Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Lo confesso francamente: morir d'amore, come nostro Signore è morto d'amore sulla croce, mi sembra ciò che io sto provando. (Santa Teresina di Lisieux)

Liturgia delle Ore - Letture

Giovedi della 24° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 6

1Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.2Alcuni farisei dissero: "Perché fate ciò che non è permesso di sabato?".3Gesù rispose: "Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni?4Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?".5E diceva loro: "Il Figlio dell'uomo è signore del sabato".

6Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita.7Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.8Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Alzati e mettiti nel mezzo!". L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato.9Poi Gesù disse loro: "Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?".10E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: "Stendi la mano!". Egli lo fece e la mano guarì.11Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

12In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.13Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli:14Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo,15Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota,16Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.

17Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone,18che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti.19Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

20Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
"Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
22Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.23Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
25Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
26Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

27Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.29A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.30Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.31Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.32Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.33E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;38date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio".

39Disse loro anche una parabola: "Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca?40Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro.41Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?42Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
43Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni.44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.45L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore.

46Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?47Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile:48è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.49Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande".


Numeri 15

1Il Signore disse a Mosè:2"Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando sarete entrati nel paese che dovrete abitare e che io vi dò3e offrirete al Signore un sacrificio consumato dal fuoco, olocausto o sacrificio per soddisfare un voto, o per un'offerta volontaria, o nelle vostre solennità, per fare un profumo soave per il Signore con il vostro bestiame grosso o minuto,4colui che presenterà l'offerta al Signore, offrirà in oblazione un decimo di 'efa' di fior di farina intrisa in un quarto di 'hin' di olio.5Farai una libazione di un quarto di 'hin' di vino oltre l'olocausto o sacrificio per ogni agnello.6Se è per un ariete, offrirai in oblazione due decimi di 'efa' di fior di farina con un terzo di 'hin' di olio7e farai una libazione di un terzo di 'hin' di vino come offerta di odore soave in onore del Signore.8Se offri un giovenco in olocausto o in sacrificio per soddisfare un voto o in sacrificio di comunione al Signore,9oltre il giovenco si offrirà, in oblazione, tre decimi di 'efa' di fior di farina intrisa in mezzo 'hin' di olio10e farai una libazione di un mezzo 'hin' di vino; è un sacrificio consumato dal fuoco, soave profumo per il Signore.11Così si farà per ogni bue, per ogni ariete, per ogni agnello o capretto.12Qualunque sia il numero degli animali che immolerete, farete così per ciascuna vittima.13Quanti sono nativi del paese faranno così, quando offriranno un sacrificio consumato dal fuoco, soave profumo per il Signore.14Se uno straniero che soggiorna da voi o chiunque dimorerà in mezzo a voi in futuro, offrirà un sacrificio con il fuoco, soave profumo per il Signore, farà come fate voi.15Vi sarà una sola legge per tutta la comunità, per voi e per lo straniero che soggiorna in mezzo a voi; sarà una legge perenne, di generazione in generazione; come siete voi, così sarà lo straniero davanti al Signore.16Ci sarà una stessa legge e uno stesso rito per voi e per lo straniero che soggiorna presso di voi".
17Il Signore disse ancora a Mosè:18"Parla agli Israeliti e riferisci loro. Quando sarete arrivati nel paese dove io vi conduco19e mangerete il pane di quel paese, ne preleverete un'offerta da presentare al Signore.20Delle primizie della vostra madia, metterete da parte una focaccia come offerta da elevare secondo il rito, la preleverete come si preleva dall'aia l'offerta che si fa con il rito di elevazione.21Delle primizie della vostra madia darete al Signore una parte come offerta che si fa elevandola, di generazione in generazione.
22Se avrete mancato per inavvertenza e non avrete osservato tutti questi comandi che il Signore ha dati a Mosè,23quanto il Signore vi ha comandato per mezzo di Mosè, dal giorno in cui il Signore vi ha dato comandi e in seguito, nelle vostre successive generazioni,24se il peccato è stato commesso per inavvertenza da parte della comunità, senza che la comunità se ne sia accorta, tutta la comunità offrirà un giovenco come olocausto di soave profumo per il Signore, con la sua oblazione e la sua libazione secondo il rito, e un capro come sacrificio espiatorio.25Il sacerdote farà il rito espiatorio per tutta la comunità degli Israeliti e sarà loro perdonato; infatti si tratta di un peccato commesso per inavvertenza ed essi hanno portato l'offerta, il sacrificio fatto in onore del Signore mediante il fuoco e il loro sacrificio espiatorio davanti al Signore, a causa della loro inavvertenza.26Sarà perdonato a tutta la comunità degli Israeliti e allo straniero che soggiorna in mezzo a loro, perché tutto il popolo ha peccato per inavvertenza.27Se è una persona sola che ha peccato per inavvertenza, offra una capra di un anno come sacrificio espiatorio.28Il sacerdote farà il rito espiatorio davanti al Signore per la persona che avrà mancato commettendo un peccato per inavvertenza; quando avrà fatto l'espiazione per essa, le sarà perdonato.29Si tratti di un nativo del paese tra gli Israeliti o di uno straniero che soggiorna in mezzo a voi, avrete un'unica legge per colui che pecca per inavvertenza.
30Ma la persona che agisce con deliberazione, nativo del paese o straniero, insulta il Signore; essa sarà eliminata dal suo popolo.31Poiché ha disprezzato la parola del Signore e ha violato il suo comando, quella persona dovrà essere eliminata; porterà il peso della sua colpa".
32Mentre gli Israeliti erano nel deserto, trovarono un uomo che raccoglieva legna in giorno di sabato.33Quelli che l'avevano trovato a raccogliere legna, lo condussero a Mosè, ad Aronne e a tutta la comunità.34Lo misero sotto sorveglianza, perché non era stato ancora stabilito che cosa gli si dovesse fare.35Il Signore disse a Mosè: "Quell'uomo deve essere messo a morte; tutta la comunità lo lapiderà fuori dell'accampamento".36Tutta la comunità lo condusse fuori dell'accampamento e lo lapidò; quegli morì secondo il comando che il Signore aveva dato a Mosè.
37Il Signore aggiunse a Mosè:38"Parla agli Israeliti e ordina loro che si facciano, di generazione in generazione, fiocchi agli angoli delle loro vesti e che mettano al fiocco di ogni angolo un cordone di porpora viola.39Avrete tali fiocchi e, quando li guarderete, vi ricorderete di tutti i comandi del Signore per metterli in pratica; non andrete vagando dietro il vostro cuore e i vostri occhi, seguendo i quali vi prostituite.40Così vi ricorderete di tutti i miei comandi, li metterete in pratica e sarete santi per il vostro Dio.41Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho fatti uscire dal paese di Egitto per essere il vostro Dio. Io sono il Signore vostro Dio".


Salmi 85

1'Al maestro del coro. Dei figli di Core.' Salmo.
2Signore, sei stato buono con la tua terra,
hai ricondotto i deportati di Giacobbe.
3Hai perdonato l'iniquità del tuo popolo,
hai cancellato tutti i suoi peccati.
4Hai deposto tutto il tuo sdegno
e messo fine alla tua grande ira.

5Rialzaci, Dio nostra salvezza,
e placa il tuo sdegno verso di noi.
6Forse per sempre sarai adirato con noi,
di età in età estenderai il tuo sdegno?
7Non tornerai tu forse a darci vita,
perché in te gioisca il tuo popolo?
8Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.

9Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
10La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
11Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
12La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.

13Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
14Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza.


Salmi 68

1'Al maestro del coro. Di Davide. Salmo. Canto.'

2Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
3Come si disperde il fumo, tu li disperdi;
come fonde la cera di fronte al fuoco,
periscano gli empi davanti a Dio.
4I giusti invece si rallegrino,
esultino davanti a Dio
e cantino di gioia.

5Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,
spianate la strada a chi cavalca le nubi:
"Signore" è il suo nome,
gioite davanti a lui.
6Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
7Ai derelitti Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri;
solo i ribelli abbandona in arida terra.
8Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo,
quando camminavi per il deserto,
9la terra tremò, stillarono i cieli
davanti al Dio del Sinai,
davanti a Dio, il Dio di Israele.
10Pioggia abbondante riversavi, o Dio,
rinvigorivi la tua eredità esausta.
11E il tuo popolo abitò il paese
che nel tuo amore, o Dio, preparasti al misero.

12Il Signore annunzia una notizia,
le messaggere di vittoria sono grande schiera:
13"Fuggono i re, fuggono gli eserciti,
anche le donne si dividono il bottino.
14Mentre voi dormite tra gli ovili,
splendono d'argento le ali della colomba,
le sue piume di riflessi d'oro".
15Quando disperdeva i re l'Onnipotente,
nevicava sullo Zalmon.
16Monte di Dio, il monte di Basan,
monte dalle alte cime, il monte di Basan.

17Perché invidiate, o monti dalle alte cime,
il monte che Dio ha scelto a sua dimora?
Il Signore lo abiterà per sempre.
18I carri di Dio sono migliaia e migliaia:
il Signore viene dal Sinai nel santuario.
19Sei salito in alto conducendo prigionieri,
hai ricevuto uomini in tributo:
anche i ribelli abiteranno
presso il Signore Dio.

20Benedetto il Signore sempre;
ha cura di noi il Dio della salvezza.
21Il nostro Dio è un Dio che salva;
il Signore Dio libera dalla morte.
22Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici,
la testa altéra di chi percorre la via del delitto.

23Ha detto il Signore: "Da Basan li farò tornare,
li farò tornare dagli abissi del mare,
24perché il tuo piede si bagni nel sangue,
e la lingua dei tuoi cani riceva la sua parte tra i nemici".

25Appare il tuo corteo, Dio,
il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario.
26Precedono i cantori, seguono ultimi i citaredi,
in mezzo le fanciulle che battono cèmbali.
27"Benedite Dio nelle vostre assemblee,
benedite il Signore, voi della stirpe di Israele".
28Ecco, Beniamino, il più giovane,
guida i capi di Giuda nelle loro schiere,
i capi di Zàbulon, i capi di Nèftali.

29Dispiega, Dio, la tua potenza,
conferma, Dio, quanto hai fatto per noi.
30Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
a te i re porteranno doni.
31Minaccia la belva dei canneti,
il branco dei tori con i vitelli dei popoli:
si prostrino portando verghe d'argento;
disperdi i popoli che amano la guerra.
32Verranno i grandi dall'Egitto,
l'Etiopia tenderà le mani a Dio.

33Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore;
34egli nei cieli cavalca, nei cieli eterni,
ecco, tuona con voce potente.

35Riconoscete a Dio la sua potenza,
la sua maestà su Israele,
la sua potenza sopra le nubi.
36Terribile sei, Dio, dal tuo santuario;
il Dio d'Israele dà forza e vigore al suo popolo,
sia benedetto Dio.


Isaia 3

1Ecco infatti, il Signore, Dio degli eserciti,
toglie a Gerusalemme e a Giuda
ogni genere di sostegno,
ogni riserva di pane
e ogni sostentamento d'acqua,
2il prode e il guerriero,
il giudice e il profeta,
l'indovino e l'anziano,
3il capo di una cinquantina e il notabile,
il consigliere e il mago sapiente
e l'esperto di incantesimi.
4Io metterò come loro capi ragazzi,
monelli li domineranno.
5Il popolo userà violenza: l'uno contro l'altro,
individuo contro individuo;
il giovane tratterà con arroganza l'anziano,
lo spregevole, il nobile.
6Poiché uno afferra l'altro
nella casa del padre:
"Tu hai un mantello: sii nostro capo;
prendi in mano questa rovina!".
7Ma quegli si alzerà in quel giorno per dire:
"Non sono un medico;
nella mia casa non c'è pane
né mantello;
non mi ponete a capo del popolo!".
8Certo, Gerusalemme va in rovina
e Giuda crolla,
perché la loro lingua e le loro opere sono contro il Signore,
fino ad offendere la vista della sua maestà divina.
9La loro parzialità verso le persone li condanna
ed essi ostentano il peccato come Sòdoma:
non lo nascondono neppure; disgraziati!
Si preparano il male da se stessi.
10Beato il giusto, perché egli avrà bene,
mangerà il frutto delle sue opere.
11Guai all'empio! Lo colpirà la sventura,
secondo i misfatti delle sue mani avrà la mercede.
12Il mio popolo! Un fanciullo lo tiranneggia
e le donne lo dominano.
Popolo mio, le tue guide ti traviano,
distruggono la strada che tu percorri.
13Il Signore appare per muovere causa,
egli si presenta per giudicare il suo popolo.
14Il Signore inizia il giudizio
con gli anziani e i capi del suo popolo:
"Voi avete devastato la vigna;
le cose tolte ai poveri sono nelle vostre case.
15Qual diritto avete di opprimere il mio popolo,
di pestare la faccia ai poveri?".
Oracolo del Signore, Signore degli eserciti.

16Dice il Signore:
"Poiché si sono insuperbite le figlie di Sion
e procedono a collo teso,
ammiccando con gli occhi,
e camminano a piccoli passi
facendo tintinnare gli anelli ai piedi,
17perciò il Signore renderà tignoso
il cranio delle figlie di Sion,
il Signore denuderà le loro tempie".
18In quel giorno il Signore toglierà l'ornamento di fibbie, fermagli e lunette,19orecchini, braccialetti, veli,20bende, catenine ai piedi, cinture, boccette di profumi, amuleti,21anelli, pendenti al naso,22vesti preziose e mantelline, scialli, borsette,23specchi, tuniche, cappelli e vestaglie.
24Invece di profumo ci sarà marciume,
invece di cintura una corda,
invece di ricci calvizie,
invece di vesti eleganti uno stretto sacco,
invece di bellezza bruciatura.

25"I tuoi prodi cadranno di spada,
i tuoi guerrieri in battaglia".
26Si alzeranno lamenti e gemiti alle tue porte
e tu, disabitata, giacerai a terra.


Prima lettera ai Corinzi 7

1Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per l'uomo non toccare donna;2tuttavia, per il pericolo dell'incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito.
3Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito.4La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie.5Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione.6Questo però vi dico per concessione, non per comando.7Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro.
8Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io;9ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere.
10Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito -11e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito - e il marito non ripudi la moglie.
12Agli altri dico io, non il Signore: se un nostro fratello ha la moglie non credente e questa consente a rimanere con lui, non la ripudi;13e una donna che abbia il marito non credente, se questi consente a rimanere con lei, non lo ripudi:14perché il marito non credente viene reso santo dalla moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente; altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, mentre invece sono santi.15Ma se il non credente vuol separarsi, si separi; in queste circostanze il fratello o la sorella non sono soggetti a servitù; Dio vi ha chiamati alla pace!16E che sai tu, donna, se salverai il marito? O che ne sai tu, uomo, se salverai la moglie?
17Fuori di questi casi, ciascuno continui a vivere secondo la condizione che gli ha assegnato il Signore, così come Dio lo ha chiamato; così dispongo in tutte le chiese.18Qualcuno è stato chiamato quando era circonciso? Non lo nasconda! È stato chiamato quando non era ancora circonciso? Non si faccia circoncidere!19La circoncisione non conta nulla, e la non circoncisione non conta nulla; conta invece l'osservanza dei comandamenti di Dio.20Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato.21Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare; ma anche se puoi diventare libero, profitta piuttosto della tua condizione!22Perché lo schiavo che è stato chiamato nel Signore, è un liberto affrancato del Signore! Similmente chi è stato chiamato da libero, è schiavo di Cristo.23Siete stati comprati a caro prezzo: non fatevi schiavi degli uomini!24Ciascuno, fratelli, rimanga davanti a Dio in quella condizione in cui era quando è stato chiamato.
25Quanto alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita fiducia.26Penso dunque che sia bene per l'uomo, a causa della presente necessità, di rimanere così.27Ti trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei sciolto da donna? Non andare a cercarla.28Però se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella carne, e io vorrei risparmiarvele.

29Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero;30coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero;31quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo!32Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore;33chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie,34e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito.35Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni.
36Se però qualcuno ritiene di non regolarsi convenientemente nei riguardi della sua vergine, qualora essa sia oltre il fiore dell'età, e conviene che accada così, faccia ciò che vuole: non pecca. Si sposino pure!37Chi invece è fermamente deciso in cuor suo, non avendo nessuna necessità, ma è arbitro della propria volontà, ed ha deliberato in cuor suo di conservare la sua vergine, fa bene.38In conclusione, colui che sposa la sua vergine fa bene e chi non la sposa fa meglio.
39La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito; ma se il marito muore è libera di sposare chi vuole, purché ciò avvenga nel Signore.40Ma se rimane così, a mio parere è meglio; credo infatti di avere anch'io lo Spirito di Dio.


Capitolo X: La santa Comunione non va tralasciata con leggerezza

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Voce del Diletto

1. A questa sorgente della grazia e della misericordia divina, a questa sorgente della bontà e di ogni purezza devi ricorrere frequentemente, fino a che tu non riesca a guarire dalle tue passioni e dai tuoi vizi; fino a che tu non ottenga di essere più forte e più vigilante contro tutte le tentazioni e gli inganni del diavolo. Questi, il nemico, ben sapendo quale sia il beneficio e il rimedio grande insito nella santa Comunione, tenta in ogni modo e in ogni momento di ostacolare, per quanto può, le anime fedeli e devote, distogliendole da essa. Taluni, infatti, quando vogliono prepararsi alla santa Comunione, subiscono i più forti assalti del demonio. Lo spirito del male - come è detto nel libro di Giobbe (1,6; 2,1) - viene in mezzo ai figli di Dio, per turbarli, con la consueta sua perfidia, e per renderli troppo timorosi e perplessi, finché non abbia affievolito il loro slancio o abbia loro strappato, di forza, la fede: nella speranza che essi lascino del tutto la Comunione o vi si accostino con poco fervore. Ma non ci si deve curare per nulla delle sue astuzie e delle sue suggestioni, per quanto turpi e terrorizzanti, Su di lui bisogna ritorcere le immaginazioni che provengono da lui. Va disprezzato e deriso, quel miserabile. Per quanti assalti egli compia e per quante agitazioni egli susciti, la santa Comunione non deve essere tralasciata. Talora avviene che siano di ostacolo alla Comunione persino una eccessiva preoccupazione di essere sufficientemente devoti e una certa angustia dubbiosa sul confessarsi. Ma tu agisci secondo il consiglio dei saggi, tralasciando ansie e scrupoli, che costituiscono impedimento alla grazia divina e distruggono lo spirito di devozione. Non lasciare la santa Comunione, per ogni piccola difficoltà o stanchezza. Ma va subito a confessarti e perdona di cuore agli altri ogni offesa ricevuta; che se tu hai offeso qualcuno e chiedi umilmente scusa, il Signore prontamente avrà misericordia di te.

2. Che giova ritardare tanto la confessione o rimandare la santa Comunione? Purificati al più presto; sputa subito il veleno; corri a prendere il rimedio: ti sentirai meglio che se tu avessi differito tutto ciò. Se oggi, per una piccola cosa, rinunci, domani forse accadrà qualcosa di più grave: così ti potrebbe essere impossibile per lungo tempo, la Comunione e potresti diventare ancora più indegno. Scuotiti al più presto dalla stanchezza e dall'inerzia, in cui oggi ti trovi: non serve a nulla restare a lungo nell'ansietà e tirare avanti nel turbamento, separandoti, in tal modo, per questi quotidiani ostacoli, dalle cose divine. Anzi è molto dannoso rimandare tanto la Comunione, perché ciò suole anche ingenerare grave torpore. Avviene persino - cosa ben dolorosa - che taluni, nella loro tiepidezza e leggerezza, accettino di buon grado questi ritardi della confessione, e desiderino di ritardare così la santa Comunione, proprio per non essere obbligati a una più severa custodia di sé. Oh!, come è scarso l'amore, come è fiacca la devozione di coloro che rimandano tanto facilmente la Comunione. E come è felice e caro a Dio colui che vive in modo da custodire la sua coscienza in una tale limpidezza da essere pronto e pieno di desiderio di comunicarsi anche ogni giorno, se gli fosse consentito e se potesse farlo senza essere criticato. Se uno qualche volta si astiene dalla Comunione per umiltà, o per un giusto impedimento, gli va data lode, a causa del suo rispettoso timore. Se invece fa questo per una sorta di torpore, che si è insinuato in lui, deve scuotersi e agire, quanto gli è possibile: il Signore aderirà al suo desiderio, grazie alla buona volontà, alla quale Dio guarda in modo speciale.

3. Se, invece, uno è trattenuto da ragioni valide, ma avrà la buona volontà e la devota intenzione di comunicarsi, costui non mancherà dei frutti del Sacramento. Giacché ognuno che abbia spirito di devozione può, in ogni giorno e in ogni ora, darsi salutarmente, senza che alcuno glielo impedisca, alla comunione spirituale con Cristo; pur dovendo, in certi giorni e nel tempo stabilito, con reverente affetto, prendere sacramentalmente in cibo il corpo del suo Redentore, mirando più a dare lode e onore a Dio che ad avere consolazione per sé. Infatti questo invisibile ristoro dell'anima, che è la comunione spirituale, si ha ogni volta che uno medita con devozione il mistero dell'incarnazione e della passione di Cristo, accendendosi di amore per lui. Chi si prepara soltanto perché è imminente il giorno festivo, o perché la consuetudine lo sospinge, è per lo più tutt'altro che pronto. Beato colui che si offre a Dio in sacrificio ogni qualvolta celebra la Messa o si comunica.  

4. Nel celebrare, non essere né troppo prolisso né troppo frettoloso; ma osserva il ragionevole uso, comune a coloro con i quali ti trovi a vivere. Non devi, infatti, ingenerare in altri fastidio e noia; devi mantenere invece la via consueta, secondo la volontà dei superiori, e badare più all'utile degli altri, che alla tua devozione e al tuo sentimento.


Discorso 272/B augm. DISCORSO DI SANT'AGOSTINO SULLA PENTECOSTE

Discorsi - Sant'Agostino

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La Pentecoste, festa della novità cristiana.

1. Ritengo che voi, carissimi, ben sappiate che oggi la Chiesa celebra la discesa dello Spirito Santo. Il Signore infatti aveva promesso ai suoi apostoli che avrebbe mandato loro lo Spirito 1, e in conformità con la sua attendibilissima parola, egli adempì la promessa. E se la resurrezione del Signore rafforzò nei seguaci la fede nella divinità di colui che si fece uomo per la nostra salvezza, ancor più questo fece la sua ascensione al cielo, e raggiunse la pienezza e la perfezione con il dono dello Spirito Santo, che egli mandò [dal cielo] e riempì i discepoli. Diventati otri nuovi, essi poterono contenere il vino nuovo 2; e per questo motivo, siccome parlavano in [diverse] lingue, si disse che erano ubriachi e pieni di vino nuovo 3. Le parole degli ascoltatori furono testimonianza dell'affermazione del Signore, riferita dalla Scrittura, che aveva detto: Nessuno mette il vino nuovo in otri vecchi 4. Ora per questi otri nuovi egli stava preparando il vino nuovo. Essi furono otri vecchi finché nei riguardi di Cristo ebbero opinioni carnali. Nell'ambito di " otre vecchio " rientrava quell'espressione che l'apostolo Pietro in preda al timore per la morte di Cristo ebbe a pronunciare pensando che egli sarebbe finito come tutti gli altri uomini. A lui però il Signore replicò: Va' lontano da me, satana! Tu mi sei di scandalo 5. Questa riluttanza di Pietro faceva parte della sua condizione di otre vecchio; ma ecco che il Signore risuscitò e si mostrò ai discepoli. Essi toccarono ciò che nel pianto avevano visto pendere dalla croce 6: erano davanti ai loro occhi vive quelle membra che piangendo avevano viste morte e sepolte. Furono fortificati nella fede e credettero in lui. Poi ecco che egli ascende in cielo e comanda loro di riunirsi in un unico luogo e lì aspettare fino a quando non avesse inviato loro quel che aveva promesso 7. Si radunarono dunque in un luogo e pregando attesero il compimento della promessa. In tal modo deposero l'antico e si rivestirono del nuovo 8. Divenuti capaci [del dono divino], essi il giorno della Pentecoste ricevettero lo Spirito Santo. Ecco il motivo per cui noi celebriamo il grande mistero odierno e facciamo festa in questo giorno celeberrimo. Vogliate pertanto considerare, santi fratelli, il grande accordo esistente fra le Scritture del vecchio e del nuovo Testamento. Nel primo la grazia veniva promessa, nel secondo è data; nel primo era simboleggiata, nel secondo raggiunge la completa pienezza. Vien da pensare a un artefice che intende costruire delle figure con un metallo, ad esempio con il bronzo o l'argento. Prima della fusione compone la forma in cera, e questa prima composizione provvisoria diventa un passaggio per la necessaria forma definitiva: l'artista cioè compone quelle prime forme per poi riempirle. Allo stesso modo il Signore disegnò tutto in forme figurative e le diede al popolo nel vecchio Testamento, ma poi svuotò quelle forme e nel darle al nuovo popolo, le riempì con una perfettissima infusione. Vogliate dunque, santi fratelli, considerare con un'attenzione un po' più impegnata quali sono state le antiche forme rappresentative e quale la loro realizzazione nel giorno della Pentecoste. Vale la pena considerarle con attenzione. Si apprende con frutto più abbondante quella parola che si ascolta con attenzione particolare. Siate anche voi, è evidente, degli otri nuovi per poter contenere il vino nuovo a voi servito dal nostro ministero. 9

La Pentecoste dei Giudei e la Pentecoste cristiana.

2. Spesso ci si chiede: " Se noi celebriamo la Pentecoste per la discesa dello Spirito Santo, per qual motivo la celebrano i giudei? ". Infatti anche i giudei celebrano la Pentecoste. Lo avete ascoltato voi che questa mattina eravate presenti alla lettura del libro di Tobia, che vi è stata proclamata nella memoria del beato Teogene. Ivi è detto che nel giorno di Pentecoste [Tobia] si preparò un pranzo invitando alcuni suoi compatrioti che, essendo timorati del Signore, erano degni di partecipare alla sua mensa. Dice: Nel giorno di Pentecoste, che è il più santo della settimana 10. Infatti sette per sette fa quarantanove: al quale numero si aggiunge l'uno per significare l'unità e così poter tornare al principio. L'unità infatti dà coesione a tutta la moltitudine; e mentre la moltitudine se non è cementata dall'unità è un agglomerato di gente rissosa e litigiosa, se invece è concorde forma un'anima sola. Lo afferma la Scrittura, la quale, parlando di coloro che avevano ricevuto lo Spirito Santo, dice che avevano un'anima sola e un cuore solo protesi verso Dio 11. Così essi diventano il cinquanta, cioè il mistero della Pentecoste. Ma allora perché celebrano la Pentecoste i giudei se non perché nella loro celebrazione era contenuta una qualche figura? Statemi attenti! Voi sapete che presso i giudei si uccideva un agnello e così si celebrava la pasqua, come figura della Passione del Signore, che sarebbe avvenuta in seguito. Non c'è cristiano che ignori quanto vi sto dicendo. Sapete anche che fu loro comandato di trovarsi un agnello fra le capre e tra le pecore 12. Ma come si può trovare un agnello tra le capre e tra le pecore? Quel comando però, in se impossibile, stava ad annunziare una possibilità che si sarebbe realizzata nel nostro Signore Gesù Cristo, il quale secondo la carne nacque dalla stirpe di Davide 13, e trae origine da peccatori e da giusti. Nella genealogia del Signore, secondo le generazioni riportate dagli evangelisti 14, trovi molti peccatori e molti giusti. Chiamò infatti anche costoro, cioè i peccatori, essendo venuto servendosi anche di peccatori; e da giusti e da peccatori raduna oggi la sua Chiesa, riservandosi di mandare i giusti nel Regno dei cieli, separando [da loro] i peccatori che si ostinano nel peccato e nella malvagità. Ad ogni modo egli, venuto per caricarsi dei nostri peccati, non ha esitato a trarre origine da peccatori. Ma in questo, cioè riguardo alla sua genealogia, ci son molte cose misteriose, che, se Dio ce ne concederà il tempo, spiegheremo alla santità vostra; adesso dobbiamo tornare all'argomento che ci proponevamo di trattare.

La legge mostra il peccato, la grazia lo cancella.

3. Riguardo al giorno della Pentecoste, stavamo esponendo il motivo per cui lo celebrano anche i giudei. Essi uccidono l'agnello, l'agnello pasquale. E, come loro, così anche noi celebriamo la pasqua nella quale fu ucciso l'Agnello immacolato e senza colpa 15: quell'Agnello al quale Giovanni rese testimonianza dicendo: Ecco, l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo 16. In memoria della sua passione noi celebriamo la pasqua. Ai giudei fu datala legge [che si basa] sul timore, ai cristiani viene dato lo Spirito Santo, fonte di grazia. Spinti dal timore essi non furono in grado di adempiere la legge, anzi proprio a causa della legge divennero trasgressori. La legge è contenuta nei cinque libri, come cinque erano i portici che circondavano la piscina di Salomone 17: i quali potevano, sì, accogliere i malati ma non ne potevano guarire neppure uno. I cinque portici accoglievano gli infermi, che però rimanevano distesi lì dov'erano. Allo stesso modo nessuno veniva risanato mediante quei libri. Perché nessuno? Per la superbia. Convinti di poter adempiere il precetto con le loro sole forze, non riuscirono ad adempirlo, e così la legge divenne loro avversaria: per essa divennero trasgressori, e tali rimasero finché non proruppero nel grido del quale anche questa mattina abbiamo parlato alla vostra santità: Uomo miserabile che altro non sono! Chi mi libererà da questo corpo mortale? La grazia di Dio per l'opera di Gesù Cristo nostro Signore 18. Dunque, la legge smaschera i trasgressori, la grazia li libera dalla colpa; la legge minaccia, la grazia attira; la legge tende a punire, la grazia assicura il perdono. Nondimeno le cose prescritte nella legge sono identiche a quelle prescritte nella grazia; e per questo si dice che la legge fu scritta con il dito di Dio 19. Così infatti troviamo scritto.

Lo Spirito Santo, dito di Dio.

4. Cerchiamo nel Vangelo cosa sia il dito di Dio, e lo troveremo. Che significa " dito di Dio "? Nella verità delle cose infatti Dio non ha questo membro corporale come lo abbiamo noi. Ma per caso egli avrà la vista da una parte e non dall'altra?, o di lui si potrà forse delimitare la forma delle membra, mentre egli è tutto in ogni luogo ed è presente dinanzi a tutti? Cos'è dunque il dito di Dio? Lo Spirito Santo. Statemi attenti! Come lo dimostriamo? Dal Vangelo. C'è infatti un passo in cui quello che un evangelista dice in figura un altro lo dice in forma esplicita. È quel passo del Vangelo dove i giudei affermano che il Signore cacciava i demoni in nome di Beelzebub 20. Rispondendo il Signore disse: Se io scaccio i demoni nel dito di Dio, è certamente giunto a voi il Regno di Dio 21. Un altro evangelista riferisce lo stesso avvenimento dicendo: Se io [faccio questo] nello Spirito Santo, vuol dire che è giunto a voi il Regno di Dio 22. Siccome dunque un evangelista parla di " dito di Dio ", ecco che l'altro chiarisce l'espressione mostrandoci che " dito di Dio " è lo Spirito Santo, per cui in Dio non dobbiamo cercare dita carnali ma comprendere il motivo per cui con il nome " dito " si designa lo Spirito Santo. È perché ad opera dello Spirito Santo gli apostoli ricevettero la diversità dei doni 23, ed è nelle dita che la mano appare in forma diversificata, tant'è vero che con le dita si fa il conto e la spartizione. Ma allora perché i giudei celebrano la Pentecoste? Mistero grande e veramente stupendo, fratelli! Imprimetevi nella mente che nel giorno della Pentecoste i giudei ricevettero la legge, scritta con il dito di Dio, e nello stesso giorno di Pentecoste discese lo Spirito Santo.

Con il dito di Dio fu scritta la legge.

5. Occorre determinare la natura della legge [del Signore]. I giudei la ricevettero in tavole di pietra, e con ciò si raffigurava la durezza del loro cuore, ma essa era scritta con il dito di Dio 24, e pertanto tutte le prescrizioni contenute nella legge obbligano anche i cristiani. Ora però, come dice l'Apostolo, non sono scritte in tavole di pietra ma nelle tavole del cuore che sono di carne 25. Ecco dunque la differenza: la legge finché rimase scritta nei cuori induriti dei giudei, non fu osservata; la stessa legge, data ai cristiani, trova cuori dotati di fede e così diventa facile e dura in eterno. Essi erano pietra; invece i cuori dei cristiani erano terreno fertile, quindi furono in grado di produrre frutti 26. Ci rifacciamo al Vangelo, quando al Signore fu presentata quella donna che era stata sorpresa nell'adulterio. Stando alla legge, i giudei la volevano lapidare 27, il Signore invece voleva solo che non continuasse a peccare, pronto a perdonarle il peccato commesso. E a coloro che volevano colpirla con le pietre, mentre erano loro stessi di pietra, disse: Chi tra voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei 28. Detto questo chinò il capo e con il dito cominciò a scrivere in terra; ma quei tali, esaminando la propria coscienza, se ne andarono uno dopo l'altro, dal più anziano al più giovane, e rimase lì soltanto la donna 29. Il Signore alzò il capo e le disse: Cos'è questo, donna? Nessuno ti ha condannata? Rispose: Nessuno, Signore. E il Signore: Nemmeno io ti condanno. Va' e non peccare più 30. Cosa significava questa larghezza nel perdonare? La grazia. E quella durezza che cosa significava? La legge data su pietre. Per questo il Signore scriveva con il dito 31, ma scriveva in una terra da cui poteva raccogliere frutti! Se al contrario si semina qualcosa sulla pietra, la pianta non viene fuori perché non può mettere le radici 32. Distingui dunque dito di Dio e dito di Dio: il dito di Dio con cui fu scritta la legge e il dito di Dio che è lo Spirito Santo.

Nel giorno di Pentecoste fu data la legge, nel giorno di Pentecoste venne lo Spirito Santo.

6. Nel giorno di Pentecoste fu data la legge, nel giorno di Pentecoste venne lo Spirito Santo. Ma vi avevamo promesso di dimostrarvi come i giudei ricevettero la legge cinquanta giorni dopo la Pasqua, che anche noi celebriamo. Tieni presente al riguardo che ad essi fu ordinato di uccidere l'agnello per la celebrazione della Pasqua il quattordici del primo mese 33. Mettendo nel computo lo stesso giorno quattordici in cui comincia la Pasqua, di quel mese restano diciassette giorni. Si arrivò quindi al deserto, al luogo dove fu data la legge; e la Scrittura si esprime così: Nel terzo mese da quando il popolo era stato condotto fuori dall'Egitto 34 il Signore parlò a Mosè dicendo che quanti avrebbero ricevuto la legge si purificassero in vista del terzo giorno, nel quale sarebbe stata data la legge 35. Dunque all'inizio del terzo mese si ingiunge di purificarsi per il terzo giorno; e comincia la Pasqua... Statemi attenti, perché non succeda che i numeri vi portino, per così dire, fuori pista e addensino nubi sul vostro intelletto. Per quanto ci è possibile, con l'aiuto del Signore vogliamo chiarirvi la cosa. Se mi sosterrete con la vostra attenzione, scorgerete fraternamente quel che intendo dirvi; se questa attenzione mancherà, quanto io vi dirò vi rimarrà oscuro anche se ve lo esponessi nella forma più elementare. Or dunque, ecco che per [celebrare] la Pasqua si fissa il quattordici del mese e si prescrive la purificazione per ricevere la legge, data sul monte e scritta con il dito di Dio 36, quel dito di Dio che è lo Spirito Santo. Ricordatevi di questo. Ve lo abbiamo dimostrato in base al Vangelo. Per la purificazione si fissa il terzo giorno del terzo mese. Al primo mese dunque togli dodici [giorni] per cominciare con il quattordicesimo: ne restano diciassette. Se a questi aggiungi l'intero secondo mese arrivi a quarantasette, e se prosegui contando dal giorno stesso della purificazione per arrivare al terzo giorno, ecco che si ha cinquanta. È quanto mai chiaro, lampante : i giudici ricevettero la legge nel giorno di Pentecoste.

Lo Spirito Santo rende soave il giogo di Cristo.

7. Essendo induriti, [la legge] fu per loro un gravame; essendo induriti, fu per loro un peso. Viene però il Signore arrecando la grazia, e grida: Venite a me, voi che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me che sono mite ed umile di cuore, e troverete riposo per le vostre anime. Poiché il mio giogo è soave e il mio carico leggero 37. Come mai il suo giogo è soave? La legge minaccia, egli attira; la legge dice: " Se non fai questo o quello, io ti punirò "; Cristo dice: " Qualsiasi peccato abbia tu fatto, io te lo perdono; d'ora in avanti guàrdati dal peccare 38 ". Pertanto il suo giogo è soave, il suo peso leggero 39. Occorre però che noi diventiamo otri nuovi 40 e, rivolti con l'animo verso di lui, ne attendiamo la grazia. Saremo copiosamente riempiti di Spirito Santo e attraverso lo Spirito santo verrà in noi la carità. In tal modo saremo riscaldati dal vino nuovo e ci inebrieremo al suo calice scintillante e colmo di ebbrezza 41, al punto che dimenticheremo le cose terrene che prima ci tenevano schiavi. In questo modo se ne dimenticavano i martiri quando si avviavano al supplizio. Dimenticavano i figli e le mogli, dimenticavano i genitori anche quando si cospargevano la testa di polvere e perfino le madri che dinanzi a loro scoprivano il seno e rinfacciando il latte che avevano succhiato, tentavano di distoglierli dal cibo [della vita]. Tutto essi dimenticavano, e non badavano nemmeno ai loro cari. Perché ti stupisci se il martire non si ferma a considerare i propri familiari? È un ubriaco. Ma ubriaco di che? Di carità. E la carità da dove gli è venuta? Dal dito di Dio, dallo Spirito Santo, da colui che discese il giorno di Pentecoste.

La carità, donata dallo Spirito Santo, adempie la legge.

8. Come dimostriamo che si adempie la legge mediante la carità, dono dello Spirito Santo 42? Lo dice l'Apostolo: Pieno adempimento della legge è la carità 43; e in un altro passo: L'amore del prossimo non opera il male 44. Infatti i precetti " Non commettere adulterio ", " non rubare ", " non uccidere ", " non desiderare " e tutti gli altri si compendiano in questa parola: " Amerai il prossimo tuo come te stesso 45 ". Ecco perché la carità adempie la legge 46. E come dimostriamo che la carità proviene dallo Spirito Santo? Ascolta l'Apostolo che dice: Noi ci gloriamo della tribolazione 47. Sottoposti a tribolazione i giudei venivano costretti ad adempiere la legge, ma non vi riuscivano; i cristiani dalle tribolazioni non venivano allontanati dalla legge ma piuttosto sospinti a correre verso la legge. Badate a ciò che dico, fratelli. Ai giudei era irrogata la pena che chiunque avesse offerto sacrifici agli idoli doveva essere lapidato o crocifisso, ed essi si astenevano dal farlo perché erano pressati dal timore, non trattenuti dall'amore. Non temevano [la trasgressione] perché erano sopraffatti dal desiderio illecito ed andavano dietro agli idoli tutte le volte che incombeva su di loro la crocifissione o si minacciava loro la morte o la lapidazione. Tutte queste pene non riuscivano a trattenerli [dal male]. Più tardi, ecco venire l'amore insieme con il timore: sopraggiunse la carità. Il Vangelo fu predicato ai pagani, e per indurli a sacrificare agli idoli si prese a minacciare loro il fuoco, le croci, le belve. Tutte queste pene venivano loro minacciate e gli imperatori le infliggevano, ma i cristiani sopportavano tutto, e il loro cuore non si piegò ad adorare gli idoli. Dalle pene i giudei non ottennero d'essere distolti dagli idoli; dalle stesse pene i cristiani non si lasciarono indurre a venerare gli idoli. Questo perché era in essi la carità, dono dello Spirito Santo. Dice l'Apostolo: Anzi, noi ci gloriamo delle tribolazioni sapendo che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza la virtù provata 48 - e noi vogliamo ora dimostrare che la carità con cui si adempie la legge proviene dallo Spirito Santo -. Orbene, eccolo qua: la tribolazione [produce] la pazienza, la pazienza la virtù provata, la virtù provata la speranza; la speranza non resta delusa poiché la carità di Dio è stata riversata nei nostri cuori ad opera dello Spirito Santo, che ci è stato dato 49.

Raccomandazione conclusiva.

9. Noi dunque celebriamo oggi l'annuale festa della discesa dello Spirito Santo; ma lo Spirito Santo dobbiamo averlo nel cuore tutti i giorni. Non dobbiamo pensare che la solennità odierna debba durare soltanto per oggi e non in tutti gli altri giorni. Non celebriamola per un giorno solo ma in ogni tempo, se vogliamo essere non riprovati 50 ma approvati dal Signore nel giorno della sua venuta 51. Avendoci in antecedenza dato il pegno 52, ci voglia condurre al possesso eterno [dei beni]. Cristo infatti ha sposato la sua Chiesa e ha mandato a lei lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è come l'anello nuziale; e chi le ha dato l'anello le darà anche l'immortalità e il riposo. 

Lui amiamo, in lui speriamo, in lui crediamo.

Nel pomeriggio venite un po' prima per poter cantare inni a Dio. Gli estranei si ubriacano con il vino della vite di questa terra per soddisfare la lussuria; noi inebriamoci dei cantici divini. Lodiamo il Signore con i canti della salvezza 53 e, una buona volta, dimentichiamo la terra, per meritare di essere elevati dalla terra al cielo. Ce lo conceda il nostro Signore Gesù Cristo, che vive e regna con Dio Padre.

 


1 - Cf. Gv 14, 16; 15, 26; 16, 7 (Lc 24, 49).

2 - Cf. Lc 5, 38 (Mt 9, 17; Mc 2, 22).

3 - At 2, 13.

4 - Lc 5, 37 (Mc 2, 22).

5 - Mt 16, 23.

6 - Cf. Lc 24, 39.

7 - Cf. Lc 24, 49 (At 1, 4).

8 - Cf. Col 3, 9-10 (Ef 4, 22-24).

9 - Cf. Lc 5, 38 (Mt 9, 17; Mc 2, 22).

10 - Tb 2, 1 (LXX).

11 - At 4, 32.

12 - Cf. Es 12, 5 (LXX).

13 - Cf. Rm 1, 3.

14 - Cf. Mt 1, 1-17; Lc 3, 23-38.

15 - Cf. Es 12, 5; 1 Pt 1, 19.

16 - Gv 1, 29.

17 - Cf. Gv 5, 2-3.

18 - Rm 7, 24-25a.

19 - Cf. Es 31, 18 (Dt 9, 10).

20 - Cf. Mt 12, 24 (Mc 3, 22; Lc 11, 15).

21 - Lc 11, 20.

22 - Mt 12, 28.

23 - Cf. 1 Cor 12, 4.

24 - Cf. Es 31, 18 (Dt 9, 10).

25 - 2 Cor 3, 3.

26 - Cf. Mt 13, 5. 8 (Mc 4, 5. 8; Lc 8, 6. 8).

27 - Cf. Gv 8, 3-6.

28 - Gv 8, 7.

29 - Cf. Gv 8, 8-9.

30 - Gv 8, 10-11.

31 - Cf. Gv 8, 6. 8.

32 - Cf. Mt 13, 5-6 (Mc 4, 5-6).

33 - Cf. Es 12, 6. 18, etc.

34 - Es 19, 1.

35 - Cf. Es 19, 10-11.

36 - Cf. Es 31, 18 (Dt 9, 10).

37 - Mt 11, 28-30.

38 - Cf. Gv 8, 11.

39 - Cf. Mt 11, 30.

40 - Cf. Lc 5, 38 (Mt 9, 17; Mc 2, 22).

41 - Cf. Sal 22, 5.

42 - Cf. Rm 13, 8c.

43 - Rm 13, 10b.

44 - Rm 13, 10a.

45 - Rm 13, 9.

46 - Cf. Rm 13, 8c.

47 - Rm 5, 3a.

48 - Rm 5, 3-4a.

49 - Rm 5, 3b-5.

50 - Cf. 1 Cor 9, 27 (nel testo di Agostino).

51 - Cf. 1 Th 5, 2; 2 Pt 3, 10.

52 - Cf. 2 Cor 1, 22 (5, 5).

53 - Cf. Ef 5, 18-19.


La preghiera

Le visioni - Beata Anna Caterina Emmerick

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La forza della preghiera è assai grande. La preghiera è l’unico mezzo per raggiungere Dio e poter ricevere la sua benedizione. Con l’uso costante della preghiera si può ritrovare la nostra identità e la grazia di Dio, il conforto di aprire il nostro cuore a Dio e salire con l’animo a Lui. L’Onnipotente Dio nostro ci concede, con le preghiere, le più grandi grazie, in questo modo Dio dimostra ai peccatori il suo amore. Egli concede a tutti, con tale mezzo, la possibilità di arrivare a Lui. La preghiera vera è l’unica e più grande consolazione per noi esiliati figli di Eva. L’infinita onnipotenza di Dio ci promette di esaudire le nostre preghiere se noi preghiamo nel modo giusto, al fine di conseguire l’eterna beatitudine. La nostra gioia diventa tanto più grande quanto più siamo Consapevoli di avere la possibilità di questa grazia. Il Signore infatti ha detto: Chiedete e vi sarà dato» ‘In verità, in verità vi dico qualunque cosa chiederete al Padre, Egli ve la concederà in nome mio... chiedete e otterrete affinché la vostra gioia sia piena» Da tali promesse provenienti dalla bocca di Gesù Cristo ci sentiamo incoraggiati, noi misere anime, a pregare ininterrottamente e in tutti i tempi per essere salvati da tutti i pericoli di questa vita ed essere pronti, davanti al Figlio dell’uomo, quando verrà a giudicarci.
Tutti i cristiani potrebbero diventare beati se solo avessero l’umiltà di accettare profondamente le esortazioni buone e infinite e le promesse del Nostro Signore Gesù Cristo, pregando devotamente con fiducia e persistenza, e rifugiandosi in Lui. Invece la maggior parte degli uomini cade e si disperde col passar del tempo, trascurando la preghiera e l’amore di Dio, e restano separati, e per loro colpa ripudiati eternamente da Dio. Per conseguenza il più grande rimorso peserà su di loro per l’eternità nel profondo della loro coscienza, con il rimorso della consapevolezza che avrebbero potuto essere beati se solo avessero persistito nella preghiera. Certamente chi prega non vedrà esaudita ogni sua preghiera, perché non si prega sempre nel modo giusto. Chi vuole essere esaudito deve pregare con umiltà, fiducia, fervore e con persistenza. Accanto alla preghiera si rende necessario osservare i Comandamenti di Dio e tenere una vita devota e cristiana. La preghiera di coloro che dirigono tutte le loro opere al servizio di Gesù e Maria raggiunge un effetto ed una forza particolare. In questo contesto Anna Katharina Emmerich ebbe la seguente visione.

«Mi trovavo in un ambiente rotondo, grande e luminoso, il quale ai miei occhi, tanto più mi appariva rotondo quanto più mi sembrava grande. In tale ambiente mi venne mostrato come venivano valutate e presentate le nostre preghiere a Dio: erano riportate su una specie di lavagna bianca e suddivise in quattro classi. Alcune preghiere erano riportate in lettere dorate meravigliose, altre col colore argento-vivo, altre ancora con quello scuro, e infine le ultime con il colore scuro attraversate da una linea. Vidi tale distinzione con gioia, e osai appena domandare alla mia guida cosa significasse tutto questo’. Essa mi diede la risposta: «Quella che vedi riportata con le lettere dorate è la preghiera di coloro che hanno collegato il merito delle loro buone opere a quello di Gesù Cristo, e questa unione viene spesso rinnovata; costoro sono molto legati ai comandi del Salvatore e ne imitano l’esempio. Con l’argento vivo è riportata la preghiera di coloro che non pensano ad unificarsi al merito di “Gesù Cristo”, sebbene siano devoti e preghino profondamente fin nell’intimo del cuore. Quella che è riportata con il colore nero è la preghiera di coloro che non sono tranquilli, che non si confessano spesso, e quotidianamente non recitano certe preghiere; questi sono i tiepidi che operano il bene solo per abitudine. Ciò che è scritto con il colore nero sbarrato da una linea è la preghiera di quelle persone che ripongono tutta la loro fiducia nelle orazioni vocali che dovrebbero, secondo il loro parere, avere un merito, ma costoro non osservano i Comandamenti di Dio, anche se le loro cattive brame non causano violenza. Questa preghiera non ha nessun merito di fronte a Dio, perciò viene di nuovo cancellata. Così vengono cancellate anche le buone opere di coloro che le compiono ma che hanno come fine soltanto i vantaggi temporali.
Una forza particolare, invece, la riveste la preghiera rivolta a Dio con le braccia protese. ‘Questa preghiera non resiste a Dio, — si curò di dire Anna Katharina Emmerich, — proseguendo, anche il suo proprio Figlio ha pregato fino alla morte in questo atteggiamento. Io sono certa che una forte fiducia nella semplicità rende tutto più concreto e sostanzioso. Queste due espressioni mi danno un grande schiarimento sui miracoli e sull’esaudimento della preghiera. Sulla preghiera che viene recitata innanzi alla croce della Misericordia di Gesù Cristo, così si pronunciò: «Spesso sono stata istruita presso la croce di Coesfeld, che Dio sarebbe collegato con questo luogo e in questo posto ci sarebbe una resistenza contro il maligno, come in tutti i luoghi santi di venerazione. L’effetto del miracolo sarebbe collegato alla forza della fiducia e alla devozione nella preghiera. Spesso vedo la Croce glorificata nelle processioni spirituali, e vedo con tale glorificazione coloro che vengono esauditi e liberati dal male, essi ricevono le grazie con fiducia e devozione dalle preghiere. Ma vedo pure altri avvolti nelle tenebre della notte’. Il santo Vangelo insegna, a noi cristiani, il dovere di pregare per il nostro prossimo. Anna Katharina Emmerich chiarisce come sia importante e allo stesso modo efficace pregare per gli altri: «Fin dalla mia infanzia ho sempre avuto l’abitudine delle preghiere notturne, affinché tutte le disgrazie venissero evitate o mitigate: cadute, annegamenti, incendi, ecc. In conseguenza di queste preghiere ho visto sempre più chiaramente che le visioni di tali sciagure terminano a buon fine. Quando invece tralascio tali preghiere sento o vedo sempre succedere qualche grande sciagura. Sento, allora, oltre alla necessità della mia preghiera speciale, anche il bisogno di sollecitare gli altri, e lo faccio con la massima esortazione interiore, affinché anche essi possano adoperarsi nel servizio del prossimo con la preghiera».

Sull’effetto delle preghiere d’intercessione, da parte dei giusti della terra e dei Santi in cielo, Anna Katharina ebbe le seguenti visioni: «Mi trovavo in un ambiente aperto e spazioso senza alcun rapporto con luoghi naturali terreni. Stavo sollevata nell’aria e potevo vedere, ai miei piedi in basso, il mondo avvolto nella notte e molte immagini che emanava. Nello spazio vidi apparire infiniti cori di spiriti, fui circondata da loro. Non erano veri e propri Santi ma sembravano essere anime oranti. Esse accettavano preghiere, pregavano, vegliavano, supplicavano rivolti ai Cori delle regioni più elevate i quali, in seguito a queste suppliche, inviavano aiuto e comparivano alla luce. Questi ultimi erano i Santi. Le anime che mi attorniavano erano quelle di coloro che supplicavano l’intervento del Signore per tutti i peccati della terra. Ogni particolare condizione sulla terra sembrava avere le sue anime oranti. Tutto quello che mi circondava si mutava in una profonda armonia. Io pregavo per le mille necessità emergenti, e Dio inviava per queste il suo soccorso attraverso i suoi Santi. Vidi moribondi, impenitenti, pentirsi e convertirsi per mezzo delle preghiere e ricevere il Sacramento; e persone cadere pericolosamente nell’acqua e salvarsi con la preghiera. Tutto sarebbe impossibile senza di essa. Con la preghiera e l’ammirazione della Giustizia Divina si può strappar via la singola perdizione, come il lavoro di una vanga strappa via l’erbaccia . Un giorno la veggente disse: La mia guida mi esortò di nuovo di supplicare i miei conoscenti a pregare, e ad unirsi a me per la conversione dei peccatori, e in modo particolare per la fede e la compattezza del sacerdozio, perché si prepara un tempo difficile. La confusione diventerà sempre più grande».

Un’altra volta la suora Emmerich così raccontò:
»Mi trovavo con la mia guida per infinite ed alte scale, vidi altri oranti procedere l’uno dopo l’altro in una lunga fila. Sebbene fossi in alto vidi che cinque gradini sopra di me si stagliava una grande dtt luminosa. Un mondo di splendore. Mi sembrò come se potessi veder dentro la città luminosa attraverso un’indescrivibile tenda blu. Tutte le fila degli edifici ed i giardini terminavano in un punto centrale che era immerso in un bagliore tale che era impossibile fissare gli occhi e guardare. Dove volgevo lo sguardo si rendeva visibile un altro ordine di Santi e i Cori degli Angeli. Supplicai per la loro intercessione. Vidi che le Vergini ed i Martiri innanzitutto deponevano la loro intercessione davanti al trono di Dio e i Cori poi divenivano sempre più evidenti; la Santissima Trinità appariva come un sole maestoso. Vedevo adesso questi Cori come tante piccole figure di luci angeliche trasformarsi in luci piccolissime, fini e profonde. Vidi Cherubini e Serafini, angeli alati. Le loro ali erano fatte di strali lucenti che si muovevano in continuazione. Mi apparvero pure cori di Angeli custodi. Tra le sante Vergini vidi anche quelle che avevano avuto la vita matrimoniale: santa Anna e molte altre del primo tempo, come Cunegonda e altre caste donne; non vidi Maddalena. Nei giardini non c’erano uccelli o altri animali. Guardando giù vidi tutta la dimensione dell’universo. A destra e sinistra dei gradini sui quali mi trovavo con la mia guida c’era un colore grigio e, intorno alla tenda, un colore blu. Dietro di me, in basso, vidi distendersi i territori terrestri:
isole città, paesi e giardini. Una dopo l’altra le anime si volgevano in quella direzione. Vidi tutti gli oranti, e le loro preghiere che si diffondevano nell’aria e volavano in alto, finendo per entrare nel petto dei Santi e degli Angeli. Essi stavano direttamente al cospetto del trono di Dio, e nel ricevere quelle preghiere assumevano una luce rinnovata. Ma vidi anche singole preghiere cadere nell’oscurità; alcune altre, che non potevano essere completate, le vidi completare e sorreggere da altri. Tale rapporto di preghiere si svolge tra gli uomini, gli Angeli e i Santi. Mi apparve un grande movimento tra gli Angeli, come tra i Santi e anche in basso, sulla terra. Vidi il loro soccorso in tanti casi urgenti, come le navi in pericolo.

Stanotte sono stata molto malata e venni portata lassù dalla mia guida. Ero sempre così curiosa di sapere cosa si celava dietro la tenda blu».
Più tardi la pia suora aggiunse. Credo che la mia testa abbia sanguinato in seguito alla grande visione della supplica dei Santi, dove vidi così tanto profondamente le amare sofferenze del Nostro Signore e soffrii per tutte le spine della corona e per tutte le altre cose che hanno relazione con la Passione. Mi resi conto così che ogni Santo soffre e si sacrifica dinnanzi al trono di Dio per i peccatori». La veggente ebbe altre visioni sulla forza del Santo Rosario . Vidi il Rosario di Maria con tutti i suoi segreti. Un devoto eremita venerava profondamente la Madre di Dio e ogni falda del manto era sempre piena di fiori, ghirlande e di erbe speciali per la Beata Vergine. Egli aveva una profonda conoscenza del significato di tutte le varie specie di erbe e fiori, le sue ghirlande assumevano sempre più un senso profondo e simbolico. Una volta la Santa Vergine intercedè presso Suo Figlio, per ottenere una grazia per quest’uomo, ed egli le dette, per lui e per tutti gli uomini, una corona del santo Rosario densa di significato”. Questo santo Rosario così straordinario fu descritto da Anna Katharina Emmerich, appena uscita dallo stato di estasi, in modo indicibilmente difficile al “pellegrino”. A costui fu impossibile trascrivere le parole della pia suora in modo veramente opportuno. Ella gli disse che il Rosario era ricoperto da tre fila di lamine dentellate di differenti colori, sulle lamine erano rappresentati tutti i Misteri della Chiesa della Nuova e dell’Antica Alleanza con chiare figure. Al centro della corona del Rosario stava Maria con il Bambino, accompagnata da una parte dagli Angeli e dall’altra da vergini, le quali si tenevano per mano. Tutto quello che possedevano come colori, qualità e attributi, trovava il suo significato simbolico nei Misteri. Poi la pia suora descrisse le singole perle della corona del santo Rosario. miziò dal corallo con la croce, con il quale viene recitato il Credo. Questa croce sarebbe stata fabbricata da una frutta simile alla mela dell’albero proibito. La croce era traforata da piccoli chiodi e ricoperta di determinati colori. Nell’interno della croce stava l’immagine di un giovinetto nella cui mano cresceva una vite. La vite si innalzava fino alle travi laterali sulle quali sedevano altre figure che succhiavano l’uva. Ogni chicco era collegato con l’altro da radici, nello sfolgorio di differenti, ma limitati, colori che avevano il loro significato mistico. Ogni Pater aveva relazione con una lamina della corona dal cui centro si sviluppava un fiore nel quale appariva l’immagine di un Mistero della gioia e dei dolori di Maria.

Le singole Ave Maria erano rappresentate da stelle di pietre preziose, sulle quali erano raffigurati i patriarchi e i progenitori di Maria che agivano in vista dell’evento salvifico dell’incarnazione e della redenzione. Così la corona del Rosario comprendeva cielo e terra, Dio, la natura, la storia e la creazione di tutte le cose e dell’uomo per mezzo del Salvatore, nato da Maria. Ogni figura, materia e colore aveva un significato particolare per il completamento di quest’opera d’arte divina. Il Rosario miracoloso era indescrivibile proprio per la sua profondità e il suo significato simbolico e nello stesso tempo la sua descrizione era così toccante e infantile. Con trepida gioia la pia suora Emmerich contemplò spiritualmente ogni lamina ed ogni figura descrivendo tutto con gioia irrequieta, come un bambino vivace. «Questo è il Rosario’ — disse — che venne consegnato alla Madre di Dio, per onorare la più amata memoria dell’uomo. L’uomo non conobbe mai tanto amore, eppure sulla terra egli si era impolverato e sporcato a tal punto che Maria dovette soccorrerlo e coprirlo, come una nuvola, con il suo manto. Il Rosario si può comprendere e gustare solo con grande grazia, innocenza e devozione. Il Rosario si gusta e si vive meditandolo con devozione altrimenti si nasconde nell’incomprensione.


1 agosto 1943

Maria Valtorta

Dice Gesù:

   «Quando una creatura è realmente figlia del suo Signore, soffre tanto delle ingiurie che vede fare al medesimo che nessuna gioia della Terra, anche la più santa e grande, la può consolare.

   Mia Madre, e con Lei tante sante madri dell’antica e nuova Legge, non si sentiva felicissima nella sua felicità di madre e Madre di Dio, perché vedeva che Dio non era amato, in spirito e verità, altro che da pochi. La grazia, che le inondava l’anima con la sua pienezza, le anticipava la cognizione del sacrilegio con cui la vera arca della Parola di Dio sarebbe stata presa, profanata, uccisa da un popolo nemico della Verità. Non è morta in questa cognizione, come la nuora di Eli[189], perché Dio la soccorse, dovendola serbare a tutto il dolore, ma ne agonizzò per tutto il resto della vita.

   Mia Madre portò la croce prima di Me. Mia Madre conobbe le atroci torture dei crocifissi prima di Me. Cominciò a portarla e a conoscerle dal momento in cui le fu rivelata la sua e mia missione.

   Io col mio Sangue, Maria con le sue lacrime, vi abbiamo ottenuto il Perdono di Dio. E voi ne fate così poco conto!

   Le creature che amano Dio di amore vero soffrono per le ingiurie fatte a Dio come per spade trapassate nel cuore, e ne muoiono anche: vittime il cui olocausto è come incenso soave che profuma il trono del Signore e come acqua che lava le colpe della Terra.

   “Se è di tutto cuore che tornate a Dio, togliete di mezzo gli dèi stranieri; preparate i vostri cuori al Signore e servite Lui solo, ed Egli vi libererà dalle mani dei Filistei”, dice il Libro[190]. Non basta ad un popolo, per essere salvato, il sacrificio innocente di chi muore di dolore per vedere offeso il suo Dio e colpiti dalla giustizia divina i colpevoli. Occorre che il popolo tutto torni al Signore.

   Io ho detto[191]: “Non quelli che dicono: Signore, Signore; ma quelli che fanno le opere che Io dico di fare, saranno ascoltati ed entreranno nel Regno mio”. Ora: le fate voi le opere che Io vi dico di fare per vostro bene? No. Che questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore non è con Me.

   Non Io regno nei vostri animi. Il posto è occupato da bugiarde deità che vi rovinano e non ve ne sapete liberare.

   La vostra superbia impedisce che il vostro cuore si sbricioli nel dolore di aver offeso Iddio e sprema, nel dolore, l’acqua del pianto che monda. La vostra incontinenza davanti agli stimoli della carne impedisce che dal vostro cuore escano pensieri puri. La vostra durezza impedisce al vostro cuore d’essere misericordioso, e chi non ha misericordia non riceve misericordia da Dio.

   Quanti dèi avete nel cuore al posto del Dio vero! E così Io non vi posso liberare dalle mani dei Filistei. Liberarvene con la pienezza della liberazione. Ne cade uno, dei nemici vostri, ma ne sorgono due[192]. Sono forse ingiusto? No. Non fate voi il simigliante, voi che levate, se lo levate, un vizio dal cuore vostro e ne mettete sette e tre volte sette altri?

   Oh! figli, figli che mi obbligate a punirvi! A punirvi tutti, poiché per colpire un Paese, che è caduto nel triplice e settemplice peccato, devo colpire anche i santi fra esso!

   Ma le lacrime dei santi Io le rasciugo, mentre le lacrime dei ribelli, strappate non dal dolore santo dello spirito, ma dal pesante dolore della carne che soffre come in essere inferiore e che nel pianto si ribella e impreca il suo giusto Dio, saranno asciugate dal fiato dei demoni. E vi assicuro che il fuoco che ora vi brucia, scendendo dall’alto sulle vostre macchine d’inferno, non è nulla rispetto a quella vampa che vi circonderà del peggiore tormento: quello di non vedere in eterno il vostro Dio.»

   Dice Gesù:

   «Se considerate la mia espressione[193]: “In verità vi dico che i pubblicani e le meretrici vi precederanno nel regno di Dio”, potete capire quale sia la potenza del credere, quando è assoluto e retto nell’intenzione.

   Ecco anche perché vi dico di non giudicare nessuno dei vostri fratelli e non dire, stoltamente: “Io sono tranquillo circa la mia anima perché non ho fatto colpe gravi”.

   No, che in verità voi commettete colpa più grande del pubblicano e della meretrice, poiché quelli sono dominati da passione di carne mentre voi siete sregolati nelle passioni della mente. Mancate alla carità e perciò offendete Iddio, mancate al­l’umiltà e perciò lo disgustate, mancate alla contrizione e perciò lo rendete severo.

   Il povero pubblicano, la povera meretrice, che tante cose possono aver portato ad essere tali, quando incontrano lo sguardo di Dio credono in Lui e vengono a Lui con tutta la loro forza di fede, di amore, di umiltà, di pentimento. E allora non è solo un lavacro superficiale, ma una saturazione del mio Potere quella che li guarisce e ne fa degli eroi.

   Ma voi!... Così pochi i capaci d’esser fermi nella fede nel loro Dio! Guarda, Maria: come neve che fiocca dalle nubi, così cascano le anime per mancanza di fede. E se un tempo era una nevicata lenta, ora spesseggia sempre più come tormenta. Povere anime! Avrebbero tanto bisogno di credere per salvare qualcosa del loro spirito già tanto ferito. Invece non sanno più credere.

   E in che credono allora se non credono a Me, eterno? Vivere senza credere è impossibile. Chi non crede in Dio, nel Dio vero, crederà per forza in altri dèi. Chi non crede in nessun dio crederà agli idoli, crederà alla carne, crederà al denaro, avrà fede nella forza delle armi. Ma insomma senza credere a nulla non si può stare. Peggio del buio che avvolge il cieco è il buio dell’anima che non ha fede in nessuna cosa umana o soprumana. Non gli resta che uccidere anima e corpo nella morte violenta.

   Quando Giuda non ha più creduto in Me, non nella soddisfazione del denaro, non nella protezione della legge umana, si è ucciso. Rimorso per il delitto? No. Fosse stato quello, si sarebbe ucciso subito dopo aver capito che Io sapevo. Ma non allora, ma non dopo il bacio infame e il mio saluto amoroso, non allora, non quando mi vide sputacchiato, legato, trascinato via fra mille insulti. Solo dopo aver capito che la legge non lo proteggeva - la povera legge umana che spesso crea o istiga al delitto, ma poi si disinteressa dei suoi esecutori e complici e all’occorrenza ci si rivolta contro e, dopo averli usati, li ammutolisce per sempre sopprimendoli - e solo dopo aver capito che potere e denaro non venivano o erano troppo meschini per far felici, allora solo si è ucciso. Era nel buio del nulla. Si gettò nel buio dell’inferno.

   Il mondo sta divenendo un caos senza luce, perché la luce del credere si spegne sempre più nei cuori. È una morte spirituale che fa orrore agli spiriti viventi in Me.

   Perciò vi dico che se un pubblicano o una meretrice crederanno in Me, vi precederanno nel mio Regno. Poiché chi realmente crede in Me vive ubbidiente alla mia Parola. Se peccatore si redime, se senza colpa si preserva dalla stessa.

   In uno o nell’altro modo, Io, Perdono e Amore, attendo chi crede in Me per incoronarlo di gloria.»

[189] come la nuora di Eli, in 1 Samuele 4, 19-22 (in questa cognizione potrebbe anche intendersi per questa cognizione).
[190] dice il Libro in 1 Samuele 7, 3.
[191] ho detto in Matteo 7, 21; Luca 6, 46; il suo cuore non è con Me, come in Isaia 29, 13, ripreso in Matteo 15, 7-8.
[192] ma ne sorgono due. Su una copia dattiloscritta, la scrittrice annota in calce, a matita: e infatti ora ne abbiamo due (28-9)
[193] espressione che è in Matteo 21, 31.