Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

La nostra vita di contemplazione è semplice­mente: un realizzare la costante presenza di Dio e il suo tenero amore per noi anche nelle piccolissime cose della vita e un essere costantemente a sua disposizione, amandolo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta l'anima e con tutte le forze, senza guardare in quale forma Egli si presenta a noi. Siamo chiamati a restare immersi nella contempla­zione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo che si amano vicendevolmente e amano noi, manifestandolo nelle grandi meraviglie della creazione, della reden­zione e della santificazione. (Madre Teresa di Calcutta)

Liturgia delle Ore - Letture

Domenica della 29° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 12

1Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti.2E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.3Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento.4Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse:5"Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?".6Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.7Gesù allora disse: "Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura.8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me".
9Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.10I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro,11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

12Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme,13prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:

'Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,'
il re d'Israele!

14Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:

15'Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto sopra un puledro d'asina.'

16Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui e questo gli avevano fatto.17Intanto la gente che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli rendeva testimonianza.18Anche per questo la folla gli andò incontro, perché aveva udito che aveva compiuto quel segno.19I farisei allora dissero tra di loro: "Vedete che non concludete nulla? Ecco che il mondo gli è andato dietro!".

20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci.21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: "Signore, vogliamo vedere Gesù".22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.23Gesù rispose: "È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo.24In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.25Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.26Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.27Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora!28Padre, glorifica il tuo nome". Venne allora una voce dal cielo: "L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!".
29La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: "Un angelo gli ha parlato".30Rispose Gesù: "Questa voce non è venuta per me, ma per voi.31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.32Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me".33Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire.34Allora la folla gli rispose: "Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come dunque tu dici che il Figlio dell'uomo deve essere elevato? Chi è questo Figlio dell'uomo?".35Gesù allora disse loro: "Ancora per poco tempo la luce è con voi. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va.36Mentre avete la luce credete nella luce, per diventare figli della luce".
Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose da loro.

37Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui;38perché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia:

'Signore, chi ha creduto alla nostra parola?
E il braccio del Signore a chi è stato rivelato?'

39E non potevano credere, per il fatto che Isaia aveva detto ancora:

40'Ha reso ciechi i loro occhi
e ha indurito il loro cuore,
perché non vedano con gli occhi
e non comprendano con il cuore, e si convertano
e io li guarisca!'

41Questo disse Isaia quando vide la sua gloria e parlò di lui.42Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma non lo riconoscevano apertamente a causa dei farisei, per non essere espulsi dalla sinagoga;43amavano infatti la gloria degli uomini più della gloria di Dio.
44Gesù allora gridò a gran voce: "Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato;45chi vede me, vede colui che mi ha mandato.46Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.47Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.48Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno.49Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare.50E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me".


Deuteronomio 28

1Se tu obbedirai fedelmente alla voce del Signore tuo Dio, preoccupandoti di mettere in pratica tutti i suoi comandi che io ti prescrivo, il Signore tuo Dio ti metterà sopra tutte le nazioni della terra;2perché tu avrai ascoltato la voce del Signore tuo Dio, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste benedizioni:3Sarai benedetto nella città e benedetto nella campagna.4Benedetto sarà il frutto del tuo seno, il frutto del tuo suolo e il frutto del tuo bestiame; benedetti i parti delle tue vacche e i nati delle tue pecore.5Benedette saranno la tua cesta e la tua madia.6Sarai benedetto quando entri e benedetto quando esci.7Il Signore lascerà sconfiggere davanti a te i tuoi nemici, che insorgeranno contro di te: per una sola via verranno contro di te e per sette vie fuggiranno davanti a te.8Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te nei tuoi granai e in tutto ciò a cui metterai mano; ti benedirà nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti.9Il Signore ti renderà popolo a lui consacrato, come ti ha giurato, se osserverai i comandi del Signore tuo Dio e se camminerai per le sue vie;10tutti i popoli della terra vedranno che porti il nome del Signore e ti temeranno.11Il Signore tuo Dio ti concederà abbondanza di beni, quanto al frutto del tuo grembo, al frutto del tuo bestiame e al frutto del tuo suolo, nel paese che il Signore ha giurato ai tuoi padri di darti.12Il Signore aprirà per te il suo benefico tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo e per benedire tutto il lavoro delle tue mani; così presterai a molte nazioni, mentre tu non domanderai prestiti.13Il Signore ti metterà in testa e non in coda e sarai sempre in alto e mai in basso, se obbedirai ai comandi del Signore tuo Dio, che oggi io ti prescrivo, perché tu li osservi e li metta in pratica,14e se non devierai né a destra né a sinistra da alcuna delle cose che oggi vi comando, per seguire altri dèi e servirli.
15Ma se non obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti prescrivo, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste maledizioni:16sarai maledetto nella città e maledetto nella campagna.17Maledette saranno la tua cesta e la tua madia.18Maledetto sarà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo; maledetti i parti delle tue vacche e i nati delle tue pecore.19Maledetto sarai quando entri e maledetto quando esci.20Il Signore lancerà contro di te la maledizione, la costernazione e la minaccia in ogni lavoro a cui metterai mano, finché tu sia distrutto e perisca rapidamente a causa delle tue azioni malvage per avermi abbandonato.21Il Signore ti farà attaccare la peste, finché essa non ti abbia eliminato dal paese, di cui stai per entrare a prender possesso.22Il Signore ti colpirà con la consunzione, con la febbre, con l'infiammazione, con l'arsura, con la siccità, il carbonchio e la ruggine, che ti perseguiteranno finché tu non sia perito.23Il cielo sarà di rame sopra il tuo capo e la terra sotto di te sarà di ferro.24Il Signore darà come pioggia al tuo paese sabbia e polvere, che scenderanno dal cielo su di te finché tu sia distrutto.25Il Signore ti farà sconfiggere dai tuoi nemici: per una sola via andrai contro di loro e per sette vie fuggirai davanti a loro; diventerai oggetto di orrore per tutti i regni della terra.26Il tuo cadavere diventerà pasto di tutti gli uccelli del cielo e delle bestie selvatiche e nessuno li scaccerà.27Il Signore ti colpirà con le ulcere d'Egitto, con bubboni, scabbia e prurigine, da cui non potrai guarire.28Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia,29così che andrai brancolando in pieno giorno come il cieco brancola nel buio. Non riuscirai nelle tue imprese, sarai ogni giorno oppresso e spogliato e nessuno ti aiuterà.30Ti fidanzerai con una donna, un altro la praticherà; costruirai una casa, ma non vi abiterai; pianterai una vigna e non ne potrai cogliere i primi frutti.31Il tuo bue sarà ammazzato sotto i tuoi occhi e tu non ne mangerai; il tuo asino ti sarà portato via in tua presenza e non tornerà più a te; il tuo gregge sarà dato ai tuoi nemici e nessuno ti aiuterà.32I tuoi figli e le tue figlie saranno consegnati a un popolo straniero, mentre i tuoi occhi vedranno e languiranno di pianto per loro ogni giorno, ma niente potrà fare la tua mano.33Un popolo, che tu non conosci, mangerà il frutto della tua terra e di tutta la tua fatica; sarai oppresso e schiacciato ogni giorno;34diventerai pazzo per ciò che i tuoi occhi dovranno vedere.35Il Signore ti colpirà alle ginocchia e alle cosce con una ulcera maligna, della quale non potrai guarire; ti colpirà dalla pianta dei piedi alla sommità del capo.36Il Signore deporterà te e il re, che ti sarai costituito, in una nazione che né tu né i padri tuoi avete conosciuto; là servirai dèi stranieri, dèi di legno e di pietra;37diventerai oggetto di stupore, di motteggio e di scherno per tutti i popoli fra i quali il Signore ti avrà condotto.
38Porterai molta semente al campo e raccoglierai poco, perché la locusta la divorerà.39Pianterai vigne e le coltiverai, ma non berrai vino né coglierai uva, perché il verme le roderà.40Avrai oliveti in tutto il tuo territorio, ma non ti ungerai di olio, perché le tue olive cadranno immature.41Genererai figli e figlie, ma non saranno tuoi, perché andranno in prigionia.42Tutti i tuoi alberi e il frutto del tuo suolo saranno preda di un esercito d'insetti.43Il forestiero che sarà in mezzo a te si innalzerà sempre più sopra di te e tu scenderai sempre più in basso.44Egli presterà a te e tu non presterai a lui; egli sarà in testa e tu in coda.45Tutte queste maledizioni verranno su di te, ti perseguiteranno e ti raggiungeranno, finché tu sia distrutto, perché non avrai obbedito alla voce del Signore tuo Dio, osservando i comandi e le leggi che egli ti ha dato.46Esse per te e per la tua discendenza saranno sempre un segno e un prodigio.
47Poiché non avrai servito il Signore tuo Dio con gioia e di buon cuore in mezzo all'abbondanza di ogni cosa,48servirai i tuoi nemici, che il Signore manderà contro di te, in mezzo alla fame, alla sete, alla nudità e alla mancanza di ogni cosa; essi ti metteranno un giogo di ferro sul collo, finché ti abbiano distrutto.
49Il Signore solleverà contro di te da lontano, dalle estremità della terra, una nazione che si slancia a volo come aquila: una nazione della quale non capirai la lingua,50una nazione dall'aspetto feroce, che non avrà riguardo al vecchio né avrà compassione del fanciullo;51che mangerà il frutto del tuo bestiame e il frutto del tuo suolo, finché tu sia distrutto, e non ti lascerà alcun residuo di frumento, di mosto, di olio, dei parti delle tue vacche e dei nati delle tue pecore, finché ti avrà fatto perire.52Ti assedierà in tutte le tue città, finché in tutto il tuo paese cadano le mura alte e forti, nelle quali avrai riposto la fiducia. Ti assedierà in tutte le tue città, in tutto il paese che il Signore tuo Dio ti avrà dato.53Durante l'assedio e l'angoscia alla quale ti ridurrà il tuo nemico, mangerai il frutto delle tue viscere, le carni dei tuoi figli e delle tue figlie, che il Signore tuo Dio ti avrà dato.54L'uomo più raffinato tra di voi e più delicato guarderà di malocchio il suo fratello e la sua stessa sposa e il resto dei suoi figli che ancora sopravvivono,55per non dare ad alcuno di loro le carni dei suoi figli delle quali si ciberà; perché non gli sarà rimasto più nulla durante l'assedio e l'angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue città.56La donna più raffinata e delicata tra di voi, che per delicatezza e raffinatezza non si sarebbe provata a posare in terra la pianta del piede, guarderà di malocchio il proprio marito, il figlio e la figlia57e si ciberà di nascosto di quanto esce dai suoi fianchi e dei bambini che deve ancora partorire, mancando di tutto durante l'assedio e l'angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue città.
58Se non cercherai di eseguire tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e terribile del Signore tuo Dio,59allora il Signore colpirà te e i tuoi discendenti con flagelli prodigiosi: flagelli grandi e duraturi, malattie maligne e ostinate.60Farà tornare su di te le infermità dell'Egitto, delle quali tu avevi paura, e si attaccheranno a te.61Anche ogni altra malattia e ogni flagello, che non sta scritto nel libro di questa legge, il Signore manderà contro di te, finché tu non sia distrutto.62Voi rimarrete in pochi uomini, dopo essere stati numerosi come le stelle del cielo, perché non avrai obbedito alla voce del Signore tuo Dio.63Come il Signore gioiva a vostro riguardo nel beneficarvi e moltiplicarvi, così il Signore gioirà a vostro riguardo nel farvi perire e distruggervi; sarete strappati dal suolo, che vai a prendere in possesso.64Il Signore ti disperderà fra tutti i popoli, da un'estremità fino all'altra; là servirai altri dèi, che né tu, né i tuoi padri avete conosciuti, dèi di legno e di pietra.65Fra quelle nazioni non troverai sollievo e non vi sarà luogo di riposo per la pianta dei tuoi piedi; là il Signore ti darà un cuore trepidante, languore di occhi e angoscia di anima.66La tua vita ti sarà dinanzi come sospesa a un filo; temerai notte e giorno e non sarai sicuro della tua vita.67Alla mattina dirai: Se fosse sera! e alla sera dirai: Se fosse mattina!, a causa del timore che ti agiterà il cuore e delle cose che i tuoi occhi vedranno.68Il Signore ti farà tornare in Egitto, per mezzo di navi, per una via della quale ti ho detto: Non dovrete più rivederla! e là vi metterete in vendita ai vostri nemici come schiavi e schiave, ma nessuno vi acquisterà".
69Queste sono le parole dell'alleanza che il Signore ordinò a Mosè di stabilire con gli Israeliti nel paese di Moab, oltre l'alleanza che aveva stabilito con loro sull'Oreb.


Siracide 38

1Onora il medico come si deve secondo il bisogno,
anch'egli è stato creato dal Signore.
2Dall'Altissimo viene la guarigione,
anche dal re egli riceve doni.
3La scienza del medico lo fa procedere a testa alta,
egli è ammirato anche tra i grandi.
4Il Signore ha creato medicamenti dalla terra,
l'uomo assennato non li disprezza.
5L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,
per rendere evidente la potenza di lui?
6Dio ha dato agli uomini la scienza
perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie.
7Con esse il medico cura ed elimina il dolore
e il farmacista prepara le miscele.
8Non verranno meno le sue opere!
Da lui proviene il benessere sulla terra.
9Figlio, non avvilirti nella malattia,
ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
10Purìficati, lavati le mani;
monda il cuore da ogni peccato.
11Offri incenso e un memoriale di fior di farina
e sacrifici pingui secondo le tue possibilità.
12Fa' poi passare il medico
- il Signore ha creato anche lui -
non stia lontano da te, poiché ne hai bisogno.
13Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani.
14Anch'essi pregano il Signore
perché li guidi felicemente ad alleviare la malattia
e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita.
15Chi pecca contro il proprio creatore
cada nelle mani del medico.

16Figlio, versa lacrime sul morto,
e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento;
poi seppelliscine il corpo secondo il suo rito
e non trascurare la sua tomba.
17Piangi amaramente e alza il tuo lamento,
il lutto sia proporzionato alla sua dignità,
un giorno o due, per prevenire le dicerie,
quindi consòlati del tuo dolore.
18Difatti il dolore precede la morte,
il dolore del cuore logora la forza.
19In una disgrazia resta a lungo il dolore,
una vita di miseria è dura al cuore.
20Non abbandonare il tuo cuore al dolore;
scaccialo pensando alla tua fine.
21Non dimenticare: non ci sarà infatti ritorno;
al morto non gioverai e farai del male a te stesso.
22Ricòrdati della mia sorte che sarà anche la tua:
"Ieri a me e oggi a te".
23Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo
ricordo;
consòlati di lui, ora che il suo spirito è partito.

24La sapienza dello scriba si deve alle sue ore di
quiete;
chi ha poca attività diventerà saggio.
25Come potrà divenir saggio chi maneggia l'aratro
e si vanta di brandire un pungolo?
Spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro
e parla solo di vitelli?
26Pone la sua mente a tracciare solchi,
non dorme per dare il foraggio alle giovenche.
27Così ogni artigiano e ogni artista
che passa la notte come il giorno:
quelli che incidono incisioni per sigilli
e con pazienza cercano di variare l'intaglio;
pongono mente a ritrarre bene il disegno
e stanno svegli per terminare il lavoro.
28Così il fabbro siede davanti all'incudine
ed è intento ai lavori del ferro:
la vampa del fuoco gli strugge le carni,
e col calore del fornello deve lottare;
il rumore del martello gli assorda gli orecchi,
i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto,
è tutto preoccupato per finire il suo lavoro,
sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.
29Così il vasaio seduto al suo lavoro
gira con i piedi la ruota,
è sempre in ansia per il suo lavoro;
tutti i suoi gesti sono calcolati.
30Con il braccio imprime una forma all'argilla,
mentre con i piedi ne piega la resistenza;
è preoccupato per una verniciatura perfetta,
sta sveglio per pulire il fornello.
31Tutti costoro hanno fiducia nelle proprie mani;
ognuno è esperto nel proprio mestiere.
32Senza di loro sarebbe impossibile costruire una città;
gli uomini non potrebbero né abitarvi né circolare.
33Ma essi non sono ricercati nel consiglio del popolo,
nell'assemblea non hanno un posto speciale,
non siedono sul seggio del giudice,
non conoscono le disposizioni del giudizio.
34Non fanno brillare né l'istruzione né il diritto,
non compaiono tra gli autori di proverbi;
ma sostengono le cose materiali,
e la loro preghiera riguarda i lavori del mestiere.


Salmi 69

1'Al maestro del coro. Su "I gigli". Di Davide.'

2Salvami, o Dio:
l'acqua mi giunge alla gola.
3Affondo nel fango e non ho sostegno;
sono caduto in acque profonde
e l'onda mi travolge.
4Sono sfinito dal gridare,
riarse sono le mie fauci;
i miei occhi si consumano
nell'attesa del mio Dio.
5Più numerosi dei capelli del mio capo
sono coloro che mi odiano senza ragione.
Sono potenti i nemici che mi calunniano:
quanto non ho rubato, lo dovrei restituire?

6Dio, tu conosci la mia stoltezza
e le mie colpe non ti sono nascoste.
7Chi spera in te, a causa mia non sia confuso,
Signore, Dio degli eserciti;
per me non si vergogni
chi ti cerca, Dio d'Israele.

8Per te io sopporto l'insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
9sono un estraneo per i miei fratelli,
un forestiero per i figli di mia madre.

10Poiché mi divora lo zelo per la tua casa,
ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.
11Mi sono estenuato nel digiuno
ed è stata per me un'infamia.

12Ho indossato come vestito un sacco
e sono diventato il loro scherno.
13Sparlavano di me quanti sedevano alla porta,
gli ubriachi mi dileggiavano.

14Ma io innalzo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi,
per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
15Salvami dal fango, che io non affondi,
liberami dai miei nemici
e dalle acque profonde.
16Non mi sommergano i flutti delle acque
e il vortice non mi travolga,
l'abisso non chiuda su di me la sua bocca.

17Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.
18Non nascondere il volto al tuo servo,
sono in pericolo: presto, rispondimi.

19Avvicinati a me, riscattami,
salvami dai miei nemici.
20Tu conosci la mia infamia,
la mia vergogna e il mio disonore;
davanti a te sono tutti i miei nemici.
21L'insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno.
Ho atteso compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
22Hanno messo nel mio cibo veleno
e quando avevo sete mi hanno dato aceto.

23La loro tavola sia per essi un laccio,
una insidia i loro banchetti.
24Si offuschino i loro occhi, non vedano;
sfibra per sempre i loro fianchi.

25Riversa su di loro il tuo sdegno,
li raggiunga la tua ira ardente.
26La loro casa sia desolata,
senza abitanti la loro tenda;
27perché inseguono colui che hai percosso,
aggiungono dolore a chi tu hai ferito.
28Imputa loro colpa su colpa
e non ottengano la tua giustizia.
29Siano cancellati dal libro dei viventi
e tra i giusti non siano iscritti.

30Io sono infelice e sofferente;
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
31Loderò il nome di Dio con il canto,
lo esalterò con azioni di grazie,
32che il Signore gradirà più dei tori,
più dei giovenchi con corna e unghie.

33Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
34poiché il Signore ascolta i poveri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
35A lui acclamino i cieli e la terra,
i mari e quanto in essi si muove.

36Perché Dio salverà Sion,
ricostruirà le città di Giuda:
vi abiteranno e ne avranno il possesso.
37La stirpe dei suoi servi ne sarà erede,
e chi ama il suo nome vi porrà dimora.


Geremia 30

1Parola che fu rivolta a Geremia da parte del Signore:2Dice il Signore, Dio di Israele: "Scriviti in un libro tutte le cose che ti dirò,3perché, ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali cambierò la sorte del mio popolo, di Israele e di Giuda - dice il Signore -; li ricondurrò nel paese che ho concesso ai loro padri e ne prenderanno possesso".4Queste sono le parole che il Signore pronunziò per Israele e per Giuda:

5Così dice il Signore:
"Si ode un grido di spavento,
terrore, non pace.
6Informatevi e osservate se un maschio può partorire.
Perché mai vedo tutti gli uomini
con le mani sui fianchi come una partoriente?
Perché ogni faccia è stravolta,
impallidita? Ohimè!
7Perché grande è quel giorno,
non ce n'è uno simile!
Esso sarà un tempo di angoscia per Giacobbe,
tuttavia egli ne uscirà salvato.

8In quel giorno - parola del Signore degli eserciti - romperò il giogo togliendolo dal suo collo, spezzerò le sue catene; non saranno più schiavi di stranieri.9Essi serviranno il Signore loro Dio e Davide loro re, che io susciterò loro.
10Tu, poi, non temere, Giacobbe, mio servo.
Oracolo del Signore.
Non abbatterti, Israele,
Poiché io libererò te dal paese lontano,
la tua discendenza dal paese del suo esilio.
Giacobbe ritornerà e godrà la pace,
vivrà tranquillo e nessuno lo molesterà.
11Poiché io sono con te
per salvarti, oracolo del Signore.
Sterminerò tutte le nazioni
in mezzo alle quali ti ho disperso;
ma con te non voglio operare una strage;
cioè ti castigherò secondo giustizia,
non ti lascerò del tutto impunito".

12Così dice il Signore: "La tua ferita è incurabile,
la tua piaga è molto grave.
13Per la tua piaga non ci sono rimedi,
non si forma nessuna cicatrice.
14Tutti i tuoi amanti ti hanno dimenticato,
non ti cercano più;
poiché ti ho colpito come colpisce un nemico,
con un castigo severo,
per le tue grandi iniquità,
per i molti tuoi peccati.
15Perché gridi per la ferita?
Incurabile è la tua piaga.
A causa della tua grande iniquità, dei molti tuoi peccati,
io ti ho fatto questi mali.
16Però quanti ti divorano saranno divorati,
i tuoi oppressori andranno tutti in schiavitù;
i tuoi saccheggiatori saranno abbandonati al saccheggio
e saranno oggetto di preda quanti ti hanno depredato.
17Farò infatti cicatrizzare la tua ferita
e ti guarirò dalle tue piaghe.
Parola del Signore.
Poiché ti chiamano la ripudiata, o Sion,
quella di cui nessuno si cura",
18Così dice il Signore.

"Ecco, restaurerò la sorte delle tende di Giacobbe
e avrò compassione delle sue dimore.
La città sarà ricostruita sulle rovine
e il palazzo sorgerà di nuovo al suo posto.
19Ne usciranno inni di lode,
voci di gente festante.
Li moltiplicherò e non diminuiranno,
li onorerò e non saranno disprezzati,
20i loro figli saranno come una volta.
la loro assemblea sarà stabile dinanzi a me;
mentre punirò i loro avversari.
21Il loro capo sarà uno di essi
e da essi uscirà il loro comandante;
io lo farò avvicinare ed egli si accosterà a me.
Poiché chi è colui che arrischia la vita
per avvicinarsi a me? Oracolo del Signore.
22Voi sarete il mio popolo
e io il vostro Dio.
23Ecco la tempesta del Signore, il suo furore si scatena,
una tempesta travolgente;
si abbatte sul capo dei malvagi.
24Non cesserà l'ira ardente del Signore,
finché non abbia compiuto e attuato
i progetti del suo cuore.
Alla fine dei giorni lo comprenderete!


Lettera ai Galati 4

1Ecco, io faccio un altro esempio: per tutto il tempo che l'erede è fanciullo, non è per nulla differente da uno schiavo, pure essendo padrone di tutto;2ma dipende da tutori e amministratori, fino al termine stabilito dal padre.3Così anche noi quando eravamo fanciulli, eravamo come schiavi degli elementi del mondo.4Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge,5per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli.6E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!7Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.
8Ma un tempo, per la vostra ignoranza di Dio, eravate sottomessi a divinità, che in realtà non lo sono;9ora invece che avete conosciuto Dio, anzi da lui siete stati conosciuti, come potete rivolgervi di nuovo a quei deboli e miserabili elementi, ai quali di nuovo come un tempo volete servire?10Voi infatti osservate giorni, mesi, stagioni e anni!11Temo per voi che io mi sia affaticato invano a vostro riguardo.

12Siate come me, ve ne prego, poiché anch'io sono stato come voi, fratelli. Non mi avete offeso in nulla.13Sapete che fu a causa di una malattia del corpo che vi annunziai la prima volta il vangelo;14e quella che nella mia carne era per voi una prova non l'avete disprezzata né respinta, ma al contrario mi avete accolto come un angelo di Dio, come Cristo Gesù.
15Dove sono dunque le vostre felicitazioni? Vi rendo testimonianza che, se fosse stato possibile, vi sareste cavati anche gli occhi per darmeli.16Sono dunque diventato vostro nemico dicendovi la verità?17Costoro si danno premura per voi, ma non onestamente; vogliono mettervi fuori, perché mostriate zelo per loro.18È bello invece essere circondati di premure nel bene sempre e non solo quando io mi trovo presso di voi,19figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi!20Vorrei essere vicino a voi in questo momento e poter cambiare il tono della mia voce, perché non so cosa fare a vostro riguardo.

21Ditemi, voi che volete essere sotto la legge: non sentite forse cosa dice la legge?22Sta scritto infatti che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera.23Ma quello dalla schiava è nato secondo la carne; quello dalla donna libera, in virtù della promessa.24Ora, tali cose sono dette per allegoria: le due donne infatti rappresentano le due Alleanze; una, quella del monte Sinai, che genera nella schiavitù, rappresentata da Agar25- il Sinai è un monte dell'Arabia -; essa corrisponde alla Gerusalemme attuale, che di fatto è schiava insieme ai suoi figli.26Invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la nostra madre.27Sta scritto infatti:

'Rallègrati, sterile, che non partorisci,
grida nell'allegria tu che non conosci i dolori del parto,
perché molti sono i figli dell'abbandonata,
più di quelli della donna che ha marito'.

28Ora voi, fratelli, siete figli della promessa, alla maniera di Isacco.29E come allora colui che era nato secondo la carne perseguitava quello nato secondo lo spirito, così accade anche ora.30Però, che cosa dice la Scrittura? 'Manda via la schiava e suo figlio, perché il figlio della schiava non avrà eredità col figlio' della donna libera.31Così, fratelli, noi non siamo figli di una schiava, ma di una donna libera.


Capitolo I: L'imitazione di cristo e il disprezzo di tutte le vanita' del mondo

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1.     "Chi segue me non cammina nelle tenebre" (Gv 8,12), dice il Signore. Sono parole di Cristo, le quali ci esortano ad imitare la sua vita e la sua condotta, se vogliamo essere veramente illuminati e liberati da ogni cecità interiore. Dunque, la nostra massima preoccupazione sia quella di meditare sulla vita di Gesù Cristo. Già l'insegnamento di Cristo è eccellente, e supera quello di tutti i santi; e chi fosse forte nello spirito vi troverebbe una manna nascosta. Ma accade che molta gente trae un ben scarso desiderio del Vangelo dall'averlo anche più volte ascoltato, perché è priva del senso di Cristo. Invece, chi vuole comprendere pienamente e gustare le parole di Cristo deve fare in modo che tutta la sua vita si modelli su Cristo. Che ti serve saper discutere profondamente della Trinità, se non sei umile, e perciò alla Trinità tu dispiaci? Invero, non sono le profonde dissertazioni che fanno santo e giusto l'uomo; ma è la vita virtuosa che lo rende caro a Dio. Preferisco sentire nel cuore la compunzione che saperla definire. Senza l'amore per Dio e senza la sua grazia, a che ti gioverebbe una conoscenza esteriore di tutta la Bibbia e delle dottrine di tutti i filosofi? "Vanità delle vanità, tutto è vanità" (Qo 1,2), fuorché amare Dio e servire lui solo. Questa è la massima sapienza: tendere ai regni celesti, disprezzando questo mondo.

    2.     Vanità è dunque ricercare le ricchezze, destinate a finire, e porre in esse le nostre speranze. Vanità è pure ambire agli onori e montare in alta condizione. Vanità è seguire desideri carnali e aspirare a cose, per le quali si debba poi essere gravemente puniti. Vanità è aspirare a vivere a lungo, e darsi poco pensiero di vivere bene. Vanità è occuparsi soltanto della vita presente e non guardare fin d'ora al futuro. Vanità è amare ciò che passa con tutta rapidità e non affrettarsi là, dove dura eterna gioia. Ricordati spesso di quel proverbio: "Non si sazia l'occhio di guardare, né mai l'orecchio è sazio di udire" (Qo 1,8). Fa', dunque, che il tuo cuore sia distolto dall'amore delle cose visibili di quaggiù e che tu sia portato verso le cose di lassù, che non vediamo. Giacché chi va dietro ai propri sensi macchia la propria coscienza e perde la grazia di Dio.


DISCORSO 136/C SULLO STESSO ARGOMENTO DEL DISCORSO PRECEDENTE

Discorsi - Sant'Agostino

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Quali opere ora compie Cristo nei cuori.

1. Le opere proprie di Cristo Signore, quelle che allora egli compì nei corpi, compie ora nei cuori, benché non cessi affatto di operare anche in molti corpi, ma nei cuori la sua azione è superiore. Se indubbiamente è gran cosa la vista della luce del cielo, quanto è più grande vedere la luce di Dio! A questo fine infatti sono risanati gli occhi del cuore, a questo vengono aperti, a questo sono purificati, affinché vedano la luce, che è Dio. Infatti Dio è luce, afferma la Scrittura, e in lui non ci sono tenebre 1; e il Signore nel Vangelo: Beati i puri di cuore perché vedranno Dio 2. Perciò noi che restiamo ammirati che questo cieco ora vede, con tutte le nostre forze, di cui Dio stesso ci fa dono, perseveriamo nella preghiera affinché i nostri cuori siano risanati ed anche purificati. A che giova infatti essere stati resi mondi dai peccati nel fonte battesimale e subito dopo tornare a macchiarsi con perfidi costumi?

L'intervento graduale del Signore che portò a rendere la vista al cieco.

2. Il compiersi progressivo di quest'opera del Signore, per la quale il cieco ebbe la luce degli occhi, induce a intravvedere qualcosa di grande e di essenziale. Evidentemente il Signore Gesù Cristo poteva - e chi è che può dire: Non poteva? - toccargli gli occhi senza l'impasto di saliva e di fango, e subito rendergli, o piuttosto, dargli la vista. Poteva farlo. Che posso dire: se avesse toccato? Che cosa non potrebbe soltanto per averlo voluto? Mediante la parola che cosa è impossibile alla Parola, non ad una parola qualsiasi, ma a quella che in principio era il Verbo, e il Verbo era Dio. Questo Verbo in principio Dio presso Dio si fece carne per abitare in mezzo a noi 3. Perciò il Verbo camminava visibile nella carne. Mentre la carne era in vista, il Verbo era celato. Ma in precedenza molti Profeti, quali messaggeri di lui, predissero, a distanza di tempo, nel suo Spirito e verità, che egli sarebbe venuto nella carne. Anteriormente molti vennero a dire: Ecco, verrà e verrà tale che in lui ci sarà la remissione dei peccati. Ecco, verrà in molti modi, sotto molte figure, sotto i tanti segni simbolici dei sacrifici, sotto i molteplici veli dei misteri. Niente altro si udiva che: Ecco, verrà. Dopo la sua venuta, subito l'amico dello sposo dall'acqua: Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo 4; colui che si prometteva sarebbe venuto, del quale scrisse Mosè, di cui attestano la Legge e i Profeti, per il quale si doveva consacrare il tempio costruito e il sangue di lui è figurato nelle vittime dei sacerdoti: Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Seguì perciò, nel curare questo cieco nato, nel quale era figurato il genere umano, nato cieco; seguì perciò anche il Signore un procedere graduale in quest'uomo da illuminare. Sputò in terra e fece del fango, poi con quello intriso di saliva spalmò gli occhi di lui. La terra sta a significare i Profeti, questa terra, infatti, fu mandata innanzi perché i Profeti che altro sono se non terra? Evidentemente derivati dalla terra, degli uomini ricevettero lo Spirito del Signore ed unsero il popolo di Dio. Lo avvertivano mediante la profezia, ma non lo possedevano ancora.

In Cristo si è realizzata ogni profezia.

3. Ma considera dove fu inviato a lavarsi il volto. Alla piscina di Siloe. Che significa " Siloe "? Opportunamente non lo tacque l'Evangelista: che significa " inviato " 5. Chi è l'inviato se non colui del quale è detto: Ecco l'Agnello di Dio? In lui stesso viene lavato il volto e chi era stato spalmato vede, perché in Cristo Signore si realizzò ogni profezia. Chi non conosce Cristo procede impedito nella vista. E se c'è chi talvolta lo riconosce profeta, è un Giudeo. Perché lo trovi profeta? Va' in Siloe per vedere e conoscere di chi è la saliva che hai su di te. Ma tale procedere graduale usato prima sugli occhi di quest'uomo, ebbe seguito anche nel cuore di lui. Ponete attenzione al modo di condurre l'interrogatorio da parte dei Giudei: Tu che dici di quest'uomo? Dico - rispose - che è un profeta 6. Non aveva ancora lavato in Siloe gli occhi del cuore. Gli occhi in realtà erano già aperti, ma il cuore era ancora impedito. Quando aveva lavato il volto, rispose come potè, in quanto aveva il cuore impedito, non era ancora vedente. Dette ragione e di avere l'impasto - l'aveva cioè il suo cuore - e, invece, di aver avuto già aperti gli occhi del corpo.

Dio ascolta anche i peccatori.

4. Disse anche dell'altro come chi ha la vista impedita e non vede ancora: Noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori 7. Senza motivo quel Publicano si batterebbe il petto se questo fosse vero. Ma perdoniamo questo a lui tuttora impedito, ancora non vedente. Davvero Dio ascolta i peccatori. Sono proprio questi infatti i deboli, i miseri, i poveri: Difendete - egli dice - il debole e l'indigente, fate giustizia al misero e al povero 8. Misero e povero era colui che non osava alzare gli occhi al cielo. Si batté il petto dicendo: Signore, abbi pietà di me peccatore 9. E tornò a casa sua giustificato colui che disse: Abbi pietà di me peccatore. Davvero Dio non ascolta i peccatori? Chi è il debole se non chi è ancora nell'infanzia quanto alla fede? Il pupo, il bambino, il minorenne quando sarà cresciuto e sarà sulle soglie della giovinezza, non è minorenne, ma lo si dice adulto. In realtà, quando avrà raggiunto il venticinquesimo anno di età, è già dichiarato di età legale. Che possiamo fare, fratelli? Se prendiamo a considerare la grandezza dei santi angeli, noi uomini situati sulla terra non siamo forse dei soggetti a tutela? Ma c'è chi dice: In che modo siamo dei minorenni se, anche piccoli, affermiamo: Padre nostro che sei nei cieli 10? Questo avviene perché siamo fanciulli nello spirito e non nella carne. In senso carnale è soggetto a tutela chi è orfano; in senso spirituale è pupillo chi ha per Padre colui che è invisibile. Non saremo più pupilli quando avremo veduto colui che è il nostro Padre.

La fede di chi vede con il cuore.

5. Cerchiamo quindi costui che ha già gli occhi aperti, tuttavia ha la vista del cuore ancora impedita. Pieni di sdegno i Giudei, vinti e per di più smascherati, furenti e accecati contro di lui che vedeva, lo cacciarono fuori. Nel momento in cui lo cacciarono fuori, allora entrò là, da dove i Giudei presenti nella casa di Dio non lo avrebbero potuto cacciar fuori. Quindi, cacciato fuori, trovò nel tempio il Signore che gli parlò - certamente era conosciuto da chi gli aveva reso la vista del corpo, restando coperto il cuore. Ora ha la vista del cuore, ora va a Siloe, perché ora riconosce l'Unigenito inviato -. Tu credi - dice - nel Figlio di Dio? E quello: Chi è, Signore, perché io creda in lui? Come impedito, non ancora vedente. E il Signore: Lo hai visto e colui che parla con te è proprio lui. L'ascolto di queste parole equivale a lavare il volto del cuore. Finalmente quello, lavato già il volto, con la vista del cuore disse: Credo, Signore, e gli si prostrò innanzi, e lo adorò 11. Rivolti al Signore...

1 - 1 Gv 1, 5.

2 - Mt 5, 8.

3 - Gv 1, 1-2. 14.

4 - Gv 1, 29.

5 - Gv 9, 7.

6 - Gv 9, 17.

7 - Gv 9, 31.

8 - Sal 81, 3.

9 - Lc 18, 13-14.

10 - Gv 6, 9.

11 - Gv 9, 34-38.


2 - Nel secondo giorno il Signore continua in Maria santissima i suoi favori.

La mistica Città di Dio - Libro terzo - Suor Maria d'Agreda

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16. Nella prima parte di questa Storia ho detto che il corpo purissimo di Maria santissima fu concepito e formato con ogni perfezione nello spazio di sette giorni; infatti l'Altissimo operò questo miracolo perché la sua anima santissima non attendesse il tempo che normalmente intercorre nel caso degli altri bambini, ma fosse creata e infusa anticipatamente, come avvenne. Questo fu fatto affinché il principio della redenzione del mondo fosse debitamente correlato con quello della sua creazione. Ora, quest'opera trovò corrispondenza un'altra volta, quando cioè stava già per scendere nel mondo il suo Salvatore. Anche qui, formato il nuovo Adamo, Cristo, Dio volle in un certo modo riposarsi, avendo come provato tutte le forze della sua onnipotenza nella maggiore delle sue prodezze, e volle che con questo riposo si celebrasse il sabato gioioso di tutte le sue delizie. Siccome in queste meraviglie doveva intervenire la Madre del Verbo divino dandogli forma umana visibile, era necessario che, essendo ella nel mezzo tra questi due estremi, Dio e gli uomini, facesse capo ad entrambi, avendo una dignità tale da essere inferiore a Dio e superiore a tutto ciò che non è Dio. Quindi, in ragione di tale dignità, le era dovuta una conoscenza proporzionata, tanto della Divinità quanto di tutte le creature.

17. Per proseguire in questo intento, il Signore continuò in Maria santissima i favori con cui la preparò all'incarnazione del Verbo nei nove giorni, che io sto raccontando, precedenti ad essa. Così il secondo giorno, sempre a mezzanotte, la nostra Principessa fu visitata nel medesimo modo che dissi nel capitolo precedente, venendo elevata dal potere divino con quelle disposizioni, qualità e illuminazioni con le quali veniva preparata per le visioni della Divinità. Dio le si manifestò di nuovo astrattivamente ed ella vide le opere compiute nel secondo giorno della creazione del mondo. Conobbe quando e come Dio divise le acque che sono sotto il firmamento da quelle che sono sopra il firmamento, e chiamò il firmamento cielo. Conobbe inoltre la sua estensione e il suo ordine, nonché le condizioni e i movimenti di tutti i corpi celesti, con tutte le loro qualità e proprietà.

18. Nella prudentissima Vergine questa conoscenza non era oziosa né sterile, perché si riversava in lei quasi immediatamente dalla chiarissima luce della Divinità. Questa la infiammava nella meraviglia e la infervorava a lodare ed amare sempre più la bontà e la potenza divina, tanto che, trasformata nel medesimo Dio, compiva atti eroici di tutte le virtù, dando a sua Maestà gloria piena e perfetta. Come nel primo giorno Dio l'aveva fatta partecipe della sua sapienza, in questo secondo le comunicò a suo modo l'onnipotenza, dandole potere sopra gli influssi dei cieli, dei pianeti e degli elementi e comandando che tutti le ubbidissero. Questa grande Regina ebbe così il dominio sopra il mare, la terra, gli elementi, i mondi celesti e tutte le creature che in essi sono contenute.

19. Questo potere apparteneva alla dignità di Maria santissima non solo per ciò che ho detto sopra, ma anche per altre due ragioni speciali. La prima ragione consisteva nel fatto che ella era privilegiata ed immune dalla comune legge del peccato originale e dei suoi effetti e per questo non doveva essere annoverata tra gli insensati figli di Adamo, contro i quali l'Onnipotente aveva armato le creature per vendicare le ingiurie fatte a lui e castigare la pazzia dei mortali. Infatti, se essi non avessero disobbedito al proprio Creatore, nemmeno le altre creature e gli elementi sarebbero stati ribelli e ostili a loro, né avrebbero rivolto contro di essi il rigore della propria attività e delle proprie inclemenze. Quindi, se questa ribellione delle creature fu il castigo del peccato, ne segue che ciò non doveva verificarsi con Maria santissima immacolata e senza colpa, né tantomeno ella doveva essere, in questo privilegio, inferiore alla natura angelica, che non è toccata da questa pena del peccato e sulla quale non ha autorità la forza degli elementi. È vero che Maria santissima era di natura terrena, ma appunto per questo in lei fu più stimabile, come cosa più rara e più preziosa, il salire ad un'altezza superiore a tutte le creature terrene e spirituali e il diventare con i suoi meriti degna Regina e signora di tutto il creato. D'altronde, è certo che si doveva concedere più alla regina che ai sudditi, più alla signora che ai servi.

20. La seconda ragione era che a questa nobile Regina il suo Figlio santissimo doveva obbedire come a madre. Essendo egli il Creatore di tutto, era ragionevole che ogni cosa obbedisse a colei alla quale il creatore stesso doveva ubbidienza e che ella comandasse su tutto, poiché la persona di Cristo, in quanto uomo, doveva essere curata dalla sua Madre per dovere e per legge di natura. Questo privilegio concorreva grandemente ad esaltare le virtù e i meriti di Maria santissima, perché in lei veniva ad essere volontario e meritorio ciò che in noi è forzato e, ordinariamente, contrario alla nostra volontà, cioè l'assoggettarsi alle creature. La prudentissima Regina non usava questo potere in modo indiscriminato e per il proprio piacere e sollievo; al contrario, comandava a tutti gli elementi e a tutte le creature che senza riguardo esercitassero contro di lei le azioni che le potevano essere naturalmente penose e moleste, perché in ciò doveva essere simile al suo Figlio santissimo e soffrire con lui. Infatti, l'amore e l'umiltà di questa grande Signora avrebbero sofferto se le inclemenze delle creature fossero cessate, privandola del pregio del patire, che sapeva tanto stimabile agli occhi del Signore.

21. Solamente in alcune occasioni in cui comprese che il rispetto non era per lei, ma per il suo Figlio e creatore, la dolce Madre comandò alla forza degli elementi ed esercitò il dominio sulle loro azioni, come si dirà in seguito. Così accadde nelle peregrinazioni in Egitto e in altre circostanze in cui assai prudentemente giudicò che fosse conveniente, affinché le creature riconoscessero il loro Creatore, gli mostrassero riverenza e lo difendessero e servissero in qualsiasi necessità. Chi tra i mortali non resta ammirato nel conoscere una così straordinaria meraviglia? Una semplice creatura terrena, una donna, rivestita del dominio su tutto il creato, si reputa la più indegna e vile fra tutte le creature, comanda ai venti di rovesciare la propria ira contro di lei e questi le obbediscono. Essi però, quasi timidi e cortesi verso una tale Signora, se obbedivano, lo facevano quasi per mostrare la loro subordinazione, anziché per vendicare il loro Creatore, come fanno di solito col resto dei figli di Adamo.

22. Di fronte a questa umiltà della nostra invitta Regina, noi mortali non possiamo negare la nostra vanissima arroganza o, per meglio dire, insolenza; infatti, pur meritando che tutti gli elementi e le forze offensive dell'intero universo si ribellino contro le nostre follie, ci lamentiamo del loro rigore, come se l'importunarci fosse un'offesa che ci viene fatta. Perciò condanniamo la rigidezza del freddo, non sopportiamo che il caldo ci affatichi, detestiamo tutto ciò che è penoso e mettiamo ogni impegno nell'incolpare questi ministri della divina giustizia, cercando per i nostri sensi il riparo delle comodità e dei piaceri, come se questo dovesse servirci per sempre e non fosse certo che saremo tirati fuori da tale rifugio per un più duro castigo delle nostre colpe.

23. Ritornando a questi doni di conoscenza e di potenza che furono dati alla Principessa del cielo, e agli altri favori che la disponevano a diventare degna madre dell'Unigenito dell'eterno Padre, si capirà la loro eccellenza considerando in essi una sorta di infinità, cioè di comprensione che partecipa di quella divina ed è simile a quella che in seguito ebbe l'anima santissima di Cristo. Infatti, Maria santissima non solo conosceva tutte le creature in Dio, ma le comprendeva in maniera tale da racchiuderle nella sua capacità e avrebbe potuto estendersi a conoscerne molte altre, se vi fosse stato altro da conoscere. Io chiamo ciò infinità perché mi pare qualcosa di simile alla scienza infinita e perché ella guardava e conosceva simultaneamente, senza successione, il numero dei cieli, la loro ampiezza e profondità, il loro ordine e i loro movimenti, le loro qualità, la materia e la forma, gli elementi con tutte le loro condizioni e caratteristiche. L'unica cosa che questa Vergine sapientissima ignorava era il fine immediato di tutti questi favori, che le veniva nascosto finché non fosse arrivata l'ora del suo consenso e dell'ineffabile misericordia dell'Altissimo. Così, in questi giorni ella continuava le sue fervorose preghiere per la venuta del Messia, perché il Signore stesso le imponeva ciò e le faceva comprendere che non avrebbe tardato e che già si avvicinava il tempo prefissato.

 

Insegnamento della Regina del cielo

 

24. Figlia mia, da ciò che vai conoscendo dei favori e benefici che l'Altissimo mi concedeva per. innalzarmi alla dignità di madre del Verbo, voglio che tu rilevi l'ordine ammirabile della sua sapienza nella creazione dell'uomo. Considera dunque come il suo Creatore lo fece dal niente, non perché fosse servo, ma perché fosse re e signore di tutte le cose ed esercitasse su di esse il suo dominio, riconoscendosi ad un tempo creatura ed immagine del suo creatore e stando soggetto a lui e attento alla sua volontà più di quanto non lo siano le altre creature a quella dell'uomo stesso; così infatti vuole l'ordine della ragione. Inoltre, affinché non mancasse all'uomo la conoscenza di Dio e dei mezzi per discernere e compiere la sua volontà, gli diede, oltre a quella naturale, un'altra luce maggiore, più immediata, più diretta, più certa, più ampia. Questa fu la luce della fede divina, attraverso cui avrebbe conosciuto Dio e le sue perfezioni, e con esse le sue opere. Con tale cognizione e signoria l'uomo si trovò ben ordinato, onorato ed arricchito, senza scusa per dedicarsi tutto alla volontà divina.

25. Ma la stoltezza dei mortali stravolge tutto quest'ordine e distrugge questa divina armonia, perché colui che fu creato come signore e re delle creature si fa loro vile schiavo e si assoggetta ad esse, disonorando la sua dignità e usando delle cose visibili non come padrone prudente, ma come indegno subalterno. E certo non si riconosce a queste superiore quando si fa inferiore alla più infima delle creature. Tutta questa perversità nasce dall'usare delle cose visibili non per la gloria del Creatore, riferendole a lui per mezzo della fede, ma solamente per saziare le passioni e i sensi con ciò che vi è di piacevole nelle creature, per cui gli uomini detestano tanto quelle che non hanno in sé niente di dilettevole.

26. Tu, o carissima, guarda con la fede il tuo creatore e Signore e procura di copiare nell'anima tua l'immagine delle sue perfezioni divine. Non perdere il dominio sulle creature, affinché nessuna diventi superiore alla tua libertà; anzi, voglio che tu trionfi di tutte e che niente si frapponga fra la tua anima e il tuo Dio. Solo devi assoggettarti con gioia, non a ciò che le creature hanno di piacevole, perché in tal caso si oscurerebbe il tuo intelletto e si debiliterebbe la tua volontà, bensì al disagio delle inclemenze delle loro azioni, sopportandolo con volontà lieta; io feci così per imitare il mio Figlio santissimo, quantunque avessi la potestà di scegliere il riposo e non avessi peccati da emendare.


Trent'anni di letto

Beata Alexandrina Maria da Costa


... Gesù mi ha promesso più luce per il giorno di Pasqua e non venne meno alla promessa: avvenne proprio come Egli aveva detto: vi sono ore in cui non la sopporto ed è per me un tormento. Vi sono ore in cui posso fissarla senza fatica. Dio sia lodato!

Non provai nessuna gioia nel vedere alla luce del giorno i miei e coloro che mi si avvicinavano. Non vado in cerca di consolazioni né di gioie. Voglio tutto per Gesù; e neppure con questa ansia provo conforto. Tutto quanto avviene in me è come se avvenisse fuori di me. Ho trascorso il mio 30° anniversario di letto: mi parve un sogno, una illusione, una falsità. Del passato non ho visto nulla: mi pare che nulla mi riguardi. Ricordando questi anni di mar­tirio le lacrime tentarono di scendere sulle mie guance, ma vi si oppose una forza di volontà. Piangere perché, se questa è stata la Volontà di Dio? Egli sa che non mento: questo vi­vere fu tutto per Lui, per amore di Lui, per dargli anime... (diario, 15-4-1955).