Liturgia delle Ore - Letture
Domenica della 24° settimana del tempo ordinario (Esaltazione della Santa Croce)
Vangelo secondo Matteo 17
1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.2E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.3Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.4Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: "Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia".5Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo".6All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore.7Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: "Alzatevi e non temete".8Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.
9E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: "Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti".
10Allora i discepoli gli domandarono: "Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?".11Ed egli rispose: "Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa.12Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro".13Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista.
14Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo15che, gettatosi in ginocchio, gli disse: "Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e spesso anche nell'acqua;16l'ho già portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo".17E Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo qui".18E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito.
19Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?".20Ed egli rispose: "Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile.21Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno".
22Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini23e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà". Ed essi furono molto rattristati.
24Venuti a Cafàrnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della tassa per il tempio e gli dissero: "Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?".25Rispose: "Sì". Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: "Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?".26Rispose: "Dagli estranei". E Gesù: "Quindi i figli sono esenti.27Ma perché non si scandalizzino, va' al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te".
Deuteronomio 21
1Se nel paese di cui il Signore tuo Dio sta per darti il possesso, si troverà un uomo ucciso, disteso nella campagna, senza che si sappia chi l'abbia ucciso,2i tuoi anziani e i tuoi giudici usciranno e misureranno la distanza fra l'ucciso e le città dei dintorni.3Allora gli anziani della città più vicina all'ucciso prenderanno una giovenca che non abbia ancora lavorato né portato il giogo;4gli anziani di quella città faranno scendere la giovenca presso un corso di acqua corrente, in luogo dove non si lavora e non si semina e là spezzeranno la nuca alla giovenca.5Si avvicineranno poi i sacerdoti, figli di Levi, poiché il Signore tuo Dio li ha scelti per servirlo e per dare la benedizione nel nome del Signore e la loro parola dovrà decidere ogni controversia e ogni caso di lesione.6Allora tutti gli anziani di quella città che sono più vicini al cadavere, si laveranno le mani sulla giovenca a cui sarà stata spezzata la nuca nel torrente;7prendendo la parola diranno: Le nostre mani non hanno sparso questo sangue e i nostri occhi non l'hanno visto spargere.8Signore, perdona al tuo popolo Israele, che tu hai redento, e non lasciar sussistere un sangue innocente in mezzo al tuo popolo Israele! Quel sangue sparso resterà per essi espiato.9Così tu toglierai da te il sangue innocente, perché avrai fatto ciò che è retto agli occhi del Signore.
10Se andrai in guerra contro i tuoi nemici e il Signore tuo Dio te li avrà messi nelle mani e tu avrai fatto prigionieri,11se vedrai tra i prigionieri una donna bella d'aspetto e ti sentirai legato a lei tanto da volerla prendere in moglie, te la condurrai a casa.12Essa si raderà il capo, si taglierà le unghie,13si leverà la veste che portava quando fu presa, dimorerà in casa tua e piangerà suo padre e sua madre per un mese intero; dopo, potrai accostarti a lei e comportarti da marito verso di lei e sarà tua moglie.14Se in seguito non ti sentissi più di amarla, la lascerai andare a suo piacere, ma non potrai assolutamente venderla per denaro né trattarla come una schiava, per il fatto che tu l'hai disonorata.
15Se un uomo avrà due mogli, l'una amata e l'altra odiosa, e tanto l'amata quanto l'odiosa gli avranno procreato figli, se il primogenito è il figlio dell'odiosa,16quando dividerà tra i suoi figli i beni che possiede, non potrà dare il diritto di primogenito al figlio dell'amata, preferendolo al figlio dell'odiosa, che è il primogenito;17ma riconoscerà come primogenito il figlio dell'odiosa, dandogli il doppio di quello che possiede; poiché egli è la primizia del suo vigore e a lui appartiene il diritto di primogenitura.
18Se un uomo avrà un figlio testardo e ribelle che non obbedisce alla voce né di suo padre né di sua madre e, benché l'abbiano castigato, non dà loro retta,19suo padre e sua madre lo prenderanno e lo condurranno dagli anziani della città, alla porta del luogo dove abita,20e diranno agli anziani della città: Questo nostro figlio è testardo e ribelle; non vuole obbedire alla nostra voce, è uno sfrenato e un bevitore.21Allora tutti gli uomini della sua città lo lapideranno ed egli morirà; così estirperai da te il male e tutto Israele lo saprà e avrà timore.
22Se un uomo avrà commesso un delitto degno di morte e tu l'avrai messo a morte e appeso a un albero,23il suo cadavere non dovrà rimanere tutta la notte sull'albero, ma lo seppellirai lo stesso giorno, perché l'appeso è una maledizione di Dio e tu non contaminerai il paese che il Signore tuo Dio ti dà in eredità.
Sapienza 14
1Anche chi si dispone a navigare e a solcare onde selvagge
implora un legno più fragile della barca che lo porta.
2Questa, infatti, fu inventata dal desiderio di guadagni
e fu costruita da una saggezza artigiana;
3ma la tua provvidenza, o Padre, la guida
perché tu hai predisposto una strada anche nel mare,
un sentiero sicuro anche fra le onde,
4mostrando che puoi salvare da tutto,
sì che uno possa imbarcarsi anche senza esperienza.
5Tu non vuoi che le opere della tua sapienza siano inutili;
per questo gli uomini affidano le loro vite
anche a un minuscolo legno
e, attraversando i flutti con una zattera, scampano.
6Anche in principio, mentre perivano giganti superbi,
la speranza del mondo, rifugiatasi in una barca,
lasciò al mondo la semenza di nuove generazioni,
grazie alla tua mano che la guidava.
7È benedetto il legno con cui si compie un'opera giusta,
8ma maledetto l'idolo opera di mani e chi lo ha fatto;
questi perché lo ha lavorato,
quello perché, corruttibile, è detto dio.
9Perché sono ugualmente in odio a Dio
l'empio e la sua empietà;
10l'opera e l'artefice saranno ugualmente puniti.
11Perciò ci sarà un castigo anche per gli idoli dei pagani,
perché fra le creature di Dio son divenuti un abominio,
e scandalo per le anime degli uomini,
laccio per i piedi degli stolti.
12L'invenzione degli idoli fu l'inizio della prostituzione,
la loro scoperta portò la corruzione nella vita.
13Essi non esistevano al principio né mai esisteranno.
14Entrarono nel mondo per la vanità dell'uomo,
per questo è stata decretata per loro una rapida fine.
15Un padre, consumato da un lutto prematuro,
ordinò un'immagine di quel suo figlio così presto rapito,
e onorò come un dio chi poco prima era solo un defunto
ordinò ai suoi dipendenti riti misterici e di iniziazione.
16Poi l'empia usanza, rafforzatasi con il tempo,
fu osservata come una legge.
17Le statue si adoravano anche per ordine dei sovrani:
i sudditi, non potendo onorarli di persona a distanza,
riprodotte con arte le sembianze lontane,
fecero un'immagine visibile del re venerato,
per adulare con zelo l'assente, quasi fosse presente.
18All'estensione del culto
anche presso quanti non lo conoscevano,
spinse l'ambizione dell'artista.
19Questi infatti, desideroso di piacere al potente,
si sforzò con l'arte di renderne più bella l'immagine;
20il popolo, attratto dalla leggiadria dell'opera,
considerò oggetto di culto
colui che poco prima onorava come uomo.
21Ciò divenne un'insidia ai viventi,
perché gli uomini,
vittime della disgrazia o della tirannide,
imposero a pietre o a legni un nome incomunicabile.
22Poi non bastò loro sbagliare circa la conoscenza di Dio;
essi, pur vivendo in una grande guerra d'ignoranza,
danno a sì grandi mali il nome di pace.
23Celebrando iniziazioni infanticide o misteri segreti,
o banchetti orgiastici di strani riti
24non conservano più pure né vita né nozze
e uno uccide l'altro a tradimento
o l'affligge con l'adulterio.
25Tutto è una grande confusione:
sangue e omicidio, furto e inganno,
corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro;
26confusione dei buoni, ingratitudine per i favori,
corruzione di anime, perversione sessuale,
disordini matrimoniali, adulterio e dissolutezza.
27L'adorazione di idoli senza nome
è principio, causa e fine di ogni male.
28Gli idolatri infatti
o delirano nelle orge o sentenziano oracoli falsi
o vivono da iniqui o spergiurano con facilità.
29Ponendo fiducia in idoli inanimati
non si aspettano un castigo per avere giurato il falso.
30Ma, per l'uno e per l'altro motivo,
li raggiungerà la giustizia,
perché concepirono un'idea falsa di Dio,
rivolgendosi agli idoli,
e perché spergiurarono con frode,
disprezzando la santità.
31Infatti non la potenza di coloro per i quali si giura,
ma il castigo dovuto ai peccatori
persegue sempre la trasgressione degli ingiusti.
Salmi 78
1'Maskil. Di Asaf.'
Popolo mio, porgi l'orecchio al mio insegnamento,
ascolta le parole della mia bocca.
2Aprirò la mia bocca in parabole,
rievocherò gli arcani dei tempi antichi.
3Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato,
4non lo terremo nascosto ai loro figli;
diremo alla generazione futura
le lodi del Signore, la sua potenza
e le meraviglie che egli ha compiuto.
5Ha stabilito una testimonianza in Giacobbe,
ha posto una legge in Israele:
ha comandato ai nostri padri
di farle conoscere ai loro figli,
6perché le sappia la generazione futura,
i figli che nasceranno.
Anch'essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli
7perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma osservino i suoi comandi.
8Non siano come i loro padri,
generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante
e dallo spirito infedele a Dio.
9I figli di Èfraim, valenti tiratori d'arco,
voltarono le spalle nel giorno della lotta.
10Non osservarono l'alleanza di Dio,
rifiutando di seguire la sua legge.
11Dimenticarono le sue opere,
le meraviglie che aveva loro mostrato.
12Aveva fatto prodigi davanti ai loro padri,
nel paese d'Egitto, nei campi di Tanis.
13Divise il mare e li fece passare
e fermò le acque come un argine.
14Li guidò con una nube di giorno
e tutta la notte con un bagliore di fuoco.
15Spaccò le rocce nel deserto
e diede loro da bere come dal grande abisso.
16Fece sgorgare ruscelli dalla rupe
e scorrere l'acqua a torrenti.
17Eppure continuarono a peccare contro di lui,
a ribellarsi all'Altissimo nel deserto.
18Nel loro cuore tentarono Dio,
chiedendo cibo per le loro brame;
19mormorarono contro Dio
dicendo: "Potrà forse Dio
preparare una mensa nel deserto?".
20Ecco, egli percosse la rupe e ne scaturì acqua,
e strariparono torrenti.
"Potrà forse dare anche pane
o preparare carne al suo popolo?".
21All'udirli il Signore ne fu adirato;
un fuoco divampò contro Giacobbe
e l'ira esplose contro Israele,
22perché non ebbero fede in Dio
né speranza nella sua salvezza.
23Comandò alle nubi dall'alto
e aprì le porte del cielo;
24fece piovere su di essi la manna per cibo
e diede loro pane del cielo:
25l'uomo mangiò il pane degli angeli,
diede loro cibo in abbondanza.
26Scatenò nel cielo il vento d'oriente,
fece spirare l'australe con potenza;
27su di essi fece piovere la carne come polvere
e gli uccelli come sabbia del mare;
28caddero in mezzo ai loro accampamenti,
tutto intorno alle loro tende.
29Mangiarono e furono ben sazi,
li soddisfece nel loro desiderio.
30La loro avidità non era ancora saziata,
avevano ancora il cibo in bocca,
31quando l'ira di Dio si alzò contro di essi,
facendo strage dei più vigorosi
e abbattendo i migliori d'Israele.
32Con tutto questo continuarono a peccare
e non credettero ai suoi prodigi.
33Allora dissipò come un soffio i loro giorni
e i loro anni con strage repentina.
34Quando li faceva perire, lo cercavano,
ritornavano e ancora si volgevano a Dio;
35ricordavano che Dio è loro rupe,
e Dio, l'Altissimo, il loro salvatore;
36lo lusingavano con la bocca
e gli mentivano con la lingua;
37il loro cuore non era sincero con lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.
38Ed egli, pietoso, perdonava la colpa,
li perdonava invece di distruggerli.
Molte volte placò la sua ira
e trattenne il suo furore,
39ricordando che essi sono carne,
un soffio che va e non ritorna.
40Quante volte si ribellarono a lui nel deserto,
lo contristarono in quelle solitudini!
41Sempre di nuovo tentavano Dio,
esasperavano il Santo di Israele.
42Non si ricordavano più della sua mano,
del giorno che li aveva liberati dall'oppressore,
43quando operò in Egitto i suoi prodigi,
i suoi portenti nei campi di Tanis.
44Egli mutò in sangue i loro fiumi
e i loro ruscelli, perché non bevessero.
45Mandò tafàni a divorarli
e rane a molestarli.
46Diede ai bruchi il loro raccolto,
alle locuste la loro fatica.
47Distrusse con la grandine le loro vigne,
i loro sicomori con la brina.
48Consegnò alla grandine il loro bestiame,
ai fulmini i loro greggi.
49Scatenò contro di essi la sua ira ardente,
la collera, lo sdegno, la tribolazione,
e inviò messaggeri di sventure.
50Diede sfogo alla sua ira:
non li risparmiò dalla morte
e diede in preda alla peste la loro vita.
51Colpì ogni primogenito in Egitto,
nelle tende di Cam la primizia del loro vigore.
52Fece partire come gregge il suo popolo
e li guidò come branchi nel deserto.
53Li condusse sicuri e senza paura
e i loro nemici li sommerse il mare.
54Li fece salire al suo luogo santo,
al monte conquistato dalla sua destra.
55Scacciò davanti a loro i popoli
e sulla loro eredità gettò la sorte,
facendo dimorare nelle loro tende le tribù di Israele.
56Ma ancora lo tentarono,
si ribellarono a Dio, l'Altissimo,
non obbedirono ai suoi comandi.
57Sviati, lo tradirono come i loro padri,
fallirono come un arco allentato.
58Lo provocarono con le loro alture
e con i loro idoli lo resero geloso.
59Dio, all'udire, ne fu irritato
e respinse duramente Israele.
60Abbandonò la dimora di Silo,
la tenda che abitava tra gli uomini.
61Consegnò in schiavitù la sua forza,
la sua gloria in potere del nemico.
62Diede il suo popolo in preda alla spada
e contro la sua eredità si accese d'ira.
63Il fuoco divorò il fiore dei suoi giovani,
le sue vergini non ebbero canti nuziali.
64I suoi sacerdoti caddero di spada
e le loro vedove non fecero lamento.
65Ma poi il Signore si destò come da un sonno,
come un prode assopito dal vino.
66Colpì alle spalle i suoi nemici,
inflisse loro una vergogna eterna.
67Ripudiò le tende di Giuseppe,
non scelse la tribù di Èfraim;
68ma elesse la tribù di Giuda,
il monte Sion che egli ama.
69Costruì il suo tempio alto come il cielo
e come la terra stabile per sempre.
70Egli scelse Davide suo servo
e lo trasse dagli ovili delle pecore.
71Lo chiamò dal seguito delle pecore madri
per pascere Giacobbe suo popolo,
la sua eredità Israele.
72Fu per loro pastore dal cuore integro
e li guidò con mano sapiente.
Michea 5
1E tu, Betlemme di Efrata
così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda,
da te mi uscirà colui
che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall'antichità,
dai giorni più remoti.
2Perciò Dio li metterà in potere altrui
fino a quando colei che deve partorire partorirà;
e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli di Israele.
3Egli starà là e pascerà con la forza del Signore,
con la maestà del nome del Signore suo Dio.
Abiteranno sicuri perché egli allora sarà grande
fino agli estremi confini della terra
4e tale sarà la pace:
se Assur entrerà nella nostra terra
e metterà il piede sul nostro suolo,
noi schiereremo contro di lui
sette pastori e otto capi di uomini,
5che governeranno la terra di Assur con la spada,
il paese di Nimròd con il suo stesso pugnale.
Ci libereranno da Assur,
se entrerà nella nostra terra
e metterà piede entro i nostri confini.
6Il resto di Giacobbe
sarà, in mezzo a molti popoli,
come rugiada mandata dal Signore
e come pioggia che cade sull'erba,
che non attende nulla dall'uomo
e nulla spera dai figli dell'uomo.
7Allora il resto di Giacobbe sarà,
in mezzo a popoli numerosi,
come un leone tra le belve della foresta,
come un leoncello tra greggi di pecore,
il quale, se entra, calpesta e sbrana
e non c'è scampo.
8La tua mano si alzerà
contro tutti i tuoi nemici,
e tutti i tuoi avversari
saranno sterminati.
9In quel giorno - dice il Signore -
distruggerò i tuoi cavalli in mezzo a te
e manderò in rovina i tuoi carri;
10distruggerò le città della tua terra
e demolirò tutte le tue fortezze.
11Ti strapperò di mano i sortilegi
e non avrai più indovini.
12Distruggerò in mezzo a te
le tue sculture e le tue stele,
né più ti prostrerai
davanti a un'opera delle tue mani.
13Estirperò da te i tuoi pali sacri,
distruggerò i tuoi idoli.
14Con ira e furore,
farò vendetta delle genti,
che non hanno voluto obbedire.
Lettera a Tito 3
1Ricorda loro di esser sottomessi ai magistrati e alle autorità, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona;2di non parlar male di nessuno, di evitare le contese, di esser mansueti, mostrando ogni dolcezza verso tutti gli uomini.3Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell'invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda.4Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini,5egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo,6effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,7perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna.
8Questa parola è degna di fede e perciò voglio che tu insista in queste cose, perché coloro che credono in Dio si sforzino di essere i primi nelle opere buone. Ciò è bello e utile per gli uomini.9Guàrdati invece dalle questioni sciocche, dalle genealogie, dalle questioni e dalle contese intorno alla legge, perché sono cose inutili e vane.10Dopo una o due ammonizioni sta' lontano da chi è fazioso,11ben sapendo che è gente ormai fuori strada e che continua a peccare condannandosi da se stessa.
12Quando ti avrò mandato Àrtema o Tìchico, cerca di venire subito da me a Nicòpoli, perché ho deciso di passare l'inverno colà.13Provvedi con cura al viaggio di Zena, il giureconsulto, e di Apollo, che non manchi loro nulla.14Imparino così anche i nostri a distinguersi nelle opere di bene riguardo ai bisogni urgenti, per non vivere una vita inutile.
15Ti salutano tutti coloro che sono con me. Saluta quelli che ci amano nella fede.
La grazia sia con tutti voi!
Capitolo XVI: Manifestare a Cristo le nostre manchevolezze e chiedere la sua grazia
Leggilo nella BibliotecaParola del discepolo
O dolcissimo e amorosissimo Signore, che ora desidero devotamente ricevere, tu conosci la mia debolezza e la miseria che mi affligge; sai quanto siano grandi il male e i vizi in cui giaccio e come io sia frequentemente oppresso, provato, sconvolto e pieno di corruzione. Io vengo a te per essere aiutato, consolato e sollevato. Parlo a colui che tutto sa e conosce ogni mio pensiero; a colui che solo mi può pienamente confortare e soccorrere. Tu ben sai di quali beni io ho massimamente bisogno e quanto io sono povero di virtù. Ecco che io mi metto dinanzi a te, povero e nudo, chiedendo grazia e implorando misericordia. Ristora questo tuo misero affamato; riscalda la mia freddezza con il fuoco del tuo amore; rischiara la mia cecità con la luce della tua presenza. Muta per me in amarezza tutto ciò che è terreno; trasforma in occasione di pazienza tutto ciò che mi pesa e mi ostacola; muta in oggetto di disprezzo e di oblio ciò che è bassa creatura. Innalza il mio cuore verso il cielo, a te, e non lasciare che mi perda, vagando su questa terra. Sii tu solo, da questo momento e per sempre, la mia dolce attrazione, ché tu solo sei mio cibo e mia bevanda, mio amore e mia gioia, mia dolcezza e sommo mio bene. Potessi io infiammarmi tutto, dinanzi a te, consumarmi e trasmutare in te, così da diventare un solo spirito con te, per grazia di intima unione, in struggimento di ardente amore. Non permettere che io mi allontani da te digiuno e languente, ma usa misericordia verso di me, come tante volte l'hai usata mirabilmente con i tuoi santi. Qual meraviglia se da te io prendessi fuoco interamente, venendo meno in me stesso, poiché tu sei fiamma sempre viva, che mai si spegne, amore che purifica i cuori e illumina le menti?
DISCORSO 39 SUL PASSO SCRITTURALE CHE DICE: "NON TARDARE A CONVERTIRTI AL SIGNORE NÉ RIMANDARLO DI GIORNO IN GIORNO"
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaDio non ci assicura il domani.
1. Abbiamo ascoltato, fratelli, come Dio per mezzo del profeta ci dica: Non tardare a convertirti al Signore né rimandarlo di giorno in giorno. Improvvisa infatti sopraggiungerà la sua ira e nel tempo della vendetta ti disperderà 1. Ti ha promesso che nel giorno della tua conversione egli dimenticherà tutta la tua precedente malizia. Ma ti ha forse assicurato la vita per il domani? Dio non te l'ha assicurata; ma forse te l'ha assicurata l'astrologo... Con la conseguenza che [Dio] condannerà e te e lui. È salutare che Dio ti abbia lasciato nell'incertezza per quanto riguarda il giorno della morte. Ciascuno pensi salutarmente al termine della sua vita: è misericordia di Dio che l'uomo non sappia il momento della sua morte. L'ultimo giorno è celato perché tutti i giorni si stia all'erta.
2. Ma il mondo ci possiede, i piaceri ci sollecitano tutt'all'intorno: ci alletta l'abbondanza del denaro, ci alletta lo splendore derivante dagli onori e ci alletta vederci temuti perché potenti. Tutte queste cose ci attraggono; ma si ascolti l'Apostolo: Nulla abbiamo recato in questo mondo e nulla potremo portarne via 2. L'onore deve venire in cerca di te, non tu dell'onore. Tu devi sederti nel posto più umile, affinché colui che ti ha invitato ti faccia salire a un posto più ragguardevole 3. Che se egli non vorrà farlo, tu mangia là dove ti sei seduto, poiché nulla hai recato in questo mondo. E ti pare cosa da poco il mangiare della roba altrui? Siediti dove ti capita e mangia! Dirai: Mangerò del mio? Ascolta l'Apostolo: Nulla abbiamo recato in questo mondo 4. Sei venuto nel mondo; hai trovato una tavola imbandita; ma del Signore è la terra e ciò che essa contiene 5.
3. In realtà coloro che vogliono arricchire 6... (Non dice: Coloro che son ricchi ma: Coloro che vogliono arricchire; pone sotto accusa la bramosia, non i beni posseduti), coloro che vogliono arricchire cadono in tentazione e in molti desideri nocivi che sprofondano gli uomini nel baratro della perdizione 7. Il denaro piace; ma tu non temi il resto? Cosa buona è il denaro, cosa buona è una gran copia di denaro; ma, essi cadono in tentazione. E non temi? Essi cadono in molti desideri stupidi e nocivi. E non temi? E questi desideri dove portano? Sprofondano l'uomo nel baratro della perdizione. E seguiti a fare il sordo? Non temi il baratro della perdizione? Dio tuona così e tu sbadigli?.
Le ricchezze causa di superbia.
4. A coloro che son ricchi l'Apostolo dava questo consiglio: Ai ricchi di questo mondo - diceva - comanda di non nutrire sentimenti di superbia 8. La superbia è il verme della ricchezza: è difficile che non sia superbo colui che è ricco. Togli via la superbia, e la ricchezza non [ti] recherà nocumento. Inoltre bada a quello che devi fare con la ricchezza perché quello che Dio ti ha dato non resti inutilizzato presso di te. Non nutrire sentimenti di superbia! Togli questo vizio. Non sperare nelle ricchezze che sono incerte 9. Togli anche questo vizio. Eliminati questi vizi, esercitati nelle opere buone di cui ti senti dire: Siano ricchi - dice - di opere buone. Non sperino nelle ricchezze così incerte 10; ma dove dovranno sperare? Sperino nel Dio vivo, che ci somministra tutte le cose in abbondanza perché ne usufruiamo 11. Dio offre il mondo al povero e lo offre al ricco. Forse che, per essere ricco, egli avrà due pance da riempire? Osservate e vedete come i poveri dormano, saziati dei doni di Dio. Colui che nutre voi, per mezzo vostro nutre anche loro.
Con la morte si lascia ogni ricchezza.
5. Non si ami dunque il denaro. Se lo si possiede ecco come spenderlo. Siate pur ricchi, voi che possedete il denaro; ma ricchi di che cosa? Di opere buone. Dice: Ne distribuiscano con facilità, ne comunichino [agli altri] 12. Ma ecco che l'avarizia si chiude in sé. Ascolta di nuovo il testo: Ne distribuiscano con facilità, ne comunichino [agli altri. Gli succede] come quando si spande dell'acqua fredda: si raggela, stringe il seno e dice: Non voglio perdere i miei lavori. Infelice! non vuoi perdere i tuoi lavori? Ecco, morrai; e come non ti sei recato nulla in questo mondo, così nulla potrai portarti via. Se non potrai portarti via niente, non perderai tutti i tuoi lavori? Ascolta dunque il suggerimento di Dio. Non spaventarti perché ti ha detto di distribuire con facilità e di comunicarlo agli altri. Ascolta il seguito [del discorso]. Aspetta: non chiudere la porta contro di me, non chiudere l'orecchio del tuo cuore; aspetta. Vuoi comprendere come col distribuire con facilità e col comunicare agli altri non perdi nulla e solo in questa maniera non lo perdi? Dice: Si accumulino per l'avvenire un tesoro posto su un fondamento solido per conseguire la vera vita 13. La vita presente, che pur tanto ti diletta, è una vita falsa. Qui vivi quasi dormendo. Se vivi quasi dormendo, quando morrai ti sveglierai e così ti troverai senza aver nulla in mano. È come quando si addormenta il mendico: nel sonno gli era sopraggiunta una eredità e, prima che si alzi, nessuno è più felice di lui. Nel sonno si vede maneggiare vesti lussuose, vasi preziosi di oro e d'argento, passeggiare per campi amenissimi e spaziosissimi, si vede riverito da molte famiglie potenti. Si sveglia e piange. E come l'uomo desto accusa colui che l'ha spogliato [dei suoi averi] così lui accusa colui che l'ha svegliato. Di questo parla in maniera quanto mai chiara il salmo che dice: Dormirono il loro sonno e nulla trovarono, tutti gli uomini ricchi, nelle loro mani 14, quand'ebbero terminato il loro sonno.
Dio ha fatto il ricco e il povero.
6. Come non ti sei recato nulla [in questo mondo] così non ti porterai via nulla 15. Spedisci lassù ciò che hai potuto trovare, sicuro che non lo perderai. Dàllo a Cristo. Cristo stesso infatti volle ricevere da te in questo mondo; e tu, dando a Cristo del tuo, forse che lo perderai? Non lo perdi affidandolo al tuo servo, e lo perderai se lo affidi al tuo Signore? Non lo perdi quando affidi al tuo servo ciò che ti sei acquistato, e lo perdi affidando al tuo Signore ciò che da lui stesso, il tuo Signore, hai ricevuto? Cristo ha voluto esperimentare il bisogno in questo mondo, ma l'ha fatto per noi. Cristo poteva nutrire tutti i poveri che incontrate, come nutrì Elia servendosi d'un corvo. Tuttavia giunse il momento in cui anche ad Elia fece mancare il corvo. E il fatto che Elia fu sostentato dalla vedova, non fu un beneficio concesso ad Elia ma alla vedova stessa 16. Quando dunque Dio dispone che ci siano i poveri - poiché è lui che non vuole posseggano beni materiali - quando crea i poveri mette alla prova i ricchi. Così infatti sta scritto: Il povero e il ricco si corsero incontro 17. Dove si corsero incontro? In questa vita. Nacque l'uno e nacque anche l'altro: si conobbero, si incontrarono. E chi li fece? Il Signore 18. Fece il ricco perché aiutasse il povero, fece il povero per mettere alla prova il ricco. Ciascuno faccia [l'elemosina] secondo le sue disponibilità. Non deve largheggiare, il ricco, in modo da venirsi a trovare lui stesso nelle strettezze. Non diciamo questo. Il tuo superfluo è necessario all'altro. Or ora, quando si leggeva il Vangelo, avete ascoltato: Chi darà un bicchiere di acqua fresca a uno di questi miei più piccoli per amor mio non perderà la sua ricompensa 19. Mise come in vendita il regno dei cieli, e stabilì che suo prezzo fosse un bicchiere di acqua fresca. Ma questo bicchiere di acqua fresca potrà essere [sufficiente] come elemosina quando chi la fa è anche lui povero; se invece uno ha di più deve dare di più. Quella vedova diede due spiccioli 20; Zaccheo diede la metà del suo patrimonio, riservandosi l'altra metà per risarcire le truffe che aveva commesso 21. Le elemosine giovano a coloro che cambiano vita, e in tanto dài a Cristo bisognoso in quanto ti serve per redimere i peccati commessi. Se viceversa volessi dare presumendo che ti sia lecito continuare nel peccato, non nutriresti Cristo ma tenteresti di corrompere il tuo giudice. Fate dunque l'elemosina perché le vostre orazioni siano esaudite e Dio vi aiuti a cambiare in meglio la vostra vita. Se infatti cambiate la vostra vita, cambiatela in meglio. E in conseguenza delle vostre elemosine e preghiere siano cancellate le vostre colpe passate e vengano su di voi i beni futuri, quelli eterni.
1 - Sir 5, 8-9.
2 - 1 Tm 6, 7.
3 - Cf. Lc 14, 10.
4 - 1 Tm 6, 7.
5 - Sal 23, 1.
6 - 1 Tm 6, 9.
7 - 1 Tm 6, 9.
8 - 1 Tm 6, 17.
9 - 1 Tm 6, 17.
10 - 1 Tm 6, 18.
11 - 1 Tm 6, 17.
12 - 1 Tm 6, 18.
13 - 1 Tm 6, 19.
14 - Sal 75, 5.
15 - Cf. 1 Tm 6, 7.
16 - Cf. 1 Re 17, 4-16.
17 - Prv 22, 2.
18 - Prv 22, 2.
19 - Mt 10, 42; Mc 9, 40.
20 - Cf. Mc 12, 42.
21 - Cf. Lc 19, 8.
Capitolo VI: Invocazione per prepararsi alla comunione
Libro IV: Libro del sacramento del corpo di Cristo - Tommaso da Kempis
Leggilo nella BibliotecaParola del discepolo
Quando considero, o Signore, la tua grandezza e la mia miseria, mi metto a tremare forte e mi confondo. Ché, se non mi accosto al sacramento, fuggo la vita; e se lo faccio indegnamente, cado nello scandalo. Che farò, o mio Dio, "mio aiuto" (Is 50,7) e mia guida nella mia miseria? Insegnami tu la strada sicura; mettimi dinanzi una opportuna, breve istruzione per la santa Comunione; giacché è buona cosa conoscere con quale devozione e reverenza io debba preparare il mio cuore a ricevere con profitto il tuo sacramento e a celebrare un così grande, divino sacrificio.
2 gennaio 1946
Maria Valtorta
Sera fra il 2 e il 3 gennaio 1946
Un chiostro di monastero, porticato, pavimentato a piastrelle quadre bianche e nere. Il lungo chiostro si perde nell'oscurità in fondo. Dove sono io è fatto a spigolo così.
Nel punto dove è l'archetto e la stellina è una statuetta di Gesù Bambino di una età sui 28-30 mesi. Biondo, bello, con una veste azzurra pallida a stelline dorate, la destra alta a benedire, la sinistra col globo. Una lampada ad olio rischiara la statua.
Mentre la guardo si anima e diviene vera carne. Mi sorride e accenna con la manina dicendo: "Vieni qua! Vieni qua!". E diviene luminoso, bellissimo. L'angolo del chiostro luce come per luce di stelle. Mi accosto un poco, sorridendo riverente. Ma mi fermo ancora troppo lontano e il Bambino insiste con la voce e la manina: "Ma vieni qua! Qua vicino!". Gli vado vicino. Ride felice e dice: "Me li scaldi con un bacio i piedini? Ho tanto freddo!" e mi porge a turno i piedini nudi, sui quali per scaldarli appoggio non solo le labbra ma la guancia febbrile.
Egli ride. Un chiaro riso infantile, e dice: "Sono il Bambino della piccola Teresa di Lisieux. Questo è il Carmelo. Capisci? Sono il Bambino Gesù di Suor Teresa del B. G.".
Io lo contemplo estatica, ora che gli sono proprio vicina. È tanto bello! Poi la luce cresce, cresce, annulla il potere di vedere tanto è violenta, e tutto scompare. Resta solo il ricordo e la pace.