Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

Figliuoli, state allegri, state allegri. Voglio che non facciate peccati, ma che siate allegri. (San Filippo Neri)

Liturgia delle Ore - Letture

Venerdi della 33° settimana del tempo ordinario (Presentazione della Beata Vergine Maria)

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 18

1Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli.2Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli.3Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi.4Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: "Chi cercate?".5Gli risposero: "Gesù, il Nazareno". Disse loro Gesù: "Sono io!". Vi era là con loro anche Giuda, il traditore.6Appena disse "Sono io", indietreggiarono e caddero a terra.7Domandò loro di nuovo: "Chi cercate?". Risposero: "Gesù, il Nazareno".8Gesù replicò: "Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano".9Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: "'Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato'".10Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.11Gesù allora disse a Pietro: "Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?".

12Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono13e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno.14Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: "È meglio che un uomo solo muoia per il popolo".
15Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote;16Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro.17E la giovane portinaia disse a Pietro: "Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?". Egli rispose: "Non lo sono".18Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
19Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina.20Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.21Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto".22Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote?".23Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?".24Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
25Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: "Non sei anche tu dei suoi discepoli?". Egli lo negò e disse: "Non lo sono".26Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: "Non ti ho forse visto con lui nel giardino?".27Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

28Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.29Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: "Che accusa portate contro quest'uomo?".30Gli risposero: "Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato".31Allora Pilato disse loro: "Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!". Gli risposero i Giudei: "A noi non è consentito mettere a morte nessuno".32Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.
33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: "Tu sei il re dei Giudei?".34Gesù rispose: "Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?".35Pilato rispose: "Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?".36Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù".37Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?". Rispose Gesù: "Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce".38Gli dice Pilato: "Che cos'è la verità?". E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo in lui nessuna colpa.39Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?".40Allora essi gridarono di nuovo: "Non costui, ma Barabba!". Barabba era un brigante.


Secondo libro dei Re 10

1In Samaria c'erano settanta figli di Acab. Ieu scrisse lettere e le inviò in Samaria ai capi della città, agli anziani e ai tutori dei figli di Acab. In esse diceva:2"Ora, quando giungerà a voi questa lettera - voi, infatti, avete con voi i figli del vostro signore, i carri, i cavalli, le fortezze e le armi -3scegliete il figlio migliore e più capace del vostro signore e ponetelo sul trono del padre; combattete per la casa del vostro signore".4Quelli ebbero una grande paura e dissero: "Ecco, due re non hanno potuto resistergli; come potremmo resistergli noi?".5Il maggiordomo, il prefetto della città, gli anziani e i tutori mandarono a Ieu questo messaggio: "Noi siamo tuoi servi; noi faremo quanto ci ordinerai. Non nomineremo un re; fa' quanto ti piace".
6Ieu scrisse loro quest'altra lettera: "Se siete dalla mia parte e se obbedite alla mia parola, prendete le teste dei figli del vostro signore e presentatevi a me domani a quest'ora in Izreèl". I figli del re erano settanta; vivevano con i grandi della città, che li allevavano.7Ricevuta la lettera, quelli presero i figli del re e li uccisero - erano settanta -; quindi posero le loro teste in panieri e le mandarono da lui in Izreèl.8Si presentò un messaggero che riferì a Ieu: "Hanno portato le teste dei figli del re". Egli disse: "Ponetele in due mucchi alla porta della città e ci restino fino a domani mattina".9Il mattino dopo uscì, si fermò e disse a tutto il popolo: "Voi siete innocenti; ecco io ho congiurato contro il mio signore e l'ho ucciso. Ma chi ha colpito tutti questi?10Constatate come neppure una parola che il Signore ha annunziato per mezzo del suo servo Elia, sia venuta meno; il Signore ha attuato quanto aveva predetto per mezzo di Elia, suo servo".11Ieu uccise poi tutti i superstiti della famiglia di Acab in Izreèl, tutti i suoi grandi, i suoi amici e i suoi sacerdoti, fino a non lasciarne neppure uno.
12Quindi si alzò e partì per Samaria. Passando per Bet-Eked dei pastori,13Ieu trovò i fratelli di Acazia, re di Giuda. Egli domandò: "Voi, chi siete?". Risposero: "Siamo fratelli di Acazia; siamo scesi per salutare i figli del re e i figli della regina".14Egli ordinò: "Prendeteli vivi". Li presero vivi, li uccisero e li gettarono nel pozzo di Bet-Eked; erano quarantadue e non ne rimase neppure uno.
15Partito di lì, si imbatté in Ionadàb, figlio di Recàb, che gli veniva incontro; Ieu lo salutò e gli disse: "Il tuo cuore è retto verso di me, come il mio nei tuoi riguardi?". Ionadàb rispose: "Sì". "Se sì, dammi la mano". Ionadàb gliela diede. Ieu allora lo fece salire sul carro vicino a sé16e gli disse: "Vieni con me e vedrai il mio zelo per il Signore". Lo portò con sé sul carro.17Entrò in Samaria, ove uccise tutti i superstiti della casa di Acab fino ad annientarla, secondo la parola che il Signore aveva comunicata a Elia.
18Ieu radunò tutto il popolo e gli disse: "Acab ha servito Baal un poco; Ieu lo servirà molto.19Ora convocatemi tutti i profeti di Baal, tutti i suoi fedeli e tutti i suoi sacerdoti; non ne manchi neppure uno, perché intendo offrire un grande sacrificio a Baal. Chi mancherà non sarà lasciato in vita". Ieu agiva con astuzia, per distruggere tutti i fedeli di Baal.20Ieu disse: "Convocate una festa solenne per Baal". La convocarono.21Ieu inviò messaggeri per tutto Israele; si presentarono tutti i fedeli di Baal - nessuno si astenne dal viaggio - e si radunarono nel tempio di Baal, che ne risultò pieno da un'estremità all'altra.22Ieu disse al guardarobiere: "Tira fuori le vesti per tutti i fedeli di Baal". Ed egli le tirò fuori.23Ieu, accompagnato da Ionadàb figlio di Recàb, entrò nel tempio di Baal e disse ai fedeli di Baal: "Badate bene che non ci sia fra di voi nessuno dei fedeli del Signore, ma solo fedeli di Baal".
24Mentre quelli si accingevano a compiere sacrifici e olocausti, Ieu fece uscire ottanta suoi uomini con la minaccia: "Se qualcuno farà fuggire uno degli uomini che io oggi metto nelle vostre mani, pagherà con la sua vita la vita di lui".25Quando ebbe finito di compiere l'olocausto, Ieu disse alle guardie e agli scudieri: "Entrate, uccideteli. Nessuno scappi". Le guardie e gli scudieri li passarono a fil di spada e li gettarono perfino nella cella del tempio di Baal.26Penetrati in essa, portarono fuori il palo sacro del tempio di Baal e lo bruciarono.27Fecero a pezzi la stele di Baal, demolirono il tempio di Baal e lo ridussero un immondezzaio fino ad oggi.
28Ieu fece scomparire Baal da Israele.29Ma Ieu non si allontanò dai peccati che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele e non abbandonò i vitelli d'oro che erano a Betel e in Dan.
30Il Signore disse a Ieu: "Perché ti sei compiaciuto di fare ciò che è giusto ai miei occhi e hai compiuto per la casa di Acab quanto era nella mia intenzione, i tuoi figli - fino alla quarta generazione - siederanno sul trono di Israele".31Ma Ieu non si preoccupò di seguire la legge del Signore Dio di Israele con tutto il cuore; non si allontanò dai peccati che Geroboamo aveva fatto commettere a Israele.
32In quel tempo il Signore cominciò a ridurre il territorio di Israele; Cazaèl sconfisse gli Israeliti in tutti i loro confini:33dal Giordano, verso oriente, occupò tutta la regione di Gàlaad, dei Gaditi, dei Rubeniti e dei Manassiti, da Aroer, che è presso il torrente Arnon, a Gàlaad e a Basan.
34Le altre gesta di Ieu, tutte le sue azioni e le sue prodezze, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele.35Ieu si addormentò con i suoi padri e lo seppellirono in Samaria. Al suo posto divenne re suo figlio Ioacaz.36La durata del regno di Ieu su Israele, in Samaria, fu di ventotto anni.


Proverbi 20

1Il vino è rissoso, il liquore è tumultuoso;
chiunque se ne inebria non è saggio.
2La collera del re è simile al ruggito del leone;
chiunque lo eccita rischia la vita.
3È una gloria per l'uomo astenersi dalle contese,
attaccar briga è proprio degli stolti.
4Il pigro non ara d'autunno,
e alla mietitura cerca, ma non trova nulla.
5Come acque profonde sono i consigli nel cuore umano,
l'uomo accorto le sa attingere.
6Molti si proclamano gente per bene,
ma una persona fidata chi la trova?
7Il giusto si regola secondo la sua integrità;
beati i figli che lascia dietro di sé!
8Il re che siede in tribunale
dissipa ogni male con il suo sguardo.
9Chi può dire: "Ho purificato il cuore,
sono mondo dal mio peccato?".
10Doppio peso e doppia misura
sono due cose in abominio al Signore.
11Già con i suoi giochi il fanciullo dimostra
se le sue azioni saranno pure e rette.
12L'orecchio che ascolta e l'occhio che vede:
l'uno e l'altro ha fatto il Signore.
13Non amare il sonno per non diventare povero,
tieni gli occhi aperti e avrai pane a sazietà.
14"Robaccia, robaccia" dice chi compra:
ma mentre se ne va, allora se ne vanta.
15C'è oro e ci sono molte perle,
ma la cosa più preziosa sono le labbra istruite.
16Prendigli il vestito perché si è fatto garante per un altro
e tienilo in pegno per gli estranei.
17È piacevole all'uomo il pane procurato con frode,
ma poi la sua bocca sarà piena di granelli di sabbia.
18Pondera bene i tuoi disegni, consigliandoti,
e fa' la guerra con molta riflessione.
19Chi va in giro sparlando rivela un segreto,
non associarti a chi ha sempre aperte le labbra.
20Chi maledice il padre e la madre
vedrà spegnersi la sua lucerna nel cuore delle tenebre.
21I guadagni accumulati in fretta da principio
non saranno benedetti alla fine.
22Non dire: "Voglio ricambiare il male",
confida nel Signore ed egli ti libererà.
23Il doppio peso è in abominio al Signore
e le bilance false non sono un bene.
24Dal Signore sono diretti i passi dell'uomo
e come può l'uomo comprender la propria via?
25È un laccio per l'uomo esclamare subito: "Sacro!"
e riflettere solo dopo aver fatto il voto.
26Un re saggio passa al vaglio i malvagi
e ritorna su di loro con la ruota.
27Lo spirito dell'uomo è una fiaccola del Signore
che scruta tutti i segreti recessi del cuore.
28Bontà e fedeltà vegliano sul re,
sulla bontà è basato il suo trono.
29Vanto dei giovani è la loro forza,
ornamento dei vecchi è la canizie.
30Le ferite sanguinanti spurgano il male,
le percosse purificano i recessi del cuore.


Salmi 83

1'Canto. Salmo. Di Asaf.'
2Dio, non darti riposo,
non restare muto e inerte, o Dio.

3Vedi: i tuoi avversari fremono
e i tuoi nemici alzano la testa.
4Contro il tuo popolo ordiscono trame
e congiurano contro i tuoi protetti.
5Hanno detto: "Venite, cancelliamoli come popolo
e più non si ricordi il nome di Israele".

6Hanno tramato insieme concordi,
contro di te hanno concluso un'alleanza;
7le tende di Edom e gli Ismaeliti,
Moab e gli Agareni,
8Gebal, Ammon e Amalek
la Palestina con gli abitanti di Tiro.
9Anche Assur è loro alleato
e ai figli di Lot presta man forte.

10Trattali come Madian e Sisara,
come Iabin al torrente di Kison:
11essi furono distrutti a Endor,
diventarono concime per la terra.
12Rendi i loro principi come Oreb e Zeb,
e come Zebee e Sàlmana tutti i loro capi;
13essi dicevano:
"I pascoli di Dio conquistiamoli per noi".

14Mio Dio, rendili come turbine,
come pula dispersa dal vento.
15Come il fuoco che brucia il bosco
e come la fiamma che divora i monti,
16così tu inseguili con la tua bufera
e sconvolgili con il tuo uragano.

17Copri di vergogna i loro volti
perché cerchino il tuo nome, Signore.
18Restino confusi e turbati per sempre,
siano umiliati, periscano;
19sappiano che tu hai nome "Signore",
tu solo sei l'Altissimo su tutta la terra.


Amos 6

1Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Questi notabili della prima tra le nazioni,
ai quali si recano gli Israeliti!2Passate a Calnè e guardate,
andate di lì ad Amat la grande
e scendete a Gat dei Filistei:
siete voi forse migliori di quei regni
o è più grande il vostro territorio del loro?
3Voi credete di ritardare il giorno fatale
e affrettate il sopravvento della violenza.
4Essi su letti d'avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
5Canterellano al suono dell'arpa,
si pareggiano a David negli strumenti musicali;
6bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
7Perciò andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l'orgia dei buontemponi.

8Ha giurato il Signore Dio, per se stesso!
Oracolo del Signore, Dio degli eserciti.
Detesto l'orgoglio di Giacobbe,
odio i suoi palazzi,
consegnerò la città e quanto contiene.
9Se sopravviveranno in una sola casa dieci uomini,
anch'essi moriranno.
10Lo prenderà il suo parente e chi prepara il rogo,
portando via le ossa dalla casa,
egli dirà a chi è in fondo alla casa:
"Ce n'è ancora con te?".
L'altro risponderà: "No".
Quegli dirà: "Zitto!": non si deve menzionare
il nome del Signore.
11Poiché ecco: il Signore comanda
di fare a pezzi la casa grande
e quella piccola di ridurla in frantumi.
12Corrono forse i cavalli sulle rocce
e si ara il mare con i buoi?
Poiché voi cambiate il diritto in veleno
e il frutto della giustizia in assenzio.
13Voi vi compiacete di Lo-debàr dicendo:
"Non è per il nostro valore che abbiam preso Karnàim?".
14Ora ecco, io susciterò contro di voi, gente d'Israele,
- oracolo del Signore, Dio degli eserciti -
un popolo che vi opprimerà dall'ingresso di Amat
fino al torrente dell'Araba.


Lettera ai Romani 6

1Che diremo dunque? Continuiamo a restare nel peccato perché abbondi la grazia?2È assurdo! Noi che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere nel peccato?3O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?4Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.5Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.6Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato.7Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.
8Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui,9sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui.10Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio.11Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

12Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri;13non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia per Dio.14Il peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia.

15Che dunque? Dobbiamo commettere peccati perché non siamo più sotto la legge, ma sotto la grazia? È assurdo!16Non sapete voi che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell'obbedienza che conduce alla giustizia?17Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell'insegnamento che vi è stato trasmesso18e così, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia.
19Parlo con esempi umani, a causa della debolezza della vostra carne. Come avete messo le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione.

20Quando infatti eravate sotto la schiavitù del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia.21Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Infatti il loro destino è la morte.22Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna.23Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.


Capitolo XVIII: L’uomo non si ponga ad indagare, con animo curioso, intorno al Sacramento, ma si faccia umile imitatore di Cristo e sottometta i suoi sensi alla santa fede

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Parola del Diletto

1. Se non vuoi essere sommerso nell'abisso del dubbio, devi guardarti dall'indagare, con inutile curiosità intorno a questo altissimo Sacramento. "Colui che pretende di conoscere la maestà di Dio, sarà schiacciato dalla grandezza di lui" (Pro 25,27). Dio può fare cose più grandi di quanto l'uomo possa capire All'uomo è consentita soltanto una pia ed umile ricerca della verità, sempre pronta ad essere illuminata, e desiderosa di muoversi entro i salutari insegnamenti dei Padri. Beata la semplicità, che tralascia le ardue strade delle disquisizioni e prosegue nel sentiero piano e sicuro dei comandamenti di Dio. Sono molti quelli che, volendo indagare cose troppo sublimi, perdettero la fede. Da te si esigono fede e schiettezza di vita, non altezza d'intelletto e capacità di penetrare nei misteri di Dio. Tu, che non riesci a conoscere e a comprendere ciò che sta più in basso di te, come potresti capire ciò che sta sopra di te? Sottomettiti a Dio, sottometti i tuoi sensi alla fede, e ti sarà dato lume di conoscenza, quale e quanto potrà esserti utile e necessario. Taluni subiscono forti tentazioni circa la fede e il Sacramento; sennonché, non a loro se ne deve fare carico, bensì al nemico. Non soffermarti su queste cose; non voler discutere con i tuoi stessi pensieri, né rispondere ai dubbi insinuati dal diavolo. Credi, invece alle parole di Dio; affidati ai santi e ai profeti (2Cor 20,20), e fuggirà da te l'infame nemico. Che il servo di Dio sopporti tali cose, talora è utile assai. Il diavolo non sottopone alle tentazioni quelli che non hanno fede, né i peccatori, che ha già sicuramente in sua mano; egli tenta, invece, tormenta, in vario modo, le persone credenti e devote.

2.  Procedi, dunque, con schietta e ferma fede; accostati al Sacramento con umile venerazione. Rimetti tranquillamente a Dio, che tutto può, quanto non riesci a comprendere: Iddio non ti inganna; mentre si inganna colui che confida troppo in se stesso. Dio cammina accanto ai semplici, si rivela agli umili, "dà lume d'intelletto ai piccoli" (Sal 118,130), apre la mente ai puri di cuore; e ritira la grazia ai curiosi e ai superbi. La ragione umana è debole e può sbagliare, mentre la fede vera non può ingannarsi. Ogni ragionamento, ogni nostra ricerca deve andare dietro alla fede; non precederla, né indebolirla. Ecco, predominano allora la fede e l'amore, misteriosamente operanti in questo santissimo ed eccellentissimo Sacramento. Il Dio eterno, immenso ed onnipotente, fa cose grandi e imperscrutabili, in cielo e in terra; e a noi non è dato investigare le meravigliose sue opere. Ché, se le opere di Dio fossero tali da poter essere facilmente comprese dalla ragione umana, non si potrebbero dire meravigliose e ineffabili.


DISCORSO 377 NELL'ASCENSIONE DEL SIGNORE.

Discorsi - Sant'Agostino

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Impossibile lodare degnamente il Verbo divino. La corsa del gigante. L'Ascensione.

1. Come possiamo, carissimi fratelli, con le nostre parole fuggevoli parlare del Verbo eterno in modo che sia degno? O come le nostre cose basse di quaggiù potrebbero bastare per le cose grandi? Cantano la sua lode i cieli, le virtù, le potenze celesti, i luminari del cielo, le stelle; per quanto può, leva la lode anche la terra, che pur non pretendendo di rendere una lode degna, non vuole però condannare se stessa con ingrato silenzio. Non v'è nessuno che sia in grado di dire con parole, o anche solo di comprendere, come lui che domina su tutta la faccia della terra e governa l'universo in modo soave 1, si sia lanciato felice nella corsa, sorgendo da una estremità del cielo e girando fino all'altro estremo 2. Se egli si estende a ogni luogo, da dove può uscire, dove andare? In realtà non ha estensione spaziale né variazione temporale, non compie uscite o ritorni, ma rimanendo in se stesso, egli tutto intero abbraccia tutto. Non v'è dunque spazio che resti escluso da lui, onnipotente ovunque, o che non comprenda lui, che è esteso senza limiti, o che non accolga la sua venuta. Se si pensa al Verbo in sé, nulla possiamo dire; ma per insegnare agli umili a dire qualcosa di sé, egli abbassò se stesso, prese la condizione di servo 3. Si abbassò nella nostra condizione, e in questa condizione, secondo il racconto del Vangelo, progredì coltivando la sapienza 4, e in essa patì lottando con forza, in essa morì, quindi in essa vinse la morte ed è risorto e, sempre in questa condizione, è tornato al cielo, quel cielo dal quale non si era in realtà mai allontanato. E` dunque benedetto nel firmamento del cielo Colui del quale l'Apostolo ha detto: Per noi è divenuto lui stesso perché la benedizione di Abramo si compisse tra i pagani 5. Balzò lieto come gigante 6. Quale gigante? Viene detto gigante perché con la sua morte vinse la morte, spezzò le porte dell'inferno, ne uscì e ascese al cielo. E chi è questo re della gloria per il quale fu detto ad alcuni prìncipi: Aprite le vostre porte, prìncipi, alzatevi, porte eterne? Si devono alzare le porte perché egli è grande, ed esse, essendo strette, non possono farlo passare, perché entri il re della gloria. Sono prese da spavento: non lo riconoscono: Chi è questo re della gloria? Non è solo Dio, ma anche uomo; non è solo uomo, ma anche Dio. Ma subisce la passione: è davvero Dio? Risorge: è davvero uomo? E` appunto Dio e uomo: ha veramente patito ed è risorto veramente. La frase viene ripetuta due volte in questo medesimo Salmo: Aprite le vostre porte, prìncipi, alzatevi, porte eterne, ed entrerà il re della gloria. Le stesse parole sono ripetute poco sotto, come per sovrabbondanza si ripete qualcosa di non necessario. Ma nella ripetizione fate attenzione al riferimento ultimo e capirete perché si ripeta due volte. Una volta, quando risorge, si aprono le porte degli inferi, l'altra volta, quando ascende, si aprono le porte del cielo. Cosa nuova è che Dio sia presente negli inferi, cosa nuova che un uomo sia assunto in cielo. In entrambi i momenti, in entrambi i luoghi i prìncipi sono presi da spavento: Chi è questo re della gloria? Chi sia lo comprendiamo ascoltando la risposta che viene ripetuta alla loro domanda: Il Signore forte e potente, il Signore forte nella battaglia. Con il vocabolo " battaglia " si fa riferimento al modo come egli affrontò la morte per gli uomini, patendo egli solo per tutti, senza opporre resistenza, egli che pur era onnipotente, e riportando vittoria con la sua morte. Grande dunque questo re della gloria, grande anche negli inferi. Le stesse parole sono rivolte anche alle potenze celesti: Aprite, principi, le vostre porte e alzatevi, porte eterne. Queste sono le porte eterne di cui Pietro teneva le chiavi. Ma poiché egli innalza con sé anche l'uomo, anche qui viene ripetuta la domanda, come davanti a uno non conosciuto: Chi è questo re della gloria? Ma poiché ora egli non si presenta più come combattente, ma come vincitore, non combatte, ma trionfa, viene variata la risposta; non più: il Signore potente in guerra, ma: il Signore delle potenze, egli è il re della gloria 7.


1 - Cf. Sap 8, 1.

2 - Cf. Sal 18, 6-7.

3 - Cf. Fil 2, 8.

4 - Cf. Lc 2, 52.

5 - Gal 3, 13-14.

6 - Sal 18, 6.

7 - Sal 23, 7. 10.


Capitolo XXXV: In questa vita, nessuna certezza di andar esenti da tentazioni

Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis

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1. O figlio, giammai, in questa vita, sarai libero dall'inquietudine: finché avrai vita, avrai bisogno d'essere spiritualmente armato. Ti trovi tra nemici e vieni assalito da destra e da sinistra. Perciò, se non farai uso, da una parte e dall'altra, dello scudo della fermezza, non tarderai ad essere ferito. Di più, se non terrai il tuo animo fisso in me, con l'unico proposito di tutto soffrire per amor mio, non potrai reggere l'ardore della lotta e arrivare al premio dei beati. Tu devi virilmente passare oltre ogni cosa, e avere braccio valido contro ogni ostacolo: "la manna viene concessa al vittorioso" (Ap 2,17), mentre una miseria grande è lasciata a chi manca di ardore.  

2. Se vai cercando la tua pace in questa vita, come potrai giungere alla pace eterna? Non a una piena di tranquillità, ma a una grande sofferenza ti devi preparare. Giacché la pace vera non la devi cercare in terra, ma nei cieli; non negli uomini, o nelle altre creature, ma soltanto in Dio. Tutto devi lietamente sopportare, per amore di Dio: fatiche e dolori; tentazioni e tormenti; angustie, miserie e malanni; ingiurie, biasimi e rimproveri; umiliazioni e sbigottimenti; ammonizioni e critiche sprezzanti. Cose, queste, che aiutano nella via della virtù e costituiscono una prova per chi si è posto al servizio di Cristo; cose, infine, che preparano la corona del cielo. Ché una eterna ricompensa io darò un travaglio di breve durata; e una gloria senza fine, per una umiliazione destinata a passare.  

3. Forse tu credi di poter sempre avere le consolazioni spirituali a tuo piacimento? Non ne ebbero sempre neppure i miei santi; i quali soffrirono, invece, tante difficoltà e tentazioni di ogni genere e grandi desolazioni. Sennonché, con la virtù della sopportazione, essi si tennero sempre ritti, confidando più in Dio che in se stessi; consci che "le sofferenze del momento presente non sono nulla a confronto della conquista della gloria futura" (Rm 8,18). O vuoi tu avere subito quello che molti ottennero a stento, dopo tante lacrime e tante fatiche? "Aspetta il Signore, comportati da uomo" (Sal 26,14), e fatti forza; non disperare, non disertare. Disponiti, invece, fermamente, anima e corpo, per la gloria di Dio. Strabocchevole sarà la mia ricompensa. Io sarò con te in ogni tribolazione.


22-8 Luglio 1, 1927 Come per fare un’opera grande ci vogliono sacrifizi grandi.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Il mio adorabile Gesù si nasconde sempre più e anche nello scrivere non sento più, come quasi fino ad ora, la sua luce suggerirmi i vocaboli necessari di ciò che Lui voleva che io scrivessi. Per una sola parola che mi aveva detto nella sua visitina, che faceva all’anima mia nell’atto di scrivere, me ne suggeriva tanto nel mio interno, fino a farmi risuonare sul mio labbro la sua voce dolcissima che io non arrivavo a scriverle tutte; e ora tutto è stento, tutto è sforzo, tutto è povertà: Povertà di luce, di parole, di vocaboli necessari. I miei poveri occhi si riempiono di sonno e debbo fare sforzi incredibili per poter vergare qualche rigo e questi sforzi mi snervano, mi debilitano tanto, che non posso andare avanti. Oh! come rimpiango Colui che mi era luce, parola, suggeritore, dettatore e mi dava tale veglia, che i miei occhi non sapevano chiudersi al sonno se non quando veniva il mio amato Gesù per portarmi insieme con Sé. Onde stando tutto ciò, dopo aver scritto con stento incredibile, pensavo tra me, che forse, che non è più Volontà di Dio che quando il benedetto Gesù mi dice qualche cosa, che io la segno sulla carta; e se Lui non lo vuole, neppure io lo voglio. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno come per sostenermi, che mi sentivo morire per lo sforzo che avevo fatto nello scrivere un poco e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quanto più grande è un’opera e quanto più bene deve portare all’umana famiglia, tanto più sacrifizi eroici ci vogliono. Quanti sacrifizi, pene, dolori e anche la morte, Io non soffrii per formare l’opera Redentrice delle creature? Perché era opera grande, tutto doveva essere grande: Dolori, pene inaudite, umiliazioni le più infami, amore invincibile, fortezza eroica e pazienza invitta. Tutto doveva essere grande, perché quando un’opera è grande, da tutti i lati vengono prese le creature per poter ricevere il bene che contiene in sé un’opera grande, meno che qualche ostinato e perfido, che per forza vuole sfuggire. Invece quando un’opera è piccola, non si richiedono sacrifizi grandi e perciò un’opera piccola non tutte le creature possono ricevere il bene di essa, perché mancando il grande, chi non troverà la via, a chi le mancherà il terreno sotto i piedi, a chi la luce, ad altri gli mancherà la forza rapitrice d’un amore sacrificato e doloroso, insomma, pochi saranno quelli che potranno ricevere il bene d’una opera piccola, perché le manca la vita e la sostanza di potersi dare a chi la vuole ricevere.

(3) Ora figlia mia, l’opera del regno del Fiat Divino è l’opera più grande e mentre si danno la mano con l’opera della Redenzione, per la gloria Divina e per il bene e santità che porterà alle creature, supera la stessa Redenzione e perciò ci vogliono grandi sacrifizi, pene e dolori senza numero, preghiere incessanti, perciò dovevo scegliere una creatura che volontariamente doveva accettare il lungo sacrifizio di tanti anni, di tante pene variate ed Io farò conoscere ai figli del mio regno quanto ci è costato a te e a Me questo regno della mia Volontà, per fare che tutti potessero entrare in esso, dandogli le vie aperte da tutti i punti ed in tutti i modi per vincerli a farli venire: Vie di luce, vie di pene, vie tutte le manifestazioni e verità che ho fatto, e farò vedere lo sforzo incredibile che hai fatto nello scrivere, per fare che nulla mancasse per fargli trovare terreno solido e vie sicure per attirarli con forza invincibile e fargli prendere possesso del regno del Fiat Supremo.

(4) Quando le umane generazioni conosceranno tutte le conoscenze del Voler Divino, i beni grandi del mio regno e come chi l’ha impetrato ha sofferto sì lunghi sacrifizi, le mie conoscenze ed i tuoi sacrifizi uniti insieme saranno calamite potenti, spinte irresistibili, richiami incessanti, luce penetrante, voci assordanti che assordandole tutte le altre cose, le resterà l’udito per ascoltare i dolci insegnamenti del Fiat Divino e ad accettare un regno che con tanti sacrifizi l’è stato impetrato. Perciò per formare un’opera grande c’è molto da fare e da soffrire, tutto è necessario e ciò che a te sembra pena che dice nulla, agli altri può essere una voce pietosa, che commovendoli si riconosceranno troppo ingrati a non accettare un tanto bene, che per causa loro tanto ci è costato. Quindi lasciami fare e lasciami libero di fare quello che voglio”.