Liturgia delle Ore - Letture
Sabato della 23° settimana del tempo ordinario (San Giovanni Crisostomo)
Vangelo secondo Giovanni 18
1Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli.2Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli.3Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi.4Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: "Chi cercate?".5Gli risposero: "Gesù, il Nazareno". Disse loro Gesù: "Sono io!". Vi era là con loro anche Giuda, il traditore.6Appena disse "Sono io", indietreggiarono e caddero a terra.7Domandò loro di nuovo: "Chi cercate?". Risposero: "Gesù, il Nazareno".8Gesù replicò: "Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano".9Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: "'Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato'".10Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.11Gesù allora disse a Pietro: "Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?".
12Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono13e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno.14Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: "È meglio che un uomo solo muoia per il popolo".
15Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote;16Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro.17E la giovane portinaia disse a Pietro: "Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?". Egli rispose: "Non lo sono".18Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
19Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina.20Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.21Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto".22Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote?".23Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?".24Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
25Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: "Non sei anche tu dei suoi discepoli?". Egli lo negò e disse: "Non lo sono".26Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: "Non ti ho forse visto con lui nel giardino?".27Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
28Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.29Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: "Che accusa portate contro quest'uomo?".30Gli risposero: "Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato".31Allora Pilato disse loro: "Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!". Gli risposero i Giudei: "A noi non è consentito mettere a morte nessuno".32Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.
33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: "Tu sei il re dei Giudei?".34Gesù rispose: "Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?".35Pilato rispose: "Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?".36Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù".37Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?". Rispose Gesù: "Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce".38Gli dice Pilato: "Che cos'è la verità?". E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo in lui nessuna colpa.39Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?".40Allora essi gridarono di nuovo: "Non costui, ma Barabba!". Barabba era un brigante.
Primo libro di Samuele 28
1In quei giorni i Filistei radunarono l'esercito per combattere contro Israele e Achis disse a Davide: "Tieni bene a mente che devi uscire in campo con me insieme con i tuoi uomini".2Davide rispose ad Achis: "Tu sai già quello che farà il tuo servo". Achis disse: "Bene! Ti faccio per sempre mia guardia del corpo".
3Samuele era morto e tutto Israele aveva fatto il lamento su di lui; poi l'avevano seppellito in Rama sua città. Saul aveva bandito dal paese i negromanti e gl'indovini.
4I Filistei si radunarono, si mossero e posero il campo in Sunàm. Saul radunò tutto Israele e si accampò sul Gelboe.5Quando Saul vide il campo dei Filistei, rimase atterrito e il suo cuore tremò di paura.6Saul consultò il Signore e il Signore non gli rispose né attraverso sogni, né mediante gli 'Urim', né per mezzo dei profeti.7Allora Saul disse ai suoi ministri: "Cercatemi una negromante, perché voglio andare a consultarla". I suoi ministri gli risposero: "Vi è una negromante nella città di Endor".8Saul si camuffò, si travestì e partì con due uomini. Arrivò da quella donna di notte. Disse: "Pratica la divinazione per me con uno spirito. Evocami colui che io ti dirò".9La donna gli rispose: "Tu sai bene quello che ha fatto Saul: ha eliminato dal paese i negromanti e gli indovini e tu perché tendi un tranello alla mia vita per uccidermi?".10Saul le giurò per il Signore: "Per la vita del Signore, non avrai alcuna colpa per questa faccenda".11Essa disse: "Chi devo evocarti?". Rispose: "Evocami Samuele".
12La donna vide Samuele e proruppe in un forte grido e disse quella donna a Saul: "Perché mi hai ingannata? Tu sei Saul!".13Le rispose il re: "Non aver paura, che cosa vedi?". La donna disse a Saul: "Vedo un essere divino che sale dalla terra".14Le domandò: "Che aspetto ha?". Rispose: "È un uomo anziano che sale ed è avvolto in un mantello". Saul comprese che era veramente Samuele e si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò.15Allora Samuele disse a Saul: "Perché mi hai disturbato e costretto a salire?". Saul rispose: "Sono in grande difficoltà. I Filistei mi muovono guerra e Dio si è allontanato da me; non mi ha più risposto né per mezzo dei profeti, né per mezzo dei sogni; perciò ti ho evocato, perché tu mi manifesti quello che devo fare".16Samuele rispose: "Perché mi vuoi consultare, quando il Signore si è allontanato da te ed è divenuto tuo nemico?17Il Signore ha fatto nei tuoi riguardi quello che ha detto per mia bocca. Il Signore ha strappato da te il regno e l'ha dato al tuo prossimo, a Davide.18Poiché non hai ascoltato il comando del Signore e non hai dato effetto alla sua ira contro Amalek, per questo il Signore ti ha trattato oggi in questo modo.19Il Signore abbandonerà inoltre Israele insieme con te nelle mani dei Filistei. Domani tu e i tuoi figli sarete con me; il Signore consegnerà anche l'accampamento d'Israele in mano ai Filistei".20All'istante Saul cadde a terra lungo disteso, pieno di terrore per le parole di Samuele; inoltre era già senza forze perché non aveva mangiato niente tutto quel giorno e la notte.21Allora la donna si accostò a Saul e vedendolo tutto spaventato, gli disse: "Ecco, la tua serva ha ascoltato i tuoi ordini. Ho esposto al pericolo la vita per obbedire alla parola che mi hai detto.22Ma ora ascolta anche tu la voce della tua serva. Ti ho preparato un pezzo di pane: mangia e riprenderai le forze, perché devi rimetterti in viaggio".23Egli rifiutava e diceva: "Non mangio". Ma i suoi servi insieme alla donna lo costrinsero e accettò di mangiare. Si alzò da terra e sedette sul letto.24La donna aveva in casa un vitello da ingrasso; si affrettò a ucciderlo, poi prese la farina, la impastò e gli fece cuocere pani azzimi.25Mise tutto davanti a Saul e ai suoi servi. Essi mangiarono, poi si alzarono e partirono quella stessa notte.
Proverbi 14
1La sapienza di una massaia costruisce la casa,
la stoltezza la demolisce con le mani.
2Chi procede con rettitudine teme il Signore,
chi si scosta dalle sue vie lo disprezza.
3Nella bocca dello stolto c'è il germoglio della superbia,
ma le labbra dei saggi sono la loro salvaguardia.
4Senza buoi, niente grano,
l'abbondanza del raccolto sta nel vigore del toro.
5Il testimone vero non mentisce,
quello falso spira menzogne.
6Il beffardo ricerca la sapienza ma invano,
la scienza è cosa facile per il prudente.
7Allontànati dall'uomo stolto,
e non ignorerai le labbra sapienti.
8La sapienza dell'accorto sta nel capire la sua via,
ma la stoltezza degli sciocchi è inganno.
9Fra gli stolti risiede la colpa,
fra gli uomini retti la benevolenza.
10Il cuore conosce la propria amarezza
e alla sua gioia non partecipa l'estraneo.
11La casa degli empi rovinerà,
ma la tenda degli uomini retti avrà successo.
12C'è una via che sembra diritta a qualcuno,
ma sbocca in sentieri di morte.
13Anche fra il riso il cuore prova dolore
e la gioia può finire in pena.
14Chi è instabile si sazierà dei frutti della sua condotta,
l'uomo dabbene si sazierà delle sue opere.
15L'ingenuo crede quanto gli dici,
l'accorto controlla i propri passi.
16Il saggio teme e sta lontano dal male,
lo stolto è insolente e presuntuoso.
17L'iracondo commette sciocchezze,
il riflessivo sopporta.
18Gli inesperti erediteranno la stoltezza,
i prudenti si coroneranno di scienza.
19I malvagi si inchinano davanti ai buoni,
gli empi davanti alle porte del giusto.
20Il povero è odioso anche al suo amico,
numerosi sono gli amici del ricco.
21Chi disprezza il prossimo pecca,
beato chi ha pietà degli umili.
22Non errano forse quelli che compiono il male?
Benevolenza e favore per quanti compiono il bene.
23In ogni fatica c'è un vantaggio,
ma la loquacità produce solo miseria.
24Corona dei saggi è la loro accortezza,
corona degli stolti la loro stoltezza.
25Salvatore di vite è un testimone vero;
chi spaccia menzogne è un impostore.
26Nel timore del Signore è la fiducia del forte;
per i suoi figli egli sarà un rifugio.
27Il timore del Signore è fonte di vita,
per evitare i lacci della morte.
28Un popolo numeroso è la gloria del re;
la scarsità di gente è la rovina del principe.
29Il paziente ha grande prudenza,
l'iracondo mostra stoltezza.
30Un cuore tranquillo è la vita di tutto il corpo,
l'invidia è la carie delle ossa.
31Chi opprime il povero offende il suo creatore,
chi ha pietà del misero lo onora.
32Dalla propria malvagità è travolto l'empio,
il giusto ha un rifugio nella propria integrità.
33In un cuore assennato risiede la sapienza,
ma in seno agli stolti può scoprirsi?
34La giustizia fa onore a una nazione,
ma il peccato segna il declino dei popoli.
35Il favore del re è per il ministro intelligente,
il suo sdegno è per chi lo disonora.
Salmi 63
1'Salmo. Di Davide, quando dimorava nel deserto di Giuda.'
2O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta,
arida, senz'acqua.
3Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
4Poiché la tua grazia vale più della vita,
le mie labbra diranno la tua lode.
5Così ti benedirò finché io viva,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
6Mi sazierò come a lauto convito,
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.
7Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
8a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.
9A te si stringe l'anima mia
e la forza della tua destra mi sostiene.
10Ma quelli che attentano alla mia vita
scenderanno nel profondo della terra,
11saranno dati in potere alla spada,
diverranno preda di sciacalli.
12Il re gioirà in Dio,
si glorierà chi giura per lui,
perché ai mentitori verrà chiusa la bocca.
Ezechiele 11
1Uno spirito mi sollevò e mi trasportò alla porta orientale del tempio che guarda a oriente; ed ecco davanti alla porta vi erano venticinque uomini e in mezzo a loro vidi Iazanià figlio d'Azzùr, e Pelatìa figlio di Benaià, capi del popolo.2Il Signore mi disse: "Figlio dell'uomo, questi sono gli uomini che tramano il male e danno consigli cattivi in questa città;3sono coloro che dicono: Non in breve tempo si costruiscon le case: questa città è la pentola e noi siamo la carne.4Per questo profetizza contro di loro, profetizza, figlio dell'uomo".
5Lo spirito del Signore venne su di me e mi disse: "Parla, dice il Signore: Così avete detto, o Israeliti, e io conosco ciò che vi passa per la mente.6Voi avete moltiplicato i morti in questa città, avete riempito di cadaveri le sue strade.7Per questo così dice il Signore Dio: I cadaveri che avete gettati in mezzo a essa sono la carne, e la città è la pentola. Ma io vi scaccerò.8Avete paura della spada e io manderò la spada contro di voi, dice il Signore Dio!9Vi scaccerò dalla città e vi metterò in mano agli stranieri e farò giustizia su di voi.10Cadrete di spada: sulla frontiera d'Israele io vi giudicherò e saprete che io sono il Signore.11La città non sarà per voi la pentola e voi non ne sarete la carne! Sulla frontiera di Israele vi giudicherò:12allora saprete che io sono il Signore, di cui non avete eseguito i comandi né osservate le leggi, mentre avete agito secondo i costumi delle genti vicine".
13Non avevo finito di profetizzare quando Pelatìa figlio di Benaià cadde morto. Io mi gettai con la faccia a terra e gridai con tutta la voce: "Ah! Signore Dio, vuoi proprio distruggere quanto resta d'Israele?".
14Allora mi fu rivolta questa parola del Signore:15"Figlio dell'uomo, ai tuoi fratelli, ai deportati con te, a tutta la casa d'Israele gli abitanti di Gerusalemme vanno dicendo: Voi andate pure lontano dal Signore: a noi è stata data in possesso questa terra.16Di' loro dunque: Dice il Signore Dio: Se li ho mandati lontano fra le genti, se li ho dispersi in terre straniere, sarò per loro un santuario per poco tempo nelle terre dove hanno emigrato.17Riferisci: Così dice il Signore Dio: Vi raccoglierò in mezzo alle genti e vi radunerò dalle terre in cui siete stati dispersi e a voi darò il paese d'Israele.18Essi vi entreranno e vi elimineranno tutti i suoi idoli e tutti i suoi abomini.19Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro; toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne,20perché seguano i miei decreti e osservino le mie leggi e li mettano in pratica; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio.21Ma su coloro che seguono con il cuore i loro idoli e le loro nefandezze farò ricadere le loro opere, dice il Signore Dio".
22I cherubini allora alzarono le ali e le ruote si mossero insieme con loro mentre la gloria del Dio d'Israele era in alto su di loro.23Quindi dal centro della città la gloria del Signore si alzò e andò a fermarsi sul monte che è ad oriente della città.24E uno spirito mi sollevò e mi portò in Caldea fra i deportati, in visione, in spirito di Dio, e la visione che avevo visto disparve davanti a me.25E io raccontai ai deportati quanto il Signore mi aveva mostrato.
Atti degli Apostoli 8
1Saulo era fra coloro che approvarono la sua uccisione. In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme e tutti, ad eccezione degli apostoli, furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samarìa.2Persone pie seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui.3Saulo intanto infuriava contro la Chiesa ed entrando nelle case prendeva uomini e donne e li faceva mettere in prigione.
4Quelli però che erano stati dispersi andavano per il paese e diffondevano la parola di Dio.
5Filippo, sceso in una città della Samarìa, cominciò a predicare loro il Cristo.6E le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Filippo sentendolo parlare e vedendo i miracoli che egli compiva.7Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi furono risanati.8E vi fu grande gioia in quella città.
9V'era da tempo in città un tale di nome Simone, dedito alla magia, il quale mandava in visibilio la popolazione di Samarìa, spacciandosi per un gran personaggio.10A lui aderivano tutti, piccoli e grandi, esclamando: "Questi è la potenza di Dio, quella che è chiamata Grande".11Gli davano ascolto, perché per molto tempo li aveva fatti strabiliare con le sue magie.12Ma quando cominciarono a credere a Filippo, che recava la buona novella del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo, uomini e donne si facevano battezzare.13Anche Simone credette, fu battezzato e non si staccava più da Filippo. Era fuori di sé nel vedere i segni e i grandi prodigi che avvenivano.
14Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samarìa aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni.
15Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo;16non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù.17Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
18Simone, vedendo che lo Spirito veniva conferito con l'imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro19dicendo: "Date anche a me questo potere perché a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo".20Ma Pietro gli rispose: "Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai osato pensare di acquistare con denaro il dono di Dio.21Non v'è parte né sorte alcuna per te in questa cosa, perché 'il tuo cuore non è retto davanti a Dio'.22Pèntiti dunque di questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia perdonato questo pensiero.23Ti vedo infatti chiuso 'in fiele amaro e in lacci d'iniquità'".24Rispose Simone: "Pregate voi per me il Signore, perché non mi accada nulla di ciò che avete detto".25Essi poi, dopo aver testimoniato e annunziato la parola di Dio, ritornavano a Gerusalemme ed evangelizzavano molti villaggi della Samarìa.
26Un angelo del Signore parlò intanto a Filippo: "Alzati, e va' verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta".27Egli si alzò e si mise in cammino, quand'ecco un Etìope, un eunuco, funzionario di Candràce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme,28se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia.29Disse allora lo Spirito a Filippo: "Va' avanti, e raggiungi quel carro".30Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: "Capisci quello che stai leggendo?".31Quegli rispose: "E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?". E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui.32Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:
'Come una pecora fu condotto al macello
e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa,
così egli non apre la sua bocca.'
33'Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato
negato,
ma la sua posterità chi potrà mai descriverla?
Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita.'
34E rivoltosi a Filippo l'eunuco disse: "Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?".35Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù.36Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c'era acqua e l'eunuco disse: "Ecco qui c'è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?".37.38Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco, ed egli lo battezzò.39Quando furono usciti dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l'eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino.40Quanto a Filippo, si trovò ad Azoto e, proseguendo, predicava il vangelo a tutte le città, finché giunse a Cesarèa.
Capitolo XXVI: L’eccelsa libertà dello spirito, frutto dell’umile preghiera più che dello studio
Leggilo nella Biblioteca1. O Signore, questo è il compito di chi vuole essere perfetto: non staccarsi mai spiritualmente dal tendere alle cose celesti e passare tra le molte preoccupazioni quasi senza affanno. E ciò non già per storditezza, ma per quel tal privilegio, proprio di uno spirito libero, di non essere attaccato ad alcuna cosa creata, con un affetto che sia contrario al volere di Dio. Ti scongiuro, o mio Dio pieno di misericordia, tienimi lontano dalle preoccupazioni di questa vita, così che esse non mi siano di troppo impaccio; tienimi lontano dalle molte esigenze materiali, così che io non sia prigioniero del piacere; tienimi lontano da tutto quanto è di ostacolo all'anima, così che io non finisca schiacciato da queste difficoltà. E non voglio dire che tu mi tenga lontano soltanto dalle cose che la vanità di questo mondo brama con pieno ardore; ma da tutte quelle miserie che, a causa della comune maledizione dell'umanità, gravano dolorosamente sull'anima del tuo servo, impedendole di accedere, a sua voglia, alla libertà dello spirito.
2. O mio Dio, dolcezza ineffabile, muta in amarezza per me ogni piacere terrestre: esso mi distoglie dall'amare le cose eterne e mi avvince tristemente a sé, facendomi balenare qualcosa che, al momento, appare buono e gradito. O mio Dio, non sia più forte di me la carne, non sia più forte di me il sangue; non mi inganni il mondo, con la sua gloria passeggera; non mi vinca il diavolo, con la sua astuzia. Dammi fortezza a resistere, pazienza a sopportare, costanza a perseverare. In luogo di tutte le consolazioni del mondo, dammi la dolcissima unzione del tuo spirito; in luogo dell'attaccamento alle cose della terra, infondi in me l'amore della tua gloria. Ecco, per uno spirito fervoroso sono ben pesanti e cibo e bevanda e vestito e tutte le altre cose utili a sostenere il corpo. Di queste cose utili fa' che io usi moderatamente, senza attaccarmi ad esse con desiderio eccessivo. Abbandonare tutto non si può, perché alla natura si deve pur dare sostentamento; ma la santa legge di Dio vieta di cercare le cose superflue e quelle che danno maggiormente piacere. Diversamente la carne si porrebbe sfacciatamente contro lo spirito. Tra questi due estremi, mi regga la tua mano, o Signore, te ne prego; e mi guidi, per evitare ogni eccesso.
LETTERA 258: Agostino al vecchio amico Marziano divenuto catecumeno e perciò davvero amico (n. 1) spiega in che consiste la vera amicizia.
Lettere - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaScritta dopo il 395.
Agostino al vecchio amico Marziano divenuto catecumeno e perciò davvero amico (n. 1) spiega in che consiste la vera amicizia (nn. 2-4) esortandolo a ricevere il battesimo e gli altri sacramenti dei fedeli (n. 5).
A MARZIANO, SIGNORE MERITAMENTE ILLUSTRE E FRATELLO DILETTISSIMO E DEGNISSIMO D'AFFETTO IN CRISTO, AGOSTINO INVIA SALUTI NEL SIGNORE
La vera amicizia secondo Cicerone.
1. Mi sono strappato o meglio mi sono sottratto di nascosto e, per così dire, ho trafugato me stesso alla moltitudine delle mie occupazioni per scrivere a te, amico di vecchia data, che però non possedevo, fintantoché non ti possedevo in Cristo. Poiché tu sai bene come ha definito l'amicizia Tullio, il più grande oratore romano, come lo chiama un tale 1: L'amicizia - afferma egli e lo afferma molto giustamente - è il perfetto accordo su tutte le cose divine e umane, accompagnato da benevolo affetto 2. Tu invece, mio carissimo, un tempo eri d'accordo con me nelle cose umane, allorquando io desideravo di goderle alla maniera del volgo; tu inoltre, affinché io potessi arrivare a ottenere quelle cose di cui ora mi pento, t'adoperavi con ogni sforzo per assecondarmi, e con tutti gli altri miei amici eri anzi tra i primi a gonfiare le vele delle mie passioni col vento delle lodi; al contrario nelle cose divine, delle quali a quel tempo non m'era brillata alcuna verità, la nostra amicizia zoppicava certamente riguardo alla parte più importante di quella definizione. La nostra infatti era una perfetta intesa solo sulle cose umane, ma non anche su quelle divine, anche se accompagnata da benevolo affetto.
Come eliminare i contrasti tra amici.
2. Anche dopo ch'io cessai di desiderare le cose terrene, tu veramente continuasti a volermi bene e m'auguravi ch'io stessi bene quanto al benessere mortale e fossi felice per la prosperità delle cose che suole augurarsi il mondo. Anche in tal modo pertanto esisteva fra te e me, in discreta misura, una dolce e affettuosa intesa sulle cose umane. Ora invece con quali parole potrei esprimere la gioia che provo per te, dal momento che colui il quale in modo imperfetto ho avuto per amico, ora l'ho per vero amico? Si è aggiunto infatti l'accordo sulle cose divine, poiché tu che un tempo, con graditissima benevolenza, trascorresti con me la vita temporale, hai ora cominciato ad essere unito con me nella speranza della vita immortale. Ora sì che tra noi non c'è alcun disaccordo nemmeno sulle cose umane, dal momento che le valutiamo secondo la conoscenza che abbiamo delle cose divine, per non attribuire loro maggior peso di quel ch'è richiesto a giustissimo titolo dalla loro limitatezza, ma senza far oltraggio al loro creatore, Signore delle cose celesti e terrestri, rigettandole con ingiusto disprezzo. Avviene in tal modo, che tra amici tra i quali non c'è perfetto accordo sulle cose divine, non può esserci pieno e sincero accordo neppure sulle cose umane. E questo accade perché è inevitabile che stimi le cose umane diversamente da quel che si conviene colui il quale disprezza le cose divine, e che non sappia amare rettamente l'uomo chiunque non ama Colui che ha creato l'uomo. Per tal motivo io non dico che ora tu mi sei amico più pienamente, mentre prima lo eri solo in parte, ma - come ci avverte la logica - dico che non lo eri nemmeno in parte, dal momento che nemmeno riguardo alle cose umane eri stretto a me da vera amicizia. Infatti non eri partecipe con me delle cose divine, in confronto alle quali si valutano quelle umane, sia quando ne ero lontano io stesso, sia dopo che io, alla meglio, cominciai a comprenderle, mentre tu ne sentivi parecchia ripugnanza.
Cosa desidera per l'amico il vero amico.
3. Non voglio però che te l'abbia a male né che ti sembri strano se al tempo in cui io m'arrovellavo alla ricerca delle vanità del mondo, tu non eri ancora mio vero amico, sebbene ti sembrasse di amarmi assai, dal momento che nemmeno io ero amico di me stesso, ma piuttosto nemico, poiché amavo l'iniquità ed è vera, perché divina, l'affermazione contenuta nei Libri sacri: Chi ama l'iniquità, odia l'anima propria 3. Poiché dunque io odiavo l'anima mia, in qual modo potevo avere un amico sincero in chi m'augurava le cose a causa delle quali io sopportavo me stesso come nemico? Quando invece brillò al mio spirito la benignità e la grazia del nostro Salvatore, non già in conformità dei miei meriti, ma della sua misericordia 4, in che modo avresti potuto essermi vero amico mentre eri maldisposto verso di essa, dato che ignoravi del tutto in virtù di che cosa potevo esser felice e non mi volevi bene in ciò per cui ero diventato ormai in qualche modo amico di me stesso?
Il fondamento della vera amicizia.
4. Sia quindi ringraziato Dio che s'è degnato di renderti una buona volta mio amico. Ora sì che c'è tra noi perfetto accordo sulle cose umane e divine accompagnato da un'affettuosa benevolenza 5, in Cristo Gesù nostro Signore, nostra autentica e genuina pace. Egli ha riassunto tutti gl'insegnamenti divini in due comandamenti dicendo: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente; e: Amerai il tuo prossimo come te stesso. In questi due comandamenti si fonda tutta la Legge e i Profeti 6. Nel primo comandamento c'è il perfetto accordo sulle cose divine, nel secondo quello sulle cose umane, accompagnato da affettuosa benevolenza. Se insieme con me li osserverai con la massima fedeltà, la nostra amicizia sarà sincera ed eterna e ci unirà non soltanto l'un all'altro, ma anche allo stesso Signore.
Riceva il battesimo per intraprendere una vita nuova.
5. Affinché ciò si avveri, esorto la tua Dignità e Prudenza a ricevere presto anche i sacramenti dei fedeli, come s'addice alla tua età e come - per quanto io credo - si confà alla tua condotta morale. Ricorda ciò che mi dicesti quando io ero in procinto di partire, citando un verso tratto bensì da una commedia di Terenzio ma quanto mai a proposito e utile: Ma ora questo giorno apporta una vita diversa, esige un'altra condotta 7. Orbene, se dicesti ciò con sincerità, come non debbo aver dubbi nei tuoi confronti, già vivi certamente in modo da esser degno di ricevere, nel salvifico battesimo, il perdono delle tue colpe trascorse. Poiché, all'infuori di Cristo Signore, non v'è affatto alcun altro al quale il genere umano possa rivolgere le seguenti espressioni: Se ancora rimangono tracce del nostro delitto, spariranno del tutto, sotto la tua guida, e libereranno la terra dalla continua paura 8. Queste espressioni Virgilio confessa d'averle copiate dall'oracolo di Cuma, cioè della Sibilla; questa profetessa infatti aveva probabilmente udito in spirito qualche presagio riguardante l'unico Salvatore e reputò suo dovere rivelarlo. Eccoti, o signore meritamente illustre, fratello dilettissimo e degnissimo d'affetto in Cristo, le considerazioni, poche o forse molte che siano, che alla bell'e meglio ho scritte sovraccarico di occupazioni. Desidero ricevere una tua risposta e sapere da un momento all'altro che ti sei iscritto o hai intenzione di iscriverti nella lista dei catecumeni candidati al battesimo. Dio, nostro Signore, nel quale hai creduto, ti conservi nella vita presente e nella futura, o signore meritamente illustre, fratello dilettissimo e degnissimo d'affetto in Cristo.
1 - LUCAN., Phars. 7, 62-63.
2 - CICER., Lael. 6, 20.
3 - Sal 10, 6.
4 - Tt 3, 4-5.
5 - CICER., Lael. 6, 20.
6 - Mt 22, 37. 39-40; Mc 12, 30-31; Lc 10, 27; Dt 6, 5; Lv 19, 18.
7 - TERENT., Andr. 1, 2.
8 - VERG., Buc. 4, 13-14.
Capitolo XLIII: Contro l’inutile scienza di questo mondo
Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca1. Figlio, non ti smuovano i ragionamenti umani, per quanto eleganti e profondi; ché "il regno di Dio non consiste nei discorsi, ma nelle virtù" (1Cor 4,20). Guarda alle mie parole; esse infiammano i cuori e illuminano le menti; conducono al pentimento e infondono molteplice consolazione. Che tu non legga mai neppure una parola al fine di poter apparire più dotto e più sapiente. Attendi, invece, alla mortificazione dei vizi; cosa che ti gioverà assai più che essere a conoscenza di molti difficili problemi. Per quanto tu abbia molto studiato ed appreso, dovrai sempre tornare al principio primo. Sono io "che insegno all'uomo la sapienza" (Sal 93,10); sono io che concedo ai piccoli una conoscenza più chiara di quella che possa essere impartita dall'uomo. Colui per il quale sono io a parlare, avrà d'un tratto la sapienza e progredirà assai nello spirito. Guai a coloro che vanno ricercando presso gli uomini molte strane nozioni, e poco si preoccupano di quale sia la strada del servizio a me dovuto. Verrà il tempo in cui apparirà il maestro dei maestri, Cristo signore degli angeli, ad ascoltare quel che ciascuno ha da dire, cioè ad esaminare la coscienza di ognuno. Allora Gerusalemme sarà giudicata in gran luce (Sof 1,12). Allora ciò che si nascondeva nelle tenebre apparirà in piena chiarezza; allora verrà meno ogni ragionamento fatto di sole parole.
2. Sono io che innalzo la mente umile, così da farle comprendere i molti fondamenti della verità eterna; più che se uno avesse studiato a scuola per dieci anni. Sono io che insegno, senza parole sonanti, senza complicazione di opinioni diverse, senza contrapposizione di argomenti; senza solennità di cattedra. Sono io che insegno a disprezzare le cose terrene, a rifuggire da ciò che è contingente e a cercare l'eterno; inoltre, a rifuggire dagli onori, a sopportare le offese, a riporre ogni speranza in me, a non desiderare nulla all'infuori di me e ad amarmi con ardore, al di sopra di ogni cosa. In verità ci fu chi, solo con il profondo amore verso di me, apprese le cose di Dio; e le sue parole erano meravigliose. Abbandonando ogni cosa, egli aveva imparato assai più che applicandosi a sottili disquisizioni. Ad alcuni rivolgo parole valevoli per tutti; ad altri rivolgo parole particolari. Ad alcuni appaio con la mite luce di figurazioni simboliche, ad altri rivelo i misteri con grande fulgore. La voce dei libri è una sola, e non plasma tutti in egual modo. Io, invece, che sono maestro interiore, anzi la verità stessa, io che scruto i cuori e comprendo i pensieri e muovo le azioni degli uomini, vado distribuendo a ciascuno secondo che ritengo giusto.
6 gennaio 1942
Madre Pierina Micheli
Quante grazie quest'oggi, eppure sono stata poco generosa e mi sono lasciata prendere da scoramento. Il Padre ha detto di fare la Befana a Gesù, ma non ho avuto altro d'offrire che miseria, e una volontà risoluta a non voler altro che il Suo Santo Volere.