Liturgia delle Ore - Letture
Venerdi della 24° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Giovanni 20
1Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!".3Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.4Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.5Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.6Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,7e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.8Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.9Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.10I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.
11Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.13Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto".14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.15Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo".16Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro!17Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro".18Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.
19La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".20Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.21Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi".22Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo;23a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".
24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.25Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò".
26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".27Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!".28Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!".29Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".
30Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro.31Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Genesi 45
1Allora Giuseppe non poté più contenersi dinanzi ai circostanti e gridò: "Fate uscire tutti dalla mia presenza!". Così non restò nessuno presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere ai suoi fratelli.2Ma diede in un grido di pianto e tutti gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone.3Giuseppe disse ai fratelli: "Io sono Giuseppe! Vive ancora mio padre?". Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché atterriti dalla sua presenza.4Allora Giuseppe disse ai fratelli: "Avvicinatevi a me!". Si avvicinarono e disse loro: "Io sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per l'Egitto.5Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita.6Perché già da due anni vi è la carestia nel paese e ancora per cinque anni non vi sarà né aratura né mietitura.7Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la sopravvivenza nel paese e per salvare in voi la vita di molta gente.8Dunque non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio ed Egli mi ha stabilito padre per il faraone, signore su tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto.9Affrettatevi a salire da mio padre e ditegli: Dice il tuo figlio Giuseppe: Dio mi ha stabilito signore di tutto l'Egitto. Vieni quaggiù presso di me e non tardare.10Abiterai nel paese di Gosen e starai vicino a me tu, i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, i tuoi greggi e i tuoi armenti e tutti i tuoi averi.11Là io ti darò sostentamento, poiché la carestia durerà ancora cinque anni, e non cadrai nell'indigenza tu, la tua famiglia e quanto possiedi.12Ed ecco, i vostri occhi lo vedono e lo vedono gli occhi di mio fratello Beniamino: è la mia bocca che vi parla!13Riferite a mio padre tutta la gloria che io ho in Egitto e quanto avete visto; affrettatevi a condurre quaggiù mio padre".14Allora egli si gettò al collo di Beniamino e pianse. Anche Beniamino piangeva stretto al suo collo.15Poi baciò tutti i fratelli e pianse stringendoli a sé. Dopo, i suoi fratelli si misero a conversare con lui.
16Intanto nella casa del faraone si era diffusa la voce: "Sono venuti i fratelli di Giuseppe!" e questo fece piacere al faraone e ai suoi ministri.17Allora il faraone disse a Giuseppe: "Di' ai tuoi fratelli: Fate questo: caricate le cavalcature, partite e andate nel paese di Canaan.18Poi prendete vostro padre e le vostre famiglie e venite da me e io vi darò il meglio del paese d'Egitto e mangerete i migliori prodotti della terra.19Quanto a te, da' loro questo comando: Fate questo: prendete con voi dal paese d'Egitto carri per i vostri bambini e le vostre donne, prendete vostro padre e venite.20Non abbiate rincrescimento per la vostra roba, perché il meglio di tutto il paese sarà vostro".
21Così fecero i figli di Israele. Giuseppe diede loro carri secondo l'ordine del faraone e diede loro una provvista per il viaggio.22Diede a tutti una muta di abiti per ciascuno, ma a Beniamino diede trecento sicli d'argento e cinque mute di abiti.23Allo stesso modo mandò al padre dieci asini carichi dei migliori prodotti dell'Egitto e dieci asine cariche di grano, pane e viveri per il viaggio del padre.24Poi congedò i fratelli e, mentre partivano, disse loro: "Non litigate durante il viaggio!".
25Così essi ritornarono dall'Egitto e arrivarono nel paese di Canaan, dal loro padre Giacobbe26e subito gli riferirono: "Giuseppe è ancora vivo, anzi governa tutto il paese d'Egitto!". Ma il suo cuore rimase freddo, perché non poteva credere loro.27Quando però essi gli riferirono tutte le parole che Giuseppe aveva detto loro ed egli vide i carri che Giuseppe gli aveva mandati per trasportarlo, allora lo spirito del loro padre Giacobbe si rianimò.28Israele disse: "Basta! Giuseppe, mio figlio, è vivo. Andrò a vederlo prima di morire!".
Siracide 21
1Figlio, hai peccato? Non farlo più
e prega per le colpe passate.
2Come alla vista del serpente fuggi il peccato:
se ti avvicini, ti morderà.
Denti di leone sono i suoi denti,
capaci di distruggere vite umane.
3Ogni trasgressione è come spada a doppio taglio:
non c'è rimedio per la sua ferita.
4Spavento e violenza fanno svanire la ricchezza;
così la casa del superbo sarà devastata.
5La preghiera del povero va dalla sua bocca agli orecchi
di Dio,
il giudizio di lui verrà a suo favore.
6Chi odia il rimprovero segue le orme del peccatore,
ma chi teme il Signore si convertirà di cuore.
7Da lontano si riconosce il linguacciuto,
ma l'assennato conosce il suo scivolare.
8Chi costruisce la sua casa con ricchezze altrui
è come chi ammucchia pietre per l'inverno.
9Mucchio di stoppa è una riunione di iniqui;
la loro fine è una fiammata di fuoco.
10La via dei peccatori è appianata e senza pietre;
ma al suo termine c'è il baratro degli inferi.
11Chi osserva la legge domina il suo istinto,
il risultato del timore del Signore è la sapienza.
12Non diventerà educato chi manca di capacità,
ma c'è anche una capacità che aumenta l'amarezza.
13La scienza del saggio cresce come una piena;
il suo consiglio è come una sorgente di vita.
14L'interno dello stolto è come un vaso rotto,
non potrà contenere alcuna scienza.
15Se un assennato ascolta un discorso intelligente,
l'approverà e lo completerà;
se l'ascolta un dissoluto, se ne dispiace
e lo getta via dietro la schiena.
16Il parlare dello stolto è come un fardello nel
cammino,
ma sulle labbra dell'intelligente si trova la grazia.
17La parola del prudente è ricercata nell'assemblea;
si rifletterà seriamente sui suoi discorsi.
18Come casa in rovina, così la sapienza per lo stolto;
scienza dell'insensato i discorsi incomprensibili.
19Ceppi ai piedi è la disciplina per l'insensato
e come manette nella sua destra.
20Lo stolto alza la voce mentre ride;
ma l'uomo saggio sorride appena in silenzio.
21Ornamento d'oro è la disciplina per l'assennato;
è come un monile al braccio destro.
22Il piede dello stolto si precipita verso una casa;
l'uomo sperimentato si mostrerà rispettoso.
23Lo stolto spia dalla porta l'interno della casa;
l'uomo educato se ne starà fuori.
24È cattiva educazione d'un uomo origliare alla porta;
l'uomo prudente ne resterebbe confuso.
25Le labbra degli stolti ripetono sciocchezze,
le parole dei prudenti sono pesate sulla bilancia.
26Sulla bocca degli stolti è il loro cuore,
i saggi invece hanno la bocca nel cuore.
27Quando un empio maledice l'avversario,
maledice se stesso.
28Il maldicente danneggia se stesso
e sarà detestato dal suo ambiente.
Salmi 59
1'Al maestro del coro. Su "Non distruggere". Di Davide.'
'Quando Saul mandò uomini a sorvegliare la casa e ad ucciderlo.'
2Liberami dai nemici, mio Dio,
proteggimi dagli aggressori.
3Liberami da chi fa il male,
salvami da chi sparge sangue.
4Ecco, insidiano la mia vita,
contro di me si avventano i potenti.
Signore, non c'è colpa in me, non c'è peccato;
5senza mia colpa accorrono e si appostano.
Svègliati, vienimi incontro e guarda.
6Tu, Signore, Dio degli eserciti, Dio d'Israele,
lèvati a punire tutte le genti;
non avere pietà dei traditori.
7Ritornano a sera e ringhiano come cani,
si aggirano per la città.
8Ecco, vomitano ingiurie,
le loro labbra sono spade.
Dicono: "Chi ci ascolta?".
9Ma tu, Signore, ti ridi di loro,
ti burli di tutte le genti.
10A te, mia forza, io mi rivolgo:
sei tu, o Dio, la mia difesa.
11La grazia del mio Dio mi viene in aiuto,
Dio mi farà sfidare i miei nemici.
12Non ucciderli, perché il mio popolo non dimentichi,
disperdili con la tua potenza e abbattili,
Signore, nostro scudo.
13Peccato è la parola delle loro labbra,
cadano nel laccio del loro orgoglio
per le bestemmie e le menzogne che pronunziano.
14Annientali nella tua ira,
annientali e più non siano;
e sappiano che Dio domina in Giacobbe,
fino ai confini della terra.
15Ritornano a sera e ringhiano come cani,
per la città si aggirano
16vagando in cerca di cibo;
latrano, se non possono saziarsi.
17Ma io canterò la tua potenza,
al mattino esalterò la tua grazia
perché sei stato mia difesa,
mio rifugio nel giorno del pericolo.
18O mia forza, a te voglio cantare,
poiché tu sei, o Dio, la mia difesa,
tu, o mio Dio, sei la mia misericordia.
Daniele 4
1Io Nabucodònosor ero tranquillo in casa e felice nella reggia,2quando ebbi un sogno che mi spaventò. Le immaginazioni che mi vennero mentre ero nel mio letto e le visioni che mi passarono per la mente mi turbarono.3Feci un decreto con cui ordinavo che tutti i saggi di Babilonia fossero condotti davanti a me, per farmi conoscere la spiegazione del sogno.
4Allora vennero i maghi, gli astrologi, i caldei e gli indovini, ai quali esposi il sogno, ma non me ne potevano dare la spiegazione.5Infine mi si presentò Daniele, chiamato Baltazzàr dal nome del mio dio, un uomo in cui è lo spirito degli dèi santi, e gli raccontai il sogno6dicendo: "Baltazzàr, principe dei maghi, poiché io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun segreto ti è difficile, ecco le visioni che ho avuto in sogno: tu dammene la spiegazione".
7Le visioni che mi passarono per la mente, mentre stavo a letto, erano queste:
Io stavo guardando
ed ecco un albero di grande altezza in mezzo alla terra.
8Quell'albero era grande, robusto,
la sua cima giungeva al cielo
e si poteva vedere fin dall'estremità della terra.
9I suoi rami erano belli e i suoi frutti abbondanti
e vi era in esso da mangiare per tutti.
Le bestie della terra si riparavano alla sua ombra
e gli uccelli del cielo facevano il nido fra i suoi rami;
di lui si nutriva ogni vivente.
10Mentre nel mio letto stavo osservando
le visioni che mi passavano per la mente,
ecco un vigilante, un santo, scese dal cielo
11e gridò a voce alta:
"Tagliate l'albero e stroncate i suoi rami:
scuotete le foglie, disperdetene i frutti:
fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai suoi rami.
12Lasciate però nella terra il ceppo con le radici,
legato con catene di ferro e di bronzo
fra l'erba della campagna.
Sia bagnato dalla rugiada del cielo
e la sua sorte sia insieme con le bestie sui prati.
13Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano
gli sia dato un cuore di bestia:
sette tempi passeranno su di lui.
14Così è deciso per sentenza dei vigilanti
e secondo la parola dei santi.
Così i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo può dare a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli uomini".
15Questo è il sogno, che io, re Nabucodònosor, ho fatto. Ora tu, Baltazzàr, dammene la spiegazione. Tu puoi darmela, perché, mentre fra tutti i saggi del mio regno nessuno me ne spiega il significato, in te è lo spirito degli dèi santi.
16Allora Daniele, chiamato Baltazzàr, rimase per qualche tempo confuso e turbato dai suoi pensieri. Ma il re gli si rivolse: "Baltazzàr, il sogno non ti turbi e neppure la sua spiegazione". Rispose Baltazzàr: "Signor mio, valga il sogno per i tuoi nemici e la sua spiegazione per i tuoi avversari.17L'albero che tu hai visto, grande e robusto, la cui cima giungeva fino al cielo e si poteva vedere da tutta la terra18e le cui foglie erano belle e i suoi frutti abbondanti e in cui c'era da mangiare per tutti e sotto il quale dimoravano le bestie della terra e sui cui rami facevano il nido gli uccelli del cielo,19sei tu, re, che sei diventato grande e forte; la tua grandezza è cresciuta, è giunta al cielo e il tuo dominio si è esteso sino ai confini della terra.
20Che il re abbia visto un vigilante, un santo che scendeva dal cielo e diceva: Tagliate l'albero, spezzatelo, però lasciate nella terra il ceppo delle sue radici legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba della campagna e sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con le bestie della terra, finché sette tempi siano passati su di lui,21questa, o re, ne è la spiegazione e questo è il decreto dell'Altissimo, che deve essere eseguito sopra il re, mio signore:22Tu sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e sarai bagnato dalla rugiada del cielo; sette tempi passeranno su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo da' a chi vuole.
23L'ordine che è stato dato di lasciare il ceppo con le radici dell'albero significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, quando avrai riconosciuto che al Cielo appartiene il dominio.24Perciò, re, accetta il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l'elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità".
25Tutte queste cose avvennero al re Nabucodònosor.
26Dodici mesi dopo, passeggiando sopra la terrazza della reggia di Babilonia,27il re prese a dire: "Non è questa la grande Babilonia che io ho costruito come reggia per la gloria della mia maestà, con la forza della mia potenza?".
28Queste parole erano ancora sulle labbra del re, quando una voce venne dal cielo: "A te io parlo, re Nabucodònosor: il regno ti è tolto!29Sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e passeranno sette tempi su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo da' a chi vuole".
30In quel momento stesso si adempì la parola sopra Nabucodònosor. Egli fu cacciato dal consorzio umano, mangiò l'erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo: il pelo gli crebbe come le penne alle aquile e le unghie come agli uccelli.
31"Ma finito quel tempo, io Nabucodònosor alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me e benedissi l'Altissimo; lodai e glorificai colui che vive in eterno,
la cui potenza è potenza eterna
e il cui regno è di generazione in generazione.
32Tutti gli abitanti della terra
sono, davanti a lui, come un nulla;
egli dispone come gli piace delle schiere del cielo
e degli abitanti della terra.
Nessuno può fermargli la mano e dirgli: Che cosa fai?
33In quel tempo tornò in me la conoscenza e con la gloria del regno mi fu restituita la mia maestà e il mio splendore: i miei ministri e i miei prìncipi mi ricercarono e io fui ristabilito nel mio regno e mi fu concesso un potere anche più grande.34Ora io, Nabucodònosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo: tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia; egli può umiliare coloro che camminano nella superbia".
Lettera ai Romani 2
1Sei dunque inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi; perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose.2Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità contro quelli che commettono tali cose.3Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio?4O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione?5Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio,6il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere:7la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità;8sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all'ingiustizia.9Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco;10gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco,11perché presso Dio non c'è parzialità.
12Tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno anche senza la legge; quanti invece hanno peccato sotto la legge, saranno giudicati con la legge.13Perché non coloro che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati.14Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi;15essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono.16Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.
17Ora, se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio,18del quale conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò che è meglio,19e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre,20educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi nella legge l'espressione della sapienza e della verità...21ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi?22Tu che proibisci l'adulterio, sei adùltero? Tu che detesti gli idoli, ne derubi i templi?23Tu che ti glori della legge, offendi Dio trasgredendo la legge?24Infatti 'il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani', come sta scritto.
25La circoncisione è utile, sì, se osservi la legge; ma se trasgredisci la legge, con la tua circoncisione sei come uno non circonciso.26Se dunque chi non è circonciso osserva le prescrizioni della legge, la sua non circoncisione non gli verrà forse contata come circoncisione?27E così, chi non è circonciso fisicamente, ma osserva la legge, giudicherà te che, nonostante la lettera della legge e la circoncisione, sei un trasgressore della legge.28Infatti, Giudeo non è chi appare tale all'esterno, e la circoncisione non è quella visibile nella carne;29ma Giudeo è colui che lo è interiormente e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito e non nella lettera; la sua gloria non viene dagli uomini ma da Dio.
Capitolo XXIII: Le quattro cose che recano una vera grande pace
Leggilo nella Biblioteca1. O figlio, ora ti insegnerò la via della pace e della vera libertà. Fa', o Signore, come tu dici; mi è gradito ascoltare il tuo insegnamento. Studiati, o figlio, di fare la volontà di altri, piuttosto che la tua. Scegli sempre di aver meno, che più. Cerca sempre di avere il posto più basso e di essere inferiore a tutti. Desidera sempre, e prega, che in te si faccia interamente la volontà di Dio. Un uomo che faccia tali cose, ecco, entra nel regno della pace e della tranquillità. Una grande dottrina di perfezione è racchiusa, o Signore, in queste tue brevi parole: brevi a dirsi, ma piene di significato e ricche di frutto. Che se io potessi fedelmente custodirle, tali parole, nessun turbamento dovrebbe tanto facilmente sorgere in me; in verità, ogni volta che mi sento inquieto od oppresso, trovo che mi sono allontanato da questa dottrina. Ma tu, che tutto puoi; tu che hai sempre caro il progresso dell'anima mia, accresci sempre la tua grazia, così che io possa adempiere alle tue parole e raggiungere la mia salvezza.
Preghiera contro i malvagi pensieri
2. O Signore, mio Dio, "non allontanarti da me; Dio mio, volgiti in mio aiuto" (Sal 70,12); ché vennero contro di me vari pensieri e grandi terrori, ad affliggere l'anima mia. Come ne uscirò illeso, come mi aprirò un varco attraverso di essi? Dice il Signore: io andrò innanzi a te e "abbatterò i grandi della terra" (Is 45,2). Aprirò le porte della prigione e ti rivelerò i più profondi segreti. O Signore, fa' come dici; e ogni iniquo pensiero fugga dinanzi a te. Questa è la mia speranza, questo è il mio unico conforto: in tutte le tribolazioni rifugiarmi in te, porre la mia fiducia in te; invocarti dal profondo del mio cuore e attendere profondamente la tua consolazione.
Preghiera per ottenere luce all'intelletto
3. Rischiarami, o buon Gesù, con la luce del lume interiore, e strappa ogni tenebra dal profondo del mio cuore; frena le varie fantasie; caccia le tentazioni che mi fanno violenza; combatti valorosamente per me e vinci queste male bestie, dico le allettanti concupiscenze, cosicché, per la forza che viene da te, si faccia pace, e nell'aula santa, cioè nella coscienza pura (Sal 121,7), risuoni la pienezza della tua lode. Comanda ai venti e alle tempeste. Dì al mare "calmati", al vento "non soffiare"; e si farà grande bonaccia (Mt 8,26). "Manda la tua luce e la tua verità" (Sal 52,3) a brillare sulla terra; ché terra io sono, povera e vuota, fino a quando tu non mi illumini. Effondi dall'alto la tua grazia; irriga il mio cuore di celeste rugiada; versa l'acqua della devozione ad irrigare la faccia della terra, che produca buono, ottimo frutto. Innalza la mia mente schiacciata dalla mole dei peccati; innalza alle cose celesti tutto l'animo mio, in modo che gli rincresca di pensare alle cose di questo mondo, dopo aver gustato la dolcezza della felicità suprema. Strappami e distoglimi dalle effimere consolazioni che danno le creature; poiché non v'è cosa creata che possa soddisfare il mio desiderio e darmi pieno conforto. Congiungimi a te con il vincolo indissolubile dell'amore, poiché tu solo basti a colui che ti ama, e a nulla valgono tutte le cose, se non ci sei tu.
DISCORSO 250 NEI GIORNI DI PASQUA
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella Biblioteca
Dio preferisce i deboli e i poveri di questo mondo.
1. Il Signore Gesù ha scelto le cose deboli del mondo per confondere le forti 1, sicché, volendo adunare la sua Chiesa da ogni parte del mondo, non cominciò con degli imperatori o senatori ma con dei pescatori. Se infatti fossero stati scelti in principio personaggi altolocati, essi avrebbero attribuito la loro scelta a se stessi e non alla grazia di Dio. Questo modo di procedere di Dio, a noi occulto, questa disposizione del nostro Salvatore ce la espone l'Apostolo quando dice: Osservate, fratelli, chi tra voi sia stato chiamato. Sono parole dell'Apostolo. Osservate, fratelli, chi tra voi sia stato chiamato. Poiché non molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili; ma Dio ha scelto le cose deboli del mondo per confondere le forti, e le cose ignobili e spregevoli del mondo ha scelto Dio, e le cose che non hanno consistenza - come se la avessero - per annichilire le cose dotate di consistenza; affinché nessun uomo possa vantarsi dinanzi a lui 2. La stessa cosa aveva detto il profeta: Ogni valle sarà colmata, e ogni monte e ogni colle sarà abbassato, perché si ottenga una pianura senza dislivelli 3. Veramente, oggi partecipano della grazia del Signore senza distinzione nobili e plebei, dotti e ignoranti, poveri e ricchi. Quando si tratta di ricevere questa grazia non avanza diritti di precedenza la superbia rispetto all'umiltà di chi nulla sa e nulla possiede 4 e nulla può. Ma cosa disse loro? Venite dietro a me e io vi farò pescatori di uomini 5. Se non ci avessero preceduto quei pescatori, chi sarebbe venuto a pescarci? Al giorno d'oggi uno è gran predicatore se riesce a presentare bene quello che ha scritto il pescatore.
Mescolanza di buoni e cattivi nella Chiesa terrestre.
2. Il Signore Gesù Cristo scelse dunque dei pescatori di pesci e ne fece dei pescatori di uomini. Col fatto stesso del pescare poi volle darci degli ammaestramenti nei riguardi della chiamata dei popoli. Notate come le pesche furono due e come occorra distinguerle e separarle. Una fu quando il Signore scelse gli Apostoli e da pescatori li rese suoi discepoli 6; l'altra è quella che abbiamo ascoltato ora quando si leggeva il santo Vangelo, quella cioè che avvenne dopo la resurrezione del Signore Gesù Cristo 7. L'una dunque prima della resurrezione, l'altra dopo la resurrezione. E dobbiamo sottolineare con molta attenzione la differenza fra le due pesche, poiché questa duplice pesca è una nave piena di istruzioni per noi. È appena iniziata la predicazione del Vangelo; Cristo s'imbatte in alcuni pescatori, si appressa e dice loro: Gettate le reti. Gli risposero: In tutta questa notte non abbiamo preso nulla, ci siamo affaticati inutilmente, ma ecco nel tuo nome getteremo le reti 8. Le gettarono e presero tanto pesce da riempire due barche, le quali per la gran quantità di pesci erano così appesantite che stavano sul punto di affondare. Nota come fu proprio per la quantità di pesci che le reti minacciavano di squarciarsi e come fu allora che Gesù disse loro: Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini 9 ed essi effettivamente, abbandonando barche e reti, lo seguirono. Al presente - cioè dopo la resurrezione - Cristo Signore offre alla nostra meditazione un'altra pesca, da distinguersi da quella precedente. La prima volta disse: Gettate le reti, ma non disse a sinistra o a destra ma soltanto: Gettate le reti. Se avesse detto: A sinistra, avrebbe voluto riferirsi solo ai cattivi; se: A destra, solo ai buoni. Siccome però non nominò né la destra né la sinistra, ci si deve riferire ai buoni e ai cattivi. Di loro parla il Vangelo in un altro passo, là dove si narra di quel padrone di casa che, quando la cena fu pronta, mandò i suoi servi e questi ne condussero quanti poterono trovarne, buoni e cattivi, finché la sala del convito fu piena 10. Così è oggi la Chiesa: piena di buoni e di cattivi. Una moltitudine riempie la Chiesa, tuttavia questa moltitudine a volte la comprime e la spinge, come per dire, verso il naufragio. Il numero elevato di coloro che vivono male turba quanti vivono bene e crea loro un disagio tale che chi vive bene, quando si pone a osservare i tanti che vivono male, si considera stupido, specie se pone mente al fatto che, a livello di beni terreni, molti malfattori risultano fortunati e molti innocenti hanno in sorte una vita infelice. Quanto c'è da temere che il buono allora sia prostrato e affondi! Quanto c'è da temere, carissimi, che colui che vive onestamente dica: Che mi giova la mia vita onesta? Ecco, quel tale vive male e riscuote più stima di me. A me cosa giova il vivere bene? È in pericolo; mi vien da temere che faccia naufragio. Lasciate che interpelli chi vive bene perché non affondi di più: Tu che vivi bene non stancarti, non guardare indietro! È vera la promessa del tuo Signore quando ti diceva: Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvo 11. Mi ribatti: Ma hai tu sotto gli occhi quel tale che vive malamente, eppure è fortunato? Ti sbagli: egli è un infelice, e tanto più infelice quanto maggiore è la sua illusione d'essere felice. È demenza il fatto che non riesce a scoprire il suo stato miserevole. Fa' conto di vedere uno che, in preda alla febbre, stia ridendo: tu lo compiangeresti ritenendolo un dissennato. Ciò che ti è stato promesso non è ancor giunto. Colui che ti sembra più fortunato si pasce e si rallegra di queste cose visibili e temporali, cose che lui non ha recato con sé né porterà via con sé. È entrato nudo e nudo uscirà 12. Passerà da godimenti illusori a dolori reali. Quanto a te invece, è vero che quanto ti viene promesso non è ancora giunto; ma devi essere stabile, per arrivarvi, devi essere perseverante, se non vuoi venir meno e restare privo: Dio infatti non può ingannarti. Ecco in brevi parole spiegata l'urgenza di non far affondare le barche. In quella pesca però successe un altro guaio più deprecabile: le reti stavano per rompersi 13. E di fatto le reti si son rotte e son sorte delle eresie. Cosa sono infatti gli scismi se non rotture? Nel tempo della prima pesca occorrono sopportazione e pazienza, sicché nessuno si stanchi per il fastidio, anche se sta scritto: Sono infastidito a causa dei peccatori che abbandonano la tua legge 14. La barca grida lamentandosi della massa di gente che l'opprime, quasi sia la barca ad emettere il grido: Sono infastidito a causa dei peccatori che abbandonano la tua legge. Anche se sei compresso, sta' sempre in guardia per non affondare! I cattivi adesso li si deve sopportare, non separarsene. Noi canteremo, nei riguardi di Dio, la misericordia e il giudizio 15: che prima cioè elargisce la misericordia e poi esercita il giudizio. La separazione avverrà nel giudizio: al presente mi ascolti il buono per diventare migliore, mi ascolti il cattivo per diventare buono. Questo, perché adesso è il tempo del ravvedimento, non della sentenza. Lasciamo da parte questa pesca nella quale le gioie son mescolate alle lacrime: le gioie in quanto vengono adunati i buoni, mescolate a lacrime perché a mala pena si riesce a sopportare i cattivi.
Senza lo Spirito la legge uccide.
3. Volgiamo il pensiero alla pesca che avverrà alla fine: pensando ad essa confortiamoci e consoliamoci. Non per niente infatti essa avvenne dopo la resurrezione del Signore, ma perché doveva rappresentare la Chiesa quale sarà dopo la resurrezione. Ecco ai discepoli intenti a pescare sono rivolte delle parole; e chi le dice è il Signore, lo stesso che l'altra volta aveva detto le parole, parla adesso. Tuttavia allora si specificava cosa dovessero gettare, adesso da che parte dovessero gettare e precisamente dal lato destro della barca 16. Adesso dunque son presi nella rete coloro che dovranno stare alla destra, coloro ai quali sarà detto: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il regno 17. Gettano e prendono. Là, nella prima pesca, il numero non viene precisato. Si parla di moltitudine ma non si precisa il numero. Sono infatti molti - diresti in numero eccessivo - quelli che ora vengono nelle chiese, vi entrano e le riempiono. Succede però che gli stessi che riempiono le chiese riempiano poi anche i teatri. Sono in soprannumero quelli che riempiono e, rispetto al numero che si raggiungerà nella vita eterna, molti non ci rientreranno, almeno che non cambino condotta. Ma questo cambiamento sarà forse di tutti? Come? Ma, se nemmeno tutti i buoni persevereranno!, per cui sta scritto: Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvo 18. Come pure a coloro che adesso sono cattivi è detto: Non voglio la morte del peccatore ma che si converta e viva 19. In quella prima pesca dunque non si precisa il numero; e ciò per il fatto che molti eccedono il numero come dice il Salmo: Ho predicato annunziando e son diventati così tanti da superare il numero 20. Nella seconda pesca si menziona la parte destra, e non si dice che superano il numero. Sono centocinquantatré e sono grandi. Così infatti è detto: Pur essendo tanto grandi, la rete non si squarciò 21. Sarà infatti, quella di lassù, un'accolta di santi e non ci saranno più le divisioni e le lacerazioni causate dagli eretici, ma ci saranno pace e unità perfetta. Non ce ne sarà uno di meno né uno in più: il numero sarà preciso. Ma sono così pochi! Solo centocinquantatré. Dio ci liberi che in questa assemblea se ne ritrovino là solo quei pochi! E quanto peggio se si trattasse dell'intera Chiesa di Dio! L'Apocalisse, opera del medesimo beato Giovanni evangelista, mostra la visione di una quantità di santi, beati in quella eternità, che era così grande che nessuno riusciva a computarla. Si trova scritto proprio così in quel libro 22. Eppure tutti rientrano in questo numero: centocinquantatré. Voglio ridurre a una cifra più piccola questo numero. Sono centocinquantatré: riduciamoli e diverranno diciassette. Questi centocinquantatré sono diciassette. Perché dieci? perché sette? Dieci in rapporto alla legge, sette in rapporto allo Spirito, in quanto la cifra sette dice rapporto alla perfezione che si esalta quando si parla dei doni dello Spirito Santo. Diceva il beato profeta Isaia: Si poserà su di lui lo Spirito Santo; e, dopo aver menzionato lo Spirito Santo, ne enumera sette sue potenze: Spirito di sapienza e di intelletto, Spirito di consiglio e di fortezza (e son quattro), Spirito di scienza e di pietà, Spirito del timore del Signore 23. Comincia con la sapienza e termina col timore; parla come chi scende dalle realtà più alte alle più basse, dalla sapienza al timore. Volendo salire dalle cose più basse alle più elevate, si passa dal timore alla sapienza, poiché inizio della sapienza è il timore del Signore 24. Ecco il dono della grazia: lo Spirito Santo opera negli eletti di Dio attraverso questa settiforme attività, per far sì che la legge ottenga in essi qualche risultato. Se infatti togli lo Spirito, cosa consegue la legge? Rende l'uomo trasgressore. Perciò è scritto: La lettera uccide 25. Comanda ma non fa praticare. Nessuno ti infliggeva la morte prima che ti fosse imposto il precetto, e, se la Provvidenza poteva ritenerti peccatore, tuttavia non ti poteva ritenere trasgressore. Viene invece la legge con il comando, e tu non lo osservi; ti si proibisce, e tu lo fai: così la lettera uccide. La legge si snoda in dieci comandamenti. Il primo comandamento della legge è quello d'adorare l'unico Dio e nessun altro, quello di non fabbricarsi alcun idolo. Il secondo comandamento: Non prenderai per usi vani il nome del tuo Dio. Il terzo comandamento è: Osserva il sabato 26, ma con un'osservanza spirituale e non materiale, come fanno i Giudei. Questi tre comandamenti rientrano nell'obbligo di amare Dio; ma siccome tutta la legge e i profeti si compendiano - dice - in questi due comandamenti 27, cioè nell'amore di Dio e nell'amore del prossimo, dopo che ti si è fatto udire quel che concerne l'amore di Dio, (l'unità, la verità, la quiete), osserva adesso ciò che si riferisce all'amore del prossimo. Onora tuo padre e tua madre: è il quarto comandamento. Non commettere adulterio: è il quinto comandamento. Non uccidere: è il sesto. Non rubare: è il settimo. Non dire falsa testimonianza: è l'ottavo. Non desiderare la roba del tuo prossimo: è il nono. Non desiderare la moglie del tuo prossimo 28: è il decimo. Colui che ti dice di non desiderare bussa alla porta interiore, lì risuona dove il desiderio ha il suo campo di azione. Comunque, ecco la legge ridotta a dieci. Cosa, giova saperli a memoria se non li si pratica? Si diventa trasgressori. Ma per metterli in pratica ti occorre l'aiuto. E questo aiuto dove lo prendi? Dallo Spirito. La lettera uccide, lo Spirito dà vita 29. Ai dieci si aggiungano i sette e si ha diciassette. In questo numero è inclusa tutta la moltitudine dei beati; ma come si arrivi a centocinquantatré, son solito dirvelo da tempo, tanto che molti ci arrivano prima di me; e poi il discorso è da conformarsi alle esigenze della solennità. È vero che molti se lo son dimenticato, e qualcuno non l'ha mai udito. Ebbene, quelli che lo hanno udito e non se ne sono scordati abbiano pazienza permettendo che anche gli altri lo ascoltino e ne siano istruiti. Quando due camminano per strada, uno più svelto e uno più lento, tocca al più veloce far sì che il suo compagno non venga abbandonato. Chi ode ciò che sapeva non perde nulla, e, mentre non perde nulla, ha anche da rallegrarsi perché chi era nell'ignoranza diviene istruito. Conta diciassette, da uno fino a diciassette, addizionando uno dopo l'altro tutti i numeri. Troverai che la somma è centocinquantatré. V'aspettate qualcos'altro da me? Il conto fatelo voi.
1 - 1 Cor 1, 27.
2 - 1 Cor 1, 26-29.
3 - Is 40, 4.
4 - Cf. 2 Cor 6, 10.
5 - Mt 4, 19; Mc 1, 17.
6 - Cf. Lc 5, 4-10.
7 - Cf. Gv 21, 1-8.
8 - Lc 5, 4-5.
9 - Mc 1, 17.
10 - Mt 22, 10.
11 - Mt 24, 13.
12 - Gb 1, 21.
13 - Cf. Lc 5, 6.
14 - Sal 118, 53.
15 - Sal 100, 1.
16 - Cf. Gv 21, 6.
17 - Mt 25, 34.
18 - Mt 24, 13.
19 - Ez 33, 11.
20 - Sal 39, 6.
21 - Gv 21, 11.
22 - Cf. Ap 7, 9.
23 - Is 11, 2.
24 - Sal 110, 10.
25 - 2 Cor 3, 6.
26 - Cf. Es 20, 2 ss.
27 - Mt 22, 37.
28 - Cf. Es 20, 12 ss.
29 - 2 Cor 3, 6.
ANNO 1917
Il diario di Santa Teresa di Los Andes - Santa Teresa di Los Andes
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La meditazione, specchio dell'anima
1 gennaio. - Un anno di più verso la patria. Quanti benefici ricevuti e quante grazie sprecate in questo anno che è passato. E questo che viene, nel suo misterioso manto forse avrà avvolte afflizioni e felicità di ogni tipo. Appoggiamoci alla Croce; essa è immutabile. Né i secoli, né le tempeste l'hanno spezzata. Spes unica.
2 gennaio. - Mi sento in pena, mi sanguina il cuore. Se potessi darei mille vite per lui, tutte le sofferenze, Dio mio, mandamele e dammi grazia per sopportarle, purché egli si converta.
Gesù, voglio accompagnarti nell'orto della tua agonia. Voglio consolarti e dire con te: "Signore, se possibile, passi da me questo calice amaro, ma non la mia, bensì la tua volontà si compia".
9 gennaio. - Tutti i giorni faccio la meditazione e vedo che grande aiuto è per santificarsi. È lo specchio dell'anima. Quanto ci si conosce in essa!
Gesù mi ha fatto capire che per raggiungere la perfezione è necessario:
1). L'amore alla preghiera.
2). Il distacco completo da se stessa, cioè l'oblìo di sé che si raggiunge unendosi a Gesù tanto da formare con Lui una persona sola e scegliendo sempre ciò che piace a Gesù, cioè umiliazioni, sofferenze, ecc. ed anche la carità verso il prossimo.
3). Perfetta consegna di se stessa, cioè, dare a Dio la volontà.
Ho letto nella vita di Santa Teresa che questa Santa raccomanda a coloro che incominciano a fare orazione di immaginarsi l'anima come un orto pieno di alberi ed erbacce e tutto molto secco. Allora, incominciando a praticare l'orazione, il Signore vi pianta begli alberi, dei quali noi dobbiamo avere cura perché non si secchino. Per questo sempre quelli che incominciano devono attingere acqua dal pozzo e ciò costa, e queste sono le difficoltà nelle quali si imbatte chi incomincia l'orazione.
Per me la mia difficoltà è il rispetto umano che mi vedano meditare e mi chiamino "bigotta". Altre volte non riesco ad udire la voce del Signore e questo fa sì che mi allontani. Ma ora sono decisa, costi ciò che costi, a farla tutti i giorni. Tutti i giorni scriverò le risoluzioni che prendo.
24 gennaio. - Obbedienza perfetta. Obbedire, tenendo presente che sottometto la mia volontà a Dio. La mia obbedienza deve essere spirituale.
25 gennaio. - Oggi ho promesso a Gesù di compiere la Sua divina volontà accettando con gioia ciò che Lui mi manda. La sposa deve unire la sua volontà a quella dello sposo e sottomettersi a Lui. A maggior ragione io, che sono sua schiava e che per un grande favore mi ha reso figlia, sorella e sposa. Come mi trovo cattiva e peccatrice!
Lourdes - Maria, Madre piena di dolcezza
12 febbraio. - L'altro ieri e ieri siamo state a Lourdes. Lourdes! Questa sola parola basta a far vibrare le corde più sensibili del cristiano, del cattolico. Lourdes! Chi non si sente commosso nel pronunciarla! Significa un cielo nell'esilio. Porta avvolto nel suo manto di mistero tutto ciò che di grande è capace di sentire il cuore cattolico.
Questo nome richiama i ricordi del passato e commuove le sensazioni intime della nostra anima. Racchiude gioia, pace sovrumana, dove il pellegrino, stanco del faticoso cammino della vita, può riposare; può senza preoccupazioni, lasciare il suo bagaglio di miserie umane, aprire il seno per raccogliere l'acqua della consolazione e del sollievo. Lì le lacrime del povero e del ricco si confondono, lì si trova una Madre che li guarda e sorride. E quello sguardo e sorriso celesti, fanno sgorgare dal petto singhiozzi di felicità, che il cuore non può frenare, lo fanno sperare, amare ciò che non perisce ed è divino.
Sì, sei tu Madre, la celeste Vergine Maria che ci guida. Tu hai lasciato cadere dalle tue mani materne raggi di cielo. Non credevo che esistesse la felicità sulla terra, ma ieri il mio cuore assetato di essa la trovò. La mia anima' estasiata ai tuoi piedi verginali ti ascoltava. Eri tu che parlavi e il tuo linguaggio di Madre era così tenero, era di cielo quasi divino.
Al vederti così pura, così tenera, così compassionevole, chi non avrà il coraggio di scoprire i suoi intimi tormenti? Chi non ti chiederà di essergli stella in questo burrascoso mare? Chi è che piange tra le tue braccia senza ricevere subito i tuoi immacolati baci di amore e di consolazione? Se è peccatore le tue carezze lo inteneriscono, se è tuo fedele devoto, la tua sola presenza accende la fiamma viva dell'amore divino. Se è povero tu, con la tua mano potente lo soccorri e gli mostri la vera patria. Se èricco, lo sostieni con il tuo conforto contro gli scogli della sua agitatissima vita. Se è afflitto, tu con i tuoi occhi lacrimosi gli mostri la croce e su di essa il tuo divino Figlio. Chi non trova balsamo alle sue sofferenze nel considerare i tormenti di Gesù e di Maria? Ed infine il malato trova nel tuo seno matemo l'acqua di salvezza che fai sgorgare con il tuo sorriso incantevole, che lo fa sorridere di amore e di felicità. Sì, Maria, sei la Madre dell'universo intero. Il tuo cuore è pieno di dolcezza. Ai tuoi piedi si prostrano con la stessa fiducia il sacerdote come la Vergine per trovare tra le tue braccia l'Amore delle tue viscere. Il ricco come il povero per trovare nel tuo cuore il loro cielo. L'afflitto come il felice per trovare sulle tue labbra il celeste sorriso. Il malato come il sano per avere dalle tue mani dolci carezze. Ed in fine il peccatore come me, trova in te la Madre protettrice che sotto i suoi piedi immacolati ha schiacciato la testa del drago, mentre nei tuoi occhi scopre la misericordia, il perdono e il faro luminoso per non cadere nelle acque fangose del peccato.
Madre, sì, a Lourdes c'era il cielo: c'era Dio sull'altare circondato dagli angeli, e tu dalla cavità della roccia gli presentavi i clamori della moltitudine inginocchiata davanti all'altare; e Gli chiedevi di ascoltare le suppliche del povero esiliato in questa valle di lacrime, mentre, con i canti, ti offrivano un cuore pieno di amore e di gratitudine.
Risoluzioni per il 1917
1) Accettare i sacrifici senza mormorare interiormente né abbattermi.
2) Devo eclissarmi.
3) Impegnarsi a procurare la felicità degli altri.
4) Cercherò di rendere la virtù amabile agli altri.
5) Devo dimenticare anche me stessa:
a) unendomi a Gesù;
b) essere caritatevole con il prossimo;
c) non dire la mia opinione se non me la chiedono;
d) soffrire con gioia le umiliazioni essendo amabile con le persone che me le procurano;
e) vivere con Gesù nel fondo della mia anima, che deve essere la sua casetta nella quale possa riposare. Lì lo adorerò e Gli offrirò le mortificazioni, sofferenze e umiliazioni. Non è forse il cielo sulla terra vivere con Dio?
Vivere in unità di pensieri, in unità di sentimenti, di azioni e così, guardandomi, il Padre troverà l'immagine del suo Figlio, mi farà sua sposa e le Tre Persone verranno a dimorare in me.
Devo contemplare nella mia anima Gesù crocifisso. Lo imiterò e riceverò ai piedi della croce il sangue del mio Gesù, che conserverò nella mia anima e che comunicherò all'anima del mio prossimo, affinché per mezzo del sangue di Cristo siano lavati.
Offerta per i peccatori - Nuovo direttore
Gesù mio, tu conosci l'offerta che ti ho fatto di me stessa per la conversione delle persone che ti ho nominato. Da oggi non solo ti offro la mia vita, ma anche la mia morte, come ti piacerà darmela. La riceverò con gioia, sia nell'abbandono del Calvario, sia nel paradiso di Nazareth. Inoltre, se vuoi, dammi sofferenze, croce, umiliazioni. Che sia calpestata per castigare il mio e il loro orgoglio. Come tu vuoi, Gesù mio, sono tua, fa di me secondo la tua santa volontà. A te, o Maria, che mai hai lasciato inascoltate le preghiere che ti ho rivolto, come una figlia chiede a sua Madre, anche nelle tue mani materne pongo quelle anime. Ascoltami. Tutta la vita non ho cessato di pregarti, Madre, ascoltami, ti prego per Gesù e per il tuo sposo San Giuseppe, che prego di intercedere per questa povera peccatrice.
Soffro. Questa parola esprime tutto per me. Felicità! Quando soffro sono sulla croce del mio Gesù. Che grande felicità è dirgli: Gesù, sposo mio, ricordati che sono tua sposa, dammi la tua croce.
Aprile 1917. - Grazie, mio Dio, perché mi hai dato un Direttore che diriga la mia anima verso di Te.
Mi chiese com'era la mia orazione, se sterile o fatta con devozione. Gli risposi che a volte era con devozione, ma vi erano dei periodi in cui non potevo meditare e rimanevo tranquilla con Nostro Signore. Ma mi disse che dovevo cercare sempre di riflettere e solo in ultimo fare nell'altro modo. Di vivere costantemente alla presenza di Dio nostro Signore dentro la mia anima. Di farlo il più sovente possibile. Di fare l'esame particolare su questo. Di prendere nota dei pensieri e affetti della meditazione che più mi muovessero a devozione. Mi permise di mortificarmi, mortificandomi nel cibo, sacrificando il gusto. Ed anche di pregare un quarto d'ora con le braccia in croce o tre "Padre Nostro" con le mani sotto le ginocchia. Più tardi mi darà il permesso di mettere dei cilici. Di essere molto riservata. Di non parlare della mia vocazione se non con la mamma o con Madre Izquierdo, perché è come un profumo contenuto in una bottiglietta, che, stappata, evapora. Di attirare le mie amiche al servizio di Dio.
Ciò che mi diede più gioia e consolazione fu sentirmi dire che avevo la vocazione Carmelitana. Mi chiese che virtù preferivo; risposi: l'umiltà. Dopo mi diede il permesso di rinnovare il voto di verginità fino all'Assunzione della Vergine Maria.
Risoluzione: ho l'anima da salvare; la morte da temere; la vita da santificare.
Silenzio. C'è il giubilo. Mi sento piena di Lui. Lo amo.
Fedele copia di Gesù? Figlia di Maria
Ascensione del Signore al cielo della mia anima. Farò tutte le mie cose in unione con Lui, per mezzo di Lui e con Lui. Lo consolerò. Voglio essere crocifissa. E Lui mi ha lasciato i suoi chiodi.
Quanto più ci uniamo al Creatore, tanto più ci allontaniamo dalle creature. Gesù mio, sposo della mia anima, ti amo. Sono tutta tua, Tu sii tutto mio.
Domani è il giorno della Trinità. Troverà il Padre la figura di Cristo in me? Quanto mi manca per assomigliare a Lui! Non ho ancora abbastanza virtù, mi abbatto subito, eppure sono più umile o mi umilio di più ed ho più fede. Eppure l'altro giorno le ragazze si comportarono male a tavola e mi spazientii; dopo mi dissero che non ero energica perché le lasciavo conversare. Risposi che non mi davano retta. Mi arrabbiai molto e quando vidi le ragazze le chiamai antipatiche. Avrebbe agito così Gesù? Certamente no. Le avrebbe riprese e non si sarebbe scusato né avrebbe insultato come ho fatto io. È certo che mi vinsi molto, ma dopo raccontai la mia rabbia e il giorno seguente chiesi perdono alle ragazze per umiliarmi. Queste cadute mi servono per riconoscere che sono ancora molto imperfetta.
15 giugno 1917. - Non solo sono sposa di Gesù, ma oggi mi sono unita ancora' di più a Lui, sono sua sorella. Sono Figlia di Maria. Da oggi, come le principesse che sono condotte al palazzo del promesso sposo per essere educate come lui, anch'io entrerò nella mia anima, casa di Dio, lì mi aspetta la mia Madre e il mio Gesù. Quanto lo amo!
Ieri mi sono confessata. Il Padre mi indicò tre cose necessarie per non spazientirmi:
1) - Non manifestare la mia rabbia esteriormente.
2) - Essere amabile con la persona che me la causa.
3) - Far tacere, soffocare la collera nel mio cuore. Tre parti essenziali della meditazione: riflessione, colloquio, supplica.
Più unita a Gesù - Vittorie a caro prezzo
19 giugno. - Oggi sono rimasta unita a Nostro Signore. Da quando ho questo crocifisso vivo più unita a Lui. Quanto lo amo! Mi sono offerta a Lui per la conversione di quelle persone. Quanto soffro ai pensare che in quelle anime c'è il diavolo e non Dio; che Gesù li chiama e li aspetta nel tabernacolo ed essi rimangono insensibili, Dio mio, quanto ci ami e come siamo ingrati! Gesù mio, sposo della mia anima, mi offro a Te. Fa di me ciò che vuoi.
Oggi mi sono molto controllata per non andare in collera. Dio mio, tu mi hai aiutato. Ti ringrazio. Nel riordino e nelle ricreazioni sono stata perfetta per loro, ma non tanto durante le lezioni.
Nostro Signore mi ha detto che non avrebbe accettato la mia offerta, ma che mi avrebbe ascoltato e che avrebbe concesso la conversione di quelle anime, ma fra un po' di tempo. Mi disse di unirmi a Lui crocifisso, che voleva vedermi crocifissa. Ho sofferto tanto questa mattina, che ho pianto tutta la Messa, ma domani offrirò le mie lacrime per loro.
Ieri la meditazione è stata huona. Ho fatto ciò che il Padre mi aveva indicato. Ho fatto un fioretto molto grande: stavo studiando nell'orto e arrivò Rebeca a riferirmi un messaggio di Madre Julia Rios per lei e per me, ed io, anche se avevo tanta voglia, mi vinsi e le dissi che non volevo sentire niente, e che andasse via. Tutto il giorno mi stuzzicò la curiosità, e soltanto a cena, Rebeca mi fece conoscere il messaggio. Ho offerto questo fioretto, che mi è costato molto, per loro.
20 giugno. - Ho mantenuto la mia risoluzione di mortificarmi il più possihile. Non ho negato nessun fioretto a Nostro Signore.
Domani, festa di San Luigi Gonzaga, farò il voto di non commettere nessun peccato volontario. Gesù mio, aiutami a mantenerlo. La mia meditazione è stata buona. Ho fatto ciò che il Padre mi ha raccomandato. Gesù mi ha parlato molto questa mattina. Mi ha appoggiata sul suo cuore e mi ha detto che mi amava. Era così dolce la sua voce! Lo amo tanto! Sono tutta sua. Mi disse di annotarmi i fioretti che facevo, ma mi sono dimenticata. Disse anche di imitarlo.
Essere umile - Non parlare di me stessa
22 giugno. - Propongo di non dire mai io, ne in bene né in male. Vorrei piangere di riconoscenza perché si è già esaudita una mia intenzione: quel signore si è riconciliato con la Chiesa. Come sei buono, Gesù mio, quanto ti amo! Vergine Maria, mi hai ascoltato! Ma ti chiedo ancora di più: la perseveranza ed anche la conversione dell'altro. Madre, te lo chiedo per Gesù.
Oggi ho fatto due grandi atti di umiltà. Quanto mi sono costati, ma la Vergine Maria mi ha aiutato. L'altro giorno durante la ricreazione facevamo dei quadri animati. Allora dissi loro di rappresentare la Madre Assistente. Non mi ero accorta che era una mancanza di carità, ma una ragazza me lo fece notare. Allora capii quanto sono cattiva, invece di dare il buon esempio incito le altre a peccare. Sono indegna di portare la medaglia di Figlia di Maria. Però alla fine chiesi perdono alle ragazze per il catÙvo esempio che avevo dato loro. Lo dirò anche a Madre lzquierdo, perché mi rimproveri e mi umili il più possibile nella congregazione. Voglio essere umile con Cristo Crocifisso.
Grazie a Dio ho fatto ciò che Gesù mi ha chiesto. Mi sono umiliata per Lui. Anche se non si può dire che siano umiliazioni perché sono un nulla; più ancora, sono un nulla criminale.
Sono stata attenta a non mettermi in evidenza e per questo a non parlare di me. Costa abbastanza, ma lo farò per Gesù, per consolarlo. Ieri sera mi disse che soffriva molto. Si reclinò sul mio cuore e lì pianse, ed io con Lui. Mi disse che una nuova persecuzione incominciava contro di Lui, che amava tanto gli uomini che non poteva vivere senza di loro.
Tutte le sere invio un bacio, a colui che mi donò l'essere. Sono tanto vicina al suo altare... Una porta ci separa. Allora lo immagino prigioniero e che vado ad aprire la sua prigione e che lo conduco nel mio cuore.
Oggi ho procurato di fare tutto il bene possibile. Eppure non sono stata abbastanza silenziosa, perché non debbo parlare neppure per dare dei consigli.
Solo Dio non muta - Incomprensione
Prima in storia
Domani è il mio onomastico. Forse sarà l'ultimo che passerò sulla terra. Speriamo sia così! Prima desideravo con tanto ardore questo giorno! Ora lo detesto.
24 giugno. - Oggi ho sofferto molto perché mamma non mi ha dato l'abbraccio fino alle dieci e mezza, dopo molti altri. Eppure ho provato una grande gioia. Questa mattina, allo svegliarmi, la Vergine, mia Madre, mi fece gli auguri. Fu la prima. Gesù mi disse che Lui non me li faceva, perché tra sposi non si usa. Mi presentò solo i regali. Che fantastico Gesù! Ho sofferto tutto il giorno perché desideravo che mi festeggiassero di più, essendo il mio onomastico. I cuori degli uomini amano un giorno ed un altro sono indifferenti. Solo Dio non cambia.
25 giugno. - Ho saputo una cosa e ora non ne posso più dalla pena. Sarebbe stato meglio non aver saputo nulla. Dio mio lo offro a te. Sii tu il mio rifugio. Ti prego per quella persona.
26 giugno - Ho avuto pena. Non oso quasi guardare la Madre Izquierdo perché penso che mi crederà una bugiarda Insomma, cosa fare? L'ho fatto perché c'era un fondamento. Avevo visto cio che ho affermato. Dio perdona quella persona. Ho pregato perché non cada più in basso. Ieri era tale la mia pena che mi sono ammalata. Durante la notte quasi agonizzavo, ma Gesù e la Madre mia mi consolavano. Soffro tutto per Lui.
Ma fu così grande l'impressione nel vedere mancare in questo modo che ho dubitato della mia vocazione, perché pensai che era tutto una ipocrisia Ma Gesù mi disse che non dovevo scandalizzarmi, perché uno dei suoi Apostoli era caduto, e che pregassi per lei.
Mi dissero tante cose che credetti di aver perduto tutto. Mi dissero anche cose che Madre Izquierdo pensava di me. Allora ebbi molta pena, perché per evitare che una suora desse cattivo esempio io avevo parlato.
Infine, si faccia la volontà di Dio. Sono quella che sono davanti a Dio, cosa importano le creature?
27 giugno. - Risulto la prima in storia. Sono felice. Io che non ero mai stata tra i primi posti, ora la Vergine me li dona. Glieli ho chiesti per far piacere a papà e a mamma, e soprattutto perché è il mio ultimo anno e voglio lasciare un buon ricordo afflnché tutti vedano che, anche se penso di farmi Carmelitana, sono diligente. Mi ritengo ignorante e se sono tra i più bravi lo devo a Gesù e alla Madre mia. La amo, è così buona!
28 giugno -. Oggi ho avuto notizie di Madre Julia Rios. Ci mandò i saluti. Voglio molto bene a questa Madre che debbo vincermi per non volerle tanto bene e non scriverle. Se sapesse quali sacrifici ho dovuto fare per non rubare tempo allo studio!. Ma infine, Dio lo sa e li ho offerti per le sue intenzione, perché sia esaudita.
29 giugno -. Oggi, grazie a Dio, alleluia, è stata una giornata perfetta per consolare Nostro Signore. Non ho parlato per niente. Mi sono vinta abbastanza, anche se mi sento strana. Ho voglia di piangere, di arrabbiarmi, di parlare e di gridare.
È così bello donare... Amor proprio
30 giugno -. Ieri sera ho pianto vedendolo su quella croce, inchiodato per amor mio. Che buono è Lui e che ingrata sono stata io. Domani andrò a fare il mio apostolato. Spero che Nostro Signore e la Madre mia mi concedano un esito felice.
Ho raccolto trenta pesos il giorno del mio onomastico, comprerò delle scarpe per Juanito' e il resto dirò a mamma di tenermelo per darlo ai poveri. È così bello dare a loro. Ho dato le mie scarpe alla mamma di Juanito.
Martedì 3 luglio -. Ieri siamo uscite. Siamo state con le ragazze. Ci siamo divertite molto, anche se ero un po' triste perché vedo che a Rebeca fanno degli scherzi e Lucia esce con lei e non con me. Mi piace che la festeggino, ma mi piacerebbe che lo facessero anche con me. Se lodano me io lodo anche lei. Inoltre Luefa invitò dalle suore, Rebeca e non me. E avevo abbastanza voglia, ma mi sacrificai, perché Gesù me lo aveva chiesto. Suonai il piano perché me lo chiesero. Tutta la pena fu causata dall'amor proprio che ho. Mi proporrò di ucciderlo radicalmente. Che Gesù e Maria mi aiutino!
Ho parlato con Carmen. Mi raccontò che era stata dalla Madre Superiora e che aveva parlato della vocazione. Ella teme, e anche se le piacerebbe essere suora perché le trova molto felici, ha paura. Ho parlato di questo con il Padre. Ha detto che forse era meglio che vivesse come una religiosa a casa sua. Gielo dirò quando la vedrò.
Mercoledì 4. - Oggi è stata una giornata perfetta e voglio offrirla per le intenzioni della Madre Julia Rios. Ho sacrificato la visita ai Santissimo Sacramento per distribuire i libri. Mi costò, ma Gesù sapeva che era impossibile e che lo desideravo.
Il Padre mi ha detto di fare la meditazione ai mattino, ma la Vergine Maria non mi ha svegliato. Domani proverò per l'ultima volta. Madre, perché non mi ascolti? Sei forse arrabbiata con me? Tu sai che ti amo sempre. Ascoltami e svegliami. Mi dimentico la risoluzione della meditazione. Non so come fare.
Sono molto orgogliosa - Un po' in collera
Giovedì 5 luglio. - Non ho niente da dire oggi. Non sono stata perfetta. Durante la lezione di Francese ho parlato. Eppure mi sono vinta abbastanza. Domani farò un giorno di ritiro. Ne ho tanto bisogno. Mi unisco a Nostro Signore ma non lo imito. Sono ancora molto orgogliosa. Mi propongo di abbattere i germi dell'amor proprio fino all'ultimo. Non so su che cosa possa fondarsi perché sono un nulla criminale". Mi piace che le creature mi stimino ma a che servirà se non mi stima Dio?
Primo venerdì. - Oggi ho cercato di fare ritiro, anche se non mi sembra. Eppure ho ricavato profitto dalla meditazione, ho meditato su Dio e quando penso a Lui rimango immersa nell'amore. Vedo la sua grandezza infinita e la mia estrema miseria, vedo ciò che è il peccato e il grande amore di Dio. Inoltre ho conversato con Gesù e mi ha fatto capire il nulla dei giudizi umani. Un giorno ti credono buona, domani vedono un difetto e immediatamente ti trovano cattiva. E poi a che serve che le creature ti amino e ti riempiano di onori, se Dio l'Essere infinito, ti disprezza?
Oggi ho fatto il voto di non commettere peccati volontari e grazie a Dio l'ho mantenuto. Hanno predicato così bene... Sembra che Gesù l'abbia scelto per me. Parlò dell'imitazione di Gesù: "Imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete pace . Anche se si soffrono persecuzioni, ecc., se imitiamo Gesù avremo pace. Anche gli uccelli, come il condor, hanno ali e piume pesanti, eppure si alzano a grande altezza anche se piove, ecc.., così l'anima mia stende le sue ali e si innalza: queste ali sono l'amore di Dio...
Oggi ho fatto l'apostolato. Ho dato un buon consiglio, Gesù me lo ha ispirato. Ho fatto mangiare la minestra a tre ragazze, facendo fare loro un fioretto per Gesù. E poi siamo andate a visitare una bambina ammalata. Così abbiamo avuto l'occasione di fare un atto di carità. Gesù, quando sarò vicina a Te? Ti amo! Desidero unirmi eternamente a Te.
Sabato 7. - Ho pena. Non ne posso più. Gesù mio mi unisco a Te. Si faccia come tu vuoi e non la mia volontà. Oggi ho chiesto a Rebeca di domandare perdono e tutto è stato inutile. Glielo ho chiesto per amore della Vergine Maria e non mi ha ascoltato. Tutto perso. Dopo mi ha detto che non ha voluto solo perché gliel'ho chiesto io, che le sue cose non dovevano importarmi. Ciò nonostante ho offerto per il suo perdono i dolci di tutta la settimana.
9 luglio. Le ragazze mi hanno fatto tanfi scherzi in classe che piangevo. Inoltre avevo un tale mal di testa e di schiena che non sapevo ciò che mi accadeva. Non risposi, perché non volevo mancare ai silenzio. L'ho offerto per Gesù. Ma poi, in ricreazione, dissi loro che esageravano e che non scherzassero così. Allora mi misi un po' in collera, ma dopo ci siamo comportate bene e alla sera mi mandarono un'immagine. Mi costa molto accettare gli scherzi. Mi fanno rabbia, e le ragazze mi dicono che ho un buon carattere e che, proprio perché non mi arrabbio continuano a farmi gli scherzi. Sento che ogni giorno mi vogliono più bene ed è perché do loro buon esempio.
A letto - Sottomessa alla volontà di Dio
Lettura di Sr. Elisabetta della Trinità
10 luglio. - Sono a letto influenzata. Non ho parlato abbastanza con Gesù. Lo sento all'interno dell'anima. Questa mattina avevo fame di Gesù, perché non ho potuto accostarmi alla comunione Da quando sono venuta da Chacabuco non c'è che un giorno solo che non mi sono comunicata. Sono cento quarantanove comunioni.
13 luglio. - Oggi ho compiuto diciassette anni; un anno in meno di vita. Un anno in meno di distanza dalla morte, dall'unione eterna con Dio. Un anno solo per giungere al porto del Carmelo. Oh, Carmelo! Quando mi aprirai le tue sacre porte? Quante grazie iiìì ha concesso il Signore e come lo ripago male. Mio Gesù, perdonami le mie ingratitudini.
15 luglio. - Ieri ho sofferto abbastanza. Mi applicarono dei rimedi che mi causavano moko delore, ma non mi lamentai. Ero felice perché soffrivo; sentivo che nella schiena mi affondavano degli spi¾ li, ma mi ricordavo del mio Gesù, quando veniva flagellato. Ed ero molto felice senza manifestare il mio dolore. Eppure l'ultima volta non parlavo quasi. Dopo andai a letto, allora mi chiesero se avevo male. Ma dissi che avevo sonno. Non mentivo, perché era vero.
Rebeca mi ha detto che avrei perso dei punti che mi avrebbero superato e che avrei perso il po sto. Al principio ne ho avuto pena. Però dopo pensai che la Vergine mi aveva concesso i punti e i premi e che adesso era volontà di Dio che mi ainmalassi. Sarebbe stata più contenta la Madre mia vedendomi rassegnata. Perciò fui contenta e mi dissi che quella era la volontà di Dio. Anche perché ho chiesto alla Vergine il premio e spero con certezza che me lo darà. E se no, mi darà il premio eterno, perché lo faccio per compiere il mio dovere. Oggi mi mostrerò allegra quando mi applicheranno i rimedi. Per Gesù!
Leggo Elisabetta della Trinità. Mi incanta. La sua anima assomiglia alla mia. Poiché essa è stata una santa, la imiterò e sarò santa. Voglio vivere con Gesù nell'intimo della mia anima. Voglio difenderlo dai suoi nemici. Voglio vivere una vita di cielo - come diceva Elisabetta - essendo una lode di gloria:
1° Vivendo una vita divina. Amando Dio con amore puro. Dandomi a Lui senza riserve. Vivendo in un intima comunione con lo Sposo della mia anima.
2° Compiendo in tutto la volontà di Dio. Come? Compiendo ad ogni istante, con gioia, il mio dovere. Niente mi deve turbare. Tutto deve essere pace come è quella che inonda gli angeli in cielo.
3° Vivendo nel silenzio, perché così lo Spirito Santo trarrà suoni armoniosi e il Padre con lo Spirito Santo formerà in me l’immagine del Verbo.
4° Soffrendo, poiché Cristo ha sofferto tutta la vita e fu lode di gloria del Padre suo. Soffrirò con gioia per i miei peccati e per i peccatori.
5° Vivendo una vita di fede. Guardando tutto dal punto di vista soprannaturale. Riflettendo Cristo come in un cristallo nelle nostre azioni.
6° Vivendo in un continuo rendimento di grazie: che i nostri pensieri, desideri e atti siano una perpetua azione di grazie.
7° Vivendo in una continua adorazione, come gli angeli, ripetendo: Sanctus, sanctus ecc. E poiché non possiamo stare continuamente in orazione, almeno prima di ogni esercizio rinnovare l'intenzione e così saremo una lode di gloria e vivremo una vita di cielo. Anzi, dobbiamo infiammarci maggiormente di zelo per la gloria divina.
"Andiamo nella solitudine" (Ritiro del 1917)
8 agosto. - Oggi entro in ritiro. Odo la voce di Gesù che mi dice: "Andiamo nella solitudine". “La porterò nella solitudine e là parlerò al suo cuore”. Mi ritiro con Lui nell'intimo della mia anima e lì, come in un'altra Nazareth, vivrò in sua compagnia, con la mia Madre e San Giuseppe. Gesù mi ha detto che farà un controllo nella sua casetta per vedere ciò che manca per purificarla.
Quanto grande mi considero dopo aver visto la mia origine: Dio stesso! E il mio fine: un Dio infinito! Ma c'è un punto tra l'origine e la fine ed è la vita. Cosa devo fare dunque mentre vivo? Servire, onorare, amare e glorificare il mio Creatore. E come? Qui è in gioco la mia volontà. Se sono generosa mi darò totalmente a Gesù, che ha dato tutto per me. Le creature, tutto quanto possiedo, me le ha date Dio. Perciò devo usare di esse come se non mi appartenessero. In tutto, dunque, devo compiere la volontà di Dio, del mio Creatore, del mio Salvatore, del mio Tutto. Gli appartengo.
Che cosa sono tutte le cose, se non vanità? Tutto passa, tutto muore. Perciò, perché attaccarmi a cose transitorie che non mi portano a Dio che è il mio fine? Dio, non so come ripagarti per tanti benefici che mi concedi. Signore, d'ora in poi voglio esserti fedele. Giacché mi sono data a Te, voglio darmi completamente. Fin d'ora incomincio a non guardare se non Te, perché tu sei l'unico essere sovrano. Voglio che tutte le mie azioni siano secondo la Tua volontà. Non mi importa ormai la povertà, i disprezzi, perché ciò mi porta a Te. Voglio essere indifferente a tutto, meno che a Dio e alla mia anima.
Come mi vedo ingrata verso il mio Dio! Ho confusione e vergogna per i tanti peccati che ho commesso. Perdono, mio Dio! Quanto ti ho offeso e quanto sei buono. Tu che non mi hai condannato. Io fin d'ora odio il peccato perché mi allontana da Te. Mi rende oggetto di orrore ai Tuoi occhi. Signore, perdono! Fin d'ora voglio essere santa. E pensare che il germe di tutti i peccati è la superbia e questa è la mia passione dominate... Che sono io, Signore, se non miseria, "un nulla criminale?". Che cosa ho io, Signore, che non mi sia stato dato da Te? Signore, voglio essere umiliata, disprezzata, aborrita, per avvicinarmi di più a Te, per non amare che Te. Voglio soffrire per riparare i miei peccati. Perdono, Signore, abbi pietà di me!
Ho compreso che ciò che più mi allontana da Dio è il mio orgoglio. Da oggi voglio e mi propongo di essere umile. Senza l'umiltà le altre virtù sono ipocrisia. Senza di essa le grazie ricevute da Dio sono danno e rovina. L'umiltà ci procura la somiglianza di Cristo, la pace dell'anima, la santità e l'unione intima con Dio. Due sono i mezzi necessari per raggiungerla:
1° la considerazione dei motivi che abbiamo per umiliarci;
2° la pratica frequente di atti di umiliazione.
I gradi principali sono questi:
1° - Sentire bassamente di sé e trattare delle cose proprie come si suole fare con quello che si disprezza.
2° - Il vero umile non vuole essere stimato. Nulla di grande sente o dice di sé, anzi, si reputa l'ultimo di tutti. Se gli altri lo trattano così, egli lo sopporta in silenzio.
3° - Desiderare che lo facciano e cercare con cura queste occasioni.
4° - Se condannassero il nostro parere o la nostra intenzione, rallegrarsi e ringraziare Dio per questo.
Io pratico a volte i primi due. L'umiltà deve essere volontaria, deve essere sincera, deve essere prudente, cioè sapere quando si deve esercitare. Gesù mite e umile di cuore, fate il mio cuore simile al vostro.
Gesù, sono confusa e spaventata. Vorrei annientarmi alla tua presenza. Tanti peccati con i quali ti ho offeso! Mio Dio, perdonami! Mi vedo come un abisso oscuro dal quale esce un fetore insopportabile. Sì, mio Gesù, che pena ho per averti offeso, per aver deturpato la mia anima, per aver sfigurato in essa la tua divina immagine! Forse sono stata non una, ma mille volte, oggetto di orrore ai tuoi occhi. Signore, perdono! Vorrei morire anziché aver peccato. Io una creatura che quasi non si vede. Sono un nulla, più ancora, sono "un nulla criminale" che mi rivolto contro il mio Creatore, quell'Essere che è la sapienza stessa, il potere stesso, che è la stessa bontà, che non ha fatto altro che colmarmi di benefici e mi conserva in vita. Signore, Padre mio, Sposo mio, perdonami le mie cattiverie, le mie ingratitudini! Signore, d'ora in poi voglio essere santa.
Come sono differenti le cose guardate alla luce della morte. Appaiono in tutta la loro realtà e allora l'anima esclama: “Vanità delle vanità, tutto è vanità”. Tutto è niente. Tutto ciò che il mondo stima non vale nulla, Gesù Cristo lo disprezza. Adesso voglio essere povera perché le ricchezze, il denaro, i vestiti, le comodità, i buoni cibi, a che cosa mi serviranno sul mio letto di morte? Di turbamento, nulla più. A che serve un gran nome, gli applausi, gli onori, l'adulazione e la stima delle creature? Nell'ora della morte tutto scompare con questo corpo che diventa presto vaso di putredine e di corruzione.
Tu Gesù, la Sapienza infinita, hai disprezzato tutto questo. Dunque la tua sposa ingrata vuole, con il tuo aiuto, disprezzarlo. O Maria, Madre mia, dammi l'umiltà, dammi la vera sapienza! Non lascerò passare neppure un giorno senza ricordarmi della morte e della vanità delle cose umane. Il mio cuore, Gesù, deve amare solo Te.
Che spavento sarà per l'anima vedere l'enormità delle sue mancanze, vedere tutta la sua vita, vedere che ha sfigurato l'immagine del suo Creatore! Che confusione avrà quando Gesù Cristo si presenterà ad essa! Che orrore, Gesù mio, abbi pietà di me! Ricordati, Gesù mio, che tutta la vita ho desiderato essere tua. Non so perché non credo che le anime che hanno preso e scelto Gesù come padrone del proprio cuore siano respinte. Uno sposo ha compassione della sua sposa. Madre mia, Spes Unica, quando comparirò davanti al mio giudice, digli che sono la tua figlioletta!
L'inferno mi gela. Ma c'è solo una cosa che mi causa più orrore di tutto ed è ciò che disse Santa Teresa: "I dannati non ameranno". Come soffrirà allora il cuore umano, poiché Dio lo creò per Lui. Odiare Dio è il maggior supplizio. Gesù, ho appena visto che cos'è l'inferno, è terribile. Ma ti assicuro che preferirei stare lì per unaeternità puché un'anima, anche miserabile come la mia, ti amasse. Si, Madre, ripetilo a Gesù ad ogni battito del mio cuore, anche se so che non sarebbe più un inferno ma un cielo, perché l'amore è cielo.
Gesù, ho dissipato i tesori di grazie di cui mi hai colmata. Sono stata ingrata. Ti ho abbandonato. Ho peccato, Padre, contro di Te. Perdono, Gesù, sono indegna dei tuoi sguardi celesti. Non voglio che tu mi guardi, ma dammi solo un rifugio nel tuo cuore divino, lì voglio vivere, purificandomi con il tuo fuoco consumante.
Maria, ho disprezzato il tuo Figlio per accontentarmi, per divertirmi. Perdono! Da oggi voglio che la mia intelligenza non conosca che Lui, che la mia volontà si inclini solo a Lui, che il mio cuore e tutto il mio essere non appartengano che a Lui.
Il predicatore parlò sulla tua imitazione, Gesù mio. Tu crescevi in grazia davanti a Dio e agli uomini. Eri obbediente, lavoratore. Madre, insegnami a imitare il mio Sposo divino.
Lei non ha commesso nessun peccato mortale
Voglio servire gli altri, essere santa
Ho confessato i peccati di tutta la mia vita. Che confusione nel vedermi così peccatrice! Ho quasi creduto che sarei morta di dolore. Quando mi preparavo non sapevo che cosa mi succedeva: vedevo nella mia povera anima peccati mortali tanto grandi che inorridivo. Eppure tutti i giorni della mia vita ho recitato alla Madre mia tre Ave Maria perché mi liberasse da tale disgrazia, ché preferirei prima morire. Nonostante ciò ho offerto il sacrificio di non chiedere al Padre se avevo commesso dei peccati mortali e, quale non è stata la mia gioia, nell'udire il Padre che mi diceva: 'Lei, per grazia di Dio, non ha avuto la disgrazia di commettere nessun peccato mortale. Lei si è esposta, e Dio con Amore l'ha preservata. Lo ringrazi di cuore. E quando non si è persa l'innocenza battesimale, il voto di consacrarsi a Dio non è di castità, ma di verginità. Gli offra, quindi, la sua verginità".
Io rimasi muta. Come esprimere ciò che passò nella mia anima? In quell'istante sentivo amore e quell'amore era puro, verginale. Che grande è la misericordia del mio Gesù verso questa sua miserabile sposa! Quanti ringraziamenti alla Madre mia!
14 agosto. - Sento tristezza e abbattimento. Cerco di reprimerla. D'altra parte sono contenta perché mi hanno incaricata di sorvegliare un gruppo della ricreazione: quello delle più piccole. Sono felice perché è una prova di fiducia da parte della Reverenda Madre. Ho sentito un po' di vanità, ma l'ho respinta e lo dissi a Gesù chiedendogli cosa dovevo fare per non sentirla. Allora mi disse che Lui mi dava la sua grazia perché fossi buona e non apparissi cattiva come lo sono in realtà. Oggi ho avuto fervore e soprattutto molto amore. Quando mi avvicinai per comunicarmi, arrivai a piangere. Quanto è buono Gesù! Lo amo.
Sento che i miei propositi sono difficili da mantenere, ma Gesù mi ha incoraggiata ponendomi davanti agli occhi il suo volto disprezzato, umiliato. Gli chiedo di darmi forza.
Da oggi voglio essere sempre l'ultima in tutto. Occupare l'ultimo posto, servire gli altri, sacrificarmi sempre e in tutto per unirmi a Colui che si fece servo essendo Dio, perché ci amava.
Non mi discolperò mai, anche se l'accusa è ingiusta. Farò tutte le cose il meglio che potrò per piacere non alle creature, ma a Dio. Amerò le creature attraverso Dio, in Dio e per Dio. Vivrò costantemente in questo spirito di fede. Non lascerò sfuggire nessuna occasione per umiliarmi e per mortificarmi. Compirò ad ogni istante la volontà di Dio. Credo che la santità sta nell'amore. Voglio essere santa, perciò mi abbandonerò all'amore, poiché questo purifica, serve per espiare. Chi ama non ha altra volontà che quella dell'amato, perciò voglio fare la volontà di Gesù. Chi ama si sacrifica, voglio sacrificarmi in tutto. Non voglio concedermi nessun gusto. Voglio immolarmi costantemente per assomigliare a Colui che soffre per me e mi ama. L'amore obbedisce senza replicare. L'amore è fedele. L'amore non vacilla. L'amore è vincolo d'unione tra due anime. Per mezzo dell'amore mi fonderò con Gesù.
Non ho scritto nulla sulle mie relazioni con il Carmelo. Chela Montes è andata a Los Andes e ha fatto vedere i quaderni dove le avevo scritto. Allora le chiesero molte cose di me. E Teresita, sua sorella, le disse che mi aveva preso in braccio quando ero piccola. La Madre Angelica mi mandò un Sacro Cuore e mi fece dire di scriverle. Perciò le scriverò.
15 agosto. - Oggi, giorno dell'Assunzione, ho chiesto alla Madre mia di darmi il suo cuore. Con quel tesoro avrò tutto. Perché in esso si trova Gesù e tutte le virtù. Ho inventato un altro modo per mortificarmi prima di addormentarmi: mettendomi in punta di piedi ed appoggiandomi sulle dita, mi fa abbastanza male. Non mi lascio sfuggire neppure un fioretto per Gesù.
Voglio essere povera
Domani sarò più fedele
Mi piacciono le Carmelitane
Giovedì 16. - Gesù mio, perdonami. Sono tanto orgogliosa che non so accettare con umiltà la più leggera umiliazione. Gesù, insegnami l'umiltà e mandami umiliazioni, anche se non sono degna di esse. Gesù, voglio essere povera, umile, obbediente, pura, come la Madre mia e come Te, Gesù. Fa della tua casetta un palazzo, un cielo. Anelo vivere adorandoti come gli angeli, sentire il mio nulla alla tua presenza. Sono tanto imperfetta. Voglio essere povera come Te e poiché non posso esserlo, voglio non amare affatto le ricchezze, ecc.
Lunedì 20. - Dio mio, perché mi hai abbandonato? Gesù mio, forse sono stata ingrata con Te. Mi sento insensibile, fredda come un marmo, senza poter meditare e neppure comunicarmi con devozione. Gesù mio, ti offro questo per i miei peccati e per i peccatori, per il Santo Padre e i Sacerdoti. Mi unisco al tuo abbandono sul Calvario.
Martedì 21. - Oggi sono stata più unita al mio Gesù. Lo amo. Questa mattina ha toccato il mio
cuore e mi ha risuscitato dal mio letargo. Lo amo! Mi ha chiesto tre cose:
1) che mantenessi il silenzio.
2) Che vivessi con spirito di fede.
3) che lo ringraziassi per la Comunione nella mattinata e che nel pomeriggio mi preparassi all'altra. La prima cosa l'ho compiuta. Perdono, Gesù, domani sarò più fedele.
Mercoledì 22.- Se Gesù non mi aiutasse nelle mie risoluzioni, le getterei tutte in un abisso per non ricordarmi più di esse. Ma spero in Colui che mi dà forza. Vedremo se domani sarò migliore di oggi, perché quando esco mi distraggo di più, non mi raccolgo tanto.
Ho ricevuto una lettera da Padre Colom. Mi parla della scelta del Monastero. Cosa fare? Non so cosa fare, veramente. D'altra parte mi dicono di non pensarci perché manca molto. Mi manca soltanto un anno perché voglio farmi religiosa a diciotto anni.
Giovedì 23.- Gesù mi ha detto di obbedire al mio confessore, di mettermi nelle sue mani divine, di non preoccuparmi di nulla, perché Lui mi ha già detto dove andrò. Ho esaminato ciò che mi attira al Carmelo e la cosa principale è perché ll vivrò già come in Cielo, perché non mi separerò neppure un istante da Dio. Lo loderò e canterò le sue misericordie costantemente senza occuparmi per nulla del mondo. Inoltre i rigori della penitenza mi attirano, perché sento desiderio di martirizzare il mio corpo. Spezzarlo con i flagelli, non accontentandolo in niente per mortificarlo di tutte le volte che l'ho accontentato facendogli piacere, rifiutandolo alla mia anima. Mi piacciono le Carmelitane perché sono tanto semplici, tanto allegre e Gesù deve esserè stato così. Ma ho visto che la vita Carmelitana consiste nel soffrire, amare e pregare. Quando le consolazioni nella preghiera mi saranno negate, cosa sarà di me? Ho tremato. Ma Gesù mi ha detto: Credi che ti abbandonerò?
Venerdì 24. - Voglio lasciare scritto un fatto che mi è accaduto, perché anche se piccolo, è servito per umiliarmi. Eravamo all'istruzione quando un'ape o un'altra bestia più grande si è avvicinata a me. Senza sapere come, ho fatto un salto e mi sono gettata fuori dalla sala, ma dopo ho avuto vergogna per non aver saputo vincermi, ma poi ho offerto l'umiliazione a Dio e sono rientrata. Allora, Madre Izquierdo, mi ha gnardato tanto fissamente e profondamente che avrei voluto che la terra mi inghiottisse, come per ricordarmi la mia poca vigilanza sulle mie inclinazioni. Come mi sono vista piccola e miserabile! Ero sola, Gesù mi aveva lasciato e io, senza Gesù, cosa sono se non miseria? Dopo andai a domandare perdono alla Madre. Confesso che mi costò, ma mi rivolsi alla Madre mia ed Ella, come sempre, mi aiutò. La Madre Izquierdo mi scusò subito. Credo che avrei preferito che mi avesse rimproverata. Allora mi sono ricordata di Gesù, della sua misericordia, quando gnardò Pietro e lo inteneri con il suo sguardo. Ringrazio il Signore per questo fatto, perché non l'ho offeso, ma è servito per umiliarmi.
Venerdì sono andata a confessarmi. Il Padre mi disse di non inquietarmi per le distrazioni, perché servivano per umiliarmi. Mi disse che quando ero in dubbio su una cosa scegliessi la soluzione intermedia.
Sabato 25. - Quanto amo la mia Madre! Quanto Essa mi ama! Oggi è la festa del suo Cuore Immacolato. Come hanno parlato teneramente di Lei nella predica; ho persino pianto, dopo, tanto la amavo.
Sono triste. Non so che cosa ho. Come mi costa abituarmi a mettermi sempre per ultima, in tutto. Gesù mi ha detto che lui stava sempre all'ultimo posto.
Sfinita - Ammalata
Le sofferenze non mancano
Quando mi comunico, sono coraggiosa
Ho bisogno di Gesù
Lunedì 27 - Non so che cosa ho perché ad ogni istante sento nausea. Oggi varie volte ho dovuto mettere tutta la mia volontà per non lasciarmi prendere dalla tristezza. Ieri ho preso questo proposito nella meditazione: mostrarmi allegra tutto il giorno. L'ho mantenuto. A volte mi sentivo in modo tale che quasi non potevo muovermi per lo sfinimento di animo in cui mi trovo. Credo che sia la debolezza che ho: un mal di testa continuo a cui si aggiunge il dolore alla schiena. Non so più come sto, ma sono felice perché soffro e soffro con Gesù per consolarlo e per riparare i miei peccati e quelli di tutti gli uomini. E una tristezza morale, ma dirò con il salmista: "Sono circondato dai miei nemici, ma confido nel Signore che li annienterà."
28 agosto. - Mi sento peggio ogni giorno. Non ho coraggio per niente, ma insomma, è la volontà di Dio. Si faccia come vuole Lui. Madre, ho messo tutto nelle tue mani. Perché mi hai abbandonato?
Fa che sappia molto bene le mie lezioni e i miei compiti. Madre, fa che ottenga "molto bene" nei miei temi. Mostra che mi sei Madre e dammi tutto, ma umiltà innanzitutto. Gesù, dammi sofferenze. Non importa soffrire perché tu così mi ami.
Questa mattina senza comunione. L'obbedienza me lo impone. Cosa farò, Gesù mio, senza di Te? Cosa sarà di questa miserabile senza Gesù? Ma per fortuna lo possiedo nella mia anima. Lì abita il mio Gesù e non lo lascio uscire.
Oggi - 30 agosto - non mi sono comunicata. Senza unirmi a Dio. E tutto a causa di questo corpo di fango. Quando terminerà questa morte per vivere in Dio? Gesù, tu sei la mia vita, senza di Te muoio, senza di Te vengo meno.
Oggi mi sono sentita male. La nausea non mi lascia. Cosa fare, se è la volontà di Dio? Oggi senza la comunione. Silenzio, corpo, voglio che solo l'anima parli con Dio perché tu taccia con le creature.
Lo sguardo del mio crocifisso mi sostiene. Vedo tutto buio. La mia orazione è finita. Mi hanno proibito di farla alla sera. La comunione mi è stata negata, ma vinco perché Gesù è il tutto ed Egli èdentro la mia anima. Cosa importa tutto il resto? Non voglio guardare se non al presente, cioè, guardare Gesù. Lui mi illumina. L'avveire mi si presenta avvolto dalle tenebre.
Quando mi comunico sento coraggio. Gesù mi dà vita, non solo quella dell'anima, ma anche quella del corpo. E me la tolgono, mi privano del Cielo. Gesù, si faccia la tua volontà e non la mia. Domani mi comunicherò. Ho ottenuto il permesso. Che felicità, domani avrò il Cielo nel mio cuore! Ti amo Gesù, ti adoro! Ringrazio Te e la Madre mia di questo favore. Tutta tua... solo tua... nessuna crea-tura!
1° settembre. - Sempre ammalata. L'avvenire mi si presenta così triste che non voglio guardarlo. Mi hanno detto oggi che mi faranno uscire dal collegio e siccome la H.V. organizzerà il ballo, in quella occasione dovrò fare il mio debutto per l'anno prossimo. Mi causa orrore. E poi vedere anche che non potrò essere Carmelitana a causa della mia salute. Tutto questo mi fa esclamare: Gesù mio, se è possibile passi da me questo calice, ma non si faccia la mia, ma la tua volontà! E il mio povero cuore continua a gemere e Gesù mi guarda contento,mi racconta le sue...
Muoio, mi sento morire. Gesù mio, mi do a Te, Ti offro la mia vita per i miei peccati e per i peccatori. Madre, offrimi come ostia. Veramente ieri non ne potevo più dal dolore al petto, mi stavo soffocando. Non potevo respirare e mi sentivo svenire per il dolore. Ho offerto tutto a Gesù per i miei peccati e per quelli dei peccatori.
Sono a casa mia. Ho dovuto venire perché non ne potevo più. Che pena ho avuto nel lasciare le ragazze, le suore e le mie piccole. Voglio loro tanto bene... Ma si faccia la volontà di Dio.
Non mi sono comunicata. Sono giunta perfino a sognare ieri notte che avevo fame di Gesù, ma dopo, tutto il giorno in uno stato di tiepidezza, non ho fatto orazione e neppure la comunione spirituale. Che cattiva sono! Ma grazie a Dio, oggi ho riparato e ho fatto la comunione spirituale. Incominciavo a meditare quando mi sono addormentata, ma adesso voglio vedere se riesco a meditare. Domani mi comunicherò. Quanto lo desidero, mio Gesù! Sono tanto cattiva, ho bisogno di Te per essere buona. Vieni, amore, vieni presto e ti darò il mio cuore, la mia anima e tutto ciò che ho. Madre, prepara il mio cuore per ricevere Gesù.
Maria è mia Madre e mio tutto
Vocazione Carmelitana
Due lettere dal Carmelo
7 settembre. - Oggi, primo venerdì del mese, non ho potuto comunicarmi perché questa mattina pioveva e mi hanno lasciato a letto1. Che dispiacere ho avuto! Eppure ho parlato con il mio Gesù. Speriamo che mi possa comunicare domani, giorno della Natività della Madre mia. Siccome non ho potuto offrire molti fioretti alla mia piccola Mari, incomincerò una novena, ma non so come farla perché siccome sono ammalata assecondo il mio gusto nel cibo e quasi in tutto, ma domani incomincerò a festeggiare Maria Bambina, perché è mia Madre e mio tutto dopo Gesù. Rinnoverò, inoltre, il voto fino all'8 dicembre.
11 settembre. - Siccome era Vanniversario della mia Prima Comunione sono andata a comunicarmi. Che bello! Sette anni fa Gesù si è unito alla mia anima. Che effusione fu quel primo incontro! Gesù per la prima volta parlò alla mia anima. Che dolce era per me quella melodia che udii per la prima volta!
Oggi sono andata a confessarmi. Ho parlato lungamente con il Padre della mia vocazione. Mi ha detto che, ora, ho vera vocazione Carmelitana. Che Gesù me la poteva dare permanentemente, cioè per sempre e che avrei potuto entrare al Carmelo, oppure momentaneamente, passeggera, per liberarmi, per adesso da tutti i mali del corpo e dell'anima. Inoltre, che poteva essere la mia vera vocazione e che l'avrei potuta segnire se Dio mi dà le qualità necessarie. Ed anche che potevo essere Carmelitana spiritualmente, cioè, conservando lo spirito Carmelitano avrei potuto in casa mia seguire una regola come le Carmelitane, alzandomi ad una tal ora, facendo un'ora di orazione e dopo andando a Messa, comunicarmi, tornare a casa e mettermi al lavoro, rimanendo tutto il giorno alla presenza di Dio, facendo nel pomeriggio un'altra ora di orazione, andare a letto ad un'ora fissa, facendo visite il meno possibile. Mi disse di rispondergli dopo aver riflettuto se mi piaceva questo. Poi mi disse che mi guardassi sempre nello specchio della mia anima e che quando non potessi meditare "coniugassi" il verbo amare così: Io amo Dio o le vanità? Tu, anima, ami disordinatamente te stessa? Egli, Gesù, mi ama di amore eterno. Noi ci amiamo in Dio. Voi vi amate disordinatamente. Essi amano le loro passioni e non amano Cristo Crocifisso. Io amai Gesù fin da piccola, ecc. Io amerò per misericordia di Dio, fino alla morte, Gesù, e questi crocifisso.
Mi ha consigliato qualora fossi senza consolazioni e che mi sentissi senza coraggio, di cercare la consolazione prima in Dio e se Lui non me la dava, di cercarla un poco in una persona degna di fiducia, che mi conducesse a Dio. Che vivessi crocifissa perché Gesù voleva che fossi il suo Cireneo, che Egli mi dava una scheggia della sua croce, che la ricevessi con piacere e che cercassi di non abbattermi, che vivessi più che mal alla presenza di Dio, che mi unissi a Lui, che facessi mezz'ora di meditazione e che quando mi trovavo con altra gente prendessi un libro per leggere e meditare allo stesso tempo. Che mi curassi molto. Mi proibì ogni mortificazione. Che quando mi sentivo stanca non facessi molto sforzo per meditare e che mi accontentassi delle giaculatorie e atti di amore.
13. - Ieri sono venuta in collegio a visitare Rebeca e la Madre Izquierdo ha voluto che mi lasciassero qui. Ero felice perché avevo molto desiderio di venire in collegio, così è stato molto divertente perché ho dovuto cambiarmi abito e tutto. Non so cosa mi succede. È una tristezza interiore così grande che mi sento come isolata da tutti. Tutto mi annoia e tutto mi stanca. Finalmente ieri, grazie a Dio, ho potuto meditare e ho sentito devozione e amore, ciò che da molto tempo il Signore non mi concedeva, neppure nella Comunione. Insomma, questi due mesi di sofferenza sono due mesi di cielo perché, se non mi sono unita molto al mio Gesù, a causa della mia tiepidezza, ciò nonostante ho offerto tutto a Lui e gli ho chiesto di darmi la sua croce.
Mi ha chiesto molto Gesù - lo stesso la mia Madre - di imitarli nell'eclissarmi, cioè il vivere molto nascosta, solo per Lui. Di non manifestare i miei sentimenti a nessuno, se non al mio confessore. Così farò con l'aiuto di Dio. Ieri ho fatto il proposito di essere molto allegra esteriormente.
14. - Ho mantenuto la mia risoluzione di ieri. Sono andata dalla Madre Izquierdo, mi raccomandò di fare tutto per amore, di non cercare le consolazioni di Dio, ma il Dio delle consolazioni e di vivere alla giornata.
Le due Madri Carmelitane mi hanno risposto con delle bellissime lettere. Quella di Los Andes mi ha mandato un'immagine della Vergine Maria con preghiera ed una medaglia del Carmelo e del profeta Elia.
Sono di Gesù
Mi abbandono a ciò che vuole Lui
2 ottobre. - Da molto tempo non scrivo. Sono passate le vacanze del 18 e sono tornata in collegio. Come sono felice di trovarmi di nuovo in collegio, senza aver dato il mio cuore a nessuno. Tutto di Gesù. Voglio che le mie azioni, i miei desideri, i miei pensieri, portino questo marchio: "Sono di Gesù".
Che gioia sento di vivere nuovamente nella casa di Gesù. L'ho così vicino. Ad ogni istante il mio spirito vola ai piedi del Tabernacolo. Eppure da molto tempo non so che cosa sia il fervore. Sento la voce del mio Gesù, ma non lo vedo, non sento il suo amore, sono fredda, insensibile, ma questo mi serve per vedere il mio nulla e la mia miseria. Ed ècosì che quando sto con Gesù non gli parlo, perché la mia immaginazione vola da altre parti, ma quando torno in me, piango vedendo quanto sono ingrata con il mio Gesù, perché Egli viene a dimorare in un'anima così piena di miseria e quasi non parlo con Lui. Infine mi offro interamente a Gesù. Voglio inabissare il mio nulla nel suo infinito amore e potere.
3 ottobre. - Non so cosa fare circa le mortificazioni poiché il Padre mi ha detto di non farne nessuna, ma questo mi pone un problema, riguardo alle caramelle, per esempio. Oggi ho avuto tanta fame che ho mangiato tutte quelle che ho potuto e quelle che mi piacevano di più. Ma mi dà pena vedere come sono. Veramente non so cosa fare. Consulterò la Madre Izquierdo.
Oggi sono stata molto dissipata. Cosa fare con tanta miseria? Gesù mio, Madre mia, abbiate pietà di me, liberatemi dalla tiepidezza. Sono malata nell'anima. Non so che cosa ho.
4 ottobre.- Domani è il primo venerdì. Voglio fare un ritiro per quanto è possibile. Indagherò le cause della mia tiepidezza. Mi sono confessata. Voglio essere migliore. Questa settimana mi mortificherò di più.
5 ottobre. - Oggi ho avuto più fervore. Credo che la mia poca devozione proviene dal fatto che sono molto attaccata a tutto ciò che è terreno, alle vanità. Voglio rinunciare a tutto ciò che è terreno. Voglio vivere sulla croce. Lì c'è abbandono e solitudine.
7 ottobre. - Gesù mi domanda di essere santa. Di fare con perfezione il mio dovere. Mi ha detto che il dovere è la croce, e sulla croce c'è Gesù.
Voglio essere crocifissa. Mi ha detto di salvargli le anime; io gliel'ho promesso. E mi ha detto anche di consolarlo, che si sentiva abbandonato. Mi avvicinò al suo cuore e mi fece sentire i... Lo sento che si impossessa del mio essere. Lo amo.
9 ottobre. - Sono stata molto unita a Nostro Signore, eppure non sento fervore. Sono stata molto strana, ho avuto voglia di comportarmi male, di arrabbiarmi ed infine anche di piangere. Credo che tutto proviene dal mio stato fisico. Questa mattina non ho quasi fatto meditazione, il ringraziamento alla comunione è stato assai poco fervoroso perché sentivo nausea. Ma Gesù mi ha detto di non preoccuparmi, che di questo non ho colpa.
10 ottobre. - Oggi sono stata cattiva, sono stata presuntuosa. Signore, mi prostro ai tuoi piedi per il pensiero di compiacenza che ho avuto per il mio viso e sono stata anche dissipata. Non so cosa fare con tanta miseria.
17 ottobre. - Oggi ho avuto devozione. Ho potuto conversare con Gesù nella comunione. Inoltre oggi che sono uscita, ho conservato la presenza di Dio, undici volte, cosa che non mi capita mai. Ormai non so se preferisco sentire il fervore o non sentirlo. Mi abbandono a ciò che vuole Gesù. Mi sono offerta a Lui come vittima. Voglio essere crocifissa. Oggi Gesù mi ha detto che soffrissi, che mi faceva soffrire perché mi amava. Che dimenticassi me stessa. Che compissi il mio dovere. Grazie a questi consigli e alla sua grazia oggi sono stata migliore. Gesù mio, ti amo, sono tutta tua. Mi consegno completamente alla tua divina volontà. Gesù, dammi la croce, ma dammi la forza per portarla. Non importa che tu mi dia l'abbandono del Calvario o il gaudio di Nazareth, voglio solo vederti contento. Non mi importa non sentire nulla, essere insensibile come una pietra, perché so, Gesù mio, che Tu sai che ti amo. Dammi la croce. Voglio soffrire per Te, ma insegnami a soffrire amando, con allegria, con umiltà.
Signore, se a Te piace, che si infittiscano di più le tenebre della mia anima, che non ti veda, non mi importerà perché voglio compiere la Tua volontà. Voglio passare la vita soffrendo per riparare i miei peccati e quelli dei peccatori e perché i sacerdoti si santifichino. Non desidero essere felice, ma che tu, tu sia felice. Voglio essere un soldato, che tu possa disporre ad ogni istante della mia volontà e dei miei gusti. Voglio essere coraggiosa, forte, generosa a tua disposizione, Signore, Sposo dell'anima mia.
Collera - Dubbi - Mi manca Gesù
Scopo della Carmelitana - Il compito di Marta
Giovedì, 18 ottobre. - Oggi ho dovuto lottare molto per vincermi. Sono andata in collera, avevo voglia di disobbedire e di fare la mia volontà. Mi sono annoiata e ho pensato di non avere la vocazione, che fosse un'illusione, una semplice idea; che in seguito mi sarei disperata; in somma, tante cose. Ma ho pregato la Santa Vergine con devozione e ho inteso in fondo al mio cuore la voce di Gesù:
"Imparate da me che sono mite e umile di cuore". E così ha avuto fine la mia collera.
Di più, oggi, una mamma ci distribuì dei dolciumi e siccome non me ne donava che un piccolo pezzo, andai in collera e lo buttai via e non volevo prendere l'altro che mi offriva. Gesù, che cosa ne pensi di questo soldato che è così vigliacco e imperfetto? Perdonami. Starò attenta la prossima volta. Mi lancio in questo immenso oceano d'amore del tuo Cuore, per perdermi in lui come la goccia d'acqua nell'oceano e per inghiottire così la mia piccolezza nella grandezza della tua misericordia. Noto che sono orgogliosa ma ringrazio Dio che mi ha illuminato con la sua grazia. Ormai voglio essere umile, dimenticare interamente me stessa.
23 ottobre. - Oggi non posso comunicarmi, questa mattina non sto bene. Oh come sono affamata di Gesù! Lo amo ma non sento la dolcezza del suo amore. Non lo vedo. Non importa. L'offro a Gesù per i miei peccati e per quelli dei peccatori, e per la santificazione dei sacerdoti. Sono molto raccolta. Ho degli ardenti desideri di camminare completamente raccolta con gli occhi abbassati, e di dimorare all'interno della mia anima con Gesù. Lo amo. Senza di Lui non vivo. Mi sento morire.
24 ottobre. - Ho mostrato il mio taccuino a Madre Izquierdo ed ha portato la mia attenzione sullo scopo delle mie azioni: la santificazione dei sacerdoti; poiché non sapevo che lo scopo della Carmelitana è di pregare per i sacerdoti, perché anch'essa è sacerdote. Sempre ai piedi dell'altare a ricevere il sangue di Gesù e, attraverso i suoi sacerdoti, spanderlo su tutto il mondo.
25 ottobre. - Non so come fare perché il Padre (il direttore spirituale) permetta che mi mortifichi. Desidero tanto digiunare, portare un cilicio, poiché vedo la necessità che ho di mortificare, non solo la mia volontà, ma anche il mio corpo. Gesù mio, dammi il permesso di fare penitenza. Maria, Madre mia, ispira il Padre a darmi la sua autorizzazione. Domani, è venerdì. Devo umiliarmi. Mi mortificherò conservando il silenzio e mantenendomi in una posizione scomoda. L'ho praticata oggi durante il corso di francese.
29 ottobre. - Domani è giorno di vacanza per le piccole Suore, è per questo che noi, le Figlie di Maria, le sostituiremo svolgendo il compito di Marta. Quanto è felice l'anima che vive di fede! Domani servirò, essere servitrice, schiava, perché e ciò che mi conviene. Ma nella persona del prossimo servirò Dio, Gesù mio. Oggi non mi sono comunicata perché ieri ho partecipato alla processione di Gesù Bambino, per Ignacito. Non c'è stato miracolo, ma sta meglio. Ho avuto più piacere a causa di papà. Quanto ho chiesto a Gesù di guarirlo! E più malato di Ignacitol. Ho offerto la mia vita non so più quante volte. Ieri sera mi sono addormentata tardissimo e questa mattina mi svegliai alle 7, così che non ho potuto andare a Messa. Tuttavia, può darsi che se mi fossi sbrigata ad alzarmi ce l'avrei fatta. Che pena! Gesù mi manca; ma oggi sono rimasta unita a Lui.
30 ottobre. - Ho servito tutta la giornata come Suora. Ne ho gioito perché mi raffiguravo di servire Gesù. Oggi ho parlato abbastanza con Gesù. Mi ha mostrato la necessità che la Carmelitana ha di vivere sempre ai piedi della croce pèr imparare a amare e soffrire. Soffrire in tre maniere:
1) la Carmelitana deve mortificare la carne sull'esempio di Gesù agonizzante;
2) mortificare la volontà, rifiutandosi ogni piacere e sottomettendo la volontà a Dio e al prossimo,
3) la sofferenza dello spirito, dell'abbandono di Gesù all'ora dell'orazione, durante le lotte dell'anima, ecc. Come Gesù che dice sulla croce: "Mio Dio, perché mi hai abbandonato?". La vita della Carmelitana non è altra cosa che amare, giungere all'unione la più perfetta con Dio, e immolarsi e sacrificarsi in tutto, poiché il sacrifcio è loblazione dell'amore.
Quando sarò Carmelitana!
Tutto con Maria
31 ottobre. - Provo della pena perché ogni volta che chiedo dei soldi a papà, mi risponde che non ne ha'. Come fare quando dovrà sborsare la dote per entrare al Carmelo? Gesù! Penso che non mi vorrà lasciare andare. Vedo tanta ostilità nei confronti di loro. Gesù, mi abbandono a te. Tu sei onnipotente. Vieni a liberarmi e che sia presto, prestissimo e per sempre. Domani, il cielo è in festa (La festa di Tutti i Santi. N.d.T.). Canterò tutta la giornata. Sarò una lode di gloria per il mio Dio.
1 novembre. - Ho trascorso l'intera giornata con un mal di stomaco atroce. Ma, infine, che la volontà di Dio sia fatta. Non so proprio come abbia potuto fare l'orazione e il ringraziamento, poiché svenivo per le sofferenze. Dio mi scuserà. Oggi abbiamo recitato l'Ufficio dei defunti. È così bello. Ciò che comprendevo m'incantava. Quando diventerò Carmelitana per cantare quotidianamente le lodi del Signore?
2 novembre. - Sono andata a confessarmi. Dio mi comunica molta pace con questo sacramento! Sì. Mi sento ora ricolma di coraggio per Gesù. Gli ho chiesto se voleva che cambiassi d'argomento per l'esame di coscienza particolare. Mi ha risposto di farlo sulla devozione alla Vergine. La prima settimana meditare sulla grandezza di Maria; la seconda, sulla bontà del suo cuore; la terza sull'amore materno del suo cuore; la quarta, come devo onorarla, amarla e porre tutta la mia confidenza in Lei. Mi ha detto di dar tutto a Maria perché Ella lo presenta a Gesù. Mi ha pure detto di fare tutto quanto mi è possibile per vivere senza consolazioni né piacere durante l'orazione. Che avrei dovuto fare con uno stesso cuore, anche se non vi avessi trovato piacere, e che mi sarei dovuta rassegnare a vivere così. Mi ha permesso ti portare una cordicella con dei nodi (strumento di penitenza di corda ruvida messo attorno ai fianchi).
Sono malata. Non posso mangiare alcunché. Digiuno. Sono felice. Quanto è buono Gesù a donarmi la sua croce. Sono felice. Gli provo così il mio amore. Di più. Le mie scarpe mi feriscono. Non mi lamenterò per offrirlo alla Vergine. Sono sola. Non mi comunico, sono sulla croce, e su di essa c'è il piccolo Gesù. Allora, sono in comunione permanente. Gesù ti rendo grazie per la croce. Caricala ancor di più, ma dammi forza e amore. So che sono indegna di soffrire. Gesù, con te. Perdonami le ingratitudini. Abbi pietà dei peccatori. Santifica i sacerdoti.
Con Gesù alla conquista delle anime
16 novembre. - Ieri sera, un ora con Gesu. Abbiamo colloquiato intimamente. Mi ha rimproverato di non accorrere presso il suo Cuore, come facevo prima, per i miei dubbi e le mie sofferenze. In seguito mi ha parlato della povertà, come sono uscita da lui senza nulla, che tutto è suo, che ogni cosa passa e che non è che vanità. Poi, mi parlò dell'umiltà di pensiero, d'azione, e della vana scienza. Infine, mi apri il suo Cuore e mi mostrò che vi era scritto, a causa delle mie preghiere, il nome di papà. Mi domandò di rassegnarmi a non vedere il frutto di queste preghiere, ma che otterrò tutto. Poi mi rivelò il suo amore, ma in modo tale che mi sono messa a piangere. Mi mostrò la sua grandezza e il mio nulla e mi disse di avermi scelta come vittima, che salirò con lui al Calvario, cominceremo insieme la conquista delle anime: lui, come Capitano, io come soldato. La nostra arma: la croce. Il nostro motto: l'amore. Mi disse di soffrire con gioia, con amore. Ogni giorno gli toglierò una spina dal Cuore e l'amerò. Mi disse che diventerò Carmelitana; occorre che non perda la fiducia. Non devo dirlo poiché si tenterà di persuadermi del contrario. Infine, non devo appartenere che a Lui: vergine, intatta, pura.
21 novembre. - Ho della pena. Sono uscita. Mi hanno detto che forse non andremo in vacanza. D'altra parte, chiedo alla Vergine per papà che si confessi, che la pace ritorni nella famiglia. Mi sento ogni giorno più male. Ad ogni momento ho delle debolezze. Adesso ho mal di schiena e di petto, ma infine che si compia la volontà di Dio. Anche Ignacito ha bisogno di uscire. Lucho è magrissimo. Mia piccola mamma... quanto vorrei, con il mio lavoro, poter farli uscire! Madre dì a Gesù ciò di cui ho bisogno e supplicalo molto. Madre, affido tutte le mie sofferenze al tuo Cuore materno.
Non ne posso più. Se Gesù non mi sostenesse, non so cosa farei, poiché trascorrerei tutta la giornata senza concludere nulla, distesa. Ho delle debolezze. Un mal di testa che me ne fa vedere di tutti i colori. Mio Dio che si compia la tua e non la mia volontà. Ti offro le mie sofferenze per i miei peccati, per i peccatori, per la santificazione dei sacerdoti. dove non ti offenderò più, dove mi ubriacherò del tuo amore, dove Gesù, sarò con te, poiché devo essere in te e muovermi in te.
23 novembre. - Ho esercitato il mio apostolato. Avevano accusato gravemente una bambina e, dopo tutto anche punita. Era così disperata che aveva pensato di chiedere a Madre Izquierdo di toglierle la punizione. Recitai un "Ricordati pussima Vergine..." (classica preghiera a Maria di San Bernardo) e dissi alla bambina tutto ciò che mi aveva ispirato per incoraggiarla e consolarla. Le dissi della Vergine; di raccontarle le sue sofferenze e che le chieda la sua protezione. In fondo, se avesse sofferto con pazienza, avrebbe posseduto una grande ricompensa in cielo.
25 novembre. - Oggi ho contemplato Mater admirabilis' nel suo tempio, in quel silenzio maestoso per il quale tutto il suo essere s'univa a Dio. Rimane-va così ad adorarlo e a riconoscere il suo nulla davanti a Dio. Mi sono sforzata di conservare questo raccoglimento e sono rimasta, tanto quanto ho potuto, gli occhi abbassati e alla presenza di Gesù.
Non fare la propria volontà - Disponibilità
26 novembre. - Mi sento così male oggi che avevo pensato di rimanere distesa perché non riuscivo a mantenermi in piedi. Ma Gesù mi ha sorretta e ho chiesto solo il permesso di recarmi in giardino a prendere aria. Mi sono così sentita meglio perché avevo mal di petto e non riuscivo a respirare. Che sia fatta la tua volontà.
29 novembre. - Madre Bose mi segue dovunque vado. Sento che fremo di rabbia, tuttavia non guardo le creature, ma Dio che le dona l'idea di seguirmi. Che si compia la volontà di Dio; così mi tranquillizzo.
30 novembre. - Mi sono recata a visitare Madre Izquierdo. Mi ha parlato della mia vocazione e mi ha ripetuto ancora una volta che non nota in me né la vocazione, né la salute per essere Carmelitana. Abbiamo, poi, discusso molto. Sono partita con della pena. È la sola che non mi trova la vocazione Carmelitana. Rimetto tutto nelle mani del mio Ge-su. È così facile abbandonarsi a Gesù.
3 dicembre. - Ieri siamo usciti per l'intera giornata. Ho osservato che amo ancora le vanità preparandomi per apparire in gamba; ma per fortuna, o per grazia, non ho acconsentito e ho tutto scacciato dalla mia mente. Tuttavia, il mio sguardo è andato verso lo specchio e mi sono osservata.
Dicembre. - Mi sono confessata. (Il confessore) mi ha permesso di rinnovare il voto' fatto a Pasqua. Ho raccontato al Padre ciò che mi aveva detto Madre Izquierdo: cioè che non credeva che avessi una vocazione Carmelitana. Allora mi ha detto che Dio non sceglieva una religiosa per manifestare la sua volontà, ma che è al confessore che egli dona la sua luce. Che non ci badi né vi ponga fiducia.
Mi parla di ciò che mi devo sforzare di compiere - poiché Gesù desidera che sia vittima - è di far morire l'io. Per questo, non possedere volontà propria; non parlare di me né in bene né in male come se si trattasse d'un essere che non esiste, d'un nulla, poiché lo sono, e non soltanto "un nulla" ma per di piu criminale", annichilirmi davanti a Dio e riconoscere la sua grandezza allo stesso tempo che il mio nulla, la mia bassezza.
Mi ha chiesto in seguito se ero disposta a soffrire al Carmelo desolazione, dubbi, aridità, ecc. Gli ho risposto sì. Fin d'ora li chiedo a Nostro Signore. Poi mi ha chiesto se amassi un'umiliazione agli esami o nei voti. Gli ho risposto di no. Ma mi disse che, se questo mi servisse per il bene della mia anima, dovrei desiderarli. Così dunque lo desidero se questo deve essere per il meglio.
8 dicembre. - Ho rinnovato il voto. Gesù mi ha chiesto un'unione totale con lui, senza mischiare le creature né alcunché di terrestre. Ho partecipato alla processione, amerei (...)
10 dicembre. - Oggi, grazie a Dio, non mi sono discolpata quando mi hanno accusata. Gesù mi ha aiutata: mi sono sentita così male, ciò mi ha causato molta debolezza e ho cominciato ad aver male alla schiena in modo terribile. Ho male alla spina dorsale e al cervello. Gesù, mi sarà concesso di vivere in te? Che si compia la tua volontà e non la mia.
14 dicembre. - Sto per lasciare il collegio. Molta pena e non riesco quasi a piangere. Solo Gesù capisce ciò che soffro: lasciare per sempre questo luogo dove ho trascorso tante ore così felici, dove si vive come a Nazareth poiché si può vivere con lui senza pericolo per la nostra innocenza, dove ci insegnano la virtù. Lascio tutto per entrare nel mondo pieno di inganni. Ho paura che le vanità non mi incatenino. Signore, ti chiedo solamente di donarmi delle sofferenze. Queste mi conducono a te.
Madre, so che tu sei mia Madre. Ricordati che mi sono donata a te. Conservami pura, vergine, nel tuo Cuore immacolato. Che sia il mio rifugio, la mia speranza, la mia consolazione, la mia solitudine. Mi metto fra le tue braccia materne perché tu mi ponga in quelle di Gesù. Mi abbandono a Lui. Che la sua santa volontà si faccia.
PER CHI SOFFRI?
Sant'Anna Schaffer
Il
20 e il 24 dicembre 1920 sognai nuovamente il maligno. Nel sogno del
primo marzo 1921 il diavolo mi percuoteva molto forte e diceva: "Adesso
potrai gridare davvero!", ma pur dicendo questo mi tappava la bocca.