Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

La pace interiore è la più grande felicità  di questa vita. (Massime di perfezione cristiana)

Liturgia delle Ore - Letture

Sabato della 27° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 21

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così:2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.3Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
4Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.5Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da mangiare?". Gli risposero: "No".6Allora disse loro: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci.7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È il Signore!". Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare.8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.10Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso or ora".11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.12Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava domandargli: "Chi sei?", poiché sapevano bene che era il Signore.
13Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce.14Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
15Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci i miei agnelli".16Gli disse di nuovo: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci le mie pecorelle".17Gli disse per la terza volta: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecorelle.18In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi".19Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: "Seguimi".
20Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: "Signore, chi è che ti tradisce?".21Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: "Signore, e lui?".22Gesù gli rispose: "Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi".23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: "Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?".

24Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.25Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.


Primo libro di Samuele 14

1Un giorno Giònata, figlio di Saul, disse al suo scudiero: "Su vieni, portiamoci fino all'appostamento dei Filistei che sta qui di fronte". Ma non disse nulla a suo padre.2Saul se ne stava al limitare di Gàbaa sotto il melograno che si trova in Migròn; la sua gente era di circa seicento uomini.3Achià figlio di Achitùb, fratello di Icabòd, figlio di Pìncas, figlio di Eli, sacerdote del Signore in Silo, portava l''efod' e il popolo non sapeva che Giònata era andato.4Tra i varchi per i quali Giònata cercava di passare, puntando sull'appostamento dei Filistei, vi era una sporgenza rocciosa da una parte e una sporgenza rocciosa dall'altra parte: una si chiamava Bòzez, l'altra Sène.5Una delle rocce sporgenti era di fronte a Micmas a settentrione, l'altra era di fronte a Gàbaa a meridione.6Giònata disse allo scudiero: "Su, vieni, passiamo all'appostamento di questi non circoncisi; forse il Signore ci aiuterà, perché non è difficile per il Signore salvare con molti o con pochi".7Lo scudiero gli rispose: "Fa' quanto hai in animo. Avvìati e va'! Eccomi con te: come il tuo cuore, così è il mio".8Allora Giònata disse: "Ecco, noi passeremo verso questi uomini e ci mostreremo loro.9Se ci diranno: Fermatevi finché veniamo a raggiungervi, restiamo in basso e non saliamo da loro.10Se invece ci diranno: Venite su da noi!, saliamo, perché il Signore ce li ha messi nelle mani e questo sarà per noi il segno".11Quindi i due si lasciarono scorgere dall'appostamento filisteo e i Filistei dissero: "Ecco gli Ebrei che escono dalle caverne dove si erano nascosti".12Poi gli uomini della guarnigione dissero a Giònata e al suo scudiero: "Salite da noi, che abbiamo qualche cosa da dirvi!". Giònata allora disse al suo scudiero: "Sali dopo di me, perché il Signore li ha messi nelle mani di Israele".13Giònata saliva aiutandosi con le mani e con i piedi e lo scudiero lo seguiva; quelli cadevano davanti a Giònata e, dietro, lo scudiero li finiva.14Questa fu la prima strage nella quale Giònata e il suo scudiero colpirono una ventina di uomini, entro quasi metà di un campo arabile.
15Si sparse così il terrore nell'accampamento, nella regione e in tutto il popolo. Anche la guarnigione e i suoi uomini d'assalto furono atterriti e la terra tremò e ci fu un terrore divino.
16Le vedette di Saul che stavano in Gàbaa di Beniamino guardarono e videro la moltitudine che fuggiva qua e là.17Allora Saul ordinò alla gente che era con lui: "Su, cercate e indagate chi sia partito da noi". Cercarono ed ecco non c'erano né Giònata né il suo scudiero.18Saul disse ad Achia: "Avvicina l''efod'!" - egli infatti allora portava l''efod' davanti agli Israeliti -.19Mentre Saul parlava al sacerdote, il tumulto che era sorto nel campo filisteo andava propagandosi e crescendo. Saul disse al sacerdote: "Ritira la mano".20A loro volta Saul e la gente che era con lui alzarono grida e mossero all'attacco, ma ecco trovarono che la spada dell'uno si rivolgeva contro l'altro in una confusione molto grande.21Anche quegli Ebrei che erano con i Filistei da qualche tempo e che erano saliti con loro all'accampamento, si voltarono, per mettersi con Israele che era là con Saul e Giònata.22Inoltre anche tutti gli Israeliti che si erano nascosti sulle montagne di Efraim, quando seppero che i Filistei erano in fuga, si unirono a inseguirli e batterli.23Così il Signore in quel giorno salvò Israele e la battaglia si estese fino a Bet-Aven.
24Gli Israeliti erano sfiniti in quel giorno e Saul impose questo giuramento a tutto il popolo: "Maledetto chiunque gusterà cibo prima di sera, prima che io mi sia vendicato dei miei nemici". E nessuno del popolo gustò cibo.25Tutta la gente passò per una selva dove c'erano favi di miele sul suolo.26Il popolo passò per la selva ed ecco si vedeva colare il miele, ma nessuno stese la mano e la portò alla bocca, perché il popolo temeva il giuramento.27Ma Giònata non aveva saputo che suo padre aveva fatto giurare il popolo, quindi allungò la punta del bastone che teneva in mano e la intinse nel favo di miele, poi riportò la mano alla bocca e i suoi occhi si rischiararono.28Uno del gruppo s'affrettò a dire: "Tuo padre ha fatto fare questo solenne giuramento al popolo: Maledetto chiunque toccherà cibo quest'oggi!, sebbene il popolo fosse sfinito".29Rispose Giònata: "Mio padre vuol rovinare il paese! Guardate come si sono rischiarati i miei occhi, perché ho gustato un poco di questo miele.30Dunque se il popolo avesse mangiato oggi qualche cosa dei viveri presi ai nemici, quanto maggiore sarebbe stata ora la rotta dei Filistei!".
31In quel giorno percossero i Filistei da Micmas fino ad Aialon e il popolo era sfinito.32Quelli del popolo si gettarono sulla preda e presero pecore, buoi e vitelli e li macellarono e li mangiarono con il sangue.33La cosa fu annunziata a Saul: "Ecco il popolo pecca contro il Signore, mangiando con il sangue". Rispose: "Avete prevaricato! Rotolate subito qui una grande pietra".34Allora Saul soggiunse: "Passate tra il popolo e dite a tutti: Ognuno conduca qua il suo bue e il suo montone e li macelli su questa pietra, poi mangiatene; così non peccherete contro il Signore, mangiando le carni con il sangue". In quella notte ogni uomo del popolo condusse a mano ciò che aveva e là lo macellò.35Saul innalzò un altare al Signore. Fu questo il primo altare che egli edificò al Signore.
36Quindi Saul disse: "Scendiamo dietro i Filistei questa notte stessa e deprediamoli fino al mattino e non lasciamo scampare uno solo di loro". Gli risposero: "Fa' quanto ti sembra bene". Ma il sacerdote disse: "Accostiamoci qui a Dio".37Saul dunque interrogò Dio: "Devo scendere dietro i Filistei? Li consegnerai in mano di Israele?". Ma quel giorno non gli rispose.38Allora Saul disse: "Accostatevi qui voi tutti capi del popolo. Cercate ed esaminate da chi sia stato commesso oggi il peccato,39perché per la vita del Signore salvatore d'Israele certamente costui morirà, anche se si tratta di Giònata mio figlio". Ma nessuno del popolo gli rispose.40Perciò disse a tutto Israele: "Voi state da una parte: io e mio figlio Giònata staremo dall'altra". Il popolo rispose a Saul: "Fa' quanto ti sembra bene".41Saul parlò al Signore: "Dio d'Israele, fa' conoscere l'innocente". Furono designati Giònata e Saul e il popolo restò libero.42Saul soggiunse: "Tirate a sorte tra me e mio figlio Giònata". Fu sorteggiato Giònata.43Saul disse a Giònata: "Narrami quello che hai fatto". Giònata raccontò: "Realmente ho assaggiato un po' di miele con la punta del bastone che avevo in mano. Ecco, morirò".44Saul disse: "Faccia Dio a me questo e anche di peggio, se non andrai a morte, Giònata!".45Ma il popolo disse a Saul: "Dovrà forse morire Giònata che ha ottenuto questa grande vittoria in Israele? Non sia mai! Per la vita del Signore, non cadrà a terra un capello del suo capo, perché in questo giorno egli ha agito con Dio". Così il popolo salvò Giònata che non fu messo a morte.46Saul cessò dall'inseguire i Filistei e questi raggiunsero il loro paese.
47Saul si assicurò il regno su Israele e mosse contro tutti i nemici all'intorno: contro Moab e gli Ammoniti, contro Edom e i re di Zoba e i Filistei e dovunque si volgeva aveva successo.48Compì imprese brillanti, batté gli Amaleciti e liberò Israele dalle mani degli oppressori.49Figli di Saul furono Giònata, Isbàal e Malkisùa; le sue due figlie si chiamavano Merab la maggiore e Mikal la più piccola.50La moglie di Saul si chiamava Achinòam, figlia di Achimàaz. Il capo delle sue milizie si chiamava Abner figlio di Ner, zio di Saul.51Kis padre di Saul e Ner padre di Abner erano figli di Abièl.52Durante tutto il tempo di Saul vi fu guerra aperta con i Filistei; se Saul scorgeva un uomo valente o un giovane coraggioso, lo prendeva al suo seguito.


Siracide 2

1Figlio, se ti presenti per servire il Signore,
prepàrati alla tentazione.
2Abbi un cuore retto e sii costante,
non ti smarrire nel tempo della seduzione.
3Sta' unito a lui senza separartene,
perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.
4Accetta quanto ti capita,
sii paziente nelle vicende dolorose,
5perché con il fuoco si prova l'oro,
e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore.
6Affidati a lui ed egli ti aiuterà;
segui la via diritta e spera in lui.
7Quanti temete il Signore, aspettate la sua misericordia;
non deviate per non cadere.
8Voi che temete il Signore, confidate in lui;
il vostro salario non verrà meno.
9Voi che temete il Signore, sperate i suoi benefici,
la felicità eterna e la misericordia.
10Considerate le generazioni passate e riflettete:
chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso?
O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato?
O chi lo ha invocato ed è stato da lui trascurato?
11Perché il Signore è clemente e misericordioso,
rimette i peccati e salva al momento della tribolazione.
12Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti
e al peccatore che cammina su due strade!
13Guai al cuore indolente perché non ha fede;
per questo non sarà protetto.
14Guai a voi che avete perduto la pazienza;
che farete quando il Signore verrà a visitarvi?
15Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole;
e coloro che lo amano seguono le sue vie.
16Coloro che temono il Signore cercano di piacergli;
e coloro che lo amano si saziano della legge.
17Coloro che temono il Signore tengono pronti i loro cuori
e umiliano l'anima loro davanti a lui.
18Gettiamoci nelle braccia del Signore
e non nelle braccia degli uomini;
poiché, quale è la sua grandezza,
tale è anche la sua misericordia.


Salmi 89

1'Maskil. Di Etan l'Ezraita.'
2Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
3perché hai detto: "La mia grazia rimane per sempre";
la tua fedeltà è fondata nei cieli.
4"Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide mio servo:
5stabilirò per sempre la tua discendenza,
ti darò un trono che duri nei secoli".

6I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,
la tua fedeltà nell'assemblea dei santi.
7Chi sulle nubi è uguale al Signore,
chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio?
8Dio è tremendo nell'assemblea dei santi,
grande e terribile tra quanti lo circondano.

9Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti?
Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona.
10Tu domini l'orgoglio del mare,
tu plachi il tumulto dei suoi flutti.
11Tu hai calpestato Raab come un vinto,
con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.

12Tuoi sono i cieli, tua è la terra,
tu hai fondato il mondo e quanto contiene;
13il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati,
il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome.
14È potente il tuo braccio,
forte la tua mano, alta la tua destra.
15Giustizia e diritto sono la base del tuo trono,
grazia e fedeltà precedono il tuo volto.

16Beato il popolo che ti sa acclamare
e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:
17esulta tutto il giorno nel tuo nome,
nella tua giustizia trova la sua gloria.
18Perché tu sei il vanto della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra potenza.
19Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d'Israele.

20Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo:
"Ho portato aiuto a un prode,
ho innalzato un eletto tra il mio popolo.
21Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l'ho consacrato;
22la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.

23Su di lui non trionferà il nemico,
né l'opprimerà l'iniquo.
24Annienterò davanti a lui i suoi nemici
e colpirò quelli che lo odiano.
25La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
26Stenderò sul mare la sua mano
e sui fiumi la sua destra.

27Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza.
28Io lo costituirò mio primogenito,
il più alto tra i re della terra.
29Gli conserverò sempre la mia grazia,
la mia alleanza gli sarà fedele.
30Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.

31Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
32se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi,
33punirò con la verga il loro peccato
e con flagelli la loro colpa.

34Ma non gli toglierò la mia grazia
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
35Non violerò la mia alleanza,
non muterò la mia promessa.
36Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre:
certo non mentirò a Davide.
37In eterno durerà la sua discendenza,
il suo trono davanti a me quanto il sole,
38sempre saldo come la luna,
testimone fedele nel cielo".

39Ma tu lo hai respinto e ripudiato,
ti sei adirato contro il tuo consacrato;
40hai rotto l'alleanza con il tuo servo,
hai profanato nel fango la sua corona.
41Hai abbattuto tutte le sue mura
e diroccato le sue fortezze;
42tutti i passanti lo hanno depredato,
è divenuto lo scherno dei suoi vicini.

43Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali,
hai fatto gioire tutti i suoi nemici.
44Hai smussato il filo della sua spada
e non l'hai sostenuto nella battaglia.
45Hai posto fine al suo splendore,
hai rovesciato a terra il suo trono.
46Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza
e lo hai coperto di vergogna.

47Fino a quando, Signore,
continuerai a tenerti nascosto,
arderà come fuoco la tua ira?
48Ricorda quant'è breve la mia vita.
Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?
49Quale vivente non vedrà la morte,
sfuggirà al potere degli inferi?

50Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo,
che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?
51Ricorda, Signore, l'oltraggio dei tuoi servi:
porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
52con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano,
insultano i passi del tuo consacrato.
53Benedetto il Signore in eterno.
Amen, amen.


Abacuc 1

1Oracolo che ebbe in visione il profeta Abacuc.

2Fino a quando, Signore, implorerò
e non ascolti,
a te alzerò il grido: "Violenza!"
e non soccorri?
3Perché mi fai vedere l'iniquità
e resti spettatore dell'oppressione?
Ho davanti rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
4Non ha più forza la legge,
né mai si afferma il diritto.
L'empio infatti raggira il giusto
e il giudizio ne esce stravolto.

5Guardate fra i popoli e osservate,
inorridite e ammutolite:
c'è chi compirà ai vostri giorni una cosa
che a raccontarla non sarebbe creduta.
6Ecco, io faccio sorgere i Caldei,
popolo feroce e impetuoso,
che percorre ampie regioni
per occupare sedi non sue.
7Egli è feroce e terribile,
da lui esce
il suo diritto e la sua grandezza.
8Più veloci dei leopardi sono i suoi cavalli,
più agili dei lupi della sera.
Balzano i suoi destrieri, venuti da lontano,
volano come aquila che piomba per divorare.
9Tutti avanzano per la rapina.
La loro faccia è infuocata come il vento d'oriente,
ammassano i prigionieri come la sabbia.
10Egli dei re si fa beffe,
e dei capi si ride;
si fa gioco di ogni fortezza,
assale una città e la conquista.
11Poi muta corso il vento: passa e paga il fio.
Questa la potenza del mio Dio!

12Non sei tu fin da principio, Signore,
il mio Dio, il mio Santo?
Noi non moriremo, Signore.
Tu lo hai scelto per far giustizia,
l'hai reso forte, o Roccia, per castigare.
13Tu dagli occhi così puri
che non puoi vedere il male
e non puoi guardare l'iniquità,
perché, vedendo i malvagi, taci
mentre l'empio ingoia il giusto?
14Tu tratti gli uomini come pesci del mare,
come un verme che non ha padrone.
15Egli li prende tutti all'amo,
li tira su con il giacchio,
li raccoglie nella rete,
e contento ne gode.
16Perciò offre sacrifici alla sua rete
e brucia incenso al suo giacchio,
perché fanno grassa la sua parte
e succulente le sue vivande.
17Continuerà dunque a vuotare il giacchio
e a massacrare le genti senza pietà?


Seconda lettera ai Corinzi 12

1Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore.2Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo.3E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio -4fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare.5Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò fuorché delle mie debolezze.6Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me.
7Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia.8A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me.9Ed egli mi ha detto: "Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza". Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.10Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.
11Sono diventato pazzo; ma siete voi che mi ci avete costretto. Infatti avrei dovuto essere raccomandato io da voi, perché non sono per nulla inferiore a quei "superapostoli", anche se sono un nulla.12Certo, in mezzo a voi si sono compiuti i segni del vero apostolo, in una pazienza a tutta prova, con segni, prodigi e miracoli.13In che cosa infatti siete stati inferiori alle altre Chiese, se non in questo, che io non vi sono stato d'aggravio? Perdonatemi questa ingiustizia!
14Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso, perché non cerco i vostri beni, ma voi. Infatti non spetta ai figli mettere da parte per i genitori, ma ai genitori per i figli.15Per conto mio mi prodigherò volentieri, anzi consumerò me stesso per le vostre anime. Se io vi amo più intensamente, dovrei essere riamato di meno?
16Ma sia pure che io non vi sono stato di peso; però, scaltro come sono, vi ho preso con inganno.17Vi ho forse sfruttato per mezzo di qualcuno di quelli che ho inviato tra voi?18Ho vivamente pregato Tito di venire da voi e ho mandato insieme con lui quell'altro fratello. Forse Tito vi ha sfruttato in qualche cosa? Non abbiamo forse noi due camminato con lo stesso spirito, sulle medesime tracce?

19Certo, da tempo vi immaginate che stiamo facendo la nostra difesa davanti a voi. Ma noi parliamo davanti a Dio, in Cristo, e tutto, carissimi, è per la vostra edificazione.20Temo infatti che, venendo, non vi trovi come desidero e che a mia volta venga trovato da voi quale non mi desiderate; che per caso non vi siano contese, invidie, animosità, dissensi, maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini,21e che, alla mia venuta, il mio Dio mi umilii davanti a voi e io abbia a piangere su molti che hanno peccato in passato e non si sono convertiti dalle impurità, dalla fornicazione e dalle dissolutezze che hanno commesso.


Capitolo IV: Molti sono i benefici concessi a coloro che si comunicano devotamente

Leggilo nella Biblioteca

Parola del discepolo

1. Signore Dio mio, "con la dolcezza delle tue benedizioni" (Sal 20,4) vieni in soccorso a me, tuo servo, affinché io possa accostarmi degnamente e devotamente al tuo grande sacramento. Muovi il mio cuore verso di te e scuotimi dal mio grande torpore. "Vieni a me con la tua forza salvatrice" (Sal 105,4), cosicché io possa gustare in ispirito la tua dolcezza, insita tutta in questo sacramento, quasi sua fonte. Apri i miei occhi, cosicché io possa intravvedere un così grande mistero; dammi la forza di credere in esso, con fede sicura. Tutto ciò è infatti opera delle tue mani, non opera dell'uomo; tua sacra istituzione, non invenzione umana. Quindi non v'è alcuno che possa da sé solo comprendere pienamente queste cose, che superano anche l'intelligenza degli angeli. Ed io, indegno peccatore, polvere e cenere, come potrò mai sondare e comprendere, un così profondo e santo mistero? O Signore, nella semplicità del mio cuore, in pienezza e sicurezza di fede e in adesione al tuo comando, mi accosto a te con sentimenti di speranza e di devozione: credo veramente che tu sia presente qui nel Sacramento, Dio e uomo. Tu vuoi che io ti accolga in me, in unione d'amore. Perciò domando alla tua clemenza ed imploro il dono di questa grazia speciale, di essere totalmente immedesimato in te, in sovrabbondanza d'amore e di non più ricercare altra consolazione. Giacché questo Sacramento, così alto e prezioso, è salvezza dell'anima e del corpo e rimedio ad ogni infermità dello spirito. Per mezzo di questo Sacramento vengono curati i miei vizi; le passioni sono frenate; le tentazioni sono sconfitte o almeno diminuite; viene aumentata la grazia, rafforzata la virtù cui si è posto mano, rinsaldata la fede, rinvigorita la speranza e l'amore fatto più ardente e più grande.

2. O mio Dio, "tu che innalzi l'anima mia" (Sal 53,6), e ripari all'umana fragilità con il dono di ogni consolazione interiore, tu hai concesso e ancora spesso concedi nel Sacramento grandi benefici ai tuoi diletti che devotamente si comunicano. Tu infondi in essi grande conforto nelle varie tribolazioni, innalzandoli dal fondo della loro prostrazione alla speranza del tuo aiuto; tu li ricrei interiormente e li fai risplendere con una grazia rinnovata. Così, mentre prima della Comunione si sentivano angosciati e privi d'amore, poi, ristorati dal cibo e dalla bevanda celeste, si trovano trasformati e migliori. E questo tu fai generosamente con i tuoi eletti, affinché essi conoscano in verità, ed esperimentino chiaramente, quanto siano deboli per se stessi e quale bontà e grazia ottengano da te. Giacché, per se stessi, sono freddi, duri e mancanti di devozione; invece, per tuo dono, sono fatti degni di essere fervorosi, alacri e pieni di devozione. Chi mai, essendosi accostato umilmente alla fonte stessa della soavità, non riporta anche solo un poco di dolcezza; chi mai, stando accanto a un grande fuoco, non ne risente un po' di calore? Ora, tu sei la fonte sempre piena, straboccante; tu sei il fuoco sempre vivo, che mai non si estingue. Perciò, anche se non posso attingere alla pienezza di questa fonte e bere a sazietà, metterò ugualmente la bocca all'orlo della celeste cannella, per prendere almeno una piccola goccia, a saziare la mia sete, onde non inaridire del tutto. Anche se non posso essere ancora nella pienezza della beatitudine celeste, né posso essere ardente come un cherubino o un serafino, mi sforzerò tuttavia di perseverare nella devozione e di predisporre l'anima mia ad impadronirsi di una, sia pur piccola, fiamma del divino incendio, nutrendosi umilmente al sacramento della salvezza. A quello che mi manca, supplisci tu, con benignità e misericordia, o buon Gesù, salvatore santissimo; tu che ti sei degnato di chiamare tutti a te, dicendo: "venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò (Mt 11,28). In verità io mi affatico, e suda il mio volto; il mio cuore è tormentato da sofferenze interiori; sono oppresso dai peccati, legato e schiacciato da molte passioni perverse. "E non c'è nessuno che possa aiutarmi" (Sal 21,12), non c'è nessuno "che possa liberarmi e soccorrermi" (Sal 7,3), all'infuori di te, "Dio mio salvatore" (Sal 24,5), al quale affido me stesso e ogni mia cosa, perché tu mi custodisca e mi conduca alla vita eterna. Accettami a lode e gloria del tuo nome; tu che hai apprestato il tuo corpo e il tuo sangue quale cibo e bevanda. O "Signore Dio, mia salvezza" (Sal 26,9), fa' che nella dimestichezza del tuo mistero s'accresca lo slancio della mia devozione.


LETTERA 26* [297] AGOSTINO SALUTA NEL SIGNORE IL BEATISSIMO SIGNORE E MERITAMENTE VENERABILE SUO FRATELLO E COLLEGA NELL'EPISCOPATO ONORIO [ONORATO?]

Lettere - Sant'Agostino

Leggilo nella Biblioteca

Donanzio, ordinato diacono contro gli statuti conciliari, scacciato quale ostiario di S. Teogene.

1. Un certo Donanzio della città di Suppe, il cui padre era residente ad Ippona e campava con le elemosine della Chiesa, aveva cominciato a stare nel nostro monastero. Ma, non essendo stato capace di perseverare, ottenne con l'inganno, contro gli statuti vescovili dei concili, di farsi ordinare diacono dal primate Santippo di beata memoria, che non conosceva la sua condizione. Quando però il suddetto venerabile primate venne a sapere la cosa - informato da una mia lettera - lo rimosse dal suo posto e me lo rinviò immediatamente. Io poi, affinché non desse agli altri un esempio di perdizione con l'essere a loro carico, avevo provveduto alla meglio affinché, non avendo di che vivere, fosse ostiario di San Teogene; ma neppure lì egli fu capace di conservare degnamente la sua funzione e pertanto ne fu scacciato dai presbiteri durante una mia assenza.

A Donanzio dovrebbe concedersi solo il lettorato.

2. Ora i suoi concittadini pretendono da me come diacono lui che per tanti anni ha partecipato tra i fratelli laici alla comunione ecclesiale, o signore beatissimo e meritamente venerabile e santo fratello. Poiché quindi essi non comprendono ciò che reclamano, - sicuro come sono della tua saggezza e della tua vigilanza, che hai avuto in dono da Dio - per il fatto che non gli permetti di disprezzare i concili episcopali per il sovvertimento delle norme disciplinari dalle quali devono essere governati i servi di Dio, consiglio la Santità tua di ordinare che, qualora [Donanzio] volesse abitare nella propria città - cosa che io non proibisco - non gli venga assegnata alcun'altra mansione se non forse l'ufficio di lettore che, lo sappiamo, si è soliti concedere anche ai laici ove ciò si dimostri necessario. Se infatti io pensassi ch'egli dovesse essere qualcosa di più, non sarei davvero geloso dell'educazione avuta da me o meglio dalla Chiesa di Dio. Quanto ai suoi costumi non voglio dire nulla, dato che per la nostra faccenda è sufficiente ciò che ho creduto doveroso dire; oh se per grazia del Signore vivesse in modo che nessuno si lamentasse di lui! Per lui è abbastanza che, servendo Dio in un incarico modesto, arrivi ad ottenere ciò che Dio ha promesso, per evitare che, nello sforzo di raggiungere mansioni che gli sembrano più importanti, attiri su di sé e su coloro, che lo aiutano nel suo sforzo, l'ira di Dio, con il cercare di contravvenire alle norme stabilite salutarmente per conservare la disciplina.


Capitolo XIV: Maria SS. è benedetta per la pienezza di grazia, per l’eccellenza della prole, per la grandezza della sua misericordia e per l’immensità della sua gloria.

Lo specchio della Beata Vergine Maria - Beato Corrado di Sassonia

Leggilo nella Biblioteca


Benedetta fu fra le donne. Si è dimostrato sopra che Maria per la purissima innocenza della vita meritamente è salutata con l'Ave; si è inoltre dimostrato come per l'abbondantissima affluenza di grazia ben sia detta piena di grazia ; si è pur dimostrato come per la specialissima presenza di Dio meritamente si soggiunge che il Signore è con lei. Bimane da' dimostrare ora come per la gratissima riverenza della sua persona sia salutata benedetta fra le donne. Ecco, dunque, quel glorioso Arcangelo Gabriele salutando quella gloriosa Vergine Maria terminò l'onorifico saluto nella più bella maniera con una benedizione dicendo : Benedetta tu fra le donne. Parlando di questa espressione S. Girolamo dice (Epist. cit. n. 5) : " Benedetta tu fra le donne, cioè benedetta più che tutte le donne. E per questo tutto ciò che di maledizione ci fu infuso per Eva, tutto fu allontanato dalla benedizione di Maria ". Dica dunque Gabriele : Benedetta tu fra le donne. Benedetta, soggiungo, per la pienezza della grazia da venerarsi in te, benedetta per l’eccellenza della persona da incarnarsi per te, benedetta per la grandezza della misericordia per mezzo tuo da elargirsi, benedetta per l'immensità della gloria da accumularsi sopra di te.
In 1° luogo riflettete, o carissimi, come Maria sia veramente benedetta per la pienezza della grazia da venerarsi in lei, come giustamente dimostra Gabriele dicendo : Ave, o piena di grazia, il Signore con te, tu benedetta fra le donne. Benedetta tu, perché piena di grazia sei tu. Hai trovato grazia presso il Signore, e perciò tu sei benedetta presso il Signore ; onde S. Bernardo ottimamente di questa benedizione di Maria dice (Serm. 2 de Advent. Dom. n. 5) : " Per te noi abbiamo adito al Figlio, o benedetta fra le donne, trovatrice della grazia, genitrice della vita, madre della salute “. Benedetta dunque tu, o Maria, per la grazia, benedetta, soggiungo, per la grazia del cuore, per la grazia della bocca, per la grazia delle opere. Benedetta certo nel cuore per la grazia dei doni, benedetta nella bocca, per la grazia dei labbri, benedetta nelle opere per la grazia dei costumi. — Veramente benedetta è Maria per la grazia del cuore, per la grazia dei doni nel cuore, per la quale il suo cuore fu deliziosissimo come paradiso di Dio, tanto che di questa benedizione giustamente può ripetersi il detto del 40° capo dell’Ecclesiastico : La grazia come un paradiso in benedizione ; qui dice l’Interlineare (Apud Lyranum in hunc locum) : " Che produce diverse specie di virtù ". Di queste felici benedizioni di grazie e di virtù l’Apostolo dice nel 1° Agli Efesini : Il quale ci benedì con ogni benedizione spirituale del cielo in Cristo. Se dunque la grazia fa deliziosa come un paradiso di Dio la mente umana con le benedizioni delle virtù, quanto più la deliziosissima mente, la deliziosissima anima di Maria fu come il paradiso di Dio nelle benedizioni dello Spirito Santo? Anzi paradiso di Dio fu Maria non solo con la mente, ma anche col seno, racchiudendo in sé il legno della vita. Gesù Cristo. Onde S. Bernardo dice (Egbert. Serm. Paneg. ad M. V. n. 4) : " Veramente paradiso di Dio sei tu che al mondo hai portato il legno della vita, di cui chi si ciberà, vivrà in eterno ". Ohimè ! quanto è lungi da questa benedizione di Maria la mente di chiunque non è paradiso di Dio per le benedizioni della grazia, ma è sentina del diavolo per le maledizioni del peccato ! Costui, come dicesi nel Salmo (Psalm. 108, 18), amò la maledizione e gli venne, e non volle la benedizione e da lui si allontanò.
Similmente, o carissimi, benedetta è Maria non solo per la grazia dei doni del cuore, ma anche per la grazia dei labbri della bocca, giusta il detto del salmo (Psalm. 44. 3) : Cosparsa è la grazia sulle tue labbra, per questo Dio ti benedì in eterno. O quanta grazia fu sempre sulle labbra di Maria nelle preghiere devotissime, quanta nei suoi doni utilissimi ! O come abbondante fu sempre la grazia nei labbri di Maria per gli uomini, per gli angeli, per Iddio ! Poiché lo stesso Dio prestò benigno l'orecchio alle parole dei suoi labbri, assicurandocene S. Bernardo che a lei rivolto dice (Homil. 4 super Missus. n. 8): " A chi piacesti tacendo, già più piacerai parlando, mentre egli stesso ti grida dal ciclo : O bella fra le donne (Cant. 1, 7. et 8, 13), fammi udire la tua voce ". Oh ! come sempre le labbra di Maria furono verissime, pudicissime, disciplinatissime, sincerissime ! E ben per questo Iddio la benedì in eterno. Ohimè! quanto sono lontani da questa benedizione di Maria coloro le cui labbra sono tanto dissimili da quelle di Maria, coloro, dico, sulle cui labbra non la grazia è cosparsa, ma la malizia vi abbonda, perciò non benedizione ma eterna maledizione diede loro Iddio.
Similmente, o carissimi, Maria è benedetta non solo per la grazia dei doni del cuore, non solo per la grazia delle labbra della sua bocca, ma anche per il modo della sua vita pratica. E di questa benedizione può ripetersi il detto del 31° capo di Geremia : Benedica a te il Signore, o bellezza di giustizia, o monte santo! Monte santo è Maria SS. che ben dicesi monte per la eccellenza dei meriti, per la sublimità della vita e dei costumi. Questo è il monte, di cui, come leggesi in Daniele (Cap. 2. 45), la pietra, senza le mani fu tagliata, mentre Cristo da Maria senza concorso maritale è nato. La bellezza di questo monte, bellezza di giustizia, la bellezza della vita e dei costumi di Maria fu tanta che meritamente di questa può dirsi nel 4° capo della Cantica : "Tutta bella sei, o amica mia. Bella di certo per la vita, bella per l'ordine dei costumi, e tutta bella. Tutta, si, tutta. Come tutta ? Ascolta Girolamo che dice così (Epist. saepe cit. n. 9) : " Tutto quello che si operò in Maria fu tutto purezza e semplicità, tutto grazia e verità, tutto misericordia e giustizia che (Psalm. 84, 12) dal cielo riguardò ". A tal bellezza di Maria meritamente benedì il Signore. Oh ! quant'è lungi da questa benedizione di Maria chiunque è con le opere tale da non potersi dire a lui come a Maria " Benedica a te il Signore, o bellezza di giustizia ", ma da dovergli dire : Ti maledica il Signore, o bruttezza di ingiustizia. O come grande sarà la maledizione quando si dirà : Via da me, maledetti, nel fuoco eterno. — Ecco, noi vediamo, o Maria carissima, che tu sei veramente benedetta per la pienezza di grazia, benedetta, dico, per la grazia della coscienza e dei doni, benedetta per la grazia della lingua e delle labbra, benedetta per la grazia della vita e dei costumi.
In 2° luogo riflettete, o carissimi, come veramente benedetta sia Maria per la sublimità della sua prole benedetta, per il frutto benedetto del suo seno. Con ragione infatti è benedetta quella terra che produce frutto tanto benedetto ; onde il salmo : Hai benedetto, o Signore, la terra tua. Questa terra è Maria, di cui nello stesso salmo dicesi: La Verità dalla terra è sorta. La Verità è Cristo che disse ; Io sono la via, la verità e la vita. Benedetta dunque è questa terra per il Figlio benedetto ; onde S. Bernardo (Homil. 3 super missus. n. 5) : " II frutto del tuo seno non fu benedetto perché tu eri benedetta, ma fu lui che ti prevenne colle sue benedizioni dolcissime, e cosi tu pure fosti benedetta ". Perciò Maria fu benedetta per la sua santa prole, benedetta, dico, dal Signore, dall'angelo, dall'uomo. Fu benedetta per la prole dal Signore che operava la benedizione, dall'angelo che l’annanziava, dall'uomo che la profetava. Veramente benedetta per la prole è Maria dal Signore che operava ossia donava questa sua benedizione. Ciò è ben notato nel capo 6° del II dei Re, ove leggesi che il Signore benedi la casa di Obededom per 1'arca. Obededom si interpreta " servo sanguigno " (Conf. Cornel. a Lap. in II Reg. 6. 10), e esattamente raffigura Cristo che si fece nostro servo, servendo a noi miseri fino al sangue. Per noi infatti Cristo si fece servo, per noi pure divenne sanguinoso, sanguinoso nel dorso per i flagelli, sanguinoso nel capo per le spine, sanguinoso nel petto per la lancia, sanguinoso nelle mani e nei piedi per i chiodi. La casa di questo servo fu Maria, di cui nel salmo dicesi (Psalm. 64, 5) : Siamo ricolmi di beni nella tua casa. L'arca pure, collocata in questa casa, raffigura Cristo ; Cristo infatti è il nostro servo. Cristo la nostra arca. Nell'arca vi era un'urna di oro e la manna (Hebreor. 9, 4). L'arca santa raffigura la carne santissima di Cristo, l'urna d'oro la sua preziosissima anima, e la manna la dolcissima sua divinità. Per questa arca, per Gesù Cristo Figlio di Maria il Signore benedì la casa di Maria. O veramente casa benedetta, dalla quale sgorgò la vita di tutti ! Dice infatti Agostino (Serm. 120. Append. n. 4) : " Benedetta tu fra le donne perché per gli uomini e per le donne hai partorito la vita ".
Similmente, o carissimi, per la prole è benedetta Maria non solo dal Signore che è il datore della sua benedizione, ma anche dall'Angelo che della sua benedizione è il nunzio, come apparisce in Gabriele che dice : " II Signore con te ; benedetta tu fra le donne. Come con te ? Lo dice Agostino (Serm. 194. Append. n. 1): "Con te nel cuore, con te nel seno". Perciò tu sei benedetta con lui, perché egli pure è tale con te. Con te, si, con te, non tanto come il Creatore con la creatura ma anche come il parto con la partoriente. Per il parto infatti tu sei benedetta prima del parto, durante il parto e dopo il parto. Veramente benedetta perché tu partoristi in modo da restare vergine, dopo il parto come prima del parto, e perciò singolarmente benedetta tu meritasti di esser chiamata, poiché tu partoristi non un semplice uomo, non un angelo autentico, ma il Signore degli uomini e degli angeli ; onde Beda meritamente cosi si esprime (Homil. in testo Assunt. B. M. V); "Veramente benedetta fra le donne perché senza esempio fra le donne, insieme col decoro della verginità godé l’onore della maternità, e come conveniva ad una madre vergine procreò Iddio e il Figlio di Dio ". — Similmente, o carissimi. Maria è benedetta per la prole non solo dal Signore autore della benedizione, non solo dall'angelo che ne fa il nunzio, ma anche dall’uomo che ne fu il profeta, come apparisce in Elisabetta che, esultandole in seno il proprio figlio, ripiena di Spirito Santo, profetando esclamò : Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno. Perciò benedetta perché è benedetto il frutto del tuo seno, come è benedetto il campo perché è benedetto il di lui frutto. Maria infatti, o fratelli, è quel campo benedetto di cui nel 27° capo del Genesi si dice : Ecco l’odore del figlio mio, come l’odore del campo pieno, cui benedì il Signore. Di questo S. Girolamo dice così (Epist. cit. n. 11) : " Bene viene detto campo pieno perché Maria è salutata piena di grazia, dal cui seno sgorgò per i credenti il frutto della vita ".  O veramente campo benedetto sopra tatti i campi, per il frutto! O veramente Madre benedetta sopra tutte le madri per il Figlio ! secondo ciò che ne dice anche S. Agostino (Serm. 119. Append. n. 3) : " O donna sopra le donne benedetta! perché non conobbe affatto 1'uomo e pur circondò col suo seno un uomo ". — Ecco, o dolcissima Maria, noi vediamo come tu per il benedetto frutto del tuo seno sei veramente benedetta con la benedizione divina, angelica ed umana. Oh ! come sono lontani da questa benedizione di Maria coloro che per il maledetto frutto delle loro opere, incorrono nella maledizione di Dio, degli angeli e degli uomini, restando eternamente maledetti da tutti.
In 3° luogo riflettete, o carissimi, come veramente. benedetta sia Maria per la grandezza della sua misericordia. Essa infatti è raffigurata da quella Ruth di cui è detto : Tu sei benedetta dal Signore, o figlia, perché hai superato la prima con la seconda misericordia ! La prima misericordia di Maria fu quella che ci donò mentre ancora viveva nel mondo ; la seconda è quella che già da più di mille duecento anni ci dona dal cielo. Sì questa seconda superò la prima perché la sorpassò con una moltitudine innumerevole di benefici. Chi potrebbe stimare quanto sia inestimabilmente benedetta Maria, essendo inestimabile la sua misericordia ? E chi è capace di stimare quanto sia inestimabile la misericordia di Maria, per la quale ella tanto inestimabilmente è benedetta ? Onde S. Bernardo esclama (Serm. 4. in Assunt. B. M. V. n. 8): "Chi può misurare, o benedetta, la lunghezza, la larghezza, 1' altezza e la profondità della tua misericordia ? ". Benedetta dunque è Maria per la molteplice misericordia che già l'uomo riceve ed ha ricevuto. Sì è benedetta perché per lei Iddio è benigno verso l’uomo; benedetta si, perché per lei 1' uomo è accettevole a Dio ; benedetta sì, perché per lei il diavolo è superabile dall'uomo. — Io asserisco, o carissimi, che Maria è benedetta perché per lei Iddio è benigno verso l'uomo, come è notato di Abigail di cui nel 25° capo del 1° dei Re si dice, mentre David offeso voleva uccidere lo stolto Nabal, Abigail accorrendo placò il re offeso. Il quale placato disse : Benedetta la tua eloquenza e benedetta tu che hai impedito che oggi io versassi il sangue e mi facessi giustizia con le mie stesse mani. Lo stolto Nabal è figura del peccatore, poiché ogni peccatore è stolto ! Ma ohimè! come dicesi nel 1° capo dell'Ecclesiaste : Infinito è il numero degli stolti. Abigail è figura di Maria ; si interpreta infatti " la gioia del padre mio " (Hieron. De Nom. Hebreor [I Reg.].). O quanta gioia del celeste Padre fu in Maria e quanta gioia di Maria fu nel Padre celeste, quando ella disse : Esultò lo spirito mio in Dio, mio salvatore ! Come dunque Abigail raffigura la nostra Signora, così David raffigura il nostro Signore. David poi è offeso dallo stolto Nabal quando il signore viene offeso dall’uomo empio, David si riconcilia per Abigail con lo stolto Na- bal, quando il Signore si riconcilia con l'empio per mezzo di Maria. Abigail placò David con parole e con doni. Maria placa il Signore con le preghiere e con i meriti. Abigail impedì la vendetta temporale, ma Maria impedisce la vendetta eterna, mentre quella allontanò la spada umana e questa la divina; onde S. Bernardo ben dice (Egbert. loc. cit. n. 1): " Nessuno, o Signora, è atto a sospendere con la mano la spada, come lo sei tu, o amantissima di Dio, per cui abbiamo ricevuto misericordia dalla mano di Dio nostro Signore.
Similmente, o carissimi. Maria non solo è benedetta perché per lei Dio è benigno verso l’uomo, ma è benedetta anche perché per lei l’uomo è a Dio accettevole, rimanendo in lei benedetta benedetto anche l'uomo. Onde nel 19° capo di Isaia bene si dice che troverà Israele la benedizione dentro quella terra cui benedì il Signore degli eserciti dicendo : Benedetto il mio popolo ecc. Il centro della terra, cui Dio benedì può dirsi la beata Vergine, nel cui interno si incominciò la benedizione della nostra salute, giusta il detto del salmo (Psalm. 73. 12) : Iddio, Re nostro, prima dei secoli operò la salute ecc. Di questo centro della terra S. Bernardo cosi dice: "Maria con mirabile proprietà si chiama il centro della terra ; a lei infatti come al centro, come all’arca di Dio, come alla causa delle cose, come all'impresa dei secoli riguardano e gli abitanti del cielo e gli abitanti dell'inferno, e coloro che ci hanno preceduto e coloro che ci seguono. Gli abitanti del cielo per ricrearsi, quelli dell'inferno per esser liberati, coloro che ci precederono per esser trovati profeti fedeli (EccL 36. 18), coloro che ci seguono per esser glorificati ". Dunque in questo benedetto centro della terra, viene benedetto il popolo di Dio mentre per la benedetta Madre di Dio, è a lui accetto. Che meraviglia se per Maria benedetta, diviene benedetta e accetta a Dio la creatura ragionevole, quando pure per lei viene benedetta ogni creatura ? Onde Anselmo esclamando dice (Orat. 52 circa medium): " O Vergine benedetta e sovrabenedetta ! per la cui benedizione si benedice ogni creatura, non solo la creatura dal Creatore, ma anche il Creatore dalla creatura.
Similmente, o carissimi. Maria non solo è benedetta perché per lei il Signore è benigno con l'uomo, non solo perché anche l'uomo è accettevole presso Dio, ma è benedetta pure perché per lei il diavolo è superabile dall'uomo; onde ella è raffigurata per quella Giuditta di cui dicesi nel capo 13° : A te benedì il Signore nella sua potenza, perché per tuo mezzo ridusse al niente i nemici nostri. I nemici nostri sono i demoni che la beata Vergine ridusse al niente, mentre ed in sé ed in molti altri distrusse le loro forze, come attesta S. Bernardo quando dice (Egbert. loc. cit. n. 5) : " Tu sei guerriera valorosa ; dinanzi a te fu messo in fuga tutto l'esercito delle spirituali nequizie ". Fuggiamo dunque, o fratelli, e rifugiamoci nel soccorso della Madre del Signore durante tutte le molestie è le tentazioni del diavolo. Essa infatti è terribile per i nemici delle nostre anime, come una ordinata armata di accampamenti (Cant. 6. 3). E poiché oh! molteplice è la nostra miseria per cui abbisogniamo della benedizione e della misericordia di Maria, perciò invochiamone la benedizione con S. Bernardo dicendo così (Serm. 1 in Assunt. B. M. V. n. 3); " Sia opera della tua pietà, o Vergine benedetta, manifestare al mondo la stessa grazia che tu presso Dio hai meritato, ottenendo con le tua sante preghiere ai rei il perdono, ai malati la salute, ai pusillanimi il coraggio, agli afflitti la consolazione, ai pellegrini il soccorso e la liberazione ". — Ecco, noi vediamo, o dolcissima Maria, che tu sei benedetta per la tua molteplice misericordia ; benedetta tu sei, dico, perché per te Dio si riconcilia con l'uomo, tu sei benedetta perché per te l'uomo diviene gradito a Dio, benedetta perché per te il diavolo viene vinto dall’uomo. Ohimè ! quanto lungi da questa benedizione di Maria è chiunque non è grato a Dio, chiunque è soggiogato dal diavolo, e perciò come tale da Dio sarà maledetto.
In 4° luogo riflettete, o carissimi, come veramente benedetta sia Maria per la sublimità della sua gloria, giusta il detto del capo terzo di Ezechiele : Benedetta la gloria del Signore nel suo proprio luogo. La gloria del Signore è la sua gloriosa Madre che è veramente benedetta per la gloria che ha nel suo duplice luogo ; è benedetta, dico, nel luogo ove presso di lei il Figlio suo riposò, cioè nel seno, benedetta è anche nel luogo ove essa presso di lui riposa ira cielo. Difatti l’uno e 1'altro è luogo degnissimo, come è chiaro per

S. Bernardo che dice così (Serm. 1 in Assunt. B. M. V. n. 1) : “ Né vi è nel mondo luogo più degno del tempio del seno verginale in cui Maria ricevé il Figlio dì Dio, né in cielo luogo più degno del trono regale su cui il Figlio innalzò Maria ". Benedetta dunque è Maria per la sua gloria, si benedetta per la sua gloria sublimissima, copiosissima, stabilissima ; benedetta, dico, per la sua gloria sublimissima per la dignità, benedetta per la sua gloria copiosissima per la immensità, benedetta per la sua gloria stabilissima per l'eternità. — Dico, o carissimi, che benedetta è Maria per la sua gloria eccellentissima per dignità. Poiché di questa benedizione può ripetersi il detto del Salmo: “ Benedirai alla corona dell’anno della tua benignità… Nota che vi è l'anno dell’equanimità, l'anno della severità e l’anno della benignità ! Il primo è l'anno dei combattenti nel mondo, il secondo dei piangenti nell'inferno, il terzo degli esultanti nel cielo. Il primo anno ha i giorni e le notti, il secondo ha solo le notti, il terzo ha solo i giorni. lo dico che il primo anno ha i giorni e le notti, cioè i buoni e i cattivi che sono insieme in questo mondo. Tanti poi sono i giorni e le notti in questo anno, quanti sono i buoni e i cattivi nel mondo. Il secondo anno ha le sole notti cioè i soli peccatori più tenebrosi delle notti. Tante poi sono le notti in questo anno, quanti sono i peccatori nell'inferno. Il terzo anno ha i soli giorni, cioè i soli buoni più lucenti del giorno. Tanti poi sono i giorni in questo anno, quanti sono i giusti in cielo. Nel primo anno dell’equanimità, i buoni e i cattivi equanimemente sono tollerati, nel secondo anno della severità i cattivi severissimamente sono tormentati, nel terzo anno della benignità i buoni benignissimamente sono coronati. Inoltre la benedetta corona di quest'anno è la benedetta Vergine Maria. Ella è la corona di tutti i giorni di quest’anno, poiché essa è la corona di tutti i Santi in cielo. La corona infatti suoi collocarsi sopra il capo ; così Maria è posta al di sopra del capo di tutti i Santi, oltre il capo di tutti i Santi è esaltata, come attesta S. Girolamo dicendo : " Meritò di essere esaltata sopra i cori degli angeli e sorpassò la natura della nostra umiltà ". Se il Figlio di Maria è la divina corona dei Santi, Maria ne è la sotto-corona, È chiaro dunque quanto sia sublimemente benedetta la nostra corona, la Madre nostra Maria. Tutti dunque seguiamo la tanto sublimemente benedetta, di cui S. Bernardo dice (Serm. 1 in Assunt. B. M. V. n. 1) : " Non abbiamo qui stabile dimora, ma ci incamminiamo verso quella a cui oggi giunse Maria benedetta ".
Similmente, o carissimi. Maria è benedetta non solo per la sua gloria eccellentissima per dignità, ma anche per la sua gloria copiosissima per immensità, la cui abbondanza è tanta che su tutti si diffonde ; e perciò giustamente da tutti si benedice, secondo ciò che di essa in figura si dice nel 15° capo di Giuditta : Benedirono lei tutti ad uria voce dicendo : Tu la gloria di Gerusalemme, tu la gioia di Israele, tu  1'onore del popolo nostro. Sì, tutti a lei benedirono ; nota che si dice - tutti - ; infatti tutti è parola universale che si riferisce ai tre nomi suddetti. Ed ecco come tre sono riferiti: Dio, 1'Angelo, l’uomo, che benedirono Maria. Si, Dio benedì Maria, la benedì il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, tutte e tre le Persone. Anche 1'Angelo benedì Maria : la benedì la prima gerarchia, la seconda, la terza, e tutti gli Angeli. L'uomo pure benedì Maria, i coniugati, le vedove, le vergini, tutti la benedirono, dicendo : Tu la gloria della Gerusalemme trionfante, cioè di tutti i Santi ; tu la gioia d'Israele che contempla Iddio, cioè di tutti gli Angeli ; tu l’onore del popolo pellegrino, cioè di tutti i giusti nel mondo. Benedetto sia dunque il tuo dolcissimo Figlio, o Maria, il quale per la tua abbondantissima benedizione tanti benefizi dispensa in cielo e in terra che e gli angeli e gli uomini possono  giustamente congratularsi, dicendo con Anselmo (Arat. 52 ante medium) : “ Tutti questi grandi beni ci vennero per il benedetto frutto del benedetto seno di Maria benedetta ".
Similmente, o carissimi. Maria non solo è benedetta per la gloria sua sublimissima per dignità; non solo per la sua gloria copiosissima in immensità, ma è anche benedetta per la sua gloria stabilissima in eternità. Essa infatti è raffigurata per quella casa di cui nel 17° capo del 1° dei Paralipomeni si dice : Benedicendoti il Signore, sarai benedetta in eterno. Sì, in eterno, come pur nel salmo dìcesi (Psalm. 44. 3) : Per questo ti benedì Iddio in eterno. Così dunque, o dolcissima Vergine Maria, tu sei veramente benedetta fra le donne e sopra le donne, anzi anche sopra gli uomini e sopra gli angeli ; si, benedetta per la pienezza della grazia che hai trovato, benedetta per la nobiltà della persona che generasti, benedetta per la grandezza della misericordia che dispensasti, benedetta per l'immensità della gloria che ricevesti. Te noi invochiamo, te imploriamo, te preghiamo con S. Bernardo che supplicando a te benedetta, dice (Serm. 2 de Advent. Dom. n. 5) : " O benedetta, per la grazia che hai trovato, per il privilegio che hai meritato, per la misericordia che hai partorito, fa che colui che per tuo mezzo si degnò farsi partecipe dell’infermità e miseria nostra, per tuo mezzo pure metta anche noi a parte della sua beatitudine e della sua gloria. Così sia ".


GIUGNO 1883.

Suor Maria della Croce

Ebbene, siete contenta? Mi crederete ora? Vi perdono tutto quel che avete pensato di me i giorni scorsi. In simili circostanze non poteva essere altrimenti; in questo non avete peccato. Ammirate la bontà di Gesù. Dopo aver lasciato agire il demonio, che vi ha fatto tanto soffrire... infine lo ha atterrato e la sua santa volontà si è compiuta; questo Egli attendeva. Oh! quando il buon Dio ha dei disegni particolari su certe anime, essi non si attuano senza molte sofferenze; lo avete sperimentato ancora una volta, non è vero? Ma non siete stata sola.

M.L. non si scoraggi mai! Potrà avere dei momenti di disgusto, di stanchezza, ma egli ha il tabernacolo; lì dischiuda la propria anima dinanzi a Gesù e chieda con una grande

fiducia i suoi lumi, al fine d'essere egli stesso la luce delle anime che gli sono affidate. Gesù lo ama, e gliene darà prova. In contraccambio, mai egli potrà far troppo per un Dio sì amabile!