Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

Se Dio non ti offre dolcezze e soavità , allora devi star di buon animo, rimanendo nella pazienza a mangiare il tuo pane, benché secco, adempiendo il tuo dovere, senza una presente ricompensa. Così facendo, il nostro amore per Dio è disinteressato; si ama e si serve in questa maniera Dio a spese proprie; ciò è proprio delle anime più perfette. (San Pio da Pietrelcina)

Liturgia delle Ore - Letture

Mercoledi della 33° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 2

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.2Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio.3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme,5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
8C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,10ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:11oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

14"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama".

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".16Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.18Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano.19Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
20I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

21Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

22Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,23come è scritto nella Legge del Signore: 'ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore';24e per offrire in sacrificio 'una coppia di tortore o di giovani colombi', come prescrive la Legge del Signore.
25Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele;26lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.27Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,28lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

29"Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
31preparata da te davanti a tutti i popoli,
32luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele".

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.34Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione35perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".

36C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

41I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza;43ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.44Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti;45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava.47E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.48Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo".49Ed egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?".50Ma essi non compresero le sue parole.

51Partì dunque con loro e tornò a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.52E Gesù 'cresceva' in sapienza, età 'e grazia davanti a Dio e agli uomini'.


Numeri 31

1Il Signore disse a Mosè:2"Compi la vendetta degli Israeliti contro i Madianiti, poi sarai riunito ai tuoi antenati".3Mosè disse al popolo: "Mobilitate fra di voi uomini per la guerra e marcino contro Madian per eseguire la vendetta del Signore su Madian.4Manderete in guerra mille uomini per tribù di tutte le tribù d'Israele".5Così furono forniti, dalle migliaia d'Israele, mille uomini per tribù, cioè dodicimila uomini armati per la guerra.6Mosè mandò in guerra quei mille uomini per tribù e con loro Pincas, figlio del sacerdote Eleazaro, il quale portava gli oggetti sacri e aveva in mano le trombe dell'acclamazione.7Marciarono dunque contro Madian come il Signore aveva ordinato a Mosè, e uccisero tutti i maschi.8Uccisero anche, oltre i loro caduti, i re di Madian Evi, Rekem, Sur, Ur e Reba cioè cinque re di Madian; uccisero anche di spada Balaam figlio di Beor.9Gli Israeliti fecero prigioniere le donne di Madian e i loro fanciulli e depredarono tutto il loro bestiame, tutti i loro greggi e ogni loro bene;10appiccarono il fuoco a tutte le città che quelli abitavano e a tutti i loro attendamenti11e presero tutto il bottino e tutta la preda, gente e bestiame.12Poi condussero i prigionieri, la preda e il bottino a Mosè, al sacerdote Eleazaro e alla comunità degli Israeliti, accampati nelle steppe di Moab, presso il Giordano di fronte a Gèrico.
13Mosè, il sacerdote Eleazaro e tutti i principi della comunità uscirono loro incontro fuori dell'accampamento.14Mosè si adirò contro i comandanti dell'esercito, capi di migliaia e capi di centinaia, che tornavano da quella spedizione di guerra.15Mosè disse loro: "Avete lasciato in vita tutte le femmine?16Proprio loro, per suggerimento di Balaam, hanno insegnato agli Israeliti l'infedeltà verso il Signore, nella faccenda di Peor, per cui venne il flagello nella comunità del Signore.17Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo;18ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini, conservatele in vita per voi.19Voi poi accampatevi per sette giorni fuori del campo; chiunque ha ucciso qualcuno e chiunque ha toccato un cadavere si purifichi il terzo e il settimo giorno; questo per voi e per i vostri prigionieri.20Purificherete anche ogni veste, ogni oggetto di pelle, ogni lavoro di pelo di capra e ogni oggetto di legno".
21Il sacerdote Eleazaro disse ai soldati che erano andati in guerra: "Questo è l'ordine della legge che il Signore ha prescritto a Mosè:22L'oro, l'argento, il rame, il ferro, lo stagno e il piombo,23quanto può sopportare il fuoco, lo farete passare per il fuoco e sarà reso puro; ma sarà purificato anche con l'acqua della purificazione; quanto non può sopportare il fuoco, lo farete passare per l'acqua.24Vi laverete le vesti il settimo giorno e sarete puri; poi potrete entrare nell'accampamento".

25Il Signore disse a Mosè:26"Tu, con il sacerdote Eleazaro e con i capi dei casati della comunità, fa' il censimento di tutta la preda che è stata fatta: della gente e del bestiame;27dividi la preda fra i combattenti che sono andati in guerra e tutta la comunità.28Dalla parte spettante ai soldati che sono andati in guerra preleverai un contributo per il Signore: cioè l'uno per cinquecento delle persone e del grosso bestiame, degli asini e del bestiame minuto.29Lo prenderete sulla metà di loro spettanza e lo darai al sacerdote Eleazaro come offerta da fare con il rito di elevazione in onore del Signore.30Della metà che spetta agli Israeliti prenderai l'uno per cinquanta delle persone del grosso bestiame, degli asini e del bestiame minuto; lo darai ai leviti, che hanno la custodia della Dimora del Signore".
31Mosè e il sacerdote Eleazaro fecero come il Signore aveva ordinato a Mosè.32Ora il bottino, cioè tutto ciò che rimaneva della preda fatta da coloro che erano stati in guerra, consisteva in seicentosettantacinquemila capi di bestiame minuto,33settantaduemila capi di grosso bestiame,34sessantunmila asini35e trentaduemila persone, ossia donne che non si erano unite con uomini.36La metà, cioè la parte di quelli che erano andati in guerra, fu di trecentotrentasettemilacinquecento capi di bestiame minuto,37dei quali seicentosettantacinque per il tributo al Signore;38trentaseimila capi di grosso bestiame, dei quali settantadue per l'offerta al Signore;39trentamilacinquecento asini, dei quali sessantuno per l'offerta al Signore,40e sedicimila persone, delle quali trentadue per l'offerta al Signore.41Mosè diede al sacerdote Eleazaro il contributo dell'offerta prelevata per il Signore, come il Signore gli aveva ordinato.42La metà che spettava agli Israeliti, dopo che Mosè ebbe fatto la spartizione con gli uomini andati in guerra,43la metà spettante alla comunità fu di trecentotrentasettemilacinquecento capi di bestiame minuto,44trentaseimila capi di grosso bestiame,45trentamilacinquecento asini46e sedicimila persone.47Da questa metà che spettava agli Israeliti, Mosè prese l'uno per cinquanta degli uomini e degli animali e li diede ai leviti che hanno la custodia della Dimora del Signore, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
48I comandanti delle migliaia dell'esercito, capi di migliaia e capi di centinaia, si avvicinarono a Mosè e gli dissero:49"I tuoi servi hanno fatto il computo dei soldati che erano sotto i nostri ordini e non ne manca neppure uno.50Per questo portiamo, in offerta al Signore, ognuno quello che ha trovato di oggetti d'oro: bracciali, braccialetti, anelli, pendenti, collane, per il rito espiatorio per le nostre persone davanti al Signore".51Mosè e il sacerdote Eleazaro presero dalle loro mani quell'oro, tutti gli oggetti lavorati.
52Tutto l'oro dell'offerta, che essi consacrarono al Signore con il rito dell'elevazione, da parte dei capi di migliaia e dei capi di centinaia, pesava sedicimilasettecentocinquanta sicli.53Gli uomini dell'esercito si tennero il bottino che ognuno aveva fatto per conto suo.54Mosè e il sacerdote Eleazaro presero l'oro dei capi di migliaia e di centinaia e lo portarono nella tenda del convegno come memoriale per gli Israeliti davanti al Signore.


Giobbe 23

1Giobbe allora rispose:

2Ancor oggi il mio lamento è amaro
e la sua mano grava sopra i miei gemiti.
3Oh, potessi sapere dove trovarlo,
potessi arrivare fino al suo trono!
4Esporrei davanti a lui la mia causa
e avrei piene le labbra di ragioni.
5Verrei a sapere le parole che mi risponde
e capirei che cosa mi deve dire.
6Con sfoggio di potenza discuterebbe con me?
Se almeno mi ascoltasse!
7Allora un giusto discuterebbe con lui
e io per sempre sarei assolto dal mio giudice.
8Ma se vado in avanti, egli non c'è,
se vado indietro, non lo sento.
9A sinistra lo cerco e non lo scorgo,
mi volgo a destra e non lo vedo.
10Poiché egli conosce la mia condotta,
se mi prova al crogiuolo, come oro puro io ne esco.
11Alle sue orme si è attaccato il mio piede,
al suo cammino mi sono attenuto e non ho deviato;
12dai comandi delle sue labbra non mi sono
allontanato,
nel cuore ho riposto i detti della sua bocca.
13Se egli sceglie, chi lo farà cambiare?
Ciò che egli vuole, lo fa.
14Compie, certo, il mio destino
e di simili piani ne ha molti.
15Per questo davanti a lui sono atterrito,
ci penso e ho paura di lui.
16Dio ha fiaccato il mio cuore,
l'Onnipotente mi ha atterrito;
17non sono infatti perduto a causa della tenebra,
né a causa dell'oscurità che ricopre il mio volto.


Salmi 34

1'Di Davide, quando si finse pazzo in presenza di Abimelech e, da lui scacciato, se ne andò.'

2Alef. Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
3Bet. Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.
4Ghimel. Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.

5Dalet. Ho cercato il Signore e mi ha risposto
e da ogni timore mi ha liberato.
6He. Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
7Zain. Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo libera da tutte le sue angosce.
8Het. L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono e li salva.

9Tet. Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.
10Iod. Temete il Signore, suoi santi,
nulla manca a coloro che lo temono.
11Caf. I ricchi impoveriscono e hanno fame,
ma chi cerca il Signore non manca di nulla.

12Lamed. Venite, figli, ascoltatemi;
v'insegnerò il timore del Signore.
13Mem. C'è qualcuno che desidera la vita
e brama lunghi giorni per gustare il bene?

14Nun. Preserva la lingua dal male,
le labbra da parole bugiarde.
15Samech. Sta' lontano dal male e fa' il bene,
cerca la pace e perseguila.

16Ain. Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
17Pe. Il volto del Signore contro i malfattori,
per cancellarne dalla terra il ricordo.

18Sade. Gridano e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.
19Kof. Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.

20Res. Molte sono le sventure del giusto,
ma lo libera da tutte il Signore.
21Sin. Preserva tutte le sue ossa,
neppure uno sarà spezzato.

22Tau. La malizia uccide l'empio
e chi odia il giusto sarà punito.
23Il Signore riscatta la vita dei suoi servi,
chi in lui si rifugia non sarà condannato.


Isaia 7

1Nei giorni di Acaz figlio di Iotam, figlio di Ozia, re di Giuda, Rezìn re di Aram e Pekach figlio di Romelia, re di Israele, marciarono contro Gerusalemme per muoverle guerra, ma non riuscirono a espugnarla.2Fu dunque annunziato alla casa di Davide: "Gli Aramei si sono accampati in Èfraim". Allora il suo cuore e il cuore del suo popolo si agitarono, come si agitano i rami del bosco per il vento.
3Il Signore disse a Isaia: "Va' incontro ad Acaz, tu e tuo figlio Seariasùb, fino al termine del canale della piscina superiore sulla strada del campo del lavandaio.4Tu gli dirai: Fa' attenzione e sta' tranquillo, non temere e il tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumosi, per la collera di Rezìn degli Aramei e del figlio di Romelia.5Poiché gli Aramei, Èfraim e il figlio di Romelia hanno tramato il male contro di te, dicendo:6Saliamo contro Giuda, devastiamolo e occupiamolo, e vi metteremo come re il figlio di Tabeèl.

7Così dice il Signore Dio: Ciò non avverrà e non sarà!
8aPerché capitale di Aram è Damasco
e capo di Damasco è Rezìn.
9aCapitale di Èfraim è Samaria
e capo di Samaria il figlio di Romelia.
8bAncora sessantacinque anni
ed Èfraim cesserà di essere un popolo.
9bMa se non crederete, non avrete stabilità".

10Il Signore parlò ancora ad Acaz:11"Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto".12Ma Acaz rispose: "Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore".13Allora Isaia disse: "Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio?14Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.15Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene.16Poiché prima ancora che il bimbo impari a rigettare il male e a scegliere il bene, sarà abbandonato il paese di cui temi i due re.17Il Signore manderà su di te, sul tuo popolo e sulla casa di tuo padre giorni quali non vennero da quando Èfraim si staccò da Giuda: manderà il re di Assiria".

18Avverrà in quel giorno:
il Signore farà un fischio alle mosche
che sono all'estremità dei canali di Egitto
e alle api che si trovano in Assiria.
19Esse verranno e si poseranno tutte
nelle valli ricche di burroni,
nelle fessure delle rocce,
su ogni cespuglio e su ogni pascolo.
20In quel giorno il Signore raderà
con rasoio preso in affitto oltre il fiume,
cioè il re assiro,
il capo e il pelo del corpo,
anche la barba toglierà via.
21Avverrà in quel giorno:
ognuno alleverà una giovenca e due pecore.
22Per l'abbondanza del latte che faranno,
si mangerà la panna;
di panna e miele si ciberà
ogni superstite in mezzo a questo paese.
23Avverrà in quel giorno:
ogni luogo, dove erano mille viti
valutate mille sicli d'argento,
sarà preda dei rovi e dei pruni.
24Vi si entrerà armati di frecce e di arco,
perché tutta la terra sarà rovi e pruni.
25In tutti i monti,
che erano vangati con la vanga,
non si passerà più
per paura delle spine e dei rovi.
Serviranno da pascolo per armenti
e da luogo battuto dal gregge.


Apocalisse 2

1All'angelo della Chiesa di Èfeso scrivi:
Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro:2Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza, per cui non puoi sopportare i cattivi; li hai messi alla prova - quelli che si dicono apostoli e non lo sono - e li hai trovati bugiardi.3Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti.4Ho però da rimproverarti che hai abbandonato il tuo amore di prima.5Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti e compi le opere di prima. Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto.6Tuttavia hai questo di buono, che detesti le opere dei Nicolaìti, che anch'io detesto.
7Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò da mangiare dell'albero della vita, che sta nel paradiso di Dio.

8All'angelo della Chiesa di Smirne scrivi:
Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita:9Conosco la tua tribolazione, la tua povertà - tuttavia sei ricco - e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono alla sinagoga di satana.10Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita.
11Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte.

12All'angelo della Chiesa di Pèrgamo scrivi:
Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli:13So che abiti dove satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di satana.14Ma ho da rimproverarti alcune cose: hai presso di te seguaci della dottrina di Balaàm, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla fornicazione.15Così pure hai di quelli che seguono la dottrina dei Nicolaìti.16Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca.
17Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve.

18All'angelo della Chiesa di Tiàtira scrivi:
Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha 'gli occhi' fiammeggianti come 'fuoco e i piedi simili a bronzo splendente'.19Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costanza e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime.20Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Iezabèle, la donna che si spaccia per profetessa e insegna e seduce i miei servi inducendoli a darsi alla fornicazione e a mangiare carni immolate agli idoli.21Io le ho dato tempo per ravvedersi, ma essa non si vuol ravvedere dalla sua dissolutezza.22Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e coloro che commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non si ravvederanno dalle opere che ha loro insegnato.23Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno che io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a ciascuno di voi secondo le proprie opere.24A voi di Tiàtira invece che non seguite questa dottrina, che non avete conosciuto le profondità di satana - come le chiamano - non imporrò altri pesi;25ma quello che possedete tenetelo saldo fino al mio ritorno.26Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere,

darò autorità sopra 'le nazioni;'
27'le pascolerà con bastone di ferro
e le frantumerà come vasi di terracotta',

28con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino.29Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.


Capitolo IX: La mancanza di ogni conforto

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1. Non è difficile disprezzare il conforto umano, quando abbiamo quello che viene da Dio. Ma è cosa difficile assai saper sopportare la mancanza, sia del conforto umano sia del conforto divino, saper accettare volonterosamente di soffrire, per amore di Dio, la solitudine del cuore, e senza guardare i propri meriti. Che c'è di straordinario se sei pieno di santa gioia, quando scende su di te la grazia divina? E', questo, un momento che è nel desiderio di tutti. Galoppa leggero chi è sostenuto dalla grazia. Che c'è di strabiliante se non sente fatica colui che è sostenuto dall'Onnipotente ed è condotto dalla somma guida? Di buona voglia e prontamente accettiamo un po' d'aiuto; difficilmente uno se la cava da solo. Il santo martire Lorenzo seppe staccarsi da questo mondo, persino dall'amato suo sacerdote, giacché egli disprezzò ogni cosa che gli apparisse cara quaggiù. Egli giunse a sopportare con dolcezza che gli fosse tolto Sisto, sommo sacerdote di Dio, che egli amava sopra ogni cosa. Per amore del Creatore egli, dunque, superò l'amore verso un uomo; di fronte a un conforto umano preferì la volontà di Dio. Così impara anche tu ad abbandonare, per amore di Dio, qualche intimo e caro amico; e non sentire come cosa intollerabile se vieni abbandonato da un amico, ben sapendo che, alla fine, tutti dobbiamo separarci, l'uno dall'altro. Grande e lunga è la lotta che l'uomo deve fare dentro di sé, per riuscire a superare se stesso e a porre in Dio tutto il proprio cuore. Colui che pretende di bastare a se stesso va molto facilmente alla ricerca di consolazioni umane. Colui invece che ama veramente Cristo e segue volenterosamente la via della virtù non scende a tali consolazioni: egli non cerca le dolcezze esteriori , ma cerca piuttosto di sopportare grandi prove e dure fatiche per amore di Cristo.  

2. Quando, dunque, Dio ti dà una consolazione spirituale, accoglila con gratitudine. Ma comprendi bene che si tratta di un dono che ti viene da Dio, non di qualcosa che risponda a un tuo merito. Per tale dono non devi gonfiarti o esaltarti, né presumere vanamente di te; al contrario, per tale dono, devi farti più umile, più prudente e più timorato in tutte le tue azioni, giacché passerà quel momento e verrà poi la tentazione. Quando poi ti sarà tolta quella consolazione, non disperare subitamente, ma aspetta con umiltà e pazienza di essere visitato dall'alto: Dio può ridarti una consolazione più grande. Non è, questa, cosa nuova né strana, per coloro che conoscono la via di Dio; questo alterno ritmo si ebbe frequentemente nei grandi santi e negli antichi profeti. Ecco la ragione per la quale, mentre la grazia era presso di lui, quello esclamava: "Nella pienezza dissi: così starò in eterno" (Sal 29,7); poi, allontanatasi la grazia, avendo esperimentato la sua interiore condizione, aggiungeva: "togliesti, o Dio, da me la tua faccia e sono pieno di tristezza" (Sal 29,8). Tuttavia quegli frattanto non disperava, ma pregava Iddio più insistentemente, dicendo: "A te, Signore, innalzerò la mia voce, innalzerò la mia preghiera al mio Dio"(Sal 29,9). Ricavava alla fine il frutto della sua orazione, e proclamava di essere stato esaudito, con queste parole: "Il Signore mi udì ed ebbe misericordia di me; il Signore è venuto in mio soccorso" (Sal 29,11). Come? "Mutasti - disse - il mio pianto in gioia, e mi circondasti di letizia" (Sal 29,12). Poiché così avvenne per i grandi santi, noi deboli e poveri, non dobbiamo disperarci, se siamo ora ferventi, ora tiepidi; ché lo spirito viene e se ne parte, a suo piacimento. E' per questo che il santo Giobbe diceva: "Lo visiti alla prima luce, ma tosto lo metti alla prova" (Gb 7,18).

3. Su che cosa posso io fare affidamento, in chi posso io confidare? Soltanto nella grande misericordia divina e nella speranza della grazia celeste. Persone amanti del bene, che mi stiano vicine, devoti confratelli, amici fedeli, libri edificanti ed eccellenti trattati, dolcezza di canti e di inni: anche se avessi tutte queste cose, poco mi aiuterebbero e avrebbero per me ben poco sapore, quando io fossi abbandonato dalla grazia e lasciato nella mia miseria. Allora, il rimedio più efficace sta nel saper attendere con pazienza, sprofondandosi nella volontà di Dio. Non ho mai trovato un uomo che avesse devozione e pietà tanto grandi da non sentire talvolta venir meno la grazia o da non avvertire un affievolimento del suo fervore. Non ci fu mai un santo rapito così in alto e così illuminato, da non subire, prima o poi, la tentazione. Infatti, chi non è provato da qualche tribolazione non è degno di una profonda contemplazione di Dio. Ché la tentazione di oggi è segno di una divina consolazione di domani; la quale viene, appunto, promessa a coloro che sono stati provati dalla tentazione. A colui che avrà vinto, dice, "concederò di mangiare dell'albero della vita" (Ap 2,7). In effetti, la consolazione divina viene data affinché l'uomo sia più forte nel sostenere le avversità; poi viene la tentazione, affinché egli non si insuperbisca di quello stato di consolazione. Non dorme il diavolo, e la carne non è ancor morta. Perciò non devi smettere mai di prepararti alla lotta, perché da ogni parte ci sono nemici, che non si danno riposo.


DISCORSO 93 SULLE PAROLE DEL VANGELO DI MT 25, 1-13: "IL REGNO DEI CIELI SARÀ SIMILE ALLE DIECI VERGINI" ECC.

Discorsi - Sant'Agostino

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Quali sono da intendere le dieci vergini della parabola.

1. 1. Voi che ieri eravate presenti vi ricordate che vi abbiamo fatto una promessa; ebbene oggi sarà adempiuta, con l'aiuto di Dio, non solo per voi ma anche per gli altri numerosi fedeli che si sono qui riuniti. Non è facile indagare quali sono le dieci vergini, di cui cinque sono prudenti e cinque stolte. Tuttavia attenendoci al contenuto dello stesso passo, che ho voluto fosse letto anche oggi alla Carità vostra, per quanto il Signore si degna di farmi capire, non mi pare che questa parabola o similitudine si possa riferire alle sole vergini che si chiamano così nella Chiesa per la loro particolare e più alta santità e che, con un termine più comune, siamo abituati a chiamare "Santimoniali", [ossia monache]; ma, se non vado errato, questa similitudine si riferisce a tutta quanta la Chiesa. D'altro canto, anche se intendessimo come vergini quelle sole che si chiamano "santimoniali", sono forse soltanto dieci? Dio non voglia che una sì grande moltitudine di vergini sia ridotta a un numero così piccolo! Qualcuno forse potrebbe dire: "E che dire se molte sono tali di nome ma tanto poche lo sono realmente da trovarsene appena dieci?". No, non è così. Poiché se il passo volesse farci intendere che solo dieci sono buone, non ci mostrerebbe tra esse cinque stolte. Se infatti sono molte quelle chiamate vergini, perché la porta del palazzo viene chiusa solo in faccia alle cinque stolte?

Le dieci vergini sono qualunque anima della Chiesa.

2. 2. Dovremo dunque, carissimi, intendere che questa parabola si riferisce a noi tutti, cioè assolutamente a tutta quanta la Chiesa, non ai soli superiori, dei quali abbiamo parlato ieri, né ai soli fedeli laici, ma a tutti assolutamente. Ma perché allora cinque vergini sagge e cinque stolte? Queste vergini, cinque sagge e cinque stolte, sono assolutamente tutte le anime dei cristiani. Ma, per dirvi ciò che pensiamo per ispirazione di Dio, non sono le anime di qualsiasi specie, ma le anime che hanno la fede cattolica e si vedono praticare le opere buone nella Chiesa di Dio, eppure di esse cinque sono sagge e cinque stolte. Prima dunque vediamo perché sono indicate come cinque e come vergini e dopo consideriamo il resto. Ogni anima nel corpo è denotata col numero cinque perché fa uso dei cinque sensi. Noi infatti col corpo non percepiamo alcuna sensazione se non attraverso una porta di cinque sportelli: o con la vista, o con l'udito, o con l'odorato, o col palato, o col tatto. Orbene, chi si astiene dal vedere, dall'udire, dall'odorare, dal gustare o dal toccare cose illecite, riceve il nome di vergine.

Non basta né la verginità, né le opere buone.

2. 3. Ma se è un bene astenersi dai moti illeciti dei sensi e perciò qualunque anima cristiana ha ricevuto il nome di vergine, per qual motivo cinque di esse vengono fatte entrare e cinque sono respinte? Sono vergini eppure sono respinte. Non basta che siano vergini, ma hanno anche le lampade. Sono vergini in quanto si astengono dalle sensazioni illecite, hanno le lampade in quanto fanno le opere buone. Di queste opere il Signore dice: La vostra luce risplenda davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e diano gloria al Padre vostro ch'è nei cieli 1. Ai discepoli dice ugualmente: Siate sempre pronti con la cintura ai fianchi e le lampade accese 2. Nei fianchi legati con la cintura è denotata la verginità, nelle lampade accese le opere buone.

È vergine ogni anima cristiana.

3. 4. È vero che non si è soliti parlare di verginità a proposito di persone coniugate, eppure anche nel matrimonio esiste la verginità della fedeltà, la quale produce la pudicizia coniugale. Mi spiego: perché la Santità vostra si convinca che ciascuno o ciascun'anima è chiamata, in modo non inopportuno, vergine in relazione ai sentimenti intimi e all'integrità della fede, con cui ci si astiene dalle cose illecite e si compiono le opere buone; [ricordatevi che] tutta la Chiesa, formata di ragazze e ragazzi, di donne maritate e di uomini ammogliati, è chiamata con il nome di vergine al singolare. Come proviamo quest'affermazione? Ascolta l'Apostolo che dice, non solo alle donne consacrate a Dio, ma assolutamente a tutta la Chiesa: Vi ho promessi in matrimonio a un solo sposo, a Cristo, per presentarvi a lui come una vergine pura 3. E poiché bisogna tenersi lontani dal diavolo ch'è il corruttore di tale verginità, lo stesso Apostolo, dopo aver detto: Vi ho promessi in matrimonio a un solo sposo, a Cristo, per presentarvi a lui come una vergine pura, soggiunge subito e dice: Temo però che, come il serpente con la sua malizia ingannò Eva, così i vostri pensieri vengano traviati dalla purezza riguardo a Cristo 4. Quanto al corpo sono pochi ad avere la verginità, ma tutti debbono averla nel cuore. Se dunque è cosa buona l'astensione dalle azioni illecite, e da ciò ha preso nome la verginità, e sono lodevoli le opere buone simboleggiate dalle lampade, perché mai sono fatte entrare solo cinque e le altre cinque sono respinte? Se uno è vergine e porta le lampade e tuttavia non vien fatto entrare, dove potrà veder se stesso chi non conserva la verginità astenendosi dalle cose illecite e, trascurando di praticare le opere buone, cammina nelle tenebre?

Oltre alla continenza e alle opere buone si richiede la carità.

4. 5. Di costoro, dunque, fratelli miei, di costoro piuttosto cerchiamo di trattare. Chi non vuol vedere né udire ciò ch'è male, chi distoglie l'odorato dagli effluvi illeciti che esalano dai sacrifici pagani e il palato dagli illeciti cibi dei sacrifici, chi fugge l'amplesso con la donna d'altri, spezza il pane agli affamati, ospita in casa i forestieri, veste gl'ignudi, mette pace tra i litiganti, visita i malati, dà sepoltura ai morti: ecco chi è vergine, chi ha le lampade. Che cosa vogliamo di più? Desidero qualcosa di più. "Che cosa vuoi ancora?" si dirà. Desidero ancora qualcosa. Ha destato la mia attenzione il santo Vangelo. Le stesse vergini che portavano anche le lampade, alcune le chiama sagge, altre stolte. Ma come possiamo discernerle? da che cosa possiamo distinguerle? Dall'olio. L'olio è il simbolo di qualcosa di grande, di molto importante. Non è forse la carità? Questa che vi faccio è una domanda, anziché un'affermazione precipitosa. Vi dirò perché mi pare che l'olio sia simbolo della carità. L'Apostolo dice: Io v'indico una via più sublime 5. Quale via più sublime addita? Se sapessi parlare le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come una campana che suona o un tamburo che rimbomba 6. Ecco la via più sublime, cioè la carità, che a giusto titolo è simboleggiata dall'olio. L'olio infatti rimane al di sopra di tutti i liquidi. Se si mette dell'acqua in un vaso e vi si versa sopra dell'olio, l'olio rimane alla superficie. Se ci metti olio e vi versi sopra acqua, l'olio rimane a galla. Se lo lasci al suo posto naturale l'olio sta sempre al di sopra; se tu volessi cambiare la sua posizione naturale tornerebbe sempre a galla. La carità non cadrà mai 7.

Che significa andare incontro allo sposo.

5. 6. E allora, fratelli? Trattiamo ormai delle cinque vergini sagge e delle cinque stolte. Volevano andare incontro allo sposo. Che significa: "andare incontro allo sposo"? Andare col cuore, aspettare il suo arrivo. Ma quello tardava. Mentre egli tardava si addormentarono tutte. Che significa tutte? Tanto le sciocche quanto le sagge si assopirono tutte e si addormentarono 8. È forse buono questo sonno? Che significa questo sonno? Forse per il ritardo dello sposo, poiché il male sarà assai diffuso, si raffredderà la carità di molti? Dovremo forse intendere in questo senso tale sonno? Non sono d'accordo, e dico perché. Perché tra quelle vergini ci sono quelle sagge; e in ogni modo quando il Signore disse: Poiché il male sarà assai diffuso, si raffredderà la carità di molti, soggiunse e disse: Ma chi persevererà sino alla fine sarà salvo 9. Dove volete che si trovino queste prudenti? Non volete forse che si trovino tra coloro che perseverarono sino alla fine? Non per altro motivo, fratelli, assolutamente per alcun altro motivo sarebbero state fatte entrare se non perché avevano perseverato sino alla fine. Non s'insinuò dunque di nascosto in esse il freddo della carità, in esse non si raffreddò la carità, ma continuò ad ardere sino alla fine. Poiché continuò ad ardere sino alla fine, si aprirono per esse le porte dello sposo; per questo fu detto loro di entrare come a quell'ottimo servo: Entra e partecipa alla gioia del tuo Signore 10. Che significa dunque: Furono prese tutte dal sonno? Si tratta d'un altro sonno che non può essere evitato da nessuno. Non vi ricordate di quanto dice l'Apostolo: Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono 11, cioè riguardo a coloro che sono morti? E per qual motivo si chiamano "dormienti" se non perché nel giorno destinato risorgeranno? Si addormentarono dunque tutte. Forse perché una è prudente non morrà? Che una vergine sia sciocca o saggia, tutte dovranno sottostare al sonno della morte.

6. 7. Talora però la gente dice: "Ecco che viene il giorno del giudizio, tanti sono i tristi eventi, tanto si moltiplicano le tribolazioni; ecco, si sono adempiute quasi tutte le predizioni dei Profeti, ormai è imminente il giorno del giudizio". Coloro che dicono così, e lo dicono con fede, vanno con siffatti pensieri, per così dire, incontro allo sposo. Ma ecco una guerra dopo l'altra, una tribolazione dopo l'altra, un terremoto dopo l'altro, una carestia dopo l'altra, un popolo si solleva contro un altro popolo ma lo sposo ancora non viene. Quando dunque ancora si aspetta che venga, si addormentano tutti coloro che dicono: "Ecco, viene il giorno del giudizio e ci troverà ancora in vita". E mentre parlano in questo modo si addormentano. Ciascuno dunque sia vigilante fino a quando arriva il sonno e perseveri nella carità fino al momento di prendere sonno; il sonno lo trovi in attesa dello sposo. Supponiamo che si sia addormentato. Colui che dorme non si volgerà forse per risorgere? 12. Tutte dunque si addormentarono: sia le sagge che le sciocche, si addormentarono tutte.

Il grido a mezzanotte.

7. 8. Ecco che a mezzanotte si udì un grido 13. Che significa: a mezzanotte? Quando non si spera, quando non si crede affatto. Dice "notte" nel senso di "ignoranza". Qualcuno tra sé e sé fa questo calcolo: "Ecco, da Adamo sono passati tanti anni e siamo ormai al termine di seimila anni; ora, secondo i calcoli d'alcuni interpreti, deve venire senz'altro il giorno del giudizio". Ma tutti questi calcoli se ne vanno e passano e lo sposo tarda ancora a venire, e sono immerse nel sonno le vergini che gli erano andate incontro. Ma ecco che, mentre non si spera più, mentre si dice: "Sono passati i seimila anni che aspettavamo, e come potremo sapere ora quando verrà?", egli verrà a mezzanotte. Che significa: "Verrà a mezzanotte"? Verrà quando non lo saprai. Perché verrà quando non lo saprai? Ascolta il Signore in persona: Non spetta a voi sapere il tempo che il Padre si è riservato di fissare 14. Il giorno del Signore - dice l'Apostolo - verrà come un ladro di notte 15. Veglia dunque di notte per non essere sorpreso dal ladro. Poiché, volere o no, il sonno della morte verrà.

La risurrezione e l'olio nei vasetti.

7. 9. Ma ciò avverrà solamente quando a metà della notte si farà udire un grido. Qual è questo grido, se non quello di cui parla l'Apostolo? In un batter d'occhio, quando si sentirà l'ultimo suono di tromba. Poiché sonerà la tromba e i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati 16. Orbene, dopo che a mezzanotte si sarà fatto sentire il grido con cui si annuncerà: Ecco, arriva lo sposo, che cosa seguirà? Si alzarono tutte. Che cosa vuol dire si alzarono tutte? Verrà un'ora - lo disse il Signore in persona - in cui tutti i morti, che sono nelle tombe udranno la sua voce e verranno fuori 17. Si alzarono dunque tutte all'ultimo suono della tromba. Ma le sagge avevano portato con loro l'olio nei vasetti; le stolte invece non avevano portato l'olio con loro 18. Che vuol dire: non avevano portato l'olio nei loro vasetti? Che significa: nei loro vasetti? Nei loro cuori. Per questo l'Apostolo dice: il nostro vanto consiste nella testimonianza della nostra coscienza 19. Lì dentro c'è l'olio, un olio importante; quest'olio proviene da un dono di Dio. Per conseguenza gli uomini possono mettere olio entro i vasetti, ma non possono creare un ulivo. "Ecco, io ho l'olio"; sei stato forse tu a creare l'olio? Esso è un dono di Dio. Se hai l'olio, portalo con te. Che cosa vuol dire: "portalo con te"? Abbilo nel tuo intimo, lì devi piacere a Dio.

Che vuol dire portare l'olio con sé.

8. 10. Ebbene, ecco queste vergini stolte che non hanno portato l'olio con loro: con la loro continenza per cui sono chiamate vergini, e con le opere buone, quando sembra che portino le lampade, desiderano solo piacere agli uomini. Ma se desiderano solo piacere agli uomini e a tale scopo compiono tutte queste azioni lodevoli, non portano l'olio con loro. Tu dunque portalo con te, portalo nel tuo interno dove ti vede Dio; lì dentro devi portare la testimonianza della tua coscienza. Chi invece si propone quale movente delle proprie azioni la testimonianza proveniente dagli altri, non porta l'olio con sé. Se dunque ti astieni dalle cose illecite e compi opere buone, per essere lodato dalla gente, nel tuo intimo non c'è l'olio. Per conseguenza, quando la gente non ti loderà, si spegneranno le lampade. La Carità vostra consideri quindi attentamente questa circostanza: prima che le vergini si addormentassero, il Vangelo non dice che le loro lampade si fossero spente. Le lampade delle sagge ardevano per l'olio interno, per la tranquillità della loro coscienza, per il vanto intimo, per l'intima carità. Ardevano tuttavia anche le lampade delle sciocche. Perché allora ardevano? Perché non mancavano le lodi umane. Al contrario, dopo essersi svegliate, cioè nella risurrezione dei morti, presero a preparare le lampade, cioè a prepararsi a render conto delle proprie azioni a Dio. Ma allora non ci sarà nessuno che loderà, ciascuno penserà al proprio caso e tutti penseranno a se stessi; ecco perché non c'era nessuno che vendesse l'olio, le lampade cominciarono a spegnersi e le sciocche si rivolsero alle sagge dicendo: Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono 20. Chiedevano quello a cui erano abituate, cioè a risplendere con l'olio degli altri, a comportarsi alla stregua delle lodi loro fatte dagli altri. Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.

Le vergini sciocche derise dalle sagge.

8. 11. Ma quelle risposero: Perché potrebbe non bastare né a noi né a voi; andate piuttosto a comprarvelo dai venditori 21. Questa non è una risposta di persone che consigliavano, ma che canzonavano. Perché di persone che canzonavano? Perché quelle vergini erano sagge, perché avevano in sé la saggezza. In realtà però non erano sapienti per loro merito, ma avevano in sé la sapienza, della quale in un libro sacro sta scritto che a coloro che la disprezzano, quando si troveranno nelle sciagure da essa minacciate, dice: Anch'io mi riderò della vostra sventura 22. Che c'è di strano se le sagge scherniscono le sciocche? Che vuol dire "schernire"?

Chi vende e chi compra l'olio.

9. 12. Andate dai venditori e compratelo, poiché eravate solite vivere bene solo perché vi lodava la gente che vi vendeva l'olio. Che significa: "vendevano l'olio"? Vendevano le lodi. Chi sono i venditori di lodi, se non gli adulatori? Quanto meglio sarebbe stato se non vi foste accontentate delle lodi degli adulatori e aveste portato nel vostro intimo l'olio e aveste fatto le opere buone solo per avere la testimonianza della vostra coscienza! Allora avreste detto: Il giusto mi riprenderà con misericordia e mi sgriderà, ma l'olio del peccatore non ungerà la mia testa 23. È meglio per me - dice - che mi riprenda, mi sgridi, mi schiaffeggi, mi corregga il giusto, anziché mi unga la testa l'olio del peccatore. Che significa "l'olio del peccatore", se non le lusinghe dell'adulatore?

L'umiltà delle vergini sagge.

9. 13. Andate dunque dai venditori, come siete abituate a fare. Ma noi non ve lo diamo. Perché? Forse potrebbe non bastare né a noi né a voi. Che significa: potrebbe non bastare? Non è una risposta suggerita da mancanza di speranza, ma da sobria e santa umiltà. Quantunque una persona dabbene abbia la coscienza pulita, come fa a sapere in qual modo giudicherà Colui che non è ingannato da nessuno? Ha la coscienza serena; non è solleticato da colpe che aveva concepite nel cuore ma, a causa di qualche peccato che si commette ogni giorno della vita umana, sebbene abbia la coscienza tranquilla, tuttavia dice a Dio: Rimetti a noi i nostri debiti, perché ha messo in pratica l'affermazione che segue: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori 24. Ha spezzato di cuore il pane agli affamati, ha vestito di cuore gli ignudi; ha compiuto le opere buone in virtù dell'olio interiore, eppure la stessa buona coscienza è trepidante a causa del giudizio di Dio.

Le lodi umane non valgono nulla nel giorno del giudizio.

9. 14. Vedi che cosa vuol dire: Dateci un po' d'olio. Si sentirono rispondere: Andate piuttosto dai venditori 25. Abituate come siete a vivere bene per le lodi umane, per questo voi non portate l'olio con voi, ma noi non ve lo diamo perché potrebbe non bastare né a noi né a voi. In realtà noi a mala pena osiamo giudicare noi stesse, tanto meno possiamo giudicare voi. Che vuol dire: "A mala pena osiamo giudicare noi stesse"? Vuol dire che quando il re della giustizia si sarà assiso in trono, chi si potrà vantare d'avere il cuore puro? 26. Forse tu non trovi nulla di riprovevole nella tua coscienza, ma lo vede Colui che ci vede meglio, il cui sguardo divino penetra nei segreti più profondi: vede forse qual cosa, trova forse qualcosa di male. Quanto faresti meglio a dirgli: Non entrare in giudizio col tuo servo 27. E quanto meglio faresti a dirgli: Rimetti a noi i nostri debiti 28. Poiché a causa di quelle fiaccole, di quelle lampade sarà detto anche a te: Avevo fame e mi hai dato da mangiare 29. Che dire dunque? Non fecero così anche le stolte? Sì, ma non lo fecero agli occhi di Dio. Ma allora in qual modo lo fecero? Lo fecero come proibisce di farlo il Signore, che disse: Badate di non fare le vostre opere buone davanti alla gente per essere ammirati da essa; altrimenti non riceverete alcuna ricompensa dal Padre vostro, ch'è in cielo. E quando pregate, non imitate gl'ipocriti, poiché amano stare in piedi sulle piazze e pregare per essere visti dalla gente. Io vi assicuro che hanno già ricevuta la ricompensa 30. Comprarono l'olio, sborsarono il prezzo; comprarono, non furono defraudati delle lodi umane; andarono in cerca delle lodi umane, le ebbero. Nel giorno del giudizio però queste lodi umane non potranno servir loro a nulla. Ma quelle altre come agirono? Le vostre opere buone risplendano davanti alla gente, perché vedano le vostre buone azioni e diano gloria al Padre vostro ch'è nei cieli 31. Non dice: "Diano gloria a voi". L'olio infatti non l'hai per merito tuo. Vàntati e di': "Io ce l'ho, ma perché datomi da lui". In realtà che cosa hai che non hai ricevuto? 32.

Quelle agirono in quel modo, queste invece in quest'altro modo.

9. 15. Non c'è da meravigliarsi però che, mentre [le stolte] vanno a comprare, mentre cioè vanno in cerca d'individui da cui esser lodate, ma senza trovarli, mentre vanno in cerca d'individui da cui ricevere incoraggiamenti, ma senza trovarli, si apre la porta, arriva lo Sposo e la sposa, cioè la Chiesa già glorificata con Cristo in modo che tutte le membra si riuniscano a tutto il corpo. [Le sagge allora] entrarono con lui nella sala del banchetto nuziale e la porta fu chiusa 33. Arrivarono poi anche le stolte, ma riuscirono forse a comprare l'olio o trovarono chi glielo vendesse? Per questo motivo trovarono le porte chiuse; si misero a bussare, ma troppo tardi.

Perché a chi bussa non viene aperto.

10. 16. È stato detto, ed è vero, è stato detto senza inganno: Bussate e vi sarà aperto 34, ma si deve bussare adesso ch'è il tempo della misericordia, non quando sarà il tempo del giudizio. Poiché questi tempi non possono confondersi, dal momento che la Chiesa canta al proprio Signore la misericordia e la giustizia 35. Pèntiti ora ch'è tempo di misericordia. Ti pentirai forse al tempo del giudizio? Se farai così ti troverai tra le vergini alle quali fu chiusa in faccia la porta. Signore, Signore, aprici 36. Non si pentirono forse di non aver portato l'olio con loro? Ma che cosa giovò la tardiva resipiscenza, quando furono derise dalla vera sapienza? La porta, dunque, fu chiusa. E che cosa fu detto loro? Non so chi siete 37. Non le conosceva forse Colui che conosce tutto? Che significa allora: Non so chi siete? Io non vi approvo, ma vi riprovo. Io non vi riconosco conformi alla mia sapienza creatrice; essa non conosce i vizi ma, cosa da sottolineare, non li conosce eppure li giudica. L'ignora perché non li ha fatti, ma li giudica perché li biasima. In questo senso dunque io non vi conosco.

Come imitare le cinque vergini prudenti.

10. 17. Le cinque vergini prudenti andarono [incontro allo sposo] ed entrarono [nella sala]. Siete molti, fratelli miei, che vi chiamate cristiani; magari ci fossero fra voi quelle cinque prudenti, ma non dovete essere solo cinque di numero. Ci siano tra voi persone come le cinque vergini sagge, appartenenti cioè alla saggezza raffigurata dal numero cinque. Verrà infatti l'ora, ma non sappiamo quando verrà. Verrà a mezzanotte: vegliate. Così conclude il Vangelo: Vegliate perché non sapete né il giorno né l'ora 38. Se dunque è inevitabile addormentarci, in qual modo potremo vegliare? Veglia col cuore, con la fede, con la speranza, con la carità, con le opere; e quando ti sarai addormentato col corpo, verrà il momento d'alzarti. Quando poi ti sarai alzato, prepara le lampade. Allora non si spengano, allora vengano alimentate dall'olio interno della coscienza; allora lo sposo venga abbracciato con amplessi spirituali; allora t'introduca nella casa ove non dovrai mai dormire, dove la tua lampada non potrà spegnersi mai. Oggi al contrario ci affanniamo e le nostre lampade sono agitate dai venti di questo mondo e dalle tentazioni; ma la nostra fiamma arda per la fortezza d'animo in modo che il vento della tentazione, anziché spegnerla, accresca la fiamma.

 

1 - Mt 5, 16.

2 - Lc 12, 35.

3 - 2 Cor 11, 2.

4 - 2 Cor 11, 3.

5 - 1 Cor 12, 31.

6 - 1 Cor 13, 1.

7 - 1 Cor 13, 8.

8 - Mt 25, 5.

9 - Mt 24, 12.

10 - Mt 25, 21. 23.

11 - 1 Ts 4, 13.

12 - Sal 40, 9.

13 - Mt 25, 6.

14 - At 1, 17.

15 - 1 Ts 5, 2.

16 - 1 Cor 15, 52.

17 - Gv 5, 28-29.

18 - Mt 25, 34.

19 - 2 Cor 1, 12.

20 - Mt 25, 8.

21 - Mt 25, 9.

22 - Prv 1, 26.

23 - Sal 140, 5.

24 - Mt 6, 12.

25 - Mt 25, 8.

26 - Cf. Prv 20, 8-9.

27 - Sal 142, 2.

28 - Mt 6, 12.

29 - Mt 25, 35.

30 - Mt 6, 1-5.

31 - Mt 5, 16.

32 - 1 Cor 4, 7.

33 - Mt 25, 10.

34 - Mt 7, 7.

35 - Cf. Sal 100, 1.

36 - Mt 25, 11.

37 - Mt 25, 10. 12.

38 - Mt 25, 13.


Venite a me

Beata Alexandrina Maria da Costa - Beata Alexandrina Costa

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CAPITOLO I

Ascoltate e vivrete». (Is. 55,3)
Pentitevi dunque e cambiate vita perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore».
(At. 3,19-20)

«Che questo grido sia come una campana forzata...»
«convertitevi e credete al Vangelo» (Mc. 1,15)
«Le tenebre di oggi sono le tenebre del peccato.
Il mio grido di oggi è il grido di agonia nel vedere i miei figli fuggirmi.
Piango e grido perchè il peccato ha raggiunto il suo massimo. Le onde nere dei vizi sono salite alla più grande altezza.»

§ 1° - Alexandrina impersona l'ùmanità peccatrice

Mi pareva di sentire il Signore schiacciarmi sotto i suoi santissimi piedi, mentre mi diceva:
«Svégliati!
Ti sei addormentata nel peccato. Rialzati, risuscita! Ascolta la voce che ti chiama:
esci da questo abisso di immondezze, di miserie, di crimini in cui tu stessa ti sei sepolta!»
In altri momenti ancora Alexandrina sente Gesù che la scuote con esortazioni e anche con minacce.
«Disgraziata! Il tuo sonno è mortale: ti sveglieranno gli orrori dell'inferno.
Guai a te, se non ti converti!
Tu non mi temi, non senti i rimorsi perché il peccato ha reso insensibile la tua coscienza.
E' morta: te l'ha uccisa il peccato.
Tenti di persuaderti che non esiste l'eternità, sia beata, sia dannata.
Per la tua vita, ti conviene che non esista l'eternità.
Disgraziata! Bada come vivi! Pagami, dammi i conti!»

Alexandrina accoglie le legnanze di Gesù e fa da sua portavoce

«Figlia mia, chiedi, dì al mio cardinale, al mio caro Cerejeira (carcimale di Lisbona e Patriarca del Portogallo) scelto da me per tanto alto compito, che parli al suo popolo: chieda, chieda ai prelati che facciano altrettanto: si faccia molta orazione, molta penitenza per tanto tempo!
Vi sia grande vigilanza nella Chiesa, vi sia grande vigilanza nella Nazione: Salazar (capo del governo), Salazar, allerta! Vi è veleno da ogni parte.
Vi sia vigilanza nelle Nazioni: da ogni parte tentano di svilupparsi le fiamme (del male)...
E' tanto il veleno che si diffonde!...
Agguati pieni di falsità si tramano.

Io vorrei, figlia mia, che le mie lacrime cadessero sul mondo intero come in un'altra ora sulla città ingrata (Gerusalemme).
Grida, grida e chiedi che gridino in tuo nome
- perchè è in nome di Gesù - che si faccia orazione, molta orazione e continua penitenza.
Che questo grido sia come la campana forzata da mani umane a scampanare senza tregua...»

Gesù insiste contro il peccato della carne.
Singhiozzando continuò:
«Guarda il mio divino Cuore squarciato: è il peccato, è il piacere della carne; è il peccato, è il mondo.

Il mio divin Cuore chiede amore; i crimini del mondo, le iniquità, richiedono, esigono riparazione.
La esigono i peccati di lussuria, le iniquità degli sposi e delle anime pie consacrate a me; la esigono le vanità: a quale scopo tanto sperpero? Questo sperpero grida al Cielo. Ciò che si spreca in vanità estinguerebbe la fame a tutti gli affamati, vestirebbe tutti gli ignudi.
Dillo al mondo, figlia mia! Diffondi le mie lagnanze.
Satana si è incarnato nella vanità, nella lussuria, nella disonestà. Vi è Satana nella donna e nell'uomo di oggi che vivono senza pudore una vita provocante.
Avanti, avanti, o uomini del potere!
La impurità è una finestra aperta che dà entrata a tutti i peccati mortali.
Ah, tanta innocenza perduta, tanta vita rubata al Cielo prima della sua esistenza sulla terra!
Ah, quanta iniquità umana! Io sono ferito persino da un grande numero di anziani, di vecchi. Che orrore, che orrore! Tutto è fango.

La catena più forte e che lega più anime a Satana è la carne, è l'impurità.
Solo la catena del più grande amore e della più grande purezza può spezzarla e strappare le anime dagli artigli di Satana.
Mai l'umanità vide, mai il Cielo contemplò tale incendio di vizi, malvagità e crimini! Mai si peccò così.
Tutta la riparazione è poca.
Non vi sono giusti sulla terra per estinguere tanta iniquità, tanta gravità di crimini.
Questa è una lagnanza piena di amore del mio divin Cuore al tuo.
E' necessario un freno, freno che leghi gli uomini pazzi per il peccato, pazzi per le passioni.
Si pongano freni alle passioni, ai divertimenti, ai balli, ai cinematografi, alle case di peccato!
Sia il freno dell'amore.
Se vi sarà purezza, se vi sarà amore, verrà dal Cielo la compassione.
Se non sarà così, l'umanità sarà salva con dolore, solo con dolore: fuoco e guerra, dolore e sangue.»

«E' prossima l'ora della pace
(diario del 7-4-45).
Se il mondo, e più ancora il Portogallo, sapranno essere grati per la grazia che fu loro data, la pace sarà duratura. Io regnerò tra gli uomini: fra di loro ci sarà sempre la mia pace divina.
Se non mi saranno grati, se non faranno orazione e penitenza, se non si rialzeranno dai loro crimini, presto tutto il mondo sentirà cadergli addosso non il fuoco delle armi ma il fuoco della giustizia divina, non la distruzione fatta dagli uomini, ma la distruzione che proviene dal potere e dalla maestà di Dio.

E' Gesù l'implorante, è Gesù il mendicante.
Chiedo amore per amore. Voglio essere amato perchè il mio Eterno Padre perdoni. Egli è adirato, adirato contro la terra; la sua indignazione è giusta, è santa, è divina...
Da' retta, o mondo crudele!...
O uomini, è il Signore che vi chiama, è il Signore della terra e del Cielo, il Signore che ha creato tutto, il Signore a cui dovete rendere conto di tutta la vostra vita.
Non tardate, non indugiatevi a guardare nulla.
Presto, presto! L'ora è grave. Grida, grida, figlia mia:
batti, sveglia il mondo! Esso è impazzito nei vizi, si è addormentato nel fango melmoso. Grida presto:
sta per essere tardi per la riconciliazione.»

(Gesù è in croce) Ad una pioggia di insulti mormorava:
«Non vi smuove il mio amore e il vedermi inchiodato sulla croce.
Vi smuova almeno il timore dell'inferno, castigo eterno che è preparato per voi.
Attenzione, attenzione, peccatori, attenzione!
Ascoltate la voce del Signore.
Ascoltate, ascoltate ciò che si ode da lontano, ma un lontano che incalza, un lontano che si avvicina, un lontano che è rapido nel venire.
Ascoltate: sono fragori prodotti dalla giustizia del Signore.
Si faccia orazione, si faccia penitenza: vi sia emenda di vita!
E' grande, molto grande, infinitamente grande la misericordia del Signore; è severa,infinitamente severa la sua giustizia.
Egli è misericordia infinita, è severità infinita.
Badate, badate, state attenti: Gesù perdona, il Signore vuole perdonare, il Signore vuole il vostro pentimento.
Gesù verrà a giudicarvi. Allerta, allerta! Il Signore vi avverte: non peccate, non peccate!
E' severa, molto severa la giustizia di Dio.
Io sono triste, molto triste, figlia mia, per il giorno della giustizia di mio Padre: il giorno dell'ira, il giorno dell'ira si avvicina, figlia mia! Guai al mondo, guai al Portogallo, se non saprà trarre profitto dalle grazie di Gesù!
Io sono triste, triste, molto triste, sposa mia. Tanti inviti, tanti avvertimenti! E la povera umanità non dà retta! Sono ore, sono giorni di lacrime, di molte lacrime e non di allegria, di falsa allegria.»

Non può mancare l'intervento di Maria
«Vengo a chiederti, figlia mia, ciò che in mio nome venne a chiedere a Fatima mia Madre benedetta: penitenza, orazione, emenda di vita.
I peccatori corrono verso l'abisso della perdizione eterna.
Conducili tutti a me, per mezzo dell'intervento di mia Madre benedetta...
Và, messaggera di Gesù e di Maria! Quando parlo io, parla Lei con me; quando parla Lei,
parlo io pure: i suoi desidéri sono i miei, i miei sono i suoi.
Chiama il mondo, chiamalo a me: invitalo ad amare il mio divin Cuore e quello di mia Madre benedetta.
Chiedi alle madri che La imitino nella sua missione di educatrice e di' ai giovani e alle giovani che La imitino nella sua modestia, purezza e candore. Consiglia ai padri la fedeltà e l'autorità caritativa di San Giuseppe.
Di' al mondo che non pecchi, che sia puro.»

INVITI ALL’EUCARESTIA

«Vieni a passare un po' della notte sveglia nei miei tabernacoli, nelle mie prigioni. Sono tue e mie.
Ciò che mi portò a queste prigioni fu l'amore; e per tanti... per che cosa?
Non credono alla mia esistenza, non credono che io abito là. Bestemmiano contro di me.
Altri credono, ma non mi amano, non vengono a farmi visita; vivono come se io non fossi là...
Ma là dentro, oh, quale ricchezza! E' la ricchezza del Cielo e della terra.

Chiama a me le anime... Parla della mia Eucaristia: di' che lì sto come Uomo e come Dio. Di' che voglio che mi amino come amo io.
Parla loro dell'amore eucaristico e della necessità di ricevermi.
Parla loro del Rosario, parla loro dell'amore di mia Madre benedetta.
L'Eucaristia e la devozione a mia Madre benedetta: queste devozioni, insieme alle tue sofferenze, sono i gioielli più preziosi per le anime.
Invita le anime ad amare il mio divin Cuore, ad amare l'Eucaristia e ad avvicinarsi ad Essa; ad amare il Cuore di mia Madre benedetta.
Chi farà questo con retta intenzione, con amore puro, non corre il rischio di perdersi:
prometto loro la salvezza.

Voglio essere amato nella Santissiama Eucaristia...
Se sarò amato, il mondo sarà santo e si convertirà molto a me. Infatti, se io sarò veramente amato, non potrò essere offeso. Là è la fonte di tutte le grazie.
Di', figliolina, di' al tuo padre spirituale che non vi sia sosta nel diffondere per il mondo ciò che io ho detto della mia Eucaristia: che non vi è altro rimedio, che è da lì che vengono i puntelli saldi per sostenere la giustizia divina.
Presto, presto! Molte anime si prostrino davanti al tabernacolo! Presto, presto molti cuori consolino e riparino il Signore del tabernacolo!
Figlia mia, mia cara figlia, ah, quanti crimini, quanti sacrilegi commessi nel tabernacolo contro il Signore, contro il Re del tabernacolo!
Vengano anime, molte anime! Gesù le chiede. Vengano a gruppi, per mezzo di Maria, a riparare il Signore del tabernacolo.
Figlia mia, mia sposa cara, vittima prediletta di questo Calvario (nome della frazione dove abita Alexandrina), nessuna prece mi può essere più gradita di quella che viene dalle labbra di mia Madre benedetta.
Vengano anime, vengano anime a Gesù, tramite Maria; vengano a riparare, tramite Maria e a ricevere grazie, tramite Maria!

INTERVENGA IL PAPA!

Per ottenere un maggior ascolto alla sua richiesta, Gesù si rivolge al Papa, sempre tramite Alexandrina sua portavoce.

«Io vorrei prostrarmi davanti ad ogni uomo per chiedergli di non offendermi.
Io vorrei prostrarmi davanti a colui che rappresenta il Padre dell'umanità e che ha su di essa tutto il potere e chiedergli di ordinare che si faccia orazione, penitenza, che si ripari il mio divin Cuore e quello di mia Madre benedetta, affinchè il mondo possa essere salvo.
Chiedi tu, sposa cara, chiedi tu in nome di Gesù.
L'odio, la vendetta, la superbia, l'ambizione perdurano nei cuori degli uomini. Si pensa a nuove lotte e ci si prepara.
Echeggi in tutta l'umanità la voce del suo Pastore, la voce del Santo Padre: che la sua voce si faccia udire da un polo all'altro.
Gesù parlerà attraverso la sue labbra; la luce del divino Spirito Santo lo illuminerà.1
Chi ode il Papa, ode Cristo; chi dà retta al Papa, dà retta a Cristo. Chi dà retta ed ubbidisce, salva la sua anima.
Egli, che è il padre sulla terra, chieda in nome del Padre celeste.
Io voglio una riconciliazione salda e sincera. Voglio un mondo nuovo di purezza e di amore.
Penitenza, al posto dei piaceri. Orazione invece delle vanità e dei passatempi illeciti.
Unione con me, amore puro, amore ardente per il mio divin Cuore.
Che il Papa si appelli ai sacerdoti, soprattutto degli Ordini religiosi, affinchè moltiplichino la purezza, il fervore e l'amore nel santo Sacrificio della Messa.
Quante cose vi sono da correggere e perfezionare!
Le case Religiose, frati, suore, non vivono la vita dei loro fondatori.

1Nel Diario del 20-3-53 si legge: (... che tutta l'umanità dia retta alla voce del Santo Padre, alla voce di colui che sarà innalzato agli onori degli altari, che sarà annoverato nel numereo dei miei santi.» (si tratta di Pio XII)

Che il Papa parli ai vescovi in forma riservata affinchè questi parlino ai loro sacerdoti.
Sono così pochi quelli che sono la luce del mondo e il sale della terra! I sacerdoti secolari che compiono il loro dovere sono come petali che il vento ha trasportato sparpagliandoli uno qui e un altro molto più in là...
La mia Passione e Morte è sempre rinnovata. Come il sangue scorre!
Vigilanza, vigilanza nella Chiesa! Cominci la Chiesa una vita nuova, affinchè vi sia nel mondo una vita nuova.
Chiedo a gran voce vigilanza: da parte del Papa, dei cardinali, dei vescovi...
Io sono ferito e la giustizia di mio Padre vuol punire.
O mondo, cosa ti aspetta, se non vivi un'altra vita!

Se io potessi morire, morirei ad ogni momento per causa dei peccatori. Il mondo, il mondo sfida la giustizia del mio Eterno Padre.
Il mondo, il mondo non conosce il pericolo che lo attende. Esso è come circondato da bombe: quando se ne incendia una, tutte esplodono nello stesso tempo.
Grida ben forte; figlia mia, grida con l'anima e col cuore affinchè il tuo grido arrivi a sua Santità, al caro figlio del mio Cuore, perchè egli si faccia udire da tutta l'umanità.
Si faccia udire con più forza di quella che chiamava all'arca di Noè, con un suono più
squillante della tromba che annuncerà il giudizio finale:
"Andate, figli miei, andate tutti a Gesù! E' Lui che vi chiama, è Lui che vi avverte del rigore della giustizia di suo Padre... Si approssima l'ora del castigo del Signore. Andate a Lui che vi chiama e vi vuole!"
E' la voce di Cristo attraverso il suo rappresentante sulla terra.

Si preghi, si faccia penitenza e riparazione.
Si unisca tutto ai dolori di Maria Santissima, affinchè dalle sue mani sia presentato a suo Figlio e da questi al suo Eterno Padre.

Nell'ultimo Diario, del 2-9-55 (morira il 13-10-55), si legge ancora un appello alla Chiesa.
«Lascia, figlia mia, che Gesù gridi attraverso le tue labbra: o Chiesa, o Chiesa, accogli la voce del Signore!
Vigilanza, vigilanza! O Chiesa, mia diletta Chiesa, vigila, vigila, non dormire, non afflosciarti!
Mai il mondo peccò tanto; mai fu urgente tanta riparazione.»
Per finire questo paragrafo riportiamo il seguente desiderio di Gesù.
«Voglio che il Santo Padre faccia un Atto di riparazione e lo passi ai vescovi e questi ai propri parroci perchè sia letto al 1° di gennaio di ogni anno davanti ai miei tabernacoli; non davanti ad uno solo, ma a tutti quelli del mondo intero, con una fervorosa comunione di fedeli, soprattutto di bambini innocenti per ripararmi delle offese che ricevo durante l'anno per la maledetta impurità:

CAPITOLO II

L'umanità non ascolta

“…invece di voltarmi la faccia mi voltarono le spalle . Questo è il popolo che non ascolta la voce del Signore suo Dio, nè accetta la correzione...” (Ger. 7, 24-28)

“…rattristato per la durezza dei loro cuori…” (Mc 3,5)

«Voglio anime! Le vedo fuggire. Il mio dolore è infinito...»

§ 1°- Aexandrina impersona l'umanità peccatrice

«Vieni al tuo Dio, al tuo Signore che ti ha creata per sé.»
Quale voce tanto triste e piena di tenerezza! Io, come se non lo udissi, lo lasciavo abbandonato e correvo pazzamente verso i piaceri del mondo.
Quale dolore, quale tristezza, quella di Gesù!
«Basta, basta, figlia mia! La tua iniquità è vergognosa, è nauseante.
Dove corri con questa marcia tanto affrettata? Verso l'inferno.
Esso ti aspetta a porte aperte...
Cambia strada! E' questa che percorri nella corsa tempestosa delle passioni che ti conduce là. Férmati, férmati! Non fare più un passo sulla strada della perdizione:
non è questa che ti ho scelta.»
Il Signore non poteva più sopportare la mia indifferenza e la mia durezza.
Egli mi chiamava, ma io fuggivo, non volevo udirlo, non cambiavo vita.
Di più: volevo respingerlo lontano, molto lontano.
«Non sei più mia figlia! Mi hai disprezzato e hai preferito Satana a me: a lui appartieni.
Ti sei venduta per i piaceri e le passioni. Disgraziata vendita, triste preferenza: disgraziato il figlio che vende suo padre per accondiscendere alla carne, ai suoi appetiti!»
Sentivo che mani immonde mi stringevano la gola e il Signore mi diceva:
«Satana è il tuo Signore! Hai espulso me perché ti possedesse lui. Egli vuole installarti corpo e anima nella sua dimora che è l'inferno:
sei degna di esso. Le tue passioni sregolate te lo hanno fatto meritare.
Convértiti! Ascolta la voce del tuo Dio: lasciami di nuovo prendere possesso del tuo cuore affinché tu possa essere degna della mia dimora celeste, affinché io ti possa installare là.»
Io rimasi sempre nella disperazione, ma senza voler udire la voce del Signore.
Egli, molto contristato, singhiozzava amaramente nel mio cuore.
«Vieni, séguimi! La mia via è difficile, ma non vi è altro che ti prenda se non il mio amore e, di tanto in tanto, trovi dolcezza. In quella della perdizione ti prendono la melma, il fango, i tuoi appetiti,
le passioni disordinate: è perché tu ti dànni.
Rialzati, séguimi!»
L'afflizione che io sentivo non era per la paura del Signore che mi sgridava, perché era uno sgridare con dolcezza: sgridava come chi invita.
Mi causava una tremenda afflizione il dolore che il mio Gesù sentiva per la durezza del mio cuore: io non mi muovevo al pentimento; volevo restare nelle tenebre, avvolta nella melma e nel putridume.
«Non vedi che per te diedi tutto il mio sangue e la vita? Fu morte in croce e in mezzo a sofferenze le più atroci... Preferisci un vile piacere, soddisfare le tue passioni, alle tenerezze del tuo Dio che ti ha creata, che ti ama tanto? Preferisci l'inferno o il Cielo?

§ 2° - Gesù rivolge le sue lagnanze ad Aexandrina, come a sua sposa e vittima riparatrice

«Io chiamo le anime.
Mi voltano le spalle, non vogliono udire la mia voce.
Le lascio in balia delle passioni. »
Ma tu implorami tanto, che ancora ne soccorrerai molte.
Vivi nei miei tabernacoli; invocami per i peccatori.
Il mio Cuore sta nei tabernacoli angosciato:
io chiamo i peccatori in tutti i modi: infelici! Sono sordi alla mia voce divina, sono ciechi alla luce del loro Dio.
Io piango perché i peccatori dormono nel peccato e grido notte e giorno: svegliatevi, riaizatevi, uscite da lì!
Ma non mi odono: è sonno mortale. Hanno continuato la loro vita di crimini sull'onda sregolata delle passioni.
Le anime tiepide non si sono infervorate.
Le anime che mi amavano si sono arrestate nel loro amore.
Io sono triste, sono triste, figlia mia: è grande, infinita la mia tristezza, e così il mio dolore.
Ho freddo, sono gelato: è caduto su di me il gelo dei cuori tiepidi; sono cadute su di me le onde delle passioni e dei vizi.
Che rivolta, che rivolta contro il Cielo: l'iniquità contro Dio, i figli contro il Padre!
E' necessario, è urgente porre termine alle tempeste dei vizi.
Povero mondo, povero mondo! Non ascolta la voce del suo Dio, non accoglie la richiesta di Gesù.
Venite a me, amatemi! Non peccate più! Presto, presto! Questo invito è di Gesù, presto, presto...
Ah, per quanti questo invito arriva troppo tardi! Ho chiamato, ho invitato, ho preavvisato in tempo. Quanti e quanti hanno già ricevuto la giustizia di mio Padre! E perché? Perché non hanno prestato attenzione alla voce divina, all'invito del Cielo.
Già cadde la giustizia e più ancora cadrà. Già milioni di peccatori sono stati castigati e altri milioni di peccatori stanno per esserlo.
Io voglio un mondo di grazia, di purezza e di amore. Il mondo non dà retta alle mie richieste.
Voglio anime, voglio anime!
Le vedo fuggire. Il mio dolore è infinito...
Quanto è bello, quanto è bello il Cielo, figlia mia!
Parlane alle anime: di' loro quanto devono soffrire, quanto devono evitare il peccato ed amare il mio divin Cuore per meritarlo. E' bello il Cielo, figlia mia, oh, come è bello!..
Con quale dolore, con quale pena io dico che il Cielo è bello, perché i miei figli, i miei cari figli non vogliono goderlo! La mia tristezza è grande, il mio dolore è infinitamente grande: i miei figli, i miei cari figli non vogliono il Cielo, non vogliono godere di me!
Le passioni, le passioni sregolate li portano al rifiuto di un Cielo bello, di un Cielo trionfante, di una eternità di gaudio.
Parla alle anime, mia colomba bella, istruiscile nelle cose del Signore; metti nei loro cuori l'orrore per il peccato, quanto più ti è possibile. Parla loro, parla loro del mio amore. Di' loro che le voglio per me...

(da un’estasi cantata) «Vieni, figlio mio, prendi la tua croce. Vieni, figlio mio, segui i miei passi. Vieni a chiedere perdono al tuo Gesù, al tuo Gesù, al tuo Gesù!»
«Chiamo, invito, ma il mio invito non è accettato.
Chiamo, voglio perdonare, ma i peccatori, il mondo intero, non accetta il mio perdono!»

Finiamo con 4 frammenti di dialogo tra Gesù ed Alexandrina.
«O figlia mia, se il mondo si affrettasse, se i peccatori si convertissero, se vi fosse un rinnovamento di vita, quante anime riceverebbero il perdono, quanti castighi sarebbero risparmiati a questa povera umanità!
Ma no, non c'è da sperare. Che incendio di vizi, che mare agitatissimo di passioni!
E non odono affatto la voce del loro Dio, non prestano affatto attenzione a Colui che chiama, che chiama ed avverte con amore di padre.»
«O Gesù, continuate ad avvertire sempre! Guardate solo alla vostra misericordia infinita!
Io ho molta pena per Voi; non Vi posso vedere soffrire; ma le anime, le anime, ah, se si perdono eternamente! Le amo tanto perché in loro vedo solo Voi.»

Improvvisamente si illuminò il luogo dove mi trovavo.
Davanti a me apparvero Gesù e la Mamma tenendosi per mano. Staccarono le mani ed entrambi, con gli occhi fissi al Cielo, mi additarono con la mano destra i loro Cuori che avevano visibili al centro del petto - scena che mai più dimenticherò - Tanto il Cuore di Gesù quanto quello della Mamma erano cerchiati di molte spine dalle quali cadevano molte molte gocce di sangue.
La mia ansia di raccogliere nel mio petto tutte quelle gocce di sangue era infinita.
O Gesù, Mamma, non voglio che cada al suolo neppure una di queste gocce di valore infinito!»
Gesù parlò: «Figlia mia, ti abbiamo additato i nostri Cuori sofferenti, così sofferenti per farti comprendere la crudeltà degli uomini, la gravità dei loro crimini.
Fissiamo il Cielo per mostrarti che stiamo anche noi chiedendo all'Eterno Padre l'allontanamento della sua giustizia e ancora una volta la misericordia ed il perdono per l'umanità.» (siamo nell'agosto del 54)

Non può più essere trattenuta la giustizia del Signore. Affréttati, figlia mia, a diffondere il messaggio di afflizione di Gesù.
Che l'umanità si prostri con fervore davanti all'immagine della Regina del Cielo, della Regina del mondo, chiedendole che sia ancora una volta la Regina della pace, la Signora della vittoria.»
«O Gesù, io sono confusa. Farò quello che mi ordinate, ma temo che non mi crederanno.»
«Anche a me molti non hanno creduto e molti mi hanno denigrato, pur sapendomi risuscitato e vittorioso.»

Mi apparve Gesù insieme alla Mamma, in grandezza naturale. I loro vestiti e il manto viola scuro, i loro volti tristissimi e i loro aspetti pure tristissimi mi causarono la più profonda, la più grande agonia...
«Figlia mia, stiamo contemplando il mondo; guardiamo il Portogallo, guardiamo le Nazioni:
che corruzione, che iniquità, che veleno criminoso!
Ho tanto chiesto, ho tanto invitato, attraverso le tue labbra, a venire al mio divin Cuore in una completa emenda di vita! Ho chiesto io, ha chiesto mia Madre benedetta: non siamo stati ascoltati!»
Prostrata davanti a Gesù e alla Mamma, chiesi loro: «Aspettate, Gesù, aspettate, Mamma! Alzate le vostre mani divine verso l'Eterno Padre, sostenete per altro tempo la sua giustizia! Lasciate che il Portogallo, l'umanità facciano penitenza!...
Gesù, Mamma, perdonate, perdonate... Dimenticate le nostre ingratitudini. Perdonate ancora una volta!»
«Chiedi, figlia mia! Chiedi, figlia nostra! Chiedi, chiedi, chiedi!» dicevano Gesù e la Mamma nello stesso tempo, mentre mi accarezzavano.


CAPITOLO III

L'opera delle anime riparatrici

Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe siamo stati guariti.» (Is; 53,5)
Egli ha dato la vita per noi; anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.» (1° Gv. 3)

«E' irata la giustizia divina... Le anime pie alzino al Cielo le loro preghiere e invocazioni.»

Per comprendere questo capitolo occorre fare un po di luce sul significato e sul ruolo della sofferenza umana - quando è accolta con accettazione d'amore alla volontà divina - occorre penetrare almeno un po' nel «mistero della croce», iniziatosi con Gesù, Modello di vittima espiatrice. Ne parla Giovanni, per es. nella sua 1° Lettera (versetti qui riportati sotto il titolo di questo capitolo). Notissima è poi la frase di S. Paolo: «Nel mio corpo dà compimento a quella porzione di patimenti che il Cristo mi ha riservato per il bene della Chiesa, che è il suo Corpo mistico.» (Col. 1,24) Nel decorrere dei secoli abbiamo una «inondazione continua» di sofferenze salvifiche... anche descritte e commentate da chi le ha vissute in prima persona con martiri più o meno rivelati. Ricordiamo qui solo quanto disse il nostro pontefice Giovanni Paolo II il 24 maggio 1981, degente all'Ospedale «Gemelli» dopo l'attentato: «La sofferenza accettata in unione con Cristo sofferente ha una sua efficacia impareggiabile per l'attuazione del disegno divino della salvezza... Invito tutti i malati ad unirsi a me nell'offerta a Cristo dei loro patimenti per il bene della Chiesa e dell'umanità...»

§ 1° - Alexandrina vittima riparatrice per ta salvezza

«Ti ho chiesto il tuo corpo per crocifiggerlo e tu hai accettato: me lo hai consegnato... Nota
Era necessario, figlia mia, che vi fosse qualcuno che si lasciasse crocifiggere con questa crocifissione tanto crudele: in questa come in nessun'altra8 dò prova di quanto ho sofferto; tante, tante sofferenze sinora sconosciute! Ho scelto te, sposa amata, perché attraverso te fossero mostrate al mondo.
Guai a lui, se non ti fossi lasciata immolare per lui!
Non ti faccio la richiesta del dolore (di espiazione) solo per udire dalle tue labbra un «sì» pieno di amore e di generosità. Ti chiedo il dolore, dolore, dolore che salva!
Il fuoco delle passioni si è appiccato al mondo: non vi è nessuno che lo spenga; invece di acqua per spegnerlo vi gettano sopra la legna delle iniquità, dei crimini luridi, delle maggiori

Nota: Alexandrina ha rivissuto settimanalmente, nel corpo, nel cuore e nell'anima, la S. Passione dal 1938 sino alla morte (1955).

malvagità per riattizzarlo: le fiamme di fuoco criminoso hanno raggiunto il loro culmine.
La giustizia divina deve cadere su questa terra colpevole. Le tue sofferenze, il tuo amore sono puntelli saldissimi della giustizia di Dio. Offrimi dolore, dolore, dolore doloroso per essere tu ancora una volta il sostegno del mio forte e virtuoso Salazar. Offrimi dolore, offrimi dolore affinché il suo zelo per la tua patria trionfi ancora una volta insieme alla mia Chiesa, di cui egli è stato grande sostegno ed aiuto. Offrimi dolore affinché, per mezzo suo (di Salazar), la Chiesa possa irradiare di più la sua luce, i suoi ragggi luminosi.
Vigilanza, molta vigilanza! Da una parte e dall'altra si tramano lacci mortali... Nota
Lasciati immolare, mia follemente innamorata, mia vittima diletta!»

«Lasciate il peccato, lasciate le vanità, venite al vostro Dio! Vi parla Gesù che è sceso dal Cielo (nell'estasi di Alexandrina), che è sceso per amore, per avvertirvi, per salvarvi.

Nota . Si può intendere dal comunismo e dalla massoneria. Questo Diario è del 21-1-49

Morii sul Calvario, morii per dare la vita, e fu solo per amore.
Venite a questo Calvario (frazione dove abita Alexandrina): immolo la mia vittima, ed è solo per amore... Voglio salvare il mondo, voglio salvare gli uomini, voglio salvare i figli miei.
Si, figlia mia, è grazie a te che io regno nelle anime. Sapessi tu quante trasformazioni, quante conversioni con sincera emenda di vita avvengono presso di te in questa tua cameretta, in questo Calvario dove ti ho collocata, Calvario di dolore e di amore! Quante anime che vi entrarono con Satana in cuore e da qui uscirono portando me, con un dolore profondo e con fermo proposito di emenda! Hanno espulso il demonio e io ho preso il posto nei loro cuori.
Coraggio, mia vittima amata! Il tuo dolore, il tuo martirio non cessano un momento perché neppure per un solo momento le anime cessano di aver bisogno di te.

La tua riparazione, la riparazione che Ci viene fatta (a Gesù e all'Eterno Padre) riesce a far si che le anime non siano condannate eternamente all'inferno, ma non a far si che ai corpi sia risparmiato il tremendo castigo, il grande rigore della giustizia divina.

La terra, la terra colpevole: il cimitero delle anime!
Svegliale, figlia mia, svegliale! Falle risvegliare alla grazia, a Dio, al Cielo.
Il mondo, i peccatori sono sordi. Guariscili con le tue sofferenze, dà loro il balsamo della tua croce.
Povero mondo, senza la vittima piccola ai suoi occhi, ma grande molto grande con tutta la grandezza agli occhi del Cielo!
Chiedi, chiedi, figlia mia! Alza al Cielo le tue mani, fissa in esso i tuoi sguardi: non dubitare della tua preghiera, non dubitare del tuo potere, unita all'Onnipotente. Con Gesù tutto puoi, con Maria tutto puoi.
Io voglio, io voglio, sì, che il grido di invocazione, figlia mia, sia continuo. Abbi coraggio, abbi coraggio!»

Frammenti di dialogo tra Gesù ed Alexandrina
«O mio Gesù, io non so cosa fare: non posso vedervi soffrire, nè lasciare che le anime si perdano; povera me! Non so nulla e sento che non faccio nulla.»
«Offrimi dolore senza un lamento e con gioia, o figlia mia, figlia mia cara; dammi riparazione...
Dona per i peccatori le tue sofferenze; riparami per tanti sacrilegi; riparami per le iniquità del mondo intero.»
«O mio Gesù, io soffro tutto per vostro amore e per riparare per tutti i crimini, eppure Voi siete sempre ferito: i peccatori non cessano di offendervi!»
«O figlia mia, ma le anime si salvano e per salvarne di più io faccio che molte vengano presso di te. Da' loro la mia grazia, infondi loro il mio amore.»

Finiamo questo paragrafo con una visione che Alexandrina ha avuto e in cui sono messi in evidenza tre mezzi di salvezza: l'Eucaristia, il Rosario, l'immolazione di Alexandrina stessa, che attira verso il Cielo innumerevoli anime.
Questo brano introduce al paragrafo successivo in cui si considerano molte anime riparatrici, oltre Alexandrina.
Gesù mi diede nelle mani la croce che pendeva dalla corona del Rosario; questa non rimase intrecciata nelle mani come altre volte, ma distesa ed aperta. Qualcuno dal lato opposto la sosteneva.
Gesù si mise in mezzo alla corona, aprendola sempre di più e disse:
«Tieni salda nelle tue mani la croce, stringila bene al tuo cuore: l'umanità intera sta dentro alla corona del Rosario.
Parla, figlia mia, parla alle anime del Rosario e dell'Eucaristia. Il Rosario, il Rosario! L'Eucaristia, il mio Corpo e il mio Sangue! L'Eucaristia, l'Eucaristia con le mie vittime: ecco la salvezza del mondo. Avessi io molte vittime come quella di questo Calvario, con tutta la generosità, con tutto l'eroismo, in un abbandono totale! Ma non le ho.»
In quel momento, senza sapere come, fui sollevata in alto. La croce che avevo nelle mani rimase dietro di me come se io fossi inchiodata su di essa. Il mio cuore divenne un vaso che custodiva sangue. Dai due lati si innalzarono due scale che andavano a terminare ai due estremi del braccio orizzontale. Quella a destra era la scala del Rosario, quella a sinistra era la scala dell'Eucaristia; quella dell'Eucaristia aveva, più o meno a metà, un mazzo di spighe bionde e due grappoli di sola uva.
Le anime salivano, salivano in fretta, riempiendo tutta la larghezza delle scale; passavano dalle estremità del braccio orizzontale della croce dentro al vaso che conteneva il sangue: lì si bagnavano, volavano più in alto ed entravano in Cielo.
Oh, come mi piacerebbe che tutti vedessero questo!
Gesù disse: «Figlia mia, la tua vita è una predica continua: quando parli, quando sorridi, quando piangi e gemi di più, sovraccarica del peso della croce. E' un vero esempio per i grandi, per gli umili, per i saggi e per i dottori della Chiesa.
Il tuo dolore porta le anime al Rosario e all'Eucaristia. Con il tuo dolore esse salgono quelle due scale di salvezza: dolore e sangue, dolore e croce, croce di salvezza. Esse, già in alto, passano poi ancora attraverso il crogiuolo del tuo martirio; dopo di essersi purificate, dal braccio della croce volano in Paradiso»...
Venne di nuovo Gesù: «Io sono con te e con te si trova mia Madre benedetta. Era lei dalla parte opposta a sostenere la corona del Rosario.
Andiamo dunque a soccorrere il mondo, a salvare i peccatori!

§ 2° - Altre anime giuste, ferventi d'amore e generose, cooperano alla redenzione che continua nei secoli

Alexandrina sente dire dalla Madonna:
«Figlia mia, chiedi a coloro che ami, che ci amino (Gesù e Maria), che soffrano per noi dicendo e ripetendo sempre: "voglio che il mio amore e la mia sofferenza tolgano dai Cuori di Gesù e di Maria tutte le ferite che hanno e che lo stesso amore e la stessa sofferenza siano da Gesù accettate per mezzo di Maria per la salvezza delle anime, per la conversione dei peccatori."
Dillo, figlia mia: voglio che il mio desiderio sia divulgato.»
Venne la Mamma Addolorata, tutta in pianto...
«Offrimi in questo mese (novembre) le tue sofferenze, le orazioni e i sacrifici, tutto quanto potrai, per portare sollievo alle anime che soffrono nel Purgatorio. Chiedi la stessa cosa in nome mio a coloro che ami e che ti stanno attorno perché facciano salire al Cielo un grande numero di anime che loderanno me e Gesù.
Questa lode sarà per i nostri Cuori tanta gioia che ci fa dimenticare le offese contro di noi.»
(Riprende Gesù)
«Vorrei anime che, a tua somiglianza, continuamente si lasciassero immolare con uguale generosità ed amore... Si riuniscano le anime pie in orazione;1 si accostino ai tabernacoli le anime che mi amano: voglio l'amore dei loro cuori, le preghiere fervorose e ardenti e continua riparazione. Formate nuovi cenacoli:
insegnate, conquistate, predicate la vita di Cristo.
Io sono il Signore, il Signore Gesù, venuto sulla terra per compiere la volontà del Padre mio: è in suo nome che io chiedo riparazione, riparazione ed amore.
Si uniscano i sacerdoti santi, si uniscano tutte le anime a me consacrate, si uniscano le anime veramente pie, alzino al Cielo le loro preghiere e invocazioni.
Si faccia una seminagione di amore puro, di purezza e di riforma di costumi: si faccia una seminagione di grano biondo, di grano dorato.

1Siamo nel luglio del 1950. Da allora molti gruppi di preghiera sono sorti, che costituiscono come una linfa vitale nel tessuto in gran parte inaridito, fossilizzato. Così è stato assecondato questo desiderio di Gesù.

In questo gruppo di anime regna l'amore di Gesù.
O anime amanti del mio divin Cuore, fate tutto per me! Fate che molte anime mi amino ed evitino i loro crimini.
Non fermatevi!
Seminate la semente che vi è stata data attraverso questa vittima (Alexandrina). Andate alla conquista, andate alla conquista, andate alla conquista! Portate anime a migliaia, a milioni al mio divin Cuore che è aperto per riceverle.
Gesù trova gaudio e gioia nelle anime vittime. Gesù trova gaudio e consolazione nelle anime che Lo amano. Presto, presto, venite a Gesù: è Lui che vi chiama.
Gesù vorrebbe infondersi nelle anime e nei cuori, essere in esse fuoco, fuoco, solo amore. Gesù vuole oggi più che mai darsi a conoscere a tutti i suoi figli.

Figlia mia, le anime amiche del Signore non possono dormire nè riposare.
Il mondo, il mondo sta sulla bocca dell'abisso, per non dire sulla bocca dell'inferno.
Allerta, allerta! Le anime amiche di Gesù sorgano, si sveglino!

Bussate, tornate a bussare, martellate e di nuovo martellate, amici miei, amici della mia Causa! Io sono contento (di voi) ma non basta:
non perdete tempo, traete profitto del tempo! Bussate, bussate, martellate, martellate di nuovo!
Che onda, che onda, che mare senza fine di vizi, di iniquità!
Il mondo dorme, il mondo dorme: bussate, bussate, martellate, martellate ancora! Non permettete che il mare dei vizi dia la morte eterna alle anime.
Udite, anime vittime, udite, anime amanti del Signore! Venite presto, venite con urgenza prima che echeggi il tuono della distruzione! Salvate le anime, salvate le anime, ascoltate Gesù, placate la giustizia del Signore!
Povero mondo, senza l'Eucaristia! Povero mondo, senza le mie vittime, senza ostie immolate con me continuamente!

Occhi fissi al Cielo, cuore umile, cuore rassegnato alla volontà santissima di Dio.
Ho sete, chi potrà estinguermela? Ho fame, chi potrà saziarmi?
I cuori puri, i cuori assetati di me, i cuori e le anime riparatrici. Ho sete di amore, ho fame di anime...
Io voglio ricevere e voglio dare, voglio darmi. Voglio dare, dare molto, dare sempre alle anime riparatrici; voglio darmi, darmi interamente alle anime che vogliono possedermi...
Voglio anime immolate giorno e notte, anime eroiche che provino col loro eroismo di voler bene a Gesù, di amarlo e di voler dargli anime.
Grande sapienza, la maggior sapienza ha quell'anima che sa soffrire per Gesù; grande sapienza, la maggior sapienza è amare molto e molto soffrire.
E' la sapienza che io ricerco, è la sapienza che desidero ardentemente. E' rara, tanto rara:
non la trovo quasi mai.
Sono così poche le anime che accettano la sofferenza! Sono così poche quelle che mi amano con amore puro e degno di me!
Se la mia vita nelle anime non portasse loro spine e desse loro solo consolazioni, io sarei amato da un maggior numero.
Quale dolore per il mio Cuore: chiedere amore e non riceverlo, chiedere dolore (di riparazione) e non essere ascoltato in questo appello!
Voglio presentare al mio Eterno Padre corpi e anime riparatrici, cuori trasformati in tabernacoli vivi, con ostie immolate ardenti d'amore.
Voglio amore da presentare all'Eterno Padre dicendogli: "Padre, se molti peccatori mi offendono tanto gravemente, molti cuori mi amano con amore generoso, puro, forte, ardente."
Io voglio dolore da offrire al Padre dicendogli: "Padre mio, ho qui la riparazione di molte anime vittime per riparare per tutti i crimini commessi contro la tua Maestà, per placare così la tua giustizia.
Accetta, o Padre, e dà ai figli del mio sangue la tua misericordia, il tuo perdono!"»


CAPITOLO IV

L'amore di Gesù

«il Signore è buono e grande nell'amore.» (salmo 99)
«Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me.» (Gv. 12,32)

«Venite a me voi tutti...»

«Il mondo, il mondo, le anime, le anime sono tanto lontane dal conoscere e dall'amare Gesù!
Il mio dolore è infinito, come infinito è il mio divino amore.
Amai, amai, amai tanto sino a dare il sangue e la vita. E non sono corrisposto!
Sono così poche le anime che soffrono di buona volontà, che si abbracciano alla croce; sono così poche le anime che battono i cammini pietrosi e calcano le mie spine!
Ascoltate, ascoltate! Udite la voce afflitta di Gesù!
Cercate Gesù, le sue cose, la sua legge; lasciate il peccato, lasciate il mondo, lasciate Satana.

Andate incontro a Gesù, perché Egli va alla vostra ricerca, andate incontro a Gesù: Egli va, corre sempre sempre alla vostra ricerca.
Gesù avverte, Gesù parla nel cuore e sulle labbra della sua vittima
(Alexandrina che in estasi riceve le comunicazioni di Gesù).
Gesù è tra voi come in un'altra ora era tra gli apostoli: riempitevi delle sue grazie, dei suoi tesori, del suo amore.
Io sono triste, triste, piango di dolore, sono ferito dai peccati del mondo.
Si parla tanto dell'amore di Gesù, della sua dottrina, di tutta la sua opera; ma amarlo, obbedirgli, compiere fedelamente i precetti del Signore, non è cosa tanto frequente, non è cosa che avviene spesso come parrebbe: vi è pietà inquinata, vi è amore nauseante...
Il Cuore divino di Gesù trabocca d'amore, lancia come faville su tutta la terra:
su tutti i cuori e tutte le anime le stesse fiamme, lo stesso incendio d'amore.

E' padre, è padre buono: vuole darsi, darsi e fare che tutti i figli suoi ardano nelle stesse fiamme, nello stesso incendio d'amore...
Voglio amore da tutti i cuori; tutti i cuori siano miei; voglio possedere tutti i cuori.
Lavorate, lavorate! Gesù lo vuole. Lavorate, lavorate perché vi sia una riforma completa, una vita nuova, una vita totalmente di Cristo.

Udite, figli miei, udite il grido del Cuore divino che vi ama!
Sono assetato di amore e non posso essere amato, essendo offeso come sono.
Il mio divin Cuore è fuoco che brucia, fuoco che consuma; il mio divin Cuore è amore: ama e non è amato, ama e chiede amore, ama ed è mendico d'amore...
Gesù va come uccellino che non può posarsi, che non può riposare. Gesù va folle d'amore a chiedere amore a tutti i cuori.
Sono tanto dolci e nello stesso tempo estremamente dolorosi gli inviti di Gesù; ascoltatelo!
E' Lui con tutto il suo amore, con tutta la tenerezza del suo divin Cuore.

Io sono amore che consuma e con la stessa intensità voglio essere consumato.
Come la farfalla impazzita gira attorno alla fiamma, così il mio Cuore va attorno ai cuori a bussare alla loro porta. La farfalla ama tanto tanto sino a consumarsi, a dare la vita.
Io amo di più, molto di più, infinitamente di più. E soffro, soffro tanto perché non mi vengono aperte le porte dei cuori, perché non mi dànno posto nelle loro dimore.
Se non fossi Dio, morirei di dolore.
Alcuni mi rigettano perché sono pervertiti: le loro coscienze incallite mi rifiutano completamente; altri non mi dànno ancora retta perché vogliono continuare nelle loro passioni disordinate: l'inferno, l'inferno è aperto per loro; altri mi rifiutano perché non mi conoscono; altri, di più ancora, non mi lasciano entrare perché non vogliono soffrire: vogliono fiori ma senza spine, vogliono gioie senza che siano intercalate da tristezze.
Io sono Gesù e, in quanto Gesù, vengo a chiedere, vengo a mendicare. Ascoltate, accogliete questo Mendicante divino! Vengo tremante di freddo: voglio riscaldarmi nei vostri cuori:
datemi amore, fate che io sia amato.

Gesù scende dal Cielo in terra (nell'estasi di Alexandrina): scende per amore, con tutta la follia d'amore per voi.
Sono pochi, molto pochi coloro che traggono profitto dalle mie grazie. Io sono sceso per amore e tutto faccio per amore alle vostre anime.
Guai a chi non trae profitto dalle mie grazie! Guai a coloro che lasciano passare la mia divina voce come soffio d'aria che sparisce!
Accogliete la richiesta di Gesù: non peccate più!
Evitate più che potete attorno a voi tutto quanto è offesa fatta a Gesù e a sua Madre benedetta.
Ascoltate, non peccate più! Amate questo Cuore divino cerchiato di spine, trafitto da tanti pugnali!
Gesù è tutto dolcezza, tutto amore, tutto carità; Gesù usa misericordia verso tutti coloro che lo offendono. Io sono bontà, sono misericordia, sono perdono.

Ascoltate: sono perdono e sono giustizia.
Venite a me tutti, venite al mio Cuore divino. Non peccate per non essere condannati eternamente...
Venite, o peccatori, venite a riposarvi nell'oceano immenso del mio Cuore, venite a guarire le piaghe fatte con l'alimento di erbe guaste!

Sapeste quanto vi amo! E sapeste la gloria che ho preparata per voi in Cielo!
Venite al mio divin Cuore a prendere balsamo per le vostre ferite. Io voglio guarirvi e dimenticarmi del molto che mi avete offeso.
Voglio guarirvi, sanare le vostre anime.
Venite a me voi tutti che avete errato: voglio perdonarvi. Venite a me, cuori impietriti, venite a riscaldarvi, ad incendiarvi nella fornace ardente del mio divin Cuore; venite ad arroventarvi, a modellarvi sul Modello divino: su Gesù!

Il Cuore divino e poi aperto più che mai verso le anime che soffrono e Lo amano: seguono qui accenni al meraviglioso scambio d'amore tra Gesù e l'anima, tra il Creatore e la creatura.
«Venite a me voi tutti che soffrite ed entrate nel mio divin Cuore.
Venite a me voi tutti che desiderate ardentemente amarmi e bevete a questa fonte che non si esaurisce!
Io sono amore, amore, infinitamente amore, eternamente amore.
Venite a me voi tutti e anche consolate il mio divin Cuore: ditemi continuamente che mi amate e chiedetemi continuamente il mio amore.
Ho tanta fame, tanta fame e sete delle anime: saziatemi, saziatemi, riempite il mio divin Cuore con il vostro amore, così come io con il mio amore riempio il vostro cuore.
Mi dò, mi dò tutto alle anime. Incendio nelle mie fiamme i cuori assetati del mio amore.»

«Ascoltate, state attenti: è Gesù che parla (durante l'estasi pubblica di Alexandrina), è Gesù che chiede, è Gesù che piange.
Parla per essere ascoltato; chiede per essere esaudito; piange perché le sue lacrime vi commuovano.
Ascoltate, state attenti: preparatevi alla battaglia! Armatevi con la grazia, la preghiera, la penitenza.
L'umanità, la povera umanità! I peccatori, i poveri peccatori!
Desiderereste non avere occhi per non vedere, orecchi per non udire, cuore per non sentire, nè ragione per non comprendere.
Preparatevi, preparatevi, se volete essere salvi!
o figlia mia, figlia mia, ah, quanto doloroso è questo sfogo!
Ascoltate! Ho creato il Cielo per vostro gaudio, l'inferno per punizione. Venite a me, non peccate più! Non lasciate perdere una sola goccia del mio divin sangue.
Ascoltate: preparatevi alla battaglia! Riempitevi di Gesù per essere forti...

«Quante anime fuorviate, quanti scandali, quanta fede perduta!
Come sono triste! Più triste di quando camminavo verso la morte.
Quando salivo al Calvario camminavo triste come uomo, ma la mia anima andava gioiosa perché andava a salvare i miei figli.
Ora vedo la maggior parte di loro morti per il peccato, in grave pericolo di perdersi eternamente...
Il mio divin Cuore non ha ora, come sul Calvario, un solo soldato che lo apra, che gli configga la lancia: ora sono milioni e milioni di peccatori che lo feriscono cosi...
Non vi è dolore pari al mio dolore; non vi è dolore pari a quello di mia Madre benedetta: il suo immacolato Cuore soffre nel vedere soffrire il mio Cuore. Non vi è dolore, non vi è dolore pari al mio dolore.
Soffro per i luridi crimini del mondo; soffro perché non sono amato, non sono amato. Sono sempre offeso, sempre offeso.
Quale cecità quella dell'umanità, quella della povera umanità! Basta, basta coi crimini, basta, basta con tanto peccare!
Férmati, férmati, cieco immondo! Non vedi che schiacci il mio Cuore?
Férmati, non vedi che lo ferisci e lo fai sprizzare sangue con tutta l'abbondanza?
Férmati, non sputare più sul mio divino Volto; non vedi che sono tuo padre?»

Alexandrina ha la visione dei Cuori di Gesù e di Maria, mentre sente Gesù dirle:
«Ecco qui i Cuori del tuo Gesù e della tua cara Mamma. Vedi come il mondo è ingrato e crudele, vedi quanto sono feriti! Entrambi hanno la croce:
le medesime spine, le medesime spade li feriscono, il medesimo amore li avvince, i medesimi vincoli li legano.»
Gesù mi presentò davanti i due Cuori molto uniti. La croce del suo Cuore raggiungeva entrambi i Cuori, trafitti da una parte all'altra da acutissime spine e spade, allacciati con lacci dorati; erano tanto feriti!
Quale pena veder soffrire così Gesù e la Mamma!

Abbiamo visto che sovente anche Gesù, non solo l'Eterno Padre, chiama «figli miei» gli uomini, considerandoli «redenti», quindi «rinati» mediante la sua Croce, ossia «figli del suo Sangue».
I brani che seguono mettono in particolare risalto l'atteggiamento di Gesù con amore di padre.

«Con quale dolore, figlia mia, io e mia Madre benedetta contempliamo dal Cielo la terra! Che iniquità, che corruzione! Non sono io che abbandona i peccatori: sono essi che mi scacciano.
Io non bado al fatto di vederli macchiati, nè al fatto che mi offendono molto: li chiamo con la mia tenerezza, dolcezza e bontà di padre.
Non mi ascoltano!
Fa' che essi mi prestino attenzione, fa' che mi amino.
Il mondo continua ad offendermi.
Io mi comporto con lui come un padre che dapprima invita suo figlio con tenerezza, con dolcezza ed amore ad emendarsi e, non ottenendo nulla, è costretto a castigarlo.
O mondo, povero mondo, se non ascolti la mia chiamata!

Alexandrina ha avuto una visione di distruzioni.
«La distruzione che hai vista è un nulla rispetto a quella che vi sarà (siamo nel marzo 1948).
Si pecca come mai si peccò: il castigo sarà come mai fu.
Soccorri, figlia mia, soccorri le anime!
Io sono padre e castigo per richiamare e per non punire ed uccidere eternamente..
Figlia mia, sarà così e tra pochissimo: il Cielo distruggerà la terra;
sarà così e tra pochissimo, se i peccatori non si riconcilieranno con me;
sarà così e tra pochissimo, se il mio divino amore non distruggerà il vizio, l'iniquità, il crimine.
Io sono padre che ama e vuole essere amato; sono padre che ama, avverte e vuole perdonare.
Io sono tutta tenerezza, io sono tutto amore, sono tutto amore; ma non posso lasciare ignorare che sono giustizia, sono giustizia. Sono padre che ama e castigo sempre perché i miei figli sempre mi fuggono.

Attenzione! Non rilassatevi, figli miei! Non avete tempo per guardare indietro.
Il Padre che avverte vi ama più di tutti i padri della terra. Il Signore che vi chiama vuoi darvi il suo Regno.
Neppure l'amore di tutti i padri della terra messi insieme può uguagliare il suo.
Dove si potrà trovare nel mondo un padre tanto tenero, tanto pieno di compassione, tanto amante, misericordioso e pieno di amore come me?
E dove si potranno trovare figli tanto ingrati, tanto crudeli e criminali come i miei?
Sono tanto ferito! Il mio divin Cuore sanguina: scorre a fiotti il sangue da tanto grandi ferite.
Ma anche così, procuro tutti i mezzi di salvezza, faccio di tutto per condurli a me e dar loro entrata in questo Cuore divino, che tanto li ama.
Ho percorso il mondo, ho bussato a tutti i cuori affinché ricevessero le mie grazie e accettassero la mia croce per salvare con essa tanto grande numero di anime traviate, prigionire di Satana...
Dove c'è un padre che ama come Gesù? Quale padre potete mostrare, che perdoni come Gesù?
Siccome io non posso essere uguagliato da nessun altro padre, soffro come nessun padre della terra soffre. Soffro, soffro e il mio divin Cuore sanguina.

Venite a me, figli miei, venite a me, figliolini del mio sangue divino!
Figliolini, figliolini: parola tenera! Figliolini, figliolini: parola amorosa uscita dal Cuore di Dio attraverso le labbra della grande vittima di questo Calvario (Alexandrina che si consuma nella frazione detta Calvario).
Gesù vive e non morrà mai.
Gesù vive e dà la sua vita:
Gesù vuole che le anime vivano con Lui eternamente...
Venite a me, venite a me, figli miei! Venite a me che solo per amore vi ho creati, solo per amore vi ho dato il Cielo!
Nel momento in cui busso al cuore del figlio che ha ferito il mio Cuore:
(estasi cantata)
«Vieni a me, figlio mio...
Vieni al Cuore, vieni al Cuore del Signore!
Del Signore che è tuo, che è tuo!...»

Nel seguente brano sono indicati i requisiti per essere degni figli di Dio.
«Udite, figli miei. Sarete miei figli, se mi amerete e seguirete la mia legge. Sarete benedetti da mio Padre. Ardete nel mio amore! Vi darò tutte le grazie.
Sarete miei figli, se professerete la mia legge.
Sarete miei figli, se per amore porterete la vostra croce. Sarete miei figli, se per amore a me sarete apostoli del bene.»

E per finire il seguente brano di un'estasi pubblica.
«Gesù ha aperto i suoi cammini con tutto lo splendore; come il sole con tutti i suoi raggi, rivela la luce divina.

Vedete, ascoltate la voce di Gesù! Vedete il suo amore, ascoltate la sua chiamata! Miracolo, miracolo!
Gesù regna, Gesù trionfa. Quale dolcezza ha il Cuore tenerissimo di Gesù! quale follia quella del suo amore!

Si dannano solo quelli che non vogliono salvarsi.

Ecco la chiamata di Gesù; e, per molti, l'ultima...


Milano, 31 dicembre 1997. Ultima notte dell'anno. Tutto vi è stato svelato.

Don Stefano Gobbi

«Figli prediletti, nel silenzio, nella preghiera passate con Me le ultime ore di questo anno che sta per finire. Non trascorretele nella dissipazione e nei divertimenti, come fanno tanti miei figli.Questo anno è stato particolarmente importante per il mio disegno. Ora entrate nei miei tempi. Per questo vi ho tracciato una strada luminosa, su cui tutti dovete camminare, per vivere la consacrazione al mio Cuore Immacolato che mi avete fatto. Ormai tutto vi è stato svelato.

- Tutto vi è stato svelato: il mio disegno vi è stato profeticamente annunciato a Fatima e, in questi anni, Io l'ho realizzato attraverso il mio Movimento Sacerdotale Mariano. Esso vi è stato svelato nella sua lenta preparazione. Questo vostro secolo, che sta per finire, è stato posto sotto il segno di un forte potere concesso al mio Avversario. Così l'umanità è stata sedotta con l'errore dell'ateismo teorico e pratico; al posto di Dio si sono costruiti gli idoli che tutti adorano: il piacere, il denaro, il divertimento, il potere, l'orgoglio e la impurità.

Veramente Satana, con la coppa della lussuria, è riuscito a sedurre tutte le nazioni della terra. All'amore ha fatto subentrare l'odio; alla comunione la divisione; alla giustizia le molte ingiustizie; alla pace una continua guerra. Infatti questo secolo è trascorso tutto sotto il segno di guerre crudeli e sanguinose, che hanno fatto milioni di vittime innocenti. Allora la Santissima Trinità ha disposto che il vostro secolo fosse posto sotto il segno di una mia forte, materna e straordinaria presenza. Così a Fatima ho indicato il cammino che l'umanità doveva percorrere per il suo ritorno al Signore: quello della conversione, della preghiera e della penitenza. E vi ho offerto come sicuro rifugio il mio Cuore Immacolato.

- Tutto vi è stato svelato: il mio disegno vi è stato indicato anche nella sua dolorosa attuazione. L'umanità è caduta in balia di Satana e del suo grande potere, esercitato con le forze sataniche e massoni che; la mia Chiesa è stata oscurata dal suo fumo che è penetrato dentro di essa. Gli errori vengono insegnati e propagandati, facendo perdere a molti la vera fede in Cristo e nel suo Vangelo; la santa Legge di Dio è apertamente violata; il peccato è commesso e spesso viene anche giustificato e così si perde la luce della Grazia e della divina presenza; l'unità è profondamente incrinata da forti contestazioni al Magistero, soprattutto al Papa, e si estende sempre più la piaga di dolorose lacerazioni. Per dare alla Chiesa, sofferente e crocifissa del vostro tempo, il mio aiuto materno ed un sicuro rifugio, ho fatto sorgere il Movimento Sacerdotale Mariano e l'ho diffuso in ogni parte del mondo, per mezzo di questo mio Libro, che vi traccia la strada che dovete percorrere per diffondere la mia Luce. Con questo Libro vi insegno a vivere la consacrazione al mio Cuore Immacolato, con la semplicità dei bambini, in spirito di umiltà, di povertà, di fiducia e di filiale abbandono.

Sono ormai venticinque anni che vi guido, con le parole che detto al cuore di questo mio piccolo figlio, che Io ho scelto come strumento per l'attuazione del mio materno disegno. In questi anni Io stessa l'ho portato più volte in ogni parte del mondo, e lui si è lasciato docilmente condurre, piccolo e timoroso, ma totalmente a Me abbandonato, come un bimbo in braccio a sua Madre. Ormai quanto vi dovevo dire vi è stato detto, perché tutto vi è stato svelato. Così, in questa notte, terminano i messaggi pubblici, che da venticinque anni vi ho dato: ora dovete meditarli, viverli e metterli in pratica.Allora le parole che ho fatto scendere dal mio Cuore Immacolato, come gocce di celeste rugiada sul deserto della vostra vita tanto insidiata, produrranno frutti di grazia e di santità. D'ora innanzi mi manifesterò attraverso la parola, la persona e l'azione di questo mio piccolo figlio, che Io ho scelto per esservi guida e che ora conduco al vertice doloroso della sua missione.

- Tutto vi è stato svelato: il mio disegno vi è stato predetto soprattutto nel suo meraviglioso e vittorioso compimento. Vi ho annunciato il trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo. Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Questo avverrà nel più grande trionfo di Gesù, che porterà nel mondo il suo glorioso regno di amore, di giustizia e di pace e farà nuove tutte le cose. Aprite i cuori alla speranza. Spalancate le porte a Cristo che viene a voi nella gloria. Vivete l'ora trepida di questo secondo Avvento. Diventate così i coraggiosi annunciatori di questo suo trionfo, perché, voi piccoli bambini a Me consacrati, che vivete del mio stesso spirito, siete gli Apostoli di questi ultimi tempi. Vivete come fedeli discepoli di Gesù, nel disprezzo del mondo e di voi stessi, nella povertà, nella umiltà, nel silenzio, nella preghiera, nella mortificazione, nella carità e nell'unione con Dio, mentre siete sconosciuti e disprezzati dal mondo.

È giunto il momento di uscire dal vostro nascondimento per andare a illuminare la terra. Mostratevi a tutti come i miei figli, perché Io sono sempre con voi. La fede sia la luce che vi illumina in questi giorni di oscurità, e vi consumi solo lo zelo per l'onore e la gloria di mio figlio Gesù. Combattete figli della Luce, perché l'ora della mia battaglia è ormai giunta. Nel più crudo inverno voi siete le gemme che sbocciano dal mio Cuore Immacolato e che Io depongo sui rami della Chiesa, per dirvi che sta per giungere la sua più bella primavera. Sarà per Essa la seconda Pentecoste. Per questo vi invito a ripetere spesso nei Cenacoli la preghiera che vi ho domandato: -Vieni Spirito Santo, vieni per mezzo della potente intercessione del Cuore Immacolato di Maria, tua Sposa amatissima. Con l'amore di una Mamma che, in questi anni, è stata da voi ascoltata, seguita e glorificata, tutti vi benedico nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».