Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

Se volete che la vostra vita sia “allegra” e tranquilla, dovete procurare di starvene “in grazia di Dio”. (San Giovanni Bosco)

Liturgia delle Ore - Letture

Giovedi della 33° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 5

1Vi fu poi una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.2V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici,3sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.4Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto.5Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato.6Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: "Vuoi guarire?".7Gli rispose il malato: "Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me".8Gesù gli disse: "Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina".9E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato.10Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: "È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio".11Ma egli rispose loro: "Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina".12Gli chiesero allora: "Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?".13Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.14Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: "Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio".15Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo.16Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato.17Ma Gesù rispose loro: "Il Padre mio opera sempre e anch'io opero".18Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.

19Gesù riprese a parlare e disse: "In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa.20Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati.21Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole;22il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio,23perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.24In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.25In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno.26Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso;27e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo.28Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno:29quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.30Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
31Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera;32ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace.33Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità.34Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi.35Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce.
36Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.37E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto,38e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato.39Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza.40Ma voi non volete venire a me per avere la vita.
41Io non ricevo gloria dagli uomini.42Ma io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio.43Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste.44E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?45Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza.46Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto.47Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?".


Esodo 8

1Il Signore disse a Mosè: "Comanda ad Aronne: Stendi la mano con il tuo bastone sui fiumi, sui canali e sugli stagni e fa' uscire le rane sul paese d'Egitto!".2Aronne stese la mano sulle acque d'Egitto e le rane uscirono e coprirono il paese d'Egitto.
3Ma i maghi, con le loro magie, operarono la stessa cosa e fecero uscire le rane sul paese d'Egitto.4Il faraone fece chiamare Mosè e Aronne e disse: "Pregate il Signore, perché allontani le rane da me e dal mio popolo; io lascerò andare il popolo, perché possa sacrificare al Signore!".5Mosè disse al faraone: "Fammi l'onore di comandarmi per quando io devo pregare in favore tuo e dei tuoi ministri e del tuo popolo, per liberare dalle rane te e le tue case, in modo che ne rimangano soltanto nel Nilo".6Rispose: "Per domani". Riprese: "Secondo la tua parola! Perché tu sappia che non esiste nessuno pari al Signore, nostro Dio,7le rane si ritireranno da te e dalle tue case, dai tuoi servitori e dal tuo popolo: ne rimarranno soltanto nel Nilo".8Mosè e Aronne si allontanarono dal faraone e Mosè supplicò il Signore riguardo alle rane, che aveva mandate contro il faraone.9Il Signore operò secondo la parola di Mosè e le rane morirono nelle case, nei cortili e nei campi.10Le raccolsero in tanti mucchi e il paese ne fu ammorbato.11Ma il faraone vide ch'era intervenuto il sollievo, si ostinò e non diede loro ascolto, secondo quanto aveva predetto il Signore.
12Quindi il Signore disse a Mosè: "Comanda ad Aronne: Stendi il tuo bastone, percuoti la polvere della terra: essa si muterà in zanzare in tutto il paese d'Egitto".13Così fecero: Aronne stese la mano con il suo bastone, colpì la polvere della terra e infierirono le zanzare sugli uomini e sulle bestie; tutta la polvere del paese si era mutata in zanzare in tutto l'Egitto.14I maghi fecero la stessa cosa con le loro magie, per produrre zanzare, ma non riuscirono e le zanzare infierivano sugli uomini e sulle bestie.15Allora i maghi dissero al faraone: "È il dito di Dio!". Ma il cuore del faraone si ostinò e non diede ascolto, secondo quanto aveva predetto il Signore.
16Poi il Signore disse a Mosè: "Alzati di buon mattino e presentati al faraone quando andrà alle acque; gli riferirai: Dice il Signore: Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire!17Se tu non lasci partire il mio popolo, ecco manderò su di te, sui tuoi ministri, sul tuo popolo e sulle tue case i mosconi: le case degli Egiziani saranno piene di mosconi e anche il suolo sul quale essi si trovano.18Ma in quel giorno io eccettuerò il paese di Gosen, dove dimora il mio popolo, in modo che là non vi siano mosconi, perché tu sappia che io, il Signore, sono in mezzo al paese!19Così farò distinzione tra il mio popolo e il tuo popolo. Domani avverrà questo segno".
20Così fece il Signore: una massa imponente di mosconi entrò nella casa del faraone, nella casa dei suoi ministri e in tutto il paese d'Egitto; la regione era devastata a causa dei mosconi.21Il faraone fece chiamare Mosè e Aronne e disse: "Andate a sacrificare al vostro Dio nel paese!".22Ma rispose Mosè: "Non è opportuno far così perché quello che noi sacrifichiamo al Signore, nostro Dio, è abominio per gli Egiziani. Se noi facciamo un sacrificio abominevole agli Egiziani sotto i loro occhi, forse non ci lapideranno?23Andremo nel deserto, a tre giorni di cammino, e sacrificheremo al Signore, nostro Dio, secondo quanto egli ci ordinerà!".24Allora il faraone replicò: "Vi lascerò partire e potrete sacrificare al Signore nel deserto. Ma non andate troppo lontano e pregate per me".25Rispose Mosè: "Ecco, uscirò dalla tua presenza e pregherò il Signore; domani i mosconi si ritireranno dal faraone, dai suoi ministri e dal suo popolo. Però il faraone cessi di burlarsi di noi, non lasciando partire il popolo, perché possa sacrificare al Signore!".26Mosè si allontanò dal faraone e pregò il Signore.27Il Signore agì secondo la parola di Mosè e allontanò i mosconi dal faraone, dai suoi ministri e dal suo popolo: non ne restò neppure uno.28Ma il faraone si ostinò anche questa volta e non lasciò partire il popolo.


Salmi 32

1'Di Davide. Maskil.'

Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa,
e perdonato il peccato.
2Beato l'uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno.

3Tacevo e si logoravano le mie ossa,
mentre gemevo tutto il giorno.
4Giorno e notte pesava su di me la tua mano,
come per arsura d'estate inaridiva il mio vigore.

5Ti ho manifestato il mio peccato,
non ho tenuto nascosto il mio errore.
Ho detto: "Confesserò al Signore le mie colpe"
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.

6Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell'angoscia.
Quando irromperanno grandi acque
non lo potranno raggiungere.
7Tu sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo,
mi circondi di esultanza per la salvezza.

8Ti farò saggio, t'indicherò la via da seguire;
con gli occhi su di te, ti darò consiglio.
9Non siate come il cavallo e come il mulo
privi d'intelligenza;
si piega la loro fierezza con morso e briglie,
se no, a te non si avvicinano.

10Molti saranno i dolori dell'empio,
ma la grazia circonda chi confida nel Signore.
11Gioite nel Signore ed esultate, giusti,
giubilate, voi tutti, retti di cuore.


Salmi 48

1'Cantico. Salmo. Dei figli di Core.'

2Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
3Il suo monte santo, altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra.
Il monte Sion, dimora divina,
è la città del grande Sovrano.
4Dio nei suoi baluardi
è apparso fortezza inespugnabile.

5Ecco, i re si sono alleati,
sono avanzati insieme.
6Essi hanno visto:
attoniti e presi dal panico,
sono fuggiti.
7Là sgomento li ha colti,
doglie come di partoriente,
8simile al vento orientale
che squarcia le navi di Tarsis.

9Come avevamo udito, così abbiamo visto
nella città del Signore degli eserciti,
nella città del nostro Dio;
Dio l'ha fondata per sempre.
10Ricordiamo, Dio, la tua misericordia
dentro il tuo tempio.
11Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino ai confini della terra;
è piena di giustizia la tua destra.
12Gioisca il monte di Sion,
esultino le città di Giuda
a motivo dei tuoi giudizi.

13Circondate Sion, giratele intorno,
contate le sue torri.
14Osservate i suoi baluardi,
passate in rassegna le sue fortezze,
per narrare alla generazione futura:
15Questo è il Signore, nostro Dio
in eterno, sempre:
egli è colui che ci guida.


Daniele 1

1L'anno terzo del regno di Ioiakìm re di Giuda, Nabucodònosor re di Babilonia marciò su Gerusalemme e la cinse d'assedio.2Il Signore mise Ioiakìm re di Giuda nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi del tempio di Dio, ed egli li trasportò in Sennaàr e depositò gli arredi nel tesoro del tempio del suo dio.
3Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei suoi funzionari di corte, di condurgli giovani israeliti di stirpe reale o di famiglia nobile,4senza difetti, di bell'aspetto, dotati di ogni scienza, educati, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, per essere istruiti nella scrittura e nella lingua dei Caldei.
5Il re assegnò loro una razione giornaliera di vivande e di vino della sua tavola; dovevano esser educati per tre anni, al termine dei quali sarebbero entrati al servizio del re.6Fra di loro vi erano alcuni Giudei: Daniele, Anania, Misaele e Azaria;7però il capo dei funzionari di corte chiamò Daniele Baltazzàr; Anania Sadràch; Misaele Mesàch e Azaria Abdènego.
8Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non farlo contaminare.
9Dio fece sì che Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia del capo dei funzionari.10Però egli disse a Daniele: "Io temo che il re mio signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le vostre facce più magre di quelle degli altri giovani della vostra età e io così mi renda colpevole davanti al re".11Ma Daniele disse al custode, al quale il capo dei funzionari aveva affidato Daniele, Anania, Misaele e Azaria:12"Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare legumi e da bere acqua,13poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con noi tuoi servi come avrai constatato".14Egli acconsentì e fece la prova per dieci giorni;15terminati questi, si vide che le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re.16D'allora in poi il sovrintendente fece togliere l'assegnazione delle vivande e del vino e diede loro soltanto legumi.
17Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza e rese Daniele interprete di visioni e di sogni.
18Terminato il tempo stabilito dal re entro il quale i giovani dovevano essergli presentati, il capo dei funzionari li portò a Nabucodònosor.19Il re parlò con loro, ma fra tutti non si trovò nessuno pari a Daniele, Anania, Misaele e Azaria, i quali rimasero al servizio del re;20in qualunque affare di sapienza e intelligenza su cui il re li interrogasse, li trovò dieci volte superiori a tutti i maghi e astrologi che c'erano in tutto il suo regno.21Così Daniele vi rimase fino al primo anno del re Ciro.


Apocalisse 13

1Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo.2La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande.3Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita.
Allora la terra intera presa d'ammirazione, andò dietro alla bestia4e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la bestia dicendo: "Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?".
5Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d'orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi.6Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo.7Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione.8L'adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello immolato.

9Chi ha orecchi, ascolti:
10'Colui che deve andare in prigionia',
andrà 'in prigionia;
colui che deve essere ucciso di spada
di spada' sia ucciso.

In questo sta la costanza e la fede dei santi.

11Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago.12Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita.13Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini.14Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta.15Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia.16Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte;17e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.18Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.


Capitolo LIX: Porre ogni nostra speranza e ogni fiducia soltanto in Dio

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1. O Signore, che cosa è mai la fiducia che ho in questa vita. Quale è il mio più grande conforto, tra tutte le cose che si vedono sotto il cielo? Non sei forse tu, o Signore, mio Dio di infinita misericordia? Dove mai ho avuto bene, senza di te; quando mai ho avuto male con te? Voglio essere povero per te, piuttosto che ricco senza di te; voglio restare pellegrino su questa terra, con te, piuttosto che possedere il cielo, senza di te. Giacché dove sei tu, là è cielo; e dove tu non sei, là è morte ed inferno. Sei tu il mio desiderio ultimo; perciò io ti debbo seguire, con gemiti e lacrime ed alte, commosse preghiere. In una parola, non posso avere piena fiducia in alcuno che mi venga in aiuto nelle varie necessità, fuori che in te soltanto, mio Dio. "La mia speranza" e la mia fiducia sei tu (Sal 141,6); tu, il mio consolatore, il più fedele in ogni momento. "Ognuno va cercando ciò che a lui giova" (Fil 2,21); e tu, o Dio, ti prefiggi soltanto la mia salvezza e tutto volgi in bene per me. Pur quando mi esponi a varie tentazioni e avversità, tutto questo tu lo vuoi per il mio bene, giacché quelli che tu ami usi metterli in vario modo alla prova; e in questa prova io debbo amare e ringraziare, non meno che quando tu mi colmi di celesti consolazioni.

2. In te, dunque, o Signore Dio, ripongo tutta la mia speranza; in te cerco il mio rifugio; in te rimetto tutte le mie tribolazioni e le mie difficoltà, ché tutto trovo debole e insicuro ciò che io vedo fuori di te. Non mi gioveranno, infatti, i molti amici; non mi saranno di aiuto coloro che vengono a soccorrermi, per quanto forti; non mi potranno dare un parere utile i prudenti, per quanto saggi; non mi potranno dare conforto i libri dei sapienti; non ci sarà una preziosa ricchezza che mi possa dare libertà; non ci sarà un luogo ameno e raccolto che mi possa dare sicurezza, se non sarai presente tu ad aiutarmi, a confortarmi, a consolarmi; se non sarai presente tu ad ammaestrarmi e a proteggermi. In verità, tutte le cose che sembrano fatte per dare pace e felicità non sono nulla e non danno realmente felicità alcuna, se non ci sei tu. Tu sei, dunque, l'ultimo termine di ogni bene, il supremo senso della vita, la massima profondità di ogni parola. Sperare in te sopra ogni cosa è il maggior conforto di chi si è posto al tuo servizio. "A te sono rivolti i miei occhi (Sal 140,80); in te confido, o mio Dio (Sal 24,1s), padre di misericordia" (2Cor 1,3). Benedici e santifica, con la tua celeste benedizione, l'anima mia, affinché essa sia fatta tua santa dimora e sede della eterna gloria; e nulla si trovi in questo tempio della tua grandezza, che offenda l'occhio della tua maestà. Guarda a me, nella tua immensa bontà e nell'abbondanza della tua misericordia; ascolta la preghiera del tuo servo, che va peregrinando in questa terra oscura di morte. Proteggi e custodisci l'anima di questo tuo piccolo servo, nei tanti pericoli della vita di quaggiù; dirigila con la tua grazia per la via della pace, alla patria della eterna luce. Amen.


DISCORSO 44 SUL TESTO DI ISAIA: "SI ELEVERÀ COME UN VIRGULTO" ECC.

Discorsi - Sant'Agostino

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Signore è la radice...

1. Fratelli carissimi, molto tempo prima [che le cose avvenissero] fu profetizzato del nostro Signore e Salvatore: Si eleverà come un virgulto e come una radice in terra assetata 1. Perché come una radice? Eccotelo! Non ha bellezza né onore 2. Soffrì, fu umiliato, fu sputacchiato. Non aveva bellezza. Si mostrava uomo, mentre era Dio; ma era come una radice, la quale non è bella anche se nel suo interno ha la forza della sua bellezza. Statemi attenti, fratelli miei, e osservate la misericordia di Dio. Quando guardi un bell'albero, prosperoso, verdeggiante per le foglie, ferace di frutti, lo esalti. Ti piace staccare qualcuno dei suoi frutti, sederti alla sua ombra e ristorarti dal caldo: lodi questo complesso di bellezze. Se ti si mostrasse la radice, non vi troveresti alcuna bellezza. Non disprezzare ciò che è privo di appariscenza: da lì ha tratto origine tutto ciò che ammiri. Come radice in terra assetata. Guardate ora lo splendore dell'albero!.

...su cui è cresciuta la Chiesa.

2. È cresciuta la Chiesa; le genti hanno creduto, nel nome di Cristo sono stati vinti i sovrani, perché in tal modo diventassero vincitori nell'intera faccia della terra. Il loro collo si è piegato al giogo di Cristo. Prima perseguitavano i cristiani a motivo degli idoli, ora perseguitano gli idoli a causa di Cristo. In ogni angustia, in ogni loro tribolazione adesso ricorrono tutti all'aiuto della Chiesa. Quel granello di senape è cresciuto, diventando più grande di tutti gli ortaggi, e gli uccelli del cielo vengono, vengono i superbi del mondo, e trovano riposo al riparo dei suoi rami 3. Donde una così grande bellezza? È sorta da non so quale radice, e ora questa bellezza è coperta di gloria. Andiamo a cercare la radice. Fu coperto di sputi, fu umiliato, flagellato, crocifisso, ferito, disprezzato. Ecco, qui non c'è bellezza, ma nella Chiesa rifulge la gloria della radice. Il profeta dunque descrive lo sposo e lo presenta disprezzato, disonorato, abietto. Ora però voi potete osservare l'albero che è sorto da tale radice e ha riempito l'universo. Radice in terra assetata.

La bellezza interiore di Cristo.

3. Non ha bellezza né onore; e noi l'abbiamo visto e non aveva né bellezza né attrattiva 4. Non è forse costui il figlio del falegname? 5. Quanto doveva essere privo di attrattiva se gli si poté dire: Non diciamo forse la verità affermando che egli ha un demonio? 6. Nel suo nome i demoni fuggivano, e a lui si rinfaccia di avere un demonio! Ma perché questo? L'abbiamo visto, e non aveva né bellezza né attrattiva. Qual è la bellezza che egli aveva dentro, dove non si riusciva a vedere? In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio 7. Qual è la tua bellezza? Essendo di natura divina, non ritenne una rapina l'essere uguale a Dio 8.

Amiamo lo sposo, resosi deforme per noi.

4. E dove lo si vide privo di bellezza e di attrattiva? Egli non aveva bellezza, ma il suo volto era abbassato e la sua posizione deforme più che non quella di qualsiasi altro uomo. Uomo coperto di piaghe 9. Mentre era coperto di piaghe, uomo; prima di esserlo, Dio; dopo di esserlo, Uomo-Dio. Uomo coperto di piaghe ed esperto nel sopportare le infermità. Le infermità di chi? Di coloro per causa dei quali soffriva. Il medico portava le infermità dei frenetici, e mentre lo stavano crocifiggendo pregava e diceva: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno 10. Ponete attenzione! Amiamo lo sposo! Quanto più ci è presentato deforme, tanto più splendido, tanto più dolce è diventato per la sua sposa. Per questo motivo egli nascose il suo volto. Lo nascose perché non lo comprendessero i suoi crocifissori. Il suo volto fu coperto di maltrattamenti e non fu stimato cosa pregevole 11.

Accecamento dei giudei nei confronti di Cristo e degli eretici riguardo la Chiesa.

5. Egli porta le nostre infermità ed è nel dolore in vece nostra. Noi abbiamo ritenuto che egli fosse nei dolori, nella piaga e nella sofferenza, ma egli è stato ferito per i nostri peccati, è stato fiaccato per le nostre iniquità. Il castigo che ottiene a noi la pace è ricaduto su di lui, e per le sue lividure siamo stati sanati. Noi tutti infatti, come pecore, eravamo andati fuori strada, e il Signore l'ha condannato per i nostri peccati 12. È il Vangelo o una profezia? Contro queste predizioni cosa possono dire i giudei? Non è sorprendente che essi ascoltino tutte queste parole, che ne siano i possessori, che le leggano, eppure non trovino come siano state dette esclusivamente di colui del quale nel Vangelo si fa l'annuncio per ogni nazione della terra? Non è sorprendente che ancora non vogliano farsi cristiani, ma siano a tal segno ciechi contro gli evidentissimi oracoli dei profeti? Non ti sorprenda l'accecamento dei giudei nei confronti di Cristo. Ecco finisce quanto vien detto dello Sposo e si comincia a parlare della sposa. Ebbene, come nei riguardi dello Sposo ti sorprendeva la cecità dei giudei, così riguardo alla sposa ti sorprenda la cecità degli eretici.

Mirabili le generazioni umana e divina di Cristo.

6. Intanto stupiamoci per la cecità dei giudei. Il Signore l'ha condannato per i nostri peccati; e lui, maltrattato, non aprì bocca. Fu condotto al sacrificio come una pecora, e come agnello che non emette voce dinanzi a chi lo tosa, così egli non aprì la sua bocca. Nell'umiltà fu spiccata contro di lui la sentenza. Affinché però non lo disprezzi [dice]: Chi narrerà la sua generazione? 13. Quale generazione? Prima della stella mattutina io ti ho generato 14. Ecco una generazione: prima della stella del mattino, cioè prima di tutte le cose create, prima di tutti gli angeli, prima di ogni creatura. Come mai? Tutto è stato fatto ad opera di lui 15. Ma forse si narra qui la sua seconda generazione. E chi sarebbe in grado di narrarla? Viene concepito tramite la fede; senza che intervenga maschio, il grembo della Vergine si empie: come sposo procede dal suo talamo 16. Mirabile è questa generazione: mirabile la generazione umana, avvenuta senza padre, com'era mirabile l'altra, avvenuta senza madre. Come pecora fu condotto al sacrificio, e come agnello dinanzi a colui che lo tosa, così egli non aprì la sua bocca. Nell'umiltà fu spiccata contro di lui la sentenza. Chi narrerà la sua generazione? Poiché la sua vita sarà tolta dalla terra 17. Enunzia la sua resurrezione. Vedete come con verità il Signore diceva (né la Verità poteva dire altro che il vero!): Queste cose sono state scritte di me nella legge, nei profeti e nei salmi. Avete ascoltato che il Cristo doveva soffrire e risorgere. Della resurrezione avete sentito parlare or ora: Poiché la sua vita sarà tolta dalla terra. E nel suo nome [debbono] essere predicate la conversione e la remissione dei peccati in tutte le genti a cominciare da Gerusalemme 18. La stessa cosa ascolterete dal nostro profeta: non perché dobbiamo anteporre il profeta al Signore. Precedette l'araldo, è seguito il Giudice. L'araldo diceva non parole sue ma del Signore, e il Giudice, che gli veniva appresso, confermò come sue le parole dette dall'araldo. Poiché la sua vita sarà tolta dalla terra. Per le iniquità del mio popolo è stato condotto alla morte 19. Lo ascoltavate poco fa dire ad essi: Cosa vi ho fatto? Se trovate in me qualche peccato, riprendetemi. Ma loro: Crocifiggilo, crocifiggilo! 20. Certo [essi lo credevano] un uomo, ma comunque innocente. Pertanto è vero che per le iniquità del mio popolo è stato condotto alla morte.

Insano atteggiamento dei custodi del sepolcro di Cristo.

7. Darò dunque i cattivi per la sua sepoltura. Che vuol dire questo Darò i cattivi per la sua sepoltura e i ricchi per la sua morte 21? I cattivi per la sepoltura, i ricchi per la morte. Quel Giuseppe di Arimatea, uomo ricco, mentre il Signore era sospeso sulla croce, andò da Pilato e chiese il corpo di lui. Gli prestò l'ossequio della sepoltura. Furon dati dei ricchi per la sua morte: seppellì un povero, nel quale cercava la ricchezza. Quindi i ricchi per la sua morte. Quel che dice dopo era accaduto prima e quel che dice prima accadde dopo: I cattivi per la sua sepoltura. Come lo dimostriamo? I giudei andarono da Pilato e gli dissero: Signore, abbiamo sentito dire che quel bugiardo (, cioè quell'impostore) ha detto ai suoi discepoli che, una volta ucciso, sarebbe poi risuscitato. Fa' custodire il sepolcro, perché non vengano di notte i suoi discepoli e lo portino via e l'ultimo inganno non sia peggiore del precedente. Disse loro Pilato: Avete i soldati; custoditelo come vi pare 22. Essi presero i soldati e li posero a fare la guardia. Costoro sono i cattivi, ed essi furono dati per la sua sepoltura, perché cioè facessero da custodi. Ma come dimostriamo che sono cattivi? I soldati erano stati inviati senza che ne intendessero la malizia: il giudice l'aveva loro comandato ed essi vennero al sepolcro e ne fecero la guardia. Ascolta in che modo siano stati cattivi; leggi il Vangelo. Dopo la resurrezione del Signore, videro l'angelo e ne furono atterriti, sbigottiti. Mentre agli altri fu detto: Voi non dovete temere, costoro furono invasi da timore perché non li sosteneva la fede. Eppure conoscevano tutte quelle cose! Ma essi andarono dai giudei e raccontarono loro tutto l'accaduto. I giudei dissero: Vi diamo del denaro. Se ne deduce che erano cattivi: nascosero la verità, spacciarono la menzogna. In che modo spacciarono la menzogna? Nulla di strano: spacciarono una menzogna. Erano ciechi e vendettero la menzogna ad altri ciechi. Dite - così fu loro suggerito - che mentre voi dormivate son venuti i suoi discepoli e se lo son portato via. O vanità che vendi la vanità alla vanità! Gente fatua ascolterà [la diceria] e ci crederà: e questo è oggi diffuso fra i giudei; così reca la pubblica fama, vana, falsa, infondata 23. Non vogliono prestare ascolto alla testimonianza dei martiri, da cui conseguirebbero la vita, e dàn retta alla testimonianza di gente addormentata, per cui si condannano alla perdizione. Se le guardie dormivano, come poterono vedere chi lo portò via dal sepolcro? Ovvero, che facevi, o cattivo, col tuo vegliare? O cattivo, non senza motivo ha parlato di te il profeta: Darò i cattivi per la sua sepoltura. O cattivi, o pessimi! o eravate svegli, e allora dovevate fare la guardia [alla tomba], o dormivate, e allora non vi siete accorti di quel che è accaduto. In tal modo si è adempiuto ciò che tanto tempo prima lo Spirito Santo aveva predetto per bocca del profeta: Hanno ordito trame che non hanno potuto confermare 24.

Impegno quotidiano del cristiano per ottenere un favorevole giudizio finale.

8. Tutte queste cose, fratelli carissimi, sono state profetizzate e si sono adempiute per la nostra salvezza. Noi quindi dobbiamo ringraziare la divina misericordia e con tutte le forze, per quanto ci è possibile, impegnarci affinché i benefici ricevuti da Dio non ci procurino un [severo] giudizio ma un progresso [spirituale]. Quando cioè giungerà il terribile giorno del giudizio e del rendiconto, il nostro Signore e Salvatore, che verrà a giudicare, trovi intatto quello che ci aveva donato quando venne per essere giudicato. Certamente, quando egli verrà, ci farà dono di quanto ci ha promesso, ma ci chiederà conto di quello che ha redento. Ciò che ci ha elargito nella sua prima venuta esigerà nella seconda. È vero che dobbiamo avere molta fiducia nella sua misericordia, tuttavia non dobbiamo essere negligenti nel temere la sua giustizia. Ti giudicherà infatti con giustizia colui che ti ha redento con misericordia. Che se ci perdona mentre noi per tanto tempo continuiamo a peccare, non è noncuranza ma pazienza: egli non ha perso il suo potere, ma ha soltanto voluto darci la possibilità del ravvedimento. Temiamo dunque la giustizia di colui che desideriamo ci tratti con misericordia. Ora ci perdona, ma non tace; e, anche se tacesse, non tacerà per sempre. Ascoltiamolo mentre parla con i precetti, se vogliamo che ci usi pietà quando parlerà nel giudizio. Ora ci si concede misericordia, allora ci si esigerà giustizia, e ciascuno pagherà secondo le sue opere. Si avvererà quanto detto dall'Apostolo: Giudizio senza misericordia per colui che non avrà usato misericordia 25.

 

1 - Is 53, 2.

2 - Is 53, 2.

3 - Cf. Mt 13, 31-32; Lc 13, 19.

4 - Is 53, 2.

5 - Mc 6, 3.

6 - Gv 8, 48.

7 - Gv 1, 1.

8 - Fil 2, 6.

9 - Is 53, 3.

10 - Lc 23, 34.

11 - Is 53, 3.

12 - Is 53, 4-6.

13 - Is 53, 7-8.

14 - Sal 109, 3.

15 - Gv 1, 3.

16 - Sal 18, 6.

17 - Is 53, 7-8.

18 - Lc 24, 44. 46-47.

19 - Is 53, 8.

20 - Gv 19, 6.

21 - Is 53, 9.

22 - Mt 27, 57-66.

23 - Cf. Mt 28.

24 - Sal 20, 12.

25 - Gc 2, 13.


Confetture per i Salesiani

I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco

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Nella seconda metà di agosto del 1877, Don Bosco, nel dare i ricordi ai Salesiani che avevano fatto a Lanzo Torinese gli Esercizi Spirituali, raccontò questo sogno.
«Mi sembrava di passare per i viali di Porta Susa. Davanti alla caserma dei militari vidi una Donna che aveva l’aspetto di una venditrice di castagne arrostite, perché faceva girare una specie di cilindro, dentro il quale pareva facesse cuocere delle castagne. Mi avvicinai e le domandai che cosa facesse cuocere in quello strano arnese. Ed essa:
— Vado facendo confetture per i Salesiani.
— Come? — dissi —. Confetture per i Salesiani?!
— Sì — rispose.
Aperse il cilindro e me le mostrò. Potei così vedere confetture di vario colore: bianche, rosse, nere. Sopra di esse vidi una specie di zucchero ingommato, come gocce di rugiada caduta di fresco e qua e là sparsa di gocce rosse.
Io allora interrogai la Donna:
— Si possono mangiare questi confetti?
— Sì — disse; e me ne porse.
— E che vuoi dire che alcune di queste confetture sono rosse, altre bianche e altre nere?
— Le bianche — rispose — costano poca fatica, ma si possono facilmente macchiare; le rosse costano il sangue, le nere costano la vita. Chi gusta di queste non conosce fatiche, non conosce la morte.
— E quello zucchero ingommato che cosa significa?
— E simbolo della dolcezza del Santo che avete preso a imitare.
Quella specie di rugiada significa che si dovrà sudare, e sudare molto per conservare questa dolcezza, e che talvolta si dovrà spar gere persino il sangue per non perderla.
Io, tutto meravigliato, volevo continuare a far domande, ma essa non mi rispose più; e io continuai il mio cammino pensando alle cose udite. Ed ecco che, fatti appena pochi passi, incontro Don Picco con altri nostri preti, tutti meravigliati, tutti mortificati.
— Che cosa è accaduto? — domandai loro.
— Se sapesse!... — rispose Don Picco —; ha veduto quella donna che faceva confetture?
— Sì. E con ciò?
— Ebbene, mi ha detto che le raccomandassi di fare in modo che i suoi figliuoli lavorino, lavorino. Essa diceva: troveranno molte spine, ma troveranno anche molte rose.
— Ma... e non si lavora? — dissi io.
— Si lavora, ma si lavori! — rispose Don Picco.
Detto ciò, scomparve con tutti gli altri; e io, più meravigliato di prima, continuai nel sogno la mia strada verso l’Oratorio e, quivi giunto, mi svegliai».
Don Bosco concluse: « Quello che vorrei che si tenesse bene a mente è ciò che disse quella Donna, ossia che pratichiamo la mansuetudine del nostro San Francesco e che lavoriamo molto e sempre... Facciamoci coraggio, o figliuoli, incontreremo molte spine, ma ricordatevi che ci saranno anche molte rose. Non abbattiamoci d’animo nei pericoli e nelle difficoltà; preghiamo con fiducia e Dio ci darà l’aiuto promesso a chi lavora per la sua causa. Uniamoci tutti insieme e facciamo quello che dice la Scrittura dei primi cristiani: cor unum et anima una (un cuor solo e un ‘anima sola)».


24-36 Agosto 18, 1928 Le pene nel Fiat sono stille e si giunge a rapirle. Esempio. Come le verità sulla Divina Volontà sono vite divine e stanno tutte in aspettativa per fare il loro ufficio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Stavo facendo il mio solito giro nelle opere della Redenzione, e soffermandomi ora ad una pena ora ad un’altra che Gesù e la Celeste Regina avevano sofferto, pensavo tra me: “Chi sa come i loro cuori restavano affogati nelle loro pene, e pene non piccole, la Vergine che giungeva a sacrificare il proprio Figlio, ed il Figlio la sua stessa vita”. Ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, siccome in Me e nella Madre mia regnava il Fiat Divino, si comprendeva che significava fare e soffrire un’atto in Esso ed il gran bene che si acquistava, onde in virtù del grande acquisto la pena ci pareva piccola, come una stilla di acqua nell’immenso mare, e per fare altri acquisti si sospirava altre occasioni d’opere e di pene, perché un’atto nella mia Volontà Divina non c’è pena, neppure il sacrificio della propria vita, che può eguagliare un’acquisto sì grande. Noi ci trovavamo nelle condizioni di una persona che le vien offerto il bene d’un lavoro, sebbene faticoso, ma il guadagno è tanto grande che metterebbe la propria vita per avere occasione d’avere altri simili lavori, perché innanzi ai grandi acquisti, le pene si sospirano, si agognano, e si giunge fino a rapirle; se per il lavoro di una giornata si potesse guadagnare un regno, rendersi lui e tutta la sua patria felice, chi non farebbe il lavoro d’un giorno? Sebbene per Me e per la Celeste Signora la patria era già nostra, eravamo più che felici, perché chi possiede il Fiat Divino non è soggetto ad alcuna infelicità, tutto era nostro; ma siccome le nostre opere e pene nel nostro Voler Divino servivano per l’acquisto del regno all’umana famiglia, ed ogni pena in più raddoppiava i diritti ad essi per un sì grande acquisto, l’amore per loro e per vederli felici, ci sentivamo gloriosi, vittoriosi, che la giornata della nostra vita quaggiù fosse zeppa di pene e di opere per causa loro, e poi non solo per questo, cioè per il bene delle creature, ma perché l’operare nel Fiat dà campo a fare operare ad un Voler Divino, ed operando in Esso sono cieli che corrono in quell’atto, sono soli che si racchiudono, sono beni immensi che sorgono, insomma è quel Fiat Divino che tutto può e tutto possiede”.

(3) Onde continuavo il mio abbandono nel Supremo Volere e pensavo alle tante verità che il mio amato bene Gesù mi ha detto sul Fiat, e Lui sospirando ha soggiunto:

(4)Figlia mia, quante verità ti ho manifestato a riguardo del mio Volere, tante vite divine di Volontà mia ho messo fuori per bene delle creature. Or, queste vite esistono e sono tante, che potrebbero riempire tutto il mondo di vita di Volontà Divina, e portare il bene in mezzo alle creature che esse contengono, e siccome non sono conosciute vivono nascoste, inoperose, senza portare il bene che ciascuna vita possiede, esse stanno tutte in aspettativa, aspettando con pazienza divina chi li apra le porte per farle uscire, e questo lo faranno coloro che si occuperanno a far conoscere al mondo che queste vite esistono, ché aprendole le porte le mettono in via in mezzo alle creature per farle fare a ciascuna l’ufficio che tengono, e farle porgere la luce, il bene che posseggono, perché ora si trovano che queste vite hanno piedi e non camminano, mani e non operano, bocca e non parlano, qual conto mi daranno chi tiene inoperose tante vite? Guardale figlia mia come stanno tutte in atto ché vogliono camminare, operare, parlare, e siccome non le fanno conoscere stanno come se non avessero piedi, mani, e senza voce”.

(5) Io ho guardato ed oh! com’era commovente vedere il numero di queste vite, ch’era sì grande che io non potevo numerarle, tutte in atto che volevano muoversi, parlare, inchinarsi sopra di ciascuna creatura per darle la mano e farle ascoltare la loro lezione e porgerle il bacio, il bene del Fiat Divino.