Liturgia delle Ore - Letture
Lunedi della 27° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Giovanni 16
1Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi.2Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio.3E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me.4Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato.
Non ve le ho dette dal principio, perché ero con voi.
5Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai?6Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore.7Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò.8E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.9Quanto al peccato, perché non credono in me;10quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più;11quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.
12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.13Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.14Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.
16Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete".17Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: "Che cos'è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po' ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?".18Dicevano perciò: "Che cos'è mai questo "un poco" di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire".19Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: "Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po' ancora e mi vedrete?20In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.
21La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo.22Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e23nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. In quel giorno non mi domanderete più nulla.
In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà.24Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
25Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre.26In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi:27il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio.28Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre".29Gli dicono i suoi discepoli: "Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini.30Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio".31Rispose loro Gesù: "Adesso credete?32Ecco, verrà l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
33Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!".
Esdra 10
1Mentre Esdra pregava e faceva questa confessione piangendo, prostrato davanti alla casa di Dio, si riunì intorno a lui un'assemblea molto numerosa d'Israeliti, uomini, donne e fanciulli, e il popolo piangeva dirottamente.2Allora Secania, figlio di Iechièl, uno dei figli di Elam, prese la parola e disse a Esdra: "Noi siamo stati infedeli verso il nostro Dio, sposando donne straniere, prese dalle popolazioni del luogo. Orbene: c'è ancora una speranza per Israele nonostante ciò.3Ora noi facciamo questa alleanza davanti al nostro Dio: rimanderemo tutte queste donne e i figli nati da esse, secondo il tuo consiglio, mio signore, e il consiglio di quelli che tremano davanti al comando del nostro Dio. Si farà secondo la legge!4Alzati, perché a te è affidato questo compito; noi saremo con te; sii forte e mettiti all'opera!".5Allora Esdra si alzò e fece giurare ai capi dei sacerdoti e dei leviti e a tutto Israele che avrebbero agito secondo quelle parole; essi giurarono.6Esdra allora, alzatosi davanti alla casa di Dio, andò nella camera di Giovanni, figlio di Eliasib. Là egli passò la notte, senza prendere cibo né bere acqua, perché era in lutto a causa dell'infedeltà dei rimpatriati.7Poi fu fatta passare la voce in Giuda e Gerusalemme a tutti i rimpatriati che si radunassero in Gerusalemme:8a chiunque non fosse venuto entro tre giorni - così disponeva il consiglio dei capi e degli anziani - sarebbero stati votati allo sterminio tutti i beni ed egli stesso sarebbe stato escluso dalla comunità dei rimpatriati.9Allora tutti gli uomini di Giuda e di Beniamino si radunarono a Gerusalemme entro tre giorni; si era al nono mese, il venti del mese. Tutto il popolo stava nella piazza del tempio, tremante per questo evento e per gli scrosci della pioggia.
10Allora il sacerdote Esdra si alzò e disse loro: "Voi avete commesso un atto d'infedeltà, sposando donne straniere: così avete accresciuto la colpevolezza d'Israele.11Ma ora rendete lode al Signore, Dio dei vostri padri, e fate la sua volontà, separandovi dalle popolazioni del paese e dalle donne straniere".
12Tutta l'assemblea rispose a gran voce: "Sì, dobbiamo fare secondo la tua parola.13Ma il popolo è numeroso e siamo al tempo delle piogge; non è possibile restare all'aperto. D'altra parte non è lavoro di un giorno o di due, perché siamo in molti ad aver peccato in questa materia.14I nostri capi stiano a rappresentare tutta l'assemblea; e tutti quelli delle nostre città che hanno sposato donne straniere vengano in date determinate e accompagnati dagli anziani della rispettiva città e dai loro giudici, finché non abbiano allontanato da noi l'ira ardente del nostro Dio per questa causa".
15Soltanto Giònata figlio di Asaèl e Iaczeia figlio di Tikva si opposero, appoggiati da Mesullàm e dal levita Sabbetài.16I rimpatriati fecero come era stato proposto: il sacerdote Esdra si scelse alcuni uomini, capifamiglia, uno per casato, tutti designati per nome. Essi iniziarono le sedute il primo giorno del decimo mese per esaminare la questione17e terminarono di esaminare tutti gli uomini che avevano sposato donne straniere il primo giorno del primo mese.
18Tra gli appartenenti ai sacerdoti, che avevano sposato donne straniere, c'erano:
dei figli di Giosuè figlio di Iozadàk e tra i suoi fratelli: Maaseia, Elièzer, Iarib e Godolia.
19Essi hanno promesso con giuramento di rimandare le loro donne e hanno offerto un ariete in espiazione della loro colpa.20Dei figli di Immer: Canàni e Zebadia.
21Dei figli di Carim: Maaseia, Elia, Semaia, Iechièl e Uzzia.22Dei figli di Pascur: Elioènai, Maaseia, Ismaele, Natanaele, Iozabàd ed Eleasà.
23Degli appartenenti ai leviti: Iozabàd, Simei, Chelaia, chiamato il Chelita, Petachia, Giuda ed Elièzer.
24Dei cantori: Eliasib.
Dei portinai: Sallùm, Telem e Uri.
25Tra gli Israeliti: dei figli di Paros: Ramia, Izzia, Malchia, Miamin, Eleàzaro, Malchia e Benaià.
26Dei figli di Elam: Mattania, Zaccaria, Iechièl, Abdi, Ieremòt ed Elia.
27Dei figli di Zattu: Elioenài, Eliasib, Mattania, Ieremòt, Zabad e Aziza.
28Dei figli di Bebai: Giovanni, Anania, Zabbai e Atlai.
29Dei figli di Bani: Mesullàm, Malluch, Adaia, Iasub, Seal e Ieramòt.
30Dei figli di Pacat-Moab: Adna, Kelal, Benaià, Maaseia, Mattania, Bezaleèl, Binnui e Manàsse.
31Dei figli di Carim: Elièzer, Ishshia, Malchia, Semaia, Simeone,32Beniamino, Malluch, Semaria.
33Dei figli di Casum: Mattenai, Mattatta, Zabad, Elifèlet, Ieremai, Manàsse e Simei.
34Dei figli di Bani: Maadai, Amram, Uel,35Benaià, Bedia, Cheluu,36Vania, Meremòt, Eliasib,37Mattenai, Iaasai.
38Dei figli di Binnui: Simei,39Selemia, Natàn, Adaia.
40Dei figli di Azzur: Sasai, Sàrai,41Azareèl, Selemia, Semaria,42Sallùm, Amaria, Giuseppe.
43Dei figli di Nebo: Ieièl, Mattitia, Zabad, Zebina, Iaddai, Gioele, Benaià.
44Tutti questi avevano sposato donne straniere e rimandarono le donne insieme con i figli che avevano avuti da esse.
Salmi 104
1Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
2avvolto di luce come di un manto.
Tu stendi il cielo come una tenda,
3costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento;
4fai dei venti i tuoi messaggeri,
delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.
5Hai fondato la terra sulle sue basi,
mai potrà vacillare.
6L'oceano l'avvolgeva come un manto,
le acque coprivano le montagne.
7Alla tua minaccia sono fuggite,
al fragore del tuo tuono hanno tremato.
8Emergono i monti, scendono le valli
al luogo che hai loro assegnato.
9Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno,
non torneranno a coprire la terra.
10Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti;
11ne bevono tutte le bestie selvatiche
e gli ònagri estinguono la loro sete.
12Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
cantano tra le fronde.
13Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.
14Fai crescere il fieno per gli armenti
e l'erba al servizio dell'uomo,
perché tragga alimento dalla terra:
15il vino che allieta il cuore dell'uomo;
l'olio che fa brillare il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.
16Si saziano gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
17Là gli uccelli fanno il loro nido
e la cicogna sui cipressi ha la sua casa.
18Per i camosci sono le alte montagne,
le rocce sono rifugio per gli iràci.
19Per segnare le stagioni hai fatto la luna
e il sole che conosce il suo tramonto.
20Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie della foresta;
21ruggiscono i leoncelli in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.
22Sorge il sole, si ritirano
e si accovacciano nelle tane.
23Allora l'uomo esce al suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.
24Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
25Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.
26Lo solcano le navi,
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.
27Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
28Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.
29Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
30Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.
31La gloria del Signore sia per sempre;
gioisca il Signore delle sue opere.
32Egli guarda la terra e la fa sussultare,
tocca i monti ed essi fumano.
33Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare al mio Dio finché esisto.
34A lui sia gradito il mio canto;
la mia gioia è nel Signore.
35Scompaiano i peccatori dalla terra
e più non esistano gli empi.
Benedici il Signore, anima mia.
Salmi 137
1Sui fiumi di Babilonia,
là sedevamo piangendo
al ricordo di Sion.
2Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.
3Là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
canzoni di gioia, i nostri oppressori:
"Cantateci i canti di Sion!".
4Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
5Se ti dimentico, Gerusalemme,
si paralizzi la mia destra;
6mi si attacchi la lingua al palato,
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non metto Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.
7Ricordati, Signore, dei figli di Edom,
che nel giorno di Gerusalemme,
dicevano: "Distruggete, distruggete
anche le sue fondamenta".
8Figlia di Babilonia devastatrice,
beato chi ti renderà quanto ci hai fatto.
9Beato chi afferrerà i tuoi piccoli
e li sbatterà contro la pietra.
Isaia 63
1Chi è costui che viene da Edom,
da Bozra con le vesti tinte di rosso?
Costui, splendido nella sua veste,
che avanza nella pienezza della sua forza?
- "Io, che parlo con giustizia,
sono grande nel soccorrere".
2- Perché rossa è la tua veste
e i tuoi abiti come quelli di chi pigia nel tino?
3- "Nel tino ho pigiato da solo
e del mio popolo nessuno era con me.
Li ho pigiati con sdegno,
li ho calpestati con ira.
Il loro sangue è sprizzato sulle mie vesti
e mi sono macchiato tutti gli abiti,
4poiché il giorno della vendetta era nel mio cuore
e l'anno del mio riscatto è giunto.
5Guardai: nessuno aiutava;
osservai stupito: nessuno mi sosteneva.
Allora mi prestò soccorso il mio braccio,
mi sostenne la mia ira.
6Calpestai i popoli con sdegno, li stritolai con ira,
feci scorrere per terra il loro sangue".
7Voglio ricordare i benefici del Signore,
le glorie del Signore,
quanto egli ha fatto per noi.
Egli è grande in bontà per la casa di Israele.
Egli ci trattò secondo il suo amore,
secondo la grandezza della sua misericordia.
8Disse: "Certo, essi sono il mio popolo,
figli che non deluderanno"
e fu per loro un salvatore
9in tutte le angosce.
Non un inviato né un angelo,
ma egli stesso li ha salvati;
con amore e compassione egli li ha riscattati;
li ha sollevati e portati su di sé,
in tutti i giorni del passato.
10Ma essi si ribellarono e contristarono
il suo santo spirito.
Egli perciò divenne loro nemico
e mosse loro guerra.
11Allora si ricordarono dei giorni antichi,
di Mosè suo servo.
Dov'è colui che fece uscire dall'acqua del Nilo
il pastore del suo gregge?
Dov'è colui che gli pose nell'intimo
il suo santo spirito;
12colui che fece camminare alla destra di Mosè
il suo braccio glorioso,
che divise le acque davanti a loro
facendosi un nome eterno;
13colui che li fece avanzare tra i flutti
come un cavallo sulla steppa?
Non inciamparono,
14come armento che scende per la valle:
lo spirito del Signore li guidava al riposo.
Così tu conducesti il tuo popolo,
per farti un nome glorioso.
15Guarda dal cielo e osserva
dalla tua dimora santa e gloriosa.
Dove sono il tuo zelo e la tua potenza,
il fremito della tua tenerezza
e la tua misericordia?
Non forzarti all'insensibilità
16perché tu sei nostro padre,
poiché Abramo non ci riconosce
e Israele non si ricorda di noi.
Tu, Signore, tu sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
17Perché, Signore,
ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
18Perché gli empi hanno calpestato il tuo santuario,
i nostri avversari hanno profanato il tuo luogo santo?
19Siamo diventati come coloro
su cui tu non hai mai dominato,
sui quali il tuo nome non è stato mai invocato.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti.
Atti degli Apostoli 13
1C'erano nella comunità di Antiòchia profeti e dottori: Bàrnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode tetrarca, e Saulo.2Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: "Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati".3Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono.
4Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro.5Giunti a Salamina cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei, avendo con loro anche Giovanni come aiutante.6Attraversata tutta l'isola fino a Pafo, vi trovarono un tale, mago e falso profeta giudeo, di nome Bar-Iesus,7al seguito del proconsole Sergio Paolo, persona di senno, che aveva fatto chiamare a sé Bàrnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio.8Ma Elimas, il mago, - ciò infatti significa il suo nome - faceva loro opposizione cercando di distogliere il proconsole dalla fede.9Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui e disse:10"O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie diritte del Signore?11Ecco la mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole". Di colpo piombò su di lui oscurità e tenebra, e brancolando cercava chi lo guidasse per mano.12Quando vide l'accaduto, il proconsole credette, colpito dalla dottrina del Signore.
13Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme.14Essi invece proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia di Pisidia ed entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, si sedettero.15Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandarono a dire loro: "Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!".
16Si alzò Paolo e fatto cenno con la mano disse: "Uomini di Israele e voi timorati di Dio, ascoltate.17Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri ed esaltò il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, 'e con braccio potente li condusse via di là'.18Quindi, 'dopo essersi preso cura di loro per circa quarant'anni nel deserto',19'distrusse sette popoli nel paese di Canaan e concesse loro in eredità' quelle terre,20per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta Samuele.21Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni.22E, dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: 'Ho trovato Davide', figlio di Iesse, 'uomo secondo il mio cuore'; egli adempirà tutti i miei voleri.
23Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù.24Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele.25Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono ciò che voi pensate che io sia! Ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di sciogliere i sandali.
26Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata questa parola di salvezza.27Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l'hanno riconosciuto e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che si leggono ogni sabato;28e, pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso.29Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro.30Ma Dio lo ha risuscitato dai morti31ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono i suoi testimoni davanti al popolo.
32E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta,33poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo:
'Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.'
34E che Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzione, è quanto ha dichiarato:
'Darò a voi le cose sante promesse a Davide, quelle
sicure.'
35Per questo anche in un altro luogo dice:
'Non permetterai che il tuo santo subisca la
corruzione.'
36Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione.37Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione.38Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera di lui vi viene annunziata la remissione dei peccati39e che per lui chiunque crede riceve giustificazione da tutto ciò da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosè.40Guardate dunque che non avvenga su di voi ciò che è detto nei Profeti:
41'Mirate, beffardi,
stupite e nascondetevi,
poiché un'opera io compio ai vostri giorni,
un'opera che non credereste, se vi fosse
raccontata'!".
42E, mentre uscivano, li pregavano di esporre ancora queste cose nel prossimo sabato.43Sciolta poi l'assemblea, molti Giudei e proseliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, li esortavano a perseverare nella grazia di Dio.
44Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola di Dio.45Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo, bestemmiando.46Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: "Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani.47Così infatti ci ha ordinato il Signore:
'Io ti ho posto come luce per le genti,
perché tu porti la salvezza sino all'estremità della
terra'".
48Nell'udir ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola di Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna.49La parola di Dio si diffondeva per tutta la regione.50Ma i Giudei sobillarono le donne pie di alto rango e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li scacciarono dal loro territorio.51Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio,52mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.
Capitolo XXV: In che cosa consistono la stabilità della pace interiore e il vero progresso spirituale
Leggilo nella Biblioteca1. O figlio, così ho detto "io vi lascio la pace; vi dono la mia pace; non quella, però, che dà il mondo" (Gv 14,27). Tutti tendono alla pace; non tutti però si preoccupano di ciò che caratterizza la vera pace. La mia pace è con gli umili e i miti di cuore; e la tua pace consisterà nel saper molto sopportare. Se mi ascolterai e seguirai le mie parole, potrai godere di una grande pace. Che farò dunque? In ogni cosa guarda bene a quello che fai e a quello che dici. Sia questa la sola tua intenzione, essere caro soltanto a me; non desiderare né cercare altro, fuori di me; non giudicare mai avventatamente quello che dicono o fanno gli altri e non impicciarti in faccende che non ti siano state affidate. In tal modo potrai essere meno turbato, o più raramente; ché non sentire mai turbamento alcuno e non patire alcuna noia, nello spirito e nel corpo, non è di questa vita, ma è condizione propria della pace eterna.
2. Perciò non credere di aver trovato la vera pace, soltanto perché non senti difficoltà alcuna; non credere che tutto vada bene, soltanto perché non hai alcuno che ti si ponga contro; non credere che tutto sia perfetto, soltanto perché ogni cosa avviene secondo il tuo desiderio; non pensare di essere qualcosa di grande o di essere particolarmente caro a Dio, soltanto perché ti trovi in stato di grande e soave devozione. Non è da queste cose, infatti, che si distingue colui che ama veramente la virtù; non è in queste cose che consistono il progresso e la perfezione dell'uomo. In che cosa, dunque, o Signore? Nell'offrire te stesso, con tutto il cuore, al volere di Dio, senza cercare alcunché di tuo, nelle piccole come nelle grandi cose, per il tempo presente come per l'eternità; così che tu sia sempre, alla stessa maniera, imperturbabilmente, in atto di ringraziamento, bilanciando bene tutte le cose, le prospere e le contrarie. Quando sarai tanto forte e generoso nella fede che, pur avendo perduta ogni consolazione interiore, saprai disporre il tuo animo a soffrire ancor di più - senza trovare scuse, come se tu non dovessi subire tali e tanto grandi patimenti -; anzi quando mi proclamerai giusto e mi dirai santo qualunque sia la mia volontà, allora sì che tu camminerai nella vera e giusta strada della pace; allora sì che avrai la sicura speranza di rivedere con gioia il mio volto. Se poi arriverai a disprezzare pienamente te stesso, sappi che allora godrai di pace sovrabbondante , per quanto è possibile alla tua condizione di pellegrino su questa terra.
DISCORSO 6 IL SIGNORE APPARE A MOSÈ NEL ROVETO ARDENTE
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaDio si manifesta ai suoi santi in vari modi.
1. Ascoltate le sante letture, fissiamo l'attenzione su quanto è stato scritto nella prima che ci è stata letta e non trascuriamo di comunicare brevemente alla Santità vostra ciò che il Signore ci suggerisce, per evitare che, prendendo in senso materiale i misteri divini, non solo non avanziate ma anzi regrediate. Per prima cosa quella lettura divina presenta ai nostri occhi il fatto che Dio apparve a Mosè 1. Dio si degna apparire nella sua sostanza, come è, soltanto ai puri di cuore. Così infatti è scritto nel Vangelo: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio 2. Quando Dio volle apparire agli occhi corporei dei santi, non apparve in se stesso ma attraverso una creatura visibile e sensibile, secondo quanto può essere percepito da questa carne, o attraverso il suono di una voce, cioè agli orecchi, o agli occhi attraverso un fuoco, o attraverso un angelo che appariva in qualche forma visibile ma capace di rappresentare la persona di Dio. Così dobbiamo intendere che Dio sia apparso a Mosè. Infatti la somma Maestà che fece il cielo e la terra, che regge il mondo intero, davanti alla quale stanno in continuazione gli angeli contemplando con le loro pure intelligenze la sua bellezza, non poté apparire agli occhi mortali di un uomo se non dopo aver assunto una creatura visibile e sensibile che si addice a questi occhi visibili del corpo, dal momento che la stessa Sapienza di Dio, per mezzo della quale sono state create tutte le cose 3, non sarebbe apparsa agli occhi umani se non avesse assunto una carne mortale.
Dio parla a Mosè tramite un angelo.
2. Come perciò il Verbo di Dio, cioè il Figlio di Dio, per apparire agli occhi mortali assunse un corpo, così Dio, per apparire ad occhi umani, si è sempre degnato di apparire in una qualche creatura visibile. In modo chiarissimo negli Atti degli Apostoli trovi scritto che un angelo apparve a Mosè nel roveto 4. Forse allora questo passo della Scrittura è vero e quello è falso? oppure quello è falso e questo è vero? Ma che dici? Se siamo cristiani, se riteniamo la vera fede, tutti e due i passi sono veri. Se ambedue i passi sono veri, perché nel primo apparve Dio, perché nell'altro si dice che apparve un angelo se non perché lo Spirito, che negli Atti degli Apostoli ispirando disse essere apparso un angelo 5, spiegò in questa lettura il modo in cui apparve Dio? Quell'affermazione è la spiegazione di questo passo oscuro. Non intendere che Dio sia apparso secondo la sua natura; nel passo successivo ti viene spiegato come Dio sia apparso attraverso una creatura angelica. Perché ti meravigli che, mentre apparve un angelo, si dice nella Scrittura: Disse Dio 6 e: Dio chiamò Mosè 7, e questi si accostò al luogo e: Disse il Signore a Mosè 8? Non si guarda all'angelo che fa da tempio ma a colui che inabita nell'angelo. L'angelo era tempio di Dio. Se si degna di abitare e di parlare in un uomo - cosicché quando un profeta parla può dire: "Dio ha detto" - quanto più [Dio] può parlare attraverso un angelo? E quando nella Scrittura si dice: "Disse Dio per bocca di Isaia", chi era Isaia? Non un uomo di carne, nato da un padre e da una madre come tutti noi? E tuttavia parla e che cosa diciamo nel [leggere] le sue profezie? "Questo dice il Signore". Come mai è Dio se è Isaia a parlare, se non perché Dio parla tramite Isaia 9? Così anche in questo passo, mentre è un angelo a parlare, si dice che parla Dio. Perché, se non perché è Dio a parlare tramite un angelo?.
Il roveto simbolo dei giudei.
3. Risolta questa questione, ponete attenzione al fatto, nella cui realtà si vede un simbolo, che Dio apparve nel roveto e il roveto non si consumava, non bruciava; appariva come un fuoco ma il roveto non bruciava. Essendo formato di spine, crediamo che il roveto significhi qualcosa di buono? Le spine significano i peccatori. Perciò il roveto rappresentava il popolo giudeo pieno di spine, pieno di peccati. Nonostante apparisse nel popolo la infinita maestà di Dio, i peccati non furono distrutti, come le spine non furono consumate da quel fuoco. Se il fuoco avesse consumato le spine, avrebbe significato sia che la parola del Signore rivelata ai giudei avrebbe distrutto i loro peccati, sia che quella Legge avrebbe esaurito le loro iniquità. Il fuoco nei confronti del roveto è come la Legge nei confronti dei giudei; le spine del roveto sono come i peccati dei giudei; questo fuoco non consumò le spine, come la Legge non distrusse i peccati.
Dio rivela il suo nome.
4. Dice dunque Dio a Mosè - già conoscete il senso di queste parole e non dobbiamo farvici soffermare più a lungo per la brevità di tempo -: Io sono Colui che sono: mi ha mandato Colui che è. Chiedendo egli come si chiamasse Dio, gli fu risposto: Io sono Colui che sono. E dirai ai figli di Israele: Colui che è mi ha mandato a voi 10. Che significa? O Dio, o Signore nostro, come ti chiami? Mi chiamo "è", disse. Che significa: "Mi chiamo è"? Che rimango in eterno, che non posso mutare. Le cose che mutano non sono, perché non rimangono. Ciò che è rimane. Ciò che muta fu qualcosa e sarà qualcosa, ma non è, perché è mutevole. Perciò l'immutabilità di Dio si è degnata chiamarsi con questo nome: Io sono Colui che sono 11.
Un secondo nome di Dio.
5. Perché allora più tardi si chiamò con un altro nome dicendo: E disse il Signore a Mosè: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe: questo è il mio nome per sempre 12? Sopra: mi chiamo così perché sono, e qui ecco un altro nome: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. Perché, mentre Dio è immutabile, fece ogni cosa per misericordia e lo stesso Figlio di Dio si è degnato, prendendo un corpo mutevole e rimanendo ciò che è, cioè Verbo di Dio, di venire [nel mondo] e di aiutare l'uomo. Colui che è si rivestì di un corpo mortale per poter dire: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe 13.
Dio dà a Mosè tre segni.
6. Fate attenzione ai segni che Dio diede a Mosè. Dicendo costui: Se il popolo mi dirà: Non ti ha mandato Dio, con quali segni proverò che mi hai mandato? 14. Gli fu risposto: Getta la verga che hai nella tua mano. Gettò la verga e divenne serpente e Mosè si spaventò. Gli disse di nuovo il Signore: Afferralo per la coda. E divenne verga come era prima 15. Gli diede anche un altro segno: Metti la mano nel seno. E mise la mano. Tirala fuori. La tirò fuori e divenne bianca come la neve, cioè lebbrosa 16, Il colore bianco nella pelle umana è segno di malattia. Rimettila di nuovo nel seno 17. Ce la mise, e riacquistò il proprio colore. Gli diede un terzo segno: Prendi l'acqua dal fiume e versala in una superficie piana 18. La prese, la versò e si cambiò in sangue. Con questi segni il popolo ti ascolterà. Se non ti ascolterà con il primo, ti ascolterà con il secondo o il terzo 19.
Il segno del serpente.
7. Tentiamo di spiegare il loro significato, per quanto il Signore ci aiuterà. La verga significa il regno, il serpente la mortalità. La morte infatti è stata propinata all'uomo dal serpente 20. Il Signore si è degnato di prendere su di sé questa morte. La verga, cadendo in terra, prese la forma di serpente perché il regno di Dio, che è Cristo Gesù, venne sulla terra. Si rivestì di mortalità che conficcò sulla croce. La Santità vostra sa che quando nel deserto il popolo giudeo, ostinato e superbo, mormorò contro Dio, cominciò ad essere morso dai serpenti e a morire per quei morsi 21. Per compassione Dio diede loro un rimedio che, mentre dava allora la sanità, preannunciava il futuro piano della salvezza. Disse a Mosè: Innalza su un legno un serpente di bronzo in mezzo al deserto e di' al popolo: Chi verrà morso guardi questo serpente. E gli uomini quando venivano morsi, se guardavano il serpente guarivano 22. Nel Vangelo il Signore è testimoniato da questo segno. Parlando con Nicodemo disse: Come Mosè innalzò un serpente nel deserto, così è necessario che il Figlio dell'uomo venga innalzato, perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna 23. Questo significa che chiunque viene morso dai serpenti dei peccati, guardi Cristo e otterrà la salvezza nella remissione dei peccati. Perciò, fratelli, la mortalità che è stata assunta dal Signore, è necessario che l'abbia anche la Chiesa, suo corpo, il cui capo, come uomo, è in cielo. Perciò la Chiesa è soggetta alla morte che le è stata inflitta per suggestione del serpente. Dobbiamo infatti la morte al peccato del primo uomo, ma poi perverremo alla vita eterna per Gesù Cristo Signore nostro 24. Ma quando si verrà alla vita e ritornerà al regno? Alla fine del mondo. Infatti Mosè l'afferrò per la coda, dove è il termine, per riportarlo allo stato primitivo.
Tutto come simbolo del popolo futuro.
8. Che significa la mano? È certo che anche la mano significa quel popolo e il seno gli uomini. Che significato ha il seno di Mosè? La segreta dimora di Dio. Finché l'uomo rimase nell'abitazione di Dio, era incolume e di bel colore. Uscì dall'abitazione di Dio, uscì Adamo dal paradiso dopo aver offeso Dio, e divenne malato. La mano divenne bianca; ma ritornò in quella dimora segreta, per grazia del Signore nostro Gesù Cristo, e riacquistò il colore. Che significa l'acqua? La sapienza. Spesso infatti l'acqua è presa come rappresentazione della sapienza, come è stato detto: Diventerà in lui sorgente di acqua zampillante per la vita eterna 25. Ma quell'acqua-sapienza, che in terra è divenuta sangue, non ci fa pensare al Verbo che si è fatto carne ed ha abitato in mezzo a noi? Sì che ce lo fa pensare! Tutti dunque sono segni del popolo futuro e misteri riguardanti il Signore nostro Gesù Cristo. E se nei libri dell'Antico Testamento vi sono altri sacramenti, sia che li comprendiamo sia che non li comprendiamo, vogliono essere approfonditi, non criticati. Chiediamo perciò, cerchiamo e bussiamo perché ci venga aperto 26. Per mezzo di essi sono stati predetti sacramenti futuri: noi li vediamo presenti nella Chiesa.
1 - Cf. Es 3, 2.
2 - Mt 5, 8.
3 - Cf. Gv 1, 3.
4 - Cf. At 7, 30.
5 - Cf. At 7, 30.
6 - Es 3, 14.
7 - Es 3, 4.
8 - Es 3, 15.
9 - Cf. Is 50, 1.
10 - Es 3, 14.
11 - Es 3, 14.
12 - Es 3, 15.
13 - Es 3, 15.
14 - Es 4, 1.
15 - Es 4, 2-4.
16 - Es 4, 6.
17 - Es 4, 7.
18 - Es 4, 9.
19 - Es 4, 8.
20 - Cf. Gn 3, 1.
21 - Cf. Nm 21, 5-7.
22 - Nm 21, 8-9.
23 - Gv 3, 14-15.
24 - Cf. Rm 5, 12.
25 - Gv 4, 14.
26 - Cf. Mt 7, 7.
Capitolo XXXVII: L’assoluta e totale rinuncia a se stesso per ottenere libertà di spirito
Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca 1. O figlio, abbandona te stesso, e mi troverai. Vivi libero da preferenze, libero da tutto ciò che sia tuo proprio, e ne avrai sempre vantaggio; ché una grazia sempre più grande sarà riversata sopra di te, non appena avrai rinunciato a te stesso, senza volerti più riavere. O Signore, quante volte dovrò rinunciare, e in quali cose dovrò abbandonare me stesso? Sempre, e in ogni momento, sia nelle piccole come nelle grandi cose. Nulla io escludo: ti voglio trovare spogliato di tutto. Altrimenti, se tu non fossi interiormente ed esteriormente spogliato di ogni tua volontà, come potresti essere mio; e come potrei io essere tuo? Più presto lo farai, più sarai felice; più completamente e sinceramente lo farai, più mi sarai caro e tanto maggior profitto spirituale ne trarrai. Ci sono alcuni che rinunciano a se stessi, ma facendo certe eccezioni: essi non confidano pienamente in Dio, e perciò si affannano a provvedere a se stessi. Ci sono alcuni che dapprima offrono tutto; ma poi, sotto i colpi della tentazione, ritornano a ciò che è loro proprio, senza progredire minimamente nella virtù. Alla vera libertà di un cuore puro e alla grazia della rallegrante mia intimità, costoro non giungeranno, se non dopo una totale rinuncia e dopo una continua immolazione; senza di che non si ha e non si avrà una giovevole unione con me.
2. Te l'ho detto tante volte, ed ora lo ripeto: lascia te stesso, abbandona te stesso e godrai di grande pace interiore. Da' il tutto per il tutto; non cercare, non richiedere nulla; sta' risolutamente soltanto in me, e mi possederai, avrai libertà di spirito, e le tenebre non ti schiacceranno. A questo debbono tendere il tuo sforzo, la tua preghiera, il tuo desiderio: a saperti spogliare di tutto ciò che è tuo proprio, a metterti nudo al seguito di Cristo nudo, a morire a te stesso, a vivere sempre in me. Allora i vani pensieri, i perversi turbamenti, le inutili preoccupazioni, tutto questo scomparirà. Allora scompariranno il timore dissennato, e ogni amore non conforme al volere di Dio.
11-11 Marzo 13, 1912 Effetti dello stato di vittima.
Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)
Continua Gesù a parlare sullo stato di vittima dicendomi:
(1) “Figlia mia, il battesimo della nascita è di acqua, perciò ha virtù di purificare, ma non di togliere le tendenze, le passioni, ma il battesimo di vittima è battesimo di fuoco, perciò ha virtù di purificare, non solo, ma di consumare qualunque passione e tendenze cattive, anzi, Io stesso la vado battezzando parte per parte: Il mio pensiero battezza il pensiero dell’anima, il mio palpito il suo palpito, il mio desiderio il suo desiderio, e così del resto. Ma però, questo battesimo si svolge tra Me e l’anima a seconda che si dà a Me e non più riprende quello che mi ha dato, ecco perciò figlia mia non avverti tendenze cattive e altro, questo ti avviene dallo stato di vittima, e te lo dico per tua consolazione, perciò di’ al padre G. che stia bene attento, che questa è la missione delle missioni e l’apostolato degli apostolati, sempre con Me lo voglio e tutto intento in Me”.