Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 5 giugno 2025 - San Bonifacio (Letture di oggi)

Un giorno vidi col mio spirito un popolo immenso, radunato con i capi della Chiesa, in una basilica imponente. Dall'Ostia, solennemente esposta all'adorazione, vidi uscire e diffondersi sul mondo gli stessi raggi che s'incontrano sull'immagine del Salvatore misericordioso. Di colpo, scorsi sull'altare Gesù vivo, nello stesso atteggiamento in cui è raffigurato nel quadro della sua misericordia. Gesù guardò con indicibile bontà  e con grande gioia il Santo Padre, i sacerdoti che lo circondavano e tutto il popolo riunito a festeggiare la divina misericordia. (Santa Faustina Kowalska)

Liturgia delle Ore - Letture

Sabato della 22° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 22

1Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse:2"Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio.3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire.4Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze.5Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari;6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
7Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.8Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni;9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.10Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.11Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale,12gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì.13Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti".

15Allora i farisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi.16Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno.17Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?".18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: "Ipocriti, perché mi tentate?19Mostratemi la moneta del tributo". Ed essi gli presentarono un denaro.20Egli domandò loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?".21Gli risposero: "Di Cesare". Allora disse loro: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio".22A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.

23In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali affermano che non c'è risurrezione, e lo interrogarono:24"Maestro, Mosè ha detto: 'Se qualcuno muore senza figli, il fratello ne sposerà la vedova e così susciterà una discendenza al suo fratello'.25Ora, c'erano tra noi sette fratelli; il primo appena sposato morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello.26Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo.27Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna.28Alla risurrezione, di quale dei sette essa sarà moglie? Poiché tutti l'hanno avuta".29E Gesù rispose loro: "Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture né la potenza di Dio.30Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo.31Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio:32'Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe?' Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi".33Udendo ciò, la folla era sbalordita per la sua dottrina.

34Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme35e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova:36"Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?".37Gli rispose: "'Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima' e con tutta la tua mente.38Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.39E il secondo è simile al primo: 'Amerai il prossimo tuo come te stesso'.40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".

41Trovandosi i farisei riuniti insieme, Gesù chiese loro:42"Che ne pensate del Messia? Di chi è figlio?". Gli risposero: "Di Davide".43Ed egli a loro: "Come mai allora Davide, sotto ispirazione, lo chiama Signore, dicendo:

44'Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra,
finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?'

45Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?".46Nessuno era in grado di rispondergli nulla; e nessuno, da quel giorno in poi, osò interrogarlo.


Primo libro dei Maccabei 5

1I popoli vicini, quando sentirono che era stato ricostruito l'altare e rinnovato il santuario come prima, fremettero di rabbia2e decisero di eliminare quelli della stirpe di Giacobbe che si trovavano in mezzo a loro e cominciarono a uccidere e sopprimere gente in mezzo al popolo.3Allora Giuda mosse guerra ai figli di Esaù nell'Idumea e nella Acrabattene, perché assediavano Israele; inflisse loro un grave colpo e li umiliò e si impadronì delle loro spoglie.4Si ricordò poi della perfidia dei figli di Bean, che erano stati di laccio e inciampo per il popolo tendendo insidie nelle vie.5Pressati da lui si rinchiusero nelle torri ed egli si accampò contro di loro, li votò allo sterminio e diede fuoco alle torri di quella città con quanti vi stavano.6Poi passò contro gli Ammoniti e vi trovò un forte contingente e un popolo numeroso al comando di Timòteo.7Organizzò contro di loro molte azioni di guerra e furono sconfitti e annientati.8Conquistò anche Iazer e i suoi sobborghi e ritornò in Giudea.
9Si allearono allora i pagani di Gàlaad contro gli Israeliti che erano nel loro territorio per eliminarli, ma questi fuggirono a Dàtema, nella fortezza,10e scrissero questa lettera a Giuda e ai suoi fratelli: "Sono riuniti contro di noi i popoli vicini per eliminarci11e si preparano a venire a espugnare la fortezza ove siamo rifugiati; Timòteo è a capo del loro esercito.12Su, vieni a liberarci dalle mani di costoro, perché si è precipitata su di noi una moltitudine:13tutti i nostri fratelli che erano nel territorio di Tobia sono stati messi a morte, sono state condotte in schiavitù le loro mogli con i figli e gli averi e sono periti circa un migliaio di uomini".
14Stavano ancora leggendo la lettera ed ecco presentarsi altri messaggeri dalla Galilea con le vesti stracciate portando notizie simili.15Dicevano che si erano uniti contro di loro gli abitanti di Tolemàide, Tiro e Sidòne e tutta la parte pagana della Galilea per distruggerli.16Quando Giuda e il popolo ebbero udito queste cose, si raccolse una grande assemblea per decidere che cosa fare per i loro fratelli posti nella tribolazione e attaccati dai pagani.17Giuda disse a Simone suo fratello: "Scegliti degli uomini e corri a liberare i tuoi fratelli della Galilea; io e mio fratello Giònata andremo nella regione di Gàlaad".18Lasciò Giuseppe figlio di Zaccaria e Azaria capo del popolo, con il resto delle forze a presidiare la Giudea,19dando loro questa consegna: "Governate questo popolo, ma non attaccate battaglia contro i pagani fino al nostro ritorno".20Furono assegnati a Simone tremila uomini per la spedizione in Galilea, a Giuda ottomila uomini per la regione di Gàlaad.
21Simone si recò in Galilea e sferrò molti attacchi contro i pagani e questi rimasero sconfitti davanti a lui;22egli li inseguì fino alle porte di Tolemàide. Caddero dei pagani circa tremila uomini e Simone portò via le loro spoglie.23Prese poi gli Israeliti che erano in Galilea e in Arbatta con le donne e i figli e tutti i loro averi e li condusse in Giudea con grande gioia.24Da parte loro Giuda Maccabeo e il fratello Giònata passarono il Giordano e camminarono per tre giorni nel deserto.25S'imbatterono nei Nabatei, che vennero loro incontro pacificamente e narrarono tutte le vicende dei loro fratelli nella regione di Gàlaad,26e che molti di loro erano assediati in Bozra e Bozor, in Àlema, in Casfo, in Maked e Karn...in; e che tutte queste città erano fortificate e grandi.27Ve n'erano pure rinchiusi nelle altre città di Gàlaad e - dicevano - per il giorno dopo era stabilito di dar l'assalto alle fortezze, espugnarle e di eliminare tutti costoro in un sol giorno.28Allora Giuda con il suo esercito tornò indietro subito per la via del deserto verso Bozra; prese la città e passò ogni maschio a fil di spada, s'impadronì di tutte le loro spoglie e incendiò la città.29Nella notte partì di là e marciarono fino alla fortezza.30Verso il mattino alzarono gli occhi ed ecco gran folla che non si poteva contare issava scale e macchine per espugnare la fortezza e già attaccava gli assediati.31Giuda, vedendo che la battaglia era già incominciata e che le grida della città arrivavano al cielo per il suono delle trombe e le urla altissime,32disse ai suoi soldati: "Combattete oggi per i vostri fratelli".33Irruppero in tre schiere alle loro spalle, diedero fiato alle trombe e innalzarono grida e invocazioni.34Nell'esercito di Timòteo si sparse la notizia che c'era il Maccabeo e fuggirono davanti a lui; egli inflisse loro una grave sconfitta e ne rimasero uccisi in quel giorno circa ottomila.35Poi piegò su Alim, l'assalì e la prese; ne uccise tutti i maschi, la saccheggiò e le appiccò il fuoco.36Tolse il campo di là e conquistò Casfo, Maked e Bozor e le altre città di Gàlaad.37Dopo questi fatti Timòteo raccolse un altro esercito e si accampò di fronte a Rafon al di là del torrente.38Giuda mandò a esplorare il campo e gli riferirono: "Sono radunati con lui tutti gli stranieri che ci circondano: sono un esercito imponente.39Anche gli Arabi sono assoldati come suoi ausiliari; sono accampati al di là del torrente e sono pronti a venire a battaglia con te". Giuda andò incontro a loro.40Timòteo disse ai comandanti del suo esercito, mentre Giuda e il suo esercito si avvicinavano al torrente: "Se passerà per primo contro di noi, non potremo resistergli, perché sarà molto potente contro di noi.41Se invece si mostrerà titubante e porrà il campo al di là del fiume, andremo noi contro di lui e avremo la meglio".42Quando Giuda si avvicinò al corso d'acqua, dispose gli scribi del popolo lungo il torrente con questi ordini: "Non permettete che alcuno si fermi, ma vengano tutti a combattere".43Passò per primo contro i nemici e tutto il popolo dietro di lui. I pagani furono travolti davanti a lui, gettarono le armi e fuggirono nel tempio di Karnàin.44Conquistarono la città e appiccarono il fuoco al tempio con quanti c'erano dentro. Così Karnàin fu vinta e non poté resistere oltre di fronte a Giuda.45Giuda radunò tutti gli Israeliti che erano nella regione di Gàlaad dal più piccolo al più grande con le donne e i figli e gli averi, carovana sterminata, per andare nella Giudea.46Arrivarono a Efron, città posta sul percorso, grande e particolarmente forte, che non era possibile evitare da nessuna parte e bisognava passarvi in mezzo.47Gli abitanti della città avevano chiuso loro il passaggio barricando le porte con pietre.48Giuda mandò a far loro proposte pacifiche dicendo: "Attraverseremo il tuo paese solo per tornare al nostro, nessuno vi farà alcun male, solo passeremo a piedi". Ma non vollero aprirgli.49Giuda fece annunciare a tutta la truppa che ciascuno si accampasse dov'era.50I militari si fermarono e diedero l'assalto alla città tutto quel giorno e tutta la notte e la città dovette arrendersi.51Giuda passò tutti i maschi a fil di spada, la distrusse totalmente, ne prese le spoglie e attraversò la città sopra i cadaveri.52Poi attraversò il Giordano verso la grande pianura di fronte a Beisan.53Giuda sollecitava quelli che rimanevano indietro e confortava il popolo durante tutto il viaggio, finché giunsero nella Giudea.54Salirono il monte Sion in letizia e gioia e offrirono olocausti, perché senza aver perduto neppure uno di loro erano tornati felicemente.
55Nel tempo in cui Giuda e Giònata erano rimasti in Gàlaad e Simone loro fratello in Galilea di fronte a Tolemàide,56Giuseppe figlio di Zaccaria e Azaria, comandanti dell'esercito, vennero a sapere delle imprese gloriose e delle battaglie che avevano compiute57e dissero: "Facciamoci onore anche noi e usciamo a combattere contro i pagani che ci circondano".58Diedero ordine ai soldati che erano con loro e si diressero a Iamnia.59Ma Gorgia uscì dalla città con i suoi uomini incontro a loro per attaccarli.60Giuseppe e Azaria furono vinti e inseguiti fin nel territorio della Giudea e in quel giorno caddero circa duemila uomini del popolo di Israele.61Toccò questa grave sconfitta al popolo, perché non avevano ascoltato Giuda e i suoi fratelli, pensando di compiere gesta eroiche:62ma essi non erano della stirpe di quei valorosi, per le cui mani era stata compiuta la salvezza in Israele.
63Il prode Giuda e i suoi fratelli crebbero in grande fama presso tutto Israele e presso tutti i popoli ai quali giungeva notizia del loro nome;64si adunavano attorno a loro acclamandoli.
65Giuda con i suoi fratelli uscì ancora per combattere contro i figli di Esaù nella regione meridionale e colpì Ebron e le sue dipendenze, distrusse le sue fortezze e diede fuoco tutt'intorno alle sue torri.66Poi levò il campo per andare nel paese dei Filistei e attraversò Maresa.67In quel giorno caddero in battaglia sacerdoti, i quali, smaniosi di eroismi, erano usciti a combattere inconsideratamente.68Giuda piegò su Asdod, terra dei Filistei: distrusse i loro altari, bruciò le statue dei loro dèi, mise a sacco la loro città e fece ritorno in Giudea.


Salmi 18

1'Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il Signore lo liberò dal potere di tutti i suoi nemici,2 e dalla mano di Saul. Disse dunque:'

Ti amo, Signore, mia forza,
3Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
4Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

5Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti impetuosi;
6già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali.
7Nel mio affanno invocai il Signore,
nell'angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio grido.

8La terra tremò e si scosse;
vacillarono le fondamenta dei monti,
si scossero perché egli era sdegnato.
9Dalle sue narici saliva fumo,
dalla sua bocca un fuoco divorante;
da lui sprizzavano carboni ardenti.
10Abbassò i cieli e discese,
fosca caligine sotto i suoi piedi.

11Cavalcava un cherubino e volava,
si librava sulle ali del vento.
12Si avvolgeva di tenebre come di velo,
acque oscure e dense nubi lo coprivano.
13Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi
con grandine e carboni ardenti.
14Il Signore tuonò dal cielo,
l'Altissimo fece udire la sua voce:
grandine e carboni ardenti.
15Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgori e li sconfisse.
16Allora apparve il fondo del mare,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la tua minaccia, Signore,
per lo spirare del tuo furore.

17Stese la mano dall'alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque,
18mi liberò da nemici potenti,
da coloro che mi odiavano
ed eran più forti di me.
19Mi assalirono nel giorno di sventura,
ma il Signore fu mio sostegno;
20mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.

21Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l'innocenza delle mie mani;
22perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato empiamente il mio Dio.
23I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
24ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
25Il Signore mi rende secondo la mia giustizia,
secondo l'innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.

26Con l'uomo buono tu sei buono
con l'uomo integro tu sei integro,
27con l'uomo puro tu sei puro,
con il perverso tu sei astuto.
28Perché tu salvi il popolo degli umili,
ma abbassi gli occhi dei superbi.
29Tu, Signore, sei luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.
30Con te mi lancerò contro le schiere,
con il mio Dio scavalcherò le mura.

31La via di Dio è diritta,
la parola del Signore è provata al fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
32Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è rupe, se non il nostro Dio?
33Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino;
34mi ha dato agilità come di cerve,
sulle alture mi ha fatto stare saldo;
35ha addestrato le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tender l'arco di bronzo.

36Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,
la tua destra mi ha sostenuto,
la tua bontà mi ha fatto crescere.
37Hai spianato la via ai miei passi,
i miei piedi non hanno vacillato.
38Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti,
non sono tornato senza averli annientati.
39Li ho colpiti e non si sono rialzati,
sono caduti sotto i miei piedi.
40Tu mi hai cinto di forza per la guerra,
hai piegato sotto di me gli avversari.

41Dei nemici mi hai mostrato le spalle,
hai disperso quanti mi odiavano.
42Hanno gridato e nessuno li ha salvati,
al Signore, ma non ha risposto.
43Come polvere al vento li ho dispersi,
calpestati come fango delle strade.
44Mi hai scampato dal popolo in rivolta,
mi hai posto a capo delle nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito;
45all'udirmi, subito mi obbedivano,
stranieri cercavano il mio favore,
46impallidivano uomini stranieri
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.

47Viva il Signore e benedetta la mia rupe,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
48Dio, tu mi accordi la rivincita
e sottometti i popoli al mio giogo,
49mi scampi dai nemici furenti,
dei miei avversari mi fai trionfare
e mi liberi dall'uomo violento.

50Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli
e canterò inni di gioia al tuo nome.
51Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre.


Salmi 4

1'Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Davide.'

2Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia:
dalle angosce mi hai liberato;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.

3Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore?
Perché amate cose vane e cercate la menzogna?
4Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele:
il Signore mi ascolta quando lo invoco.

5Tremate e non peccate,
sul vostro giaciglio riflettete e placatevi.
6Offrite sacrifici di giustizia
e confidate nel Signore.

7Molti dicono: "Chi ci farà vedere il bene?".
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
8Hai messo più gioia nel mio cuore
di quando abbondano vino e frumento.
9In pace mi corico e subito mi addormento:
tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare.


Amos 6

1Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Questi notabili della prima tra le nazioni,
ai quali si recano gli Israeliti!2Passate a Calnè e guardate,
andate di lì ad Amat la grande
e scendete a Gat dei Filistei:
siete voi forse migliori di quei regni
o è più grande il vostro territorio del loro?
3Voi credete di ritardare il giorno fatale
e affrettate il sopravvento della violenza.
4Essi su letti d'avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
5Canterellano al suono dell'arpa,
si pareggiano a David negli strumenti musicali;
6bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
7Perciò andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l'orgia dei buontemponi.

8Ha giurato il Signore Dio, per se stesso!
Oracolo del Signore, Dio degli eserciti.
Detesto l'orgoglio di Giacobbe,
odio i suoi palazzi,
consegnerò la città e quanto contiene.
9Se sopravviveranno in una sola casa dieci uomini,
anch'essi moriranno.
10Lo prenderà il suo parente e chi prepara il rogo,
portando via le ossa dalla casa,
egli dirà a chi è in fondo alla casa:
"Ce n'è ancora con te?".
L'altro risponderà: "No".
Quegli dirà: "Zitto!": non si deve menzionare
il nome del Signore.
11Poiché ecco: il Signore comanda
di fare a pezzi la casa grande
e quella piccola di ridurla in frantumi.
12Corrono forse i cavalli sulle rocce
e si ara il mare con i buoi?
Poiché voi cambiate il diritto in veleno
e il frutto della giustizia in assenzio.
13Voi vi compiacete di Lo-debàr dicendo:
"Non è per il nostro valore che abbiam preso Karnàim?".
14Ora ecco, io susciterò contro di voi, gente d'Israele,
- oracolo del Signore, Dio degli eserciti -
un popolo che vi opprimerà dall'ingresso di Amat
fino al torrente dell'Araba.


Apocalisse 4

1Dopo ciò ebbi una visione: una porta era aperta nel cielo. La voce che prima avevo udito parlarmi come una tromba diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito.2Subito fui rapito in estasi. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul trono uno stava seduto.3Colui che stava seduto era simile nell'aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono.4Attorno al trono, poi, c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro vegliardi avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo.5Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio.6Davanti al trono vi era come un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro esseri viventi pieni d'occhi davanti e di dietro.7'Il primo' vivente era simile 'a un leone, il secondo' essere vivente 'aveva l'aspetto di un vitello, il terzo' vivente aveva 'l'aspetto d'uomo, il quarto vivente' era simile a 'un'aquila' mentre vola.8I quattro esseri viventi hanno 'ciascuno sei ali', intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:

'Santo, santo, santo
il Signore Dio, l'Onnipotente',
Colui che era, che è e che viene!

9E ogni volta che questi esseri viventi rendevano gloria, onore e grazie a Colui che è seduto sul trono e che vive nei secoli dei secoli,10i ventiquattro vegliardi si prostravano davanti a Colui che siede sul trono e adoravano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettavano le loro corone davanti al trono, dicendo:

11"Tu sei degno, o Signore e Dio nostro,
di ricevere la gloria, l'onore e la potenza,
perché tu hai creato tutte le cose,
e per la tua volontà furono create e sussistono".


Capitolo XVI: Manifestare a Cristo le nostre manchevolezze e chiedere la sua grazia

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Parola del discepolo

O dolcissimo e amorosissimo Signore, che ora desidero devotamente ricevere, tu conosci la mia debolezza e la miseria che mi affligge; sai quanto siano grandi il male e i vizi in cui giaccio e come io sia frequentemente oppresso, provato, sconvolto e pieno di corruzione. Io vengo a te per essere aiutato, consolato e sollevato. Parlo a colui che tutto sa e conosce ogni mio pensiero; a colui che solo mi può pienamente confortare e soccorrere. Tu ben sai di quali beni io ho massimamente bisogno e quanto io sono povero di virtù. Ecco che io mi metto dinanzi a te, povero e nudo, chiedendo grazia e implorando misericordia. Ristora questo tuo misero affamato; riscalda la mia freddezza con il fuoco del tuo amore; rischiara la mia cecità con la luce della tua presenza. Muta per me in amarezza tutto ciò che è terreno; trasforma in occasione di pazienza tutto ciò che mi pesa e mi ostacola; muta in oggetto di disprezzo e di oblio ciò che è bassa creatura. Innalza il mio cuore verso il cielo, a te, e non lasciare che mi perda, vagando su questa terra. Sii tu solo, da questo momento e per sempre, la mia dolce attrazione, ché tu solo sei mio cibo e mia bevanda, mio amore e mia gioia, mia dolcezza e sommo mio bene. Potessi io infiammarmi tutto, dinanzi a te, consumarmi e trasmutare in te, così da diventare un solo spirito con te, per grazia di intima unione, in struggimento di ardente amore. Non permettere che io mi allontani da te digiuno e languente, ma usa misericordia verso di me, come tante volte l'hai usata mirabilmente con i tuoi santi. Qual meraviglia se da te io prendessi fuoco interamente, venendo meno in me stesso, poiché tu sei fiamma sempre viva, che mai si spegne, amore che purifica i cuori e illumina le menti?


LETTERA 21: Agostino, ordinato prete della chiesa d'Ippona soprattutto per predicare la parola di Dio, e perciò di fronte alle difficoltà e ai pericoli che presenta tale ufficio

Lettere - Sant'Agostino

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Scritta prima della Pasqua del 391.

Agostino, ordinato prete della chiesa d'Ippona (inizio del 391) soprattutto per predicare la parola di Dio, e perciò di fronte alle difficoltà e ai pericoli che presenta tale ufficio (n. 1) e a causa dei quali egli pianse durante l'ordinazione sacerdotale (n. 2), prega e scongiura il vescovo Valerio di concedergli un periodo di ritiro al fine di ben prepararsi al ministero sacerdotale (n. 3-4), dovere di cui dovranno rispondere a Dio stesso A. e il vescovo (n. 5-6).

AGOSTINO PRETE SALUTA NEL SIGNORE IL BEATISSIMO E VENERABILE SIGNORE VESCOVO VALERIO, AL COSPETTO DEL SIGNORE PADRE SINCERAMENTE CARISSIMO

Difficoltà e pericoli del ministero sacerdotale.

1. Innanzitutto io prego la tua religiosa prudenza di considerare che in questa vita e soprattutto in questo tempo non v'è nulla di più facile, piacevole e gradito agli uomini della dignità di vescovo o di prete o di diacono, ma nulla di più miserabile, funesto e riprovevole davanti a Dio se lo si fa negligentemente e con vile adulazione. E che parimenti non v'è nulla in questa vita, e soprattutto in questo tempo, di più difficile, faticoso e pericoloso, ma nulla è più felice agli occhi di Dio, della dignità di vescovo o di prete o di diacono se si assolva a questa milizia nel modo prescritto dal nostro capitano 1. Quale sia questo modo io non lo appresi né da fanciullo né da adolescente; e, nel tempo in cui avevo cominciato ad apprenderlo mi fu fatta violenza a causa dei miei peccati (non so infatti a che altro debba pensare) per assegnare il secondo posto al timone a me, che non sapevo tenere il remo in mano.

Il pianto di A. durante l'ordinazione sacerdotale.

2. Ma io penso che il mio Signore abbia voluto in questo modo correggermi perché, prima di aver sperimentato quali siano i compiti di tale ufficio, osavo riprendere le colpe di molti nocchieri quasi fossi più dotto e migliore di loro. E così, dopo che fui lanciato in mezzo al mare, allora cominciai a comprendere l'avventatezza delle mie riprensioni, sebbene anche prima giudicassi molto pericoloso questo ministero. E di qui derivavano quelle lacrime che alcuni fratelli mi videro versare in città al tempo della mia ordinazione; e non conoscendo le ragioni del mio dolore mi consolarono, pur con buone intenzioni, con i discorsi di cui furono capaci ma che non avevano nulla a che vedere con la mia ferita. Ma vi ho fatto un'esperienza molto più pesante e più vasta di quello che pensavo; non perché abbia visto dei nuovi flutti o delle tempeste che prima non avessi conosciuto o di cui non avessi sentito parlare o non avessi letto o che non avessi immaginato; bensì perché non sapevo affatto di quali capacità e forze disponessi per evitarle o sopportarle, e perciò le tenevo in qualche conto. Ma il Signore mi ha irriso e ha voluto rivelarmi a me stesso con l'esperienza stessa delle cose.

Improrogabile necessità di studiare la sacra Scrittura.

3. E se ha fatto questo non per condanna ma per misericordia (lo spero infatti fermamente, almeno ora che ho conosciuto la mia infermità), debbo accuratamente ricercare tutti ì rimedi contenuti nelle sue Scritture, e pregando e leggendo fare in modo di ottenere per l'anima mia uno stato di salute adeguato a incombenze così pericolose: cosa che non ho fatto prima anche perché non ne ho avuto il tempo. Infatti fui ordinato proprio quando pensavo di impiegare il tempo libero per conoscere le divine Scritture e volevo regolare le cose mie in modo da avere libertà di attendere a questo lavoro. E in verità non sapevo ancora che cosa mi mancasse per un compito quale è quello che ora mi tormenta e mi consuma. Che se io pertanto ho appreso che cosa sia indispensabile a un uomo che amministra al popolo i Sacramenti e la parola di Dio a contatto con la realtà stessa, cosicché non ho più la possibilità di conseguire ciò che mi sono accorto di non possedere, vuoi dunque ch'io muoia, o padre Valerio? Dov'è la tua carità? Mi ami davvero? Ami davvero la Chiesa stessa di cui hai voluto ch'io fossi ministro in tale stato? Eppure io sono certo che ami tanto me quanto Lei, ma mi giudichi idoneo, mentre io mi conosco meglio; e tuttavia nemmeno io mi conoscerei se non avessi imparato attraverso l'esperienza.

Chiede un po' di tempo per attendere alla preghiera e allo studio.

4. Ma forse la Santità tua obietta: "Vorrei sapere che cosa manca alla tua istruzione". Ma son tante queste cose, che io potrei enumerare quelle che posseggo più facilmente di quelle che desidero possedere. Infatti oserei affermare che so e ritengo con fede piena quello che importa per la nostra salvezza; ma proprio ciò come potrei dispensarlo per la salvezza degli altri, non ricercando quello che è utile a me, ma quello ch'è utile a molti perché si salvino 2? E vi sono forse, anzi non c'è dubbio che si trovino scritte nei Libri sacri delle norme, conoscendo e assimilando le quali un uomo di Dio può attendere più ordinatamente agli affari ecclesiastici o per lo meno vivere con più retta coscienza tra le schiere malvage oppure morire per non perdere quella vita a cui sola sospirano i cuori cristiani umili e mansueti. E come può realizzarsi questo se non, come dice il Signore, chiedendo, cercando, bussando 3; cioè mediante la preghiera, la lettura e le lacrime? A questo scopo io ho voluto impetrare, per mezzo di alcuni fratelli, dalla tua sincerissima e venerabile Carità ed ora voglio impetrarlo con queste preghiere un breve periodo di tempo, ad esempio fino alla Pasqua.

Dio chiederà severo conto al sacerdote privo della scienza sacra.

5. Che potrò infatti rispondere al Signore, mio giudice? "Non potevo più chiedere questo essendo impedito dalle mansioni ecclesiastiche"? Egli però potrebbe dirmi: "Servo cattivo 4, se qualcuno tentasse d'impadronirsi con la frode del podere della chiesa, per la raccolta dei cui frutti si impiega grande alacrità, trascurando il campo che io ho irrigato col mio sangue, forse che tu, se potessi fare qualcosa per esso presso il giudice terreno, non ti affretteresti col consenso di tutti ed anche per ordine e costrizione di qualcuno, e, se venisse pronunziata una sentenza a te sfavorevole, non saresti pronto a recarti anche al di là del mare? E in tal caso nessuna lagnanza si leverebbe a far cessare la tua assenza anche se durasse un anno o ancor più, per ottenere che un altro non possedesse la terra necessaria non al nutrimento dell'anima ma del corpo dei poveri: eppure i miei alberi viventi, se venissero coltivati con diligenza, potrebbero saziare la loro fame in maniera molto più agevole e a me più accetta. Perché dunque adduci come pretesto la mancanza di tempo libero per imparare a coltivare il mio campo?. Dimmi, ti prego, che cosa potrei rispondere? Vuoi forse che io dica: "Il vecchio Valerio, essendo convinto ch'io fossi istruito in tutto, quanto più mi ha amato tanto meno mi ha permesso di imparare queste cose"?

Reiterata istanza.

6. Rivolgi la tua attenzione a tutto questo, venerando Valerio, ti supplico per la bontà e per la severità di Cristo, per la Sua misericordia e per la Sua giustizia, per Colui che t'ispirò tanta carità per me, che neppure per vantaggio dell'anima mia io oserei offenderti. Tu poi mi chiami Dio e Cristo come testimone della purezza d'intenzione, della carità e dell'affetto sincero che nutri nei miei confronti, come se io non potessi farne giuramento davanti a tutti. Perciò io supplico questa stessa tua carità ed affetto perché tu abbia misericordia di me e mi conceda, per lo scopo per cui l'ho richiesto, il periodo di tempo che ho richiesto; e mi soccorra inoltre con le tue preghiere in modo che il mio desiderio non sia vano e la mia assenza non sia infruttuosa per la Chiesa di Cristo e per l'utilità dei miei fratelli e conservi. So che il Signore non disdegna codesta carità se prega per me, soprattutto in una causa di tal genere, ed accettandola come un soave sacrificio mi renderà pronto coi saluberrimi ammaestramenti tratti dalle sue Scritture in un tempo forse più breve di quello che ho chiesto.


1 - 1 Tm 1, 18 s.; 2 Tm 2, 4.

2 - 1 Cor 10, 33.

3 - Mt 7, 7; Lc 11, 9 s.

4 - Mt 18, 32; Lc 19, 22.


La Festa dell’Angelo Custode

Le visioni - Beata Anna Caterina Emmerick

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Nell’anno 1820, nella festa dell’Angelo custode, Anna Katharina Emmerich ricevè la grazia delle visioni sugli Angeli buoni e cattivi e sulla loro attività. Vidi una chiesa terrena piena di persone da me conosciute. Molte altre chiese si stagliavano, su questa, come sui piani di una torre, ed ognuna aveva un Coro diverso di Angeli. In cima a tutti i piani c’era la S. Vergine Maria, cinta dal sublime Ordine, era dinanzi al trono della Santissima Trinità. In alto si stendeva un cielo pieno di Angeli e c’era un ordine e una vita indescrivibilmente meravigliosa mentre sotto, nella Chiesa, tutto era oltre misura sonnolento e trascurato. Questo si poteva notare particolarmente perché era la festa dell’Angelo, e ogni parola che il prete pronunciava durante la santa Messa, in modo diffuso, gli Angeli la presentavano a Dio, così tutta quella pigrizia era rigenerata per la gloria di Dio. Io vidi ancora in questa Chiesa come gli Angeli custodi esercitano il loro ufficio: scacciano dagli uomini gli spiriti cattivi, suscitando in essi pensieri migliori; in questo modo gli uomini possono concepire immagini serene. Gli Angeli custodi aspirano a servire e ad eseguire il comando di Dio; la preghiera dei loro protetti li rende ancor più fervidi d’amore verso l’Onnipotente».

Dopo un certo tempo la veggente così si espresse: Gli spiriti cattivi si manifestano in tutt’altro modo che gli Angeli: irradiano una luce torbida, come un riflesso, sono pigri, stanchi, sognanti, malinconici, arrabbiati, selvaggi, rigidi e passivi, oppure leggermente mobili e passionali. Ho notato che questi spiriti sprigionano gli stessi colori che avvolgono gli uomini durante le sensazioni dolorose, provenienti da situazioni di sofferenze estreme e travagli dell’anima. Sono gli stessi colori che avvolgono i martiri durante la trasfigurazione della gloria del martirio. Gli spiriti cattivi hanno visi affilati, violenti e penetranti, si insinuano nell’animo umano come fanno gli insetti quando sono attratti da determinati odori, sulle piante o sui corpi. Questi spiriti penetrano dunque negli animi risvegliando negli esseri ogni genere di passione e pensieri materiali. Il loro scopo è di separare l’uomo dall’influsso divino gettandolo nelle tenebre spirituali. L’uomo viene così preparato ad accogliere il demonio che imprime il sigillo definitivo della separazione da Dio. Vidi anche come le mortificazioni e i digiuni potessero indebolire molto l’influsso di questi spiriti, e come quest’influsso potesse essere decisamente respinto in modo particolare con l’accoglimento dei sacri Sacramenti. Vidi ancora tali spiriti seminare cupidigie e brame nella Chiesa. Tutto ciò che disgusta e allontana l’uomo ha una relazione con essi; per esempio gli insetti disgustosi hanno un collegamento profondo e misterioso con questi ultimi. Ebbi poi un immagine dalla Svizzera e come in quel luogo il diavolo muove molti governi contro la Chiesa. Vidi anche Angeli che favoriscono la crescita terrena e spargono qualcosa sui frutti e gli alberi, altri proteggere e difendere paesi e città, ma anche abbandonarli. Non posso dire poi quanti innumerevoli spiriti vidi, tanti da poter ben dire che se essi fossero in possesso di corpi, l’aria ne sarebbe oscurata. Dove poi questi spiriti hanno grande influsso sugli uomini, vidi anche nebbia e oscurità. Spesso, come posso vedere, un uomo riceve un altro Angelo custode quand’egli ha bisogno di una protezione diversa. Io stessa ho avuto in più occasioni una guida diversa.

Mentre Anna Katharina raccontava ciò, improvvisamente cadde in estasi e gemendo disse: Questi spiriti attaccaticci e crudeli vengono da così lontano e cadono proprio là!» Poi ripresasi e venuta in sé continuò a rivelare: «Io fui portata infinitamente in alto e vidi tanti spiriti violenti, ribelli e ostinati scendere nelle zone dove si preparava l’irrequietezza e la guerra. Tali spiriti si avvicinano ai governanti e fanno in modo che le anime non possano avvicinarsi a loro per consigliarli nel modo giusto. Ho visto la Beata Vergine Maria supplicare tutto un esercito di Angeli affinché si recasse sulla terra a rimettere ordine e fermare gli spiriti spietati; gli Angeli si librarono subito scendendo verso queste zone. Contro ognuno di questi spiriti inflessibili e duri si pose di fronte un Angelo con la sua spada fiammeggiante. Poi la pia suora cadde improvvisamente in estasi e per un breve tempo cessò di parlare. Poi riprese, sempre in estasi, ed esclamò: «Cosa vedo! Un grande Angelo fiammeggiante si libra giù sulla città di Palermo dove è una rivolta in atto e dice parole di punizione, vedo nella città cadere morte molte persone! Gli uomini ricevono, a secondo della crescita interiore, gli Angeli custodi adatti. Come anche re e principi di un rango elevato ricevono Angeli custodi di un ordine superiore. I quattro Angeli alati, Elohim, i quali dispensano la Grazia divina, sono Rafael, Etophiel, Salathiel, Emmanuel. L’ordinamento degli spiriti cattivi e del diavolo è molto più grande di quello terrestre: infatti appena un Angelo cede si trova subito pronto al suo posto un diavolo con la sua azione... Essi agiscono su tutto ciò che vive sulla terra e sugli uomini, fin dal momento della nascita, con differenti intensità e sensazioni La veggente poi parlò di altre cose come un bambino innocente che descrive qualcosa del suo giardino. Nella notte, come un piccolo gnomo nella neve, mi inginocchiavo nei campi rallegrandomi delle belle stelle e pregavo Dio in questo modo: “Tu sei il mio unico e giusto Padre e hai queste belle cose in casa, ti prego di mostrarmele! Ed egli mi prese per mano guidandomi dappertutto”.

Il 2 settembre 1822 così la Veggente raccontava:
Giunsi in alto, in un giardino sospeso nell’aria, dove vidi librarsi tra settentrione e l’oriente, come il sole all’orizzonte, la figura di un uomo con un viso lungo e pallido. Il suo capo sembrava coperto con un berretto a punta. Egli era avvolto da fasce e aveva un cartello sul petto. Non ricordo però cosa c’era scritto. Portava la spada avvolta in fasce colorate e si librava sulla terra lentamente e ad intermittenza, come i piccoli voli di un piccione. Poi si liberò dalle bende. Mosse la spada qua e là e gettò le bende sulle città sonnolenti che furono avvolte come da un cappio. Insieme alle bende caddero pure pustole e vaiolo sull’Italia, la Spagna e la Russia. Avvolse poi con un cappio rosso anche Berlino; il cappio si estese fin qui da noi. Poi vidi la sua spada nuda, sull’elsa pendevano bende insanguinate e da queste grondava sangue nella nostra regione».

11 settembre: Apparve un Angelo, tra l’oriente e il meridione, con una spada nella cui elsa c’era come una spaccata piena di sangue. Egli lo riversava qua e là. Giunse fin da noi e lo vidi versare il sangue su Munster, sulla piazza del Duomo».


10 gennaio 1942

Madre Pierina Micheli

Ieri sera è venuto il Padre, e quantunque non ho saputo dire lo stato dell'animo mio, mi sono sentita rassicurata. Quanta rabbia il nemico ne prova... oggi ebbi la grazia di manifestare quanto mi passò nei giorni di sua assenza, e ora mi sento più calma e più forte. Come è buono il Signore con me, tanto cattiva. Potessi amarti o Gesù, come non sei mai stato amato! invece!... Mio Dio, misericordia! Approfit­tare di tutte le tentazioni, di tutte le prove, per mostrare a Gesù il mio amore...