Liturgia delle Ore - Letture
Domenica della 25° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Luca 10
1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.2Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.3Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;4non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.5In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,9curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite:11Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino.12Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
13Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere.14Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
15E tu, Cafàrnao,
'sarai innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi sarai precipitata!'
16Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato".
17I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome".18Egli disse: "Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore.19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli".
21In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto.22Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare".
23E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete.24Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono".
25Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?".26Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?".27Costui rispose: "'Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza' e con tutta la tua mente e 'il prossimo tuo come te stesso'".28E Gesù: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai".
29Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?".30Gesù riprese:
"Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.32Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.35Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.36Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?".37Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' lo stesso".
38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.39Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola;40Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti".41Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose,42ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".
Esodo 19
1Al terzo mese dall'uscita degli Israeliti dal paese di Egitto, proprio in quel giorno, essi arrivarono al deserto del Sinai.2Levato l'accampamento da Refidim, arrivarono al deserto del Sinai, dove si accamparono; Israele si accampò davanti al monte.
3Mosè salì verso Dio e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: "Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti:4Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all'Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me.5Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra!6Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa. Queste parole dirai agli Israeliti".
7Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore.8Tutto il popolo rispose insieme e disse: "Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!". Mosè tornò dal Signore e riferì le parole del popolo.
9Il Signore disse a Mosè: "Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube, perché il popolo senta quando io parlerò con te e credano sempre anche a te".
Mosè riferì al Signore le parole del popolo.
10Il Signore disse a Mosè: "Va' dal popolo e purificalo oggi e domani: lavino le loro vesti11e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai alla vista di tutto il popolo.12Fisserai per il popolo un limite tutto attorno, dicendo: Guardatevi dal salire sul monte e dal toccare le falde. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte.
13Nessuna mano però dovrà toccare costui: dovrà essere lapidato o colpito con tiro di arco.
Animale o uomo non dovrà sopravvivere.
Quando suonerà il corno, allora soltanto essi potranno salire sul monte".
14Mosè scese dal monte verso il popolo; egli fece purificare il popolo ed essi lavarono le loro vesti.15Poi disse al popolo: "Siate pronti in questi tre giorni: non unitevi a donna".
16Appunto al terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni, lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di tromba: tutto il popolo che era nell'accampamento fu scosso da tremore.
17Allora Mosè fece uscire il popolo dall'accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte.
18Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto.19Il suono della tromba diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con voce di tuono.
20Il Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte. Mosè salì.
21Poi il Signore disse a Mosè: "Scendi, scongiura il popolo di non irrompere verso il Signore per vedere, altrimenti ne cadrà una moltitudine!22Anche i sacerdoti, che si avvicinano al Signore, si tengano in stato di purità, altrimenti il Signore si avventerà contro di loro!".
23Mosè disse al Signore: "Il popolo non può salire al monte Sinai, perché tu stesso ci hai avvertiti dicendo: Fissa un limite verso il monte e dichiaralo sacro".
24Il Signore gli disse: "Va', scendi, poi salirai tu e Aronne con te. Ma i sacerdoti e il popolo non si precipitino per salire verso il Signore, altrimenti egli si avventerà contro di loro!".
25Mosè scese verso il popolo e parlò.
Salmi 121
1'Canto delle ascensioni'.
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l'aiuto?
2Il mio aiuto viene dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.
3Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
4Non si addormenterà, non prenderà sonno,
il custode d'Israele.
5Il Signore è il tuo custode,
il Signore è come ombra che ti copre,
e sta alla tua destra.
6Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
7Il Signore ti proteggerà da ogni male,
egli proteggerà la tua vita.
8Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.
Salmi 106
1Alleluia.
Celebrate il Signore, perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
2Chi può narrare i prodigi del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?
3Beati coloro che agiscono con giustizia
e praticano il diritto in ogni tempo.
4Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo,
visitaci con la tua salvezza,
5perché vediamo la felicità dei tuoi eletti,
godiamo della gioia del tuo popolo,
ci gloriamo con la tua eredità.
6Abbiamo peccato come i nostri padri,
abbiamo fatto il male, siamo stati empi.
7I nostri padri in Egitto
non compresero i tuoi prodigi,
non ricordarono tanti tuoi benefici
e si ribellarono presso il mare, presso il mar Rosso.
8Ma Dio li salvò per il suo nome,
per manifestare la sua potenza.
9Minacciò il mar Rosso e fu disseccato,
li condusse tra i flutti come per un deserto;
10li salvò dalla mano di chi li odiava,
li riscattò dalla mano del nemico.
11L'acqua sommerse i loro avversari;
nessuno di essi sopravvisse.
12Allora credettero alle sue parole
e cantarono la sua lode.
13Ma presto dimenticarono le sue opere,
non ebbero fiducia nel suo disegno,
14arsero di brame nel deserto,
e tentarono Dio nella steppa.
15Concesse loro quanto domandavano
e saziò la loro ingordigia.
16Divennero gelosi di Mosè negli accampamenti,
e di Aronne, il consacrato del Signore.
17Allora si aprì la terra e inghiottì Datan,
e seppellì l'assemblea di Abiron.
18Divampò il fuoco nella loro fazione
e la fiamma divorò i ribelli.
19Si fabbricarono un vitello sull'Oreb,
si prostrarono a un'immagine di metallo fuso;
20scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia fieno.
21Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
22prodigi nel paese di Cam,
cose terribili presso il mar Rosso.
23E aveva già deciso di sterminarli,
se Mosè suo eletto
non fosse stato sulla breccia di fronte a lui,
per stornare la sua collera dallo sterminio.
24Rifiutarono un paese di delizie,
non credettero alla sua parola.
25Mormorarono nelle loro tende,
non ascoltarono la voce del Signore.
26Egli alzò la mano su di loro
giurando di abbatterli nel deserto,
27di disperdere i loro discendenti tra le genti
e disseminarli per il paese.
28Si asservirono a Baal-Peor
e mangiarono i sacrifici dei morti,
29provocarono Dio con tali azioni
e tra essi scoppiò una pestilenza.
30Ma Finees si alzò e si fece giudice,
allora cessò la peste
31e gli fu computato a giustizia
presso ogni generazione, sempre.
32Lo irritarono anche alle acque di Meriba
e Mosè fu punito per causa loro,
33perché avevano inasprito l'animo suo
ed egli disse parole insipienti.
34Non sterminarono i popoli
come aveva ordinato il Signore,
35ma si mescolarono con le nazioni
e impararono le opere loro.
36Servirono i loro idoli
e questi furono per loro un tranello.
37Immolarono i loro figli
e le loro figlie agli dèi falsi.
38Versarono sangue innocente,
il sangue dei figli e delle figlie
sacrificati agli idoli di Canaan;
la terra fu profanata dal sangue,
39si contaminarono con le opere loro,
si macchiarono con i loro misfatti.
40L'ira del Signore si accese contro il suo popolo,
ebbe in orrore il suo possesso;
41e li diede in balìa dei popoli,
li dominarono i loro avversari,
42li oppressero i loro nemici
e dovettero piegarsi sotto la loro mano.
43Molte volte li aveva liberati;
ma essi si ostinarono nei loro disegni
e per le loro iniquità furono abbattuti.
44Pure, egli guardò alla loro angoscia
quando udì il loro grido.
45Si ricordò della sua alleanza con loro,
si mosse a pietà per il suo grande amore.
46Fece loro trovare grazia
presso quanti li avevano deportati.
47Salvaci, Signore Dio nostro,
e raccoglici di mezzo ai popoli,
perché proclamiamo il tuo santo nome
e ci gloriamo della tua lode.
48Benedetto il Signore, Dio d'Israele
da sempre, per sempre.
Tutto il popolo dica: Amen.
Ezechiele 40
1Al principio dell'anno venticinquesimo della nostra deportazione, il dieci del mese, quattordici anni da quando era stata presa la città, in quel medesimo giorno, la mano del Signore fu sopra di me ed egli mi condusse là.2In visione divina mi condusse nella terra d'Israele e mi pose sopra un monte altissimo sul quale sembrava costruita una città, dal lato di mezzogiorno.3Egli mi condusse là: ed ecco un uomo, il cui aspetto era come di bronzo, in piedi sulla porta, con una cordicella di lino in mano e una canna per misurare.4Quell'uomo mi disse: "Figlio dell'uomo: osserva e ascolta attentamente e fa' attenzione a quanto io sto per mostrarti, perché tu sei stato condotto qui perché io te lo mostri e tu manifesti alla casa d'Israele quello che avrai visto".
5Ed ecco il tempio era tutto recinto da un muro. La canna per misurare che l'uomo teneva in mano era di sei cubiti, d'un cubito e un palmo ciascuno. Egli misurò lo spessore del muro: era una canna, e l'altezza una canna.
6Poi andò alla porta che guarda a oriente, salì i gradini e misurò la soglia della porta; era una canna di larghezza.7Ogni stanza misurava una canna di lunghezza e una di larghezza, da una stanza all'altra vi erano cinque cubiti: anche la soglia del portico dal lato dell'atrio della porta stessa, verso l'interno, era di una canna.8Misurò l'atrio della porta: era di otto cubiti;9i pilastri di due cubiti. L'atrio della porta era verso l'interno.
10Le stanze della porta a oriente erano tre da una parte e tre dall'altra, tutt'e tre della stessa grandezza, come di una stessa misura erano i pilastri da una parte e dall'altra.11Misurò la larghezza dell'apertura del portico: era di dieci cubiti; l'ampiezza della porta era di tredici cubiti.12Davanti alle stanze vi era un parapetto di un cubito, da un lato e dall'altro; ogni stanza misurava sei cubiti per lato.13Misurò poi il portico dal tetto di una stanza al suo opposto; la larghezza era di venticinque cubiti; da un'apertura all'altra;14i pilastri li calcolò alti sessanta cubiti, dai pilastri cominciava il cortile che circondava la porta.15Dalla facciata della porta d'ingresso alla facciata dell'atrio della porta interna vi era uno spazio di cinquanta cubiti.16Le stanze e i pilastri avevano finestre con grate verso l'interno, intorno alla porta, come anche vi erano finestre intorno che davano sull'interno dell'atrio. Sui pilastri erano disegnate palme.
17Poi mi condusse nel cortile esterno e vidi delle stanze e un lastricato costruito intorno al cortile; trenta erano le stanze lungo il lastricato.18Il lastricato si estendeva ai lati delle porte per una estensione uguale alla larghezza delle porte stesse: era il lastricato inferiore.19Misurò lo spazio dalla facciata della porta inferiore da oriente a settentrione alla facciata della porta interna, erano cento cubiti.
20Poi misurò la lunghezza e la larghezza della porta che guarda a settentrione e conduce al cortile esterno.21Le sue stanze, tre da una parte e tre dall'altra, i pilastri, l'atrio avevano le stesse dimensioni della prima porta: cinquanta cubiti di lunghezza per venticinque di larghezza.22Le finestre, l'atrio e le palme avevano le stesse dimensioni di quelle della porta che guarda a oriente. Vi si accedeva per sette scalini: l'atrio era davanti.23Di fronte al portico di settentrione vi era la porta, come di fronte a quello di oriente; misurò la distanza fra portico e portico: vi erano cento cubiti.
24Mi condusse poi verso mezzogiorno: ecco un portico rivolto a mezzogiorno. Ne misurò i pilastri e l'atrio; avevano le stesse dimensioni.25Intorno al portico, come intorno all'atrio, vi erano finestre uguali alle altre finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di lunghezza per venticinque di larghezza.26Vi si accedeva per sette gradini: il vestibolo stava verso l'interno. Sui pilastri, da una parte e dall'altra, vi erano ornamenti di palme.27Il cortile interno aveva un portico verso mezzogiorno; egli misurò la distanza fra porta e porta in direzione del mezzogiorno; erano cento cubiti.
28Allora mi introdusse nell'atrio interno, per il portico meridionale, e misurò questo portico; aveva le stesse dimensioni.29Le stanze, i pilastri e l'atrio avevano le medesime misure. Intorno al portico, come intorno all'atrio, vi erano finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di lunghezza per venticinque di larghezza.
30Intorno vi erano vestiboli di venticinque cubiti di lunghezza per cinque di larghezza.
31Il suo vestibolo era rivolto verso l'atrio esterno; sui pilastri c'erano ornamenti di palme; i gradini per i quali si accedeva erano otto.
32Poi mi condusse al portico dell'atrio interno che guarda a oriente e lo misurò: aveva le solite dimensioni.33Le stanze, i pilastri e l'atrio avevano le stesse dimensioni. Intorno al portico, come intorno all'atrio, vi erano finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di lunghezza per venticinque di larghezza.34Il suo vestibolo dava sull'atrio esterno: sui pilastri, da una parte e dall'altra vi erano ornamenti di palme: i gradini per i quali si accedeva erano otto.
35Poi mi condusse al portico settentrionale e lo misurò: aveva le solite dimensioni,36come le stanze, i pilastri e l'atrio. Intorno vi erano finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di lunghezza per venticinque di larghezza.37Il suo vestibolo dava sull'atrio esterno; sui pilastri, da una parte e dall'altra, c'erano ornamenti di palme: i gradini per cui vi si accedeva erano otto.
38C'era anche una stanza con la porta vicino ai pilastri dei portici; là venivano lavati gli olocausti.39Nell'atrio del portico vi erano due tavole da una parte e due dall'altra, sulle quali venivano sgozzati gli olocausti e i sacrifici espiatori e di riparazione.40Altre due tavole erano sul lato esterno, a settentrione di chi entra nel portico, e due tavole all'altro lato presso l'atrio del portico.41Così a ciascun lato del portico c'erano quattro tavole da una parte e quattro tavole dall'altra: otto tavole in tutto. Su di esse si sgozzavano le vittime.42C'erano poi altre quattro tavole di pietre squadrate, per gli olocausti, lunghe un cubito e mezzo, larghe un cubito e mezzo e alte un cubito: su di esse venivano deposti gli strumenti con i quali si immolavano gli olocausti e gli altri sacrifici.43Uncini d'un palmo erano attaccati all'interno tutt'intorno; sulle tavole si mettevano le carni delle offerte.
44Fuori del portico interno, nell'atrio interno, vi erano due stanze: quella accanto al portico settentrionale guardava a mezzogiorno, l'altra accanto al portico meridionale guardava a settentrione.45Egli mi disse: "La stanza che guarda a mezzogiorno è per i sacerdoti che hanno cura del tempio,46mentre la stanza che guarda a settentrione è per i sacerdoti che hanno cura dell'altare: sono essi i figli di Zadòk che, tra i figli di Levi, si avvicinano al Signore per il suo servizio".
47Misurò quindi l'atrio: era un quadrato di cento cubiti di larghezza per cento di lunghezza. L'altare era di fronte al tempio.
48Mi condusse poi nell'atrio del tempio e ne misurò i pilastri: erano ognuno cinque cubiti da una parte e cinque cubiti dall'altra; la larghezza del portico: tre cubiti da una parte e tre cubiti dall'altra.49La lunghezza del vestibolo era di venti cubiti e la larghezza di dodici cubiti. Vi si accedeva per mezzo di dieci gradini; accanto ai pilastri c'erano due colonne, una da una parte e una dall'altra.
Atti degli Apostoli 3
1Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio.2Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta "Bella" a chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio.3Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l'elemosina.4Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: "Guarda verso di noi".5Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa.6Ma Pietro gli disse: "Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!".7E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono8e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio.9Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio10e riconoscevano che era quello che sedeva a chiedere l'elemosina alla porta Bella del tempio ed erano meravigliati e stupiti per quello che gli era accaduto.
11Mentr'egli si teneva accanto a Pietro e Giovanni, tutto il popolo fuor di sé per lo stupore accorse verso di loro al portico detto di Salomone.12Vedendo ciò, Pietro disse al popolo: "Uomini d'Israele, perché vi meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietà avessimo fatto camminare quest'uomo?13'Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo' Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo;14voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino15e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l'ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni.16Proprio per la fede riposta in lui il nome di Gesù ha dato vigore a quest'uomo che voi vedete e conoscete; la fede in lui ha dato a quest'uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi.
17Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, così come i vostri capi;18Dio però ha adempiuto così ciò che aveva annunziato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo sarebbe morto.19Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati20e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè Gesù.21Egli dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall'antichità, per bocca dei suoi santi profeti.22Mosè infatti disse: 'Il Signore vostro Dio vi farà sorgere un profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà'.23'E chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo'.24Tutti i profeti, a cominciare da Samuele e da quanti parlarono in seguito, annunziarono questi giorni.
25Voi siete i figli dei profeti e dell'alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: 'Nella tua discendenza saranno benedette tutte le famiglie della terra'.26Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue iniquità".
Capitolo IV: Mantenersi intimamente uniti in Dio, in spirito di verità e di umiltà
Leggilo nella Biblioteca1. Figlio, cammina alla mia presenza in spirito di verità, e cercami sempre con semplicità di cuore. Chi cammina dinanzi a me in spirito di verità sarà protetto dagli assalti malvagi; la verità lo farà libero da quelli che cercano di sedurlo e dai perversi, con le loro parole infamanti. Se ti farà libero la verità, sarai libero veramente e non terrai in alcun conto le vane parole degli uomini. E' vero, o Signore: ti prego, così mi avvenga, come tu dici. Mi sia maestra la tua verità; mi custodisca e mi conduca alla meta di salvezza; mi liberi da effetti e da amori perversi, contrari alla divina volontà. Allora camminerò con te, con grande libertà di spirito.
2. Io ti insegnerò, dice la Verità, ciò che è retto e mi è gradito. Ripensa con grande, amaro dolore, ai tuoi peccati, e non credere mai di valere qualcosa, per opere buone che tu abbia compiuto. In realtà sei un peccatore, irretito da molte passioni e schiavo di esse. Da te non giungi a nulla: subitamente cadi e sei vinto; subitamente vieni sconvolto e dissolto. Non hai nulla di che ti possa vantare; hai molto, invece, di che ti debba umiliare, giacché sei più debole assi di quanto tu possa capire. Di tutto quello che fai, niente ti sembri grande, prezioso e ammirevole; niente ti sembri meritevole di stima. Alto, lodevole e desiderabile davvero ti sembri soltanto ciò che è eterno. Più di ogni altra cosa, ti sia cara la verità eterna; e sempre ti dispiaccia la tua estrema pochezza. Nulla devi temere, disprezzare e fuggire quanto i tuoi vizi e i tuoi peccati; cose che ti debbono affliggere più di ogni danno materiale.
3. Ci sono persone che camminano al mio cospetto con animo non puro: persone che - dimentiche di se stesse e della propria salvezza, e mosse da una certa curiosità e superbia - vorrebbero conoscere i miei segreti, e comprendere gli alti disegni di Dio. Costoro cadono sovente in grandi tentazioni e in grandi peccati per quella loro superbia e curiosità, che io ho in odio. Mantieni una religiosa riverenza dinanzi al giudizio divino, dinanzi allo sdegno dell'Onnipotente. Non volere, dunque, sondare l'operato dell'Altissimo. Esamina invece le tue iniquità: in quante cose hai errato e quante cose buone hai tralasciato. Ci sono alcuni che fanno consistere la loro pietà soltanto nelle letture, nelle immagini sacre e nelle raffigurazioni esteriori e simboliche; altri mi hanno sulla bocca, ma poco c'è nel loro cuore. Ci sono invece altri che, illuminati nella mente e puri nei loro affetti, anelando continuamente alle cose eterne, provano fastidio a sentir parlare di cose terrene e soffrono ad assoggettarsi a ciò che la natura impone. Sono questi che ascoltano ciò che dice, dentro di loro, lo spirito di verità. Il quale li ammaestra a disprezzare le cose di questa terra e ad amare quelle del cielo; ad abbandonare il mondo e ad aspirare, giorno e notte, al cielo.
DISCORSO 176 DALLE TRE LETTURE DELL'APOSTOLO (1 TIM 1, 15-16): " E' PAROLA SICURA E DEGNA DI ESSERE DA TUTTI ACCOLTA ", ECC. DAL SALMO (94, 2. 2): " VENITE, ADORIAMO E PROSTRIAMOCI DAVANTI A LUI ", ECC. DAL VANGELO DI LUCA (17, 12-19), DOVE SI TRATTA DEI DIECI LEBBROSI MONDATI DAL SIGNORE. CONTRO I PELAGIANI
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaLe letture e i canti nella Chiesa.
1. Fratelli, ascoltate con attenzione dalle sacre Letture ciò di cui il Signore ci fa avvertiti; egli è a dare, io servo. Abbiamo ascoltato la prima lettura dell'Apostolo: E' parola sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo a salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù mostrasse in me, per primo, tutta la sua magnanimità perché giungessi a conoscenza di coloro che avrebbero creduto per la vita eterna 1. Questo abbiamo appreso dalla lettura dell'Apostolo. Abbiamo poi cantato il Salmo, esortandoci a vicenda, ad una voce e con un cuore solo, dicendo: Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a lui, e in lacrime davanti al Signore che ci ha creati; ed ivi preveniamo la sua presenza nella confessione ed a lui acclamiamo con il canto dei Salmi 2. Dopo queste letture, quella del Vangelo ci ha mostrato i dieci lebbrosi mondati e uno solo di essi, uno straniero, che ringrazia colui che l'ha guarito. Per quanto il tempo lo permette, approfondiremo queste tre letture facendo poche riflessioni per ognuna; e, per quanto ci sia possibile, con l'aiuto di Dio senza soffermarci in alcuna di esse, per non impedire la trattazione delle altre due.
Il rendimento di grazie dovuto al medico da parte di tutti. Il peccato originale nei bambini. I vescovi tutori dei minorenni.
2. L'Apostolo ci propone la scienza del rendimento di grazie. Ricordate che cosa fa risuonare l'ultima lettura del Vangelo 3, come il Signore Gesù lodi gli uomini grati, riprovi gli ingrati, mondi esteriormente, lebbrosi nel cuore. Perciò che dice l'Apostolo? E' parola sicura - dice - e degna di essere da tutti accolta. Che discorso è questo? Cristo Gesù è venuto nel mondo. A che scopo? A salvare i peccatori. Che dici di te? Di questi il primo sono io 4. Chi dice: Non sono peccatore; oppure: Non lo sono stato; è ingrato verso il Salvatore. Nessuno degli uomini in questa massa di mortali che trae origine da Adamo, assolutamente nessuno degli uomini non è malato, nessuno è risanato senza la grazia di Cristo. Vuoi sapere dei neonati, se sono malati in Adamo? Anch'essi infatti sono portati alla Chiesa; anche se non vi possono correre a piedi, corrono con i piedi di altri per essere risanati. La madre Chiesa concede i piedi degli altri perché vadano, il cuore di altri perché credano, la lingua di altri perché facciano la professione di fede; dal momento che sono aggravati dal peccato di una altro, per cui sono malati, così, quando in tale circostanza sono presenti dei sani, si salvino per la professione di fede che fa un altro per loro. Nessuno al riguardo insinui dottrine contrarie. La Chiesa ha sempre ammesso questo, si è sempre attenuta a questo; lo ha appreso dalla fede degli antichi, lo custodisce fedelmente fino alla fine, poiché: Non hanno bisogno del medico i sani, ma gli ammalati 5. Com'è, allora, che al bambino è necessario il Cristo, se non è malato? Se è sano, perché si cerca il medico da parte di coloro che lo amano? Se quando vengono portati i bambini - si dice che non hanno assolutamente alcun peccato di origine eppure vengono a Cristo -, perché nella Chiesa non si dice a coloro che li recano: Portate via di qui questi innocenti; non hanno bisogno del medico i sani, ma gli ammalati; Cristo non è venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori 6? Non si è detto mai, ma non si dirà una sola volta. Perciò, fratelli, chiunque può farlo, parli per lui che non può parlare in suo favore. Ai vescovi vengono assai raccomandati i beni dei minorenni, quanto più la grazia dei piccoli? Il vescovo protegge il minorenne perché, in seguito alla morte dei genitori, non sia schiacciato da estranei. Reclami di più a favore del bambino chi ha timore che venga ucciso dai genitori. Gridi con l'Apostolo: E' parola sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo, per nessun'altra ragione, solo per salvare i peccatori 7. Chi va a Cristo ha in sé che debba essere risanato; chi non ne ha, non c'è ragione per la quale debba essere presentato al medico. Scelgano i genitori una delle due risoluzioni: o riconoscano nei loro figli la scomparsa del peccato, o smettano di presentarli al medico. Ciò non è altro che voler presentare al medico uno che è sano. Che presenti? Uno da battezzare. Chi è? Un bambino. A chi lo presenti? A Cristo. Sicuramente a colui che è venuto nel mondo? E' così, dice. Perché è venuto nel mondo? Per salvare i peccatori. Allora chi presenti ha di che essere risanato? Se dirai: Lo ha, con la tua confessione lo fai scomparire; se dirai: Non ha nulla, con il tuo diniego lo mantieni.
Com'è Paolo il primo dei peccatori.
3. Egli dice: A salvare i peccatori, dei quali il primo sono io. Prima di Paolo non c'erano peccatori? Certamente, almeno lo stesso Adamo prima di tutti, è piena di peccatori la terra devastata dal diluvio e quanto numerosi successivamente. Come corrisponde a verità: Il primo sono io? Si disse il primo dei peccatori non in ordine cronologico, ma per l'enormità del peccato. Tenne conto della gravità del suo peccato e, in base ad essa, si disse il primo dei peccatori; come si dicono primi, ad esempio, tra avvocati: è primo non chi tratta le cause da più anni, ma chi ha superato gli altri dall'inizio della professione. Dica perciò l'Apostolo in un altro passo da che gli viene l'essere il primo dei peccatori. Dice: Io sono l'ultimo degli Apostoli, io che non sono degno di essere chiamato Apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio 8. Nessuno più violento tra i persecutori, quindi nessun altro è primo tra i peccatori.
Nella salvezza di Paolo è mostrata la speranza di salvezza di chi dispera.
4. Ma ho ottenuto misericordia, egli dice. E spiega la ragione per la quale ha ottenuto misericordia: Perché Cristo Gesù dimostrasse in me tutta la sua magnanimità ad esempio di quanti avrebbero creduto in lui per la vita eterna 9. Cristo, dice, venuto a dare il perdono ai peccatori che si convertono a lui, fino ai suoi nemici, per primo scelse me, più accanito nemico, poiché salvando me, nessuno degli altri disperasse. E' quanto fanno i medici: quando si recano in località dove non sono conosciuti, da principio preferiscono curare i malati più gravi, sia per dimostrare loro benevolenza, sia per far valere la loro competenza. Ciò al fine che ciascuno, in quel luogo, dica al suo prossimo: Va' da quel medico, sta' sicuro, ti guarisce. E quello: Mi guarisce? Non vedi che cosa devo soffrire? Io ho fatto esperienza, dice; del male che tu soffri, anch'io ho sofferto. Dice così Paolo ad ogni ammalato ed a chi vuole disperare di sé. Chi ha curato me, mandandomi da te, mi ha detto: Va' da quello che dispera e digli che hai avuto, che ho risanato in te, che subitanea guarigione hai ricevuto da me. Ho chiamato dal cielo, ho colpito e atterrato con una parola, con un'altra ho risollevato ed eletto, una terza volta ho bene istruito e inviato, una quarta ho liberato e ho dato il premio 10. Va', parla ai malati, grida ai disperati: E' parola sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo a salvare i peccatori. Perché temete? Perché trepidate? Di essi il primo sono io. Sono io a parlarvi - dice - il sano ai malati, chi sta in piedi a chi giace, chi è sicuro a chi dispera. Per questo infatti ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo dimostrasse in me tutta la sua magnanimità. Ha portato a lungo il mio male, e così lo ha tolto; come il medico buono ha tollerato pazientemente il violento, egli è stato a trattenermi mentre io lo ferivo, mi ha fatto il dono di essere ferito per lui. Dice: Ha dimostrato in me tutta la sua magnanimità, ad esempio di quanti avrebbero creduto in lui per la vita eterna.
La salvezza ci viene da Dio, non da noi. I benefici della grazia. La duplice confessione.
5. Non disperate, dunque. Siete malati? Avvicinatevi a lui e sarete risanati; siete ciechi? Avvicinatevi a lui e sarete illuminati. E voi, i risanati, rendete grazie a lui; e voi che siete malati e correte a lui per essere risanati, dite tutti: Venite, adoriamo, prostriamoci davanti a lui, in lacrime davanti al Signore che ci ha creati 11 e uomini e salvati. Giacché, se egli ci ha creati uomini, ma da noi stessi ci siamo salvati, noi abbiamo fatto qualcosa di meglio di lui; conta di più un uomo salvato che un uomo qualsiasi. Pertanto, se Dio ti ha fatto uomo e tu hai fatto di te un uomo buono, è migliore ciò che hai fatto tu. Non ti esaltare al di sopra di Dio: sottomettiti a Dio, adora, pròstrati, riconosci colui che ti ha creato; nessuno infatti ricrea, tranne colui che crea; non c'è chi rinnovi, se non chi ha fatto il nuovo. Questo si trova anche in un altro Salmo: Egli ci ha fatti, non ci siamo fatti noi 12. Senza dubbio quando ti ha fatto nulla tu avevi che potessi fare. Ma ora che già esisti, anche a te è possibile fare qualcosa: affrettarti dal Medico, invocare il Medico che è ovunque presente. E perché tu invocassi, ha rinfrancato il tuo cuore e ti ha donato di poter invocare: E' Dio infatti - dice - che suscita in voi e il volere e l'operare secondo la buona volontà 13. Perché tu avessi buona volontà, ha preceduto la sua chiamata. Grida: Dio mio, la sua misericordia mi preverrà 14. La sua misericordia ti ha prevenuto perché tu esistessi, perché tu avessi la sensibilità, potessi ascoltare, consentire. Ti ha prevenuto in tutto: previeni anche tu in qualcosa la sua ira. In che cosa, tu dici, in che cosa? Riconosci che tutte queste cose, tutto ciò che hai di buono, ti viene da Dio, da te tutto ciò che hai di male. Quanto ai tuoi beni, non lodarti trascurando lui; quanto ai tuoi mali, non accusare lui e scusare te; questa è la vera confessione. Egli che ti ha prevenuto in tanti beni, verrà da te ed esaminerà i suoi doni e i tuoi mali; egli in te osserva in che modo avrai usato del suo dono buono. Pertanto, poiché con tutti questi doni ti ha prevenuto, considera in che cosa tu possa prevenire la presenza di lui che verrà. Ascolta il Salmo: Preveniamo la sua venuta nella confessione. Preveniamo la sua venuta; prima che egli venga, sia reso propizio; prima che si renda presente, sia placato. Hai infatti il sacerdote per il quale tu possa placare il tuo Dio; ed egli stesso, che in relazione a te è Dio con il Padre, è uomo per te. Così, prevenendo la sua presenza, esulterai con il Salmo nella confessione. Sii nel giubilo con il Salmo; prevenendo la sua presenza nella confessione, accùsati; giubilando nel Salmo, loda lui. Con l'accusa di te stesso e con la lode di lui che ti ha creato, chi è morto per te verrà e ti darà la vita.
Una dottrina varia e incostante è la lebbra della mente.
6. Questo tenete per fermo, in questo perseverate. Nessuno si cambi, nessuno sia lebbroso. Una dottrina suscettibile di variazioni, che non ha la caratteristica dell'uniformità, significa la lebbra della mente; e questa la monda Cristo. Tu hai forse apportato in qualcosa un cambiamento, vi hai riflettuto ed hai migliorato la tua opinione; ciò che si presentava in diversità di opinioni, è divenuto coerentemente uniforme. Non fartene un merito personale, per non trovarti fra i nove che non furono grati. Uno solo rese grazie, gli altri erano Giudei; quello era uno straniero, era figura dei popoli stranieri, quell'uno dette le decime a Cristo. Dunque dobbiamo a lui l'essere, la vita, l'intelligenza; che siamo uomini, che viviamo bene, che abbiamo una retta intelligenza lo dobbiamo a lui. Nulla è nostro di ciò che abbiamo, solo il peccato. Che cosa possiedi infatti che tu non abbia ricevuto? 15 Quindi voi, voi soprattutto che comprendete ciò che ascoltate, ponete in alto il vostro cuore, risanato dall'infermità, mondato dalla incostanza e rendete grazie a Dio.
1 - 1 Tm 1, 15-16.
2 - Sal 94, 2. 6.
3 - Cf. Lc 17, 12-19.
4 - 1 Tm 1, 15-16.
5 - Mt 9, 12.
6 - Cf. Mt 9, 12-13.
7 - 1 Tm 1, 15-16.
8 - 1 Cor 15, 9.
9 - 1 Tm 1, 15-16.
10 - Cf. At 9.
11 - Sal 94, 2. 6.
12 - Sal 99, 3.
13 - Fil 2, 13.
14 - Sal 58, 11.
15 - 1 Cor 4, 7.
Nessuno spaventava le galline
I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco
Leggilo nella BibliotecaIl 23 gennaio 1876, dopo le preghiere della sera, Don Bosco salì sulla
piccola cattedra dalla quale soleva dare la «buona notte» ai suoi
giovani. Il suo volto, raggiante di gioia, manifestava, come sempre, la
sua contentezza nel trovarsi tra i suoi figli. Fattosi un pò di
silenzio, prese a raccontare questo sogno.
Gli parve di trovarsi in piena campagna e di avere davanti una grande
estensione di terreno, situato in una vasta e bella pianura. In essa
vide molti che lavoravano con vanghe, zappe, rastrelli e altri
strumenti. Chi arava, chi spianava la terra, chi seminava il grano.
C’era qua e là chi dirigeva i lavori; a Don Bosco parve di essere uno di
questi. Ed era una meraviglia vedere come quei buoni lavoratori non
desistessero un istante dal loro lavoro. In altra parte cori di
contadini stavano cantando.
Mentre Don Bosco contemplava quella piacevole scena, si vide attorniato
da alcuni suoi preti e da molti chierici. Comparve an che la Guida
misteriosa dei suoi sogni, a cui chiese:
— Qui dove siamo? Chi sono questi lavoratori? Di chi è questo campo?
La Guida rispose:
— Ella ha studiato latino: qual è il primo nome della seconda declinazione che ha imparato?
— E dominus — rispose Don Bosco.
— E come fa al genitivo?
— Domini.
— Bravo, bene! Questo campo è Domini, cioè del Signore.
Intanto Don Bosco vide varie persone che venivano con sacchi di grano
per seminare, mentre un gruppo di contadini cantava: Exiit qui seminat
seminare semen suum (Il seminatore è uscito a semi nare il suo seme). In
quel mentre vede uscire da ogni parte una moltitudine di galline che,
spargendosi per il campo, beccavano tutto il grano che veniva seminato.
E quel gruppo di cantori proseguiva nel suo canto: Venerunt aves coeli,
sustuleruntfrumentum el reliquerunt zizaniam (Vennero gli uccelli del
cielo, si portarono via il frumento e lasciarono la zizzania).
Don Bosco continua: «Io do uno sguardo attorno e osservo quei chierici
che erano con me. Uno con le mani conserte stava guardando con fredda
indifferenza, un altro chiacchierava con i com pagni, alcuni si
stringevano nelle spalle, altri proseguivano tranquillamente la
ricreazione; ma nessuno spaventava le galline per farle andar via. Io mi
rivolgo loro tutto risentito e, chiamando ciascuno per nome, dico:
— Ma che cosa fate? Non vedete quelle galline che si mangiano tutto il
grano, facendo svanire le speranze di questi buoni contadini?
Ma i chierici si stringono nelle spalle, mi guardano e non dicono
niente.
— Stolti che siete! — io continuavo —, le galline hanno già il gozzo pieno. Non potreste battere le mani e fare così?
Allora alcuni si misero a fugare le galline, mentre io ripetevo tra me:
“Eh, sì, ora che tutto il grano è mangiato, si scacciano le galline!”.
In quel mentre mi colpì l’orecchio il canto di quel gruppo di contadini, i quali così cantavano: Canes muti nescientes latrare (Cani muti
che non sanno abbaiare).
Allora io mi rivolsi alla Guida e, tra stupefatto e sdegnato, le dissi:
— Orsù, mi dia una spiegazione di quanto vedo. Che cos’è quel seme che si getta per terra?
— Oh, bella! Semen est Verbum Dei (Il seme è la Parola di Dio).
— Ma che cosa vuol dire che le galline se lo mangiano?
La Guida, cambiando tono di voce, rispose:
— Il campo è la vigna del Signore di cui si parla nel Vangelo, e si può
anche intendere del cuore dell’uomo. I coltivatori sono gli operai
evangelici che, specialmente con la predicazione, seminano la Parola di
Dio. Questa Parola produrrebbe molto frutto in quel cuore ben disposto,
ma vengono gli uccelli del cielo e la portano via.
— Che cosa indicano questi uccelli?
— Vuol che glielo dica? Indicano le mormorazioni. Sentita quella
predica, uno fa la chiosa a un gesto, alla voce, alla parola del
predicatore, ed ecco portato via tutto il frutto della predica; un altro
accusa il predicatore di qualche difetto fisico o intellettuale; un
terzo ride del suo italiano; e così tutto il frutto della predica è portato via. Lo stesso deve dirsi di una buona lettura.
Il grano, sebbene il campo non sia tanto fertile, tuttavia nasce, cresce
e produce frutto; se in un campo di fresco seminato viene un temporale,
la terra resta pesta e non porta più tanto frutto, ma pure ne porta; se
la semente non è tanto bella, porterà poco frutto, ma pure ne porta;
ma se le galline o gli uccelli si beccano la semente, il campo non porta
più frutto di sorta. Così se alle predi che, alle esortazioni, ai buoni
propositi segue qualche distrazione o tentazione, faranno meno frutto;
ma quando c’è la mormorazione, il parlar male o simile, non c’è poco che
tenga, ma c’è subito il tutto che viene portato via. E a chi tocca
battere le mani, insistere, gridare perché queste mormorazioni, questi
discorsi cattivi non si facciano? Lei lo sa.
Lei che è prete insista su questo: predichi, esorti, parli, non abbia
paura di dire mai troppo, e tutti sappiano che il fare le chiose a chi
predica, a chi esorta, a chi dà buoni consigli è ciò che reca più del
male. E lo star muti quando si vede qualche disordine e non impedirlo,
specialmente se uno può e deve impedirlo, è rendersi complice del male
degli altri.
Io, impressionato da queste parole, volevo rimproverare i chierici,
infiammarli a compiere il proprio dovere; ma, fatti pochi passi,
inciampai in un rastrello destinato a spianare la terra, lasciato in
quel campo, e mi svegliai».
Parlando di questo sogno, Don Bosco affermò: « Io nel sogno ho visto
tutti e ho visto lo stato nel quale ognuno si trovava: se gallina, se
cane muto, se nel numero di coloro che, avvisati, si misero all’opera o
non si mossero. Di queste cognizioni io mi servo, confessando,
esortando in pubblico e in privato, finché vedo che producono del
bene... ».
Presa quindi un‘aria più grave, e quasi conturbato, proseguì: Il Papa
al Colle Don Bosco « Quando penso alla mia responsabilità nella
posizione in cui mi trovo, tremo tutto... Che conto tremendo avrò da
rendere a Dio di tutte le grazie che ci fa per il buon andamento della
nostra Congregazione!» .
La trama esile di questo sogno ci avrebbe suggerito di ometterlo, ma la
notizia che Giovanni Paolo II ha promesso all’Arcivescovo di Torino e al
Rettor Maggiore dei Salesiani che nel 1988, per il centenario della
morte di Don Bosco, sarà presente al Colle Don Bosco per le celebrazioni
centenarie, ci fa scorgere in questo sogno, molto singolare, quasi un
significato profetico.
9 ottobre
Maria Valtorta
Ore 1 antimeridiana
Dice Gesù:
«Non rattristatevi, perciò, voi tutti che piangete. Confidate in Me ed affidate a Me le sorti dei vostri diletti.
Il tempo della Terra è breve, figli. Presto vi chiamerò dove la vita dura. Siate dunque santi per conseguire la vita eterna, dove già i vostri diletti vi attendono o dove vi raggiungeranno dopo la purgazione.
La separazione attuale è breve come ora che presto passa. Dopo viene la ricongiunzione degli spiriti nella Luce e, in futuro, la beata risurrezione, per cui non solo gioirete dell’unione coi vostri amati, ma anche della visione di quei volti a voi cari e la cui scomparsa vi fa piangere come se un furto vi avesse derubato della gemma a voi più cara.
Nulla è mutato, o figli. La morte non vi separa, se vivete nel Signore. Colui che è andato oltre la vita terrena non è separato da voi. Non lo può essere poiché vive in Me come voi vivete. Solo, per portarvi un paragone umano, è salito dalle membra inferiori a parti più alte e nobili, e vi ama perciò con più perfezione perché è ancor più unito a Me, e da Me prende perfezione. Solo i dannati sono “morti”. Solo essi. Ma gli altri “vivono”. Vivono, Maria. Capisci: vivono.
Non piangere. Prega. Presto verrò.
L’operaio, come la sera cala, affretta il lavoro per terminare l’opera della sua giornata e andare poi contento al riposo dopo averne avuta degna mercede. Quando anche per una creatura cala la sera della vita della Terra, occorre affrettare il lavoro per dare gli ultimi tocchi all’opera quasi terminata. E darli con gioia, pensando che prossimo è il riposo dopo tanta fatica e che la mercede sarà abbondante perché molto si lavorò.
Io sono un Padrone che ben retribuisce. Io sono un Padre che ti attende per premiarti. Io sono quello che ti ama e che ti ha sempre amata e sempre ti amerà. Non una delle tue lacrime mi è ignota e non una resterà senza premio. Sta’ sempre più in Me e non temere. Non temere che Io ti lasci sola. Anche quando non parlo, sono con te.
Sola tu? Oh! non lo dire! Hai con te il tuo Gesù, e dove è Gesù è tutto il Paradiso. Non sei sola. Maria non era sola nella casetta di Nazareth. Gli angeli erano intorno alla sua solitudine umana. Tu, Maria, non sei sola. Hai Me per Padre, hai Maria per Madre, hai i miei santi per fratelli e gli angeli per amici. Chi vive in Me ha tutto, figlia mia.
Non ti dico: “Non piangere”. Ho pianto[407] anche Io e ha pianto Maria. Ma ti dico: non piangere di quel pianto umano che è negazione di fede e di speranza. Questo non lo piangere mai.
Abbi fede non solo nelle grandi cose della Fede, ma anche nelle mie segrete parole. Sono mie, siine certa. E abbi speranza nelle mie promesse. Quando verrò a darti la Vita vedrai che coloro che hai pianto non li hai perduti. Perduto è colui che muore senza Gesù nel cuore.
Tu resta in Gesù. In Lui troverai tutto di ciò che sospiri.
Io asciugherò per sempre ogni lacrima dagli occhi tuoi così come ora consolo ogni tuo dolore, che non posso evitarti perché serve alla gloria del tuo Dio e tua.
L’inverno[408] della vita presto passa, colomba mia, e quando verrà la primavera eterna Io verrò per incoronarti di fiori levandoti le spine che portasti per mio amore.»
[407] Ho pianto, come nella morte di Lazzaro, in Giovanni 11, 35.
[408] L’inverno… è un’immagine ripresa da Cantico dei cantici 2, 10-14.