Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 8 settembre 2025 - Natività Beata Vergine Maria (Letture di oggi)

“Non cercate mai di fuggire quella croce che Iddio vi manda, perché di sicuro ne troverete un'altra maggiore” (San Filippo Neri)

Liturgia delle Ore - Letture

Domenica della 23° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Giovanni 6

1Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade,2e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi.3Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli.4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.5Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?".6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare.7Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo".8Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:9"C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?".10Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini.11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.12E quando furono saziati, disse ai discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto".13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!".15Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

16Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare17e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro.18Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.19Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura.20Ma egli disse loro: "Sono io, non temete".21Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

22Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti.23Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie.24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù.25Trovatolo di là dal mare, gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?".
26Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.27Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo".28Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?".29Gesù rispose: "Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato".
30Allora gli dissero: "Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi?31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: 'Diede loro da mangiare un pane dal cielo'".32Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero;33il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo".34Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane".35Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.36Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete.37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò,38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno.40Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno".
41Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo".42E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?".
43Gesù rispose: "Non mormorate tra di voi.44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.45Sta scritto nei profeti: 'E tutti saranno ammaestrati da Dio'. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me.46Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.47In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.48Io sono il pane della vita.49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".
52Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?".53Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me.58Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno".
59Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?".61Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza?62E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita.64Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito.65E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio".
66Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.

67Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?".68Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna;69noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".70Rispose Gesù: "Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!". Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.


Primo libro dei Maccabei 9

1Demetrio seppe che era morto Nicànore ed era stato distrutto il suo esercito in combattimento e decise di mandare di nuovo Bàcchide e Alcimo in Giudea e l'ala destra dell'esercito con loro.2Seguirono la via di Gàlgala e si accamparono sopra Mesalot in Arbèla; la occuparono prima e vi fecero morire molti uomini.3Nel primo mese dell'anno centocinquantadue posero il campo contro Gerusalemme.4Poi lo tolsero e si portarono a Berea con ventimila uomini e duemila cavalli.5Giuda era accampato in Elasa con tremila uomini scelti.6Quando videro la massa di un esercito così numeroso, ne rimasero sgomentati e molti si dileguarono dal campo e non rimasero che ottocento uomini.7Giuda vide che il suo esercito si disgregava mentre la battaglia incalzava; si sentì venire meno il cuore, perché non aveva possibilità di radunare i suoi,8e tutto affranto disse ai superstiti: "Alziamoci e andiamo contro i nostri avversari, se mai possiamo debellarli".9Ma lo dissuadevano dicendo: "Non riusciremo ora se non a mettere in salvo noi stessi, ma torneremo poi con i nostri fratelli e combatteremo; da soli siamo troppo pochi".10Giuda disse: "Non sia mai che facciamo una cosa simile, fuggire da loro; se è giunta la nostra ora, moriamo da eroi per i nostri fratelli e non lasciamo ombra alla nostra gloria".11L'esercito nemico uscì dal campo schierandosi contro i Giudei: la cavalleria si divise in due ali e i frombolieri e gli arcieri precedevano lo schieramento; i più validi erano in prima fila e Bàcchide stava all'ala destra.12La falange si mosse avanzando ai due lati e al suono delle trombe; anche dalla parte di Giuda si diede fiato alle trombe.13La terra fu scossa dal fragore degli eserciti; si scatenò la battaglia che durò dal mattino fino a sera.14Giuda notò che Bàcchide e la parte più forte dell'esercito era a destra: allora si unirono a lui tutti i più coraggiosi15e fu travolta l'ala destra dal loro urto ed egli l'inseguì fino al monte di Asdòd.16Ma quelli dell'ala sinistra, vedendo che era stata sconfitta l'ala destra, si volsero sugli stessi passi di Giuda e dei suoi uomini assalendoli alle spalle.17Così si accese la battaglia e caddero feriti a morte molti da una parte e dall'altra;18cadde anche Giuda e gli altri fuggirono.
19Giònata e Simone raccolsero Giuda loro fratello e lo seppellirono nel sepolcro dei suoi padri in Modin.20Tutto Israele lo pianse: furono in gran lutto e fecero lamenti per molti giorni, esclamando:21"Come è caduto l'eroe che salvava Israele?".22Il resto delle imprese di Giuda e delle sue battaglie, degli eroismi di cui diede prova e dei suoi titoli di gloria non è stato scritto, perché troppo grande era il loro numero.
23Dopo la morte di Giuda riapparvero i rinnegati in tutto il territorio d'Israele e risorsero tutti gli operatori di iniquità.24In quei giorni sopravvenne una terribile carestia e la terra stessa congiurò in loro favore.25Bàcchide scelse gli uomini più empi e li fece padroni della regione.26Quelli si diedero a ricercare e braccare gli amici di Giuda e li condussero da Bàcchide, che si vendicava di loro e li scherniva.27Ci fu grande tribolazione in Israele, come non si verificava da quando fra loro erano scomparsi i profeti.28Allora tutti gli amici di Giuda si radunarono e dissero a Giònata:29"Da quando è morto tuo fratello Giuda, non c'è uomo simile a lui per condurre l'azione contro i nemici e Bàcchide e gli avversari della nostra nazione.30Ora noi ti eleggiamo oggi nostro capo e condottiero nelle nostre battaglie".31Giònata assunse il comando in quella occasione e prese il posto di Giuda suo fratello.
32Appena Bàcchide ne ebbe notizia, cercò di ucciderlo.33Furono informati anche Giònata e Simone suo fratello e tutti i loro seguaci, ed essi fuggirono nel deserto di Tekòa e si accamparono presso la cisterna di Asfar.34Bàcchide lo seppe in giorno di sabato e si portò con tutto il suo esercito al di là del Giordano.35Giònata inviò suo fratello, capo della turba, a chiedere ai Nabatei suoi amici di custodire presso di sé i loro equipaggiamenti che erano abbondanti.36Ma i figli di Iambri che abitavano in Màdaba fecero una razzia e catturarono Giovanni, con tutte le cose che aveva, e portarono via tutto.37Dopo questo fatto riferirono a Giònata e a Simone suo fratello: "I figli di Iambri hanno una grande festa di nozze e conducono a Nàdabat la sposa, figlia di uno dei grandi magnati di Canaan, con corteo solenne".38Si ricordarono allora del sangue del loro fratello Giovanni, perciò si mossero e si appostarono in un antro del monte.39Ed ecco alzando gli occhi videro un corteo numeroso e festante e lo sposo con gli amici e fratelli, che avanzava incontro al corteo, con tamburi e strumenti musicali e grande apparato.40Balzando dal loro appostamento li trucidarono; molti caddero colpiti a morte mentre gli altri ripararono sul monte ed essi presero le loro spoglie.41Le nozze furono mutate in lutto e i suoni delle loro musiche in lamento.42Così vendicarono il sangue del loro fratello e ritornarono nelle paludi del Giordano.
43Bàcchide ne ebbe notizia e venne in giorno di sabato fin sulle sponde del Giordano con numeroso esercito.44Giònata disse ai suoi: "Alziamoci e combattiamo per la nostra vita, perché oggi non è come gli altri giorni.45Ecco abbiamo i nemici di fronte a noi e alle spalle, dall'uno e dall'altro lato l'acqua del Giordano o la palude o la boscaglia, non c'è possibilità di sfuggire.46Alzate ora le vostre grida al Cielo, perché possiate scampare dalla mano dei vostri nemici".47E si attaccò battaglia. Giònata stese la mano per colpire Bàcchide, ma questi lo scansò e si tirò indietro.48Allora Giònata e i suoi uomini si gettarono nel Giordano e raggiunsero a nuoto l'altra sponda; gli altri non passarono il Giordano per inseguirli.49Dalla parte di Bàcchide caddero in quella giornata circa duemila uomini.
50Bàcchide tornò in Gerusalemme ed edificò fortezze in tutta la Giudea: le fortezze di Gèrico, Emmaus, Bet-Coròn, Betel, Tamnata, Piraton e Tefon con mura alte, porte e sbarre e51vi pose un presidio per molestare Israele.52Fortificò anche la città di Bet-Zur e Ghezer e l'Acra e vi stabilì milizie e vettovaglie.53Prese come ostaggi i figli dei capi della regione e li pose come prigionieri nell'Acra a Gerusalemme.
54Nell'anno centocinquantatré, nel secondo mese, Alcimo ordinò di demolire il muro del cortile interno del santuario; così demoliva l'opera dei profeti. Si incominciò dunque a demolire.55Ma in quel tempo Alcimo ebbe un colpo e fu interrotta la sua opera. La sua bocca rimase impedita e paralizzata e non poteva più parlare né dare disposizioni per la sua casa.56Alcimo morì in quel tempo con grande spasimo.57Bàcchide, vedendo che Alcimo era morto, se ne tornò presso il re e la Giudea rimase tranquilla per due anni.
58Tutti gli empi tennero questo consiglio: "Ecco Giònata e i suoi vivono tranquilli e sicuri. Noi dunque faremo venire Bàcchide e li catturerà tutti in una sola notte".59Andarono e tennero consiglio da lui.60Egli si mosse per venire con un esercito numeroso e mandò di nascosto lettere a tutti i suoi fautori nella Giudea, perché s'impadronissero di Giònata e dei suoi. Ma non riuscirono, perché era stata svelata la loro trama.61Anzi questi presero una cinquantina di uomini, tra i promotori di tale iniquità nel paese e li misero a morte.62Poi Giònata e Simone con i loro uomini si recarono fuori del paese a Bet-Basi nel deserto e ricostruirono le sue rovine e la fortificarono.63Lo seppe Bàcchide e radunò la sua gente e avvisò quelli della Giudea.64Andò ad accamparsi presso Bet-Basi e la attaccò per molti giorni allestendo anche macchine.65Giònata lasciò Simone suo fratello nella città e uscì nella regione, percorrendola con un drappello di armati.66Batté Odomèra con i suoi fratelli e i figli di Fasiron nel loro attendamento. Cominciarono così a battersi e aumentarono di forze.67Simone a sua volta e i suoi fecero una sortita dalla città e incendiarono le macchine.68Poi attaccarono Bàcchide, che fu sconfitto, e lo gettarono in grande disappunto, perché il suo piano e la sua impresa erano andati a vuoto.69Si rivolse con rabbia contro quei rinnegati che l'avevano consigliato di venire nel paese.70Giònata lo seppe e gli mandò messaggeri per concludere la pace con lui e scambiare i prigionieri.71Quegli accettò e fece secondo le sue proposte e gli giurò che non gli avrebbe recato alcun male per il resto dei suoi giorni;72poi gli restituì i prigionieri che prima aveva catturati nella Giudea e, messosi sulla via del ritorno, se ne andò nel suo paese e non volle più tornare nel loro territorio.73Così si riposò la spada in Israele. Giònata risiedeva in Micmas e incominciò a governare il popolo e a far scomparire gli empi da Israele.


Proverbi 3

1Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento
e il tuo cuore custodisca i miei precetti,
2perché lunghi giorni e anni di vita
e pace ti porteranno.
3Bontà e fedeltà non ti abbandonino;
lègale intorno al tuo collo,
scrivile sulla tavola del tuo cuore,
4e otterrai favore e buon successo
agli occhi di Dio e degli uomini.
5Confida nel Signore con tutto il cuore
e non appoggiarti sulla tua intelligenza;
6in tutti i tuoi passi pensa a lui
ed egli appianerà i tuoi sentieri.
7Non credere di essere saggio,
temi il Signore e sta' lontano dal male.
8Salute sarà per il tuo corpo
e un refrigerio per le tue ossa.
9Onora il Signore con i tuoi averi
e con le primizie di tutti i tuoi raccolti;
10i tuoi granai si riempiranno di grano
e i tuoi tini traboccheranno di mosto.
11Figlio mio, non disprezzare l'istruzione del Signore
e non aver a noia la sua esortazione,
12perché il Signore corregge chi ama,
come un padre il figlio prediletto.

13Beato l'uomo che ha trovato la sapienza
e il mortale che ha acquistato la prudenza,
14perché il suo possesso è preferibile a quello dell'argento
e il suo provento a quello dell'oro.
15Essa è più preziosa delle perle
e neppure l'oggetto più caro la uguaglia.
16Lunghi giorni sono nella sua destra
e nella sua sinistra ricchezza e onore;
17le sue vie sono vie deliziose
e tutti i suoi sentieri conducono al benessere.
18È un albero di vita per chi ad essa s'attiene
e chi ad essa si stringe è beato.
19Il Signore ha fondato la terra con la sapienza,
ha consolidato i cieli con intelligenza;
20dalla sua scienza sono stati aperti gli abissi
e le nubi stillano rugiada.
21Figlio mio, conserva il consiglio e la riflessione,
né si allontanino mai dai tuoi occhi:
22saranno vita per te
e grazia per il tuo collo.
23Allora camminerai sicuro per la tua strada
e il tuo piede non inciamperà.
24Se ti coricherai, non avrai da temere;
se ti coricherai, il tuo sonno sarà dolce.
25Non temerai per uno spavento improvviso,
né per la rovina degli empi quando verrà,
26perché il Signore sarà la tua sicurezza,
preserverà il tuo piede dal laccio.
27Non negare un beneficio a chi ne ha bisogno,
se è in tuo potere il farlo.
28Non dire al tuo prossimo: "Va', ripassa, te lo darò domani",
se tu hai ciò che ti chiede.
29Non tramare il male contro il tuo prossimo
mentre egli dimora fiducioso presso di te.
30Non litigare senza motivo con nessuno,
se non ti ha fatto nulla di male.
31Non invidiare l'uomo violento
e non imitare affatto la sua condotta,
32perché il Signore ha in abominio il malvagio,
mentre la sua amicizia è per i giusti.
33La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio,
mentre egli benedice la dimora dei giusti.
34Dei beffardi egli si fa beffe
e agli umili concede la grazia.
35I saggi possiederanno onore
ma gli stolti riceveranno ignominia.


Salmi 78

1'Maskil. Di Asaf.'

Popolo mio, porgi l'orecchio al mio insegnamento,
ascolta le parole della mia bocca.
2Aprirò la mia bocca in parabole,
rievocherò gli arcani dei tempi antichi.

3Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato,
4non lo terremo nascosto ai loro figli;
diremo alla generazione futura
le lodi del Signore, la sua potenza
e le meraviglie che egli ha compiuto.

5Ha stabilito una testimonianza in Giacobbe,
ha posto una legge in Israele:
ha comandato ai nostri padri
di farle conoscere ai loro figli,
6perché le sappia la generazione futura,
i figli che nasceranno.
Anch'essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli
7perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma osservino i suoi comandi.
8Non siano come i loro padri,
generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante
e dallo spirito infedele a Dio.
9I figli di Èfraim, valenti tiratori d'arco,
voltarono le spalle nel giorno della lotta.

10Non osservarono l'alleanza di Dio,
rifiutando di seguire la sua legge.
11Dimenticarono le sue opere,
le meraviglie che aveva loro mostrato.
12Aveva fatto prodigi davanti ai loro padri,
nel paese d'Egitto, nei campi di Tanis.
13Divise il mare e li fece passare
e fermò le acque come un argine.
14Li guidò con una nube di giorno
e tutta la notte con un bagliore di fuoco.
15Spaccò le rocce nel deserto
e diede loro da bere come dal grande abisso.
16Fece sgorgare ruscelli dalla rupe
e scorrere l'acqua a torrenti.

17Eppure continuarono a peccare contro di lui,
a ribellarsi all'Altissimo nel deserto.
18Nel loro cuore tentarono Dio,
chiedendo cibo per le loro brame;
19mormorarono contro Dio
dicendo: "Potrà forse Dio
preparare una mensa nel deserto?".
20Ecco, egli percosse la rupe e ne scaturì acqua,
e strariparono torrenti.
"Potrà forse dare anche pane
o preparare carne al suo popolo?".
21All'udirli il Signore ne fu adirato;
un fuoco divampò contro Giacobbe
e l'ira esplose contro Israele,
22perché non ebbero fede in Dio
né speranza nella sua salvezza.

23Comandò alle nubi dall'alto
e aprì le porte del cielo;
24fece piovere su di essi la manna per cibo
e diede loro pane del cielo:
25l'uomo mangiò il pane degli angeli,
diede loro cibo in abbondanza.
26Scatenò nel cielo il vento d'oriente,
fece spirare l'australe con potenza;
27su di essi fece piovere la carne come polvere
e gli uccelli come sabbia del mare;
28caddero in mezzo ai loro accampamenti,
tutto intorno alle loro tende.
29Mangiarono e furono ben sazi,
li soddisfece nel loro desiderio.
30La loro avidità non era ancora saziata,
avevano ancora il cibo in bocca,
31quando l'ira di Dio si alzò contro di essi,
facendo strage dei più vigorosi
e abbattendo i migliori d'Israele.

32Con tutto questo continuarono a peccare
e non credettero ai suoi prodigi.
33Allora dissipò come un soffio i loro giorni
e i loro anni con strage repentina.
34Quando li faceva perire, lo cercavano,
ritornavano e ancora si volgevano a Dio;
35ricordavano che Dio è loro rupe,
e Dio, l'Altissimo, il loro salvatore;
36lo lusingavano con la bocca
e gli mentivano con la lingua;
37il loro cuore non era sincero con lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.
38Ed egli, pietoso, perdonava la colpa,
li perdonava invece di distruggerli.
Molte volte placò la sua ira
e trattenne il suo furore,
39ricordando che essi sono carne,
un soffio che va e non ritorna.
40Quante volte si ribellarono a lui nel deserto,
lo contristarono in quelle solitudini!
41Sempre di nuovo tentavano Dio,
esasperavano il Santo di Israele.
42Non si ricordavano più della sua mano,
del giorno che li aveva liberati dall'oppressore,

43quando operò in Egitto i suoi prodigi,
i suoi portenti nei campi di Tanis.
44Egli mutò in sangue i loro fiumi
e i loro ruscelli, perché non bevessero.
45Mandò tafàni a divorarli
e rane a molestarli.
46Diede ai bruchi il loro raccolto,
alle locuste la loro fatica.
47Distrusse con la grandine le loro vigne,
i loro sicomori con la brina.
48Consegnò alla grandine il loro bestiame,
ai fulmini i loro greggi.

49Scatenò contro di essi la sua ira ardente,
la collera, lo sdegno, la tribolazione,
e inviò messaggeri di sventure.
50Diede sfogo alla sua ira:
non li risparmiò dalla morte
e diede in preda alla peste la loro vita.
51Colpì ogni primogenito in Egitto,
nelle tende di Cam la primizia del loro vigore.

52Fece partire come gregge il suo popolo
e li guidò come branchi nel deserto.
53Li condusse sicuri e senza paura
e i loro nemici li sommerse il mare.
54Li fece salire al suo luogo santo,
al monte conquistato dalla sua destra.
55Scacciò davanti a loro i popoli
e sulla loro eredità gettò la sorte,
facendo dimorare nelle loro tende le tribù di Israele.

56Ma ancora lo tentarono,
si ribellarono a Dio, l'Altissimo,
non obbedirono ai suoi comandi.
57Sviati, lo tradirono come i loro padri,
fallirono come un arco allentato.
58Lo provocarono con le loro alture
e con i loro idoli lo resero geloso.

59Dio, all'udire, ne fu irritato
e respinse duramente Israele.
60Abbandonò la dimora di Silo,
la tenda che abitava tra gli uomini.
61Consegnò in schiavitù la sua forza,
la sua gloria in potere del nemico.
62Diede il suo popolo in preda alla spada
e contro la sua eredità si accese d'ira.
63Il fuoco divorò il fiore dei suoi giovani,
le sue vergini non ebbero canti nuziali.
64I suoi sacerdoti caddero di spada
e le loro vedove non fecero lamento.

65Ma poi il Signore si destò come da un sonno,
come un prode assopito dal vino.
66Colpì alle spalle i suoi nemici,
inflisse loro una vergogna eterna.
67Ripudiò le tende di Giuseppe,
non scelse la tribù di Èfraim;
68ma elesse la tribù di Giuda,
il monte Sion che egli ama.
69Costruì il suo tempio alto come il cielo
e come la terra stabile per sempre.
70Egli scelse Davide suo servo
e lo trasse dagli ovili delle pecore.
71Lo chiamò dal seguito delle pecore madri
per pascere Giacobbe suo popolo,
la sua eredità Israele.
72Fu per loro pastore dal cuore integro
e li guidò con mano sapiente.


Isaia 42

1Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
2Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
3non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta.
Proclamerà il diritto con fermezza;
4non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra;
e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.
5Così dice il Signore Dio
che crea i cieli e li dispiega,
distende la terra con ciò che vi nasce,
da' il respiro alla gente che la abita
e l'alito a quanti camminano su di essa:
6"Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
7perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.
8Io sono il Signore: questo è il mio nome;
non cederò la mia gloria ad altri,
né il mio onore agli idoli.
9I primi fatti, ecco, sono avvenuti
e i nuovi io preannunzio;
prima che spuntino,
ve li faccio sentire".

10Cantate al Signore un canto nuovo,
lode a lui fino all'estremità della terra;
lo celebri il mare con quanto esso contiene,
le isole con i loro abitanti.
11Esulti il deserto con le sue città,
esultino i villaggi dove abitano quelli di Kedàr;
acclamino gli abitanti di Sela,
dalla cima dei monti alzino grida.
12Diano gloria al Signore
e il suo onore divulghino nelle isole.
13Il Signore avanza come un prode,
come un guerriero eccita il suo ardore;
grida, lancia urla di guerra,
si mostra forte contro i suoi nemici.
14Per molto tempo, ho taciuto,
ho fatto silenzio, mi sono contenuto;
ora griderò come una partoriente,
mi affannerò e sbufferò insieme.
15Renderò aridi monti e colli,
farò seccare tutta la loro erba;
trasformerò i fiumi in stagni e gli stagni farò inaridire.
16Farò camminare i ciechi per vie che non conoscono,
li guiderò per sentieri sconosciuti;
trasformerò davanti a loro le tenebre in luce,
i luoghi aspri in pianura.
Tali cose io ho fatto e non cesserò di farle.
17Retrocedono pieni di vergogna
quanti sperano in un idolo,
quanti dicono alle statue: "Voi siete i nostri dèi".

18Sordi, ascoltate,
ciechi, volgete lo sguardo per vedere.
19Chi è cieco, se non il mio servo?
Chi è sordo come colui al quale io mandavo araldi?
Chi è cieco come il mio privilegiato?
Chi è sordo come il servo del Signore?
20Hai visto molte cose, ma senza farvi attenzione,
hai aperto gli orecchi, ma senza sentire.
21Il Signore si compiacque, per amore della sua giustizia,
di dare una legge grande e gloriosa.22Eppure questo è un popolo saccheggiato e spogliato;
sono tutti presi con il laccio nelle caverne,
sono rinchiusi in prigioni.
Furono saccheggiati e nessuno li liberava;
furono spogliati, e nessuno diceva: "Restituisci".
23Chi fra di voi porge l'orecchio a ciò,
vi fa attenzione e ascolta per il futuro?
24Chi abbandonò Giacobbe al saccheggio,
Israele ai predoni?
Non è stato forse il Signore contro cui peccarono,
per le cui vie non vollero camminare,
la cui legge non osservarono?
25Egli, perciò, ha riversato su di esso
la sua ira ardente e la violenza della guerra.
L'ira divina lo ha avvolto nelle sue fiamme
senza che egli se ne accorgesse,
lo ha bruciato, senza che vi facesse attenzione.


Prima lettera di Pietro 2

1Deposta dunque ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie e ogni maldicenza,2come bambini appena nati bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza:3se davvero 'avete già gustato come è buono il Signore'.

4Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio,5anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo.6Si legge infatti nella Scrittura:

'Ecco io pongo in Sion
una pietra angolare, scelta, preziosa
e chi crede in essa non resterà confuso'.

7Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli

'la pietra che i costruttori hanno scartato
è divenuta la pietra angolare,'
8'sasso d'inciampo e pietra di scandalo'.

Loro v'inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati.9Ma voi siete 'la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose' di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce;10voi, che un tempo eravate 'non popolo', ora invece siete 'il popolo di Dio; voi, un tempo esclusi dalla misericordia', ora invece 'avete ottenuto misericordia'.

11Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai desideri della carne che fanno guerra all'anima.12La vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile, perché mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio.

13State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore: sia al re come sovrano,14sia ai governatori come ai suoi inviati per punire i malfattori e premiare i buoni.15Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all'ignoranza degli stolti.16Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio.
17Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate il re.

18Domestici, state soggetti con profondo rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli buoni e miti, ma anche a quelli difficili.19È una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente;20che gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato? Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio.21A questo infatti siete stati chiamati, poiché

anche Cristo patì per voi,
lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme:
22egli 'non commise peccato'
e 'non si trovò inganno sulla sua bocca',
23oltraggiato non rispondeva con oltraggi,
e soffrendo non minacciava vendetta,
ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia.
24'Egli' portò i nostri 'peccati' nel suo corpo
sul legno della croce,
perché, non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia;
25'dalle' sue 'piaghe siete stati guariti'.
Eravate 'erranti come pecore',
ma ora siete tornati al pastore
e guardiano delle vostre anime.


Capitolo XXXII: Rinnegare se stessi e rinunciare ad ogni desiderio

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1. O figlio, se non avrai rinnegato totalmente te stesso, non potrai avere una perfetta libertà. Infatti sono come legati, tutti coloro che portano amore alle cose e a se stessi, pieni di bramosia e di curiosità, svagati, sempre in cerca di mollezze. Essi vanno spesso immaginando e raffigurando, non ciò che è di Gesù Cristo, ma ciò che è perituro; infatti ogni cosa che non è nata da Dio scomparirà.

Tieni ben ferma questa massima, breve e perfetta: tralascia ogni cosa; rinunzia alle brame e troverai la pace. Quando avrai attentamente meditato nel tuo cuore questa massima, e l'avrai messa in pratica, allora comprenderai ogni cosa. O Signore, non è, questa, una faccenda che si possa compiere in un giorno; non è un gioco da ragazzi. Che anzi in queste brevi parole si racchiude tutta la perfezione dell'uomo di fede.  

2. O figlio, non devi lasciarti piegare, non devi subito abbatterti, ora che hai udito quale è la strada di chi vuole essere perfetto. Devi piuttosto sentirti spinto a cose più alte; almeno ad aspirare ad esse col desiderio. Volesse il cielo che così fosse per te; che tu giungessi a non amare più te stesso, e ad attenerti soltanto alla volontà mia e di colui che ti ho mostrato quale padre. Allora tu mi saresti assai caro e la tua vita si tramuterebbe tutta in una pace gioiosa. Ma tu hai ancora molte cose da abbandonare; e se non rinunzierai a tutte le cose e del tutto, per me, non otterrai quello che chiedi. "Il mio invito è che, per farti più ricco, tu acquisti da me l'oro colato" (Ap 3,18), vale a dire la celeste sapienza, che sovrasta tutto ciò che è basso; che tu lasci indietro e la sapienza di questo mondo ed ogni soddisfazione di se stesso ed ogni compiacimento degli uomini. Il mio invito è che tu, in luogo di ciò che è ritenuto prezioso e importante in questo mondo, acquisti una cosa disprezzante: la vera sapienza, che viene dal cielo ed appare qui disprezzata assai, piccola e quasi lasciata in oblio. Sapienza che non presume molto di sé, non ambisce ad essere magnificata quaggiù e viene lodata a parole da molti, i quali, con la loro vita, le stanno invece lontani. Eppure essa è la gemma preziosa, che i più lasciano in disparte. 


Didaché

Scritti dei primi cristiani -

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Capitolo I

1. Due sono le vie, una della vita e una della morte, e la differenza è grande fra queste due vie.

2. Ora questa è la via della vita: innanzi tutto amerai Dio che ti ha creato, poi il tuo prossimo come te stesso; e tutto quello che non vorresti fosse fatto a te, anche tu non farlo agli altri.

3. Ecco pertanto l'insegnamento che deriva da queste parole: benedite coloro che vi maledicono e pregate per i vostri nemici; digiunate per quelli che vi perseguitano; perché qual merito avete se amate quelli che vi amano? Forse che gli stessi gentili non fanno altrettanto? Voi invece amate quelli che vi odiano e non avrete nemici.

4. Astieniti dai desideri della carne. Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra e sarai perfetto; se uno ti costringe ad accompagnarlo per un miglio, tu prosegui con lui per due. Se uno porta via il tuo mantello, dagli anche la tunica. Se uno ti prende ciò che è tuo, non ridomandarlo, perché non ne hai la facoltà.

5. A chiunque ti chiede, da' senza pretendere la restituzione, perché il Padre vuole che tutti siano fatti partecipi dei suoi doni. Beato colui che dà secondo il comandamento, perché è irreprensibile. Stia in guardia colui che riceve, perché se uno riceve per bisogno sarà senza colpa, ma se non ha bisogno dovrà rendere conto del motivo e dello scopo per cui ha ricevuto. Trattenuto in carcere, dovrà rispondere delle proprie azioni e non sarà liberato di lì fino a quando non avrà restituito fino all'ultimo centesimo.

6. E a questo riguardo è pure stato detto: Si bagni di sudore l'elemosina nelle tue mani, finché tu sappia a chi la devi fare.


Capitolo II

1. Secondo precetto della dottrina:

2. Non ucciderai, non commetterai adulterio, non corromperai fanciulli, non fornicherai, non ruberai, non praticherai la magia, non userai veleni, non farai morire il figlio per aborto né lo ucciderai appena nato; non desidererai le cose del tuo prossimo.

3. Non sarai spergiuro, non dirai falsa testimonianza, non sarai maldicente, non serberai rancore.

4. Non avrai doppiezza né di pensieri né di parole, perché la doppiezza nel parlare è un'insidia di morte.

5. La tua parola non sarà menzognera né vana, ma confermata dall'azione.

6. Non sarai avaro, né rapace, né ipocrita, né maligno, né superbo; non mediterai cattivi propositi contro il tuo prossimo.

7. Non odierai alcun uomo, ma riprenderai gli uni; per altri, invece, pregherai; altri li amerai più dell'anima tua.


Capitolo III

1. Figlio mio, fuggi da ogni male e da tutto ciò che ne ha l'apparenza.

2. Non essere iracondo, perché l'ira conduce all'omicidio, non essere geloso né litigioso né violento, perché da tutte queste cose hanno origine gli omicidi.

3. Figlio mio, non abbandonarti alla concupiscenza, perché essa conduce alla fornicazione; non fare discorsi osceni e non essere immodesto negli sguardi, perché da tutte queste cose hanno origine gli adultéri.

4. Non prendere auspici dal volo degli uccelli, perché ciò conduce all'idolatria; non fare incantesimi, non darti all'astrologia né alle purificazioni superstiziose, ed evita di voler vedere e sentire parlare di simili cose, perché da tutti questi atti ha origine l'idolatria.

5. Figlio mio, non essere bugiardo, perché la menzogna conduce al furto; né avido di ricchezza, né vanaglorioso, perché da tutte queste cose hanno origine i furti.

6. Figlio mio, non essere mormoratore, perché ciò conduce alla diffamazione; non essere insolente, né malevolo, perché da tutte queste cose hanno origine le diffamazioni.

7. Sii invece mansueto, perché i mansueti erediteranno la terra.

8. Sii magnanimo, misericordioso, senza malizia, pacifico, buono e sempre timoroso per le parole che hai udito.

9. Non esalterai te stesso, non infonderai troppo ardire nel tuo animo; né l'animo tuo si accompagnerà con i superbi, ma andrà insieme ai giusti e agli umili.


Capitolo IV

1. O figlio, ti ricorderai notte e giorno di colui che ti predica le parole di Dio e lo onorerai come il Signore, perché là donde è predicata la (sua) sovranità, è il Signore.

2. Cercherai poi ogni giorno la presenza dei santi, per trovare riposo nelle loro parole.

3. Non sarai causa di discordia, ma cercherai invece di mettere pace tra i contendenti; giudicherai secondo giustizia e non farai distinzione di persona nel correggere i falli.

4. Non starai in dubbio se (una cosa) avverrà o no.

5. Non accada che tu tenda le mani per ricevere e le stringa nel dare.

6. Se grazie al lavoro delle tue mani possiedi (qualche cosa), donerai in espiazione dei tuoi peccati.

7. Darai senza incertezza, e nel dare non ti lagnerai; conoscerai, infatti, chi è colui che dà una buona ricompensa.

8. Non respingerai il bisognoso, ma farai parte di ogni cosa al tuo fratello e non dirai che è roba tua. Infatti, se partecipate in comune ai beni dell'immortalità, quanto più non dovete farlo per quelli caduchi?

9. Non ritirerai la tua mano di sopra al tuo figlio o alla tua figlia, ma sin dalla tenera età insegnerai loro il timor di Dio.

10. Al tuo servo e alla tua serva che sperano nel medesimo Dio non darai ordini nei momenti di collera, affinché non perdano il timore di Dio, che sta sopra gli uni e gli altri. Perché egli non viene a chiamarci secondo la dignità delle persone, ma viene a coloro che lo Spirito ha preparato.

11. Ma voi, o servi, siate soggetti ai vostri padroni come a una immagine di Dio, con rispetto e timore.

12. Odierai ogni ipocrisia e tutto ciò che dispiace al Signore.

13. Non trascurerai i precetti del Signore, ma osserverai quelli che hai ricevuto senza aggiungere o togliere nulla.

14. Nell'adunanza confesserai i tuoi peccati e non incomincerai mai la tua preghiera in cattiva coscienza. Questa è la via della vita.


Capitolo V

1. La via della morte invece è questa: prima di tutto essa è maligna e piena di maledizione: omicidi, adultéri, concupiscenze, fornicazioni, furti, idolatrie, sortilegi, venefici, rapine, false testimonianze, ipocrisie, doppiezza di cuore, frode, superbia, malizia, arroganza, avarizia, turpiloquio, invidia, insolenza, orgoglio, ostentazione, spavalderia.

2. Persecutori dei buoni, odiatori della verità, amanti della menzogna, che non conoscono la ricompensa della giustizia, che non si attengono al bene né alla giusta causa, che sono vigilanti non per il bene ma per il male; dai quali è lontana la mansuetudine e la pazienza, che amano la vanità, che vanno a caccia della ricompensa, non hanno pietà del povero, non soffrono con chi soffre, non riconoscono il loro creatore, uccisori dei figli, che sopprimono con l'aborto una creatura di Dio, respingono il bisognoso, opprimono i miseri, avvocati dei ricchi, giudici ingiusti dei poveri, pieni di ogni peccato. Guardatevi, o figli, da tutte queste colpe.


Capitolo VI

1. Guarda che alcuno non ti distolga da questa via della dottrina, perché egli ti insegna fuori (della volontà) di Dio.

2. Se infatti puoi sostenere interamente il giogo del Signore, sarai perfetto; se non puoi fa' almeno quello che puoi.

3. E riguardo al cibo, cerca di sopportare tutto quello che puoi, ma comunque astieniti nel modo più assoluto dalle carni immolate agli idoli, perché (il mangiarne) è culto di divinità morte.


Capitolo VII

1. Riguardo al battesimo, battezzate così: avendo in precedenza esposto tutti questi precetti, battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in acqua viva.

2. Se non hai acqua viva, battezza in altra acqua; se non puoi nella fredda, battezza nella calda.

3. Se poi ti mancano entrambe, versa sul capo tre volte l'acqua in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

4. E prima del battesimo digiunino il battezzante, il battezzando e, se possono, alcuni altri. Prescriverai però che il battezzando digiuni sin da uno o due giorni prima.


Capitolo VIII

1. I vostri digiuni, poi, non siano fatti contemporaneamente a quelli degli ipocriti; essi infatti digiunano il secondo e il quinto giorno della settimana, voi invece digiunate il quarto e il giorno della preparazione.

2. E neppure pregate come gli ipocriti, ma come comandò il Signore nel suo vangelo, così pregate:
Padre nostro che sei nel cielo,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi il nostro debito,
come anche noi lo rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male;
perché tua è la potenza e la gloria nei secoli.

3. Pregate così tre volte al giorno.


Capitolo IX

1. Riguardo all'eucaristia, così rendete grazie:

2. Dapprima per il calice: Noi ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la santa vite di David tuo servo, che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.

3. Poi per il pane spezzato: Ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la vita e la conoscenza che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.

4. Nel modo in cui questo pane spezzato era sparso qua e là sopra i colli e raccolto divenne una sola cosa, così si raccolga la tua Chiesa nel tuo regno dai confini della terra; perché tua è la gloria e la potenza, per Gesù Cristo nei secoli.

5. Nessuno però mangi né beva della vostra eucaristia se non i battezzati nel nome del Signore, perché anche riguardo a ciò il Signore ha detto: Non date ciò che è santo ai cani.


Capitolo X

1. Dopo che vi sarete saziati, così rendete grazie:

2. Ti rendiamo grazie, Padre santo, per il tuo santo nome che hai fatto abitare nei nostri cuori, e per la conoscenza, la fede e l'immortalità che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.

3. Tu, Signore onnipotente, hai creato ogni cosa a gloria del tuo nome; hai dato agli uomini cibo e bevanda a loro conforto, affinché ti rendano grazie; ma a noi hai donato un cibo e una bevanda spirituali e la vita eterna per mezzo del tuo servo.

4. Soprattutto ti rendiamo grazie perché sei potente. A te gloria nei secoli.

5. Ricordati, Signore, della tua chiesa, di preservarla da ogni male e di renderla perfetta nel tuo amore; santificata, raccoglila dai quattro venti nel tuo regno che per lei preparasti. Perché tua è la potenza e la gloria nei secoli.

6. Venga la grazia e passi questo mondo.
Osanna alla casa di David.
Chi è santo si avanzi, chi non lo è si penta.
Maranatha. Amen.

7. Ai profeti, però, permettete di rendere grazie a loro piacimento.


Capitolo XI

1. Ora, se qualcuno venisse a insegnarvi tutte le cose sopra dette, accoglietelo;

2. ma se lo stesso maestro, pervertito, vi insegnasse un'altra dottrina allo scopo di demolire, non lo ascoltate; se invece (vi insegna) per accrescere la giustizia e la conoscenza del Signore, accoglietelo come il Signore.

3. Riguardo agli apostoli e ai profeti, comportatevi secondo il precetto del Vangelo.

4. Ogni apostolo che venga presso di voi sia accolto come il Signore.

5. Però dovrà trattenersi un giorno solo; se ve ne fosse bisogno anche un secondo; ma se si fermasse tre giorni, egli è un falso profeta.

6. Partendo, poi, l'apostolo non prenda per sé nulla se non il pane (sufficiente) fino al luogo dove alloggerà; se invece chiede denaro, è un falso profeta.

7. E non metterete alla prova né giudicherete ogni profeta che parla per ispirazione, perché qualunque peccato sarà perdonato, ma questo peccato non sarà perdonato.

8. Non tutti, però, quelli che parlano per ispirazione sono profeti, ma solo coloro che praticano i costumi del Signore. Dai costumi, dunque, si distingueranno il falso profeta e il profeta.

9. Ogni profeta che per ispirazione abbia fatto imbandire una mensa eviterà di prendere cibo da essa, altrimenti è un falso profeta.

10. Ogni profeta, poi, che insegna la verità, se non mette in pratica i precetti che insegna, è un falso profeta.

11. Ogni profeta provato come veritiero, che opera per il mistero terrestre della chiesa, ma che tuttavia non insegna che si debbano fare quelle cose che egli fa, non sarà da voi giudicato, perché ha il giudizio da parte di Dio; allo stesso modo, infatti, si comportarono anche gli antichi profeti.

12. Se qualcuno dicesse per ispirazione: dammi del denaro o qualche altra cosa, non gli darete ascolto; ma se dicesse di dare per altri che hanno bisogno, nessuno lo giudichi.


Capitolo XII

1. Chiunque, poi, viene nel nome del Signore, sia accolto. In seguito, dopo averlo messo alla prova, lo potrete conoscere, poiché avrete senno quanto alla destra e alla sinistra.

2. Ma se colui che giunge è di passaggio, aiutatelo secondo le vostre possibilità; non dovrà però rimanere presso di voi che due o tre giorni, se ce ne fosse bisogno.

3. Nel caso che volesse stabilirsi presso di voi e che esercitasse un mestiere, lavori e mangi.

4. Se invece non ha alcun mestiere, con il vostro buon senso cercate di vedere come possa un cristiano vivere tra voi senza stare in ozio.

5. Se non vuole comportarsi in questo modo, è uno che fa commercio di Cristo. Guardatevi da gente simile.


Capitolo XIII

1. Ogni vero profeta che vuole stabilirsi presso di voi è degno del suo nutrimento.

2. Così pure il vero dottore è degno, come l'operaio, del suo nutrimento.

3. Prenderai perciò le primizie di tutti i prodotti del torchio e della messe, dei buoi e delle pecore e le darai ai profeti, perché essi sono i vostri Sommi Sacerdoti.

4. Se però non avete un profeta, date ai poveri.

5. Se fai il pane, prendi la primizia e dà secondo il precetto.

6. E così, se apri un'anfora di vino o di olio, prendi le primizie e dalle ai profeti.

7. Del denaro, del vestiario e di tutto quello che possiedi, prendi poi le primizie come ti sembra più opportuno e dà secondo il precetto.


Capitolo XIV

1. Nel giorno del Signore, riuniti, spezzate il pane e rendete grazie dopo aver confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro.

2. Ma tutti quelli che hanno qualche discordia con il loro compagno, non si uniscano a voi prima di essersi riconciliati, affinché il vostro sacrificio non sia profanato.

3. Questo è infatti il sacrificio di cui il Signore ha detto:In ogni luogo e in ogni tempo offritemi un sacrificio puro, perché un re grande sono io - dice il Signore - e mirabile è il mio nome fra le genti.


Capitolo XV

1. Eleggetevi quindi episcopi e diaconi degni del Signore, uomini miti, disinteressati, veraci e sicuri; infatti anch'essi compiono per voi lo stesso ministero dei profeti e dei dottori.

2. Perciò non guardateli con superbia, perché essi, insieme ai profeti e ai dottori, sono tra voi ragguardevoli.

3. Correggetevi a vicenda, non nell'ira ma nella pace, come avete nel vangelo. A chiunque abbia offeso il prossimo nessuno parli: non abbia ad ascoltare neppure una parola da voi finché non si sia ravveduto.

4. E fate le vostre preghiere, le elemosine e tutte le vostre azioni così come avete nel vangelo del Signore nostro.


Capitolo XVI

1. Vigilate sulla vostra vita. Non spegnete le vostre fiaccole e non sciogliete le cinture dai vostri fianchi, ma state preparati perché non sapete l'ora in cui il nostro Signore viene.

2. Vi radunerete di frequente per ricercare ciò che si conviene alle anime vostre, perché non vi gioverà tutto il tempo della vostra fede se non sarete perfetti nell'ultimo istante.

3. Infatti negli ultimi giorni si moltiplicheranno i falsi profeti e i corruttori, e le pecore si muteranno in lupi, e la carità si muterà in odio;

4. finché, crescendo l'iniquità, si odieranno l'un l'altro, si perseguiteranno e si tradiranno, e allora il seduttore del mondo apparirà come figlio di Dio e opererà miracoli e prodigi, e la terra sarà consegnata nelle sue mani, e compirà iniquità quali non avvennero mai dal principio del tempo.

5. E allora la stirpe degli uomini andrà verso il fuoco della prova, e molti saranno scandalizzati e periranno; ma coloro che avranno perseverato nella loro fede saranno salvati da quel giudizio di maledizione.

6. E allora appariranno i segni della verità: primo segno l'apertura nel cielo, quindi il segno del suono di tuba e terzo la resurrezione dei morti;

7. non di tutti, però, ma, come fu detto: "Verrà il Signore e tutti i santi con lui. Allora il mondo vedrà il Signore venire sopra le nubi del cielo."


18 - Maria santissima e Giuseppe distribuiscono i doni dei re Magi, e si trattengono in Betlemme sino alla presentazione del bambino Gesù al tempio.

La mistica Città di Dio - Libro quarto - Suor Maria d'Agreda

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573. Partiti i tre re Magi, ed essendosi celebrato nella grotta il gran mistero dell'adorazione del bambino Gesù, non restava altro che lasciare quel povero e sacro luogo. La prudentissima Madre disse a san Giuseppe: «Mio signore e sposo, questa offerta, che i re hanno lasciato al nostro Dio e bambino, non deve stare oziosa, ma deve servire a sua Maestà, venendo subito impiegata in quello che sarà di sua volontà ed ossequio. Io non merito nulla di queste cose temporali; disponete di tutto, come di cosa del mio Figlio e vostra». Il fedelissimo sposo rispose con la sua solita cortesia ed umiltà, rimettendosi alla volontà della divina Signora, perché provvedesse alla distribuzione. Allora ella così gli disse: «Se per umiltà volete, signor mio, rimettere ad altri questa cosa, fatelo per la carità dei poveri, i quali chiedono la parte che tocca loro, poiché hanno diritto alle cose, che il Padre celeste creò per loro alimento». A questo punto, Maria purissima e san Giuseppe determinarono subito tra loro che quei doni si distribuissero in tre parti: una per portarla al tempio di Gerusalemme, e questa comprendeva l'incenso, la mirra e parte dell'oro; un'altra per offrirla al sacerdote che aveva circonciso il bambino, perché ne facesse uso nel suo servizio, e in quello della sinagoga, il luogo di orazione che vi era in Betlemme; e la terza per distribuirla ai poveri, e così fecero con liberale e fervoroso affetto.

574. Per farli uscire da quella grotta, l'Onnipotente dispose che una donna povera, onorata e pia vi si recasse alcune volte per vedere la nostra Regina, perché la casa dove ella viveva era attaccata alle mura della città a poca distanza da quel sacro luogo. Questa donna devota, udendo la fama dei re Magi e ignorando ciò che avevano fatto, andò un giorno a parlare a Maria santissima, e le chiese se sapeva del fatto che certi Magi, i quali dicevano di essere re, erano venuti da lontano a cercare il Messia. La divina Principessa in questa occasione, conoscendo la buona indole della donna, la istruì e catechizzò nella fede comune, senza dichiarare in particolare il mistero nascosto che racchiudeva in se stessa, e nel dolcissimo bambino che teneva nelle sue braccia. Le diede ancora qualche porzione dell'oro destinato ai poveri, perché si sollevasse. Con questi benefici la sorte della felice donna restò tutta migliorata, ed ella rimase affezionata alla sua maestra e benefattrice. Perciò le offrì la sua casa, la quale, essendo povera, era più adatta ad ospitare gli artefici e fondatori della santa povertà. La povera donna insistette, vedendo le scomodità della caverna, dove Maria santissima ed il felice sposo dimoravano col bambino Gesù. La Regina non rifiutò l'offerta, e con segni di stima rispose alla donna che l'avrebbe informata della sua decisione. Dopo averne parlato con san Giuseppe, decisero di andarsene, e di passare alla casa della devota donna, attendendo lì il tempo della purificazione e presentazione al tempio. Li indusse ancor più a questa determinazione il trovarsi vicini alla grotta della natività, ed anche il fatto che molta gente avesse incominciato a recarvisi, per la voce che si andava diffondendo dell'accaduto e della venuta dei re Magi.

575. Maria santissima, san Giuseppe ed il bambino Gesù lasciarono la sacra grotta, perché così era necessario, anche se con grande tenerezza ed affetto. Poi andarono ad alloggiare nella casa della felice donna, che li ricevette con somma carità, e lasciò libera la parte migliore della sua abitazione. Li accompagnarono tutti gli angeli e i ministri dell'Altissimo nella stessa forma umana, con la quale sempre li assistevano. E perché la divina Madre ed il suo sposo da quella casa frequentavano il vicino luogo santo, così andava e ritornava con loro la moltitudine dei principi che li servivano. Oltre a ciò, a difesa della grotta, quando il bambino e la Madre se ne andarono, Dio vi pose un angelo che la custodisse, come aveva fatto nel paradiso terrestre. Se il santo angelo non impedisce l'ingresso ai nemici infedeli, in potere dei quali, oltre a quello, sono oggi tutti gli altri luoghi santi, ciò avviene per il giudizio dell'Altissimo, che lascia operare gli uomini per i fini della sua sapienza e giustizia. Questo miracolo infatti non sarebbe stato necessario, se i principi cristiani avessero avuto fervente zelo dell'onore e della gloria di Cristo per procurare la restaurazione di quei luoghi santi, consacrati con le opere della nostra redenzione, in particolare con il sangue prezioso del Signore, e santificati dai suoi piedi benedetti e da quelli della sua Madre santissima. Anche se ciò non è possibile, non vi è scusa per non procurare almeno la decenza di quei luoghi carichi di così tanti misteri, con la diligenza e la devozione che vengono dalla fede, perché chi l'avrà, supererà grandi montagne, dato che tutto è possibile per chi crede. Inoltre mi è stato dato ad intendere che la pia devozione e la venerazione della Terra Santa è uno dei mezzi più validi ed efficaci per stabilire ed assicurare le monarchie cattoliche, ed ogni vero cristiano non può negare che si potrebbero risparmiare altre spese eccessive e superflue per impiegarle in così pia impresa, la quale sarebbe gradita a Dio e agli uomini, poiché per giustificare tali spese non è necessario cercare ragioni peregrine.

576. Ritiratasi Maria santissima con il suo Figlio e Dio in quella abitazione che trovò vicino alla grotta, si trattenne in essa sino al tempo in cui, secondo la legge, doveva presentarsi purificata al tempio col suo primogenito. La santissima fra le creature determinò nell'animo suo di disporsi degnamente a tale mistero, con fervidi desideri di presentare all'eterno Padre nel tempio il bambino Gesù, e di imitarlo, per poi presentarsi con lui adornata ed abbellita con opere grandi, che la rendessero degna ostia per l'Altissimo, e offerta a lui gradita. Con quest'attenzione la divina Signora, nei giorni che trascorsero fino alla purificazione, fece tali e così eroici atti d'amore e di tutte le virtù, che né lingua di uomini né di angeli può spiegarli. Quanto meno allora lo potrà una donna in tutto inutile e ignorante! La pietà e devozione cristiana meriterà di conoscere questi misteri, ed anche coloro che per mezzo della loro contemplazione e venerazione vi si disporranno meriteranno di conoscerli. Da alcune grazie più intelligibili, che ricevette la vergine Madre, si potranno comprendere e meditare le altre che non possono spiegarsi a parole.

577. Appena nato, il bambino Gesù, che già parlava con la sua dolcissima Madre con voce intelligibile, le disse: «Imitami, mia sposa, e assimilati a me». Benché parlasse in modo chiaro, si rivolgeva solo alla vergine Madre. Il santo sposo Giuseppe, che non udì mai parlare il bambino nei primi tempi, parlò con lui solo dopo che aveva compiuto un anno, e la divina Signora non palesò questo particolare favore al suo sposo, perché sapeva che era solamente per lei. Le parole del bambino Dio erano dette con la maestà degna della sua grandezza e con l'efficacia del suo potere infinito, e come rivolte alla più pura e santa, alla più saggia e prudente delle creature fuori di se stesso, e sua vera madre. Alcune volte le diceva: «Madre mia carissima, colomba mia, diletta mia». In queste delizie di cui si legge nel Cantico di Salomone, ed in altri colloqui intimi prolungati, s'intrattenevano il Figlio e la Madre santissimi. Così la celeste Principessa riceveva continui favori, e le parole che udiva erano di tale dolcezza e tenerezza, da sorpassare quelle del Cantico di Salomone, e tutte le altre che

hanno dette e diranno le anime giuste e sante dal principio del mondo sino alla fine. Molte volte il bambino Gesù in questi amorosi colloqui le ripeteva quelle parole: «Madre e colomba mia, assimilati a me». Poiché erano parole di vita e d'infinita virtù, ed erano accompagnate dalla scienza divina con cui Maria santissima conosceva tutti gli atti che interiormente faceva l'anima del suo Unigenito, non vi è lingua che possa spiegare né pensiero che possa intendere gli effetti di queste opere così segretamente custodite nel candidissimo ed infiammato cuore della Madre di quel Figlio, che era uomo e Dio.

578. Il primo degli eccelsi e singolari benefici di Maria santissima è quello di essere Madre di Dio, e questo è il fondamento di tutti gli altri; il secondo, di essere stata concepita senza peccato; il terzo, di godere in questa vita molte volte della visione beatifica temporanea. In quarto luogo viene questo favore, di cui godeva continuamente, di vedere cioè con chiarezza l'anima santissima del Figlio, e tutti i suoi atti interiori per imitarli. Ella la teneva presente come uno specchio chiarissimo e purissimo, nel quale si mirava e rimirava, adornandosi con le gemme preziose di quell'anima santissima ricopiate in se stessa. Vedeva che essa era unita al Verbo e, quale semplice creatura, con profonda umiltà si riconosceva inferiore. Conosceva con vista chiarissima gli atti di ringraziamento e di lode che essa gli faceva per averla creata dal niente come tutte le altre anime, e per i doni e i benefici che sopra tutte le altre aveva ricevuto, specialmente per aver innalzato e sublimato la sua natura umana all'unione inseparabile con la Divinità. Ella teneva fissa l'attenzione sulle incessanti intercessioni, orazioni e suppliche che essa faceva e presentava all'eterno Padre in favore del genere umano, e sul modo in cui, in tutti gli altri atti interni, andava preparando ed avviando la redenzione e l'insegnamento che egli era venuto a portare a tutti gli uomini, come unico Redentore e maestro di vita eterna.

579. La Madre purissima imitava tutti questi atti della santissima umanità di Cristo nostro bene, e la sua anima fu sempre intenta a questo grande mistero, perché ella ebbe sempre dinanzi agli occhi questo esemplare e modello originale, secondo il quale formò tutte le sue azioni ed i suoi atti interiori fin dall'incarnazione e nascita del suo Figlio, e come ape industriosa andò componendo il favo dolcissimo delle delizie del Verbo incarnato. Sua Maestà, che venne dal cielo per essere nostro redentore e maestro, volle che la sua Madre santissima, dalla quale ebbe l'umanità, partecipasse, in modo altissimo e singolare, dei frutti della redenzione universale, e che fosse unica e segnalata discepola, nella quale si stampasse al vivo il suo insegnamento, formandola, nella sua condizione di semplice creatura, il più possibile simile a se stesso. Da questi benefici e fini del Verbo incarnato si deve argomentare la grandezza delle opere della sua Madre santissima, e le delizie che ella godeva con lui quando lo teneva nelle sue braccia e quando lo reclinava sul suo seno, che era il talamo e il letto fiorito di questo vero sposo.

580. Nei giorni in cui la Regina santissima si trattenne in Betlemme sino alla purificazione, molti vennero a visitarla ed a parlarle, benché quasi tutti fossero dei più poveri: alcuni per l'elemosina che ricevevano dalla sua mano, altri per aver saputo che i tre Magi erano stati alla grotta. Tutti parlavano di questa notizia e del Messia, perché in quei giorni, non senza disposizione divina, era voce assai pubblica tra gli Ebrei che si stesse avvicinando il tempo nel quale egli doveva nascere nel mondo, e se ne discuteva comunemente. Tutti questi discorsi offrivano alla prudentissima Madre continue occasioni di operare grandiosamente, non solo per il fatto che serbava il segreto nel suo cuore e custodiva in esso tutto ciò che udiva e vedeva, ma anche perché così aveva modo di indirizzare molte anime alla conoscenza di Dio, e poteva confermarle nella fede, istruirle nella virtù e illuminarle nei misteri del Messia che aspettavano, togliendole dalla grande ignoranza in cui si trovavano come gente volgare e poco capace delle cose divine. Talvolta le venivano a riferire tante chiacchiere femminili su questi argomenti e, sentendole, il santo ed ingenuo sposo Giuseppe soleva sorriderne, ammirando le risposte piene di sapienza ed efficacia divina, con le quali la grande Signora soddisfaceva ed ammaestrava tutti. Era inoltre ammirato di come ella li tollerava e li indirizzava alla verità ed alla conoscenza della luce con profonda umiltà ed affabile serietà, lasciando tutti lieti, consolati ed istruiti riguardo a ciò che era conveniente per loro, perché diceva ad essi parole di vita eterna, le quali, penetrando nei loro cuori, li infervoravano e rianimavano.

 

Insegnamento che mi diede la Regina del cielo

 

581. Figlia mia, alla chiara vista della luce divina, io conobbi sopra tutte le creature il basso prezzo e valore, che hanno innanzi all'Altissimo i doni e le ricchezze della terra. Perciò fu di peso e di molestia alla mia santa libertà il vedermi caricata dei tesori offerti dai re Magi al mio Figlio santissimo. Tuttavia, dato che in tutte le mie opere dovevano risplendere l'umiltà e l'ubbidienza, non volli appropriarmene né dispensarli di mia volontà, ma per quella del mio sposo Giuseppe. In questa disposizione d'animo mi misi a pensare come se fossi stata sua serva, e come se niente di quei beni temporali mi spettasse. È cosa brutta invece, e per voi altre fragili creature molto pericolosa, l'appropriarvi o attribuirvi cosa alcuna di beni terreni, tanto di proprietà, quanto di onore, poiché tutto ciò si fa con cupidigia, ambizione e vana ostentazione.

582. Ho voluto, carissima, dirti tutto questo, affinché, in qualunque circostanza, impari a non accettare doni né onori umani, come se qualche cosa ti fosse dovuta, e a non appropriartene, anche solo in parte, e ciò soprattutto quando li ricevi da persone potenti e qualificate. Custodisci la tua libertà interiore, e non fare ostentazione di ciò che non vale nulla, né ti può giustificare presso Dio. Se ti presenteranno qualche cosa, non dire mai: «Questo mi hanno donato», né: «Questo mi hanno portato». Al contrario dirai: «Il Signore invia questo per la comunità: pregate sua Maestà per chi è stato lo strumento di questa sua misericordia», nominando il devoto, perché preghino per lui in particolare, e non si defraudi il fine di colui che fa l'elemosina. Neppure devi riceverla con le tue mani, perché ciò mostra avidità, ma per mano delle sorelle dedite a questa. Se per l'ufficio di abbadessa sarà necessario, una volta che il dono è entrato nel monastero, consegnarlo a chi spetta per distribuirlo alla comunità, ciò sia eseguito con aria di disprezzo, mostrando che non vi è attaccamento, benché tu debba esserne grata all'Altissimo ed a colui che ti fece il bene, e riconoscere che non lo meriti. Quanto a ciò che portano alle altre religiose, tu come abbadessa te ne mostrerai grata, e con tutta sollecitudine procurerai subito che sia dato all'intera comunità, senza prendere per te cosa alcuna. Non guardare con curiosità ciò che entra nel monastero, perché non venga a dilettarsene il senso, e s'inclini ad appetirlo, o a gustare che ad esso si procurino simili benefici, perché la natura fragile e piena di passioni incorre in molti difetti ripetutamente, e molto di rado si fa caso ad essi. Non si può confidare in cosa alcuna sulla natura contaminata dal peccato, perché sempre vuole più di quello che ha, e mai dice basta, e quanto più riceve, tanta maggior sete le resta di avere di più.

583. Quello comunque in cui ti voglio più accorta è il tratto intimo e frequente col Signore per via di incessante amore, lode e riverenza. In ciò voglio, figlia mia, che ti impegni con tutte le tue forze, e che applichi tutte le tue facoltà e i sensi senza intervallo, con vigilanza e sollecitudine, perché altrimenti è inevitabile che la parte inferiore, che aggrava l'anima", l'abbatta, la distragga e rovini, facendole perdere di vista il sommo Bene. Questo rapporto amoroso col Signore è così delicato che si perde col solo prestare attenzione e ascolto al nemico nelle sue ciance. Perciò egli con gran premura va procurando che volgano a lui l'attenzione, perché sa che il castigo dell'anima per averlo ascoltato sarà il nasconderle l'oggetto del suo amore. Immediatamente quella, che per difetto di avvertenza ignorò la sua bellezza, va dietro le orme delle sue negligenze, espropriata della soavità divina. Quando poi, suo malgrado, ne sperimenta il danno nel suo dolore, e vuol tornare a cercarla, non sempre la ritrova, né le viene restituita. Poiché il demonio, che la ingannò, le offre altri diletti tanto vili e inferiori a paragone di quelli, ai quali teneva assuefatto il gusto interiore, da ciò le risulta e proviene nuova tristezza, turbamento, abbattimento, tiepidezza e nausea, e tutta si riempie di pericoli e di confusione.

584. Di questa verità tu, o carissima, hai qualche esperienza per le tue negligenze, e per la tua lentezza nel credere ai benefici del Signore. È tempo ormai che tu sia prudente nella tua sincerità, e costante nel conservare il fuoco del santuario, senza perdere di vista neppure per un istante il medesimo oggetto al quale io sempre tenni fissa l'attenzione con la forza di tutta l'anima mia, e di tutte le mie facoltà. Inoltre, sebbene sia grande la distanza tra te, vile vermicciolo, e quello che in me ti propongo di imitare, e tu non possa godere del vero Bene in modo così immediato come era per me, né fare le opere che io facevo partendo dalle stesse condizioni, tuttavia, poiché t'insegno e manifesto ciò che operavo imitando il mio Figlio santissimo, puoi imitarmi secondo le tue forze, sapendo che lo stai guardando attraverso un altro cristallo. Io lo guardavo attraverso quello della sua umanità santissima e tu lo guardi attraverso quello della mia anima e persona. Dato che l'Onnipotente chiama ed invita tutti ad una così alta perfezione, se vorranno seguirla, considera ciò che devi fare per acquistarla, dal momento che tanto liberale e potente si mostra con te la destra dell'Altissimo nell'attirarti dietro a sé.


30 giugno 1984. Festa del Cuore Immacolato di Maria. Il mistero del mio Cuore Immacolato.

Don Stefano Gobbi

«Venerate il mio Cuore Immacolato, figli prediletti. Oggi la Chiesa vi invita a guardare al mistero di amore e di misericordia racchiuso nel mio Cuore Immacolato. Se venerate il mio Cuore, voi date lode alla Santissima Trinità, che in esso riceve la sua più grande gloria, perché ha fatto di questo mio celeste giardino il luogo della sua divina compiacenza. In esso il Padre si riflette con gioia; il Verbo si depone come in una culla preziosa; lo Spirito Santo arde con la purissima luce del suo divino Amore.

Se venerate il mio Cuore Immacolato, date lode anche alla vostra Mamma Celeste, perché in esso è racchiuso il mistero della mia predilezione e dei privilegi di grazia, di cui da Dio sono stata adornata. così venerate anche i miei singolari privilegi della Immacolata Concezione, della divina Maternità, della corporea Assunzione al Cielo, della pienezza di grazia e della perpetua Verginità. Attraverso la via del mio Cuore entrate a comprendere ed a godere il divino capolavoro che è la vostra Mamma Celeste.

Se amate questo Cuore, venite voi stessi rivestiti del mio amore materno e della mia immacolata misericordia. Nell'intimo del Cuore Immacolato avviene il prodigio, che ogni giorno compio con voi, di rendervi sempre più simili a Me e di trasformare la vostra anima a immagine dell'anima mia. Vi comunico anche il mio spirito perché possiate veramente crescere nella mia vita e diventare, oggi, espressione della presenza della vostra Mamma Celeste. Vi formo alla purezza della mente, del cuore e del corpo; allora diffonderete attorno a voi il candore della mia Luce immacolata.

Vi comunico la mia capacità di amare, ed il vostro cuore si aprirà come rifugio di salvezza a tutti coloro che si sono smarriti sulla strada dell'errore e del peccato. Dono delicatezza al vostro modo di agire, perché possiate essere con tutti buoni e misericordiosi. Do conforto e balsamo ai vostri gesti, perché possiate sanare le ferite dolorose degli ammalati e di tutti i miei poveri figli peccatori. Allora voi stessi diventate, oggi, espressione concreta del mio materno amore.

Se riparate al dolore del mio Cuore Immacolato, diventate per Me motivo di grande gioia e di consolazione, perché attraverso di voi Io posso agire in questi anni, per costruire il mio disegno di salvezza. È un disegno che tengo ancora segreto; lo svelo solo ai miei piccoli, che accolgono il mio invito a venerare, ad amare e a riparare, mentre vengono da Me condotti a comprendere sempre più il grande mistero di amore e di misericordia del mio Cuore Immacolato».