Liturgia delle Ore - Letture
Martedi della 32° settimana del tempo ordinario (San Martino di Tours)
Vangelo secondo Giovanni 8
1Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi.2Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.3Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo,4gli dicono: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?".6Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.7E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei".8E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.9Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.10Alzatosi allora Gesù le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?".11Ed essa rispose: "Nessuno, Signore". E Gesù le disse: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più".
12Di nuovo Gesù parlò loro: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita".
13Gli dissero allora i farisei: "Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera".14Gesù rispose: "Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado.15Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno.16E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato.17Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera:18orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza".19Gli dissero allora: "Dov'è tuo padre?". Rispose Gesù: "Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio".20Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora.
21Di nuovo Gesù disse loro: "Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire".22Dicevano allora i Giudei: "Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?".23E diceva loro: "Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.24Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati".25Gli dissero allora: "Tu chi sei?". Gesù disse loro: "Proprio ciò che vi dico.26Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui".27Non capirono che egli parlava loro del Padre.28Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.29Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite".30A queste sue parole, molti credettero in lui.
31Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli;32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".33Gli risposero: "Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?".34Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.35Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre;36se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.37So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi.38Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!".39Gli risposero: "Il nostro padre è Abramo". Rispose Gesù: "Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo!40Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto.41Voi fate le opere del padre vostro". Gli risposero: "Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!".42Disse loro Gesù: "Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.43Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole,44voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.45A me, invece, voi non credete, perché dico la verità.46Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete?47Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio".
48Gli risposero i Giudei: "Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio?".49Rispose Gesù: "Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate.50Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica.51In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte".52Gli dissero i Giudei: "Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte".53Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?".54Rispose Gesù: "Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "È nostro Dio!",55e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola.56Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò".57Gli dissero allora i Giudei: "Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?".58Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono".59Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Deuteronomio 4
1Ora dunque, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, perché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso del paese che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.2Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore Dio vostro che io vi prescrivo.3I vostri occhi videro ciò che il Signore ha fatto a Baal-Peor: come il Signore tuo Dio abbia distrutto in mezzo a te quanti avevano seguito Baal-Peor;4ma voi che vi manteneste fedeli al Signore vostro Dio siete oggi tutti in vita.5Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore mio Dio mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso.6Le osserverete dunque e le metterete in pratica perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente.7Infatti qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?8E qual grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi espongo?
9Ma guardati e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste: non ti sfuggano dal cuore, per tutto il tempo della tua vita. Le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli.
10Ricordati del giorno in cui sei comparso davanti al Signore tuo Dio sull'Oreb, quando il Signore mi disse: Radunami il popolo e io farò loro udire le mie parole, perché imparino a temermi finché vivranno sulla terra, e le insegnino ai loro figli.11Voi vi avvicinaste e vi fermaste ai piedi del monte; il monte ardeva nelle fiamme che si innalzavano in mezzo al cielo; vi erano tenebre, nuvole e oscurità.12Il Signore vi parlò dal fuoco; voi udivate il suono delle parole ma non vedevate alcuna figura; vi era soltanto una voce.13Egli vi annunciò la sua alleanza, che vi comandò di osservare, cioè i dieci comandamenti, e li scrisse su due tavole di pietra.14A me in quel tempo il Signore ordinò di insegnarvi leggi e norme, perché voi le metteste in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso.15Poiché dunque non vedeste alcuna figura, quando il Signore vi parlò sull'Oreb dal fuoco, state bene in guardia per la vostra vita,16perché non vi corrompiate e non vi facciate l'immagine scolpita di qualche idolo, la figura di maschio o femmina,17la figura di qualunque animale, la figura di un uccello che vola nei cieli,18la figura di una bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto la terra;19perché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l'esercito del cielo, tu non sia trascinato a prostrarti davanti a quelle cose e a servirle; cose che il Signore tuo Dio ha abbandonato in sorte a tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli.20Voi invece, il Signore vi ha presi, vi ha fatti uscire dal crogiuolo di ferro, dall'Egitto, perché foste un popolo che gli appartenesse, come oggi difatti siete.
21Il Signore si adirò contro di me per causa vostra e giurò che io non avrei passato il Giordano e non sarei entrato nella fertile terra che il Signore Dio tuo ti dà in eredità.22Perché io devo morire in questo paese, senza passare il Giordano; ma voi lo dovete passare e possiederete quella fertile terra.
23Guardatevi dal dimenticare l'alleanza che il Signore vostro Dio ha stabilita con voi e dal farvi alcuna immagine scolpita di qualunque cosa, riguardo alla quale il Signore tuo Dio ti ha dato un comando.24Poiché il Signore tuo Dio è fuoco divoratore, un Dio geloso.25Quando avrete generato figli e nipoti e sarete invecchiati nel paese, se vi corromperete, se vi farete immagini scolpite di qualunque cosa, se farete ciò che è male agli occhi del Signore vostro Dio per irritarlo,26io chiamo oggi in testimonio contro di voi il cielo e la terra: voi certo perirete, scomparendo dal paese di cui state per prendere possesso oltre il Giordano. Voi non vi rimarrete lunghi giorni, ma sarete tutti sterminati.27Il Signore vi disperderà fra i popoli e non resterete più di un piccolo numero fra le nazioni dove il Signore vi condurrà.28Là servirete a dèi fatti da mano d'uomo, dèi di legno e di pietra, i quali non vedono, non mangiano, non odorano.29Ma di là cercherai il Signore tuo Dio e lo troverai, se lo cercherai con tutto il cuore e con tutta l'anima.30Con angoscia, quando tutte queste cose ti saranno avvenute, negli ultimi giorni, tornerai al Signore tuo Dio e ascolterai la sua voce,31poiché il Signore Dio tuo è un Dio misericordioso; non ti abbandonerà e non ti distruggerà, non dimenticherà l'alleanza che ha giurata ai tuoi padri.
32Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l'uomo sulla terra e da un'estremità dei cieli all'altra, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa?33Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l'hai udita tu, e che rimanesse vivo?34O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un'altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore vostro Dio in Egitto, sotto i vostri occhi?35Tu sei diventato spettatore di queste cose, perché tu sappia che il Signore è Dio e che non ve n'è altri fuori di lui.36Dal cielo ti ha fatto udire la sua voce per educarti; sulla terra ti ha mostrato il suo grande fuoco e tu hai udito le sue parole di mezzo al fuoco.37Perché ha amato i tuoi padri, ha scelto la loro posterità e ti ha fatto uscire dall'Egitto con la sua stessa presenza e con grande potenza,38per scacciare dinanzi a te nazioni più grandi e più potenti di te, per farti entrare nel loro paese e dartene il possesso, come appunto è oggi.39Sappi dunque oggi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n'è altro.40Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti dò, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore tuo Dio ti dà per sempre".
41In quel tempo Mosè scelse tre città oltre il Giordano verso oriente,42perché servissero di asilo all'omicida che avesse ucciso il suo prossimo involontariamente, senza averlo odiato prima, perché potesse aver salva la vita fuggendo in una di quelle città.43Esse furono Beser, nel deserto, sull'altipiano, per i Rubeniti; Ramot, in Gàlaad, per i Gaditi, e Golan, in Basan, per i Manassiti.
44Questa è la legge che Mosè espose agli Israeliti.45Queste sono le istruzioni, le leggi e le norme che Mosè diede agli Israeliti quando furono usciti dall'Egitto,46oltre il Giordano, nella valle di fronte a Bet-Peor, nel paese di Sicon re degli Amorrei che abitava in Chesbon, e che Mosè e gli Israeliti sconfissero quando furono usciti dall'Egitto.47Essi avevano preso possesso del paese di lui e del paese di Og re di Basan - due re Amorrei che stavano oltre il Giordano, verso oriente -,48da Aroer, che è sull'orlo della valle dell'Arnon, fino al monte Sirion, cioè l'Ermon,49con tutta l'Araba oltre il Giordano, verso oriente, fino al mare dell'Araba sotto le pendici del Pisga.
Sapienza 16
1Per questo furon giustamente puniti con esseri simili
e tormentati da numerose bestiole.
2Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo;
per appagarne il forte appetito gli preparasti
un cibo di gusto squisito, le quaglie.
3Gli egiziani infatti, sebbene bramosi di cibo,
disgustati dagli animali inviati contro di loro
perdettero anche il naturale appetito;
questi invece, dopo una breve privazione,
gustarono un cibo squisito.
4Era necessario che a quegli avversari
venisse addosso una carestia inevitabile
e che a questi si mostrasse soltanto
come erano tormentati i loro nemici.
5Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie
e perirono per i morsi di tortuosi serpenti,
la tua collera non durò sino alla fine.
6Per correzione furono spaventati per breve tempo,
avendo già avuto un pegno di salvezza
a ricordare loro i decreti della tua legge.
7Infatti chi si volgeva a guardarlo
era salvato non da quel che vedeva,
ma solo da te, salvatore di tutti.
8Anche con ciò convincesti i nostri nemici
che tu sei colui che libera da ogni male.
9Gli egiziani infatti furono uccisi dai morsi
di cavallette e di mosche,
né si trovò un rimedio per la loro vita,
meritando di essere puniti con tali mezzi.
10Invece contro i tuoi figli
neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero,
perché intervenne la tua misericordia a guarirli.
11Perché ricordassero le tue parole,
feriti dai morsi, erano subito guariti,
per timore che, caduti in un profondo oblio,
fossero esclusi dai tuoi benefici.
12Non li guarì né un'erba né un emolliente,
ma la tua parola, o Signore, la quale tutto risana.
13Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte;
conduci giù alle porte degli inferi e fai risalire.
14L'uomo può uccidere nella sua malvagità,
ma non far tornare uno spirito già esalato,
né liberare un'anima già accolta negli inferi.
15È impossibile sfuggire alla tua mano:
16gli empi, che rifiutavano di conoscerti,
furono colpiti con la forza del tuo braccio,
perseguitati da strane piogge e da grandine,
da acquazzoni travolgenti, e divorati dal fuoco.
17E, cosa più strana, l'acqua che tutto spegne
ravvivava sempre più il fuoco:
l'universo si fa alleato dei giusti.
18Talvolta la fiamma si attenuava
per non bruciare gli animali inviati contro gli empi
e per far loro comprendere a tal vista
che erano incalzati dal giudizio di Dio.
19Altre volte anche in mezzo all'acqua
la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco
per distruggere i germogli di una terra iniqua.
20Invece sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli,
dal cielo offristi loro un pane già pronto senza fatica,
capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
21Questo tuo alimento manifestava
la tua dolcezza verso i tuoi figli;
esso si adattava al gusto di chi l'inghiottiva
e si trasformava in ciò che ognuno desiderava.
22Neve e ghiaccio resistevano al fuoco senza sciogliersi,
perché riconoscessero che i frutti dei nemici
il fuoco distruggeva ardendo tra la grandine
e folgoreggiando tra le piogge.
23Al contrario, perché si nutrissero i giusti,
dimenticava perfino la propria virtù.
24La creazione infatti a te suo creatore obbedendo,
si irrigidisce per punire gli ingiusti,
ma s'addolcisce a favore di quanti confidano in te.
25Per questo anche allora, adattandosi a tutto,
serviva alla tua liberalità che tutti alimenta,
secondo il desiderio di chi era nel bisogno,
26perché i tuoi figli, che ami, o Signore, capissero
che non le diverse specie di frutti nutrono l'uomo,
ma la tua parola conserva coloro che credono in te.
27Ciò che infatti non era stato distrutto dal fuoco
si scioglieva appena scaldato da un breve raggio di sole,
28perché fosse noto che si deve prevenire il sole
per renderti grazie
e pregarti allo spuntar della luce,
29poiché la speranza dell'ingrato
si scioglierà come brina invernale
e si disperderà come un'acqua inutilizzabile.
Salmi 74
1'Maskil. Di Asaf.'
O Dio, perché ci respingi per sempre,
perché divampa la tua ira
contro il gregge del tuo pascolo?
2Ricordati del popolo
che ti sei acquistato nei tempi antichi.
Hai riscattato la tribù che è tuo possesso,
il monte Sion, dove hai preso dimora.
3Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
il nemico ha devastato tutto nel tuo santuario.
4Ruggirono i tuoi avversari nel tuo tempio,
issarono i loro vessilli come insegna.
5Come chi vibra in alto la scure
nel folto di una selva,
6con l'ascia e con la scure
frantumavano le sue porte.
7Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome;
8pensavano: "Distruggiamoli tutti";
hanno bruciato tutti i santuari di Dio nel paese.
9Non vediamo più le nostre insegne,
non ci sono più profeti
e tra di noi nessuno sa fino a quando...
10Fino a quando, o Dio, insulterà l'avversario,
il nemico continuerà a disprezzare il tuo nome?
11Perché ritiri la tua mano
e trattieni in seno la destra?
12Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi,
ha operato la salvezza nella nostra terra.
13Tu con potenza hai diviso il mare,
hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque.
14Al Leviatàn hai spezzato la testa,
lo hai dato in pasto ai mostri marini.
15Fonti e torrenti tu hai fatto scaturire,
hai inaridito fiumi perenni.
16Tuo è il giorno e tua è la notte,
la luna e il sole tu li hai creati.
17Tu hai fissato i confini della terra,
l'estate e l'inverno tu li hai ordinati.
18Ricorda: il nemico ha insultato Dio,
un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome.
19Non abbandonare alle fiere la vita di chi ti loda,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
20Sii fedele alla tua alleanza;
gli angoli della terra sono covi di violenza.
21L'umile non torni confuso,
l'afflitto e il povero lodino il tuo nome.
22Sorgi, Dio, difendi la tua causa,
ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno.
23Non dimenticare lo strepito dei tuoi nemici;
il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine.
Geremia 31
1In quel tempo - oracolo del Signore -
io sarò Dio per tutte le tribù di Israele
ed esse saranno il mio popolo".
2Così dice il Signore:
"Ha trovato grazia nel deserto
un popolo di scampati alla spada;
Israele si avvia a una quieta dimora".
3Da lontano gli è apparso il Signore:
"Ti ho amato di amore eterno,
per questo ti conservo ancora pietà.
4Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata,
vergine di Israele.
Di nuovo ti ornerai dei tuoi tamburi
e uscirai fra la danza dei festanti.
5Di nuovo pianterai vigne
sulle colline di Samaria;
i piantatori, dopo aver piantato, raccoglieranno.
6Verrà il giorno in cui grideranno le vedette
sulle montagne di Èfraim:
Su, saliamo a Sion,
andiamo dal Signore nostro Dio".
7Poiché dice il Signore:
"Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
Il Signore ha salvato il suo popolo,
un resto di Israele".
8Ecco, li riconduco dal paese del settentrione
e li raduno all'estremità della terra;
fra di essi sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente;
ritorneranno qui in gran folla.
9Essi erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li condurrò a fiumi d'acqua
per una strada diritta in cui non inciamperanno;
perché io sono un padre per Israele,
Èfraim è il mio primogenito.
10Ascoltate, popoli, la parola del Signore,
annunziatela alle isole più lontane e dite:
"Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo costudisce come un pastore il suo gregge",
11perché il Signore ha redento Giacobbe,
lo ha riscattato dalle mani del più forte di lui.
12Verranno e canteranno inni sull'altura di Sion,
affluiranno verso i beni del Signore,
verso il grano, il mosto e l'olio,
verso i nati dei greggi e degli armenti.
Essi saranno come un giardino irrigato,
non languiranno più.
13Allora si allieterà la vergine alla danza;
i giovani e i vecchi gioiranno.
Io cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni.
14Sazierò di delizie l'anima dei sacerdoti
e il mio popolo abbonderà dei miei beni.
Parola del Signore.
15Così dice il Signore: "Una voce si ode da Rama,
lamento e pianto amaro:
Rachele piange i suoi figli,
rifiuta d'essere consolata perché non sono più".
16Dice il Signore:
"Trattieni la voce dal pianto,
i tuoi occhi dal versare lacrime,
perché c'è un compenso per le tue pene;
essi torneranno dal paese nemico.
17C'è una speranza per la tua discendenza:
i tuoi figli ritorneranno entro i loro confini.
18Ho udito Èfraim rammaricarsi:
Tu mi hai castigato e io ho subito il castigo
come un giovenco non domato.
Fammi ritornare e io ritornerò,
perché tu sei il Signore mio Dio.
19Dopo il mio smarrimento, mi sono pentito;
dopo essermi ravveduto,
mi sono battuto l'anca.
Mi sono vergognato e ne provo confusione,
perché porto l'infamia della mia giovinezza.
20Non è forse Èfraim un figlio caro per me,
un mio fanciullo prediletto?
Infatti dopo averlo minacciato,
me ne ricordo sempre più vivamente.
Per questo le mie viscere si commuovono per lui,
provo per lui profonda tenerezza".
Oracolo del Signore.
21Pianta dei cippi,
metti pali indicatori,
sta' bene attenta alla strada,
alla via che hai percorso.
Ritorna, vergine di Israele,
ritorna alle tue città.
22Fino a quando andrai vagando, figlia ribelle?
Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra:
la donna cingerà l'uomo!
23Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: "Si dirà ancora questa parola nel paese di Giuda e nelle sue città, quando avrò cambiato la loro sorte: Il Signore ti benedica, o dimora di giustizia, monte santo.24Vi abiteranno insieme Giuda e tutte le sue città, agricoltori e allevatori di greggi.25Poiché ristorerò copiosamente l'anima stanca e sazierò ogni anima che languisce".
26A questo punto mi sono destato e ho guardato; il mio sonno mi parve soave.
27"Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali renderò feconda la casa di Israele e la casa di Giuda per semenza di uomini e di bestiame.28Allora, come ho vegliato su di essi per sradicare e per demolire, per abbattere e per distruggere e per affliggere con mali, così veglierò su di essi per edificare e per piantare". Parola del Signore.
29"In quei giorni non si dirà più:
I padri han mangiato uva acerba
e i denti dei figli si sono allegati!
30Ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; a ogni persona che mangi l'uva acerba si allegheranno i denti".
31"Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova.32Non come l'alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola del Signore.33Questa sarà l'alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo.34Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato".
35Così dice il Signore
che ha fissato il sole come luce del giorno,
la luna e le stelle come luce della notte,
che solleva il mare e ne fa mugghiare le onde
e il cui nome è Signore degli eserciti:
36"Quando verranno meno queste leggi
dinanzi a me - dice il Signore -
allora anche la progenie di Israele cesserà
di essere un popolo davanti a me per sempre".
37Così dice il Signore:
"Se si possono misurare i cieli in alto
ed esplorare in basso le fondamenta della terra,
anch'io rigetterò tutta la progenie di Israele
per ciò che ha commesso". Oracolo del Signore.
38"Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali la città sarà riedificata per il Signore dalla torre di Cananeèl fino alla porta dell'Angolo.39La corda per misurare si stenderà in linea retta fino alla collina di Gàreb, volgendo poi verso Goà.40Tutta la valle dei cadaveri e delle ceneri e tutti i campi fino al torrente Cedron, fino all'angolo della porta dei Cavalli a oriente, saranno consacrati al Signore; non sarà più sconvolta né distrutta mai più".
Lettera ai Galati 1
1Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti,2e tutti i fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia.3Grazia a voi e pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo,4che ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo perverso, secondo la volontà di Dio e Padre nostro,5al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
6Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo.7In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.8Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!9L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!10Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!
11Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull'uomo;12infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.13Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi,14superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri.15Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque16di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo,17senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
18In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni;19degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore.20In ciò che vi scrivo, io attesto davanti a Dio che non mentisco.21Quindi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia.22Ma ero sconosciuto personalmente alle Chiese della Giudea che sono in Cristo;23soltanto avevano sentito dire: "Colui che una volta ci perseguitava, va ora annunziando la fede che un tempo voleva distruggere".24E glorificavano Dio a causa mia.
Capitolo IV: Mantenersi intimamente uniti in Dio, in spirito di verità e di umiltà
Leggilo nella Biblioteca1. Figlio, cammina alla mia presenza in spirito di verità, e cercami sempre con semplicità di cuore. Chi cammina dinanzi a me in spirito di verità sarà protetto dagli assalti malvagi; la verità lo farà libero da quelli che cercano di sedurlo e dai perversi, con le loro parole infamanti. Se ti farà libero la verità, sarai libero veramente e non terrai in alcun conto le vane parole degli uomini. E' vero, o Signore: ti prego, così mi avvenga, come tu dici. Mi sia maestra la tua verità; mi custodisca e mi conduca alla meta di salvezza; mi liberi da effetti e da amori perversi, contrari alla divina volontà. Allora camminerò con te, con grande libertà di spirito.
2. Io ti insegnerò, dice la Verità, ciò che è retto e mi è gradito. Ripensa con grande, amaro dolore, ai tuoi peccati, e non credere mai di valere qualcosa, per opere buone che tu abbia compiuto. In realtà sei un peccatore, irretito da molte passioni e schiavo di esse. Da te non giungi a nulla: subitamente cadi e sei vinto; subitamente vieni sconvolto e dissolto. Non hai nulla di che ti possa vantare; hai molto, invece, di che ti debba umiliare, giacché sei più debole assi di quanto tu possa capire. Di tutto quello che fai, niente ti sembri grande, prezioso e ammirevole; niente ti sembri meritevole di stima. Alto, lodevole e desiderabile davvero ti sembri soltanto ciò che è eterno. Più di ogni altra cosa, ti sia cara la verità eterna; e sempre ti dispiaccia la tua estrema pochezza. Nulla devi temere, disprezzare e fuggire quanto i tuoi vizi e i tuoi peccati; cose che ti debbono affliggere più di ogni danno materiale.
3. Ci sono persone che camminano al mio cospetto con animo non puro: persone che - dimentiche di se stesse e della propria salvezza, e mosse da una certa curiosità e superbia - vorrebbero conoscere i miei segreti, e comprendere gli alti disegni di Dio. Costoro cadono sovente in grandi tentazioni e in grandi peccati per quella loro superbia e curiosità, che io ho in odio. Mantieni una religiosa riverenza dinanzi al giudizio divino, dinanzi allo sdegno dell'Onnipotente. Non volere, dunque, sondare l'operato dell'Altissimo. Esamina invece le tue iniquità: in quante cose hai errato e quante cose buone hai tralasciato. Ci sono alcuni che fanno consistere la loro pietà soltanto nelle letture, nelle immagini sacre e nelle raffigurazioni esteriori e simboliche; altri mi hanno sulla bocca, ma poco c'è nel loro cuore. Ci sono invece altri che, illuminati nella mente e puri nei loro affetti, anelando continuamente alle cose eterne, provano fastidio a sentir parlare di cose terrene e soffrono ad assoggettarsi a ciò che la natura impone. Sono questi che ascoltano ciò che dice, dentro di loro, lo spirito di verità. Il quale li ammaestra a disprezzare le cose di questa terra e ad amare quelle del cielo; ad abbandonare il mondo e ad aspirare, giorno e notte, al cielo.
DISCORSO 247 NEI GIORNI DI PASQUA
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella Biblioteca
La risurrezione del Signore narrata dai quattro Evangelisti.
1. Mi pare che con quel che si disse ieri possa dirsi terminato il quadro che della resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo ci hanno lasciato i quattro Evangelisti, fedeli alla verità delle cose. Infatti il primo giorno si lesse il racconto della resurrezione lasciatoci da Matteo, il secondo giorno quello di Luca, il terzo quello di Marco, e il quarto giorno, cioè ieri, il racconto di Giovanni. Siccome però Giovanni e Luca della resurrezione in se stessa e delle circostanze che la seguirono ci hanno fornito una serie quanto mai abbondante di notizie - tanto che non è possibile leggerle tutte in una sola adunanza - è successo che ieri dovemmo contentarci solo di una parte del racconto di Giovanni, ma ce n'è rimasto dell'altro, e per oggi e per i giorni seguenti. Quanto ad oggi, che cosa abbiamo udito? Che lo stesso giorno della resurrezione, cioè la domenica, alla sera, mentre i discepoli stavano radunati in un luogo, a porte chiuse per timore dei Giudei 1, il Signore apparve in mezzo a loro. Nel medesimo giorno dunque, come attesta l'evangelista Giovanni, il Signore apparve ai discepoli due volte; la mattina e la sera. È stata già letta la narrazione che riferiva l'apparizione del mattino; adesso, mentre si leggeva, abbiamo udito della seconda apparizione avvenuta la sera dello stesso giorno. Non c'era bisogno che io vi richiamassi alla mente queste precisazioni, ma era sufficiente che voi stessi ci badaste: comunque, ho sentito l'esigenza di ricordarle per andare incontro alle minori capacità intellettive o alla maggiore indolenza di alcuni, di modo che tutti conosciate non solo quel che avete udito ma anche da quale testo scritturale vi sia stato letto quello che avete udito.
A Dio nulla è impossibile.
2. Vediamo ora quale argomento offra al nostro discorso il brano letto quest'oggi. Il testo stesso infatti costituisce per noi un richiamo, e in certo qual modo ci interpella a esporvi come mai il Signore - che risorse con un corpo dotato di una consistenza che gli consentiva di essere non solo veduto ma anche toccato dai discepoli - potesse apparire agli stessi a porte chiuse. Ci sono alcuni che da questo fatto sono talmente frastornati, che vacillano, o quasi, in quanto, contro i miracoli operati da Dio, vorrebbero contrapporre i pregiudizi delle loro argomentazioni. Ragionano così: se era corpo, se era carne e ossa, se risorse dal sepolcro ciò che era stato appeso al patibolo, come poté passare attraverso porte chiuse? Se era cosa impossibile - dicono - è da concludersi che non è accaduto. Se invece la cosa gli fu possibile, in che modo glielo fu? Se comprendessi in che modo sia avvenuto, non sarebbe più un miracolo; e se non lo vuoi comprendere come miracolo, non ti manca molto perché tu neghi il fatto stesso della resurrezione dal sepolcro. Volgi il pensiero ai miracoli compiuti dal tuo Signore fin dagli inizi, spiegami il perché di ciascuno. L'uomo non interviene e la Vergine concepisce. Spiegami come una vergine abbia potuto concepire senza il concorso del maschio. Dove vien meno la ragione lì costruisce la fede. Eccoti un miracolo nella concezione del Signore, ma ascoltane un altro nel di lei parto: partorisce da vergine e vergine rimane. Fin da allora, quindi, ben prima che risorgesse, il Signore nascendo passò per delle porte chiuse. Ti volgi a me e mi chiedi: Se passò attraverso porte chiuse, dove sono in lui le doti proprie di un corpo? Ti rispondo: Se camminò sul mare, come la mettiamo col peso del corpo? Ma questo il Signore lo fece in quanto era Signore. Ebbene, quando risorse forse che cessò di essere Signore? E che dire poi del potere per il quale concesse anche a Pietro di camminare sulle acque 2? Un tal potere era in Cristo per la sua divinità, in Pietro c'era la fede per eseguire l'ordine; ma Cristo possedeva di per sé un tale potere, Pietro l'aveva perché Cristo gli venne in aiuto. Ho però timore che, se ti metterai a scandagliare con cuore umano le componenti dei miracoli, finisca col perdere la fede. Ma non sai che a Dio nulla è impossibile? Se pertanto qualcuno viene a dirti: Se è passato per delle porte chiuse non era corpo, rispondigli argomentando in senso opposto: Tutt'altro, se lo si poté toccare, doveva essere un corpo; se poté mangiare doveva essere un corpo. Queste cose le operò per un miracolo, non perché tale è l'ordine della natura. Del resto, non ha del meraviglioso il corso stesso delle cose naturali di ogni giorno? Tutto è pieno di miracoli: solo che certe cose per la loro frequenza son diventate banali. Spiegami! Voglio interrogarti di cose ordinarie e comuni. Spiegami perché una pianta così grande com'è quella del fico debba avere un seme così piccolo che appena lo si riesce a vedere, mentre la zucca, pianta aderente al suolo, porta in sé un seme così grande. Tuttavia nel seme della prima pianta, granellino minuscolo e appena visibile, se valuti le cose con la mente e non con gli occhi, in quel cosino piccolo e ristretto è nascosta la radice, è insito un tale vigore per cui si può dire che in quel seme son già presenti e le foglie che dovranno spuntare e i frutti che penderanno sull'albero. Non c'è bisogno di un lungo elenco. Ma allora, se nessuno sa dare la spiegazione delle cose che capitano tutti i giorni, come fai a pretendere da me la spiegazione dei miracoli? Leggi il Vangelo e credi realmente avvenute le cose che ti appaiono miracolose. Quello che ha fatto Dio va ancora più in là e tu non rimani sorpreso del fatto che tutti li supera: non c'era nulla ed ora esiste il mondo!
Dio può far passare un cammello per la cruna d'un ago.
3. Ma tu ribatti: È impossibile che un corpo dotato delle sue dimensioni sia passato per delle porte chiuse. Ma quali e quante saranno state, di grazia, quelle dimensioni? Certo come quelle degli altri uomini; o forse come quelle del cammello? Certo non come queste. Ebbene, leggi il Vangelo, ascolta lo stesso Signore. Volendo mostrare la difficoltà con cui il ricco può entrare nel regno dei cieli diceva: È più facile che un cammello entri per la cruna d'un ago che non un ricco nel Regno dei cieli. Ascoltando questa parola, i discepoli - sapendo che un cammello non può in alcun modo entrare per la cruna d'un ago - si rattristarono in cuor loro e dicevano: Se le cose stanno così, chi potrà salvarsi? Se è più facile che un cammello passi per la cruna d'un ago che non un ricco entri nel Regno dei cieli, dato che è impossibile a un cammello entrare per la cruna d'un ago ne segue che nessun ricco potrà salvarsi. Rispose il Signore: Le cose che agli uomini sono impossibili a Dio sono facili 3. Dio può far passare un cammello per la cruna di un ago e far entrare un ricco nel Regno dei cieli. Cosa mi rimbrotti sul caso delle porte chiuse? Le porte chiuse hanno per lo meno una spaccatura. Paragona la spaccatura d'una porta con la cruna d'un ago, e paragona le dimensioni d'un corpo umano con quelle d'un cammello, e smettila d'inveire contro i miracoli, che sono opere divine.
1 - Cf. Gv 20, 19-31.
2 - Cf. Mt 14, 25-29.
3 - Cf. Lc 18, 25-27.
Il sacrificio della Messa
Le visioni - Beata Anna Caterina Emmerick
Leggilo nella BibliotecaNella seconda metà del mese di agosto del 1820, Anna
Katharina ebbe visioni sui misteri del sacrificio della santa Messa.
In queste, ella ricevé immagini dei tempi antichi e sul
significato delle reliquie sull’altare, ma anche sulla
tiepidezza e l’indifferenza con la quale viene trattato spesso
il santissimo Sacramento dai preti e dai laici.
«Io vedo
disse dappertutto sacerdoti cingersi delle grazie della Chiesa e dei
tesori dei meriti di Gesù e dei Santi, ma praticare i
sacrifici e predicare in modo morto. Mi venne mostrato un pagano che
stava su una colonna, egli era intento a parlare in modo così
acceso del nuovo Dio di tutti gli dei e di un altro popolo che tutti
restavano rapiti dalle sue parole. Questa visione mi tempestò
giorno e notte. Mi venne mostrata l’attuale miseria e la
dissoluzione, sempre nel contesto di quei tempi, ed io avevo il
compito di pregare per tutto questo senza posa. La lettura sciatta
della Messa è una cosa mostruosa! Il modo di leggere è
molto importante! Ebbi un’immagine dei misteri della santa
Messa, e come tutto ciò che è santo si possa riferire a
questa fin dall’inizio del mondo. Vidi i diversi significati
delle forme e delle superfici; il significato della forma del circolo
e della figura rotonda della terra, degli astri, di tutti i fenomeni
ambientali e dell’Ostia. Vidi il profondo significato del
Mistero dell’incarnazione, della redenzione e del sacrificio
della santa Messa, e come Maria potesse giungere così lontano
con il suo infinito abbraccio. Ricevetti, innanzi all’anima
mia, alcune immagini dell’Antico Testamento, dove potei vedere
e comprendere il sacrificio dalla prima offerta e il meraviglioso
significato della sacra Spoglia e quello delle reliquie sotto
l’altare dove viene letta la Messa.
Mi apparvero le ossa di Adamo sotto la montagna del Calvario,
nell’angolo crollato di una caverna sotterranea, precisamente
un po’ più sopra del livello dell’acqua in linea
verticale al luogo della crocifissione di Gesù Cristo. Allo
scheletro di Adamo mancavano il braccio, il piede destro e la costola
destra; attraverso quest’ultima potei vedere l’interno
del torace, e nell’incavo destro vidi il cranio di Eva, a
destra nel posto della costola da dove Dio l’aveva tratta. Mi
fu detto che sarebbero sorte molte dispute e confronti su questo
fatto, ma in realtà il sepolcro di Adamo ed Eva con i loro
resti sarebbe stato sempre qui. Il sepolcro non fu violato dal
Diluvio universale, e vidi pure che Noè possedeva una parte di
questi resti mortali nell’arca; le reliquie furono poste già
con il primo sacrificio sull’altare e vi rimangono ancora. I
resti delle ossa, che Abramo mostrò, sarebbero stati infatti
quelli di Adamo, i quali gli sarebbero stati inviati da Sem. Così
il sacrificio della morte di Gesù sul Calvario, sopra i resti
di Adamo, ha preparato il sacrificio della santa Messa, e sotto la
pietra dell’altare si trovano le reliquie. Anche i sacrifici
dei Padri antichi furono la preparazione di quello della santa Messa.
Anche loro conservavano le sacre spoglie, attraverso le quali
adoravano Dio, poiché simboleggiavano la redenzione. Le
spoglie di Adamo rappresentano le cinque speranze in rapporto al
Salvatore e alla sua Chiesa. Vidi Noè offrire olocausti; il
suo altare era colorato di bianco e rosso con sopra deposte le sacre
reliquie. In questo modo egli pregava e offriva sacrifici. Le
reliquie giunsero più tardi ad Abramo, le vidi poi esposte
sull’altare di Melchisedech. La parte posteriore dell’altare
era rivolta verso settentrione. I Padri antichi ponevano sempre
l’altare in questo modo per fermare il maligno che giungeva da
quella parte. Vidi anche Mosè pregare innanzi ad un altare,
sul quale aveva esposto le reliquie che erano, di solito, custodite
in un vasetto. Versò qualcosa sull’altare e subito
divampò una fiamma sulla quale gettò dell’incenso
che sprigionò del fumo. Egli promise a Dio di adorare per
sempre queste reliquie, giurò così a lungo finché
cadde stremato ma già l’alba lo ritrovò rialzato
a rinnovare le preghiere. Mosè pregava anche con le braccia
protese, egli sapeva bene che a questa preghiera Dio non resiste
perché anche suo Figlio, quando si era fatto uomo, aveva
pregfto in questo modo, perseverantemente fedele. Come Mosè
vidi pregare anche Giosuè, quando il sole si arrestò al
suo comando ‘. Vidi anche il lago di Betsaida, e come i suoi
cinque accessi simbolizzino le cinque Piaghe di Nostro Signore. Mi si
presentarono anche diverse immagini provenienti dai tempi più
differenti. Vidi pure il primo Tempio, e su una collina, piuttosto
distaccata da questo, era stata scavata una fossa per sotterrare e
nascondere, nei tempi di pericolo incombente, le cose di valore:
sacre giare, candelieri e molti bracieri a due manici. Al centro
venne posta la sacra fiamma dell’altare. Sulla fossa poi furono
poste molte travi, il tutto venne ricoperto dalla terra in modo che
nulla potesse essere scorto. Vidi Neemia venire dalla prigionia e
disotterrare il fuoco sacro dal luogo dove era stato nascosto. Essi
trovarono, nell’estrarre i vasi, una nera poltiglia paludosa,
con la quale Neemia spalmò il legno del sacrificio che prese
fuoco.
Le visioni continuarono e mostrarono alla suora
Emmerich il tempo del primo cristianesimo, quando i rappresentanti
della massima organizzazione spirituale gareggiavano
appassionatamente con quelli della potenza secolare, per offrire al
santissimo Sacramento la dovuta adorazione e onore. Vidi il santo
papa Zefirino , che a causa del suo fervore per la dignità del
sacerdozio ebbe molto da patire da parte dei cristiani e degli
eretici. Lo vidi accogliere con severo rigore i novelli candidati
all’ordinazione sacerdotale; li esaminò attentamente e
molti vennero respinti. Di un piccolo gruppo che desiderava essere
ordinato ben cinque ne furono respinti. Lo vidi spesso anche in
disputa con degli eretici, i quali parlavano attaccandolo e perfino
strappando i suoi scritti. Egli richiedeva dai sacerdoti obbedienza,
inviandoli in missione in vari luoghi; ma quelli che non lo seguivano
perdevano l’incarico. Una volta inviò un uomo che non
era ancora prete in Africa dove, così mi sembrò di
vedere, divenne vescovo e un grande santo.
Costui era un amico di Zefirino ed è notissimo. Vidi come
Zefirino desiderava che i cristiani gli portassero dalle loro case
tutta l’argenteria per poter sostituire i calici di legno usati
nelle chiese con altri d’argento. Vidi anche che le ampolline
della Messa erano trasparenti. Egli lasciò adornare
parzialmente con l’argento tanti calici e, poiché molti
si arrabbiavano di questo fatto, donò tutto il restante ai
poveri. Vidi egli stesso fare debiti per aiutare un uomo povero che
non apparteneva alla sua famiglia. Una sua parente stretta gli mosse
rimproveri per questo fatto, era convinta che egli avrebbe potuto
fare i debiti al massimo per aiutare i suoi parenti poveri. A queste
accuse Zefirino le rispose che avrebbe fatto i debiti per ordine di
Gesù Cristo. Lei lo lasciò risentita. Papa Zefirino
aveva saputo da Dio che se avesse dato qualcosa a quella donna
avrebbe fatto molto male. Vidi come egli esaminava e ordinava i
preti, di fronte alla comunità, e istruiva i religiosi sul
comportamento da tenersi durante la santa Messa dei vescovi. Egli
stabilì, in modo più preciso, e diede normative per il
miglioramento e la chiarificazione dei rapporti reciproci; dispose
pure alcune norme nei confronti dei cristiani di una certa età
giovanile, per mantenere pura la sostanza e lo spirito della morale
religiosa della Chiesa, vietò l’uso di portare il santo
Sacramento al collo dentro una borsetta, in quanto si doveva
riceverlo soltanto in chiesa.
Papa Zefirino aveva una grande venerazione interiore per la Madre
di Dio. Egli ebbe alcune visioni sulla vita e la morte della santa
Vergine Maria. Per questo fatto aveva preparato il suo giaciglio per
la notte, celato dietro una tenda, ad imitazione di quello della
santa Madre, e prima di andare a riposare meditava sulla morte della
Vergine. Per onorare Maria, Zefirino usava indossare sotto i suoi
vestiti al par di Maria una veste celeste. Lo vidi accogliere dopo la
penitenza coloro che a causa di impurità e adulteri erano
stati scacciati dalla comunità. Si trova in disaccordo con un
sacerdote erudito (Tertulliano), che era troppo severo e che poi
divenne un eretico. Mi venne mostrato anche san Luigi di Francia,
come venne preparato, per mezzo dei digiuni più severi, alla
prima comunione. Sua madre, che era con lui nella chiesa, pregava Dio
affinché la illuminasse per sapere se il suo bambino fosse
maturo per ricevere il santo Sacramento. Io vidi che Maria le apparve
e le disse che Luigi avrebbe dovuto prepararsi prima per sette giorni
e poi ricevere la comunione e che avrebbe dovuto comunicarsi con lui
e insieme sacrificarsi. La Madonna poi sarebbe divenuta la sua
Patrona. Vidi questo accadere. Appresi così come viva era
intesa la religione in quei tempi. Luigi portava con sé il
santo Sacramento (l’Ostia consacrata), in tutte le sue
campagne, e dovunque si accampava faceva celebrare la santa Messa.
Vidi pure un avvenimento mistico di re Luigi durante le crociate. Una
volta le navi stavano affondando a causa di una tempesta del mare e
Luigi venne implorato di dare soccorso alla gente che vi si trovava
sopra. Egli supplicò allora Dio affinché le navi non
affondassero. Siccome mancava il Sacramento vidi il pio re prendere
un bambino neonato che era stato battezzato sulla nave e, implorando
Dio, lo elevò con le braccia tese verso la tempesta come se
avesse voluto proteggerlo. Appena ebbe compiuto questo gesto la
tempesta si placò miracolosamente. Dopo questa vicenda il re
Luigi esortò il suo popolo al culto devozionale del santo
Sacramento. Invitò il popolo conseguentemente a riflettere su
come Dio avesse protetto con il suo intervento miracoloso quel
fanciullo, battezzato e innocente e tramite questo avesse protetto
anche loro, come era già avvenuto per mezzo dell’intercessione
di suo Figlio quando si fece uomo per la nostra salvezza.
Nell’anno
1819 suor Emmerich raccontò la seguente visione: Io ho
chiamato Dio. Egli vuole vedere suo Figlio agire per i peccatori e
rinnovare il sacrificio d’amore per noi. Ebbi poi in questo
momento l’immagine del venerdì santo, il modo come il
Signore si immolò per noi sulla Croce, ed ho visto Maria e gli
Apostoli sotto la Croce sull’altare mentre il prete celebrava
la santa Messa. Quest’immagine mi appare giorno e notte e vedo
come l’intera comunità preghi male, ed il modo in cui il
prete adempie al suo ufficio. L’immagine della Chiesa
universale e di tutte le chiese e le comunità intorno, la vedo
raffigurata da vicino come un albero pieno di frutta, in un bosco,
illuminato dal sole e circondato da altri alberi. Mi appare
costantemente la celebrazione della Messa, di giorno e di notte, in
tutto il mondo, tra le comunità lontane, dove viene letta
interamente, come avveniva nel tempo degli Apostoli. Mi appare pure
un Ufficio divino celeste e gli Angeli che aggiungono tutto quello
che il prete trascura. Per mancanza di devozione della comunità
mi sacrifico e offro in suffragio il mio cuore supplicando il Signore
per la sua misericordia. Vedo molti preti adempiere il loro ufficio
in modo miserabile, preoccupandosi troppo di conservare una buona
esteriorità e trascurando così spesso le cose
interiori. Pensano più o meno in questo modo: “Come
vengo visto dal popolo?” preoccupandosi poco di come vengono
visti da Dio. Gli scrupolosi vogliono essere coscienti della loro
orazione. Io ho avuto questa sensibilità fin dalla più
tenera età. Spesso durante il giorno ero assorta in
contemplazione nella devozione della santa Messa e se qualcuno si
rivolgeva a me in quei momenti era come se durante il lavoro una
persona adulta venisse interrotta da un piccolo bambino. Gesù
ci ama attraverso la sua continua opera di redenzione con la Messa.
La Messa è la copertura della salvezza storica di tutti, per
mezzo del Sacramento. Io vidi tutto questo già nella
primissima gioventù, e credetti che anche tutti gli uomini
avessero visto così.
Sulla Messa sacrilega la Emmerich
ebbe visioni sul sacrificio di un bambino nel tempo antico e a questo
proposito così raccontò: «Quando vidi l’immagine
terribile del bambino sacrificato alla mia destra mi voltai ma lo
vidi egualmente a sinistra, e implorai il Signore di liberarmi
dall’orrore’. Allora sentii il mio Sposo celeste così
dirmi: “Vedi quanta rabbia, come essi quotidianamente si
comportano con me e agiscono in mio nome!”. Vidi poi alcuni
preti i quali, nonostante si trovassero in peccato mortale,
celebravano la santa Messa, e l’Ostia, che come un bambino
vivente era disteso sull’altare e veniva spezzato con la patena
e ferito in modo orrendo. Il sacrificio della santa Messa, per questo
genere di preti, non era altro che una forma di assassinio. Vidi
ancora, tanta gente infelice, e tanta buona gente in molti luoghi,
oppressa e perseguitata come se queste persecuzioni venissero fatte a
Gesù Cristo stesso. Un tempo terribile. Non c’è
nessuna scappatoia ma soltanto una grande nebbia di colpe che cala su
tutto il mondo. Anche a Roma vedo preti cattivi martirizzare Gesù
bambino nella Chiesa. Essi pretendono dal Papa qualcosa di molto
pericoloso; anche il Papa si accorse di ciò che io pure avevo
visto e, come un Angelo con la sua spada, li ricacciò via’.
Noi abbiamo notato fin qui, spesso, quali effetti avessero su Anna
Katharina Emmerich le benedizioni sacerdotali, specialmente durante
le malattie più difficili e le più violente tentazioni.
Nell’aprile del 1820 Anna Katharina Emmerich soffriva
acutamente ed accusava i dolori più violenti e lancinanti, a
tal punto che poteva appena parlare.
18 aprile: Il
“pellegrino” così scrive: «Essa si trovava
in una situazione molto difficile. Il padre confessore pregò
il parroco di Haltern di andare là a pregare per la malata e
benedirla. Anna Katharina ne poté trarre profitto; alla sera
il padre confessore usò dell’acquavite, essa obbedì;
poi i dolori divennero così forti che si lamentò
dicendo: “Io ho cercato da me stessa tutto questo, perché
non ho lasciato alle sofferenze le soddisfazioni desiderate. Ora devo
attendere che il fuoco si consumi! Devo abbandonare tutto nelle mani
di Dio”.
19 aprile: «Essa fu per tutta la notte
attraversata da un terribile calore e non poteva bere a causa della
ritenzione, il pastore di Haltern venne di nuovo nel corso della
giornata e le arrecò sollievo con la preghiera e la
benedizione. Il “pellegrino” la trovò, nel
pomeriggio, in una posizione del tutto mutata, interamente capovolta,
dove teneva normalmente i piedi adesso aveva la testa, cercando in
questo modo di trovare sollievo ai suoi dolori. Era sottoposta ad una
febbre terribile, i dolori si erano concentrati sulla parte sinistra
della spina dorsale. La pia suora ringraziò Dio per le
sofferenze, si sentì in comunione con le povere anime e si
rallegrò di non poter più arrecare alcuna offesa a Dio
nel Purgatorio».
20 aprile: «I dolori proseguono.
Essa vide tutte le parti interne del corpo ferite e sofferenti. Il
suo letto era tutto bagnato dal forte sudore, compresa la paglia del
materasso. Allora la malata disse al “pellegrino” che se
non fosse venuto qualcuno o qualcosa in suo soccorso sarebbe morta
perché non poteva più sopportare il dolore. Appariva
sfigurata dai dolori. Brentano si affrettò a chiamare il
parroco che subito venne e parlò e pregò con lei, poi
le pose la mano sul capo, come se avesse voluto trasmetterle la
calma, e lei cadde subito in un sonno lieve. Più tardi, al
risveglio, Anna Katharina così si esprimeva: “Pregai
intensamente Dio di perdonarmi quando, io stessa, imploro una pena
che non posso sopportare. Egli dovrebbe colmarmi con il suo amore, e
per amore del sangue di suo Figlio dovrebbe aver pietà di me.
Dovrebbe aiutarmi ancora una volta, se vuole che io abbia un compito
e lo possa assolvere sulla terra. Allora io mi sentii raggiungere da
un’unica risposta: “Il fuoco che tu hai ricevuto deve
ardere”. A questo punto non mi feci più alcuna
illusione, mi vidi in una condizione estremamente pericolosa e
implorai Dio affinché mi desse la forza di accettare tutte le
cose. Quando il parroco mi impose la mano sulla testa e pregò
fui attraversata da una luce leggera e mi addormentai. Mi parve come
se fossi stata una bambina e venissi cullata. Fui raggiunta da una
sensazione di calma e c’era una luce. Ricevetti uno stato di
sollievo e la speranza si riaccese in me”. Verso mezzogiorno si
levò di nuovo il male; Lambert, che era ammalato, le impose le
mani e recitò un rosario, in questo modo le fu d’aiuto.
23
dicembre 1820: alla mattina Sr. Emmerich fu trovata interamente priva
di sensi. Non poteva né muoversi e neppure parlare. Il prete
dovette andare in campagna ed inviò da lei il cappellano
Niesing, che recitò per lei le preghiere per gli ammalati dal
libretto di Cochem. La pia Emmerich ne ricevette sollievo e riprese
coscienza potendo, come disse più tardi, “riprendere a
pensare”. Il suo polso era appena percettibile; non poteva
parlare, era rigida per il freddo interiore. Niesing recitò
nuovamente dopo un’ora le preghiere per lei; la Veggente adesso
poteva pensare solo a tratti e a quel contatto si levò in
mezzo al letto dicendo: Ho visto di cosa è capace la mano di
un vero sacerdote e la preghiera! Il giorno dopo così si
esprimeva: Stanotte ho sofferto dolori sorprendenti che mi hanno
attraversato tutte le membra, ho sofferto anche una sete tremenda,
senza poter bere. Persi la coscienza e pensai, al mattino, di morire
veramente. Ma poi non ne potetti più. Allora capii col cuore,
che l’uomo non può pensare a Dio se Dio stesso non gli
concede questa grazia, e se io ancora potevo questo, era gi una
grazia. Quando Niesing venne non potevo muovere le membra e neanche
parlare. Sapevo che egli aveva il libretto con sé ed ebbi la
speranza che avrebbe pregato. E quando lui iniziò a pregare la
sua compassione mi attraversò come un calore, ritornai in me
stessa e potei pensare profondamente a “Gesù, Maria e
Giuseppe”, questo mi salvò. Così la vita mi fu
ridonata dalla benedizione di un sacerdote.
Alla sera Anna
Katharina pregò un’altra volta per la benedizione e
sulla reliquia di santo Cosma. Il giorno dopo si trovava ancora in
uno stato così misero e poté pronunciare solo alcune
parole. Appena impressi la reliquia sul mio petto, vidi il Santo
vicino a me e fui investita da una corrente di calore. Ricevetti più
vita, ma sono ancora piena di dolori lancinanti. La sete mi affligge
in modo tremendo e non posso bere. Anna Katharina Emmerich rimase
distesa per tutto il giorno, la sera della Vigilia di Natale restò
immobile e in un silenzio mortale. Grazie a queste sue sofferenze il
malato Lambert si sentì molto meglio. Le sofferenze ed i
dolori di Anna Katharina Emmerich erano state devolute a suo favore.
P. Limberg parlò al “pellegrino” sulle “dita
dei preti”, così come la Veggente gli aveva spiegato.
«Lei mi ha spesso parlato di questo fatto, dicendomi che se
anche tutto il corpo di un prete si riduce in polvere e l’anima
viene gettata nell’inferno, la Consacrazione delle dita resta
sempre riconoscibile tra le ossa. Per bruciare queste dita occorre un
fuoco eccezionale; nonostante questo la consacraZione resta ancora
impressa e indistruttibile. Anche nei turbamenti difficili, portati
dal nemico dell’uomo, il maligno, la benedizione del prete
portò ad Anna Katharina un sollievo momentaneo. Io soffrii —
raccontò lei — tali dolori alle piaghe, che avrei
volentieri voluto gridare ad alta voce, poiché si erano fatti
insopportabili. Il sangue scorse a più riprese. Poi apparve
Satana come angelo della luce e mi disse non solo interiormente ma
parlandomi a viva voce: “Devo penetrare le tue piaghe in modo
che domani tutto sarà a posto e non ti faranno più
male, così tu non soffrirai più!” Lo riconobbi
subito e gli dissi: “Vai via! Non ho bisogno dite! Non voglio
niente da te!” Allora scivolò via e si nascose come un
cane dietro l’armadio. Dopo un certo tempo ritornò di
nuovo e disse: “Tu non devi pensare che con Gesù starai
bene, tutto viene da me, sono io che ti do quelle immagini. Io ho
anche un regno, sono potente e spodesterò il tuo Signore”.
Era tardissimo, quando poi egli ritornò dicendomi:
“Perché
ti giri intorno tormentandoti e non sai come e da dove viene? Tutto
ciò che hai e vedi viene da me”. Allora gli gridai di
andar via e di lasciarmi stare perché volevo appartenere solo
a Gesù Cristo. “Io voglio amare solo Lui e fuggirti.
Voglio avere sofferenze e dolori così come Egli vuole”.
Chiamai il padre confessore perché la mia paura fu molto
grande. Costui mi benedì e allora il nemico si allontanò
da me. Alla mattina mentre stavo recitando il Credo entrò di
nuovo furtivamente e mi disse:
“Cosa ti aiuta a pregare con
“il Credo” quando non ne comprendi nessuna parola? Ti
voglio chiaramente mostrare quello che dovresti vedere e conoscere!”.
Allora gli risposi: “Io non voglio conoscere ma credere!”.
Mi disse una frase dalla Sacra Scrittura ma senza poter pronunciare
un nome. Appena capii che non poteva pronunciarlo gli dissi
ripetutamente:
“Pronuncia la parola, dilla tutta!”,
così dicendo mi tremarono le braccia e le gambe ed egli
finalmente scomparve”.
L’energia che avvolge la
stola sacerdotale in simili situazioni si rivela nelle notizie del
“pellegrino” del 2 giugno 1821, il quale così
scrive: “Trovai la pia suora molto sconvolta, che mi raccontò
tra lacrime e paura: «Stanotte ho avuto una delle notti più
tremende: è comparsa una gatta ed è venuta verso il mio
letto. Saltò sulla mia mano. Allora l’afferrai per le
zampe e la trattenni fuori del letto e volevo ucciderla, ma mi
sfuggì. Restai sveglia e vidi tutto ciò che mi
circondava. Il maligno ritornò e mi maltrattò durante
tutta la notte fino alle 3 del mattino, era una figura nera e
orribile. Mi batté e mi trascinò fuori dal letto, mi
trovai con le mani sul pavimento, mi lanciò in avanti e mi
compresse in modo terribile con i cuscini, poi mi sollevò in
aria. Allora ebbi la certezza che non era un sogno. Feci tutto ciò
che sapevo: presi le mie reliquie sacre ma non ne ebbi aiuto. Pregai
allora disperata Dio e tutti i Santi, domandando loro se avevo così
grandi colpe e se dovessi pagarle in questo modo, e ancora non ebbi
nessuna risposta, sembravo abbandonata al “nemico dell’uomo”.
Protestai verso il nemico, e chiamando tutti i Santi per nome, gli
chiesi di dirmi quale diritto avesse per far questo. Egli non mi
rispose ma continuò con i suoi tormenti. Ripetutamente cercava
di afferrarmi sempre al dorso e alle spalle con le sue mani o artigli
di ghiaccio. Finalmente ricevetti una certa forza e saltai
sull’armadio, presi la stola del mio padre confessore ivi
custodita e l’avvolsi attorno al mio collo. Allora cessò
di afferrarmi e prese a parlare. Discorse sempre con una sicurezza e
astuzia senza pari. Mi rimproverò perché io lo
osteggiavo sempre in quel modo e gli facevo tanti danni, sempre con
un tono di voce come se fosse dalla parte della più grande
ragione. Quando avevo chiesto a Dio se avessi avuto così tante
colpe, il nemico mi disse: “Tu ricevi qualcosa da me”, ma
io gli risposi: “Da te posso avere solo i peccati, che sono
maledetti come te dall’inizio! Gesù Cristo ha ben fatto!
Mantienili con te e ritorna con loro fin nel profondo dell’inferno!
È
indicibile spiegare cosa ho sofferto con quest’incontro!”
Ella pianse e tremò in tutto il corpo, solo al ricordo di tale
orribile esperienza.
Effetto del frammento della Croce. Diario del
dr. Wesener, del 16 ottobre 1861, sull’effetto delle reliquie
su Anna Katharina Emmerich: “Vidi l’ammalata in un’estasi
profonda; giunse anche il P. Limberg, gli mostrai una cassettina
ereditata da mia suocera che conteneva alcune reliquie, erano due
particelle particolarmente significative della santa Croce”. P.
Limberg senza pronunciare una parola mi prese la cassettina dalle
mani e si avvicinò con questa all’ammalata, gliela
mostrò mantenendo una certa distanza. Improvvisamente la
malata si levò dal letto e afferrò con brama la
cassettina comprimendosela sul cuore. P. Limberg le domandò
cosa ci fosse dentro. Ella rispose: “Qualcosa di molto
prezioso, come della santa Croce”.
P. Limberg la richiamò
dallo stato di estasi ed io ripresi la mia cassettina. Ella fu molto
meravigliata che la cassettina mi appartenesse, perché si
ricordava di averla trovata sotto le vecchie pezze che riceveva a
Coesfeld per i poveri e i malati. La veggente era anche meravigliata
fortemente per il fatto che la devota, dalla quale riceveva i pezzi
di stoffa, non avesse custodito bene questa sacralità . Cinque
anni più tardi il “pellegrino” ritornò
ancora sulle stesse particelle della Croce.•Quando mostrai ad
Anna Katharina Emmerich una particella della Croce del dottor
Wesener, ella l’afferrò e poi disse: “Io ho anche
questa, l’ho nel cuore e sul petto (portava una particola della
croce ricevuta da Overberg). Ho anche una particella della lancia.
Quella che era conficcata nel corpo di Gesù Cristo e pende
dalla Croce. Non posso decidermi quale debba amare di più: la
Croce è il mezzo della salvezza, la lancia ha aperto una larga
porta all’amore. Ieri ho vissuto profondamente gli avvenimenti
collegati a queste particelle! (era il venerdì).
La
particella mi addolcisce i dolori, le reliquie li ricacciano. Nei
momenti in cui la particella mi addolcisce i dolori mi sono rivolta
spesso al Signore in questo modo: ‘Signore se a te fosse stato
così dolce soffrire sulla Croce, questa particola non avrebbe
potuto rendere i miei dolori così tenui “.
Con il
cambiamento dell’appartamento nell’agosto del 1821 la
particella della Croce, conservata da Overberg, era andata perduta.
La qual cosa portò molto dolore ad Anna Katharina Emmerich.
Allora decise di rivolgersi a sant’Antonio e fece celebrare in
suo onore una santa Messa, affinché il Santo si fosse
adoperato a questo fine. Infatti il 17 agosto ella si ritrovò
la particella della Croce in mano durante una visione. San Giuseppe e
sant’Antonio sono venuti da me, e sant’Antonio mi ha dato
la croce. Così spiegò poi la veggente.
Le consacrazioni
«Non vidi mai luccicare un’Immagine della
Misericordia, ma vidi la luce del sole riflettersi sulla stessa. I
raggi ricevuti dal sole erano inviati a sua volta dall’icona
sull’orante. Io non ho mai visto luccicare la croce di
Coesfeld, ma chiaramente quella della Croce chiusa nella custodia.
Vidi anche raggi di luce che dalla Croce si riversavano sugli
oranti». Quando il “pellegrino” una volta le mostrò
un “Agnus Dei”‘, mentre lei si occupava con le
reliquie, gli disse: «Questo è buono e dà forza,
è consacrato; ma trovo la forza nelle reliquie». Di una
croce consacrata disse.»La consacrazione luccica come una
stella! La innalza nella gloria!. Ma le dita del prete (rivolta al
suo padre confessore), sono ancora meglio. Questa croce può
distruggersi mentre le dita del prete sono consacrate per sempre. La
morte e l’inferno non possono annullare la consacrazione delle
dita, questa viene distinta ancora in cielo.
Di Gesù che ci ha salvati
Qualcuno le portò un’immaginetta consacrata della
Madre di Dio, e lei a quella vista disse: «Questa è
benedetta, custodiscila bene e non metterla tra le cose profane. Chi
venera la Madre di Dio, onora con Lei suo Figlio che ci ha salvati.
Queste cose sono molto buone, vanno impresse sul cuore, custodiscila
bene». Un’altra volta le venne portata un’altra
immaginetta, e lei se la portò sul petto dicendo: Ah! La donna
forte! Quest’immagine ha attinenza con quella della
Misericordia!».
La monetina di S. Benedetto
Un’altra volta il pellegrino le diede un involucro di vetro
dove era attaccata una monetina ad un pezzettino di velluto. Allora
lei disse: «La stoffa è anche benedetta. Questa è
una monetina di san Benedetto consacrata con una benedizione.
Benedetto l’ha lasciata al suo ordine religioso ed ha relazione
col miracolo che avvenne quando i monaci gli diedero da bere il
veleno ed egli infranse il bicchiere con il segno della croce. Questa
monetina agisce contro il veleno, la peste, l’incantesimo e le
tentazioni demoniche. Il velluto rosso, sul quale è attaccato,
è stato tolto dalla tomba di Willibald a Valpurga , nel luogo
dove scorre l’olio dalle ossa di Walpurga. I religiosi hanno
reciso questo pezzetto per tale uso, dopo esserci passati sopra con i
piedi nudi». Il luglio 1821: mentre essa parlava, il
“pellegrino” le diede nelle mani un libro aperto con la
pagina chiazzata del suo sangue. A questa vista essa rise e disse:
«Quello che è sprizzato sul libro proviene da questo
fiorellino rosso e bianco al centro della mia mano». Un’altra
volta “il pellegrino” le diede la medesima pagina nelle
mani ponendole la domanda: Losa ha toccato questo foglio?’
allora si girò e disse: Le piaghe di Gesù!”.
IO CONDUCO QUESTA NAVE A.N.A. 100 6 giugno 1995
Catalina Rivas
Gesù
Io sono la pietà, la Misericordia e l'amore. Tutto questo troverete in Me, se lavorerete per Me. Perché non sapete ancora oggi riconoscere le Mie Parole? Mi costa una tremenda lotta riscattare ciascuno dal fango presente nel mondo. Seguite la vostra fede, aprite gli occhi dell'anima. Ascoltate le parole e cercate l'astuzia di chi vuole imitarmi. Molte volte è necessario ferire per poter amare. Voglio la sincerità nei vostri cuori.
Mi duole parlarvi in questo modo però, giustamente, Io tengo conto di ciò che sono gli uni e gli altri. Lasciatemi operare, conduco Io questa nave. Sappiate essere esempio senza sentirvi esemplari. Molti lavorano nella Mia vigna, però non tutti raccolgono la Mia uva. Credete forse che Io avrei tenuto la figlia Mia a scrivere giorno e notte, se non avessi voluto parlarvi di più? Perché cercate e accettate parole e azioni che potrebbero confondervi?
I giorni del mondo si abbreviano e voi avete avuto la conoscenza di una grazia che altri non hanno. Imparate una volta per tutte che: Io non sto dove c'è la menzogna; Io non sto dove c'è la finzione; Io non sto dove c'è l'immodestia... Io Mi separo dalla presunzione!
Esistono sofferenze cercate ed esistono sofferenze sopportate; ognuno deve prendersi le responsabilità delle proprie azioni. Soltanto Io ho il diritto di ritoccare un quadro, più nessuno può sciuparlo. Non vi è necessario cercare altre parole. Vivete quanto avete già nelle vostre mani. Io ho sete di amore, ma ho ricevuto tanti dubbi e tante ingratitudini.
Non Mi abbasso ad abitare dove non trovo le cose che Mi appartengono. Cercate di capire che per operare in voi, Io ho bisogno che ci sia una grande uguaglianza nelle cose, che ci sia dunque un gruppo fino a un certo punto omogeneo.
Sotto altra forma sono venuto ad operare in una parte delle vostre anime e voi siete andati a distruggerne un'altra. Le cose disuguali in questo caso sono incomplete. Il Mio Volere fa germinare i Miei figli e li moltiplica, però li separa, li sceglie a gruppi e modella e lavora ogni gruppo. Per chi Mi ama, tutto è possibile se unito a Me.
Fate attenzione che false rivelazioni non vi ingannino e non vi impauriscano i loro eventi terribili. L'opera di morte dei lupi si vedrà dettagliatamente sotto gli occhi di chi rimarrà fedele e si sapranno una per una tutte le loro azioni piene di orgoglio e di superbia.
Gli ipocriti ingannano gli uomini, ma mai Dio. Chiudete le porte alla menzogna e alla lusinga; cercate luce nella preghiera continua e lasciate che i ciechi guidino gli altri ciechi; ogni pianta non seminata dal Padre Celeste, sarà strappata dalla radice.