Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Sento la vocazione del sacerdote. Con quale amore, Gesù, ti porterei nelle mie mani quando, alla mia voce, discendessi dal cielo! Con quale amore ti darei alle anime! Ma, pur desiderando di essere sacerdote, ammiro e invidio l'umiltà  di san Francesco d'Assisi e sento la vocazione d'imitarlo, rifiutando la dignità  sublime del sacerdozio. (Santa Teresina di Lisieux)

Liturgia delle Ore - Letture

Lunedi della 32° settimana del tempo ordinario (San Leone Magno)

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 8

1Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi.2Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.3Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo,4gli dicono: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?".6Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.7E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei".8E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.9Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.10Alzatosi allora Gesù le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?".11Ed essa rispose: "Nessuno, Signore". E Gesù le disse: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più".

12Di nuovo Gesù parlò loro: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita".

13Gli dissero allora i farisei: "Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera".14Gesù rispose: "Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado.15Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno.16E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato.17Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera:18orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza".19Gli dissero allora: "Dov'è tuo padre?". Rispose Gesù: "Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio".20Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora.
21Di nuovo Gesù disse loro: "Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire".22Dicevano allora i Giudei: "Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?".23E diceva loro: "Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.24Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati".25Gli dissero allora: "Tu chi sei?". Gesù disse loro: "Proprio ciò che vi dico.26Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui".27Non capirono che egli parlava loro del Padre.28Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.29Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite".30A queste sue parole, molti credettero in lui.

31Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli;32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".33Gli risposero: "Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?".34Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.35Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre;36se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.37So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi.38Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!".39Gli risposero: "Il nostro padre è Abramo". Rispose Gesù: "Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo!40Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto.41Voi fate le opere del padre vostro". Gli risposero: "Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!".42Disse loro Gesù: "Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.43Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole,44voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.45A me, invece, voi non credete, perché dico la verità.46Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete?47Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio".
48Gli risposero i Giudei: "Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio?".49Rispose Gesù: "Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate.50Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica.51In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte".52Gli dissero i Giudei: "Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte".53Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?".54Rispose Gesù: "Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "È nostro Dio!",55e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola.56Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò".57Gli dissero allora i Giudei: "Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?".58Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono".59Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.


Numeri 15

1Il Signore disse a Mosè:2"Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando sarete entrati nel paese che dovrete abitare e che io vi dò3e offrirete al Signore un sacrificio consumato dal fuoco, olocausto o sacrificio per soddisfare un voto, o per un'offerta volontaria, o nelle vostre solennità, per fare un profumo soave per il Signore con il vostro bestiame grosso o minuto,4colui che presenterà l'offerta al Signore, offrirà in oblazione un decimo di 'efa' di fior di farina intrisa in un quarto di 'hin' di olio.5Farai una libazione di un quarto di 'hin' di vino oltre l'olocausto o sacrificio per ogni agnello.6Se è per un ariete, offrirai in oblazione due decimi di 'efa' di fior di farina con un terzo di 'hin' di olio7e farai una libazione di un terzo di 'hin' di vino come offerta di odore soave in onore del Signore.8Se offri un giovenco in olocausto o in sacrificio per soddisfare un voto o in sacrificio di comunione al Signore,9oltre il giovenco si offrirà, in oblazione, tre decimi di 'efa' di fior di farina intrisa in mezzo 'hin' di olio10e farai una libazione di un mezzo 'hin' di vino; è un sacrificio consumato dal fuoco, soave profumo per il Signore.11Così si farà per ogni bue, per ogni ariete, per ogni agnello o capretto.12Qualunque sia il numero degli animali che immolerete, farete così per ciascuna vittima.13Quanti sono nativi del paese faranno così, quando offriranno un sacrificio consumato dal fuoco, soave profumo per il Signore.14Se uno straniero che soggiorna da voi o chiunque dimorerà in mezzo a voi in futuro, offrirà un sacrificio con il fuoco, soave profumo per il Signore, farà come fate voi.15Vi sarà una sola legge per tutta la comunità, per voi e per lo straniero che soggiorna in mezzo a voi; sarà una legge perenne, di generazione in generazione; come siete voi, così sarà lo straniero davanti al Signore.16Ci sarà una stessa legge e uno stesso rito per voi e per lo straniero che soggiorna presso di voi".
17Il Signore disse ancora a Mosè:18"Parla agli Israeliti e riferisci loro. Quando sarete arrivati nel paese dove io vi conduco19e mangerete il pane di quel paese, ne preleverete un'offerta da presentare al Signore.20Delle primizie della vostra madia, metterete da parte una focaccia come offerta da elevare secondo il rito, la preleverete come si preleva dall'aia l'offerta che si fa con il rito di elevazione.21Delle primizie della vostra madia darete al Signore una parte come offerta che si fa elevandola, di generazione in generazione.
22Se avrete mancato per inavvertenza e non avrete osservato tutti questi comandi che il Signore ha dati a Mosè,23quanto il Signore vi ha comandato per mezzo di Mosè, dal giorno in cui il Signore vi ha dato comandi e in seguito, nelle vostre successive generazioni,24se il peccato è stato commesso per inavvertenza da parte della comunità, senza che la comunità se ne sia accorta, tutta la comunità offrirà un giovenco come olocausto di soave profumo per il Signore, con la sua oblazione e la sua libazione secondo il rito, e un capro come sacrificio espiatorio.25Il sacerdote farà il rito espiatorio per tutta la comunità degli Israeliti e sarà loro perdonato; infatti si tratta di un peccato commesso per inavvertenza ed essi hanno portato l'offerta, il sacrificio fatto in onore del Signore mediante il fuoco e il loro sacrificio espiatorio davanti al Signore, a causa della loro inavvertenza.26Sarà perdonato a tutta la comunità degli Israeliti e allo straniero che soggiorna in mezzo a loro, perché tutto il popolo ha peccato per inavvertenza.27Se è una persona sola che ha peccato per inavvertenza, offra una capra di un anno come sacrificio espiatorio.28Il sacerdote farà il rito espiatorio davanti al Signore per la persona che avrà mancato commettendo un peccato per inavvertenza; quando avrà fatto l'espiazione per essa, le sarà perdonato.29Si tratti di un nativo del paese tra gli Israeliti o di uno straniero che soggiorna in mezzo a voi, avrete un'unica legge per colui che pecca per inavvertenza.
30Ma la persona che agisce con deliberazione, nativo del paese o straniero, insulta il Signore; essa sarà eliminata dal suo popolo.31Poiché ha disprezzato la parola del Signore e ha violato il suo comando, quella persona dovrà essere eliminata; porterà il peso della sua colpa".
32Mentre gli Israeliti erano nel deserto, trovarono un uomo che raccoglieva legna in giorno di sabato.33Quelli che l'avevano trovato a raccogliere legna, lo condussero a Mosè, ad Aronne e a tutta la comunità.34Lo misero sotto sorveglianza, perché non era stato ancora stabilito che cosa gli si dovesse fare.35Il Signore disse a Mosè: "Quell'uomo deve essere messo a morte; tutta la comunità lo lapiderà fuori dell'accampamento".36Tutta la comunità lo condusse fuori dell'accampamento e lo lapidò; quegli morì secondo il comando che il Signore aveva dato a Mosè.
37Il Signore aggiunse a Mosè:38"Parla agli Israeliti e ordina loro che si facciano, di generazione in generazione, fiocchi agli angoli delle loro vesti e che mettano al fiocco di ogni angolo un cordone di porpora viola.39Avrete tali fiocchi e, quando li guarderete, vi ricorderete di tutti i comandi del Signore per metterli in pratica; non andrete vagando dietro il vostro cuore e i vostri occhi, seguendo i quali vi prostituite.40Così vi ricorderete di tutti i miei comandi, li metterete in pratica e sarete santi per il vostro Dio.41Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho fatti uscire dal paese di Egitto per essere il vostro Dio. Io sono il Signore vostro Dio".


Giobbe 34

1Eliu continuò a dire:

2Ascoltate, saggi, le mie parole
e voi, sapienti, porgetemi l'orecchio,
3Perché l'orecchio distingue le parole,
come il palato assapora i cibi.
4Esploriamo noi ciò che è giusto,
indaghiamo fra di noi quale sia il bene:
5poiché Giobbe ha detto: "Io son giusto,
ma Dio mi ha tolto il mio diritto;
6contro il mio diritto passo per menzognero,
inguaribile è la mia piaga benché senza colpa".
7Chi è come Giobbe
che beve, come l'acqua, l'insulto,
8che fa la strada in compagnia dei malfattori,
andando con uomini iniqui?
9Poiché egli ha detto: "Non giova all'uomo
essere in buona grazia con Dio".
10Perciò ascoltatemi, uomini di senno:
lungi da Dio l'iniquità
e dall'Onnipotente l'ingiustizia!
11Poiché egli ripaga l'uomo secondo il suo operato
e fa trovare ad ognuno secondo la sua condotta.
12In verità, Dio non agisce da ingiusto
e l'Onnipotente non sovverte il diritto!
13Chi mai gli ha affidato la terra
e chi ha disposto il mondo intero?
14Se egli richiamasse il suo spirito a sé
e a sé ritraesse il suo soffio,
15ogni carne morirebbe all'istante
e l'uomo ritornerebbe in polvere.
16Se hai intelletto, ascolta bene questo,
porgi l'orecchio al suono delle mie parole.
17Può mai governare chi odia il diritto?
E tu osi condannare il Gran Giusto?
18lui che dice ad un re: "Iniquo!"
e ai principi: "Malvagi!",
19lui che non usa parzialità con i potenti
e non preferisce al povero il ricco,
perché tutti costoro sono opera delle sue mani?
20In un istante muoiono e nel cuore della notte
sono colpiti i potenti e periscono;
e senza sforzo rimuove i tiranni,
21poiché egli tiene gli occhi sulla condotta
dell'uomo
e vede tutti i suoi passi.
22Non vi è tenebra, non densa oscurità,
dove possano nascondersi i malfattori.
23Poiché non si pone all'uomo un termine
per comparire davanti a Dio in giudizio:
24egli fiacca i potenti, senza fare inchieste,
e colloca altri al loro posto.
25Poiché conosce le loro opere,
li travolge nella notte e sono schiacciati;
26come malvagi li percuote,
li colpisce alla vista di tutti;
27perché si sono allontanati da lui
e di tutte le sue vie non si sono curati,
28sì da far giungere fino a lui il grido
dell'oppresso e fargli udire il lamento dei poveri.
29Se egli tace, chi lo può condannare?
Se vela la faccia, chi lo può vedere?
Ma sulle nazioni e sugli individui egli veglia,
30perché non regni un uomo perverso,
perché il popolo non abbia inciampi.
31Si può dunque dire a Dio:
"Porto la pena, senza aver fatto il male;
32se ho peccato, mostramelo;
se ho commesso l'iniquità, non lo farò più"?
33Forse, secondo le tue idee dovrebbe ricompensare,
perché tu rifiuti il suo giudizio?
Poiché tu devi scegliere, non io,
di', dunque, quello che sai.
34Gli uomini di senno mi diranno
con l'uomo saggio che mi ascolta:
35"Giobbe non parla con sapienza
e le sue parole sono prive di senno".
36Bene, Giobbe sia esaminato fino in fondo,
per le sue risposte da uomo empio,
37perché aggiunge al suo peccato la rivolta,
in mezzo a noi batte le mani
e moltiplica le parole contro Dio.


Salmi 114

1Alleluia.

Quando Israele uscì dall'Egitto,
la casa di Giacobbe da un popolo barbaro,
2Giuda divenne il suo santuario,
Israele il suo dominio.

3Il mare vide e si ritrasse,
il Giordano si volse indietro,
4i monti saltellarono come arieti,
le colline come agnelli di un gregge.

5Che hai tu, mare, per fuggire,
e tu, Giordano, perché torni indietro?
6Perché voi monti saltellate come arieti
e voi colline come agnelli di un gregge?

7Trema, o terra, davanti al Signore,
davanti al Dio di Giacobbe,
8che muta la rupe in un lago,
la roccia in sorgenti d'acqua.


Isaia 44

1Ora ascolta, Giacobbe mio servo,
Israele da me eletto.
2Così dice il Signore che ti ha fatto,
che ti ha formato dal seno materno e ti aiuta:
"Non temere, Giacobbe mio servo,
Iesurùn da me eletto,
3poiché io farò scorrere acqua sul suolo assetato,
torrenti sul terreno arido.
Spanderò il mio spirito sulla tua discendenza,
la mia benedizione sui tuoi posteri;
4cresceranno come erba in mezzo all'acqua,
come salici lungo acque correnti.
5Questi dirà: Io appartengo al Signore,
quegli si chiamerà Giacobbe;
altri scriverà sulla mano: Del Signore,
e verrà designato con il nome di Israele".

6Così dice il re di Israele,
il suo redentore, il Signore degli eserciti:
"Io sono il primo e io l'ultimo;
fuori di me non vi sono dèi.
7Chi è come me? Si faccia avanti e lo proclami,
lo riveli di presenza e me lo esponga.
Chi ha reso noto il futuro dal tempo antico?
Ci annunzi ciò che succederà.
8Non siate ansiosi e non temete:
non forse già da molto tempo
te l'ho fatto intendere e rivelato?
Voi siete miei testimoni: C'è forse un dio fuori di me
o una roccia che io non conosca?".

9I fabbricatori di idoli sono tutti vanità e le loro opere preziose non giovano a nulla; ma i loro devoti non vedono né capiscono affatto e perciò saranno coperti di vergogna.10Chi fabbrica un dio e fonde un idolo senza cercarne un vantaggio?11Ecco, tutti i suoi seguaci saranno svergognati; gli stessi artefici non sono che uomini. Si radunino pure e si presentino tutti; saranno spaventati e confusi insieme.
12Il fabbro lavora il ferro di una scure, lo elabora sulle braci e gli da' forma con martelli, lo rifinisce con braccio vigoroso; soffre persino la fame, la forza gli viene meno; non beve acqua ed è spossato.13Il falegname stende il regolo, disegna l'immagine con il gesso; la lavora con scalpelli, misura con il compasso, riproducendo una forma umana, una bella figura d'uomo da mettere in un tempio.14Egli si taglia cedri, prende un cipresso o una quercia che lascia crescere robusta nella selva; pianta un frassino che la pioggia farà crescere.
15Tutto ciò diventa per l'uomo legna da bruciare; ne prende una parte e si riscalda o anche accende il forno per cuocervi il pane o ne fa persino un idolo e lo adora, ne forma una statua e la venera.16Una metà la brucia al fuoco, sulla brace arrostisce la carne, poi mangia l'arrosto e si sazia. Ugualmente si scalda e dice: "Mi riscaldo; mi godo il fuoco".17Con il resto fa un dio, il suo idolo; lo venera, lo adora e lo prega: "Salvami, perché sei il mio dio!".
18Non sanno né comprendono; una patina impedisce agli occhi loro di vedere e al loro cuore di capire.19Essi non riflettono, non hanno scienza e intelligenza per dire: "Ho bruciato nel fuoco una parte, sulle sue braci ho cotto perfino il pane e arrostito la carne che ho mangiato; col residuo farò un idolo abominevole? Mi prostrerò dinanzi ad un pezzo di legno?".20Si pasce di cenere, ha un cuore illuso che lo travia; egli non sa liberarsene e dire: "Ciò che tengo in mano non è forse falso?".

21Ricorda tali cose, o Giacobbe,
o Israele, poiché sei mio servo.
Io ti ho formato, mio servo sei tu;
Israele, non sarai dimenticato da me.
22Ho dissipato come nube le tue iniquità
e i tuoi peccati come una nuvola.
Ritorna a me, poiché io ti ho redento.
23Esultate, cieli, poiché il Signore ha agito;
giubilate, profondità della terra!
Gridate di gioia, o monti,
o selve con tutti i vostri alberi,
perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
in Israele ha manifestato la sua gloria.

24Dice il Signore, che ti ha riscattato
e ti ha formato fino dal seno materno:
"Sono io, il Signore, che ho fatto tutto,
che ho spiegato i cieli da solo,
ho disteso la terra; chi era con me?
25Io svento i presagi degli indovini,
dimostro folli i maghi,
costringo i sapienti a ritrattarsi
e trasformo in follia la loro scienza;
26confermo la parola dei suoi servi,
compio i disegni dei suoi messaggeri.
Io dico a Gerusalemme: Sarai abitata,
e alle città di Giuda: Sarete riedificate
e ne restaurerò le rovine.
27Io dico all'oceano: Prosciugati!
Faccio inaridire i tuoi fiumi.
28Io dico a Ciro: Mio pastore;
ed egli soddisferà tutti i miei desideri,
dicendo a Gerusalemme: Sarai riedificata;
e al tempio: Sarai riedificato dalle fondamenta".


Atti degli Apostoli 13

1C'erano nella comunità di Antiòchia profeti e dottori: Bàrnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode tetrarca, e Saulo.2Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: "Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati".3Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono.

4Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro.5Giunti a Salamina cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei, avendo con loro anche Giovanni come aiutante.6Attraversata tutta l'isola fino a Pafo, vi trovarono un tale, mago e falso profeta giudeo, di nome Bar-Iesus,7al seguito del proconsole Sergio Paolo, persona di senno, che aveva fatto chiamare a sé Bàrnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio.8Ma Elimas, il mago, - ciò infatti significa il suo nome - faceva loro opposizione cercando di distogliere il proconsole dalla fede.9Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui e disse:10"O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie diritte del Signore?11Ecco la mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole". Di colpo piombò su di lui oscurità e tenebra, e brancolando cercava chi lo guidasse per mano.12Quando vide l'accaduto, il proconsole credette, colpito dalla dottrina del Signore.

13Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme.14Essi invece proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia di Pisidia ed entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, si sedettero.15Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandarono a dire loro: "Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!".

16Si alzò Paolo e fatto cenno con la mano disse: "Uomini di Israele e voi timorati di Dio, ascoltate.17Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri ed esaltò il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, 'e con braccio potente li condusse via di là'.18Quindi, 'dopo essersi preso cura di loro per circa quarant'anni nel deserto',19'distrusse sette popoli nel paese di Canaan e concesse loro in eredità' quelle terre,20per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta Samuele.21Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni.22E, dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: 'Ho trovato Davide', figlio di Iesse, 'uomo secondo il mio cuore'; egli adempirà tutti i miei voleri.
23Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù.24Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele.25Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono ciò che voi pensate che io sia! Ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di sciogliere i sandali.
26Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata questa parola di salvezza.27Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l'hanno riconosciuto e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che si leggono ogni sabato;28e, pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso.29Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro.30Ma Dio lo ha risuscitato dai morti31ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono i suoi testimoni davanti al popolo.
32E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta,33poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo:

'Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.'

34E che Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzione, è quanto ha dichiarato:

'Darò a voi le cose sante promesse a Davide, quelle
sicure.'

35Per questo anche in un altro luogo dice:

'Non permetterai che il tuo santo subisca la
corruzione.'

36Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione.37Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione.38Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera di lui vi viene annunziata la remissione dei peccati39e che per lui chiunque crede riceve giustificazione da tutto ciò da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosè.40Guardate dunque che non avvenga su di voi ciò che è detto nei Profeti:

41'Mirate, beffardi,
stupite e nascondetevi,
poiché un'opera io compio ai vostri giorni,
un'opera che non credereste, se vi fosse
raccontata'!".

42E, mentre uscivano, li pregavano di esporre ancora queste cose nel prossimo sabato.43Sciolta poi l'assemblea, molti Giudei e proseliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, li esortavano a perseverare nella grazia di Dio.

44Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola di Dio.45Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo, bestemmiando.46Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: "Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani.47Così infatti ci ha ordinato il Signore:

'Io ti ho posto come luce per le genti,
perché tu porti la salvezza sino all'estremità della
terra'".

48Nell'udir ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola di Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna.49La parola di Dio si diffondeva per tutta la regione.50Ma i Giudei sobillarono le donne pie di alto rango e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li scacciarono dal loro territorio.51Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio,52mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.


Capitolo I: Cristo parla interiormente all’anima fedele

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1. "Darò ascolto a quello che stia per dire dentro di me il Signore" (Sal 84,9). Beata l'anima che ascolta il Signore che le parla dentro, e accoglie dalla sua bocca la parola di consolazione. Beate le orecchie che colgono la preziosa e discreta voce di Dio, e non tengono alcun conto dei discorsi di questo mondo. Veramente beate le orecchie che danno retta, non alla voce che risuona dal di fuori, ma alla verità, che ammaestra dal di dentro. Beati gli occhi, che, chiusi alle cose esteriori, sono attenti alle interiori. Beati coloro che sanno penetrare ciò che è interiore e si preoccupano di prepararsi sempre più, con sforzo quotidiano, a comprendere le cose arcane del cielo. Beati coloro che bramano di dedicarsi a Dio, sciogliendosi da ogni impaccio temporale.  

2. Comprendi tutto ciò, anima mia, e chiudi la porta dei sensi, affinché tu possa udire quello che ti dice interiormente Iddio, tuo signore. Questo dice il tuo diletto: "Io sono la tua salvezza" (Sal 34,3), la tua pace, la tua vita; stai accanto a me e troverai la pace; lascia tutte le cose che passano, cerca le cose eterne. Che altro sono le cose corporali, se non illusioni? E a che gioveranno tutte le creature, se sarai abbandonata dal Creatore? Oh, anima mia, rinuncia a tutto e fatti cara e fedele al tuo Creatore, così da poter raggiungere la vera beatitudine.


DISCORSO 293/D SUL NATALE DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Discorsi - Sant'Agostino

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Testimonianza del Signore su Giovanni e di questi sul Signore. Si dà lettura di Act 13, 25

1. È grande la testimonianza che dà il Signore stesso di Giovanni il battezzatore - non dell'Evangelista - del quale oggi celebriamo il giorno della nascita, il celebre giorno. Afferma infatti di lui il nostro Salvatore, il Signore suo e nostro... e che altro afferma di lui se non la Verità? Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista 1. Ecco chi riguarda la solennità che oggi viene celebrata: colui del quale uno più grande non è sorto tra i nati di donna. Ma proprio il Signore proseguì affermando: ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui 2. Che vuol dire più piccolo di lui? Minore quanto all'età, più grande in potenza. Giovanni, uomo di somma elevatezza, pur tuttavia uomo; ma nei riguardi di Cristo Signore, è ben poco dire di somma elevatezza in quanto è Dio uomo. Abbiamo riferito la testimonianza del Signore riguardo a Giovanni, dobbiamo dire della testimonianza di Giovanni riguardo al Signore. Richiamate alla memoria, ricordate la testimonianza resa dal Signore a Giovanni e che ho riportato, secondo la quale tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista. Questo è quanto ha detto Gesù di Giovanni; e Giovanni che ha detto di Gesù? Notate per prima cosa come trovava conferma la testimonianza del Signore nei riguardi di Giovanni. Questi era ritenuto il Cristo e, con la proclamazione della lettura tratta dagli Atti degli Apostoli, ne avete ascoltato la narrazione e il commento e che Giovanni abbia detto: Che pensate che io sia? Io non sono il Cristo 3. L'abbaglio degli uomini supponeva di più, ma l'umiltà riconosceva quel che era. E notate con quanta facilità l'errore degli uomini si prestò all'abuso di potersi esibire al posto di Cristo. Non lo fece, meritatamente grande, superiore nella confessione e non in un superbo nitrire. Non sarebbe forse riuscito a convincerli di essere il Cristo? Già lo credevano; avrebbe confermato la loro opinione: avrebbe detto il falso quanto a ciò che era, ammettendo di esser ciò che non era. E se lo avesse fatto, dove sarebbe? Voi avete inviato messaggeri a Giovanni - disse il Signore Gesù ai Giudei - egli era una lucerna che arde e risplende e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce: io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni 4. Eccellente lucerna: giustamente se ne fuggì al di sotto di una pietra per non essere spenta dal vento della superbia.

Giovanni non è discepolo del Signore, anzi ha discepoli suoi. Testimone di Cristo il più grande degli uomini.

2. Notate dunque, carissimi, quanta sia stata la grandezza di Giovanni, e come ebbe conferma ciò che di lui disse il Signore: Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battezzatore. Certo, Cristo era il Signore, anzi, è il Signore, che era prima di Giovanni, che era prima di Abramo, che era prima di Adamo, che era prima del cielo e della terra, perché tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui 5; era indubbiamente il Signore, e Dio si trovava sulla terra, e il Verbo era diventato carne 6; e, tuttavia, Giovanni non è annoverato tra i suoi discepoli. Richiamate alla memoria i nomi dei discepoli, dal primo all'ultimo. Vi si trova un Giovanni, ma è l'Evangelista, non il battezzatore: costui, dunque, per quel che appare all'esterno, non era discepolo di Cristo, anzi, anche al tempo di Cristo, egli radunava discepoli. Inoltre i Giudei, a proposito dei discepoli di Giovanni, ingiuriavano i discepoli di Cristo, e andavano spargendo calunnie fino a dire: Perché i discepoli di Giovanni non digiunano e i tuoi discepoli non digiunano? 7 Cristo aveva discepoli, anche Giovanni ne aveva; battezzava Giovanni, battezzava anche Cristo. È tra i nati di donna che nessuno è sorto più grande di Giovanni il battezzatore; nondimeno simile ad un rivale che si circonda di discepoli, in apparenza in opposizione a Cristo, pur tuttavia a favore di Cristo. Proprio perché aveva così grande prestigio da poter essere ritenuto il Cristo, dovette rendere testimonianza a Cristo. Colui al quale dà testimonianza l'uomo d'eccezione è più che uomo. Non sono chi voi credete. In verità sono assai dotato perché siate indotti a credere questo: non sono chi voi credete. E tu chi sei? 8 gli si disse. Io sono voce di uno che grida nel deserto: preparate al via al Signore 9. Guardate il precursore, accettate chi prepara la via, temete il Giudice. Preparate la via al Signore, raddrizzate i suoi sentieri: ogni monte e colle saranno abbassati ed ogni valle sarà colmata, i luoghi scoscesi saranno livellati e le asperità diventeranno pianure, ed ogni uomo vedrà la salvezza di Dio 10. Non me, ma la salvezza di Dio. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio. La lucerna dà testimonianza al giorno perché il giorno è Cristo. Che è Giovanni? Lucerna. Ma che bisogno c'era della lucerna? Perché il giorno era nascosto: si nascondeva finché diventasse manifesto: infatti si sarebbe manifestato solo perché era nascosto. Se l'avessero conosciuto non avrebbero mai crocifisso il Signore della gloria 11.

Cristo Parola e voce.

3. E tuttavia, non durando a lungo a resistere al "giorno", i Giudei prendono un abbaglio nei confronti della "lucerna": sono mandati dei messaggeri a Giovanni. Questi disse: Non sono io; in mezzo a voi c'è uno che è più grande di me. Di quanto più grande? In verità Cristo Signore aveva detto che tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il battezzatore 12; ma il più piccolo - diceva di se stesso per il fatto di esser nato più tardi - nel regno dei cieli è più grande di lui 13. Si disse più piccolo, non disse di quanto più grande. Da parte mia, perché non sembri che voglia sottrarre qualcosa, in quanto anch'esso costituisce un significato valido, e senza che mi allontani dalla verità, dirò inoltre questo: Proprio nelle parole - con le quali il Signore afferma che tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il battezzatore, ma chi è il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui - si trova un altro significato per via di una diversa esplicazione del contesto, nel caso tu voglia risolvere il: Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista, ma chi è il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui, così da intendere che nel regno dei cieli ci sono i santi angeli e che è detto: quello che fra i santi angeli è il più piccolo, è più grande di tutti gli uomini. Sia quel significato, sia questo, non è incompatibile con la fede, in quanto è vero e che Cristo è minore in età, più grande in potenza; ed è vero pure che, per quanto l'uomo possa essere eminente, egli è da meno del più piccolo degli angeli. Ascoltiamo tuttavia da Giovanni quanto più grande egli abbia riconosciuto il Signore Gesù. Poiché egli disse: Chi viene dopo di me è più grande di me 14, vieni a sapere che è più grande di me, tu domandi quanto più grande. Se accade che taccia, entriamo in sospetto, ma fidiamoci senza esitare: infatti, Giovanni è il servo, Cristo è il Signore. Dica Giovanni quanto: Non sono degno - dice - di sciogliere il legaccio del suo sandalo 15. Quanto non si sarebbe umiliato riconoscendosene degno! Se quello sta in piedi o seduto e tu vai sciogliendo il legaccio del sandalo, io capisco: quello è il Signore e tu il servo. È ancor poco questo, dice Giovanni, non sono degno nemmeno di questo! Allora, se possibile, rendici ragione del fatto che non sei dei discepoli di lui ed hai raccolto dei discepoli indipendentemente da lui. Io - dice Giovanni - io non sono dei discepoli di lui; lo sono, ma non vedete dove. Chi possiede la sposa è lo sposo 16. La voce di Giovanni è a servizio di Cristo Signore: Chi possiede la sposa è lo sposo, ma l'amico dello sposo sta lì e lo ascolta 17. Senza dubbio non è un suo discepolo: certamente servo alla presenza di lui, amico per degnazione di lui. Disse infatti anche ai suoi discepoli: Non vi chiamo più servi, ma amici 18. Notate tuttavia il discepolo nella parte più interna, in occulto e nel segreto del santuario. L'amico dello sposo sta lì e lo ascolta. Deve stare in piedi e deve ascoltare: perché se non avesse ascoltato, sarebbe caduto e sarebbe stato simile a colui del quale il Signore stesso dice: egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità 19. In realtà il diavolo non stette in piedi e cadendo fu condannato egli che fa precipitare. Giovanni, invece, è stato in piedi e lo ha ascoltato. E che ne è seguito? Ed esulta di gioia alla voce dello sposo 20. Egli è la Parola, io sono la voce 21, dice Giovanni. È "voce" ed esulta di gioia alla voce dello sposo. Tu "voce", infatti, egli è la Parola; ma egli e parola e voce. Perché il Signore è parola e voce? Perché il Verbo si è fatto carne 22. Infatti, come la parola che genera la nostra mente è all'interno di essa ed è nascosta a coloro che sono al di fuori di noi, così ora: quel che dirò vi si nasconde, ma non è nascosto a me; la parola è già nella mia mente, ma, perché vi raggiunga, assume la voce e ciò che era occulto in me giunge fino a te e, intanto, non è che si allontani da me nel pervenire a te. Se è così nella mia parola, che dire del Verbo di Dio? Egli era presso il Padre, era nascosto presso il Padre; per venire a noi, assunse quale voce la carne, per cui giunse fino a noi e non si allontanò dal Padre. Anche i Giudei lo ascoltarono dire queste cose, ascoltarono pure Giovanni che ne parlava: Noi tutti abbiamo ricevuto dalla sua pienezza 23. Che vuol dire "noi tutti"? Era il patriarca, era il profeta, era chiunque giusto, era qualsiasi predicatore, era Giovanni stesso, del quale non era sorto uno più grande tra i nati di donna 24; tutti hanno bevuto a quella sorgente, perciò hanno potuto render fuori di tali cose.

Predetta nel salmo, compiuta nel Vangelo l'erronea individuazione dei Giudei.

4. Essendo nascosto "il giorno", i Giudei ostili sono posti in imbarazzo dalla presenza della "lucerna". E rimasero confusi in pieno. Notate come interpellarono una volta il Signore stesso dicendo: Fino a quando ci tieni con l'animo sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi chiaramente 25. Miravano alla calunnia, non cercavano la verità. Per quanto tempo - dicono - ci tieni con l'animo sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi chiaramente. Ed egli a loro: Vi pongo anch'io una domanda, ditemi: da dove viene il battesimo di Giovanni? Dal cielo o dagli uomini? 26. Fu un lampo di sapienza e rimase mortificata l'avventatezza; quanti lo avevano interpellato tornarono in sé. Quelli che si fecero avanti intenzionati alla calunnia, retrocedettero imbarazzati; dissero tra loro o tra sé: Se avremo detto: dal cielo, ci risponderà: perché non gli avete creduto 27 quando ha dato testimonianza di me? Se gli avete creduto perché mi interrogate? Se avremo detto: dal cielo, questo ci risponderà tra sé: perché non gli avete creduto? Se avremo detto: dagli uomini, abbiamo timore di essere lapidati dalla folla 28. Infatti tutto il popolo giudaico considerava Giovanni un profeta. Perciò, con la lucerna davanti al giorno, accorgendosi che dando una delle due risposte avrebbero condannato se stessi, risposero: Non sappiamo 29. Per il fatto che sapevano, risposero: Non sappiamo. E il Signore: Neanch'io vi dico con quale potere faccio queste cose 30. Che avranno detto? che avranno risposto? Senza dubbio rimasero svergognati e si compì la profezia di chi dice nel Salmo: Ho preparato una lucerna al mio Cristo 31. Riflette in qual tempo fu detta e quando si è adempiuta. Nel Salmo potete leggere quando fu detta e, nel Vangelo, quando si è adempiuta. Ho preparato una lucerna al mio Cristo? A che scopo? Per confondere i suoi nemici 32. Che ostinata confusione! ogni giorno provano confusione e non si convertono.

È da Dio ogni nostro merito; ci è proprio il nostro male. Dio cresce in noi quando giungiamo a conoscerlo.

5. Quanto a noi, carissimi, che siamo stati innestati al posto dei rami recisi, - così infatti dice l'Apostolo - ascoltiamolo, non alimentiamo in noi la presunzione; in tutto ciò che siamo di buono, riconosciamo il dono di Dio, attribuiamo a noi stessi ciò per cui siamo cattivi. Ha l'animo retto chi, nei suoi beni, loda il solo Dio e, nei suoi mali, non offende Dio. Infatti, in qualunque modo ci tratti, Dio opera consapevolmente: nessuno è più buono di lui, nessuno più sapiente, nessuno più potente. Ci ha fatti venire tutti e ripensate da che cosa. Ci ha liberati dagli idoli, ci ha liberati dalla schiavitù dei demoni, da tanti sacrilegi. A che dobbiamo questo? A che devo - dice Elisabetta - che la madre del mio Signore venga a me? 33 In quanto uomini, umiliamoci e non vantiamoci che nel Signore perché egli sia esaltato; per crescere in lui dobbiamo diminuire noi stessi. Considerate l'uomo più eccellente: che disse di Cristo egli, di cui non è sorto uno più grande tra i nati di donna? Bisogna che egli cresca e che io, invece, diminuisca 34. Dio cresca, l'uomo diminuisca. E come può crescere il Perfetto? Che cosa manca a Dio per cui è soggetto a crescita? Dio cresce in te quando tu lo comprendi. Nota dunque l'umiltà dell'uomo e la sublimità di Dio. Bisogna che egli cresca, dice, e che io, invece, diminuisca. Lo hanno dimostrato le date di nascita di entrambi. È nella luce che si opera e lo attesta il "sole" stesso: da oggi decresce la luce del giorno, dalla nascita del Signore la luce va crescendo. Bisogna che egli cresca ed io, invece, diminuisca. Infatti il Signore Gesù Cristo che regge e dà vita alla creatura, governa il mondo, è il Fattore degli astri, colui che regola i tempi, poiché nacque quando volle, scelse per sé il giorno della nascita a farsene un segno indicativo ed egli fissò pure il giorno al suo Precursore. In costui volle che si scorgesse l'uomo, in sé Dio. L'uomo deve diminuire, Dio deve crescere. Questo indicano le loro passioni. Giovanni fu decapitato, Cristo fu innalzato sulla croce. Perciò, Fratelli, concluderò inoltre brevemente. Si possono dire molte cose nei riguardi di S. Giovanni il Battista; ma, da parte nostra non riusciamo a dir tutto e voi ad ascoltare. Ora, quindi, concluderò in breve: l'uomo si umili e Dio venga esaltato. Chi si vanta, si vanti nel Signore 35.

 

1 - Mt 11, 11.

2 - Mt 11, 11.

3 - At 13, 25.

4 - Gv 5, 33.35-36.

5 - Gv 1, 3.

6 - Mc 2, 18.

7 - Cf. Gv 1, 14.

8 - Gv 1, 22.

9 - Gv 1, 23.

10 - Is 40, 3-5.

11 - 1 Cor 2, 8.

12 - Mt 11, 11.

13 - Mt 11, 11.

14 - Gv 1, 27.

15 - Gv 1, 27.

16 - Gv 3, 29.

17 - Gv 3, 29.

18 - Gv 15, 15.

19 - Gv 8, 44.

20 - Gv 3, 29.

21 - Gv 1, 23.

22 - Gv 1, 14.

23 - Gv 1, 16.

24 - Mt 11, 11.

25 - Gv 10, 24.

26 - Lc 20, 3-4.

27 - Lc 20, 5.

28 - Lc 20, 6.

29 - Lc 20, 7.

30 - Lc 20, 8.

31 - Sal 131, 17.

32 - Sal 131, 18.

33 - Lc 1, 43.

34 - Gv 3, 30.

35 - 2 Cor 10, 17.


1 - Il nostro salvatore Gesù resta seduto alla destra dell'eterno Padre, mentre Maria santissima scende dal cielo sulla terra.

La mistica Città di Dio - Libro settimo - Suor Maria d'Agreda

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l. Ho terminato la seconda parte di questa Storia lasciando la nostra grande Regina nel cenacolo e al tempo stesso alla destra del suo unigenito e Dio immenso. Era presente in entrambi i luoghi per il miracolo di cui ho parlato, concessole dal braccio onnipotente, dato che sua Maestà, per rendere più mirabile la propria ascensione, la condusse con sé allo scopo di darle il possesso degli ineffabili premi che ella aveva guadagnato fino ad allora e di assegnarle la sede che, per essi e per gli altri che si sarebbe ancora procurata, teneva preparata per lei da sempre. Ho detto anche che le fu fatto decidere liberamente se tornare a consolare e rinsaldare i primi credenti oppure rimanere in quello stato felicissimo senza privarsi di quanto le era stato elargito. La volontà delle tre Persone divine, benché sotto questa condizione, era incline per il loro affetto verso di lei a tenerla in tale abisso di gloria e a non rimandarla fra gli esuli discendenti di Eva. Da una parte sembra che ciò fosse richiesto dalla giustizia, poiché 1'umanità era già stata riscattata con la passione di Gesù ed ella aveva cooperato con ogni pienezza e perfezione. La morte non aveva più alcun diritto su di lei, non solo per come ne aveva provato i dolori al momento di quella del Redentore, ma anche perché non era mai stata debitrice né ad essa, né al demonio, né al peccato, per cui la legge stabilita per la posterità di Adamo non la riguardava. Il sommo sovrano desiderava che non decedesse quaggiù colei che non aveva commesso niente per meritarlo, e passasse con un altro transito dalla condizione di viatrice e mortale a quella di beata e immortale; del resto, poteva trasferirla facilmente dall'una all'altra anche lì.

2. Dalla parte opposta non c'era alcun motivo se non la carità ed umiltà della soavissima Signora, che la muovevano a soccorrere i suoi piccoli e a fare in modo che il nome dell'Altissimo fosse manifestato ed esaltato nella comunità edificata sul Vangelo. Ella aspirava inoltre a condurre molti a professare la fede con la sua sollecitazione e intercessione, e ad imitare i suoi figli e fratelli nel morire come loro, pur non dovendo pagare tale tributo perché non aveva colpe. Con la sua magnifica sapienza e mirabile prudenza ponderava quanto fosse più stimabile guadagnare la ricompensa e la corona che goderla per un po' di tempo, benché si trattasse del gaudio perenne. Questa avveduta modestia non rimase senza pronta remunerazione, perché l'Eterno rese noto a tutti gli abitanti della sua corte ciò che egli bramava e ciò che la Vergine sceglieva per il bene della Chiesa militante e il soccorso dei suoi membri. Tutti intesero quello che ora è giusto che sia appreso anche tra noi, cioè che, se il Padre amò tanto il mondo da dare il suo Unigenito per salvarlo, lo amò di nuovo tanto da dare anche sua figlia Maria, inviandola a piantare la Chiesa che Cristo, suo artefice, aveva fondato. A tal fine, lo stesso Figlio offrì la sua diletta Madre e lo Spirito Santo la sua dolcissima sposa. Questo beneficio ebbe poi un'altra qualità che lo portò al culmine: venne fatto successivamente alle ingiurie subite dal Maestro nei suoi tormenti e nella sua ignominiosa crocifissione, con la quale ne eravamo divenuti ancora più indegni. Oh, infinita benignità! Oh, sconfinata carità! Oh, come è chiaro che le molte acque dei nostri misfatti non ti possono spegnere!

3. Dopo aver trascorso in cielo tre giorni interi esultando in anima e corpo alla destra del Signore, essendo stato accettato il suo volere di rientrare a Gerusalemme la Regina partì con la benedizione della Trinità. L'Onnipotente ordinò ad un'innumerevole moltitudine di angeli di accompagnarla, eleggendone alcuni da ogni coro, soprattutto tra i supremi serafini, i più vicini a lui. La accolse subito una nube o sfera di luce abbagliante mossa da questi stessi, come preziosa lettiga o reliquiario: nella carne peritura il nostro pensiero non può comprendere lo splendore con cui ella faceva ritorno. Certamente nessun uomo l'avrebbe potuta scorgere in maniera naturale senza perdere la vita, per cui fu necessario che il suo fulgore fosse celato a quelli che la osservavano, finché non si fosse moderato. Solo a Giovanni fu concesso di contemplarla nel vigore e nell'abbondanza che ridondavano dalla gioia di cui aveva fatto esperienza. Si immagina senza difficoltà quale dovesse essere la sua maestà e bellezza nel venire giù dal trono divino, se si considera che Mosè aveva il volto tanto raggiante per aver conversato con Dio sul monte Sinai, dove aveva ricevuto i comandamenti, che gli israeliti non riuscivano a fissarvi lo sguardo. Non siamo neppure certi che egli abbia avuto la visione chiara di lui e, posto che ciò sia accaduto, essa non poté raggiungere neanche il minimo grado di quella della donna stessa che lo aveva generato.

4. La Principessa arrivò alla casa in cui dimorava, per sostituire Gesù tra i credenti. Era così traboccante delle elargizioni che aveva avuto per il suo compito da provocare ulteriore ammirazione negli esseri spirituali e nei santi, perché era un vivo ritratto del nostro Redentore. Scesa dalla nube di luce e senza essere ravvisata da quelli che erano lì, restò nel suo stato consueto, cessando di trovarsi anche altrove. Immediatamente, vero modello di umiltà, si abbassò al suolo e, stringendo la polvere, esclamò: «Immenso sovrano, sono un vile verme, so che sono stata formata dalla terra e che dal niente sono venuta all'esistenza per la vostra liberalissima misericordia. Riconosco che la vostra ineffabile bontà mi ha sollevato alla dignità di madre del vostro Unigenito, senza mio merito. Lodo ed esalto con tutto il cuore la vostra enorme generosità per tanti favori. In segno di gratitudine mi consegno per faticare ancora tra i mortali in tutto quello che mi chiederete, come fedele ancella vostra e dei figli del la Chiesa. Li affido alla vostra incommensurabile benevolenza e vi imploro di guardarli come Padre clementissimo, supplicandovi dal profondo del mio intimo. Presento per loro come sacrificio l'essermi privata della vostra gloria e del riposo in voi per servirli e l'avere scelto con tutta la volontà le tribolazioni, abbandonando il mio gaudio e la vostra visione chiara per esercitarmi in ciò che vi è tanto gradito».

5. I ministri che l'avevano scortata dall'empireo si licenziarono per risalirvi, felicitandosi nuovamente con il mondo perché la lasciavano ad abitare in esso. Avverto che, poiché nel nominarla non avevo usato molto frequentemente l'appellativo di Regina e signora degli angeli, mentre scrivevo questo essi mi invitarono a non dimenticarmi di farlo almeno in seguito, per la grande contentezza che ne deriva loro; per compiacerli, da adesso in poi la chiamerò spesso così. Riprendendo la Storia , nei primi tre giorni che passò nel cenacolo ella fu completamente astratta da ogni cosa materiale, godendo della ridondanza del giubilo e delle mirabili conseguenze di quanto le era stato dato. In quel momento fra tutti gli uomini solo l'Evangelista penetrò tale mistero, perché gli fu rivelato che la Vergine era ascesa con Cristo ed egli la distinse anche mentre tornava con lo splendore e le grazie con cui veniva per arricchire i devoti. Per la meraviglia, rimase per due giorni come intontito e fuori di sé; sapendo che era stata nelle altezze ambiva parlarle, eppure non osava.

6. Il discepolo prediletto combatté con se stesso tra gli stimoli dell'amore e le renitenze dell'umiltà per quasi un'intera giornata. Alla fine, vinto dall'affetto filiale, determinò di recarsi da lei, ma dopo essersi incamminato si trattenne dicendo: «Come avrò l'ardire di soddisfare la mia aspirazione senza essere informato di che cosa bramino l'Onnipotente e la mia Maestra? Il mio Salvatore, però, me l'ha donata come madre e con il titolo di figlio, di cui mi ha onorato, mi ha obbligato a darle ossequio. Dunque, mio ufficio è esserle soggetto e assisterla; le è ben noto il mio ardente anelito e non lo disprezzerà, ma, indulgente e benigna com'è, mi perdonerà. Orsù, voglio prostrarmi ai suoi piedi». Con queste riflessioni si decise ad entrare dove ella stava in orazione con gli altri. Appena ebbe posato gli occhi su di lei, sperimentò effetti simili a quelli che egli stesso e i suoi due compagni avevano provato sul Tabor quando sua Maestà si era trasfigurato davanti a loro; il fulgore del suo volto, infatti, era molto somigliante a quello che allora aveva contemplato in lui. Inoltre, poiché continuava ad avere in sé le specie della visione in cui l'aveva osservata discendere dal cielo, fu oppresso con maggiore forza nella sua debolezza naturale e cadde. A causa dello stupore e della gioia, per circa un'ora fu incapace di rialzarsi, venerando sentitamente colei che aveva generato il suo stesso Autore. Nessuno poté sorprendersi di ciò perché tutti, ad imitazione di Gesù e per l'esempio e l'esortazione di Maria beatissima, nel periodo in cui stettero in attesa dello Spirito trascorrevano buona parte del tempo della loro preghiera distesi a forma di croce.

7. Mentre il modesto e santo Apostolo stava in tale posizione, la compassionevole Principessa si accostò a lui e lo levò su dal suolo. Con la massima spontaneità gli si inginocchiò dinanzi e affermò: «Signore e figlio mio, siete già cosciente di essere restato al posto del mio Unigenito e mio capo per suggerirmi puntualmente come io mi debba comportare. Vi domando ancora di aver cura di farlo, per la consolazione che sento nell'essere sottomessa». Queste parole lo confusero e sconcertarono più di quello che aveva già conosciuto in lei. Le si inchinò un'altra volta davanti, offrendosi come suo servo e implorandola che in cambio ella gli desse ordini e lo dirigesse in tutto. La contesa durò per un po' finché, sconfitto dalia sua umiltà, si piegò al suo volere e stabilì di obbedirle comandandole, come ella desiderava; era per lui la scelta più sicura, e per noi un raro modello che rimprovera la nostra superbia e ci addestra a schiacciarla. Se confessiamo di essere figli di questa Madre e guida alla docilità, è doveroso e giusto che ricalchiamo le sue orme. A Giovanni le immagini dello stato in cui aveva visto la Regina degli angeli rimasero così impresse nell'intelletto e nelle facoltà interiori che vi stettero per sempre; egli fu subito preso da profonda ammirazione e poi nell'Apocalisse, particolarmente nel capitolo ventunesimo, espresse ciò che aveva compreso di lei in questa occasione.

 

Insegnamento della Regina del cielo

8. Carissima, ti ho già ripetuto spesso che ti devi distaccare dalla sfera terrena e che devi morire a te stessa, cioè a quanto hai di vizioso come appartenente alla progenie di Adamo, ammonendoti e istruendoti con gli insegnamenti che ti ho dettato nella prima e seconda parte della mia Storia. Ora, però, ti chiamo con nuova tenerezza di premurosa e pietosa madre e ti invito da parte di Cristo, mia e dei suoi ministri superni, che anch'essi ti sono molto affezionati, a scordarti di tutto il resto e a sollevarti ad un'esistenza più elevata e prossima alla felicità eterna. Allontanandoti completamente da Babilonia, dai tuoi nemici e dalle fallaci vanità con le quali ti assediano, devi avvicinarti alla Gerusalemme celeste ed abitare nei suoi atri, dedicandoti interamente alla mia vera e irreprensibile emulazione. In questo modo, con l'ausilio divino, giungerai all'intima unione con il mio Signore e tuo fedelissimo sposo. Ascolta la mia voce con lieta devozione e sollecitudine, seguimi con ardore, migliora la tua vita conformandola alla mia, che stai raccontando, e fissa l'attenzione su ciò che io feci dopo essere tornata nel mondo dalla destra del mio diletto. Medita a fondo e con tutto l'impegno i miei atti, così che, nella misura della grazia che ti sarà data, tu possa copiare nella tua anima quello che intenderai e narrerai. Se la tua negligenza non se ne renderà immeritevole, non ti verrà meno il favore di Dio, perché egli non lo nega a chiunque dal canto suo fa quanto può e ne ha bisogno per dargli compiacimento. Dilata gli spazi del tuo cuore, infervora la tua volontà, purifica la tua mente e distogliti da ogni pensiero rivolto alle realtà visibili, affinché nessuna di esse ti ostacoli o ti obblighi a commettere neppure una lieve colpa o una mancanza, e l'Onnipotente possa depositare in te la sua occulta sapienza, trovandoti pronta ad operare con solerzia con essa tutto quello che sarà più gradito ai nostri occhi e che noi ti annunceremo.

9. Da adesso la tua deve essere come la vita di chi la riceve risorta, dopo essere morto alla precedente. Colui che accoglie questo beneficio rinasce trasformato e quasi straniero a ciò che antecedentemente amava, con altri aneliti e qualità mutate, e si regola in tutto diversamente; appunto in tale maniera, ed anzi con più perfezione, voglio che tu sia rinnovata, perché devi vivere come se per la prima volta partecipassi delle doti dell'anima, per quanto potrai con la forza dell'Altissimo, che agirà in te. Per conseguire questi effetti assolutamente sublimi, è però necessario che tu ti aiuti e ti disponga restando libera e come una tela assolutamente liscia, dove egli con il suo dito possa scrivere e disegnare come sulla morbida cera, imprimendovi senza incontrare resistenza il sigillo delle mie virtù. Sua Maestà chiede che tu sia nella sua mano vigorosa simile a uno strumento per compiere il suo santo volere; devi comportarti come fa esso, che non si oppone all'artefice e, se ha possibilità di arbitrio, la usa solo per lasciarsi muovere. Su dunque, vieni, vieni dove ti attiro. Considera che, se sempre è cosa naturale al Padre delle misericordie, che è il sommo bene, comunicarsi alle sue creature e soccorrerle, nel secolo presente egli intende manifestare maggiormente la sua grande clemenza verso gli uomini, perché il loro tempo volge al termine e sono pochi quelli che si preparano ad accogliere i doni del suo braccio. Tu non perdere un'occasione così propizia: corri dietro i miei passi e non rattristare lo Spirito trattenendoti quando ti invito a tale letizia, con affetto materno e con esortazioni tanto eccelse.


7 luglio 1944

Maria Valtorta

   Dice Gesù:
   «Sì, ti ho concesso un fiore perché sei “ancora” una donna. E quello che soffri nella tua sensibilità di donna, che non è capita, mi fa pietà.

   Ma Io voglio che tu sia di Me soltanto. Tu non sei ancora tanto generosa da saper spezzare tutti i legami della Terra, da far sordo il tuo cuore alle voci della Terra per legarti a Me solo, per udire Me solo. E allora Io spezzo. Ti faccio vedere la miseria delle affezioni umane e te la faccio paragonare alla mia [affezione]. Sono stagnola rispetto a foglio d’oro zecchino, anzi a blocco d’oro zecchino. Sono frantumi di vetro rispetto a brillante purissimo. E ti vuoi indugiare a rimirarli e a rimpiangerli? O bambina! Ma procedi, libera e lieta della libertà e letizia dei benedetti!

   Vi è una frase [439] che voi, da Me scelti, meditate troppo poco. È dell’apostolo Paolo. Dice: “Quando a Colui che mi segregò fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato per sua grazia piacque di rivelare in me il suo Figliuolo… io subito senza dar retta alla carne e al sangue…”. Dopo è tornato Paolo fra le genti. Ma ormai, per ubbidienza a Dio, aveva terminato la “segregazione” iniziata da Dio col porre in disparte carne e sangue per darsi tutto all’Amore vero.
   Siete tutti dei “segregati”, voi, i miei scelti a particolare missione. Te ne ho già parlato [440] giorni or sono (27-6). “Esci dal tuo paese e dal tuo parentado”.

   Fra l’anima vocata e il resto del mondo si eleva un impalpabile muro, più tenace di quello d’una fortezza. Voi divenite stranieri agli altri, rimanendo fratelli a loro, perché voi con le lacrime della vostra evangelica solitudine lavorate per il loro bene. Voi no, voi non li ripudiate. Anzi li amate di perfetto amore poiché non la carne, né il sangue, né l’utile, né l’affetto hanno peso nel vostro amore, ma solo quella carità che viene da Dio e che fa fratelli amici e nemici, parenti e sconosciuti, buoni e malvagi, perché non i loro volti e i loro cuori voi guardate, ma il volto santo di Dio, Padre di tutti i creati, e il cuore mio, amante di tutti gli uomini.

   Passa oltre, passa oltre. L’ultimo tratto di via è il più erto. Occorre esser liberi da ogni peso per salirlo. Ma ad ogni passo si dilata l’orizzonte e si fa più prossimo il sole.

   Vieni, vieni. Guarda Me solo. Guarda questa Dimora, questa Patria. Non le piccole e mutevoli dimore e patrie della Terra. Questa eterna tua Casa. Questa eterna tua Patria. Questo eterno tuo Amore. Io, Io, Io: Amore.»

[439] frase, che è in Galati 1, 15-16.
[440] ne ho già parlato, il 27 giugno commentando Atti 7, 2-3, che riprende il comando espresso in Genesi 12, 1.