Liturgia delle Ore - Letture
Martedi della 34° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Luca 18
1Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi:2"C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno.3In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.4Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno,5poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi".6E il Signore soggiunse: "Avete udito ciò che dice il giudice disonesto.7E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare?8Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".
9Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri:10"Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.12Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.14Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato".
15Gli presentavano anche i bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano.16Allora Gesù li fece venire avanti e disse: "Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.17In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà".
18Un notabile lo interrogò: "Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?".19Gesù gli rispose: "Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio.20Tu conosci i comandamenti: 'Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre'".21Costui disse: "Tutto questo l'ho osservato fin dalla mia giovinezza".22Udito ciò, Gesù gli disse: "Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi".23Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco.
24Quando Gesù lo vide, disse: "Quant'è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio.25È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!".26Quelli che ascoltavano dissero: "Allora chi potrà essere salvato?".27Rispose: "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio".
28Pietro allora disse: "Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito".29Ed egli rispose: "In verità vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio,30che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà".
31Poi prese con sé i Dodici e disse loro: "Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo si compirà.32Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi33e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà".34Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.
35Mentre si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada.36Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.37Gli risposero: "Passa Gesù il Nazareno!".38Allora incominciò a gridare: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!".39Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!".40Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò:41"Che vuoi che io faccia per te?". Egli rispose: "Signore, che io riabbia la vista".42E Gesù gli disse: "Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato".43Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.
Deuteronomio 9
1Ascolta, Israele! Oggi tu attraverserai il Giordano per andare a impadronirti di nazioni più grandi e più potenti di te, di città grandi e fortificate fino al cielo,2di un popolo grande e alto di statura, dei figli degli Anakiti che tu conosci e dei quali hai sentito dire: Chi mai può resistere ai figli di Anak?3Sappi dunque oggi che il Signore tuo Dio passerà davanti a te come fuoco divoratore, li distruggerà e li abbatterà davanti a te; tu li scaccerai e li farai perire in fretta, come il Signore ti ha detto.4Quando il Signore tuo Dio li avrà scacciati dinanzi a te, non pensare: A causa della mia giustizia, il Signore mi ha fatto entrare in possesso di questo paese; mentre per la malvagità di queste nazioni il Signore le scaccia dinanzi a te.5No, tu non entri in possesso del loro paese a causa della tua giustizia, né a causa della rettitudine del tuo cuore; ma il Signore tuo Dio scaccia quelle nazioni dinanzi a te per la loro malvagità e per mantenere la parola che il Signore ha giurato ai tuoi padri, ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe.6Sappi dunque che non a causa della tua giustizia il Signore tuo Dio ti dà il possesso di questo fertile paese; anzi tu sei un popolo di dura cervice.
7Ricordati, non dimenticare, come hai provocato all'ira il Signore tuo Dio nel deserto. Da quando usciste dal paese d'Egitto fino al vostro arrivo in questo luogo, siete stati ribelli al Signore.8Anche sull'Oreb provocaste all'ira il Signore; il Signore si adirò contro di voi fino a volere la vostra distruzione.9Quando io salii sul monte a prendere le tavole di pietra, le tavole dell'alleanza che il Signore aveva stabilita con voi, rimasi sul monte quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiare pane né bere acqua;10il Signore mi diede le due tavole di pietra, scritte dal dito di Dio, sulle quali stavano tutte le parole che il Signore vi aveva dette sul monte, in mezzo al fuoco, il giorno dell'assemblea.11Alla fine dei quaranta giorni e delle quaranta notti, il Signore mi diede le due tavole di pietra, le tavole dell'alleanza.12Poi il Signore mi disse: Scendi in fretta di qui, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dall'Egitto, si è traviato; presto si sono allontanati dalla via che io avevo loro indicata: si sono fatti un idolo di metallo fuso.13Il Signore mi aggiunse: Io ho visto questo popolo; ecco, è un popolo di dura cervice;14lasciami fare; io li distruggerò e cancellerò il loro nome sotto i cieli e farò di te una nazione più potente e più grande di loro.15Così io mi volsi e scesi dal monte, dal monte tutto in fiamme, tenendo nelle mani le due tavole dell'alleanza.16Guardai ed ecco, avevate peccato contro il Signore vostro Dio; vi eravate fatto un vitello di metallo fuso; avevate ben presto lasciato la via che il Signore vi aveva imposta.17Allora afferrai le due tavole, le gettai con le mie mani e le spezzai sotto i vostri occhi.18Poi mi prostrai davanti al Signore, come avevo fatto la prima volta, per quaranta giorni e per quaranta notti; non mangiai pane né bevvi acqua, a causa del gran peccato che avevate commesso, facendo ciò che è male agli occhi del Signore per provocarlo.19Io avevo paura di fronte all'ira e al furore di cui il Signore era acceso contro di voi, al punto di volervi distruggere. Ma il Signore mi esaudì anche quella volta.20Anche contro Aronne il Signore si era fortemente adirato, al punto di volerlo far perire; io pregai in quell'occasione anche per Aronne.21Poi presi l'oggetto del vostro peccato, il vitello che avevate fatto, lo bruciai nel fuoco, lo feci a pezzi, frantumandolo finché fosse ridotto in polvere, e buttai quella polvere nel torrente che scende dal monte.
22Anche a Tabera, a Massa e a Kibrot-Taava, voi provocaste il Signore.23Quando il Signore volle farvi partire da Kades-Barnea dicendo: Entrate e prendete in possesso il paese che vi dò, voi vi ribellaste all'ordine del Signore vostro Dio, non aveste fede in lui e non obbediste alla sua voce.24Siete stati ribelli al Signore da quando vi ho conosciuto.
25Io stetti prostrato davanti al Signore, quei quaranta giorni e quelle quaranta notti, perché il Signore aveva minacciato di distruggervi.26Pregai il Signore e dissi: Signore Dio, non distruggere il tuo popolo, la tua eredità, che hai riscattato nella tua grandezza, che hai fatto uscire dall'Egitto con mano potente.
27Ricordati dei tuoi servi Abramo, Isacco e Giacobbe; non guardare alla caparbietà di questo popolo e alla sua malvagità e al suo peccato,28perché il paese da dove ci hai fatti uscire non dica: Poiché il Signore non era in grado di introdurli nella terra che aveva loro promessa e poiché li odiava, li ha fatti uscire di qui per farli morire nel deserto.29Al contrario essi sono il tuo popolo, la tua eredità, che tu hai fatto uscire dall'Egitto con grande potenza e con braccio teso.
Siracide 19
1Un operaio ubriacone non arricchirà;
chi disprezza il poco cadrà presto.
2Vino e donne traviano anche i saggi,
ancor più temerario è chi frequenta prostitute.
3Tarli e vermi lo erediteranno,
il temerario sarà eliminato.
4Chi si fida con troppa facilità è di animo leggero,
chi pecca danneggia se stesso.
5Chi si compiace del male sarà condannato;
6chi odia la loquacità sfugge al male.
7Non riferire mai una diceria
e non ne avrai alcun danno;
8non parlarne né all'amico né al nemico,
e se puoi farlo senza colpa, non svelar nulla.
9Altrimenti chi ti ascolta diffiderà di te
e all'occasione ti avrà in odio.
10Hai udito una parola? Muoia con te!
Sta' sicuro, non ti farà scoppiare.
11Per una parola lo stolto ha i dolori,
come la partoriente per un bambino.
12Una freccia confitta nella carne della coscia:
tale una parola in seno allo stolto.
13Interroga l'amico: forse non ha fatto nulla,
e se qualcosa ha fatto, perché non continui più.
14Interroga il prossimo: forse non ha detto nulla,
e se qualcosa ha detto, perché non lo ripeta.
15Interroga l'amico, perché spesso si tratta di
calunnia;
non credere a ogni parola.
16C'è chi sdrucciola, ma non di proposito;
e chi non ha peccato con la sua lingua?
17Interroga il tuo prossimo, prima di minacciarlo;
fa' intervenire la legge dell'Altissimo.
18Tutta la sapienza è timore di Dio
e in ogni sapienza è la pratica della legge.
19Non c'è sapienza nella conoscenza del male;
non è mai prudenza il consiglio dei peccatori.
20V'è un'abilità che è abominevole,
c'è uno stolto cui manca solo la saggezza.
21Meglio uno di scarsa intelligenza ma timorato,
che uno molto intelligente ma trasgressore della legge.
22Esiste un'abilità scaltra, ma ingiusta;
c'è chi intriga per prevalere in giudizio.
23C'è il malvagio curvo nella sua tristezza,
ma il suo intimo è pieno di inganno;
24abbassa il volto e finge di essere sordo,
ma, quando non è osservato, avrà il sopravvento.
25E se per mancanza di forza gli è impedito di peccare,
all'occasione propizia farà del male.
26Dall'aspetto si conosce l'uomo;
dal volto si conosce l'uomo di senno.
27Il vestito di un uomo, la bocca sorridente
e la sua andatura rivelano quello che è.
Salmi 109
1'Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.'
Dio della mia lode, non tacere,
2poiché contro di me si sono aperte
la bocca dell'empio e dell'uomo di frode;
parlano di me con lingua di menzogna.
3Mi investono con parole di odio,
mi combattono senza motivo.
4In cambio del mio amore mi muovono accuse,
mentre io sono in preghiera.
5Mi rendono male per bene
e odio in cambio di amore.
6Suscita un empio contro di lui
e un accusatore stia alla sua destra.
7Citato in giudizio, risulti colpevole
e il suo appello si risolva in condanna.
8Pochi siano i suoi giorni
e il suo posto l'occupi un altro.
9I suoi figli rimangano orfani
e vedova sua moglie.
10Vadano raminghi i suoi figli, mendicando,
siano espulsi dalle loro case in rovina.
11L'usuraio divori tutti i suoi averi
e gli estranei faccian preda del suo lavoro.
12Nessuno gli usi misericordia,
nessuno abbia pietà dei suoi orfani.
13La sua discendenza sia votata allo sterminio,
nella generazione che segue sia cancellato il suo nome.
14L'iniquità dei suoi padri sia ricordata al Signore,
il peccato di sua madre non sia mai cancellato.
15Siano davanti al Signore sempre
ed egli disperda dalla terra il loro ricordo.
16Perché ha rifiutato di usare misericordia
e ha perseguitato il misero e l'indigente,
per far morire chi è affranto di cuore.
17Ha amato la maledizione: ricada su di lui!
Non ha voluto la benedizione: da lui si allontani!
18Si è avvolto di maledizione come di un mantello:
è penetrata come acqua nel suo intimo
e come olio nelle sue ossa.
19Sia per lui come vestito che lo avvolge,
come cintura che sempre lo cinge.
20Sia questa da parte del Signore
la ricompensa per chi mi accusa,
per chi dice male contro la mia vita.
21Ma tu, Signore Dio,
agisci con me secondo il tuo nome:
salvami, perché buona è la tua grazia.
22Io sono povero e infelice
e il mio cuore è ferito nell'intimo.
23Scompaio come l'ombra che declina,
sono sbattuto come una locusta.
24Le mie ginocchia vacillano per il digiuno,
il mio corpo è scarno e deperisce.
25Sono diventato loro oggetto di scherno,
quando mi vedono scuotono il capo.
26Aiutami, Signore mio Dio,
salvami per il tuo amore.
27Sappiano che qui c'è la tua mano:
tu, Signore, tu hai fatto questo.
28Maledicano essi, ma tu benedicimi;
insorgano quelli e arrossiscano,
ma il tuo servo sia nella gioia.
29Sia coperto di infamia chi mi accusa
e sia avvolto di vergogna come d'un mantello.
30Alta risuoni sulle mie labbra la lode del Signore,
lo esalterò in una grande assemblea;
31poiché si è messo alla destra del povero
per salvare dai giudici la sua vita.
Malachia 3
1Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate; l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti.2Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.3Siederà per fondere e purificare; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'oblazione secondo giustizia.4Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.5Io mi accosterò a voi per il giudizio e sarò un testimone pronto contro gli incantatori, contro gli adùlteri, contro gli spergiuri, contro chi froda il salario all'operaio, contro gli oppressori della vedova e dell'orfano e contro chi fa torto al forestiero. Costoro non mi temono, dice il Signore degli eserciti.
6Io sono il Signore, non cambio;
voi, figli di Giacobbe, non siete ancora al termine.
7Fin dai tempi dei vostri padri
vi siete allontanati dai miei precetti,
non li avete osservati.
Ritornate a me e io tornerò a voi,
dice il Signore degli eserciti.
Ma voi dite:
"Come dobbiamo tornare?".
8Può un uomo frodare Dio?
Eppure voi mi frodate
e andate dicendo:
"Come ti abbiamo frodato?".
Nelle decime e nelle primizie.
9Siete già stati colpiti dalla maledizione
e andate ancora frodandomi,
voi, la nazione tutta!
10Portate le decime intere nel tesoro del tempio,
perché ci sia cibo nella mia casa;
poi mettetemi pure alla prova in questo,
- dice il Signore degli eserciti -
se io non vi aprirò le cateratte del cielo
e non riverserò su di voi benedizioni sovrabbondanti.
11Terrò indietro gli insetti divoratori
perché non vi distruggano i frutti della terra
e la vite non sia sterile nel campo,
dice il Signore degli eserciti.
12Felici vi diranno tutte le genti,
perché sarete una terra di delizie,
dice il Signore degli eserciti.
13Duri sono i vostri discorsi contro di me - dice il Signore - e voi andate dicendo: "Che abbiamo contro di te?".14Avete affermato: "È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall'aver osservato i suoi comandamenti o dall'aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti?15Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti".
16Allora parlarono tra di loro i timorati di Dio. Il Signore porse l'orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome.17Essi diverranno - dice il Signore degli eserciti - mia proprietà nel giorno che io preparo. Avrò compassione di loro come il padre ha compassione del figlio che lo serve.18Voi allora vi convertirete e vedrete la differenza fra il giusto e l'empio, fra chi serve Dio e chi non lo serve.
19Ecco infatti sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierà - dice il Signore degli eserciti - in modo da non lasciar loro né radice né germoglio.20Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla.21Calpesterete gli empi ridotti in cenere sotto le piante dei vostri piedi nel giorno che io preparo, dice il Signore degli eserciti.
22Tenete a mente la legge del mio servo Mosè,
al quale ordinai sull'Oreb,
statuti e norme per tutto Israele.
23Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga
il giorno grande e terribile del Signore,
24perché converta il cuore dei padri verso i figli
e il cuore dei figli verso i padri;
così che io venendo non colpisca
il paese con lo sterminio.
Lettera di Giacomo 2
1Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria.2Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro.3Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: "Tu siediti qui comodamente", e al povero dite: "Tu mettiti in piedi lì", oppure: "Siediti qui ai piedi del mio sgabello",4non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi?
5Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?6Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi che vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali?7Non sono essi che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi?8Certo, se adempite il più importante dei comandamenti secondo la Scrittura: 'amerai il prossimo tuo come te stesso', fate bene;9ma se fate distinzione di persone, commettete un peccato e siete accusati dalla legge come trasgressori.10Poiché chiunque osservi tutta la legge, ma la trasgredisca anche in un punto solo, diventa colpevole di tutto;11infatti colui che ha detto: 'Non commettere adulterio', ha detto anche: 'Non uccidere'.
Ora se tu non commetti adulterio, ma uccidi, ti rendi trasgressore della legge.12Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché13il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia; la misericordia invece ha sempre la meglio nel giudizio.
14Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo?15Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano16e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?17Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa.18Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.19Tu credi che c'è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano!20Ma vuoi sapere, o insensato, come la fede senza le opere è senza valore?21Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull'altare?22Vedi che la fede cooperava con le opere di lui, e che per le opere quella fede divenne perfetta23e si compì la Scrittura che dice: 'E Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato a giustizia', e fu chiamato amico di Dio.24Vedete che l'uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede.25Così anche Raab, la meretrice, non venne forse giustificata in base alle opere per aver dato ospitalità agli esploratori e averli rimandati per altra via?26Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.
Capitolo II: La verità si fa sentire dentro di noi senza altisonanti parole
Leggilo nella Biblioteca
1. "Parla, o Signore, il tuo servo ti ascolta" (1 Sam 3,10). "Io sono il tuo servo; dammi luce per apprezzare quello che tu proclami" (Sal 118,125). Disponi il mio cuore alle parole della tua bocca; il tuo dire discenda come rugiada. Dissero una volta a Mosè i figli di Israele: "Parlaci tu, e potremo ascoltarti; non ci parli il Signore, affinché non avvenga che ne moriamo" (Es 20,19). Non così, la mia preghiera, o Signore. Piuttosto, con il profeta Samuele, in umiltà e pienezza di desiderio, io ti chiedo ardentemente: "Parla, o Signore, il tuo servo ti ascolta" (1 Sam 3,10). Non mi parli Mosè o qualche altro profeta; parlami invece tu, Signore Dio, che ispiri e dai luce a tutti i profeti: tu solo, senza di loro, mi puoi ammaestrare pienamente; quelli, invece, senza di te, non gioverebbero a nulla. Possono, è vero, far risuonare parole, ma non danno lo spirito; parlano bene, ma, se tu non intervieni, non accendono il cuore; lasciano degli scritti, ma sei tu che ne mostri il significato; presentano i misteri, ma sei tu che sveli il senso di ciò che sta dietro al simbolo; emettono ordini, ma sei tu che aiuti ad eseguirli; indicano la strada , ma sei tu che aiuti a percorrerla. Essi operano solamente all'esterno, ma tu prepari ed illumini i cuori; essi irrigano superficialmente, ma tu rendi fecondi; essi fanno risuonare delle parole, ma sei tu che aggiungi all'ascolto il potere di comprendere.
2. Non mi parli dunque Mosè; parlami tu, Signore mio Dio, verità eterna, affinché, se ammonito solo esteriormente e privo di fuoco interiore, io non resti senza vita e non mi isterilisca; affinché non mi sia di condanna la parola udita non tradotta in pratica, conosciuta ma non amata, creduta ma non osservata. "Parla, dunque, o Signore, il tuo servo ti ascolta" (1 Sam 3,10): "tu hai infatti parole di vita eterna" (Gv 6,69). Parlami, affinché scenda un po' di consolazione all'anima mia, e tutta la mia vita sia purificata. E a te sia lode e onore perpetuo.
Contro Fausto Manicheo - Libro ventiquattresimo
Contro Fausto manicheo - Sant'Agostino di Ippona
Leggilo nella BibliotecaSolo l'uomo interiore e spirituale, secondo Fausto, è opera di Dio.
1. FAUSTO. " Perché negate che l'uomo sia creato da Dio? ". Noi non neghiamo affatto che l'uomo complessivamente sia creato da Dio, ma chiediamo di quale uomo si tratti, quando ciò avvenga e in che modo, dato che secondo l'Apostolo ci sono due uomini: uno, che talora egli chiama esteriore, nella maggior parte dei casi terreno, a volte vecchio, e un altro, che chiama interiore, celeste e nuovo 1. Noi chiediamo quale dei due sia opera di Dio, poiché anche i momenti della nostra nascita sono due: uno è quello in cui la natura ci ha generato a questa luce, irretiti nei lacci della carne; l'altro, quando la verità ci ha rigenerato, dopo averci convertiti a sé dall'errore e iniziati alla fede. Indicando questo momento della seconda nascita, Gesù nel Vangelo dice: Se uno non nasce di nuovo, non può vedere il regno di Dio. Poiché Nicodemo, comprendendo poco, dubitava e domandava come ciò fosse possibile - infatti un uomo anziano non può entrare nel grembo della madre e nascere una seconda volta - Gesù gli rispose dicendo: Se uno non nasce da acqua e da Spirito Santo, non può vedere il regno di Dio e continua: Quel che nasce dalla carne è carne e quel che nasce dallo Spirito è Spirito 2. Pertanto, se la nascita non è solo quella per la quale veniamo generati nel corpo, ma anche l'altra per la quale rinasciamo nello spirito, non è parimenti di minore interesse chiedersi in quale delle due Dio sia il nostro creatore. Anche il modo di nascere è duplice: uno è quello proprio della passione e dell'intemperanza, col quale siamo generati dai nostri genitori in modo vergognoso e nella lussuria; l'altro invece è quello proprio dell'onestà e della purezza, nel quale siamo stati costituiti discepoli della fede in Cristo Gesù per opera dello Spirito Santo, sotto l'insegnamento dei buoni; per questo ogni religione, e soprattutto quella cristiana, chiama al sacramento i bambini non istruiti. Intendendo questa stessa cosa l'Apostolo dice: Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore, finché Cristo sia non formato in voi 3. Pertanto la domanda non è più se Dio faccia l'uomo, bensì quando e quale e in che modo lo faccia. Infatti, se Dio ci forma a sua immagine quando siamo plasmati nel grembo, come piace quasi a tutti i Gentili, ai Giudei e anche a voi, allora egli ci fa vecchi e ci crea attraverso la passione e la lussuria - cosa che non so se si addica alla sua divinità -; se invece veniamo formati da Dio quando crediamo e ci convertiamo ad una vita migliore, come piace a Cristo, ai suoi apostoli e a noi, certamente Dio ci fa nuovi e ci fa in modo onesto e puro: cosa c'è di più consono e di più adeguato alla sua maestà santa e venerabile di questo? E se non disprezzate l'autorità di Paolo, vi mostreremo tramite lui stesso quale sia l'uomo che Dio fa, e quando e in che modo. Dice agli Efesini: Per deporre l'uomo vecchio con la sua condotta passata, che si corrompe dietro le passioni ingannatrici, e rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera 4. Vedi dunque quando viene creato l'uomo a immagine di Dio, vedi che qui ci viene mostrato un altro uomo, un'altra nascita, un altro modo di nascere! Infatti, quando dice: " spogliatevi e rivestitevi ", allude certamente al tempo della fede; quando invece attesta che l'uomo nuovo è stato creato da Dio, indica che l'uomo vecchio non è stato fatto né da lui né conformemente a lui. E quando continua dicendo che quello fu fatto nella santità, nella giustizia e nella verità, designa e indica l'altro modo di nascere, il quale, - ho detto - è assai dissimile da questo che ha seminato i nostri corpi con gli abbracci libidinosi dei nostri genitori, e insegna anche che esso non viene da Dio, col dimostrare che solo l'altro viene da Dio. Anche ai Colossesi dice di nuovo la stessa cosa: Spogliatevi dell'uomo vecchio con le sue azioni e rivestitevi del nuovo, che si rinnova nella conoscenza di Dio secondo l'immagine di colui che lo ha creato in voi. E qui non mostrò soltanto che l'uomo nuovo è quello che è fatto da Dio, ma insegnò anche quando e in che modo esso venga formato, cioè nella conoscenza di Dio, col che si intende il tempo della fede. In più, dice: Secondo l'immagine di colui che lo ha creato in voi, perché da ciò sia chiaro che l'uomo vecchio non è né a immagine di Dio né da lui formato. Infatti le parole che seguono, quando dice: Qui non c'è più maschio o femmina, Giudeo o Greco, barbaro o Scita 5, ci mostrano ancora di più che la nascita in cui Dio opera quando forma l'uomo non è quella che ci fece maschi e femmine, Greci e Giudei, Sciti e barbari, bensì quella che, spogliati di ogni differenza di nazionalità, sesso e condizione, ci rende una sola cosa ad esempio di colui che è uno, cioè Cristo, come l'Apostolo stesso dice di nuovo: Quanti sono stati battezzati in Cristo, si sono rivestiti di Cristo; non c'è più né Giudeo né Greco, né maschio né femmina, né schiavo né libero, ma tutti sono una cosa sola in Cristo 6. Pertanto l'uomo è fatto da Dio quando da molti diventa uno, e non quando da uno è diviso in molte cose. La prima nascita, cioè quella corporale, ci ha diviso; la seconda, intelligibile e divina, ci rende uniti: con ogni ragione, quindi, abbiamo ritenuto che quella vada ascritta alla natura del corpo, e questa alla maestà suprema. Per tale motivo l'Apostolo stesso dice ancora ai Corinti: Sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il Vangelo 7, e ai Galati parlando di se stesso: Quando piacque, a colui che mi scelse sin dal seno materno, di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo alle genti, subito, non consultai né la carne né il sangue 8. Vedi dunque che egli afferma dappertutto che noi siamo formati da Dio in quest'altra nascita, quella spirituale, e non nella precedente, oscena e impudica, che ci ha concepito, formato e generato nel grembo materno in un modo né più elevato né più puro rispetto agli altri animali. Se vorrete porre attenzione a questo, troverete che a tale riguardo siamo lontani da voi non tanto in ciò che professiamo, quanto nell'interpretazione che ne diamo: se a voi piace riferire la formazione da parte di Dio all'uomo vecchio, esteriore e terreno, noi al contrario l'abbiamo assegnata all'uomo celeste, interiore e nuovo, né lo facciamo con temerarietà o presunzione, ma apprendendolo da Cristo e dai suoi apostoli che, come si sa, furono i primi ad insegnare questa dottrina nel mondo.
L'uomo interiore e l'uomo esteriore non sono due uomini, ma uno solo, interamente opera di Dio.
2. AGOSTINO. L'apostolo Paolo vuole che si intenda, come uomo interiore, la mente spirituale e come uomo esteriore il corpo e questa vita mortale; tuttavia non si legge mai nelle sue lettere che abbia detto che ambedue siano simultaneamente due uomini, bensì uno solo, che Dio fece nella sua totalità, tanto cioè l'interiore quanto l'esteriore; ma lo fece a sua immagine solo per ciò che è interiore, facendolo non soltanto incorporeo, ma anche razionale, caratteristica che invece gli animali non possiedono. Non fece dunque un uomo a sua immagine e un altro non a sua immagine bensì, poiché ambedue le cose, l'interiore e l'esteriore, sono un unico uomo, è questo unico uomo che egli fece a sua immagine: non nel fatto che ha un corpo e una vita corporea, ma nel fatto che possiede una mente razionale, con cui conosce Dio e si antepone, in virtù della superiorità stessa della ragione, a tutti gli esseri irrazionali. Fausto concede che l'uomo interiore sia fatto da Dio quando dice: Si rinnova nella conoscenza di Dio secondo l'immagine di colui che lo ha creato. Io riconosco certamente questa affermazione dell'Apostolo 9; ma perché egli non riconosce l'altra: Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto 10? Dunque l'Apostolo predica Dio anche come creatore del corpo esteriore: perché Fausto di lì sceglie ciò che ritiene a proprio vantaggio, e tace o rifiuta ciò che dà un taglio alle favole di Mani? Inoltre Paolo stesso, nel discutere dell'uomo terreno e dell'uomo celeste, distinguendo tra il mortale e l'immortale, tra ciò che siamo in Adamo e ciò che saremo in Cristo, ha riferito al corpo terreno, cioè al corpo animale, una testimonianza presa dalla medesima legge, dal medesimo libro e dal medesimo passo in cui sta scritto che Dio fece anche l'uomo terreno. Infatti, nel trattare in che modo i morti risorgeranno e in quale corpo torneranno, facendo delle similitudini con i semi del frumento, che vengono seminati come semplici chicchi e Dio dà loro un corpo conforme al suo volere, a ciascun seme il proprio - e così non di meno distruggendo l'errore di Mani, che dice che il grano, le erbe e ogni radice e frutto sono creati dalla stirpe delle tenebre e non da Dio, e crede che Dio, anziché operare qualcosa in esse, sia invece incatenato in quelle forme e generi di cose -, dopo aver dunque detto questo contro la vanità sacrilega di Mani, venne alle differenze tra le carni. Non ogni carne è la medesima carne, disse, e di lì passò a quella dei corpi celesti e dei corpi terrestri e poi alla trasformazione del nostro corpo, per la quale esso può diventare spirituale e celeste. Si semina - dice - ignobile, risorgerà glorioso; si semina debole, risusciterà pieno di forza; si semina un corpo animale, risorgerà un corpo spirituale. E volendo mostrare di lì l'origine del corpo animale, dice: Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale; così infatti sta scritto: Il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente 11. Ciò è scritto anche nella Genesi 12, dove si narra come Dio fece l'uomo e animò il corpo che aveva formato dalla terra. L'Apostolo chiama uomo vecchio nient'altro che la vita vecchia, quella nel peccato, nella quale si vive secondo Adamo, e di cui dice: A causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte; e così ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato in lui 13. Dunque tutto quell'uomo, nella sua parte cioè sia interiore che esteriore, è invecchiato a causa del peccato ed è stato condannato alla pena della morte; ma ora si rinnova secondo l'uomo interiore, nel quale viene riformato secondo l'immagine del suo creatore, svestendosi dell'ingiustizia, cioè dell'uomo vecchio, e rivestendosi della giustizia, cioè dell'uomo nuovo. Allora, quando risorgerà il corpo spirituale, che viene seminato animale, anche l'esteriore riceverà la dignità della condizione celeste, affinché sia ricreato tutto ciò che fu creato e sia rifatto tutto ciò che fu fatto, ricreandolo colui che lo ha creato e rifacendolo colui che lo ha fatto. Lo spiega brevemente quando dice: Il corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. Se lo Spirito di colui che ha resuscitato Cristo dai morti abita in voi, colui che ha resuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi 14. Chi infatti, istruito nella verità cattolica, ignora che fra gli esseri umani alcuni sono maschi e altri femmine secondo il corpo, ma non secondo la mente spirituale, nella quale veniamo rinnovati secondo l'immagine di Dio? Tuttavia l'Apostolo stesso è un'altra volta testimone del fatto che Dio li fece ambedue, quando dice: Nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo senza la donna; come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio 15. Ma che dice di fronte a questo la fallacia inetta di uomini divenuti estranei alla vita di Dio per l'ignoranza che è in loro, a causa della cecità del loro cuore 16, se non che " nelle lettere apostoliche è vero ciò che vogliamo, è falso ciò che non vogliamo "? Delirino così, se sono Manichei, o tornino alla ragione, e non siano più Manichei! Poiché ammettono che l'uomo interiore si rinnova ad immagine di Dio e adducono anche questa ulteriore testimonianza: " Fausto dice che Dio fa l'uomo quando l'uomo interiore si rinnova nella conoscenza di Dio ", se domandi loro se a farlo fu lo stesso che lo rifa, se a crearlo fu lo stesso che lo rinnova, ti risponderanno di sì. Se a partire da questa risposta chiediamo loro quando formò quello che ora riforma, cercano dove nascondersi, per non essere costretti a svelare l'infamia della loro favola. Dicono infatti che l'uomo non fu formato o creato o costituito da Dio, ma che è una parte della sostanza di lui inviata contro i suoi nemici; che non è invecchiato per il peccato, ma è stato reso prigioniero dalla necessità e deformato dai nemici, e altre cose che mi ripugna dire. Lì menzionano anche un Primo Uomo, non quello che l'Apostolo chiama terreno perché tratto dalla terra 17, ma non so quale altro loro proprio, uscito dal serbatoio delle loro menzogne: su questo Fausto tace del tutto, pur avendo posto in discussione il problema dell'uomo, temendo in qualche modo di rivelarsi a coloro contro i quali disputa.
Note:
1 - Cf. Rm 6, 7; 1 Cor 15; 2 Cor 4; Ef 3, 4; Col 3.
2 - Gv 3, 3-6.
3 - Gal 4, 19.
4 - Ef 4, 22-24.
5 - Col 3, 9-11.
6 - Gal 3, 27-28.
7 - 1 Cor 4, 15.
8 - Gal 1, 15-16.
9 - Col 3, 10.
10 - 1 Cor 12, 18.
11 - 1 Cor 15, 35-45.
12 - Cf. Gn 2, 7.
13 - Rm 5, 12.
14 - Rm 8, 10-11.
15 - 1 Cor 11, 11-12.
16 - Cf. Ef 4, 18.
17 - Cf. 1 Cor 15, 47.
Capitolo IX: Offrire noi stessi a Dio, con tutto quello che è in noi, pregando per tutti
Libro IV: Libro del sacramento del corpo di Cristo - Tommaso da Kempis
Leggilo nella BibliotecaParola del discepolo
1. Tue sono le cose, o Signore, quelle del cielo e quelle della terra: a te voglio, liberamente, offrire me stesso e restare tuo per sempre. O Signore, con cuore sincero, oggi io mi dono a te in perpetuo servizio, in obbedienza e in sacrificio di lode perenne. Accettami, insieme con questa offerta santa del tuo corpo prezioso, che io - alla presenza e con l'assistenza invisibile degli angeli - ora ti faccio, per la mia salvezza e per la salvezza di tutto il popolo, O Signore, sull'altare della tua espiazione offro a te tutti i miei peccati e le colpe da me commesse al cospetto tuo e dei tuoi santi angeli, dal giorno in cui fui capace di peccare fino ad oggi; affinché tutto tu accenda e consumi nel fuoco del tuo amore, cancellando ogni macchia dei miei peccati; affinché tu purifichi la mia coscienza da ogni colpa; affinché tu mi ridia la tua grazia, che ho perduta col peccato, tutto perdonando e misericordiosamente accogliendomi nel bacio della pace. Che posso io fare per i miei peccati, se non confessarli umilmente nel pianto e pregare senza posa per avere la tua intercessione? Ti scongiuro, dammi benevolo ascolto, mentre mi pongo dinanzi a te, o mio Dio. Grande disgusto io provo per tutti i miei peccati; non voglio più commetterne, anzi di essi mi dolgo e mi dorrò per tutta la vita, pronto a fare penitenza e, per quanto io possa, a pagare per essi. Rimetti, o Signore, rimetti i miei peccati, per il tuo santo nome: salva l'anima mia, che tu hai redenta con il tuo sangue prezioso. Ecco, io mi affido alla tua misericordia; mi metto nelle tue mani. Opera tu con me secondo la tua bontà, non secondo la mia perfidia e la mia iniquità.
2. Anche tutto quello che ho di buono, per quanto sia molto poco e imperfetto, lo offro a te, affinché tu lo perfezioni e lo santifichi; affinché ti sia gradito e tu voglia accettarlo, accrescendone il valore; affinché tu voglia portarmi - inoperoso e inutile piccolo uomo, qual sono - a un termine beato e glorioso. Offro parimenti a te tutti i buoni desideri delle persone devote e le necessità dei parenti e degli amici, dei fratelli e delle sorelle, di tutti i miei cari e di coloro che, per amor tuo, fecero del bene a me o ad altri; infine di tutte le persone - quelle ancora in vita e quelle che già hanno lasciato questo mondo - che da me desiderarono e chiesero preghiere e sante Messe, per loro e per tutti i loro cari. Che tutti sentano venire sopra di sé l'aiuto della tua grazia, l'abbondanza della consolazione, la protezione dai pericoli, la liberazione dalle pene! Che tutti, liberati da ogni male, ti rendano in letizia grazie solenni. Ancora, e in modo speciale, ti offro preghiere e sacrifici di espiazione per quelli che mi hanno fatto qualche torto, mi hanno cagionato dolore, mi hanno calunniato o recato danno, mi hanno messo in difficoltà; e anche per tutti quelli ai quali io ho dato talora motivo di tristezza e di turbamento, di dolore o di scandalo, con parole o con fatti, consciamente oppure no, affinché tu perdoni parimenti a tutti noi i nostri peccati e le offese vicendevoli. O Signore, strappa dai nostri cuori ogni sospetto, ogni sdegno, ogni collera, ogni contesa e tutto ciò che possa ferire la carità e affievolire l'amore fraterno. Abbi compassione, o Signore, di noi che imploriamo la tua misericordia; concedi la tua grazia a noi che ne abbiamo bisogno; fa che noi siamo fatti degni di godere della tua grazia e che possiamo avanzare verso la vita eterna.
«Dalla tua voce indebolita esce un fascino che attrae» (Momenti della Passione)
Beata Alexandrina Maria da Costa
Devo desistere: mi mancano le forze, non posso parlare per dettare i
sentimenti della mia anima. Ed ora che non lo posso fare, mi viene da
piangere... Mi tormenta perfino il pensare che il mio corpo debba
essere toccato, posato sul letto, o sfiorato anche da un lieve d'aria.
Vorrei poter rimanere sospesa nell'aria ove nulla mi toccasse. Che
orrore tremendo! Ho il corpo e l'anima feriti! Provo nausea e paura del
mio letto. Quante volte, istintivamente, avrei voglia di chiamarlo
maledetto e scomunicato! Vorrei abbandonarlo. Non posso starvi sopra.
Ho paura, tanta paura! O mio Gesù, chi può resistere a tutto questo?
Solo Tu, solo Tu. Sapessi dire ciò che sento! Ebbi un nuovo assalto del
demonio: violento, ma di breve durata. Non avrei resistito se Gesù non
fosse venuto... (diario, 29-11-1945).
- ... Coraggio, sta' salda nel tuo Gesù...
Confida in Me: non temere di vacillare. Dai tuoi occhi, dai tuoi
sorrisi, dalla tua voce indebolita esce un fascino che attrae, esce
abbondanza di amore, escono balsami soavissimi per le piaghe dei
peccatori... - (diario, 1-12-1945).
... Come sono tremende le sofferenze della mia anima e del mio
corpo!... Parlo del corpo e dell'anima, ma mi pare di non avere né
l'uno né l'altra. Al posto del corpo sono rimasti i dolori fisici e al
posto dell'anima i dolori morali... Povera me! Non so dire ciò che
avviene... ... E il mio letto? Non posso starvi su. Ho paura, voglio
abbandonarlo e sparire. Sento nascere il desiderio di dire a Gesù che
non voglio soffrire. Che tentazione del demonio contro la fede! Il
Cielo non esiste, non v'è Dio, non vi sono anime da salvare, non vale
la pena soffrire così. Non so esprimere le mie amarezze...
L'Orto, ieri, fu tanto duro al mio cuore... Ed il Calvario di oggi?! Io
ero come una palla che rotolava dalla cima alla base e dalla base alla
cima, in mezzo alle sofferenze: ero come palla da gioco per gli
aguzzini. Scendevo quando ero trascinata dal furore; salivo quando la
violenza mi faceva salire e soprattutto l'amore: sì, esso mi obbligava
a camminare. Sul Calvario sentivo Gesù in diversi modi. Prima, a
braccia aperte, e ne udivo lo scricchiolio delle ossa slogate; poi con
il capo inclinato sul mio cuore, ad agonizzare e a gridare, quasi senza
vita; infine L'ho sentito appena spirato: il silenzio della sua morte
si confaceva con la morte e l'oscurità del mio spirito.
Venne Gesù: il sole si affacciò tra le nubi, l'anima ebbe vita: -
Figlia mia, i chiodi che ti fissano alla croce sono chiodi di amore: è
ciò che vi è di più forte; sono chiodi inflessibili. Fatti animo,
coraggio! Il peso della giustizia divina ti schiaccia? Non temere: è
perché non venga schiacciato il mondo; nulla vedi a causa delle tenebre
ed oscurità del tuo spirito? Rallegrati: è perché le anime escano dalla
oscurità del peccato e non ne soffrano poi eternamente. In cielo
vedrai, figlia cara del mio Cuore divino, quanto le tue sofferenze
furono utili alle anime. Tra poco, in cielo, vedrai la vita
meravigliosa, ricca e divina, cresciuta in te... La tua vita fu sempre
del cielo e non del mondo. Per te ho vigilato, in te ho seminato, in te
ho raccolto i frutti più deliziosi per Me e per le anime. O vita tutta
di amore!... - (diario, 7-12-1945).