Sotto il Tuo Manto

Martedi, 9 settembre 2025 - San Pietro Claver Sacerdote (Letture di oggi)

Guardatevi dalle angustie di spirito; esse sono la peste della devozione. (San Francesco di Sales)

Liturgia delle Ore - Letture

Mercoledi della 26° settimana del tempo ordinario (Santa Teresa di Gesù Bambino)

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 27

1Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire.2Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.

3Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani4dicendo: "Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente". Ma quelli dissero: "Che ci riguarda? Veditela tu!".5Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi.6Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: "Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue".7E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri.8Perciò quel campo fu denominato "Campo di sangue" fino al giorno d'oggi.9Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: 'E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato,10e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.'

11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: "Sei tu il re dei Giudei?". Gesù rispose "Tu lo dici".12E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla.13Allora Pilato gli disse: "Non senti quante cose attestano contro di te?".14Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.
15Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta.16Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba.17Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: "Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?".18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: "Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua".20Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù.21Allora il governatore domandò: "Chi dei due volete che vi rilasci?". Quelli risposero: "Barabba!".22Disse loro Pilato: "Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?". Tutti gli risposero: "Sia crocifisso!".23Ed egli aggiunse: "Ma che male ha fatto?". Essi allora urlarono: "Sia crocifisso!".
24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: "Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!".25E tutto il popolo rispose: "Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli".26Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte.28Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto29e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: "Salve, re dei Giudei!".30E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo.31Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.

32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui.33Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio,34gli 'diedero da bere vino' mescolato con 'fiele'; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere.35Dopo averlo quindi crocifisso, 'si spartirono le' sue 'vesti tirandole a sorte'.36E sedutisi, gli facevano la guardia.37Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: "'Questi è Gesù, il re dei Giudei'".
38Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

39E quelli che passavano di là lo insultavano 'scuotendo il capo' e dicendo:40"Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!".41Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano:42"Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo.43'Ha confidato in Dio; lo liberi lui' ora, 'se gli vuol bene'. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!".44Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo.

45Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra.46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "'Elì, Elì, lemà sabactàni?'", che significa: "'Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?'".47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama Elia".48E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala 'di aceto', la fissò su una canna e così gli 'dava da bere'.49Gli altri dicevano: "Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!".50E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
51Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono,52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono.53E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.54Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio!".
55C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.56Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.

57Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatéa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù.58Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato.59Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo60e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò.61Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo:63"Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò.64Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risuscitato dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!".65Pilato disse loro: "Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete".66Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.


Giudici 13

1Gli Israeliti tornarono a fare quello che è male agli occhi del Signore e il Signore li mise nelle mani dei Filistei per quarant'anni.2C'era allora un uomo di Zorea di una famiglia dei Daniti, chiamato Manoach; sua moglie era sterile e non aveva mai partorito.3L'angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: "Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio.4Ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante e dal mangiare nulla d'immondo.5Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo consacrato a Dio fin dal seno materno; egli comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei".6La donna andò a dire al marito: "Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l'aspetto di un angelo di Dio, un aspetto terribile. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome,7ma mi ha detto: Ecco tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e non mangiare nulla d'immondo, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal seno materno fino al giorno della sua morte".
8Allora Manoach pregò il Signore e disse: "Signore, l'uomo di Dio mandato da te venga di nuovo da noi e c'insegni quello che dobbiamo fare per il nascituro".9Dio ascoltò la preghiera di Manoach e l'angelo di Dio tornò ancora dalla donna, mentre stava nel campo; ma Manoach suo marito non era con lei.10La donna corse in fretta ad informare il marito e gli disse: "Ecco, mi è apparso quell'uomo che venne da me l'altro giorno".11Manoach si alzò, seguì la moglie e giunto a quell'uomo gli disse: "Sei tu l'uomo che hai parlato a questa donna?". Quegli rispose: "Sono io".12Manoach gli disse: "Quando la tua parola si sarà avverata, quale sarà la norma da seguire per il bambino e che si dovrà fare per lui?".13L'angelo del Signore rispose a Manoach: "Si astenga la donna da quanto le ho detto.14Non mangi nessun prodotto della vigna, né beva vino o bevanda inebriante e non mangi nulla d'immondo; osservi quanto le ho comandato".15Manoach disse all'angelo del Signore: "Permettici di trattenerti e di prepararti un capretto!".16L'angelo del Signore rispose a Manoach: "Anche se tu mi trattenessi, non mangerei il tuo cibo; ma se vuoi fare un olocausto, offrilo al Signore". Manoach non sapeva che quello fosse l'angelo del Signore.17Poi Manoach disse all'angelo del Signore: "Come ti chiami, perché quando si saranno avverate le tue parole, noi ti rendiamo onore?".18L'angelo del Signore gli rispose: "Perché mi chiedi il nome? Esso è misterioso".19Manoach prese il capretto e l'offerta e li bruciò sulla pietra al Signore, che opera cose misteriose. Mentre Manoach e la moglie stavano guardando,20mentre la fiamma saliva dall'altare al cielo, l'angelo del Signore salì con la fiamma dell'altare. Manoach e la moglie, che stavano guardando, si gettarono allora con la faccia a terra21e l'angelo del Signore non apparve più né a Manoach né alla moglie. Allora Manoach comprese che quello era l'angelo del Signore.22Manoach disse alla moglie: "Noi moriremo certamente, perché abbiamo visto Dio".23Ma sua moglie gli disse: "Se il Signore avesse voluto farci morire, non avrebbe accettato dalle nostre mani l'olocausto e l'offerta; non ci avrebbe mostrato tutte queste cose né ci avrebbe fatto udire proprio ora cose come queste".
24Poi la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse.25Lo spirito del Signore cominciò a investirlo quando era a Macane-Dan, fra Zorea ed Estaol.


Proverbi 1

1Proverbi di Salomone, figlio di Davide, re d'Israele,
2per conoscere la sapienza e la disciplina,
per capire i detti profondi,
3per acquistare un'istruzione illuminata,
equità, giustizia e rettitudine,
4per dare agli inesperti l'accortezza,
ai giovani conoscenza e riflessione.
5Ascolti il saggio e aumenterà il sapere,
e l'uomo accorto acquisterà il dono del consiglio,
6per comprendere proverbi e allegorie,
le massime dei saggi e i loro enigmi.
7Il timore del Signore è il principio della scienza;
gli stolti disprezzano la sapienza e l'istruzione.

8Ascolta, figlio mio, l'istruzione di tuo padre
e non disprezzare l'insegnamento di tua madre,
9perché saranno una corona graziosa sul tuo capo
e monili per il tuo collo.
10Figlio mio, se i peccatori ti vogliono traviare,
non acconsentire!
11Se ti dicono: "Vieni con noi,
complottiamo per spargere sangue,
insidiamo impunemente l'innocente,
12inghiottiamoli vivi come gli inferi,
interi, come coloro che scendon nella fossa;
13troveremo ogni specie di beni preziosi,
riempiremo di bottino le nostre case;
14tu getterai la sorte insieme con noi,
una sola borsa avremo in comune",
15figlio mio, non andare per la loro strada,
tieni lontano il piede dai loro sentieri!
16I loro passi infatti corrono verso il male
e si affrettano a spargere il sangue.
17Invano si tende la rete
sotto gli occhi degli uccelli.
18Ma costoro complottano contro il proprio sangue,
pongono agguati contro se stessi.
19Tale è la fine di chi si dà alla rapina;
la cupidigia toglie di mezzo colui che ne è dominato.

20La Sapienza grida per le strade
nelle piazze fa udire la voce;
21dall'alto delle mura essa chiama,
pronunzia i suoi detti alle porte della città:
22"Fino a quando, o inesperti, amerete l'inesperienza
e i beffardi si compiaceranno delle loro beffe
e gli sciocchi avranno in odio la scienza?
23Volgetevi alle mie esortazioni:
ecco, io effonderò il mio spirito su di voi
e vi manifesterò le mie parole.
24Poiché vi ho chiamato e avete rifiutato,
ho steso la mano e nessuno ci ha fatto attenzione;
25avete trascurato ogni mio consiglio
e la mia esortazione non avete accolto;
26anch'io riderò delle vostre sventure,
mi farò beffe quando su di voi verrà la paura,
27quando come una tempesta vi piomberà addosso il terrore,
quando la disgrazia vi raggiungerà come un uragano,
quando vi colpirà l'angoscia e la tribolazione.
28Allora mi invocheranno, ma io non risponderò,
mi cercheranno, ma non mi troveranno.
29Poiché hanno odiato la sapienza
e non hanno amato il timore del Signore;
30non hanno accettato il mio consiglio
e hanno disprezzato tutte le mie esortazioni;
31mangeranno il frutto della loro condotta
e si sazieranno dei risultati delle loro decisioni.
32Sì, lo sbandamento degli inesperti li ucciderà
e la spensieratezza degli sciocchi li farà perire;
ma chi ascolta me vivrà tranquillo
e sicuro dal timore del male".


Salmi 29

1'Salmo. Di Davide.'

Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
2Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore in santi ornamenti.

3Il Signore tuona sulle acque,
il Dio della gloria scatena il tuono,
il Signore, sull'immensità delle acque.
4Il Signore tuona con forza,
tuona il Signore con potenza.

5Il tuono del Signore schianta i cedri,
il Signore schianta i cedri del Libano.
6Fa balzare come un vitello il Libano
e il Sirion come un giovane bufalo.

7Il tuono saetta fiamme di fuoco,
8il tuono scuote la steppa,
il Signore scuote il deserto di Kades.
9Il tuono fa partorire le cerve
e spoglia le foreste.
Nel suo tempio tutti dicono: "Gloria!".

10Il Signore è assiso sulla tempesta,
il Signore siede re per sempre.
11Il Signore darà forza al suo popolo
benedirà il suo popolo con la pace.


Geremia 2

1Mi fu rivolta questa parola del Signore:
2"Va' e grida agli orecchi di Gerusalamme:

Così dice il Signore:

Mi ricordo di te, dell'affetto della tua giovinezza.
dell'amore al tempo del tuo fidanzamento,
quando mi seguivi nel deserto,
in una terra non seminata.
3Israele era cosa sacra al Signore,
la primizia del suo raccolto;
quanti ne mangiavano dovevano pagarla,
la sventura si abbatteva su di loro.
Oracolo del Signore.
4Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe,
voi, famiglie tutte della casa di Israele!

5Così dice il Signore:
Quale ingiustizia trovano in me i vostri padri,
per allontanarsi da me?
Essi seguirono ciò ch'è vano,
diventarono loro stessi vanità
6e non si domandarono: Dov'è il Signore
che ci fece uscire dal paese d'Egitto,
ci guidò nel deserto,
per una terra di steppe e di frane,
per una terra arida e tenebrosa,
per una terra che nessuno attraversava
e dove nessuno dimora?
7Io vi ho condotti in una terra da giardino,
perché ne mangiaste i frutti e i prodotti.
Ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra
e avete reso il mio possesso un abominio.
8Neppure i sacerdoti si domandarono:
Dov'è il Signore?
I detentori della legge non mi hanno conosciuto,
i pastori mi si sono ribellati,
i profeti hanno predetto nel nome di Baal
e hanno seguito esseri inutili.

9Per questo intenterò ancora un processo contro di voi,
- oracolo del Signore -
e farò causa ai vostri nipoti.
10Recatevi nelle isole dei Kittim e osservate,
mandate pure a Kedar e considerate bene;
vedete se là è mai accaduta una cosa simile.
11Ha mai un popolo cambiato dèi?
Eppure quelli non sono dèi!
Ma il mio popolo ha cambiato colui che è la sua gloria
con un essere inutile e vano.
12Stupitene, o cieli;
inorridite come non mai.
Oracolo del Signore.
13Perché il mio popolo ha commesso due iniquità:
essi hanno abbandonato me,
sorgente di acqua viva,
per scavarsi cisterne,
cisterne screpolate,
che non tengono l'acqua.
14Israele è forse uno schiavo
o un servo nato in casa?
Perché allora è diventato una preda?
15Contro di lui ruggiscono i leoni,
fanno udire i loro urli.
La sua terra è ridotta a deserto,
le sue città sono state bruciate e nessuno vi abita.
16Perfino i figli di Menfi e di Tafni
ti hanno raso la testa.
17Tutto ciò forse non ti accade
perché hai abbandonato il Signore tuo Dio?
18E ora perché corri verso l'Egitto
a bere le acque del Nilo?
Perché corri verso l'Assiria
a bere le acque dell'Eufrate?
19La tua stessa malvagità ti castiga
e le tue ribellioni ti puniscono.
Riconosci e vedi quanto è cosa cattiva a amara
l'aver abbandonato il Signore tuo Dio
e il non aver più timore di me.
Oracolo del Signore degli eserciti.
20Poiché già da tempo hai infranto il tuo giogo,
hai spezzato i tuoi legami
e hai detto: Non ti servirò!
Infatti sopra ogni colle elevato
e sotto ogni albero verde ti sei prostituita.
21Io ti avevo piantato come vigna scelta,
tutta di vitigni genuini;
in tralci degeneri di vigna bastarda?
22Anche se ti lavassi con la soda
e usassi molta potassa,
davanti a me resterebbe la macchia della tua iniquità.
Oracolo del Signore.
23Perché osi dire: Non mi sono contaminata,
non ho seguito i Baal?
Considera i tuoi passi là nella valle,
riconosci quello che hai fatto,
giovane cammella leggera e vagabonda,
24asina selvatica abituata al deserto:
nell'ardore del suo desiderio aspira l'aria;
chi può frenare la sua brama?
Quanti la cercano non devono stancarsi:
la troveranno sempre nel suo mese.
25Bada che il tuo piede non resti scalzo
e che la tua gola non si inaridisca!
Ma tu rispondi: No. È inutile,
perché io amo gli stranieri,
voglio seguirli.
26Come si vergogna un ladro preso in flagrante
così restano svergognati quelli della casa d'Israele,
essi, i loro re, i loro capi,
i loro sacerdoti e i loro profeti.
27Dicono a un pezzo di legno: Tu sei mio padre,
e a una pietra: Tu mi hai generato.
A me essi voltan le spalle
e non la fronte;
ma al tempo della sventura invocano:
Alzati, salvaci!
28E dove sono gli dèi che ti sei costruiti?
Si alzino, se posson salvarti
nel tempo della tua sventura;
poiché numerosi come le tue città
sono, o Giuda, i tuoi dèi!
29Perché vi lamentate con me?
Tutti voi mi siete stati infedeli.
Oracolo del Signore.
30Invano ho colpito i vostri figli,
voi non avete imparato la lezione.
La vostra stessa spada ha divorato i vostri profeti
come un leone distruttore.
31O generazione!
Proprio voi badate alla parola del Signore!
Sono forse divenuto un deserto per Israele
o una terra di tenebre densissime?
Perché il mio popolo dice: Ci siamo emancipati,
più non faremo ritorno a te?
32Si dimentica forse una vergine dei suoi ornamenti,
una sposa della sua cintura?
Eppure il mio popolo mi ha dimenticato
per giorni innumerevoli.
33Come sai ben scegliere la tua via
in cerca di amore!
Per questo hai insegnato i tuoi costumi
anche alle donne peggiori.
34Perfino sugli orli delle tue vesti si trova
il sangue di poveri innocenti,
da te non sorpresi nell'atto di scassinare,
ma presso ogni quercia.
35Eppure protesti: Io sono innocente,
la sua ira è già lontana da me.
Eccomi pronto a entrare in giudizio con te,
perché hai detto: Non ho peccato!
36Perché ti sei ridotta così vile
nel cambiare la strada?
Anche dall'Egitto sarai delusa
come fosti delusa dall'Assiria.
37Anche di là tornerai con le mani sul capo,
perché il Signore ha rigettato coloro nei quali confidavi;
da loro non avrai alcun vantaggio.


Lettera ai Romani 11

1Io domando dunque: 'Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo'? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino.2'Dio non ha ripudiato il suo popolo', che egli ha scelto fin da principio. O non sapete forse ciò che dice la Scrittura, nel passo in cui Elia ricorre a Dio contro Israele?

3'Signore, hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno rovesciato i tuoi altari
e io sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita'.

4Cosa gli risponde però la voce divina?
'Mi sono riservato settemila uomini, quelli che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal'.
5Così anche al presente c'è un resto, conforme a un'elezione per grazia.6E se lo è per grazia, non lo è per le opere; altrimenti la grazia non sarebbe più grazia.
7Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti; gli altri sono stati induriti,8come sta scritto:

'Dio ha dato loro uno spirito di torpore,
occhi per non vedere e orecchi per non sentire,
fino al giorno d'oggi'.

9E Davide dice:

'Diventi la lor mensa un laccio', un tranello
'e un inciampo e serva loro di giusto castigo!'
10'Siano oscurati i loro occhi sì da non vedere,
e fa' loro curvare la schiena per sempre'!

11Ora io domando: Forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai pagani, per suscitare la loro gelosia.12Se pertanto la loro caduta è stata ricchezza del mondo e il loro fallimento ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la loro partecipazione totale!
13Pertanto, ecco che cosa dico a voi, Gentili: come apostolo dei Gentili, io faccio onore al mio ministero,14nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni.15Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti?

16Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta; se è santa la radice, lo saranno anche i rami.17Se però alcuni rami sono stati tagliati e tu, essendo oleastro, sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa dell'olivo,18non menar tanto vanto contro i rami! Se ti vuoi proprio vantare, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.
19Dirai certamente: Ma i rami sono stati tagliati perché vi fossi innestato io!20Bene; essi però sono stati tagliati a causa dell'infedeltà, mentre tu resti lì in ragione della fede. Non montare dunque in superbia, ma temi!21Se infatti Dio non ha risparmiato quelli che erano rami naturali, tanto meno risparmierà te!
22Considera dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli che sono caduti; bontà di Dio invece verso di te, a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai reciso.23Quanto a loro, se non persevereranno nell'infedeltà, saranno anch'essi innestati; Dio infatti ha la potenza di innestarli di nuovo!24Se tu infatti sei stato reciso dall'oleastro che eri secondo la tua natura e contro natura sei stato innestato su un olivo buono, quanto più essi, che sono della medesima natura, potranno venire di nuovo innestati sul proprio olivo!

25Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti.26Allora tutto Israele sarà salvato come sta scritto:

'Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà le empietà da Giacobbe.'
27'Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati'.

28Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri,29perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!30Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia per la loro disobbedienza,31così anch'essi ora sono diventati disobbedienti in vista della misericordia usata verso di voi, perché anch'essi ottengano misericordia.32Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!

33O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!

34'Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero
del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?'
35'O chi gli ha dato qualcosa per primo,
sì che abbia a riceverne il contraccambio'?

36Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.


Capitolo XXXV: In questa vita, nessuna certezza di andar esenti da tentazioni

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1. O figlio, giammai, in questa vita, sarai libero dall'inquietudine: finché avrai vita, avrai bisogno d'essere spiritualmente armato. Ti trovi tra nemici e vieni assalito da destra e da sinistra. Perciò, se non farai uso, da una parte e dall'altra, dello scudo della fermezza, non tarderai ad essere ferito. Di più, se non terrai il tuo animo fisso in me, con l'unico proposito di tutto soffrire per amor mio, non potrai reggere l'ardore della lotta e arrivare al premio dei beati. Tu devi virilmente passare oltre ogni cosa, e avere braccio valido contro ogni ostacolo: "la manna viene concessa al vittorioso" (Ap 2,17), mentre una miseria grande è lasciata a chi manca di ardore.  

2. Se vai cercando la tua pace in questa vita, come potrai giungere alla pace eterna? Non a una piena di tranquillità, ma a una grande sofferenza ti devi preparare. Giacché la pace vera non la devi cercare in terra, ma nei cieli; non negli uomini, o nelle altre creature, ma soltanto in Dio. Tutto devi lietamente sopportare, per amore di Dio: fatiche e dolori; tentazioni e tormenti; angustie, miserie e malanni; ingiurie, biasimi e rimproveri; umiliazioni e sbigottimenti; ammonizioni e critiche sprezzanti. Cose, queste, che aiutano nella via della virtù e costituiscono una prova per chi si è posto al servizio di Cristo; cose, infine, che preparano la corona del cielo. Ché una eterna ricompensa io darò un travaglio di breve durata; e una gloria senza fine, per una umiliazione destinata a passare.  

3. Forse tu credi di poter sempre avere le consolazioni spirituali a tuo piacimento? Non ne ebbero sempre neppure i miei santi; i quali soffrirono, invece, tante difficoltà e tentazioni di ogni genere e grandi desolazioni. Sennonché, con la virtù della sopportazione, essi si tennero sempre ritti, confidando più in Dio che in se stessi; consci che "le sofferenze del momento presente non sono nulla a confronto della conquista della gloria futura" (Rm 8,18). O vuoi tu avere subito quello che molti ottennero a stento, dopo tante lacrime e tante fatiche? "Aspetta il Signore, comportati da uomo" (Sal 26,14), e fatti forza; non disperare, non disertare. Disponiti, invece, fermamente, anima e corpo, per la gloria di Dio. Strabocchevole sarà la mia ricompensa. Io sarò con te in ogni tribolazione.


LETTERA 208: Agostino alla vergine Felicia, turbata dai cattivi esempi d'alcuni pastori della Chiesa

Lettere - Sant'Agostino

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Scritta verso il 423.

Agostino alla vergine Felicia, turbata dai cattivi esempi d'alcuni pastori della Chiesa, esortandola a non lasciarsi fuorviare dagli scandali, di cui tratta a lungo (nn. 1-6) e a rimanere salda nella Chiesa affidandosi a Cristo, unica speranza di salvezza (nn. 4 e 6-7).

A FELICIA, RISPETTABILISSIMA SIGNORA, SUA ONORANDA FIGLIA TRA I MEMBRI DI CRISTO, AGOSTINO INVIA SALUTI NEL SIGNORE

Sollecitudine di Agostino per Felicia.

1. Data la tua fede, non dubito che il tuo animo sia stato turbato dalla debolezza o dalla cattiveria di altri individui, dato che l'apostolo S. Paolo, ripieno di profondi sentimenti di carità, confessa dicendo: Chi mai è infermo senza che lo sia anch'io? Chi mai rimane scandalizzato senza ch'io bruci? 1 Orbene, poiché sono anche io stesso vivamente addolorato e, poiché mi sta molto a cuore la tua salvezza, che risiede in Cristo, ho creduto o dovere inviare alla tua Santità la presente lettera di consolazione o di esortazione, per il fatto che nel corpo del Signore nostro Gesù Cristo, ch'è la sua Chiesa e l'unità delle sue membra 2, tu sei diventata veramente una nostra sorella amata quale membro degno d'onore nella sua compagine e vivi insieme con noi del santo Spirito di lui.

Quali i buoni, quali i cattivi pastori.

2. Ti esorto pertanto a non lasciarti impressionare eccessivamente dagli scandali, i quali sono stati predetti appunto perché, ricordandoci, quando avvenissero, che sono stati predetti, non ci lasciassimo turbare troppo. Così infatti ha predetto il Signore nel Vangelo: Guai al mondo a causa degli scandali, ma guai a colui per mezzo del quale avviene lo scandalo 3. E chi sono questi individui, se non coloro, dei quali l'Apostolo dice che si preoccupano solo del proprio tornaconto e non di Gesù Cristo 4? Vi sono dunque di quelli che occupano come pastori la cattedra per procurare il bene alle greggi di Cristo, ma ve ne sono anche altri che la occupano per godere dei loro onori temporali e dei vantaggi mondani. Questi due tipi di pastori, mentre alcuni muoiono e altri nascono, è inevitabile che durino anche nella Chiesa cattolica sino alla fine del mondo e sino al giudizio del Signore. Orbene, se già ai tempi degli Apostoli vi sono stati di tali individui, tra i quali l'Apostolo si lamentava come di falsi fratelli parlando dei pericoli da parte di falsi fratelli 5, ch'egli però sopportava con spirito di tolleranza e non li separava con arroganza, quanto più è inevitabile ve ne siano ai nostri tempi dal momento che, durante questa vita la quale si avvicina alla fine, il Signore dice in maniera assai chiara: Poiché abbonderà l'iniquità, la carità di molti si raffredderà 6. Ci debbono tuttavia servire di conforto le parole che seguono immediatamente: Chi - dice - sarà perseverante sino alla fine, sarà salvo 7.

Solo Cristo può separare i buoni dai cattivi.

3. Inoltre, come vi sono pastori buoni e cattivi, così anche nelle greggi vi sono buoni e cattivi: i buoni sono indicati col nome di pecorelle, i cattivi con quello di capri 8; essi pascolano mescolati insieme, fino a quando non verrà il Principe dei pastori, che chiamò se stesso l'unico Pastore 9 e, secondo la sua promessa, non separerà, come fa il pastore, le pecorelle dai capri 10. Egli infatti a noi ha ordinato l'unione, a se stesso ha riservato la separazione, poiché il compito di separare spetta a colui che non può sbagliare. Ora invece, certi servi superbi i quali si sono arrogati con leggerezza il compito di fare, prima del tempo, la separazione, compito che il Signore ha riservato a se stesso, sono stati proprio loro a separarsi dall'unità cattolica. In qual modo infatti avrebbero potuto avere un gregge senza macchia essi che s'erano macchiati di scisma?

Non abbandonare la Chiesa a causa degli scandali.

4. Restiamo dunque nell'unità senza lasciarci indurre dagli scandali della paglia ad abbandonare l'aia del Signore, ma continuiamo piuttosto a rimanere frumento sino alla fine della vagliatura 11; inoltre, resi saldi dal peso della carità, sopportiamo la paglia ridotta in frantumi. È lo stesso nostro Pastore che, parlando dei pastori buoni nel Vangelo 12, ci ammonisce a non riporre nemmeno in essi la nostra speranza a causa delle loro opere buone, ma a rendere gloria a Colui che tali li ha fatti, ossia al Padre celeste 13; (lo stesso ammonimento ci ha dato) anche a proposito dei cattivi pastori che volle indicare col nome di Scribi e Farisei, i quali insegnavano il bene ma facevano il male 14.

Ascolta i cattivi pastori, non imitarne le azioni.

5. Orbene, ecco quel che dice dei pastori buoni: Voi siete la luce del mondo. Non può rimanere nascosta una città situata sopra una montagna, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio ma sul candelabro e (così) fa luce a tutti gli abitanti della casa. Allo stesso modo risplenda la vostra luce agli occhi della gente affinché, vedendo le vostre opere buone, ne diano gloria al Padre vostro celeste 15. Parlando invece dei cattivi pastori, così esorta le pecorelle: Siedono sulla cattedra di Mosè: fate quel che vi dicono ma non fate quel che fanno, perché dicono ma non fanno 16. Dopo aver udito questi avvertimenti, le pecorelle di Cristo ascoltano le sue parole anche dalla bocca dei cattivi pastori e non abbandonano la sua unità, poiché il bene che sentono proclamare da essi, non è di loro, ma di lui. In tal modo esse pascolano nella sicurezza poiché, anche sotto la guida di pastori cattivi, sono nutrite dai pascoli del Signore; non fanno però le malefatte dei cattivi pastori, poiché tali azioni sono proprie di quelli e non di lui. Quando invece esse vedono dei pastori buoni, non solo ne ascoltano le salutari istruzioni, ma ne imitano altresì le buone azioni. Uno di questi era l'Apostolo che diceva: Siate miei imitatori come io lo sono di Cristo 17. Egli sì ch'era davvero una lampada resa splendente dalla Luce eterna, cioè dallo stesso Signore Gesù Cristo, ed era stata posta sul candelabro, poiché riponeva la sua gloria solo nella croce di Cristo, per cui diceva: Quanto a me, non mi vanterò assolutamente di null'altro che della croce del Signore nostro Gesù Cristo 18. Poiché inoltre egli non andava in cerca dei propri interessi 19 ma di quelli di Gesù Cristo, esortava bensì coloro che aveva generati per mezzo del Vangelo 20 ad imitarlo, ma rimproverava aspramente quanti, servendosi del nome degli Apostoli, provocavano scissioni e biasimava perciò quanti andavano dicendo: Io sono di Paolo, ma egli dice loro: È stato forse Paolo ad essere crocifisso per voi? O siete stati forse battezzati nel nome di Paolo? 21

Riponi la speranza solo in Cristo.

6. Da ciò si comprende che i pastori buoni non vanno in cerca del proprio tornaconto, ma di quello di Gesù Cristo 22, e che le pecorelle buone, pur imitando le azioni dei pastori buoni, non ripongono la propria speranza in essi per il ministero dei quali sono state adunate nel gregge 23, ma piuttosto nel Signore, dal cui sangue sono state riscattate. In tal modo, anche se s'imbattono in cattivi pastori che predicano la dottrina di Cristo, ma nello stesso tempo compiono il male spinti dalla propria cattiva volontà, mettono bensì in pratica quanto dicono quelli, ma non imitano le loro cattive azioni 24 e, a causa di tali persone, amiche dell'iniquità, non abbandonano i pascoli dell'unità. Ora, nella Chiesa cattolica, ch'è diffusa non solo in Africa, come la setta di Donato, ma è sparsa e diffusa fra tutte le genti 25 secondo la promessa di Dio, e progredisce in tutto il mondo portando frutti e crescendo 26, come dice l'Apostolo, ci sono tanto i buoni che i cattivi; ma una volta che si sono separati da essa, fin quando la pensano in modo contrario a essa, non possono essere buoni, poiché, anche se uno può sembrare buono per la sua lodevole condotta, è reso perverso proprio dallo scisma, dato che il Signore dice: Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde 27.

Si affidi a Cristo, non si turbi per gli scandali.

7. T'esorto quindi, mia rispettabile signora e figlia degna d'essere onorata tra i membri di Cristo, di conservare fedelmente quanto hai ricevuto dal Signore, d'amare con tutto il tuo cuore Lui e la sua Chiesa, poiché non ha permesso che tu perdessi o andasse perduto il frutto della tua verginità tra i perversi 28. Se tu, infatti, uscissi da questo mondo separata dall'unità del Corpo di Cristo, a nulla ti servirebbe l'aver conservata l'integrità del tuo corpo. Ma Dio, pieno di misericordia 29, ha fatto per te ciò che dice il Vangelo nella parabola degli invitati al gran pranzo del padre di famiglia; poiché gli invitati s'erano rifiutati di accettare l'invito con diversi pretesti, egli ordinò ai suoi servi: Uscite per ogni strada e per i viottoli e spingete dentro la mia casa tutti quelli che incontrerete 30. Sebbene quindi tu debba amare sinceramente anche i buoni servi di lui, per mezzo dei quali sei stata spinta ad entrare nella Chiesa, devi tuttavia riporre la tua speranza solo in Colui che ha preparato il banchetto riguardo al quale anche tu sei turbata aspirando alla vita e alla felicità eterna. Se a lui affiderai il tuo cuore, il tuo programma di perfezione religiosa, la tua santa verginità, la tua fede, speranza e carità, non ti lascerai impressionare dagli scandali, che si moltiplicheranno sino alla fine del mondo, ma ti salverai grazie alla tua salda e virile pietà e sarai glorificata nel Signore, se sarai perseverante sino alla fine nell'unità del suo Corpo mistico 31. Con una tua risposta fammi sapere come hai accolto questa mia affettuosa preoccupazione verso di te, che ho cercato di farti capire con le parole di cui sono stato capace. Ti protegga ognora la misericordia e la grazia di Dio.

1 - 2 Cor 11, 29.

2 - Col 1, 24.

3 - Mt 18, 7; Lc 17, 1.

4 - Fil 2, 21.

5 - 2 Cor 11, 26.

6 - Mt 24, 12.

7 - Mt 24, 13; 10, 22; Mc 13, 13.

8 - Mt 25, 32-33.

9 - 1 Pt 5, 4; Gv 10, 16.

10 - Mt 25, 32.

11 - Mt 3, 12.

12 - Gv 10, 11. 14.

13 - Mt 15, 16.

14 - Mt 23, 2-3.

15 - Mt 5, 14-16.

16 - Mt 23, 2-3.

17 - 1 Cor 11, 1; 4, 16.

18 - Gal 6, 14.

19 - Fil 2, 21.

20 - 1 Cor 4, 15.

21 - 1 Cor 1, 12-13; 3, 4.

22 - Fil 2, 21.

23 - Sal 77, 7.

24 - Mt 23, 3.

25 - Gn 22, 18; 24, 6.

26 - Col 1, 6.

27 - Mt 12, 30.

28 - Dt 6, 5; Mt 22, 37; Mc 12, 30; Lc 10, 27.

29 - Ef 2, 4.

30 - Lc 14, 18. 23.

31 - 1 Cor 13, 13.


Capitolo LIII: La grazia di Dio non si confonde con ciò che ha sapore di cose terrene

Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis

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1. Preziosa, o figlio, è la mia grazia; essa non tollera di essere mescolata a cose esteriori e a consolazioni terrene. Perciò devi buttar via tutto ciò che ostacola la grazia, se vuoi che questa sia infusa in te. Procurati un luogo appartato, compiaciti di stare solo con te stesso, non andare cercando di chiacchierare con nessuno; effondi, invece, la tua devota preghiera a Dio, per conservare compunzione d'animo e purezza di coscienza. Il mondo intero, consideralo un nulla; alle cose esteriori anteponi l'occuparti di Dio. Ché non potresti attendere a me, e nello stesso tempo trovare godimento nelle cose passeggere. Occorre allontanarsi dalle persone che si conoscono e alle quali si vuole bene; occorre tenere l'animo sgombro da ogni conforto temporale. Ecco ciò che il santo apostolo Pietro chiede, in nome di Dio: che i seguaci di Cristo si conservino in questo mondo "come forestieri e pellegrini" (1Pt 2,11). Quanta sicurezza in colui che muore, senza essere legato alla terra dall'attaccamento per alcuna cosa. Uno spirito debole, invece, non riesce a mantenere il cuore tanto distaccato: l'uomo materiale non conosce la libertà dell'uomo interiore. Che se uno vuole veramente essere uomo spirituale, egli deve rinunciare a tutti, ai lontani e ai vicini; e guardarsi da se stesso più ancora che dagli altri. Se avrai vinto pienamente te stesso, facilmente soggiogherai tutto il resto. Trionfare di se medesimi è vittoria perfetta; giacché colui che domina se stesso - facendo sì che i sensi obbediscano alla ragione, e la ragione obbedisca in tutto e per tutto a Dio - questi è, in verità il vincitore di sé e signore del mondo.

2. Se brami elevarti a questa somma altezza, è necessario che tu cominci con coraggio, mettendo la scure alla radice, per poter estirpare totalmente la tua segreta inclinazione, contraria al volere di Dio e volta a te stesso e a tutto ciò che è tuo utile materiale. Da questo vizio, dall'amore di sé, contrarissimo alla volontà divina, deriva, si può dire, tutto quanto deve essere stroncato radicalmente. Domato e superato questo vizio, si farà stabilmente una grande pace e una grande serenità. Ma sono pochi quelli che si adoprano per morire del tutto a se stessi, e per uscire pienamente da se stessi. I più restano avviluppati, né sanno innalzarsi spiritualmente sopra di sé. Coloro che desiderano camminare con me senza impacci debbono mortificare tutti i loro affetti perversi e contrari all'ordine voluto da Dio, senza restare attaccati di cupido amore personale ad alcuna creatura.


1 dicembre 1977 - LA MIA CHIESA

Mons. Ottavio Michelini

Supremazia su tutte le autorità della terra

Scrivi figlio mio,

sono sempre Io, Gesù, che intendo riprendere il discorso sospeso poco fa; dei mali della mia chiesa e dei responsabili dei mali della stessa, ti ho già detto assai nei precedenti libri, ma non esaurii l'argomento, altre cose vi sono da chiarire, in seguito chiarirò.

Da quanto ti ho detto nei due precedenti messaggi, emerge una realtà dura per gli attuali reggitori dei popoli, la piena supremazia della Mia Chiesa su tutte le autorità della terra, e questo, per la Sua origine non umana ma Divina, per la Sua missione che trascende i beni e le cose terrene, per I Suoi fini che sono gli stessi per cui Io, Gesù, Unigenito Figlio del Padre, nella pienezza dei tempi, mi sono fatto Carne e morii sulla Croce per la salvezza del genere umano.

Tutto questo, per gli uomini di chiesa, deve essere sempre motivo non di superbia ma di umiltà; dovrebbero essere a conoscenza che furono ab (pag. 7) aeterno prescelti, non per loro particolari meriti, ma bensì .per pura Bontà Divina.

 

Stridente contrasto

Io poi, col mistero della Mia reale, personale e fisica presenza eucaristica nella mia chiesa, mistero per cui stupirono gli Angeli in cielo, a buona ragione, ponendomi al centro di tutta la creazione, posso dire a tutti " imparate da Me che sono mite ed umile di Cuore ".

Osserva figlio, quale stridente contrasto tra Me, neonato Messia nella culla di Betlemme, osserva e medita ancora il non minore contrasto tra Me, Gesù, Crocifisso sulla Croce e la pomposa alterigia, truccata sotto le apparenze di una vellutata umiltà che ne altera perfino la personalità e permette loro di manifestarsi quali in realtà non sono, si sono creati in altre parole una maschera che ne cela agli altri la vera loro fisionomia; ebbene, figlio mio, Satana fu a porre sul loro volto la maschera e Satana sarà a strappargliela dal volto.

Oh, figlio mio, non preoccuparti delle verità che scrivi, via quel turbamento, la " verità ", così poco amata, va sempre affermata, senza curarsi delle conseguenze che ne derivano, tanto nessuno ti potrà torcere un solo capello, dovrai soffrire, ma non ho (pag. 8) sofferto Io, Eterno Verbo di Dio, Io, somma ed eterna Verità, per affermare la " verità "?

Si, lo ripeto ancora una volta, quale tremendo contrasto tra Me e loro! ma l'ora della purificazione spazzerà via tutto il putridume di teologi presuntuosi e superbi che tanto veleno hanno seminato ovunque nella Mia Chiesa, spazzerà via tutto il luridume con cui si è contagiato ogni cosa, deturpando il Volto della Mia Chiesa, quel Volto che Io le diedi nel suo nascere; ora essa è avvolta nell'oscurità e ricolma a tal punto da straripare di innumerevoli contraddizioni, figlio, nella mia chiesa non pochi Pastori, Sacerdoti, anime consacrate in genere e fedeli, sono incapaci di riconoscersi per quello che in realtà sono.

Figlio mio, nella Chiesa fatta nuova non tollererò più burocrati, funzionari, governatori, professionisti... no! Santi voglio, Padri, soltanto padri, capaci di esercitare il loro mandato con bontà non disgiunta dalla fermezza, ma fermezza paterna, sempre e solo paterna.

Un padre non compie mai ingiustizie verso i propri figli, anche se i figli non sono sempre rispettosi nei riguardi dei genitori, se tutti i Pastori di anime, sacerdoti, ecc., fossero veramente " padri ", nella Mia Chiesa scomparirebbero tutte le ingiustizie un mare di ingiustizie; figlio, non dico tutte, ma molte evasioni si debbono attribuire a chi nella Mia (pag. 9) Chiesa si e dimenticato di essere " padre "; pensa figlio, vocazioni soffocate, distrutte nella superbia e nell'orgoglio di chi non ha saputo o voluto essere padre.

 

Né si ama, né si perdona per delega


Un padre vero sa comprendere e perdonare il figlio che erra, il padre vero sa comprendere la pecorella che si è smarrita e la insegue, la rincorre e trovatala se la pone sulle spalle, un padre vero si occupa direttamente del figlio perduto, ne si ama, ne si perdona per delega.

Figlio, tu ben sai, l'amore porta all'unione; se nella mia chiesa fosse osservato il primo e massimo comandamento dell'amore ci sarebbe non l'unione, ma una vera autentica comunione; tu stesso puoi constatare come stanno le cose in merito. Mai figlio mio, potrà essere compreso da mente umana il prezzo della superbia che rende stolti gli uomini.

Nella Mia Chiesa rigenerata non vi saranno più i tanti morti che si registrano nella chiesa, oggi.

Sarà questa mia intermediaria venuta sulla terra, con l'avvento del Mio Regno nelle anime, e, sarà lo Spirito Santo, a mantenere purificata col Fuoco del Suo Amore e dei Suoi carismi la nuova Chiesa che sarà eminentemente carismatica. (pag. 10)

Attualmente molti Vescovi sono diffidenti nei riguardi dei carismatici, questa diffidenza donde trae origine? dalla prudenza forse? qualche volta si, ma molte volte, trae origine dalla gelosia, la quale è figlia della superbia; si ha paura che il carismatico diminuisca il prestigio, al quale quasi tutto si sacrifica, il prestigio è l'ombra malefica di Satana che li persegue ovunque.

Molti oggi non capiscono, ma verrà tempo in cui capiranno.

La superbia che avvolge la mia Chiesa di ombre di morte, frustra gli scopi della mia Chiesa, perché è causa della perdizione eterna di tantissime anime se si pensa poi, che la perdizione di una sola anima e più grave di tutte le sventure, sofferenze e calamità di ogni tempo, si potrà ben capire la drammaticità della situazione.

Basta per ora, figlio; ti benedico, prega e voglimi bene. (pag. 11)