostammo presso di lui.9Egli aveva quattro figlie nubili, che avevano il dono della profezia.10Eravamo qui da alcuni giorni, quando giunse dalla Giudea un profeta di nome Àgabo.11Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: "Questo dice lo Spirito Santo: l'uomo a cui appartiene questa cintura sarà legato così dai Giudei a Gerusalemme e verrà quindi consegnato nelle mani dei pagani".12All'udir queste cose, noi e quelli del luogo pregammo Paolo di non andare più a Gerusalemme.13Ma Paolo rispose: "Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a esser legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù".14E poiché non si lasciava persuadere, smettemmo di insistere dicendo: "Sia fatta la volontà del Signore!".
15Dopo questi giorni, fatti i preparativi, salimmo verso Gerusalemme.16Vennero con noi anche alcuni discepoli da Cesarèa, i quali ci condussero da un certo Mnasóne di Cipro, discepolo della prima ora, dal quale ricevemmo ospitalità.
17Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente.18L'indomani Paolo fece visita a Giacomo insieme con noi: c'erano anche tutti gli anziani.19Dopo aver rivolto loro il saluto, egli cominciò a esporre nei particolari quello che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo suo.20Quand'ebbero ascoltato, essi davano gloria a Dio; quindi dissero a Paolo: "Tu vedi, o fratello, quante migliaia di Giudei sono venuti alla fede e tutti sono gelosamente attaccati alla legge.21Ora hanno sentito dire di te che vai insegnando a tutti i Giudei sparsi tra i pagani che abbandonino Mosè, dicendo di non circoncidere più i loro figli e di non seguire più le nostre consuetudini.22Che facciamo? Senza dubbio verranno a sapere che sei arrivato.23Fa' dunque quanto ti diciamo: vi sono fra noi quattro uomini che hanno un voto da sciogliere.24Prendili con te, compi la purificazione insieme con loro e paga tu la spesa per loro perché possano radersi il capo. Così tutti verranno a sapere che non c'è nulla di vero in ciò di cui sono stati informati, ma che invece anche tu ti comporti bene osservando la legge.25Quanto ai pagani che sono venuti alla fede, noi abbiamo deciso ed abbiamo loro scritto che si astengano dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, da ogni animale soffocato e dalla impudicizia".
26Allora Paolo prese con sé quegli uomini e il giorno seguente, fatta insieme con loro la purificazione, entrò nel tempio per comunicare il compimento dei giorni della purificazione, quando sarebbe stata presentata l'offerta per ciascuno di loro.
27Stavano ormai per finire i sette giorni, quando i Giudei della provincia d'Asia, vistolo nel tempio, aizzarono tutta la folla e misero le mani su di lui gridando:28"Uomini d'Israele, aiuto! Questo è l'uomo che va insegnando a tutti e dovunque contro il popolo, contro la legge e contro questo luogo; ora ha introdotto perfino dei Greci nel tempio e ha profanato il luogo santo!".29Avevano infatti veduto poco prima Tròfimo di Èfeso in sua compagnia per la città, e pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare nel tempio.30Allora tutta la città fu in subbuglio e il popolo accorse da ogni parte. Impadronitisi di Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito furono chiuse le porte.31Stavano già cercando di ucciderlo, quando fu riferito al tribuno della coorte che tutta Gerusalemme era in rivolta.32Immediatamente egli prese con sé dei soldati e dei centurioni e si precipitò verso i rivoltosi. Alla vista del tribuno e dei soldati, cessarono di percuotere Paolo.33Allora il tribuno si avvicinò, lo arrestò e ordinò che fosse legato con due catene; intanto s'informava chi fosse e che cosa avesse fatto.34Tra la folla però chi diceva una cosa, chi un'altra. Nell'impossibilità di accertare la realtà dei fatti a causa della confusione, ordinò di condurlo nella fortezza.35Quando fu alla gradinata, dovette essere portato a spalla dai soldati a causa della violenza della folla.36La massa della gente infatti veniva dietro, urlando: "A morte!".
37Sul punto di esser condotto nella fortezza, Paolo disse al tribuno: "Posso dirti una parola?". "Conosci il greco?, disse quello,38Allora non sei quell'Egiziano che in questi ultimi tempi ha sobillato e condotto nel deserto i quattromila ribelli?".39Rispose Paolo: "Io sono un Giudeo di Tarso di Cilicia, cittadino di una città non certo senza importanza. Ma ti prego, lascia che rivolga la parola a questa gente".40Avendo egli acconsentito, Paolo, stando in piedi sui gradini, fece cenno con la mano al popolo e, fattosi un grande silenzio, rivolse loro la parola in ebraico dicendo:
Capitolo II: La verità si fa sentire dentro di noi senza altisonanti parole
Leggilo nella Biblioteca
1. "Parla, o Signore, il tuo servo ti ascolta" (1 Sam 3,10). "Io sono il tuo servo; dammi luce per apprezzare quello che tu proclami" (Sal 118,125). Disponi il mio cuore alle parole della tua bocca; il tuo dire discenda come rugiada. Dissero una volta a Mosè i figli di Israele: "Parlaci tu, e potremo ascoltarti; non ci parli il Signore, affinché non avvenga che ne moriamo" (Es 20,19). Non così, la mia preghiera, o Signore. Piuttosto, con il profeta Samuele, in umiltà e pienezza di desiderio, io ti chiedo ardentemente: "Parla, o Signore, il tuo servo ti ascolta" (1 Sam 3,10). Non mi parli Mosè o qualche altro profeta; parlami invece tu, Signore Dio, che ispiri e dai luce a tutti i profeti: tu solo, senza di loro, mi puoi ammaestrare pienamente; quelli, invece, senza di te, non gioverebbero a nulla. Possono, è vero, far risuonare parole, ma non danno lo spirito; parlano bene, ma, se tu non intervieni, non accendono il cuore; lasciano degli scritti, ma sei tu che ne mostri il significato; presentano i misteri, ma sei tu che sveli il senso di ciò che sta dietro al simbolo; emettono ordini, ma sei tu che aiuti ad eseguirli; indicano la strada , ma sei tu che aiuti a percorrerla. Essi operano solamente all'esterno, ma tu prepari ed illumini i cuori; essi irrigano superficialmente, ma tu rendi fecondi; essi fanno risuonare delle parole, ma sei tu che aggiungi all'ascolto il potere di comprendere.
2. Non mi parli dunque Mosè; parlami tu, Signore mio Dio, verità eterna, affinché, se ammonito solo esteriormente e privo di fuoco interiore, io non resti senza vita e non mi isterilisca; affinché non mi sia di condanna la parola udita non tradotta in pratica, conosciuta ma non amata, creduta ma non osservata. "Parla, dunque, o Signore, il tuo servo ti ascolta" (1 Sam 3,10): "tu hai infatti parole di vita eterna" (Gv 6,69). Parlami, affinché scenda un po' di consolazione all'anima mia, e tutta la mia vita sia purificata. E a te sia lode e onore perpetuo.
Sermone 350/E Erfurt 3 Discorso di sant'Agostino vescovo Su lo scambio di beni tra pastori e fedeli
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaIl sostentamento dei predicatori.
1. L'Apostolo dice: Chi viene istruito nella parola, sia in piena comunione di beni con chi lo istruisce 1, dando così quell'ammonimento che egli stesso in un altro brano, chiamando a testimone la legge, conferma, che cioè non si deve mettere la museruola al bue che trebbia. Dice infatti: I presbiteri siano oggetto di un doppio onore, soprattutto quelli che lavorano per la predicazione e l'insegnamento. La Scrittura, infatti, dice: «Non metterai la museruola al bue che trebbia! » 2. Questo scrive a Timoteo; ai Corinzi, invece, quando si occupava di questo argomento e spiegava che un compenso era a lui legittimamente dovuto, ma che non lo pretendeva, diceva: Chi mai presta servizio militare a sue spese? Chi pianta una vigna e non mangia del suo frutto? Chi pascola un gregge e non prende il latte del gregge? Infatti nella legge di Mosè è scritto: Non metterai la museruola al bue che trebbia. Forse che a Dio importa dei buoi? O lo dice per noi? Infatti è stato scritto per noi, perché chi ara deve arare con la speranza e, trebbiando, deve sempre farlo con la speranza di avere una parte. Se noi seminiamo per voi beni dello spirito, è una gran cosa se raccogliamo i vostri beni materiali? Se altri partecipano di ciò che è vostra proprietà, quanto più noi? Ma non abbiamo usato di questo diritto 3.
I beni spirituali e quelli materiali.
2. Poiché le cose stanno così, carissimi fratelli, dal momento che nessuno dei fedeli e dei buoni figli della chiesa dubita che ai servi e a ministri di Dio, dispensatori dei beni dello spirito, si debbano offrire con il dovuto ossequio i beni materiali di cui è necessario servirsi, potrebbe sembrare strano che quegli stessi beni materiali che vengono offerti siano seminati non nella carne ma nello spirito. Quando scrive ai Galati, come ho ricordato poco sopra, l'Apostolo dice: Chi viene istruito nella Parola di Dio, sia in piena comunione di beni con chi lo istruisce, continuando poi aggiunge: Non illudetevi: Dio non può essere ingannato. L'uomo raccoglierà ciò che avrà seminato: chi avrà seminato nella carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi avrà seminato nello spirito, dallo spirito raccoglierà vita eterna. Non perdiamoci d'animo nel fare il bene: raccoglieremo al momento opportuno. Pertanto facciamo del bene a tutti, senza stancarci, adesso che ne abbiamo il tempo, e soprattutto a chi è a noi congiunto per la fede 4. Se dunque chi semina nella carne raccoglierà dalla carne corruzione, è evidente che quei beni materiali, che sono offerti come vitto agli amministratori di Dio, non si seminano nella propria carne, dal momento che da ciò non si raccoglie corruzione, ma vita eterna, come dice il Signore: Infatti ho avuto fame e mi avete dato da mangiare 5, e risponde a chi lo interroga: Quando l'avete fatto al più piccolo dei miei, l'avete fatto a me 6, indicando alla fine la ricompensa stessa: E così gli empi se ne andranno nel fuoco eterno, i giusti invece nella vita eterna 7. Quelli che danno il cibo all'affamato e la bevanda all'assetato offrono a Cristo, nei più piccoli di Cristo, i beni della carne, secondo quanto dice l'Apostolo: È una gran cosa se raccogliamo i vostri beni della carne 8, e tuttavia, pur seminando beni materiali, raccolgono dallo spirito la vita eterna, non certo nella loro carne ma nello spirito. Non vale tanto quello che viene dato, quanto la disposizione d'animo con cui viene dato: quello che viene dato è un cibo terreno che, come ricorda il Signore, e la stessa realtà dimostra, passa nel ventre e va a finire nella fogna 9; si aggiunge però l'intenzione di chi dà in modo da seminare nello spirito qualcosa di materiale, e così una piccola porzione dei frutti della terra diventa prezzo del regno dei cieli.
Il bene materiale diventa spirituale...
3. Cos'altro sono queste, se non opere grandi e meravigliose di Dio? Si seminano beni dello spirito e si raccolgono beni della carne: cos'altro significa quel: Se abbiamo seminato per voi i beni dello spirito, è una gran cosa se raccogliamo i vostri beni della carne? 10Allo stesso modo si seminano beni della carne e si raccolgono beni dello spirito: cos'altro significa quel: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il regno preparato per voi fin dall'origine del mondo; infatti ho avuto fame e mi avete dato da mangiare? 11 O venerabile scambio di cose sante! Si danno cose grandi e si ricevono cose piccole e, al contrario, per quelle stesse piccole cose ne vengono restituite di grandi, se davvero devono essere chiamate grandi le une e piccole le altre, come è grande il sole e piccola la luna, benché entrambi siano astri del cielo: qui invece non si deve fare questo confronto, come se si paragonasse una piccola stella al grande sole, perché anche in questo caso sono entrambi corpi celesti. Non sia mai che noi diciamo grande la dottrina della sapienza, che gli apostoli di Cristo predicavano, quasi che essa sia dello stesso genere dell'offerta benevole della mensa, che i credenti offrivano ai predicatori, anche se questa è piccola, in quanto quella consiste nell'illuminazione della mente, questa nel nutrimento del ventre; per quella è cosa da nulla superare il sole, e questa non può resistere sotto il sole. Se i beni dello spirito, che i santi maestri seminano, superano in incomparabilmente questi beni della carne che raccolgono dai fedeli devoti, che cosa si deve dire della vita eterna che verrà data alla fine come ricompensa preziosissima in cambio di questi beni di infimo valore? Allora infatti si vedrà Dio, a Lui si aderirà, di Lui si gioirà senza fine: Questa è la vita eterna, che conoscano te, unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo 12. Lo ha promesso apertamente quando ha detto: Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, mi ama; chi mi ama è amato dal Padre mio, e anch'io lo amerò e gli mostrerò me stesso 13. Dunque in cambio di queste cose terrene, esigue e temporali, in considerazione del fatto che il cibo dato ai più piccoli tra i suoi è dato a Cristo affamato, egli restituirà non qualcosa di suo, ma se stesso. Che gran vincitore sarà, nel giudizio, colui il cui premio sarà lo stesso giudice!
... perché Dio vuole così!
4. L'Apostolo, quando gli venivano offerti questi beni carnali per le sue necessità temporali, non si rallegrava per il proprio vantaggio, ben sapendo quale ricompensa sarebbe riservata a queste opere. Pertanto parlandone, dice: Non vado in cerca di quello che viene dato, ma ne desidero il frutto 14. Quell'operaio del campo del Signore, infatti, poteva prendere il cibo anche altrove, ma questo sarebbe stato un male per l'albero che restava sterile. Il Signore infatti nutrì Elia per mezzo di alcuni corvi, che lo servivano, e in seguito lo affidò ad una vedova perché fosse nutrito 15 non certo perché non ci fosse un altro mezzo, mediante il quale il servo di Dio potesse essere alimentato, ma perché ella avesse la possibilità di rendersi propizio il suo Signore. Dunque i dispensatori di Dio gioiscono quando seminano beni dello spirito e raccolgono quelli della carne, ma gioiscono non per la bramosia di quanto viene loro dato, ma per la carità di chi dona. Altrimenti sarebbero ben più felici coloro che, offrendo beni terreni, riceveranno alla fine beni celesti, di coloro che seminano i beni dello spirito e raccolgono quelli della carne. Ma dal momento che, ancora una volta, gli stessi beni della carne che raccolgono, tornano a vantaggio di quelli da cui li raccolgono, la carità abbraccia tutti con l'unico scopo che tutti regnino insieme senza fine. Da ciò deriva il fatto che Dio voglia istruire tutti i suoi figli per mezzo di una saggia amministrazione, operata da uomini, e sostentare i suoi amministratori attraverso un servizio prestato da altri uomini, in modo che, quando gli uni vanno in soccorso alle necessità degli altri, partoriscano benevolenza e diano alla luce beneficenza. Del resto Dio ha nutrito gli affamati, quando e come ha voluto, senza che nessuno offrisse qualcosa a un altro, così come ha nutrito Elia per mezzo degli uccelli del cielo o il popolo di Israele con la manna dal cielo 16, allo stesso modo può istruire gli ignoranti senza nessuna parola di uomini, come avvenne a Mosè, ad alcuni profeti e all'Apostolo che dice: Non da uomini né con la mediazione di un uomo 17 o come a quell'altro apostolo a cui viene detto: Sei beato, Simone Bar Iona, perché non te l'ha rivelato né la carne né il sangue, ma il Padre mio che è nei cieli 18. Egli dunque istruisce alcuni attraverso i quali possa istruire anche gli altri, e arricchisce alcuni attraverso i quali possa nutrire anche gli altri: pur potendo, senza opera d'uomo, sia insegnare a tutti che nutrirli, vuole che le opere di misericordia siano esercitate dagli uomini, in modo che uno si procuri, a motivo dell'indigenza temporale di un altro, il merito di un'abbondanza eterna. Elia viene inviato alla vedova per ciò che serve alla carne, lui a cui gli uccelli fornivano il cibo; si ordina al popolo di dare le decime ai leviti, che, tutti quanti, la manna aveva saziato 19; in seguito, ora un certo Zaccheo 20, ora una certa Marta 21 accolgono lo stesso Signore nostro fatto uomo per noi e nutrono, come se fosse un povero, lui che sazia molte migliaia di uomini con pochissimi pani 22. Allo stesso modo, nell'amministrazione dei beni spirituali, Anania accoglie Saulo, chiamato dal cielo, che deve essere istruito 23; un angelo, inviato a Cornelio, lo manda da Pietro 24; lo Spirito Santo scende su tutti e tuttavia costituisce alcuni maestri per gli altri 25. La debolezza, a livello temporale, rende i poveri necessari gli uni agli altri, perché la carità renda tutti ricchi e l'eternità tutti accolga alla fine del tempo.
Donare con una generosa intenzione
5. Pertanto, finché c'è il tempo, comprate il campo con il tesoro, comprate la perla dal candore eterno, che non si corrompe mai; ciò di cui parlo è il regno dei cieli annunciato nel vangelo dalla bocca del Signore 26. Lo comprarono i nostri padri e l'hanno lasciato a noi da comprarlo ancora. Da chi lo compra è conservato integro per chi lo comprerà; è comprato alternativamente da tutti e posseduto singolarmente da ognuno. Non vi tormenti la preoccupazione del prezzo: non è fatto in modo tale che chi è più ricco possa comprarlo facilmente e chi è più povero non possa acquistarlo: vale per quanto ciascuno possiede. Prese la metà dei beni del ricchissimo Zaccheo, ma non disdegnò le reti dei pescatori 27 e accettò le due monetine di una povera vedova; pesandole sulla bilancia della carità le trovò più pesanti del quelle offerte dai molti ricchi 28; non potrai tener lontano da questo commercio nemmeno un bicchiere di acqua fresca, se arde la carità di chi compra 29. Se qualcuno è privo di tutto, non si disperi: ami, e comprerà! Le intenzioni virtuose sono, in un certo modo, le grandi ricchezze dei poveri; cosa, infatti, è più preziosa della pace o dove tendiamo attraverso tutte le fatiche, se non alla pace eterna? Ascolta dunque al riguardo la testimonianza degli angeli che, appena nato il Salvatore, lodavano Dio e dicevano: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace agli uomini di buona volontà 30. Quest'ultima non si tira fuori dalla borsa o dalla dispensa: si conserva nel cuore, dal cuore viene distribuita; non si corrompe quando è conservata, né si disperde quando viene distribuita.
1 - Gal 6, 6.
2 - 1 Tim 5, 17-18; Deut 25, 4.
3 - 1 Cor 9, 7-12
4 - Gal 6, 6-10.
5 - Mt 25, 35.
6 - Mt 25, 40.
7 - Mt 25, 46.
8 - 1 Cor 9, 11
9 - Cf. Mt 15, 17.
10 - 1 Cor 9, 11.
11 - Mt 25, 34-35.
12 - Io 17, 3.
13 - Io 14, 21.
14 - Fil 4, 17.
15 - 1 Re 17, 6-16.
16 - Ex 16.
17 - Gal 1, 1.
18 - Mt 16, 17.
19 - Cf. Num 11, 4-9; 18, 21.24.
20 - Cf. Lc 19, 6.
21 - Cf. Lc 10, 38.
22 - Cf. Mt 14, 15-21; 15, 32-38; Mc 6, 35-44; 8, 1-9; Lc 9, 12-17; Io 6, 5-13.
23 - Cf. Act 9, 10-19.
24 - Cf. Act 10, 1-8.
25 - Cf. 1 Cor 12, 28.
26 - Cf. Mt 13, 44-46.
27 - Cf. Mt 4, 18-21; Mc 1, 16-18; Lc 5, 1-11.
28 - Cf. Mc 12, 41-44; Lc 21, 1-4.
29 - Cf. Mt 10, 42; Mc 9, 41.
30 - Lc 2, 13-14.
Capitolo X: La gratitudine per la grazia divina
Libro II:Dell'interna conversazione - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca1. Perché vai cercando quiete, dal momento che sei nato per la tribolazione? Disponiti a patire, più che ad essere consolato; a portare la croce, più che a ricevere gioia. Anche tra coloro che vivono nel mondo, chi non sarebbe felice - se potesse ottenerli in ogni momento - di non avere il conforto e la letizia dello spirito, poiché le gioie spirituali superano tutti i piaceri mondani e le delizie materiali? Le delizie del mondo sono tutte vuote o poco buone; mentre le delizie spirituali, esse soltanto, sono veramente piene di gioia ed innocenti, frutto delle virtù e dono soprannaturale di Dio agli spiriti puri. In verità però nessuno può godere a suo talento di queste divine consolazione, perché il tempo della tentazione non dà lunga tregua. E poi una falsa libertà di spirito e una eccessiva fiducia in se stessi sono di grande ostacolo a questa visita dall'alto. Dio ci fa dono dandoci la consolazione della grazia; ma l'uomo risponde in modo riprovevole se non attribuisce tutto a Dio con gratitudine. E così non possono fluire su di noi i doni della grazia, perché non sentiamo gratitudine per colui dal quale essa proviene e non riportiamo tutto alla sua fonte originaria. La grazia sarà sempre dovuta a chi è giustamente grato; mentre al superbo sarà tolto quello che suole esser dato all'umile. Non voglio una consolazione che mi tolga la compunzione del cuore; non desidero una contemplazione che mi porti alla superbia. Ché non tutto ciò che è alto è santo; non tutto ciò che è soave è buono; non tutti i desideri sono puri; non tutto ciò che è caro è gradito a Dio. Invece, accolgo con gioia una grazia che mi faccia essere sempre più umile e timorato, e che mi renda più pronto a lasciare me stesso. Colui che è stato formato dal dono della grazia ed ammaestrato dalla dura sottrazione di essa, non oserà mai attribuirsi un briciolo di bene; egli riconoscerà piuttosto di essere povero e nudo.
2. Da' a Dio ciò che è di Dio, e attribuisci a te ciò che è tuo: mostrati riconoscente a Dio per la grazia, e a te attribuisci soltanto il peccato, cosciente di meritare una pena per la colpa commessa. Mettiti al posto più basso, e ti sarà dato il più alto; giacché la massima elevazione non si ha che con il massimo abbassamento. I santi più alti agli occhi di Dio sono quelli che, ai propri occhi , sono i più bassi; essi hanno una gloria tanto più grande quanto più si sono sentiti umili. Ripieni della verità e della gloria celeste, non desiderano la vana gloria di questo mondo; basati saldamente in Dio, non possono in alcun modo insuperbire. Essi, che attribuiscono a Dio tutto quel che hanno ricevuto di bene, non vanno cercando di essere esaltati l'uno dall'altro, ma vogliono invece quella gloria, che viene soltanto da Dio; aspirano e sono tutti tesi a questo: che, in loro stessi e in tutti i beati, sia lodato Iddio sopra ogni cosa. Sii dunque riconoscente anche per la più piccola cosa; così sarai degno di ricevere doni più grandi. La cosa più piccola sia per te come la più grande; quello che è più disprezzabile sia per te come un dono straordinario. Se si guarda all'altezza di colui che lo dà, nessun dono sembrerà piccolo o troppo poco apprezzabile. Non è piccolo infatti ciò che ci viene dato dal Dio eccelso. Anche se ci desse pene e tribolazioni, tutto questo deve esserci gradito, perché il Signore opera sempre per la nostra salvezza, qualunque cosa permetta che ci accada. Chi vuol conservare la grazia divina, sia riconoscente quando gli viene concessa, e sappia sopportare quando gli viene tolta; preghi perché essa ritorni, sia prudente ed umile affinché non abbia a perderla.
Gesù vuole da me un dolore silenzioso
Beata Alexandrina Maria da Costa
« ... Mi pare di essere infedele a Gesù. Egli vuole e mi fa sentire nell'anima la grande necessità che io soffra, ma soffra tacendo e senza lasciarlo apparire. Cerco di farlo il meglio possibile, senza confidarmi con nessuno, eccetto che con Lui e con la cara Mammina; talvolta involontariamente mi sfugge qualche parola. È per questo che io dico di essere infedele al mio Gesù; non sono ancora costante in quello che Egli vuole, eccetto che nel dire tutto a lei, mio padre, perché Gesù mi pone nell'anima la necessità di confidarmi con lei... » (lettera a p. Pinho, 7-11-1940).
« ... È terminata da poche ore la mia Crocifissione... Ho bisogno di confidarmi e posso farlo solo con lei. Gesù mi vuole silenziosa e tenace come roccia: vuole che io soffra senza che si sappia ciò che avviene dentro di me. Sento che è Lui a mettermi questa esigenza nell'anima. Vuole che il mio dolore sia silenzioso come il Suo: esige che Lo imiti anche in questo. Stamane si unirono alla mia paura e dolore le lagrime e il dolore di Gesù: non ne potevo quasi più. Fra chiasso, curiosità e bestemmie attorno a Lui, Egli mi ha fatto sentire come ha sofferto tutte queste cose in silenzio, come se non avesse labbra per parlare. Ero talmente sgomenta che mi passò qualche volta per la mente di dire a Gesù che non volevo la Passione, ma Gli dicevo subito: - Voglio, accetto per Tuo amore. Accetto ogni sofferenza anche se dovessero cadere su di me, per schiacciarmi, tutte le montagne del mondo... » (lettera a p. Pinho, 22-11-1940).