Liturgia delle Ore - Letture
Sabato della 31° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Giovanni 13
1Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.2Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,3Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava,4si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita.5Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.6Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?".7Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo".8Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi!". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me".9Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!".10Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti".11Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi".
12Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto?13Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.14Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.15Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.16In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato.17Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.18Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: 'Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno'.19Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.20In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato".
21Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: "In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà".22I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.23Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.24Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: "Di', chi è colui a cui si riferisce?".25Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: "Signore, chi è?".26Rispose allora Gesù: "È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò". E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.27E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: "Quello che devi fare fallo al più presto".28Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo;29alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: "Compra quello che ci occorre per la festa", oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.30Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
31Quand'egli fu uscito, Gesù disse: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire.34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".
36Simon Pietro gli dice: "Signore, dove vai?". Gli rispose Gesù: "Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi".37Pietro disse: "Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!".38Rispose Gesù: "Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte".
Secondo libro delle Cronache 34
1Quando Giosia divenne re, aveva otto anni; regnò trentun anni in Gerusalemme.2Egli fece ciò che è retto agli occhi del Signore e seguì le strade di Davide suo antenato, senza fuorviare in nulla.
3Nell'anno ottavo del suo regno, era ancora un ragazzo, cominciò a ricercare il Dio di Davide suo padre. Nell'anno decimosecondo cominciò a purificare Giuda e Gerusalemme, eliminando le alture, i pali sacri e gli idoli scolpiti o fusi.4Sotto i suoi occhi furono demoliti gli altari di Baal; infranse gli altari per l'incenso, che vi erano sopra; distrusse i pali sacri e gli idoli scolpiti o fusi, riducendoli in polvere che sparse sui sepolcri di coloro che avevano sacrificato a tali cose.5Le ossa dei sacerdoti le bruciò sui loro altari; così purificò Giuda e Gerusalemme.6Lo stesso fece nella città di Manàsse, di Efraim e di Simeone fino a Nèftali, nei loro villaggi devastati.7Demolì gli altari; fece a pezzi i pali sacri e gli idoli in modo da ridurli in polvere; demolì tutti gli altari per l'incenso in tutto il paese di Israele; poi fece ritorno a Gerusalemme.
8Nell'anno decimottavo del suo regno, dopo aver purificato il paese e il tempio, affidò a Safàn figlio di Asalia, a Maaseia governatore della città, e a Ioach figlio di Ioacaz, archivista, il restauro del tempio del Signore suo Dio.9Costoro si presentarono al sommo sacerdote Chelkia e gli consegnarono il denaro depositato nel tempio; l'avevano raccolto i leviti custodi della soglia da Manàsse, da Èfraim e da tutto il resto di Israele, da tutto Giuda, da Beniamino e dagli abitanti di Gerusalemme.10Lo misero in mano ai direttori dei lavori che sovraintendevano al tempio ed essi l'utilizzarono per gli operai che lavoravano nel tempio per restaurarlo e rafforzarlo.11Lo diedero ai falegnami e ai muratori per l'acquisto di pietre da taglio e di legname per l'armatura e la travatura dei locali lasciati rovinare dai re di Giuda.
12Quegli uomini lavoravano con fedeltà; erano stati loro preposti per la direzione Iacat e Abdia, leviti dei figli di Merari, Zaccaria e Mesullàm, Keatiti. Leviti esperti di strumenti musicali13sorvegliavano i portatori e dirigevano quanti compivano lavori di qualsiasi genere; altri leviti erano scribi, ispettori e portieri.
14Mentre si prelevava il denaro depositato nel tempio, il sacerdote Chelkia trovò il libro della legge del Signore, data per mezzo di Mosè.15Chelkia prese la parola e disse allo scriba Safàn: "Ho trovato nel tempio il libro della legge". Chelkia diede il libro a Safàn.16Safàn portò il libro dal re; egli inoltre riferì al re: "Quanto è stato ordinato, i tuoi servitori lo eseguiscono.17Hanno versato il denaro trovato nel tempio e l'hanno consegnato ai sorveglianti e ai direttori dei lavori".18Poi lo scriba Safàn annunziò al re: "Il sacerdote Chelkia mi ha dato un libro". Safàn ne lesse una parte alla presenza del re.19Udite le parole della legge, il re si strappò le vesti20e comandò a Chelkia, ad Achikam figlio di Safàn, ad Abdon figlio di Mica, allo scriba Safàn e ad Asaia ministro del re:21"Andate, consultate il Signore per me e per quanti sono rimasti in Israele e in Giuda riguardo alle parole di questo libro ora trovato; grande infatti è la collera del Signore, che si è accesa contro di noi, poiché i nostri padri non hanno ascoltato le parole del Signore facendo quanto sta scritto in questo libro".
22Chelkia insieme con coloro che il re aveva designati si recò dalla profetessa Culda moglie di Sallùm, figlio di Tokat, figlio di Casra, il guardarobiere; essa abitava nel secondo quartiere di Gerusalemme. Le parlarono in tal senso23ed essa rispose loro: "Dice il Signore Dio di Israele: Riferite all'uomo che vi ha inviati da me:24Dice il Signore: Ecco, io farò piombare una sciagura su questo luogo e sui suoi abitanti, tutte le maledizioni scritte nel libro letto davanti al re di Giuda,25perché hanno abbandonato me e hanno bruciato incenso ad altri dèi provocandomi a sdegno con tutte le opere delle loro mani. La mia collera si accenderà contro questo luogo e non si potrà spegnere.26Al re di Giuda, che vi ha inviati a consultare il Signore, riferirete: Dice il Signore, Dio di Israele: A proposito delle parole che hai udito,27poiché il tuo cuore si è intenerito e ti sei umiliato davanti a Dio, udendo le mie parole contro questo luogo e contro i suoi abitanti; poiché ti sei umiliato davanti a me, ti sei strappate le vesti e hai pianto davanti a me, anch'io ho ascoltato. Oracolo del Signore!28Ecco, io ti riunirò con i tuoi padri e sarai deposto nel tuo sepolcro in pace. I tuoi occhi non vedranno tutta la sciagura che io farò piombare su questo luogo e sui suoi abitanti". Quelli riferirono il messaggio al re.
29Allora il re inviò dei messi e radunò tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme.30Il re, insieme con tutti gli uomini di Giuda, con gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i leviti e tutto il popolo, dal più grande al più piccolo, salì al tempio. Egli fece leggere ai loro orecchi tutte le parole del libro dell'alleanza, trovato nel tempio.31Il re, stando in piedi presso la colonna, concluse un'alleanza davanti al Signore, impegnandosi a seguire il Signore, a osservarne i comandi, le leggi e i decreti con tutto il cuore e con tutta l'anima, eseguendo le parole dell'alleanza scritte in quel libro.32Fece impegnare quanti si trovavano in Gerusalemme e in Beniamino. Gli abitanti di Gerusalemme agirono secondo l'alleanza di Dio, del Dio dei loro padri.33Giosia rimosse tutti gli abomini da tutti i territori appartenenti agli Israeliti; costrinse quanti si trovavano in Israele a servire il Signore loro Dio. Finché egli visse non desistettero dal seguire il Signore, Dio dei loro padri.
Giobbe 38
1Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine:
2Chi è costui che oscura il consiglio
con parole insipienti?
3Cingiti i fianchi come un prode,
io t'interrogherò e tu mi istruirai.
4Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra?
Dillo, se hai tanta intelligenza!
5Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai,
o chi ha teso su di essa la misura?
6Dove sono fissate le sue basi
o chi ha posto la sua pietra angolare,
7mentre gioivano in coro le stelle del mattino
e plaudivano tutti i figli di Dio?
8Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando erompeva uscendo dal seno materno,
9quando lo circondavo di nubi per veste
e per fasce di caligine folta?
10Poi gli ho fissato un limite
e gli ho messo chiavistello e porte
11e ho detto: "Fin qui giungerai e non oltre
e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde".
12Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all'aurora,
13perché essa afferri i lembi della terra
e ne scuota i malvagi?
14Si trasforma come creta da sigillo
e si colora come un vestito.
15È sottratta ai malvagi la loro luce
ed è spezzato il braccio che si alza a colpire.
16Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell'abisso hai tu passeggiato?
17Ti sono state indicate le porte della morte
e hai visto le porte dell'ombra funerea?
18Hai tu considerato le distese della terra?
Dillo, se sai tutto questo!
19Per quale via si va dove abita la luce
e dove hanno dimora le tenebre
20perché tu le conduca al loro dominio
o almeno tu sappia avviarle verso la loro casa?
21Certo, tu lo sai, perché allora eri nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!
22Sei mai giunto ai serbatoi della neve,
hai mai visto i serbatoi della grandine,
23che io riserbo per il tempo della sciagura,
per il giorno della guerra e della battaglia?
24Per quali vie si espande la luce,
si diffonde il vento d'oriente sulla terra?
25Chi ha scavato canali agli acquazzoni
e una strada alla nube tonante,
26per far piovere sopra una terra senza uomini,
su un deserto dove non c'è nessuno,
27per dissetare regioni desolate e squallide
e far germogliare erbe nella steppa?
28Ha forse un padre la pioggia?
O chi mette al mondo le gocce della rugiada?
29Dal seno di chi è uscito il ghiaccio
e la brina del cielo chi l'ha generata?
30Come pietra le acque induriscono
e la faccia dell'abisso si raggela.
31Puoi tu annodare i legami delle Plèiadi
o sciogliere i vincoli di Orione?
32Fai tu spuntare a suo tempo la stella del mattino
o puoi guidare l'Orsa insieme con i suoi figli?
33Conosci tu le leggi del cielo
o ne applichi le norme sulla terra?
34Puoi tu alzare la voce fino alle nubi
e farti coprire da un rovescio di acqua?
35Scagli tu i fulmini e partono
dicendoti: "Eccoci!"?
36Chi ha elargito all'ibis la sapienza
o chi ha dato al gallo intelligenza?
37Chi può con sapienza calcolare le nubi
e chi riversa gli otri del cielo,
38quando si fonde la polvere in una massa
e le zolle si attaccano insieme?
39Vai tu a caccia di preda per la leonessa
e sazi la fame dei leoncini,
40quando sono accovacciati nelle tane
o stanno in agguato fra le macchie?
41Chi prepara al corvo il suo pasto,
quando i suoi nati gridano verso Dio
e vagano qua e là per mancanza di cibo?
Salmi 50
1'Salmo. Di Asaf.'
Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra da oriente a occidente.
2Da Sion, splendore di bellezza,
Dio rifulge.
3Viene il nostro Dio e non sta in silenzio;
davanti a lui un fuoco divorante,
intorno a lui si scatena la tempesta.
4Convoca il cielo dall'alto
e la terra al giudizio del suo popolo:
5"Davanti a me riunite i miei fedeli,
che hanno sancito con me l'alleanza
offrendo un sacrificio".
6Il cielo annunzi la sua giustizia,
Dio è il giudice.
7"Ascolta, popolo mio, voglio parlare,
testimonierò contro di te, Israele:
Io sono Dio, il tuo Dio.
8Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici;
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
9Non prenderò giovenchi dalla tua casa,
né capri dai tuoi recinti.
10Sono mie tutte le bestie della foresta,
animali a migliaia sui monti.
11Conosco tutti gli uccelli del cielo,
è mio ciò che si muove nella campagna.
12Se avessi fame, a te non lo direi:
mio è il mondo e quanto contiene.
13Mangerò forse la carne dei tori,
berrò forse il sangue dei capri?
14Offri a Dio un sacrificio di lode
e sciogli all'Altissimo i tuoi voti;
15invocami nel giorno della sventura:
ti salverò e tu mi darai gloria".
16All'empio dice Dio:
"Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
17tu che detesti la disciplina
e le mie parole te le getti alle spalle?
18Se vedi un ladro, corri con lui;
e degli adùlteri ti fai compagno.
19Abbandoni la tua bocca al male
e la tua lingua ordisce inganni.
20Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
21Hai fatto questo e dovrei tacere?
forse credevi ch'io fossi come te!
Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati".
22Capite questo voi che dimenticate Dio,
perché non mi adiri e nessuno vi salvi.
23Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora,
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio.
Daniele 3
1Il re Nabucodònosor aveva fatto costruire una statua d'oro, alta sessanta cubiti e larga sei, e l'aveva fatta erigere nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia.
2Quindi il re Nabucodònosor aveva convocato i sàtrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province, perché presenziassero all'inaugurazione della statua che il re Nabucodònosor aveva fatto erigere.
3I sàtrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province vennero all'inaugurazione della statua. Essi si disposero davanti alla statua fatta erigere dal re.
4Un banditore gridò ad alta voce: "Popoli, nazioni e lingue, a voi è rivolto questo proclama:
5Quando voi udirete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna, e d'ogni specie di strumenti musicali, vi prostrerete e adorerete la statua d'oro, che il re Nabucodònosor ha fatto innalzare.6Chiunque non si prostrerà alla statua, in quel medesimo istante sarà gettato in mezzo ad una fornace di fuoco ardente".
7Perciò tutti i popoli, nazioni e lingue, in quell'istante che ebbero udito il suono del corno, del flauto, dell'arpicordo, del salterio e di ogni specie di strumenti musicali, si prostrarono e adorarono la statua d'oro, che il re Nabucodònosor aveva fatto innalzare.
8Però in quel momento alcuni Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei9e andarono a dire al re Nabucodònosor: "Re, vivi per sempre!10Tu hai decretato, o re, che chiunque avrà udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna e d'ogni specie di strumenti musicali, si deve prostrare e adorare la statua d'oro:11chiunque non si prostrerà per adorarla, sia gettato in mezzo ad una fornace con il fuoco acceso.
12Ora, ci sono alcuni Giudei, ai quali hai affidato gli affari della provincia di Babilonia, cioè Sadràch, Mesàch e Abdènego, che non ti obbediscono, re: non servono i tuoi dèi e non adorano la statua d'oro che tu hai fatto innalzare".
13Allora Nabucodònosor, sdegnato, comandò che gli si conducessero Sadràch, Mesàch e Abdènego, e questi comparvero alla presenza del re.14Nabucodònosor disse loro: "È vero, Sadràch, Mesàch e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d'oro che io ho fatto innalzare?15Ora, se voi sarete pronti, quando udirete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna e d'ogni specie di strumenti musicali, a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatta, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete gettati in mezzo ad una fornace dal fuoco ardente. Qual Dio vi potrà liberare dalla mia mano?".
16Ma Sadràch, Mesàch e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: "Re, noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito;17sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace con il fuoco acceso e dalla tua mano, o re.18Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto".19Allora Nabucodònosor, acceso d'ira e con aspetto minaccioso contro Sadràch, Mesàch e Abdènego, ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito.20Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadràch, Mesàch e Abdènego e gettarli nella fornace con il fuoco acceso.21Furono infatti legati, vestiti come erano, con i mantelli, calzari, turbanti e tutti i loro abiti e gettati in mezzo alla fornace con il fuoco acceso.
22Ma quegli uomini, che dietro il severo comando del re avevano acceso al massimo la fornace per gettarvi Sadràch, Mesàch e Abdènego, rimasero uccisi dalle fiamme,23nel momento stesso che i tre giovani Sadràch, Mesàch e Abdènego cadevano legati nella fornace con il fuoco acceso.
24Essi passeggiavano in mezzo alle fiamme, lodavano Dio e benedicevano il Signore.
25Azaria, alzatosi, fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:
26"Benedetto sei tu, Signore Dio dei nostri padri;
degno di lode e glorioso è il tuo nome per sempre.
27Tu sei giusto in tutto ciò che hai fatto;
tutte le tue opere sono vere,
rette le tue vie e giusti tutti i tuoi giudizi.
28Giusto è stato il tuo giudizio
per quanto hai fatto ricadere su di noi
e sulla città santa dei nostri padri, Gerusalemme.
Con verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto questo
a causa dei nostri peccati,
29poiché noi abbiamo peccato, abbiamo agito da iniqui,
allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo.
Non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti,
30non li abbiamo osservati, non abbiamo fatto
quanto ci avevi ordinato per il nostro bene.
31Ora quanto hai fatto ricadere su di noi,
tutto ciò che ci hai fatto, l'hai fatto con retto giudizio:
32ci hai dato in potere dei nostri nemici,
ingiusti, i peggiori fra gli empi,
e di un re iniquo, il più malvagio su tutta la terra.
33Ora non osiamo aprire la bocca:
disonore e disprezzo sono toccati ai tuoi servi,
ai tuoi adoratori.
34Non ci abbandonare fino in fondo,
per amore del tuo nome, non rompere la tua alleanza;
35non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo tuo amico,
di Isacco tuo servo, d'Israele tuo santo,
36ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
37Ora invece, Signore,
noi siamo diventati più piccoli
di qualunque altra nazione,
ora siamo umiliati per tutta la terra
a causa dei nostri peccati.
38Ora non abbiamo più né principe,
né capo, né profeta, né olocausto,
né sacrificio, né oblazione, né incenso,
né luogo per presentarti le primiziee trovar misericordia.
39Potessimo esser accolti con il cuore contrito
e con lo spirito umiliato,
come olocausti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.
40Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te
e ti sia gradito,
perché non c'è confusione per coloro che confidano in te.
41Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto.
42Fa' con noi secondo la tua clemenza,
trattaci secondo la tua benevolenza,
secondo la grandezza della tua misericordia.
43Salvaci con i tuoi prodigi,
da' gloria, Signore, al tuo nome.
44Siano invece confusi quanti fanno il male ai tuoi servi,
siano coperti di vergogna con tutta la loro potenza;
e sia infranta la loro forza!
45Sappiano che tu sei il Signore,
il Dio unico e glorioso su tutta la terra".
46I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti.47La fiamma si alzava quarantanove cubiti sopra la fornace48e uscendo bruciò quei Caldei che si trovavano vicino alla fornace.49Ma l'angelo del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco50e rese l'interno della fornace come un luogo dove soffiasse un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.
51Allora quei tre giovani, a una sola voce, si misero a lodare, a glorificare, a benedire Dio nella fornace dicendo:
52"Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
53Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso,
degno di lode e di gloria nei secoli.
54Benedetto sei tu nel trono del tuo regno,
degno di lode e di gloria nei secoli.
55Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini,
degno di lode e di gloria nei secoli.
56Benedetto sei tu nel firmamento del cielo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
57Benedite, opere tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
58Benedite, angeli del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
59Benedite, cieli, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
60Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
61Benedite, potenze tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
62Benedite, sole e luna, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
63Benedite, stelle del cielo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
64Benedite, piogge e rugiade, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
65Benedite, o venti tutti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
66Benedite, fuoco e calore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
67Benedite, freddo e caldo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
68Benedite, rugiada e brina, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
69Benedite, gelo e freddo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
70Benedite, ghiacci e nevi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
71Benedite, notti e giorni, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
72Benedite, luce e tenebre, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
73Benedite, folgori e nubi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
74Benedica la terra il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
75Benedite, monti e colline, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
76Benedite, creature tutte
che germinate sulla terra, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
77Benedite, sorgenti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
78Benedite, mari e fiumi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
79Benedite, mostri marini
e quanto si muove nell'acqua, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
80Benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
81Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
82Benedite, figli dell'uomo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
83Benedica Israele il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
84Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
85Benedite, o servi del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
86Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
87Benedite, pii e umili di cuore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
88Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli,
perché ci ha liberati dagl'inferi,
e salvati dalla mano della morte,
ci ha scampati di mezzo alla fiamma ardente,
ci ha liberati dal fuoco.
89Lodate il Signore, perché egli è buono,
perché la sua grazia dura sempre.
90Benedite, fedeli tutti, il Dio degli dèi,
lodatelo e celebratelo, perché la sua grazia dura sempre".
91Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: "Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?". "Certo, o re", risposero.
92Egli soggiunse: "Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell'aspetto a un figlio di dèi".
93Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace con il fuoco acceso e prese a dire: "Sadràch, Mesàch, Abdènego, servi del Dio altissimo, uscite, venite fuori". Allora Sadràch, Mesàch e Abdènego uscirono dal fuoco.
94Quindi i satrapi, i prefetti, i governatori e i ministri del re si radunarono e, guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere; che neppure un capello del loro capo era stato bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure l'odore del fuoco era penetrato in essi.
95Nabucodònosor prese a dire: "Benedetto il Dio di Sadràch, Mesàch e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio che il loro Dio.
96Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, proferirà offesa contro il Dio di Sadràch, Mesàch e Abdènego, sia tagliato a pezzi e la sua casa sia ridotta a un mucchio di rovine, poiché nessun altro dio può in tal maniera liberare".
97Da allora il re promosse Sadràch, Mesàch e Abdènego a cariche pubbliche nella provincia di Babilonia.
98Il re Nabucodònosor a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano in tutta la terra: Pace e prosperità!99M'è parso opportuno rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il Dio altissimo ha fatto per me.
100Quanto sono grandi i suoi prodigi
e quanto straordinarie le sue meraviglie!
Il suo regno è un regno eterno
e il suo dominio di generazione in generazione.
Prima lettera ai Corinzi 4
1Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.2Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele.3A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso,4perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!5Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.
6Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo per vostro profitto perché impariate nelle nostre persone a stare a ciò che è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio a favore di uno contro un altro.7Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?
8Già siete sazi, già siete diventati ricchi; senza di noi già siete diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi.9Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.10Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati.11Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo,12ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo;13calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.
14Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi.15Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo.16Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori!17Per questo appunto vi ho mandato Timòteo, mio figlio diletto e fedele nel Signore: egli vi richiamerà alla memoria le vie che vi ho indicato in Cristo, come insegno dappertutto in ogni Chiesa.
18Come se io non dovessi più venire da voi, alcuni hanno preso a gonfiarsi d'orgoglio.19Ma verrò presto, se piacerà al Signore, e mi renderò conto allora non già delle parole di quelli, gonfi di orgoglio, ma di ciò che veramente sanno fare,20perché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza.21Che volete? Debbo venire a voi con il bastone, o con amore e con spirito di dolcezza?
Capitolo XVI: Soltanto in Dio va cercata la vera consolazione
Leggilo nella Biblioteca1. Qualunque cosa io possa immaginare e desiderare per mia consolazione, non l'aspetto qui, ora, ma in futuro. Ché, pure se io potessi avere e godere da solo tutte le gioie e le delizie del mondo, certamente ciò non potrebbe durare a lungo. Sicché, anima mia, non potrai essere pienamente consolata e perfettamente confortata se non in Dio, che allieta i poveri e accoglie gli umili. Aspetta un poco, anima mia, aspetta ciò che Dio ha promesso e avrai in cielo la pienezza di ogni bene. Se tu brami disordinatamente i beni temporali, perderai quelli eterni del cielo: dei beni di quaggiù devi avere soltanto l'uso temporaneo, col desiderio fisso a quelli eterni. Anima mia, nessun bene di quaggiù, ti potrà appagare perché non sei stata creata per avere soddisfazione in queste cose. Anche se tu avessi tutti i beni del mondo, non potresti essere felice e beata, perché è in Dio, creatore di tutte le cose, che consiste la tua completa beatitudine e la tua felicità. Non è una felicità quale appare nella esaltazione di coloro che amano stoltamente questo mondo, ma una felicità quale si aspettano i buoni seguaci di Cristo; quale, talora, è pregustata, fin da questo momento, da coloro che vivono dello spirito e dai puri di cuore, "il cui pensiero è già nei cieli" (Fil 3,20).
2. Vano e di breve durata è il conforto che viene dagli uomini; santo e puro è quello che la verità fa sentire dal di dentro. L'uomo pio si porta con sé, dappertutto, il suo consolatore, Gesù, e gli dice: o Signore Gesù, stammi vicino in ogni luogo e in ogni tempo. La mia consolazione sia questa, di rinunciare lietamente ad ogni conforto umano. Che se mi verrà meno la tua consolazione, sia per me di supremo conforto, appunto, questo tuo volere, questa giusta prova; poiché "non durerà per sempre la tua collera e le tue minacce non saranno eterne" (Sal 102,9).
Consigli spirituali
Macario di Egitto - Macario di Egitto
Leggilo nella Biblioteca
1
Quando l'Apostolo ci dice: "Spogliatevi del vecchio uomo" (Efes. 4, 22), intende l'uomo totale, quello che aderisce ai nostri occhi, alle nostre mani e ai nostri sensi. Il maligno inquinò e fece deviare tutto l'uomo, anima e corpo, e lo ricoprì con la realtà dell'uomo vecchio, cioè con quella dell'uomo profanato, contaminato, ostile a Dio e ribelle alla sua legge; in questo consiste il primo peccato. Cosicchè l'uomo non vede più in modo conforme alla sua natura, ma il suo vedere, udire, camminare, agire e sentire sono legati al male.
Preghiamo Dio che ci renda nudi dell'uomo vecchio; Lui solo può liberarci dal peccato. Le forze del male che ci tengono schiavi nel regno del maligno sono più forti di noi; ma il Signore ci ha promesso di liberarci da questa schiavitù (Migne 34, 464 C).
2
L'anima si volge dalle maligne divagazioni conservando la vigilanza del cuore; ciò impedisce ai sensi ed ai pensieri di vagare nel mondo esteriore (Migne 34, 473 D).
3
Il fondamento vero della preghiera è questo: vigilare sui pensieri, e abbandonarsi all'orazione in grande quiete e pace così da non turbare gli altri. Sicuramente chi porta avanti al suo pieno sviluppo la grazia di Dio ricevuta, con un modo silenzioso di ascesa orante, è di maggior aiuto agli altri, perchè il nostro Dio, non è un Dio di confusione ma di pace (1 Cor. 14, 33).
Chi è solito pregare ad alta voce è simile ai banditori, e non può pregare ovunque, certo non nelle adunanze e nei luoghi abitati, ma solo nei posti solitari a sua scelta. Chi prega in silenziosa compostezza, lo può fare ovunque con edificazione di tutti. Costui deve portare tutto il suo sforzo sui pensieri, spezzare la turma dei pensieri maligni che l'attorniano, mettersi davanti a Dio; non eseguire le velleità di essi (pensieri), cercare invece di raccoglierli dalla dispersione separando i pensieri conformi alla natura da quelli malvagi (Migne 34, 520 B).
4
Alle volte basta che uno pieghi le ginocchia per pregare e subito il suo corpo si trova inondato dalla divina energia e gioisce l'anima della presenza del Signore come di quella dello Sposo. Altre volte invece, dopo un giorno intero di impegni laboriosi e dissipatori, uno, in una breve ora di preghiera, trova il suo io interiore rapito nell'orazione e immerso nello sconfinato mare dell'eterno; con dolcezza grande la sua mente, assorta e sospesa, dimora in quella regione ineffabile. In quel momento tacciono tutte le preoccupazioni esteriori, le forze mentali attratte dalle incommensurabili e inesprimibili realtà celesti, ricolme di stupore indicibile, riescono solo a formulare questa preghiera: Possa l'anima mia insieme alla preghiera emigrare all'altra sponda! (Migne 34, 528c).
5
L'anima, quando vien ritenuta degna di aver parte alla chiarità luminosa dello Spirito, venendo illuminata da questo splendore ineffabile si trasforma nella dimora adatta a riceverlo. Essa è allora tutta luce e nessuna parte in lei è priva dello spirituale occhio della luce. Niente è tenebroso in lei, essa è luce, spirito e capacità visiva. Tutto in lei è chiaro e semplice, essendo accesa dalla luce di Cristo che in lei ha stabilito la sua dimora. (Migne 34, 451 a).
6
Se uno, dopo aver rinunciato alle realtà esteriori, non ha sostituito, in tutta la sua pienezza, la comunione carnale propria degli esseri terreni con la comunione delle realtà celesti, e non ha avvicendato la gioia illusoria del mondo con quella interiore dello Spirito, conforto derivante dalla grazia celeste e placazione interiore che nasce dalla contemplazione della chiarità luminosa del Signore... Costui è un sale che ha perduto il sapore. (Migne 812 d).
7
Segno della presenza del Cristianesimo è questo: dopo aver affrontato ogni sorta di travagli e aver compiuto opere di verità, il riconoscersi incapace di alcunchè di bene. Ed anche se uno è giusto davanti a Dio la sua coscienza deve dirgli: "ogni giorno incomincio di nuovo".
Ogni giorno sia accompagnato dalla speranza, dalla gioia, dalla fiducia di giungere al regno futuro della salvezza. Ripetersi spesso: "Se oggi non ho raggiunto la liberazione, vi riuscirò domani !". Chi ha intenzione di piantare una vigna, avanti di accingersi al lavoro è nutrito dalla speranza e dalla gioia, e nella sua mente sogna la vendemmia e calcola i guadagni prima che il vino sia fatto; con questo animo può affrontare la fatica. (Migne 34, 681 b).
8
Il Cristianesimo è cibo e bevanda; quanto più uno se ne nutre, tanto più dalla sua dolcezza la mente è attratta trovandosene sempre insaziabilmente bisognosa. in verità lo Spirito è cibo e bevanda che mai dà sazietà. (Migne 34, 682 c).
9
Una cosa è parlare del cibo e della tavola imbandita, altra cosa è prendere e mangiare il pane saporoso e dar vigore a tutte le membra del corpo. Una cosa è discorrere della più soave bevanda, altra è andare ad attingere alla fonte e saziarsi col bere il soave liquore... Una cosa è rimuginare discorsi nella mente con una certa conoscenza, altra è portare la grazia, il sapore e la forza dello Spirito Santo in una partecipazione personale viva e fattiva, così da mostrare di possedere il tesoro delle realtà spirituali con pienezza nella mente e in tutto l'uomo interiore. (Migne, 34, 701 b).
10
Quando il pittore è intento a fare il ritratto del re ne deve avere davanti Il volto, cosicchè quando il re posa davanti a lui con abilità e grazia lo ritrae: ma se il re è girato dalla parte opposta, il pittore non può compiere l'opera sua, perchè il suo occhio non ne vede il volto. Così Cristo, pittore perfetto, dipinge i lineamenti del suo volto di uomo celeste su quei fedeli che sono verso di Lui costantemente orientati. Se qualcuno non lo fissa di continuo, disprezzando ogni cosa a Lui contraria, non avrà in se stesso l'immagine del Signore disegnata dalla sua luce.
Il nostro volto sia sempre in Lui fisso, con fede e amore, trascurando tutto per essere solo in Lui intenti, affinchè nel nostro intimo si imprima la sua immagine, e così portando in noi Cristo possiamo giungere alla vita senza fine (Migne 34 724a).
Parte 5
Quaderno I - Santa Faustina Kowalska
Leggilo nella Biblioteca
LA QUARESIMA.
Quando m'immergo nella Passione del Signore, spesso durante l'adorazione vedo Gesù sotto questo aspetto: dopo la flagellazione i carnefici presero il Signore e Gli tolsero la veste, che si era già attaccata alle Piaghe. Mentre gliela toglievano le Sue Piaghe si riaprirono. Poi buttarono addosso al Signore un mantello rosso, sporco e stracciato, sulle Piaghe aperte. Quel mantello arrivava alle ginocchia solo in alcuni punti. Poi ordinarono al Signore di sedersi su un pezzo di trave, mentre veniva intrecciata una corona di spine, con la quale cinsero la sacra Testa. Gli venne messa una canna in mano e ridevano di Lui, facendoGli inchini come ad un re. Gli sputavano in faccia ed altri prendevano la canna e Gliela battevano in Testa ed altri ancora Gli procuravano dolore dandoGli pugni, altri Gli coprivano il Volto e lo schiaffeggiavano. Gesù sopportò in silenzio. Chi può comprenderlo? Chi può comprendere il Suo dolore? Gesù aveva gli occhi rivolti a terra. Sentivo quello che avveniva allora nel Cuore dolcissimo di Gesù. Ogni anima rifletta su quello che ha sofferto Gesù in quei momenti. Facevano a gara per schernire il Signore. Riflettei per conoscere da che cosa potesse derivare tanta malignità nell'uomo. E purtroppo questa deriva dal peccato. Si erano incontrati l'Amore ed il peccato. Quando andai alla santa Messa in un certo tempio assieme ad una consorella, sentii la grandezza e la Maestà di Dio; sentii che quel tempio era imbevuto di Dio. La Sua Maestà mi investì completamente e, sebbene mi spaventasse, mi riempì di serenità e di gioia. Conobbi che nulla può opporsi alla Sua Volontà. Oh, se tutte le anime sapessero Chi abita nelle nostre chiese, non ci sarebbero tanti oltraggi e tante mancanze di rispetto in quei luoghi santi. O Amore eterno ed inesplicabile, Ti chiedo una grazia: rischiara il mio intelletto con la luce dall'alto, fammi conoscere e valutare tutte le cose secondo il loro valore. Quando vengo a conoscere la verità, ho nell'anima la gioia più grande.
21.III.35.
Spesso durante la santa Messa vedo
il Signore nell'anima; sento la sua presenza, che mi trapassa da
parte a parte. Avverto il Suo sguardo divino. Parlo molto con Lui
senza pronunciare una parola. Conosco quello che desidera il Suo Cuore
divino e faccio sempre quello che Egli preferisce. Amo alla follia e
sento di essere amata da Dio. In quei momenti quando m'incontro con
Dio nel profondo del mio intimo, mi sento così felice che non riesco
ad esprimerlo. Sono brevi momenti, poiché più a lungo l'anima non
lo sopporterebbe; dovrebbe avvenire la separazione del corpo. Benché
questi momenti siano molto brevi, tuttavia la loro potenza che si
comunica all'anima, rimane molto a lungo. Senza il minimo sforzo
entro in un raccoglimento profondo che, una volta che mi ha investito,
non diminuisce, sebbene io parli con la gente, né m'impedisce di
adempire i miei doveri. Sento la Sua presenza senza alcuno sforzo
dell'anima. Sento che sono unita a Dio così strettamente, come è
unita una goccia d'acqua ad un oceano immenso. Questo giovedì ho
provato questa grazia verso la fine delle preghiere ed è durata
eccezionalmente a lungo, cioè tutto il tempo della santa Messa;
pensavo di morire dalla gioia! In quei momenti conosco meglio Dio ed i
Suoi attributi e conosco meglio anche me stessa e la mia miseria e
stupisco che Iddio si abbassi tanto, fino ad una misera anima come
la mia.
Dopo la santa Messa mi sentivo completamente immersa in Dio
ed avevo presente ogni Suo sguardo che giungeva fino al profondo del
mio cuore. Verso mezzogiorno entrai un momento in cappella e la
potenza della grazia colpì di nuovo il mio cuore. Mentre me ne Stavo
assorta, satana prese un vaso di fiori e io scagliò rabbiosamente a
terra con tutte le forze. Notai tutto il suo accanimento e la sua
invidia. Nella cappella non c'era nessuno, quindi mi alzai da dove
stavo pregando e raccolsi i pezzi del vaso rotto e trapiantai il
fiore e volevo rimetterlo a posto alla svelta, prima che entrasse
qualcuno in cappella. Ma non ci riuscii, dato che entrarono subito
la Madre Superiora, la suora sacrestana ed alcune altre suore. La
Madre Superiora si meravigliò che avessi spostato qualche cosa sul
piccolo altare e fatto cadere il vaso. La suora sacrestana mostrò il
suo malcontento ed io m'impegnai a non dare spiegazioni e a non
giustificarmi. Verso sera però mi sentii molto affaticata e non
potei fare l'Ora santa e chiesi il permesso alla Madre Superiora di
andare a riposarmi prima del solito. Appena mi misi a letto, mi
addormentai subito, ma verso le undici satana diede uno scossone al
mio letto.
Mi svegliai immediatamente e cominciai tranquillamente a
pregare il mio Angelo Custode. All'improvviso vidi le anime che
stanno espiando in purgatorio. Il loro aspetto era come un'ombra e
fra loro vidi molti demoni. Uno cercò di infastidirmi, gettandosi
sul mio letto e sui miei piedi sotto forma di gatto ed era molto
pesante, direi alcuni pud. Continuai per tutto il tempo a recitare
il rosario. Sul fare del mattino quelle figure se ne andarono e potei
prendere sonno. La mattina, quando arrivai in cappella, sentii
nell'anima questa voce: «Sei unita a Me e non aver paura di
nulla. Ma sappi questo, figlia Mia, che satana ti odia. Benché odi
ogni anima, egli arde di un odio particolare contro di te, perché
hai sottratto molte anime al suo dominio».
GIOVEDI’ SANTO 18.IV. 1935.
La mattina ho udito queste parole: «Da oggi al rito della risurrezione non sentirai la Mia presenza, ma la tua anima sarà colma di una grande nostalgia»
ed immediatamente una grande nostalgia inondò la mia anima. Sentii
il distacco dall'amato Gesù e quando si avvicinò il momento di fare
la santa Comunione, vidi nel calice in ogni Ostia il Volto sofferente
di Gesù. Da quel momento provai nel mio cuore una nostalgia ancora
maggiore. Il Venerdì Santo, alle tre del pomeriggio, quando entrai
in cappella, udii queste parole: «Desidero che quell'immagine venga pubblicamente venerata»,
e subito vidi Gesù che agonizzava sulla croce fra atroci tormenti e
dal Cuore di Gesù uscirono gli stessi due raggi che ci sono in
quell'immagine. Sabato. Durante i vespri vidi Gesù splendente come
il sole, con una veste bianca, e mi disse: «Gioisca il tuo cuore»,
ed una gioia grande m'inondò e mi trapassò da una parte all'altra
la presenza di Dio, che è un tesoro inenarrabile per l'anima. Quando
quell'immagine venne esposta, vidi il vivo movimento della mano di
Gesù, che tracciò un gran segno di croce. La sera dello stesso giorno,
mentre stavo mettendomi a letto, vidi che quell'immagine stava
passando sopra una città e quella città era coperta di reti e
trappole. Gesù passando tagliò tutte le reti ed in ultimo fece un
gran segno di croce e scomparve. E mi vidi circondata da una
moltitudine di figure maligne che avvampavano di un grande odio contro
di me. Dalle loro bocche uscirono minacce d'ogni genere, ma nessuna
mi toccò. Dopo un momento, quella apparizione scomparve, ma mi ci
volle parecchio tempo per addormentarmi.
26.IV.1935
Venerdì, quando sono andata ad
Ostra Brama, nel corso delle solennità durante le quali venne
esposta quell'immagine, sono stata presente alla predica tenuta dal
mio confessore. Quella predica trattava della Misericordia di Dio. Era
la prima di quelle richieste dal Signore Gesù da tanto tempo. Quando
cominciò a parlare della grande Misericordia del Signore,
l'immagine prese un aspetto vivo ed i raggi penetrarono nei cuori
della gente riunita, però non in egual misura; alcuni ricevettero di
più, altri meno. Vedendo la grazia di Dio, la mia anima fu inondata
da una grande gioia. Improvvisamente udii queste parole: «Tu
sei testimone della Mia Misericordia. Starai per i secoli davanti al
Mio trono come viva testimone della Mia Misericordia».
Finita la predica, non attesi la fine della funzione, perché avevo
fretta di tornare a casa. Fatti pochi passi, mi venne sbarrata la
strada da una moltitudine di spiriti del male, che mi minacciarono
terribili tormenti, mentre si udivano queste voci: «Ci ha portato via
tutto quello per cui avevamo lavorato per tanti anni».
Quando
domandai loro: «Da dove venite in tale moltitudine?», quelle figure
maligne mi risposero: «Dai cuori degli uomini. Non ci torturare!».
Vedendo allora l'odio tremendo che avevano contro di me, chiesi
aiuto all'Angelo Custode ed in un attimo comparve la figura luminosa
e raggiante dell'Angelo Custode, che mi disse: «Non temere, sposa del mio Signore; questi spiriti non ti faranno nulla di male senza il Suo permesso».
Quegli spiriti maligni scomparvero immediatamente ed il fedele
Angelo Custode mi accompagnò in modo visibile fin dentro casa. Il
suo sguardo era modesto e sereno e dalla fronte gli usciva un raggio
di fuoco. O Gesù, desidererei faticare, stancarmi fino alla
spossatezza e soffrire per tutta la vita per quest'unico momento, in
cui ho visto la Tua gloria, o Signore, ed i benefici che ne ricavano
le anime
DOMENICA 28.IV.1935.
Domenica in Albis,
cioè festa della Misericordia del Signore, chiusura del Giubileo
della Redenzione. Quando andammo a quella solenne funzione, il cuore
mi batteva dalla gioia, poiché quelle due solennità erano unite
strettamente fra di loro. Pregai Iddio perché concedesse
Misericordia alle anime dei peccatori. Quando la funzione stava per
finire ed il sacerdote prese il Santissimo Sacramento per impartire
la benedizione, tutto a un tratto vidi il Signore Gesù con lo stesso
aspetto che ha nell'immagine. Il Signore diede la benedizione ed i
raggi si diffusero su tutto il mondo. All'improvviso vidi un
bagliore inaccessibile, a forma di un'abitazione di cristallo
intessuta con onde di luce, impenetrabile a qualunque creatura e
spirito. Per accedere a quel bagliore c'erano tre porte e in quel
momento entrò Gesù, con lo stesso aspetto che ha nell'immagine, in
quel bagliore, attraverso la seconda porta, fino all'interno dell'unità.
Questa è l'unità trina, che è l'incomprensibile infinito.
Inaspettatamente udii una voce: «Questa festa è uscita dalle
viscere della Mia Misericordia ed è confermata nell'abisso delle
Mie grazie. Ogni anima che crede ed ha fiducia nella Mia Misericordia,
la otterrà». Mi rallegrai immensamente per la bontà e la grandezza del mio Dio.
29.IV.1935.
La vigilia dell'esposizione
dell'immagine andai con la nostra Madre Superiora dal nostro
confessore. Quando la conversazione cadde nell'argomento dell'immagine,
il confessore chiese che una suora aiutasse ad intrecciare
ghirlande. La Madre Superiora rispose che avrebbe dato una mano Suor
Faustina. La cosa mi rallegrò enormemente. Quando tornammo a casa,
m'interessai subito di procurare fronde verdi e con l'aiuto di
un'educanda trasportammo il verde; ci fu d'aiuto anche una persona
che sta presso la chiesa. Alle sette di sera era già tutto pronto,
l'immagine era già stata appesa. Alcune signore però notarono che
m'aggiravo in quei paraggi, dove certamente sono stata più
d'impaccio che d'aiuto, perciò il giorno dopo chiesero alle suore
che cosa fosse quella bella immagine e che significato avesse. «Loro
suore lo sapranno di sicuro, dato che ieri c'era una suora ad
adornarla». Le suore rimasero molto stupite, perché non ne sapevano
niente. Ognuna di loro voleva vederla e sospettarono subito di me.
Dissero: « Di sicuro suor Faustina è ben informata di tutto ».
Quando cominciarono ad interrogarmi, non risposi, poiché non potevo
dire la verità. Il mio silenzio fu motivo di maggior curiosità da
parte loro. Raddoppiai la vigilanza su me stessa, per non mentire né
dire la verità, poiché non ne avevo l'autorizzazione. Cominciarono
allora a mostrarmi il loro malcontento ed a dirmi apertamente: «Come
è possibile che gente estranea sia informata di ciò, e noi non ne
sappiamo niente?». Cominciarono a circolare valutazioni di vario
genere sul mio conto. Soffrii molto per tre giorni, ma una forza
misteriosa penetrò nella mia anima. Gioisco di poter soffrire per il
Signore e per le anime, che hanno ottenuto la Sua Misericordia in
questi giorni. Vedendo il gran numero di anime che in questi giorni
hanno ottenuto la Misericordia di Dio, considero proprio nulla le
fatiche e le sofferenze, anche le più grandi ed anche se dovessero
durare fino alla fine del mondo, poiché esse hanno un termine,
mentre le anime che con questa festività si sono convertite sono
state salvate da tormenti che durano in eterno. Ho provato una
grande gioia nel vedere altri, che tornavano alla sorgente della
felicità, in seno alla Divina Misericordia.
Vedendo la dedizione e
le fatiche del reverendo dr. Sopocko per questa causa, ammiravo la sua
pazienza ed umiltà. Tutto questo è costato molto, non solo in
sacrifici e dispiaceri di vario genere, ma anche molto denaro; ed a
tutto ha provveduto il reverendo dr. Sopocko. Vedo che la Divina
Provvidenza lo aveva preparato a compiere quest'opera della
Misericordia, ancora prima che io pregassi Dio per questo. Oh, come sono
misteriose le Tue vie, Dio, e felici le anime che seguono la voce
della Tua grazia! Per tutto, anima mia, magnifica il Signore ed
esalta la Sua Misericordia, poiché la Sua bontà non ha fine. Tutto
passerà, ma la Sua Misericordia è senza limiti e senza termine.
Sebbene la malvagità arrivi a colmare la sua misura, la Misericordia
è senza misura. O mio Dio anche nei castighi coi quali colpisci la
terra, vedo l'abisso della Tua Misericordia, poiché castigandoci in
questa terra, ci liberi dal castigo eterno. Rallegratevi, creature
tutte, poiché siete più vicine a Dio nella Sua infinita
Misericordia, di quanto lo sia un lattante al cuore della madre. O
Dio, Tu sei la pietà stessa per i più grandi peccatori sinceramente
pentiti! Più grande è il peccatore, maggiore è il diritto che ha
alla Misericordia divina.
IN UN MOMENTO DEL 12.V.1935.
La sera,
appena mi misi a letto mi addormentai, ma se mi addormentai alla
svelta, ancor più alla svelta venni svegliata. Venne da me un
bambino e mi svegliò. Questo bambino poteva avere circa un anno e mi
stupì perché parlava benissimo, mentre i bambini di quell'età non
parlano affatto, Oppure parlano in modo poco comprensibile. Era
indicibilmente bello; somigliava al Bambino Gesù, e mi disse queste
parole: «Guarda il cielo». E quando guardai il cielo, vidi le stelle
splendenti e la luna. Allora il bambino mi chiese: «Vedi la luna e
le stelle?». Risposi che le vedevo ed egli ribatté: «Quelle stelle
sono le anime dei cristiani fedeli e la luna sono le anime degli
appartenenti ad ordini religiosi. Vedi che grande differenza di luce
c'è fra la luna e le stelle; così in cielo c'è una grande
differenza fra l'anima di un religioso e quella di un cristiano
fedele». E mi disse ancora che: «La vera grandezza sta nell'amare Dio e nell'umiltà».
Inaspettatamente vidi una certa anima, che stava per separarsi dal
corpo fra tremendi supplizi. O Gesù, dovendo scrivere questo, tremo
tutta, avendo visto le atrocità che hanno testimoniato contro di
lui... Ho visto come uscivano da una specie di voragine fangosa anime di
bambini piccoli e più grandicelli, di circa nove anni.
Queste anime
erano ripugnanti e orribili, simili ai mostri più spaventosi, a
cadaveri in decomposizione. Ma quei cadaveri erano vivi e
testimoniavano ad alta voce contro quell'anima che stava
agonizzando. E l'anima, che ho visto mentre stava in agonia, era
un'anima che dal mondo aveva ricevuto tanti onori e tanti applausi,
la conclusione dei quali è il vuoto ed il peccato. In ultimo uscì
una donna, che in una specie di grembiule portava lacrime ed essa
testimoniò molto contro di lui. Oh! ora tremenda, in cui bisognerà
vedere tutte le proprie azioni nella loro completa nudità e miseria.
Nessuna di esse andrà perduta; ci seguiranno fedelmente al giudizio
di Dio. Non ho parole né termini di paragone per esprimere cose così
terribili e, sebbene mi sembri che quell'anima non sia dannata,
tuttavia le sue pene non si differenziano in nulla dalle pene
dell'inferno. L'unica differenza è che un giorno finiranno. Un
momento dopo vidi di nuovo lo stesso bambino che mi aveva svegliato,
ed era di una bellezza stupenda e mi ripeté le stesse parole: «La vera grandezza di un'anima sta nell'amare Dio e nell'umiltà».
Domandai a quel bambino: « Tu come lo sai questo, che la vera
grandezza di un'anima sta nell'amare Dio e nell'umiltà? Queste cose
possono saperle soltanto i teologi, mentre tu non hai studiato
nemmeno il catechismo, e come puoi saperle? ». Ma egli mi rispose: «Le so, e so tutto»,
ed all'istante scomparve. Io però non mi addormentai affatto; la
mia mente era stanca per quello su cui avevo cominciato a riflettere
e per quello che avevo visto. O anime umane, come riconoscete tardi
la verità! O abisso della Misericordia di Dio, riversati al più presto
sul mondo intero, secondo quello che Tu Stesso hai detto!
V.1935. IN UN CERTO MOMENTO.
Quando mi resi
conto dei grandi disegni di Dio a mio riguardo, mi spaventai per la
loro grandiosità e mi sentii totalmente inidonea ad eseguirli, tanto
che cominciai ad evitare i colloqui interiori con Lui e quel tempo
li sostituii con la preghiera orale. Lo feci per umiltà, ma in breve
mi accorsi che non era vera umiltà, ma una grande tentazione di
satana. Una volta che, invece della preghiera interiore, avevo
cominciato a leggere un libro spirituale, udii nell'intimo queste parole
in modo chiaro e forte: «Preparerai il mondo alla Mia ultima venuta».
Queste parole mi colpirono profondamente e benché facessi finta di
non averle udite, le avevo capite bene e non avevo alcun dubbio in
merito. Una volta che, stanca per questa lotta d'amore con Dio e del
continuo rifiutarmi col dire che non ero adatta a compiere
quell'opera, volevo uscire dalla cappella, una forza misteriosa mi
trattenne; mi sentii come paralizzata ed all'improvviso udii queste
parole: « Hai intenzione di uscire dalla cappella, ma non
uscirai da Me, poiché sono ovunque. Tu da sola con le tue forze non
riesci a far nulla, ma con Me puoi tutto ».
Durante la
settimana, quando sono andata dal mio confessore e gli ho svelato lo
stato della mia anima e specialmente che evito il colloquio interiore
con Dio, mi è stato risposto che non devo evitare il colloquio
interiore con Dio, ma devo ascoltare attentamente le parole che mi
dice. Mi sono regolata secondo le indicazioni del confessore ed al
primo incontro col Signore, mi sono gettata ai piedi di Gesù e col
cuore straziato Gli ho chiesto perdono di tutto. Allora Gesù mi ha
sollevato da terra e mi ha fatto sedere accanto a Sé e mi ha
permesso di appoggiare il capo sul Suo petto, in modo che potessi
comprendere e percepire meglio i desideri del Suo dolcissimo Cuore.
Ed all'improvviso Gesù mi ha detto queste parole: « Figlia
Mia, non aver paura di nulla. Io sono sempre con te. Qualunque
avversario ti potrà nuocere soltanto per quello che Io gli
permetterò. Tu sei la Mia dimora ed il Mio stabile riposo. Per te
trattengo la mano punitrice; per te benedico la terra ».
In
quello stesso momento avvertii uno strano fuoco nel mio cuore;
sento che vengono a cessare i miei sensi; non capisco quello che
avviene attorno a me. Sento che lo sguardo del Signore penetra in
me; conosco bene la Sua grandezza e la mia miseria. Una sofferenza
misteriosa penetra nella mia anima ed una tale gioia, che non riesco a
paragonarla a nulla. Mi sento inerte fra le braccia di Dio; sento
che sono in Lui e mi sciolgo come una goccia d'acqua in un oceano.
Non riesco ad esprimere quello che provo. Dopo una tale preghiera
interiore sento una forza ed un impulso a compiere i più difficilì
atti di virtù; sento avversione verso tutte le cose che il mondo
apprezza; desidero con tutta l'anima la solitudine e la quiete.
V.1935.
Durante la funzione dei quaranta
giorni, ho visto il Volto di Gesù nell'Ostia santa, che era esposta
nell'ostensorio; Gesù guardava amabilmente a tutti. Vedo spesso il
Bambino Gesù durante la santa Messa. E straordinariamente bello e in
quanto all'età mostra circa un anno. Una volta che nella nostra
cappella vidi lo stesso Bambino durante la santa Messa, fui assalita
da un desiderio fortissimo e da una smania irresistibile di
avvicinarmi all'altare e di prendere il Bambino Gesù. In quello
stesso istante il Bambino Gesù fu accanto a me in fondo
all'inginocchiatoio e si aggrappò al mio braccio con entrambe le manine,
incantevole e gioioso, con lo sguardo profondo e penetrante. Però
quando il sacerdote spezzò l'Ostia, Gesù era sull'altare e venne
spezzato e consumato dal sacerdote. Dopo la santa Comunione vidi
Gesù tale e quale nel mio cuore e Lo sentii per tutto il giorno
fisicamente, realmente nel mio cuore. Un raccoglimento più profondo
s'impadronì di me inavvertitamente e non dissi una parola con nessuno.
Evitai per quanto mi fu possibile la presenza della gente. Risposi
sempre alle richieste che si riferivano ai miei impegni; al di fuori
di ciò nemmeno una parola.
9.VI.1935. LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO.
Verso sera, mentre passavo per l'orto, udii queste parole: «Unitamente alle tue compagne, dovrai impetrare la Misericordia per voi stesse e per il mondo».
Compresi che non sarò nella Congregazione nella quale sono
attualmente. Vedo chiaramente che nei miei riguardi la volontà di
Dio è un'altra. Tuttavia mi rifiuto continuamente davanti a Dio, dicendo
che non sono idonea a compiere quest'opera. «Gesù, Tu naturalmente
sai molto bene chi sono » e cominciai ad elencare davanti al Signore
le mie manchevolezze e mi trincerai dietro a quelle, affinché
riconoscesse il mio rifiuto, poiché non sono idonea a compiere i
Suoi progetti. Ad un tratto, udii queste parole: « Non temere; lo stesso provvederò a tutto quello che ti manca ».
Queste parole mi penetrarono nel profondo e conobbi ancora di più
la mia miseria; conobbi che la parola del Signore è viva e penetra
in profondità. Compresi che Iddio esigeva da me un sistema di vita
più perfetto; tuttavia mi rifiutavo continuamente per la mia
inidoneità.
29.VI.1935.
Quando parlai col mio direttore
spirituale delle varie cose che il Signore esigeva da me, pensavo
che m'avrebbe risposto che non sono adatta a compiere simili cose e
che Gesù non si serve di anime misere come sono io, per qualunque opera
voglia compiere. Invece mi sentii dire che il più delle volte Dio
sceglie proprio tali anime per realizzare i suoi disegni. Quel
sacerdote però è guidato dallo Spirito di Dio; egli riuscì a
scrutare nell'intimo della mia anima i più nascosti segreti che
c'erano fra me e Dio, e di cui non gli avevo ancora mai parlato, e
non gliene avevo parlato poiché io stessa non li avevo compresi bene ed
il Signore non mi aveva detto chiaramente che gliene parlassi. Il
segreto è questo, che Iddio esige che ci sia una congregazione che
annunci la Misericordia di Dio al mondo e la impetri per il mondo.
Quando quel sacerdote mi chiese se avessi avuto tali ispirazioni,
risposi che ordini precisi non ne avevo avuti.
Ma in quello stesso
momento era penetrata una strana luce nella mia anima ed avevo
capito che il Signore mi parlava per mezzo di lui. Mi ero difesa
inutilmente dicendo che non avevo un ordine preciso, poiché verso la
fine del colloquio vidi Gesù sulla soglia, nello stesso aspetto
come è dipinto nell'immagine, che mi disse: « Desidero che ci sia una tale Congregazione ». La
cosa durò un momento. Di questo però non parlai subito; anzi, avevo
fretta di tornare a casa e ripetevo continuamente al Signore: « Io
non sono idonea a realizzare i Tuoi piani, o Dio ». Ma, e questa è
la cosa curiosa, Gesù non badò a questa mia invocazione, bensì mi
illuminò e mi fece conoscere quanto Gli fosse gradita quell'opera;
non prese in considerazione la mia debolezza, ma mi fece conoscere
quante difficoltà dovevo superare. Ed io, Sua povera creatura, non seppi
rispondere nient'altro che questo: « Non sono idonea, o Dio ».
30.VI.1935.
Il giorno dopo durante la S.
Messa, subito all'inizio, vidi Gesù che era di una bellezza
indescrivibile. Mi disse che esige che tale congregazione venga
fondata al più presto e « Tu vivrai in essa con le tue compagne.
Il Mio spirito sarà la regola della vostra vita. La vostra vita
deve essere modellata su di Me, dalla mangiatoia alla morte in
croce. Penetra nei Miei segreti e conoscerai l'abisso della Mia
Misericordia verso le creature e la Mia bontà insondabile e questa
farai conoscere al mondo. Per mezzo della preghiera farai da
intermediaria fra la terra e il cielo». Era il momento di
accostarsi alla S. Comunione. Gesù scomparve e vidi un grande
bagliore. All'improvviso udii queste parole: «Ti impartiamo la Nostra benedizione »
e in quell'attimo da quel bagliore usci un raggio chiaro, che mi
trapassò il cuore ed un fuoco misterioso si accese nella mia anima.
Pensavo di morire per la gioia e la felicità; sentivo il distacco
dello spirito dal corpo; sentivo la totale immersione in Dio; sentivo
che venivo rapita dall'Onnipotente, come un granellino di polvere
verso spazi immensi e sconosciuti.
Tremando di felicità nelle
braccia del Creatore, sentivo che era Lui stesso che mi sosteneva,
perché potessi sopportare quella grande felicità e guardare alla Sua
Maestà. Ora so che, se prima non mi avesse fortificato Egli stesso
con la grazia, la mia anima non avrebbe potuto sopportare quella
felicità e in un attimo sarebbe sopraggiunta la morte. La santa
Messa era finita non so quando, poiché non ero in condizioni di
poter notare ciò che avveniva nella cappella. Però quando rientrai
in me, sentii la forza ed il coraggio di compiere la volontà di Dio.
Nulla mi sembrava difficile e, come prima mi rifiutavo davanti al
Signore, così ora sento il coraggio e la forza del Signore che è in me e
dissi al Signore: « Sono pronta ad ogni cenno della Tua volontà ».
Sperimentai interiormente tutto ciò che dovrò passare in futuro. O
mio Creatore e Signore, ecco hai tutto il mio essere. Disponi di me
secondo il Tuo divino beneplacito, secondo i Tuoi disegni eterni e
la Tua infinita Misericordia. Ogni anima riconosca quanto è buono il
Signore; nessun'anima abbia timore di trattare familiarmente col
Signore e non si sottragga per la Sua indegnità e non rinvii mai a dopo
gli inviti di Dio, poiché questo al Signore non piace. Non c'è
un'anima più misera di me, come veramente mi riconosco e sono
stupita che la Maestà Divina si abbassi tanto. O Eternità, a mio
parete sei troppo cotta per lodare a sufficienza l'infinita
Misericordia del Signore. Una volta che l'immagine era stata esposta
su un altare, in occasione della processione del Corpus Domini, quando
il sacerdote posò il Santissimo Sacramento ed il coro cominciò a
cantare, ad un tratto i raggi dall'immagine passarono attraverso
l'Ostia Santa e si diffusero su tutto il mondo. Allora udii queste
parole: « Attraverso te, come attraverso questa Ostia, passeranno i raggi della Misericordia sul mondo ».
Dopo queste parole una grande gioia penetrò nella mia anima. Una
volta che il mio confessore celebrava la S. Messa, come al solito
vidi il Bambino Gesù sull'altare dal momento dell'offertorio. Ma un
momento prima dell'elevazione il sacerdote scomparve alla mia vista e
rimase Gesù e, quando fu il momento dell'elevazione, Gesù prese nelle
Sue manine l'Ostia ed il calice e li alzò assieme e guardò verso il
cielo e dopo un momento vidi di nuovo il mio confessore e domandai
al Bambino Gesù dov'era stato il sacerdote durante il tempo che non
l'avevo visto. E Gesù mi rispose: «Nel Mio Cuore». E non riuscii a capire altro di quelle parole di Gesù. Una volta sentii queste parole: «Desidero che tu viva secondo la Mia volontà fin nei più segreti recessi della tua anima ».
Cominciai a riflettere su quelle parole che mi avevano colpito fino
al profondo del cuore. Quel giorno c'era la confessione della
comunità. Quando andai a confessarmi, dopo che mi ero accusata dei
peccati, quel sacerdote mi ripeté le stesse parole che poco prima mi
aveva detto il Signore. Quel sacerdote mi disse queste parole
profonde, che ci sono tre gradi nell'adempimento della volontà di
Dio: il primo si ha quando l'anima fa tutto ciò che è notoriamente
compreso nei comandamenti e nei precetti; il secondo si ha quando
l'anima ascolta le ispirazioni interiori e le mette in pratica; il
terzo grado è quello in cui l'anima, abbandonatasi alla volontà di
Dio, lascia a Dio la libertà di disporre di lei e Dio fa con lei quello
che Gli piace; in breve è uno strumento docile nelle mani di Lui. E
quel sacerdote mi disse che io ero al secondo grado nell'adempimento
della volontà di Dio e che non avevo ancora il terzo grado, però
avrei dovuto impegnarmi per raggiungere il terzo grado della divina
volontà.
Queste parole mi attraversarono l'anima da parte a parte.
Vedo chiaramente che il Signore spesso fa conoscere al sacerdote
quello che avviene nel profondo della mia anima. La cosa non mi stupisce
affatto, anzi ringrazio il Signore che ha tali eletti. Giovedì.
Adorazione notturna. Quando andai all'adorazione, fui subito
investita dal bisogno di raccoglimento interiore e vidi Gesù legato
alla colonna, spogliato delle Sue vesti e sottoposto subito alla
flagellazione. Vidi quattro uomini che a turno sferzavano coi flagelli
il Signore. Il cuore mi si fermava alla vista di quello strazio. Ad
un tratto il Signore mi disse queste parole: « Ho una sofferenza ancora maggiore di quella che vedi ». E Gesù mi fece conoscere per quali peccati si sottopose alla flagellazione: sono
i peccati impuri. Oh, che tremende sofferenze morali patì Gesù,
quando si sottomise alla flagellazione! Improvvisamente Gesù mi
disse: « Guarda e osserva il genere umano nella situazione attuale ».
E in un attimo vidi cose tremende: i carnefici si allontanarono da
Gesù, e si avvicinarono per flagellarLo altri uomini, che presero la
sferza e sferzarono il Signore senza misericordia. Erano sacerdoti,
religiosi e religiose ed i massimi dignitari della Chiesa, cosa che
mi stupì molto; laici di diversa età e condizione; tutti
scaricarono il loro veleno sull'innocente Gesù. Vedendo ciò il mio cuore
precipitò in una specie di agonia. Quando Lo flagellarono i
carnefici, Gesù taceva e guardava lontano; ma quando lo flagellarono
le anime che ho menzionato sopra, Gesù chiuse gli occhi e dal Suo
Cuore uscì un gemito represso, ma tremendamente doloroso. Ed il
Signore mi fece conoscere nei particolari l'enorme malvagità di
quelle anime ingrate: « Vedi, questo è un supplizio peggiore della Mia morte ».
Tacquero allora le mie labbra e cominciai a provare su di me l'agonia
e capivo che nessuno poteva consolarmi, né togliermi da quello stato,
se non Colui che ad esso m'aveva condotto.
Ed allora il Signore mi
disse: « Vedo il dolore sincero del tuo cuore che ha procurato un immenso sollievo al Mio Cuore. Guarda ora e consolati ».
E vidi Gesù inchiodato sulla croce. Dopo che Gesù era rimasto
appeso per un momento, vidi tutta una schiera di anime crocifisse
come Gesù. E vidi una terza schiera di anime ed una seconda schiera
di anime. La seconda schiera non era inchiodata sulla croce, ma quelle
anime tenevano saldamente la croce in mano. La terza schiera di
anime invece non era né crocifissa né teneva la croce in mano, ma
quelle anime trascinavano la croce dietro di sé ed erano
insoddisfatte. Allora Gesù mi disse: « Vedi quelle anime,
che sono simili a Me nella sofferenza e nel disprezzo: le stesse saranno
simili a Me anche nella gloria. E quelle che assomigliano meno a Me
nella sofferenza e nel disprezzo: le stesse assomiglieranno meno a
Me anche nella gloria». La maggior parte delle anime
crocifisse appartenevano allo stato religioso; fra le anime
crocifisse ho visto anche delle anime che conosco, la qual cosa mi
ha fatto molto piacere. Ad un tratto Gesù mi disse: « Nella meditazione di domani riflettersi su quello che hai visto oggi ».
E Gesù scomparve immediatamente. Venerdì. Sono stata malata e non
ho potuto andare alla S. Messa. Alle sette di mattina ho visto il
mio confessore, che celebrava la S. Messa, durante la quale ho visto
il Bambino Gesù. Verso la fine della S. Messa la visione è scomparsa
e mi sono vista come prima nella mia cella. Ho provato una gioia
indicibile per il fatto che, pur non avendo potuto assistere alla S.
Messa nella nostra cappella, l'ho ascoltata da una chiesa molto
lontana. Gesù può provvedere a tutto.
30 luglio [sic!] 1935.
Giorno di Sant'Ignazio. Ho pregato fervorosamente questo santo,
facendogli dei rimproveri: Come può osservarmi e non venirmi in
aiuto in questioni tanto importanti, cioè nell'adempimento della volontà
di Dio? Ho detto a questo santo: « O nostro Patrono, che sei stato
infiammato dal fuoco dell'amore e dello zelo per la maggior gloria
di Dio, Ti prego umilmente, aiutami a realizzare i disegni di Dio.
Questo avveniva durante la santa Messa. All'improvviso sul lato
sinistro dell'altare ho visto Sant'Ignazio con un gran libro in
mano, il quale mi ha detto queste parole: « Figlia Mia, non sono
indifferente alla tua causa. Questa regola si può adattare anche a
questa congregazione ». E indicando il libro con la mano, scomparve.
Mi rallegrai enormemente vedendo quanto i santi si interessino di
noi e quanto sia stretta l'unione con loro. O bontà di Dio! Come è
bello il mondo interiore dato che già qui sulla terra trattiamo
direttamente coi santi. Per tutta la giornata sentii la vicinanza di
questo Patrono, a me così caro.
5 agosto 1935.
Festa della Madonna della
Misericordia. Mi sono preparata a questa festa con un fervore
maggiore degli anni passati. Al mattino di questo giorno ho avuto
una lotta interiore al pensiero che debbo abbandonare la Congregazione
che gode della protezione particolare di Maria. In questa lotta è
trascorsa la meditazione e la prima Santa Messa. Durante la seconda
S. Messa ho pregato così la Madre Santissima: « O Maria, è difficile
per me staccarmi dalla Congregazione che è sotto il Tuo speciale
patrocinio ». All'improvviso vidi la Santissima Vergine
indicibilmente bella, che dall'altare si avvicinò a me, al Mio
inginocchiatoio. Mi strinse a Sé e mi disse queste parole: «
Vi sono Madre per l'infinita Misericordia di Dio. L'anima che mi è
più cara è quella che compie fedelmente la volontà di Dio ». Mi fece comprendere che ho eseguito fedelmente tutti i desideri di Dio e per questo ho trovato grazia ai Suoi occhi. «
Sii coraggiosa; non temere gli ostacoli ingannevoli, ma considera
attentamente la Passione di Mio Figlio ed in questo modo vincerai ».
Adorazione notturna. Mi sentivo molto male e mi sembrava che non
avrei potuto andare all'adorazione, ma ci misi tutta la forza della
volontà e, benché fossi caduta nella cella, non badai a quello che
mi doleva, avendo davanti agli occhi la Passione di Gesù. Quando
giunsi in cappella ebbi la comprensione interiore di quanto sia grande
la ricompensa che Iddio ci prepara, non solo per le buone azioni, ma
anche per il desiderio sincero di compierle. Che grande grazia di
Dio è questa! Oh, come è dolce lavorare con sacrificio per Iddio e
per le anime! Non voglio riposare durante la battaglia, ma
combatterò fino all'ultimo soffio di vita per la gloria del mio Re e
Signore. Non deporrò la spada finché non mi prenderà davanti al Suo
trono; non temo i colpi poiché il mio scudo è Dio. Il nemico deve aver
paura di noi, non noi del nemico. Satana vince solo i superbi e
vili, poiché gli umili posseggono la forza. Nulla confonde né
spaventa un'anima umile. Ho indirizzato il mio volo verso l'ardore
stesso del sole e nulla riuscirà a farmelo abbassare. L'amore non si
lascia incatenare, è libero come una regina; l'amore giunge fino a
Dio.
Una volta, dopo la S. Comunione, udii queste parole: “Tu sei la nostra dimora”.
In quell'istante avvertii nell'anima la presenza della SS.ma Trinità,
Padre, Figlio e Spirito Santo. Mi sentivo il tempio di Dio. Sento che
sono figlia del Padre. Non so dare spiegazione di tutto, ma lo
spirito lo comprende bene. O bontà infinita, come Ti abbassi fino ad
una misera creatura! Se le anime vivessero nel raccoglimento, Iddio
farebbe subito sentir loro la Sua voce, poiché la dissipazione
soffoca la parola del Signore. Una volta il Signore mi disse: «
Perché hai paura e tremi, quando sei unita a Me? Non Mi piace
un'anima soggetta ad inutili paure. Chi oserebbe toccarti quando sei
con Me? L'anima che Mi è più cara è quella che crede fermamente
nella Mia bontà ed ha piena fiducia in Me: le ricambio la Mia
fiducia e le do tutto quello che chiede». Una volta il Signore mi disse: « Figlia Mia, prendi le grazie che gli uomini disprezzano; prendine quante riesci a portarne ».
In quell'istante la mia anima venne inondata dall'amore di Dio.
Sento che sono unita al Signore così strettamente che non riesco a
trovare un termine col quale poter definire bene quest'unione; inoltre
sento che tutto ciò che Dio ha, tutti i beni ed i tesori, sono miei,
sebbene non mi occupi molto di essi, poiché mi basta Lui solo. In
Lui vedo tutto; all'infuori di Lui: nulla. Non cerco la felicità
all'infuori dell'intimo, dove dimora Iddio. Gioisco di Dio nel mio
intimo; qui dimoro continuamente con Lui; qui avviene il mio
rapporto più familiare con Lui; qui con Lui dimoro sicura; qui non
giunge occhio umano. La Santissima Vergine mi incoraggia a trattare
così con Dio. Quando mi colpisce qualche sofferenza, ora non mi
procura più amarezza, né le grandi consolazioni mi esaltano; si sono
impadronite di me la serenità e l'equilibrio dello spirito, che
deriva dalla conoscenza della verità. Che m'importa vivere
circondata da cuori ostili, quando ho la pienezza della felicità nella
mia anima? Oppure a cosa può giovarmi il favore del cuore degli
altri, se non posseggo nel mio intimo Iddio? Quando ho Dio nel mio
intimo, chi potrà in qualche modo danneggiarmi?
G.M.G. Wilno, 12.VIII.1935. ESERCIZI SPIRITUALI DI TRE GIORNI.
La sera del giorno precedente gli esercizi spirituali, durante
l'assegnazione serale dei punti della meditazione, udii queste
parole: « Durante questi esercizi spirituali ti parlerò per
bocca di questo sacerdote, al fine di rassicurarti e rafforzarti
sulla veridicità delle parole che ti rivolgo nel profondo dell'anima.
Sebbene gli esercizi spirituali li facciano tutte le suore, tuttavia
ho un riguardo particolare per te, per rafforzarti e toglierti ogni
paura di fronte a tutte le contrarietà che ti attendono. Ascolta
perciò attentamente le sue parole e meditale nel profondo
dell'anima».
Oh! come restai stupita, dato che tutto quello
che il padre diceva sull'unione con Dio e sugli impedimenti a tale
stretta unione, io l'avevo vissuto alla lettera nell'anima e l'avevo
ascoltato da Gesù, che mi parla nel profondo dell'anima. La
perfezione consiste in questa stretta unione con Dio. Nella
meditazione delle dieci, il Padre parlò della Misericordia di Dio e
della bontà di Dio verso di noi. Disse che, se si esamina la storia
del genere umano, si vede ad ogni passo la grande bontà di Dio. Tutti
gli attributi di Dio come l'onnipotenza, la sapienza, contribuiscono
a rivelarci quest'unico attributo, che è il più grande, cioè la
bontà di Dio. La bontà divina è il più grande artributo di Dio.
Tuttavia molte anime che tendono alla perfezione non conoscono
questa grande bontà di Dio. Tutto quello che il Padre ha detto durante
questa meditazione sulla bontà di Dio, corrispondeva a tutto quello
che Gesù aveva detto a me e si riferiva strettamente alla festa
della Misericordia. Adesso in verità ho compreso chiaramente quello
che il Signore mi aveva promesso e non ho più alcun dubbio: la
parola di Dio è chiara ed evidente. Durante tutto il tempo della
meditazione vidi Gesù sull'altare, in veste bianca, che teneva in
mano il mio quaderno, nel quale sto scrivendo queste cose.
Durante tutta
la meditazione sfogliò le pagine del quaderno e taceva; il mio
cuore però non riuscì a sopportare l'ardore che si era acceso nella
mia anima. Nonostante gli sforzi della volontà per dominarmi e non
far sapere a quelli che mi stavano attorno ciò che avveniva nella
mia anima, verso la fine della meditazione, sentii che ero
completamente fuori di me. Ad un tratto il Signore mi disse: «
In questo quaderno non hai scritto tutto sulla Mia bontà verso gli
uomini; desidero che non tralasci nulla. Desidero che il tuo cuore
si consolidi in una completa tranqaillità ». O Gesù, il mio
cuore si arresta quando penso a tutto quello che fai per me. Ti
ammiro, Signore, perché Ti abbassi fino alla misera anima mia. Che
sistemi impensabili usi per convincermi! È la prima volta in vita mia
che faccio un corso di esercizi spirituali di questo genere; comprendo
in modo particolare e chiaro ogni parola del Padre, dato che tutto
questo l'ho vissuto prima nella mia anima. Ora vedo che Gesù non
lascia nel dubbio un'anima che Lo ama sinceramente. Gesù desidera
che l'anima, che tratta con Lui nel modo più stretto, sia pienamente
tranquilla, nonostante le sofferenze e le contrarietà. Comprendo
bene ora che ciò che unisce nel modo più stretto un'anima a Dio è il
rinnegamento di sé, cioè l'unione della nostra volontà alla volontà di
Dio.
Ciò rende l'anima libera, facilita un profondo raccoglimento
dello spirito, rende leggere tutte le pene della vita e dolce la
morte. Gesù mi ha detto che se avrò qualche dubbio su quanto si
riferisce alla festa od anche in merito alla fondazione della
Congregazione «come pure su qualunque cosa di quello che ti
ho detto nel profondo dell'anima, ti risponderò suhito per bocca di quel
sacerdote ». Durante la meditazione sull'umiltà, mi era
ritornato il vecchio dubbio, che un'anima così misera come la mia,
non poteva realizzare il compito, che il Signore esigeva. Mentre io
rimuginavo su questo dubbio, il sacerdote che ci predicava gli
esercIzi, interruppe l'argomento e disse proprio quello che
riguardava il mio dubbio, cioè che Dio sceglie in prevalenza come
strumenti, per realizzare le Sue opere più grandi, le anime più
deboli e più semplici. « E questa è una verità incontestabile;
guardiamo infatti chi ha scelto per apostoli oppure esaminiamo la
storia della Chiesa, e vedremo che grandi opere hanno compiuto anime
che erano le meno adatte a ciò, perché proprio in questo le opere
di Dio si rivelano come tali».
Quando il dubbio mi scomparve
completamente, il sacerdote ritornò sul tema dell'umiltà. Gesù, come
al solito durante ogni predica, stava sull'altare e non mi disse
nulla, ma col Suo sguardo penetrò amabilmente la mia povera anima,
che non ebbe più alcuna scusa. Gesù, vita mia, sento bene che mi
stai cambiando in Te, nel segreto dell'anima, dove i sensi scorgono
ben poco. O mio Salvatore, nascondimi tutta nel profondo del Tuo Cuore
e difendimi coi Tuoi raggi da tutto ciò che m'allontana da Te. Ti
prego, Gesù, fa' che questi due raggi, che sono usciti dal Tuo
misericordiosissimo Cuore, rafforzino continuamente la mia amma.
AL MOMENTO DELLA CONFESSIONE.
Il
confessore mi domandò se in quel momento c'era Gesù e se Lo vedevo. «
Sì, c'è e Lo vedo ». Mi ordinò di chiedere informazioni su certe
persone. Gesù non mi rispose nulla, ma guardò verso di lui. Però, finita
la confessione, mentre facevo la penitenza, Gesù mi disse queste
parole: «Va' e confortalo da parte Mia » Pur non
comprendendo il significato di queste parole, ripetei immediatamente
ciò che Gesù mi aveva ordinato di dire. Per tutto il periodo degli
esercizi, fui continuamente in contatto con Gesù e trattai con Lui
intimamente con tutta la forza del mio cuore. Il giorno della
rinnovazione dei voti. All'inizio della santa Messa vidi come al
solito Gesù che ci benedisse ed entrò nel Tabernacolo. Ad un tratto
vidi la Madonna con una veste bianca, un manto azzurro e col capo
scoperto, che dall'altare venne verso di me, mi toccò con le Sue
mani, mi copri col Suo manto e mi disse: « Offri questi voti per la Polonia. Prega per essa ». 15.VIII.35.
La sera dello stesso giorno sentii nell'anima una grande
nostalgia di Dio. In questo momento non Lo vedo con gli occhi del
corpo, come nel passato, ma Lo sento e non comprendo. Ciò mi procura
una nostalgia ed una pena indescrivibile. Muoio dal desiderio di
possederLo, per immergermi in Lui per l'eternità. il mio spirito
tende verso di Lui con tutte le forze; non c'è nulla al mondo che possa
consolarmi. O amore eterno, ora comprendo in quali stretti rapporti
di intimità era il mio cuore con Te. Infatti che cosa mai potrà
soddisfarmi in cielo o in terra all'infuori di Te, o mio Dio, in Te è
annegata la mia anima. Quando una sera guardai il cielo dalla mia
cella e vidi un firmamento stupendo, disseminato di stelle e la
luna, ad un tratto entrò nella mia anima una inconcepibile fiamma
d'amore verso il mio Creatore. Non riuscendo a sopportare la
nostalgia che era aumentata nella mia anima per Lui, caddi con la
faccia a terra umiliandomi nella polvere. Lo adorai per tutte le Sue
creature, e quando il mio cuore non riuscì a sopportare quello che
avveniva in lui, scoppiai in un pianto dirotto. Allora il mio Angelo
Custode mi toccò e mi disse queste parole: « Il Signore mi ordina di
dirti che ti alzi da terra ». Lo feci immediatamente, ma la mia
anima non venne consolata.
La nostalgia di Dio mi prese ancora di
più. Un giorno in cui ero all'adorazione ed il mio spinto era quasi
in agonia per la nostalgia di Lui e non riuscivo a trattenere le
lacrime, all'improvviso vidi uno spirito che era di una grande
bellezza, che mi disse queste parole: « Non piangere, dice il Signore ».
Dopo un attimo domandai: « Tu chi sei?». Ed egli mi rispose: « Sono
uno dei sette spiriti che stanno giorno e notte davanti al trono di
Dio e L'adorano senza posa ». Tuttavia quello spirito non alleviò
la mia nostalgia, ma suscitò in me una maggior nostalgia di Dio.
Quello spirito non mi lascia un istante, mi segue ovunque. Il giorno
dopo, durante la S. Messa, prima dell'elevazione, quello spinto
cominciò a cantare queste parole: « Santo, Santo, Santo ». La sua voce
era come se equivalesse a migliaia di voci, impossibile descriverla.
Ad un tratto il mio spirito venne unito a Dio; in un attimo vidi
l'inconcepibile grandezza e santità di Dio e nello stesso tempo
conobbi la nullità che io sono in me stessa. Conobbi in maniera più
evidente di qualsiasi altra volta le Tre Persone Divine: il Padre,
il Figlio e lo Spirito Santo. Tuttavia la loro essenza è una, come
pure l'uguaglianza e la maestà. La mia anima è in rapporti di intimità
con le Tre Persone, ma non riesco ad esprimere ciò a parole, però
l'anima lo comprende bene. Chiunque è unito con una di queste tre
Persone, per ciò stesso è unito con tutta la Santissima Trinità,
poiché la loro unità è indivisibile. Questa visione, cioè questa
conoscenza mi riempì l'anima di una felicità inimmaginabile, per il
fatto che Dio è così grande. Quello che ho descritto qui non l'ho visto
con gli occhi, come in passato, ma in una visione interiore, in modo
puramente spirituale ed indipendente dai sensi.
Questo durò fino
alla fine della S. Messa. Ora questo mi capita spesso e non solo in
cappella, ma anche durante il lavoro e quando meno me l'aspetto.
Quando il nostro confessore partì io in quel periodo mi confessai
dall'arcivescovo. Quando gli svelai la mia anima, ottenni questa
risposta: « Figlia mia, armati di tanta pazienza. Se queste cose vengono
da Dio, prima o poi raggiungeranno il loro risultato e ti dico di
stare assolutamente tranquilla. Io, figlia mia, ti comprendo bene in
queste cose. Ma ora per quanto concerne l'abbandono della
Congregazione e l'idea di un'altra, a questo proprio non devi
nemmeno pensarci, poiché sarebbe una grave tentazione interiore ».
Finita la confessione, dissi a Gesù: « Perché mi ordini di eseguire
queste cose e non mi dai la possibilità di portarle a termine? ».
All'improvviso, dopo la S. Comunione, vidi Gesù nella stessa
cappella dove mi ero confessata, con lo stesso aspetto con il quale
sta dipinto su quell'immagine. Il Signore mi disse: « Non essere triste. Gli farò capire le cose che esigo da te ».
Quando stavamo per uscire, I l'arcivescovo era molto occupato, ma
ci fece dire dì tornare indietro e di attendere un momento. Quando
tornammo di nuovo nella cappella, udii nell'anima queste parole: « Digli quello che hai visto in questa cappella ».
In quel preciso momento entrò l'arcivescovo e ci chiese se avevamo
qualche cosa da dirgli. Tuttavia, benché avessi l'ordine di parlare,
non mi fu possibile, perché ero in compagnia di una consorella.
Ancora una parola dalla santa confessione: « Quella di impetrare la
Misericordia per il mondo, è un'idea grande e bella. Sorella, preghi
molto per chiedere Misericordia per i peccatori, ma lo faccia nel
suo convento».
IL GIORNO DOPO, VENERDI 13.IX.1935.
La sera,
mentre ero nella mia cella, vidi un Angelo che era L’esecutore
dell'ira di Dio. Aveva una veste chiara ed il volto risplendente;
una nuvola sotto i piedi e dalla nuvola uscivano fulmini e lampi che
andavano nelle sue mani e dalle sue mani partivano e colpivano la
terra. Quando vidi quel segno della collera di Dio che doveva colpire la
terra ed in particolare un certo luogo, che per giusti motivi non
posso nominare, cominciai a pregare l'Angelo, perché si fermasse per
qualche momento ed il mondo avrebbe fatto penitenza. Ma la mia
invocazione non ebbe alcun risultato di fronte allo sdegno di Dio.
In quel momento vidi la Santissima Trinità. La grandezza della Sua
Maestà mi penetrò nel profondo e non osai ripetere la mia invocazione.
In quello stesso istante sentii che nella mia anima c'era la forza
della grazia di Gesù.
Quando ebbi la consapevolezza di tale grazia,
nello stesso momento venni rapita davanti al Trono di Dio. Oh!
quanto è grande il Signore e Dio nostro ed incomprensibile la Sua
santità. Non cercherò nemmeno di descrivere tale grandezza, poiché
fra non molto Lo vedremo tutti quale Egli è. Cominciai a implorare Dio
per il mondo con parole che si udivano interiormente. Mentre pregavo
così vidi l'impotenza dell'Angelo che non poté compiere la giusta
punizione, che era equamente dovuta per i peccati. Non avevo ancora
mai pregato con una tale potenza interiore come allora. Le parole
con le quali ho supplicato Dio sono le seguenti: « Eterno
Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo
dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, per i peccati
nostri e del mondo intero; per la Sua dolorosa Passione, abbi
misericordia di noi ». La mattina del giorno dopo, mentre entravo nella nostra cappella, udii interiormente queste parole: « Ogni volta che entri nella cappella, recita subito la preghiera che ti ho insegnato ieri ». Appena recitai quella preghiera, udii nell'anima queste parole: «
Questa preghiera serve a placare la Mia ira. La reciterai per nove
giorni con la comune corona del rosario nel modo seguente: prima
reciterai il Padre Nostro, l'Ave Maria ed il Credo; poi sui grani
del Padre Nostro, dirai le parole seguenti: Eterno Padre, io Ti
offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo
dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei
nostri peccati e di quelli del mondo intero. Sui grani delle Ave Maria
reciterai le parole seguenti: Per la Sua dolorosa Passione abbi
misericordia di noi e del mondo intero. Infine reciterai tre volte
queste parole: Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale: abbi pietà
di noi e del mondo intero ».
Il silenzio è una spada nella
lotta spirituale; non raggiungerà mai la santità un'anima ciarliera.
Questa spada del silenzio reciderà nettamente tutto ciò che volesse
attaccarsi all'anima. Siamo sensibili alle parole ed intendiamo
rispondere subito con sensibilità, e non consideriamo se sia volontà
di Dio che noi rispondiamo. L'anima silenziosa è forte; nessuna
avversità le reca danno, se persevera nel silenzio. L'anima
silenziosa è idonea alla più profonda unione con Dio; essa vive
quasi di continuo sotto il soffio dello Spirito Santo. In un'anima
silenziosa Iddio opera senza impedimenti. O mio Gesù, Tu sai, Tu
solo sai bene che il mio cuore non conosce altro amore all'infuori
di Te. Tutto il mio amore verginale è annegato in Te, o Gesù, per
l'eternità. Sento bene come il Tuo Sangue Divino circola nel mio
cuore; non c'è alcun dubbio che col Tuo Sangue Preziosissimo è
entrato nel mio cuore il Tuo purissimo amore. Sento che dimori in me col
Padre e lo Spirito Santo, o meglio sento che io vivo in Te, o Dio
inimmaginabile. Sento che mi sciolgo in Te come una goccia
nell'oceano. Sento che sei all'esterno e nelle mie viscere; sento
che sei in tutto ciò che mi circonda, in tutto ciò che mi capita. O
Dio mio, Ti ho conosciuto nell'intimo del mio cuore e Ti ho amato
sopra ogni cosa, sopra qualunque cosa esista in terra o in cielo. I
nostri cuori si comprendono a vicenda e nessuno intende ciò. Seconda
confessione dall'Arcivescovo: « Sappi, figlia mia, che se questa è
volontà di Dio, prima o poi si realizzerà, poiché la volontà di Dio
si deve compiere. Ama Dio nel tuo cuore; abbi... [Frase rimasta
incompiuta].
29.IX.
Festa di San Michele Arcangelo. Sono
rimasta intimamente unita a Dio. La Sua presenza mi penetra nel
profondo e mi riempie di serenità, di gioia e di stupore. Dopo quei
momenti di preghiera sono piena di forza, di un coraggio misterioso
nell'affrontare le sofferenze e la lotta; nulla mi spaventa, anche
se il mondo intero fosse contro di me. Tutte le contrarietà sfiorano la
superficie, ma non hanno adito all'intimo, poiché lì dimora Iddio
che mi dà forza, che mi riempie. Tutte le insidie dei nemici si
infrangono contro il Suo sgabello. Iddio mi sostiene con la Sua
potenza nei momenti di unione. La Sua potenza mi viene trasmessa e
mi rende capace di amarlo. L'anima non perviene mai a ciò con le
proprie forze. All'inizio di questa grazia interiore ero piena di
paura, e cominciai a controllarmi, cioè a lasciarmi guidare dalla paura;
ma ben presto il Signore mi fece conoscere quanto ciò non Gli
piacesse. Ed anche questo lo decise Lui stesso, mia quiete. Quasi
ogni solennità della santa Chiesa mi procura una più profonda
conoscenza di Dio ed una grazia particolare; per questo mi preparo
ad ogni solennità e mi unisco strettamente allo spirito della
Chiesa.
Che gioia essere una figlia fedele della Chiesa! Oh! quanto amo
la santa Chiesa e tutti coloro che vivono in essa; guardo a loro,
come a membra vive di Cristo, che è il loro capo. M'infiammo d'amore
con quelli che amano; soffro con quelli che soffrono; mi consumo
dal dolore osservando i tiepidi e gli ingrati; allora mi sforzo di
avere un tale amore verso Dio da compensarlo per quelli che non Lo
amano, che ripagano il loro Salvatore con nera ingratitudine. O mio
Dio, sono consapevole della mia missione nella santa Chiesa. Il mio
impegno continuo è quello di impetrare la Misericordia per il mondo.
Mi unisco strettamente a Gesù e mi offro come vittima che implora
per il mondo. Iddio non mi negherà nulla, quando L'invocherò con la
voce di Suo Figlio. il mio sacrificio è niente per se stesso, ma
quando l'unisco al sacrificio di Gesù Cristo, diviene onnipotente ed
ha la forza di placare lo sdegno di Dio. Iddio ci ama nel Figlio Suo.
La dolorosa Passione del Figlio di Dio è una continua invocazione
che attenua la collera di Dio. O Dio, quanto desidero che Ti
conoscano le anime e che sappiano che le hai create per un amore
incomparabile. O mio Creatore e Signore, sento che rimuoverò il velo
del cielo, affinché la terra non dubiti della Tua bontà. Fa' di me,
o Gesù, una vittima gradita e pura davanti al Volto del Padre Tuo. O
Gesù, Tu che puoi tutto, trasforma me misera e peccatrice in Te e
consegnami al Tuo Eterno Padre. Desidero diventare una vittima
sacrificale davanti a Te, ma essere davanti agli uomini una normale
ostia. Desidero che il profumo del mio sacrificio sia noto soltanto a
Te, o Dio eterno. In me arde un desiderio inestinguibile
d'implorare da Te Misericordia; sento e comprendo che questo è il
mio compito qui e nell'eternità.
Tu stesso d'altronde mi hai ordinato dì
parlare della tua grande Misericordia e bontà. In un dato momento
ho compreso quanto non piaccia a Dio un'azione anche la più
lodevole, se non ha il sigillo della retta intenzione. Tali azioni
spingono Dio più che alla ricompensa, al castigo. Che nella nostra
vita ce ne siano il meno possibile, anzi nella vita religiosa non ce
ne dovrebbero essere affatto. Con identica disposizione accetto la
gioia come la sofferenza, la lode come l'umiliazione. Ricordo che sia
l'una che l'altra sono passaggere. Cosa m'importa di quello che
dicono di me? Da tempo ormai ho rinunciato a tutto ciò che riguarda
la mia persona. il mio nome è ostia, cioè vittima, non a parole, ma
nei fatti, nell'annientamento di me stessa, per essere simile a Te
sulla croce, o buon Gesù e mio Maestro. O Gesù, quando vieni a me
nella S. Comunione Tu, che Ti sei degnato dimorare assieme al Padre ed
allo Spirito Santo nel piccolo cielo del mio cuore, procuro per tutto
il giorno di tenerTi compagnia, non lasciandoTi solo nemmeno un
istante; benché io sia in compagnia di altra gente, o assieme alle
educande, il mio cuore è sempre unito a Lui.
Quando riposo Gli offro
ogni palpito del mio cuore; quando mi sveglio, m'immergo in Lui
senza dire una parola. Quando mi sveglio, adoro un momento la
Santissima Trinità e la ringrazio d'essersi degnata di concedermi un
altro giorno ancora e per il fatto che si ripete ancora in me il
mistero dell'Incarnazione del Figlio Tuo, perché ancora una volta si
ripete davanti ai miei occhi la Tua dolorosa Passione. Cerco allora
di facilitare a Gesù il passaggio attraverso me, per giungere alle
anime degli altri. Con Gesù vado ovunque; la Sua presenza mi segue
dappertutto. Nelle sofferenze sia dell'anima che del corpo procuro
di mantenere il silenzio, poiché è allora che il mio spirito acquista la
forza che gli deriva dalla Passione di Gesù. Ho continuamente
davanti agli occhi il Suo Volto oltraggiato e sfigurato, il Suo
Cuore divino trafitto dai nostri peccati e specialmente
dall'ingratitudine delle anime elette. Doppio avvertimento, perché
mi prepari alle sofferenze che mi attendono a Varsavia. il primo
avvertimento è stato interiore attraverso una voce udita; il secondo
è avvenuto durante la S. Messa. Prima dell'elevazione vidi Gesù
crocifisso, che mi disse: « Preparati alla sofferenza ».
Ringraziai il Signore di avermi avvertito e Gli dissi: « Non
soffrirò certamente più di Te, mio Salvatore ». Tuttavia mi preoccupai
della cosa e mi fortificai con la preghiera e con piccole sofferenze,
per essere pronta a sopportarne di maggiori, quando giungeranno.
19.X.35.
Partenza da Wilno per Cracovia
per gli esercizi spirituali dì otto giorni. Venerdì sera durante il
rosario, mentre pensavo al viaggio dell'indomani ed all'importanza
della questione che dovevo sottoporre a Padre Andrasz, fui presa dalla
paura vedendo chiaramente la mia miseria ed inettitudine e la
grandezza dell'opera di Dio. Schiacciata da tale sofferenza, mi
rimisi alla volontà del Signore. In quel momento vidi Gesù vicino al
mio inginocchiatoio, con una veste chiara, che mi disse queste
parole: «Perché hai paura di compiere la Mia volontà? Forse
non ti aiuterò come ho fatto finora? Ripeti ogni Mia richiesta davanti
a coloro che Mi sostituiscono in terra e fa' solo quello che ti
ordinano ». In quel momento una forza entrò nella mia anima. La
mattina del giorno dopo vidi l'Angelo Custode, che mi tenne
compagnia nel viaggio fino a Varsavia. Quando entrammo nella
portineria, scomparve.
Quando passammo accanto alla piccola cappellina,
per andare a salutare le Superiore, in un attimo s'impadronì di me
la presenza di Dio ed il Signore mi riempì del fuoco del Suo amore.
In tali momenti conosco sempre meglio la grandezza della Sua Maestà.
Quando salimmo in treno a Varsavia diretti a Cracovia, vidi di
nuovo accanto a me il mio Angelo Custode, che pregava contemplando
Iddio ed il mio pensiero andava dìetro a lui. Quando giungemmo alla
porta del convento, scomparve. Quando entrai nella cappella, fui
nuovamente investita dalla Maestà di Dio; mi sentii tutta
sprofondata in Dio, tutta immersa e compenetrata in lui, vedendo
quanto ci ama il Padre Celeste. Oh! quale grande felicità proviene
alla mia anima dalla conoscenza di Dio, della vita di Dio. Desidero
dividere questa felicità con tutti gli uomini, non posso tener chiusa
tale felicità solo nel mio cuore, poiché i suoi raggi m’infiammano e
mi fanno scoppiare il petto e le viscere. Voglio attraversare il
mondo intero e parlare alle anime della grande Misericordia di Dio. O
sacerdoti, aiutatemi in questo, usate le espressioni più forti
sulla Sua Misericordìa, poiché tutto è troppo blando, per indicare
quanto è misericordioso.
GMG Cracovia 20.X.35. ESERCIZI SPIRITUAKLI DI OTTO GIORNI.
Dio eterno, la bontà stessa, la cui Misericordia non può essere
compresa da nessuna mente né umana né angelica, aiuta questa Tua
povera figliola a compiere la Tua santa volontà come Tu stesso me la
fai conoscere. Non desidero altro se non compiere il volere di Dio.
Ecco, Signore, hai la mia anima ed il mio corpo, la mente e la
volontà, il cuore e tutto il mio amore. Disponi di Te secondo i Tuoi
eterni disegni. Dpo la S. Comunione la mia anima fu di nuovo
inondata dall’amore di Dio. Gioisco della sua grandezza. Qui vedo
che evidenzia la sua volontà che debbo compiere e nello stesso tempo
vedo la mia debolezza e la mia miseria. Vedo che senza il Suo aiuto
non posso far nulla.
NEL SECONDO GIORNO DEGLI ESERCIZI.
Quando
dovevo andare in parlatorio dal Padre Andrasz, ebbi paura per il
fatto che dopotutto il segreto esiste solo in confessionale; era un
timore infondato. La Madre Superiora con due parole mi tranqulllzzò.
Ma quando entrai nella cappella, sentiì nell'anima queste parole: «
Desidero che di fronte al Mio sostiluto tu sia sincera e semplice
come una bambina, così come sei con Me, altrimenti ti abbandonerò e
non tratterò più intimamente con te ». Per la verità Dio mi
concesse la grande grazia di una completa fiducia, e terminato il
colloquio, Iddio mi fece la grazia di una grande serenità e di tanta
luce in merito agli argomenti trattati. O Gesù, luce eterna, illumina
il mio intelletto, rafforza la mia volontà ed infiamma il mio cuore.
Resta con me come mi hai promesso, poiché senza dì Te sono nulla. Tu
sai, o Gesù mio, quanto io sia debole, non ho certamente bisogno di
dirtelo, poiché Tu stesso sai molto bene quanto io sia misera. In
Te sta tutta la mia forza.
IL GIORNO DELLA CONFESSIONE.
Fin dalla
mattina cominciai a sperimentare una lotta interiore così accanita,
quale non avevo ancora mai provato. Il completo abbandono da parte
di Dio; sentivo il peso di tutta la mia debolezza; mi opprimevano
questi pensieri: perché dovrei abbandonare questo convento nel quale
sono benvoluta dalle consorelle e dalle Superiore e dove la vita è
così tranquilla? Sono legata da voti perpetui e compio i miei
impegni con facilità. Perché dovrei ascoltare la voce della
coscienza; perché seguire fedelmente l'ispirazione? Chi sa da chi
proviene? Non farei meglio a comportarmi come tutte le altre Suore?
Forse si possono soffocare le parole del Signore, non facendovi
caso. Forse Iddio non ne terrà conto nel giorno del giudizio. Dove
mi conduce questa voce interiore? Se la seguo, quali tremende
tribolazioni, sofferenze e contrarietà mi aspettano? Ho paura del
futuro e nel presente sto agonizzando. Questa sofferenza durò tutto
il giorno con una tensione uniforme. Verso sera, quando mi accostai alla
santa confessione, nonostante mi fossi preparata in precedenza, non
potei confessarmi completamente.
Ricevetti l'assoluzione e me ne
andai dal confessionale non sapendo quello che mi succedeva. Quando
andai a riposare, la sofferenza crebbe fino al massimo grado o
piuttosto si tramutò in un fuoco che, come un fuimine penetrò in
tutte le facoltà della mia anima, fino al midollo delle ossa, fino alla
più segreta cellula del cuore. In un simile stato dì sofferenza, non
riuscivo a decidermi a far nulla: « Signore, sia fatta la Tua
volontà ». Ma in certi momenti non riuscivo nemmeno a pensare
questo. Per la verità uno spavento tremendo mi stava soffocando e mi
stava lambendo un fuoco infernale. Sui fare del mattino regnò la
calma e le sofferenze scomparvero in un batter d'occhio, ma mi sentivo
così tremendamente stremata che non rinscivo a fare il più piccolo
movimento. Poco alla volta mi ritornarono le forze mentre parlavo
con la Madre Superiora. Però Dio solo sa come mi son sentita per
tutta la giornata. O Verità Eterna, o Verbo Incarnato, che hai
compiuto la volontà del Padre Tuo nella maniera più fedele, ecco
oggi divento martire delle Tue ispirazioni, poiché non le posso
eseguire, dato che non ho la mia volontà, nonostante che io conosca in
modo chiaro la Tua santa volontà interiormente, tuttavia mi
sottopongo in tutto alla volontà dei Superiori e del confessore.
Perciò io la compirò per quel tanto che Tu mi permetterai di
compieria tramite il Tuo sostituto. O mio Gesù, mi dispiace ma
antepongo la voce della Chiesa a quella con cui parli a me.
DOPO LA SANTA COMUNIONE.
Ho visto Gesù come al solito che mi ha detto queste parole: «Appoggia
il tuo capo sulla Mia spalla e riposati e prendi forza. Io sono
sempre con te. Parla all'amico del Mio cuore; digli che Mi servo di
creature così deboli per compiere le Mie opere ». Subito dopo il mio spirito venne rinvigorito da una forza singolare. « Digli, che gli ho fatto conoscere la tua debolezza in confessione, in modo che sapesse chi sei per te stessa ».
Ogni lotta sostenuta valorosamente mi procura gioia, tranquillità,
luce, esperienza e coraggio per l'avvenfre, onore e gloria a Dio ed a
me la ricompensa finale.
OGGI E’ LA FESTA DI CRISTO RE.
Durante la S.
Messa ho pregato fervorosamente perché Gesù sia il Re dì tutti i
cuori, perché la grazia dì Dio brilli in ogni anima. Ad un tratto ho
visto Gesù come è dipinto nell'immagine e mi ha detto queste
parole: « Figlia Mia, Mi rendi la più grande gloria, adempiendo i Miei desideri ».
Oh, quanto è grande la Tua bellezza, o Gesù, mio Sposo! O fiore
vivo e vivificante, in cui è racchiusa la rugiada che dà la vita alle
anime assetate. In Te è immersa la mia anima. Tu solo sei oggetto
delle mie aspirazioni e dei miei desideri. Uniscimi nel modo più
intimo a Te, al Padre ed allo SpIrito Santo. Possa io vivere e
morire in Te! Solo l'amore ha un significato; esso innalza le nostre
più piccole azioni verso l'infinito. O mio Gesù, io in verità non
saprei vivere senza di Te. Il mio spirito si è fuso col Tuo. Nessuno
comprende bene questo: occorre prima vivere di Te, per conoscerTi negli
altri.
Cracovia, 25.X.35. PROPOSITI DOPO GLI ESERCIZI SPIRITUALI.
Non far nulla, senza il permesso del confessore e l'accordo dei
superiori, in tutto, ma specialmente nelle ispirazioni e richieste
del Signore. Tutti i momenti liberi li trascorrerò con l'Ospite
Divino nel mio intimo; cercherò dì mantenere il silenzio interiore
ed esteriore, in modo che Gesù possa riposare nel mio cuore. Il mio
riposo più gradito sta nel servire le consorelle e nella
disponibilità verso dì loro. Dimenticare me stessa e pensare a
quello che può far piacere alle consorelle. Qualunque osservazione
mi venga fatta, non addurrò spiegazioni né giustificazioni; permetterò
che mi giudichi chiunque abbia piacere di farlo. Ho un solo
Confidente, al Quale svelerò tutto ed è Gesù-Eucaristia ed in
sostituzioni di Lui, il confessore. In tutte le tribolazioni sia
dell'anima che del corpo, nelle tenebre, nell'abbandono, tacerò come
una colomba, senza lamentarmi. Mi annienterò ogni momento come una
vittima ai Suoi piedì, per impetrare Misericordia per le povere anime.
Tutto il mio nulla affonda nel mare della Tua Misericordia; con la
fiducia di un bambino mi getto fra le Tue braccia, o Padre dì
Misericordia, per ricompensarTi della diffidenza di tante anime, che
hanno paura dì confidare in Te. Oh, quanto è piccolo il numero
delle anime, che Ti conoscono veramente! Oh, come desidero
ardentemente che la festa della Misericordia sia conosciuta dalle anime!
La Misericordia è il coronamento delle Tue opere; Tu predisponi
tutto con la sensibilità della più tenera delle Madri.
G. M.G. Cracovia, 27.X.1933 PADRE ANDRASZ. CONSIGLI SPIRITUALI.
« Non far nulla senza il consenso dei superiori. Su questa
questione occorre riflettere bene e pregare molto. In queste cose
bisogna essere molto prudenti, poiché lei, sorella, qui ha la
volontà di Dio certa ed evidente, poiché è unita a questo ordine coi
voti e per di più perpetui. Quindi non ci debbono essere dubbi, e
quello che lei sente interiormente sono solo lampi che l'invitano a
fondare qualche cosa. Iddio può fare spostamenti, ma queste cose
avvengono molto di rado. Finché lei non otterrà una conoscenza più
evidente, non affrettarsi. Le opere di Dio procedono piano; se sono
da Dio, si conoscerà chiaramente e se no, andranno in fumo e lei
obbedendo, non sbaglia. Ma parlare sinceramente di tutto col
confessore ed ascoltarlo ciecamente. Ora a lei, sorella, non rimane
altro da fare che accettare la sofferenza fino al tempo del chiarimento,
cioè fino alla soluzione di questo problema. Lei è in una buona
disposizione d'animo relativamente a queste cose; continui ad essere
così, piena di semplicità e di spirito d'obbedienza. Questo è un
buon segno. Se lei continuerà in questa disposizione d'animo, Iddio
non permetterà che lei vada fuori strada. Per quanto è possibile,
tenersi lontano da queste cose; ma se ciò nonostante capitano,
accertarle con tranquillltà, non aver paura di nulla. Lei è in buone
mani, nelle mani di Dio che è tanto buono. In tutto quello che mi ha
detto, non vedo alcuna illusione o incompatibilità con la fede.
Sono cose in sé buone; anzi sarebbe bene che ci fosse un gruppo di
anime che pregassero Dio per il mondo, poiché tutti abbiamo bisogno
di preghiere. Lei ha un buon direttore spirituale. Si attenga a
quello che le dice e stia tranquilla. Sia fedele alla volontà di Dio
e l'adempia. In quanto al lavoro, faccia quello che le ordinano, come
le ordinano, anche se fosse il più umiliante e faticoso. Scelga
sempre l'ultimo posto, ed allora le diranno: venga più su.
Nell'animo ed in tutto il comportamento deve considerarsi l'ultima
di tutta la casa e di tutta la Congregazione. In tutto e sempre la
più rigorosa fedeltà a Dio ». O mio Gesù, desidero soffrire ed
ardere del fuoco dell’amore in tutti gli avvenimenti della vita. Sono
tutta Tua, desidero inabissarmi in Te, o Gesù, desidero perdermi
nella Tua divina bellezza. Tu m'insegni, Signore, col Tuo amore, e
penetri nel mio intimo come un raggio di sole e trasformi le tenebre
della mia anima nella Tua luce. Sento bene che vivo in Te, come una
minuscola scintilla ingoiata dall'incalcolabile incendio, in cui
ardi, o impenetrabile Trinità. Non esiste una gioia più grande
dell'amore di Dio. Già su questa terra possiamo pregustare la felicità
degli abitanti del cielo con una stretta unione con Dio, misteriosa e
talvolta inconcepibile per noi. Si può ottenere la stessa grazia
con la semplice fedeltà dell'anima. Quando s'impadronisce di me un
senso di svogliatezza e di noia per i miei doveri, rifletto sui
fatto che mi trovo nella casa del Signore, dove non c'è nulla di
poco conto, dove da quella mia azione di poco conto, eseguita con la
mente rivolta al cielo, può dipendere la gloria della Chiesa ed il
profitto di più di un'anima, e perciò nella vita religiosa non c'è
nulla di poco conto. Per le avversità che sto sperimentando, mi
rendo conto che il tempo della lotta non è finito, mi armo di
pazienza ed in questo modo vinco il mio avversario. Non cerco da
nessuna parte la perfezione per pura curiosità, ma penetro nello spirlto
dì Gesù e considero le Sue azioni, come sono descritte in breve nel
Vangelo e, se anche campassi mille anni, non riuscirei ad esaurire
quanto in esso è contenuto. Quando le mie intenzioni non vengono
approvate anzi sono condannate, non me ne stupisco troppo; so
infatti che soltanto Iddio scruta nel mio cuore. La verità non
perisce ed il cuore ferito col tempo si tranqulllizza ed il mio spirito
si fortifica nelle avversità.
Non sempre ascolto quello che mi dice
il cuore, ma prego Dio che mi dia luce; quando sento in me
l'equilibrio, allora parlo di più. Il giorno della rinnovazione dei
voti. La presenza dì Dio ha inondato la mia anima. Durante la S.
Messa ho visto Gesù, che mi ha detto queste parole: « Tu sei per
Me una grande gioia; il tuo amore e la tua umiltà fanno sì che
abbandoni il trono del cielo e Mi unisca a te. L'amore pareggia l'abisso
che c'è fra la Mia grandezza e la tua nullità ». L'amore
m'inonda l'anima; sono immersa in un oceano d'amore; sento che sto
svenendo e mi perdo completamente in Lui. O Gesù, rendi il mio cuore
simile al Tuo, o meglio cambialo nel Tuo, in modo che riesca a
sentire le necessità degli altri cuori e soprattutto di quelli che
soffrono e sono tristi; i raggi della Misericordia dimorino nel mio
cuore. Una sera, mentre camminavo nell'orto recitando il rosario, giunsi
al cimitero, scostai la porta e pregai per un momento e poi chiesi
loro interiormente: « Siete veramente molto felici? ».
Immediatamente udii queste parole: « Siamo felici nella misura in
cui abbiamo fatto la volontà di Dio ». E poi silenzio come prima.
Rientrai in me e pensai a lungo come faccio io la volontà di Dio e
come utilizzo il tempo che Iddio mi concede. Lo stesso giorno, quando
andai a riposare, venne da me di notte un'anima, mi svegliò bussando
contro il comodino e mi chiese di pregare. Volevo chiedere chi
fosse, ma mortificai la mia curiosità ed unii questa piccola
mortificazione alla preghiera che offrii per lei. Una volta andai a
far visita ad una cara consorella ammalata, che aveva ormai
ottantaquattro anni e si distingueva per molte virtù e le domandai: «
Lei, sorella, sarà certamente pronta a presentarsi davanti al
Signore? ». Mi rispose che per tutta la vita si era preparata a
quest'ultima ora e mi disse queste parole: « L'età non affranca
dalla lotta ».
Una volta che, prima del giorno dei defunti, andai al cimitero
verso l'imbrunire, il cimitero era chiuso, ma scostai un po' la porta
e dissi: “Care anime, se desiderate qualche cosa, la farò
volentieri per voi, per quanto me lo permette la regola”. E subito
udii queste parole: « Fa' la volontà di Dio; noi siamo felici nella
misura in cui abbiamo fatto la volontà di Dio ».La sera quelle anime
vennero e mi chiesero preghiere. Pregai molto per loro. Mentre la
processione di sera ritornava dal cimitero vidi una moltitudine di anime
che venivano con noi verso la cappella e pregavano assieme a noi.
Ho pregato molto, poiché per questo avevo il permesso dei superiori.
Di notte mi venne a far visita di nuovo un'anima che avevo già
visto in passato, tuttavia quest'anima non mi chiese preghiere, ma
mi fece dei rimproveri di questo genere, dicendomi che una volta ero
molto vanitosa e superba. « E adesso intercedi tanto per gli altri,
ma anche adesso hai ancora alcuni difetti ». Risposi che ero molto
superba e vanitosa, ma che mi ero confessata ed avevo fatto la
penitenza per la mia stupidità. Ed ho fiducia nella bontà del mio
Dio e se ora cado ciò avviene involontariamente e mai con
premeditazione, sia pure nella più piccola cosa. Però quell'anima
cominciò a farmi altri rimproveri: Perché non voglio riconoscere la
sua grandezza? « Che tutti mi riconoscono per le mie grandi imprese.
Perché solo tu non mi dai gloria? ». Fu allora che m'accorsi che in
quella figura c'era satana e dissi: « A Dio Solo è dovuta la gloria!
Vattene satana! ». E in un attimo quell'anima sprofondò in una
voragine orribile, inconcepibile a descrivere e dissi a quella
miserabile anima che l'avrei detto a tutta la Chiesa. È sabato e
torniamo già da Cracovia a Wilno. Durante il tragitto abbiamo fatto
una sosta a Czestochowa. Mentre pregavo davanti al-l'immagine
miracolosa, sentii che sono gradìte... [il pensiero è rimasto
incompleto]
FINE DEL PRIMO QUADERNO.
Venerdì, 17 agosto - La felicità di stare con Gesù! Nel toglierle la corona di spine, Gesù la benedice versando sopra di lei abbondanti grazie divine. L'angelo le raccomanda l'obbedienza e le dà alcuni avvisi per il confessore. Ripugnanza nello scrivere.
Santa Gemma Galgani
Gesù, appena è arrivato sulla mia lingua (cagione tante volte di tanti
peccati), mi si è fatto sentire. Non ero più in me, ma dentro di me
Gesù, mi è sceso nel seno (dico nel seno, perché il cuore non l'ho più:
lo ho dato alla Mamma di Gesù). Che istanti felici si passano con Gesù!
Come ricambiare i suoi affetti? Con quali parole esprimere il suo
amore, con questa povera creatura? Ma pure si è degnato venire. È
proprio impossibile, sì, è impossibile non amar Gesù. Quante volte me
lo dimanda se lo amo e lo amo davvero. E ne dubiti ancora, Gesù mio?
Allora lui si unisce sempre più a me, mi parla, mi dice che mi vuole
perfetta, che mi ama assai anche lui e che lo contraccambi.
Dio mio, come fare per rendermi degna di tante grazie? Dove non arrivo
io, supplirà per me il mio caro angelo custode. Dio voglia che mai mi
abbia ad ingannare per me, e non abbia neppure ad ingannare gli altri.
Ho passato il resto della giornata unita con Gesù; soffro un po', ma
nessuno del mio patire se ne avvede; solo di quando in quando mi esce
qualche lamento; ma, Dio mio, è proprio involontario.
Oggi poi poco, anzi nulla ci è voluto per farmi raccogliere: la mia
mente già era con Gesù, e ci sono subito andata anche con lo spirito.
Quanto si è mostrato affettuoso oggi con me Gesù! Ma quanto soffre!
Faccio tanto per diminuirglielo, e vorrei fare, se mi fosse permesso.
Mi si è avvicinato oggi, mi ha levata la corona dalla mia testa, e poi
non ho veduto come sempre riporla sul suo capo; la teneva nelle sue
mani, tutte le piaghe aveva aperte, ma non buttavano sangue come
sempre, erano belle. È solito benedirmi prima di lasciarmi; infatti ha
alzato la sua mano destra; da quella mano allora ho veduto uscire una
luce più assai più forte che del dttrrre. Esso teneva quella mano
alzata; io restavo fissa a guardarlo, non mi potevo saziare di
contemplarlo. O se potessi farlo conoscere, vedere a tutti quanto è
bello il mio Gesù! Mi ha benedetta con quella stessa mano, che aveva
alzata, e mi ha lasciata.
Dopo questo che mi era accaduto, avrei saputo volentieri che cosa
volesse dire quella luce che usciva dalle piaghe, in particolare dalla
mano destra, con la quale mi ha benedetta. L'angelo custode mi ha dette
queste parole: « Fígliuola, in questo giorno la benedizione di Gesù ha
versato sopra di te un'abbondanza di grazie».
Ora mentre scrivo, si è avvicinato e mi ha detto: « Mi raccomando,
figlia mia, obbedisci sempre, e in tutto. Palesa ogni cosa al
confessore; digli che non ti trascuri, ma ti nasconda». E poi ha
soggiunto: «Digli che Gesù vuole che abbia assai più premura verso di
te, se ne dia più pensiero: se no tu sei troppo inesperta».
Queste cose me le ha ripetute anche ora che ho già scritto; me le ha
dette più volte, sono svegliata, e mi è sembrato proprio di vederlo e
di udirlo parlare. Gesù, sia sempre fatta la tua santissima volontà.
Ma quanto soffro nel dovere scrivere certe cose! La ripugnanza che
provavo sul principio, anziché diminuirmi, assai più si va a crescere,
ed io provo una pena da morire. Quante volte oggi ho tentato di
cercarli e bruciarli tutti [i miei scritti] ! E poi? Tu forse, o Dio
mio, vorresti che scrivessi anche quelle cose occulte, che mi fai
conoscere per tua bontà, per sempre più tenermi bassa e umiliarmi? Se
lo vuoi, o Gesù, son pronta a fare anche quello: fa' conoscere la tua
volontà. Ma questi scritti a che gioveranno poi? Per tua maggior
gloria, o Gesù, o per farmi sempre più cadere nei peccati? Tu che hai
voluto che faccia così, io l'ho fatto. Tu pensaci; nella piaga del tuo
santo costato, o Gesù, nascondo ogni mia parola.