Liturgia delle Ore - Letture
Venerdi della 22° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Marco 6
1Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono.2Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani?3Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?". E si scandalizzavano di lui.4Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua".5E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì.6E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.
7Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi.8E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa;9ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche.10E diceva loro: "Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo.11Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro".12E partiti, predicavano che la gente si convertisse,13scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.
14Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: "Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui".15Altri invece dicevano: "È Elia"; altri dicevano ancora: "È un profeta, come uno dei profeti".16Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: "Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!".
17Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.18Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello".19Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva,20perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
21Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.22Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò".23E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno".24La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista".25Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista".26Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.27Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.28La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.29I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato.31Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare.32Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.
33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.34Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.35Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: "Questo luogo è solitario ed è ormai tardi;36congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare".37Ma egli rispose: "Voi stessi date loro da mangiare". Gli dissero: "Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?".38Ma egli replicò loro: "Quanti pani avete? Andate a vedere". E accertatisi, riferirono: "Cinque pani e due pesci".39Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull'erba verde.40E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta.41Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti.42Tutti mangiarono e si sfamarono,43e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci.44Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
45Ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e precederlo sull'altra riva, verso Betsàida, mentre egli avrebbe licenziato la folla.46Appena li ebbe congedati, salì sul monte a pregare.47Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra.48Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, già verso l'ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli.49Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: "È un fantasma", e cominciarono a gridare,50perché tutti lo avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma egli subito rivolse loro la parola e disse: "Coraggio, sono io, non temete!".51Quindi salì con loro sulla barca e il vento cessò. Ed erano enormemente stupiti in se stessi,52perché non avevano capito il fatto dei pani, essendo il loro cuore indurito.
53Compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret.54Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe,55e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse.56E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.
Esodo 25
1Il Signore disse a Mosè:2"Ordina agli Israeliti che raccolgano per me un'offerta. La raccoglierete da chiunque sia generoso di cuore.3Ed ecco che cosa raccoglierete da loro come contributo: oro, argento e rame,4tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso e di pelo di capra,5pelle di montone tinta di rosso, pelle di tasso e legno di acacia,6olio per il candelabro, balsami per unguenti e per l'incenso aromatico,7pietre di ònice e pietre da incastonare nell''efod' e nel pettorale.8Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro.9Eseguirete ogni cosa secondo quanto ti mostrerò, secondo il modello della Dimora e il modello di tutti i suoi arredi.
10Faranno dunque un'arca di legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di altezza.11La rivestirai d'oro puro: dentro e fuori la rivestirai e le farai intorno un bordo d'oro.12Fonderai per essa quattro anelli d'oro e li fisserai ai suoi quattro piedi: due anelli su di un lato e due anelli sull'altro.13Farai stanghe di legno di acacia e le rivestirai d'oro.14Introdurrai le stanghe negli anelli sui due lati dell'arca per trasportare l'arca con esse.15Le stanghe dovranno rimanere negli anelli dell'arca: non verranno tolte di lì.16Nell'arca collocherai la Testimonianza che io ti darò.
17Farai il coperchio, o propiziatorio, d'oro puro; avrà due cubiti e mezzo di lunghezza e un cubito e mezzo di larghezza.18Farai due cherubini d'oro: li farai lavorati a martello sulle due estremità del coperchio.19Fa' un cherubino ad una estremità e un cherubino all'altra estremità. Farete i cherubini tutti di un pezzo con il coperchio alle sue due estremità.20I cherubini avranno le due ali stese di sopra, proteggendo con le ali il coperchio; saranno rivolti l'uno verso l'altro e le facce dei cherubini saranno rivolte verso il coperchio.21Porrai il coperchio sulla parte superiore dell'arca e collocherai nell'arca la Testimonianza che io ti darò.
22Io ti darò convegno appunto in quel luogo: parlerò con te da sopra il propiziatorio, in mezzo ai due cherubini che saranno sull'arca della Testimonianza, ti darò i miei ordini riguardo agli Israeliti.
23Farai una tavola di legno di acacia: avrà due cubiti di lunghezza, un cubito di larghezza, un cubito e mezzo di altezza.24La rivestirai d'oro puro e le farai intorno un bordo d'oro.25Le farai attorno una cornice di un palmo e farai un bordo d'oro per la cornice.26Le farai quattro anelli d'oro e li fisserai ai quattro angoli che costituiranno i suoi quattro piedi.27Gli anelli saranno contigui alla cornice e serviranno a inserire le stanghe destinate a trasportare la tavola.28Farai le stanghe di legno di acacia e le rivestirai d'oro; con esse si trasporterà la tavola.29Farai anche i suoi accessori, piatti, coppe, anfore e tazze per le libazioni: li farai d'oro puro.30Sulla tavola collocherai i pani dell'offerta: saranno sempre alla mia presenza.
31Farai anche un candelabro d'oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo.
32Sei bracci usciranno dai suoi lati: tre bracci del candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dall'altro lato.
33Vi saranno su di un braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla e così anche sull'altro braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla. Così sarà per i sei bracci che usciranno dal candelabro.34Il fusto del candelabro avrà quattro calici in forma di fiore di mandorlo, con i loro bulbi e le loro corolle:35un bulbo sotto i due bracci che si dipartano da esso e un bulbo sotto gli altri due bracci e un bulbo sotto i due altri bracci che si dipartano da esso; così per tutti i sei bracci che escono dal candelabro.36I bulbi e i relativi bracci saranno tutti di un pezzo: il tutto sarà formato da una sola massa d'oro puro lavorata a martello.
37Farai le sue sette lampade: vi si collocheranno sopra in modo da illuminare lo spazio davanti ad esso.38I suoi smoccolatoi e i suoi portacenere saranno d'oro puro.39Lo si farà con un talento di oro puro, esso con tutti i suoi accessori.
40Guarda ed eseguisci secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte.
Proverbi 26
1Come la neve d'estate e la pioggia alla mietitura,
così l'onore non conviene allo stolto.
2Come il passero che svolazza, come la rondine che vola,
così una maledizione senza motivo non avverrà.
3La frusta per il cavallo, la cavezza per l'asino
e il bastone per la schiena degli stolti.
4Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza
per non divenire anche tu simile a lui.
5Rispondi allo stolto secondo la sua stoltezza
perché egli non si creda saggio.
6Si taglia i piedi e beve amarezze
chi invia messaggi per mezzo di uno stolto.
7Malferme sono le gambe dello zoppo,
così una massima sulla bocca degli stolti.
8Come chi lega il sasso alla fionda,
così chi attribuisce onori a uno stolto.
9Una spina penetrata nella mano d'un ubriaco,
tale è una massima sulla bocca degli stolti.
10Arciere che ferisce tutti i passanti,
tale è chi assume uno stolto o un ubriaco.
11Come il cane torna al suo vomito,
così lo stolto ripete le sue stoltezze.
12Hai visto un uomo che si crede saggio?
È meglio sperare in uno stolto che in lui.
13Il pigro dice: "C'è una belva per la strada,
un leone si aggira per le piazze".
14La porta gira sui cardini,
così il pigro sul suo letto.
15Il pigro tuffa la mano nel piatto,
ma dura fatica a portarla alla bocca.
16Il pigro si crede saggio
più di sette persone che rispondono con senno.
17Prende un cane per le orecchie
chi si intromette in una lite che non lo riguarda.
18Come un pazzo che scaglia tizzoni
e frecce di morte,
19così è quell'uomo che inganna il suo prossimo
e poi dice: "Ma sì, è stato uno scherzo!".
20Per mancanza di legna il fuoco si spegne;
se non c'è il delatore, il litigio si calma.
21Mantice per il carbone e legna per il fuoco,
tale è l'attaccabrighe per rattizzar le liti.
22Le parole del sussurrone sono come ghiotti bocconi,
esse scendono in fondo alle viscere.
23Come vernice d'argento sopra un coccio di creta
sono le labbra lusinghiere con un cuore maligno.
24Chi odia si maschera con le labbra,
ma nel suo intimo cova il tradimento;
25anche se usa espressioni melliflue, non ti fidare,
perché egli ha sette abomini nel cuore.
26L'odio si copre di simulazione,
ma la sua malizia apparirà pubblicamente.
27Chi scava una fossa vi cadrà dentro
e chi rotola una pietra, gli ricadrà addosso.
28Una lingua bugiarda odia la verità,
una bocca adulatrice produce rovina.
Salmi 146
1Alleluia.
Loda il Signore, anima mia:
2loderò il Signore per tutta la mia vita,
finché vivo canterò inni al mio Dio.
3Non confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.
4Esala lo spirito e ritorna alla terra;
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.
5Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe,
chi spera nel Signore suo Dio,
6creatore del cielo e della terra,
del mare e di quanto contiene.
Egli è fedele per sempre,
7rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri,
8il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
9il Signore protegge lo straniero,
egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie degli empi.
10Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.
Geremia 9
1Chi mi darà nel deserto un rifugio per viandanti?
Io lascerei il mio popolo e mi allontanerei da lui,
perché sono tutti adùlteri, una massa di traditori.
2Tendono la loro lingua come un arco;
la menzogna e non la verità
domina nel paese.
Passano da un delitto all'altro
e non conoscono il Signore.
3Ognuno si guardi dal suo amico,
non fidatevi neppure del fratello,
poiché ogni fratello inganna il fratello,
e ogni amico va spargendo calunnie.
4Ognuno si beffa del suo prossimo,
nessuno dice la verità.
Hanno abituato la lingua a dire menzogne,
operano l'iniquità, incapaci di convertirsi.
5Angheria sopra angheria, inganno su inganno;
rifiutano di conoscere il Signore.
6Perciò dice il Signore degli eserciti:
"Ecco li raffinerò al crogiuolo e li saggerò;
come dovrei comportarmi con il mio popolo?
7Una saetta micidiale è la loro lingua,
inganno le parole della loro bocca.
Ognuno parla di pace con il prossimo,
mentre nell'intimo gli ordisce un tranello
8Non dovrei forse punirli per tali cose?
Oracolo del Signore.
Di un popolo come questo non dovrei vendicarmi?".
9Sui monti alzerò gemiti e lamenti,
un pianto di lutto sui pascoli della steppa,
perché sono riarsi, nessuno più vi passa,
né più si ode il grido del bestiame.
Dagli uccelli dell'aria alle bestie
tutti sono fuggiti, scomparsi.
10"Ridurrò Gerusalemme un cumulo di rovine,
rifugio di sciacalli;
le città di Giuda ridurrò alla desolazione,
senza abitanti".
11Chi è tanto saggio da comprendere questo?
A chi la bocca del Signore ha parlato perché lo annunzi?
Perché il paese è devastato,
desolato come un deserto senza passanti?
12Ha detto il Signore: "È perché hanno abbandonato la legge che avevo loro posto innanzi e non hanno ascoltato la mia voce e non l'hanno seguita,13ma han seguito la caparbietà del loro cuore e i Baal, che i loro padri avevano fatto loro conoscere".14Pertanto così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: "Ecco, darò loro in cibo assenzio, farò loro bere acque avvelenate;15li disperderò in mezzo a popoli che né loro né i loro padri hanno conosciuto e manderò dietro a loro la spada finché non li abbia sterminati".
Così dice il Signore degli eserciti:
16Attenti, chiamate le lamentatrici, che vengano!
Fate venire le più brave!
Accorrano
17e facciano presto, per intonare su di noi un lamento.
Sgorghino lacrime dai nostri occhi,
il pianto scorra dalle nostre ciglia,
18perché una voce di lamento si ode da Sion:
"Come siamo rovinati,
come profondamente confusi,
poiché dobbiamo abbandonare il paese,
lasciare le nostre abitazioni".
19Udite, dunque, o donne, la parola del Signore;
i vostri orecchi accolgano la parola della sua bocca.
Insegnate alle vostre figlie il lamento,
l'una all'altra un canto di lutto:
20"La morte è entrata per le nostre finestre,
si è introdotta nei nostri palazzi,
abbattendo i fanciulli nella via
e i giovani nelle piazze.
21I cadaveri degli uomini giacciono - dice il Signore -
come letame sui campi,
come covoni dietro il mietitore
e nessuno li raccoglie".
22Così dice il Signore:
"Non si vanti il saggio della sua saggezza
e non si vanti il forte della sua forza,
non si vanti il ricco delle sue ricchezze.
23Ma chi vuol gloriarsi si vanti di questo,
di avere senno e di conoscere me,
perché io sono il Signore che agisce con misericordia,
con diritto e con giustizia sulla terra;
di queste cose mi compiaccio".
Parola del Signore.
24"Ecco, giorni verranno - oracolo del Signore - nei quali punirò tutti i circoncisi che rimangono non circoncisi:25l'Egitto, Giuda, Edom, gli Ammoniti e i Moabiti e tutti coloro che si tagliano i capelli alle estremità delle tempie, i quali abitano nel deserto, perché tutte queste nazioni e tutta la casa di Israele sono incirconcisi nel cuore".
Atti degli Apostoli 19
1Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le regioni dell'altopiano, giunse a Èfeso. Qui trovò alcuni discepoli2e disse loro: "Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?". Gli risposero: "Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo".3Ed egli disse: "Quale battesimo avete ricevuto?". "Il battesimo di Giovanni", risposero.4Disse allora Paolo: "Giovanni ha amministrato un battesimo di penitenza, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù".5Dopo aver udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù6e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavano.7Erano in tutto circa dodici uomini.
8Entrato poi nella sinagoga, vi poté parlare liberamente per tre mesi, discutendo e cercando di persuadere gli ascoltatori circa il regno di Dio.9Ma poiché alcuni si ostinavano e si rifiutavano di credere dicendo male in pubblico di questa nuova dottrina, si staccò da loro separando i discepoli e continuò a discutere ogni giorno nella scuola di un certo Tiranno.10Questo durò due anni, col risultato che tutti gli abitanti della provincia d'Asia, Giudei e Greci, poterono ascoltare la parola del Signore.
11Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo,12al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano.
13Alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare anch'essi il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo: "Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica".14Facevano questo sette figli di un certo Sceva, un sommo sacerdote giudeo.15Ma lo spirito cattivo rispose loro: "Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?".16E l'uomo che aveva lo spirito cattivo, slanciatosi su di loro, li afferrò e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e coperti di ferite.17Il fatto fu risaputo da tutti i Giudei e dai Greci che abitavano a Èfeso e tutti furono presi da timore e si magnificava il nome del Signore Gesù.18Molti di quelli che avevano abbracciato la fede venivano a confessare in pubblico le loro pratiche magiche19e un numero considerevole di persone che avevano esercitato le arti magiche portavano i propri libri e li bruciavano alla vista di tutti. Ne fu calcolato il valore complessivo e trovarono che era di cinquantamila dramme d'argento.20Così la parola del Signore cresceva e si rafforzava.
21Dopo questi fatti, Paolo si mise in animo di attraversare la Macedonia e l'Acaia e di recarsi a Gerusalemme dicendo: "Dopo essere stato là devo vedere anche Roma".22Inviati allora in Macedonia due dei suoi aiutanti, Timòteo ed Erasto, si trattenne ancora un po' di tempo nella provincia di Asia.
23Verso quel tempo scoppiò un gran tumulto riguardo alla nuova dottrina.24Un tale, chiamato Demetrio, argentiere, che fabbricava tempietti di Artémide in argento e procurava in tal modo non poco guadagno agli artigiani,25li radunò insieme agli altri che si occupavano di cose del genere e disse: "Cittadini, voi sapete che da questa industria proviene il nostro benessere;26ora potete osservare e sentire come questo Paolo ha convinto e sviato una massa di gente, non solo di Èfeso, ma si può dire di tutta l'Asia, affermando che non sono dèi quelli fabbricati da mani d'uomo.27Non soltanto c'è il pericolo che la nostra categoria cada in discredito, ma anche che il santuario della grande dea Artémide non venga stimato più nulla e venga distrutta la grandezza di colei che l'Asia e il mondo intero adorano".
28All'udire ciò s'infiammarono d'ira e si misero a gridare: "Grande è l'Artémide degli Efesini!".29Tutta la città fu in subbuglio e tutti si precipitarono in massa nel teatro, trascinando con sé Gaio e Aristarco macèdoni, compagni di viaggio di Paolo.30Paolo voleva presentarsi alla folla, ma i discepoli non glielo permisero.31Anche alcuni dei capi della provincia, che gli erano amici, mandarono a pregarlo di non avventurarsi nel teatro.32Intanto, chi gridava una cosa, chi un'altra; l'assemblea era confusa e i più non sapevano il motivo per cui erano accorsi.
33Alcuni della folla fecero intervenire un certo Alessandro, che i Giudei avevano spinto avanti, ed egli, fatto cenno con la mano, voleva tenere un discorso di difesa davanti al popolo.34Appena s'accorsero che era Giudeo, si misero tutti a gridare in coro per quasi due ore: "Grande è l'Artémide degli Efesini!".35Alla fine il cancelliere riuscì a calmare la folla e disse: "Cittadini di Èfeso, chi fra gli uomini non sa che la città di Èfeso è custode del tempio della grande Artémide e della sua statua caduta dal cielo?36Poiché questi fatti sono incontestabili, è necessario che stiate calmi e non compiate gesti inconsulti.37Voi avete condotto qui questi uomini che non hanno profanato il tempio, né hanno bestemmiato la nostra dea.38Perciò se Demetrio e gli artigiani che sono con lui hanno delle ragioni da far valere contro qualcuno, ci sono per questo i tribunali e vi sono i proconsoli: si citino in giudizio l'un l'altro.39Se poi desiderate qualche altra cosa, si deciderà nell'assemblea ordinaria.40C'è il rischio di essere accusati di sedizione per l'accaduto di oggi, non essendoci alcun motivo per cui possiamo giustificare questo assembramento".41E con queste parole sciolse l'assemblea.
Capitolo IX: Offrire noi stessi a Dio, con tutto quello che è in noi, pregando per tutti
Leggilo nella BibliotecaParola del discepolo
1. Tue sono le cose, o Signore, quelle del cielo e quelle della terra: a te voglio, liberamente, offrire me stesso e restare tuo per sempre. O Signore, con cuore sincero, oggi io mi dono a te in perpetuo servizio, in obbedienza e in sacrificio di lode perenne. Accettami, insieme con questa offerta santa del tuo corpo prezioso, che io - alla presenza e con l'assistenza invisibile degli angeli - ora ti faccio, per la mia salvezza e per la salvezza di tutto il popolo, O Signore, sull'altare della tua espiazione offro a te tutti i miei peccati e le colpe da me commesse al cospetto tuo e dei tuoi santi angeli, dal giorno in cui fui capace di peccare fino ad oggi; affinché tutto tu accenda e consumi nel fuoco del tuo amore, cancellando ogni macchia dei miei peccati; affinché tu purifichi la mia coscienza da ogni colpa; affinché tu mi ridia la tua grazia, che ho perduta col peccato, tutto perdonando e misericordiosamente accogliendomi nel bacio della pace. Che posso io fare per i miei peccati, se non confessarli umilmente nel pianto e pregare senza posa per avere la tua intercessione? Ti scongiuro, dammi benevolo ascolto, mentre mi pongo dinanzi a te, o mio Dio. Grande disgusto io provo per tutti i miei peccati; non voglio più commetterne, anzi di essi mi dolgo e mi dorrò per tutta la vita, pronto a fare penitenza e, per quanto io possa, a pagare per essi. Rimetti, o Signore, rimetti i miei peccati, per il tuo santo nome: salva l'anima mia, che tu hai redenta con il tuo sangue prezioso. Ecco, io mi affido alla tua misericordia; mi metto nelle tue mani. Opera tu con me secondo la tua bontà, non secondo la mia perfidia e la mia iniquità.
2. Anche tutto quello che ho di buono, per quanto sia molto poco e imperfetto, lo offro a te, affinché tu lo perfezioni e lo santifichi; affinché ti sia gradito e tu voglia accettarlo, accrescendone il valore; affinché tu voglia portarmi - inoperoso e inutile piccolo uomo, qual sono - a un termine beato e glorioso. Offro parimenti a te tutti i buoni desideri delle persone devote e le necessità dei parenti e degli amici, dei fratelli e delle sorelle, di tutti i miei cari e di coloro che, per amor tuo, fecero del bene a me o ad altri; infine di tutte le persone - quelle ancora in vita e quelle che già hanno lasciato questo mondo - che da me desiderarono e chiesero preghiere e sante Messe, per loro e per tutti i loro cari. Che tutti sentano venire sopra di sé l'aiuto della tua grazia, l'abbondanza della consolazione, la protezione dai pericoli, la liberazione dalle pene! Che tutti, liberati da ogni male, ti rendano in letizia grazie solenni. Ancora, e in modo speciale, ti offro preghiere e sacrifici di espiazione per quelli che mi hanno fatto qualche torto, mi hanno cagionato dolore, mi hanno calunniato o recato danno, mi hanno messo in difficoltà; e anche per tutti quelli ai quali io ho dato talora motivo di tristezza e di turbamento, di dolore o di scandalo, con parole o con fatti, consciamente oppure no, affinché tu perdoni parimenti a tutti noi i nostri peccati e le offese vicendevoli. O Signore, strappa dai nostri cuori ogni sospetto, ogni sdegno, ogni collera, ogni contesa e tutto ciò che possa ferire la carità e affievolire l'amore fraterno. Abbi compassione, o Signore, di noi che imploriamo la tua misericordia; concedi la tua grazia a noi che ne abbiamo bisogno; fa che noi siamo fatti degni di godere della tua grazia e che possiamo avanzare verso la vita eterna.
LETTERA 24* [295] AGOSTINO SALUTA NEL SIGNORE L'ECCELLENTISSIMO EUSTOCHIO, SIGNORE DEGNO D'ESSERE ONORATO E FIGLIO SUO, DEGNISSIMO DEL SUO AFFETTO
Lettere - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaSi pongono quesiti: 1) Qual è la condizione dei figli nati da una libera e da uno schiavo? 2) È lecito ai coloni vendere i figli per una perpetua schiavitù?
1. Poiché tu devi dare risposte autentiche a tutti coloro che ti consultano - come si addice a un cristiano - quanto più devi darle a noi, ministri del Cristo, in virtù della fede nella quale tu sei fedele al fine di ricevere l'eredità, il cui testamento è il Vangelo, signore [***]. Poiché dunque l'Apostolo ordina che le vertenze di questa vita, se hanno luogo tra cristiani, vengano risolte nella chiesa 1 e non nel foro, siamo di conseguenza obbligati a sopportare con pazienza siffatte discussioni di litiganti. A proposito di esse dobbiamo cercare di conoscere anche le leggi terrene, specialmente quelle riguardanti la condizione temporale delle persone - poiché possiamo, secondo l'insegnamento dell'Apostolo, raccomandare agli schiavi d'essere soggetti ai loro padroni 2, ma non possiamo imporre a uomini liberi il giogo della schiavitù -. Chiedo quindi alla tua schiettissima Carità di avere la bontà di espormi le norme da osservare riguardo alle persone che nascono da una donna libera e da uno schiavo; so già infatti che sono schiavi coloro che nascono da una schiava e da un uomo libero. Quali sono inoltre le norme relative a coloro dei quali i loro padri vendono il lavoro per un determinato numero di anni? Ti domando infatti se dopo la morte del loro padre sono costretti a compiere il detto numero d'anni o se invece, per la morte di colui da cui erano stati venduti - o, piuttosto, in certo qual modo dati in affitto - vengono liberati, poiché allora - come si dice - diventano indipendenti. Ti chiedo anche se i padri di condizione libera possono vendere i figli per renderli schiavi per sempre e se le madri possono vendere anche solo il lavoro dei loro figli. Ti chiedo ugualmente: qualora un colono abbia venduto un figlio - allo stesso modo che è permesso a un padre di vendere il proprio figlio - avrà il compratore, sulla persona venduta, un diritto superiore a quello del padrone della tenuta, dalla quale il colono è originario? È inoltre lecito a un proprietario ridurre in schiavitù i propri coloni o i figli dei propri coloni?
3) Che cosa stabilisce la legge riguardo agli amministratori dei fondi?
2. Ti chiedo anche che cosa stabiliscono chiaramente il diritto e le leggi riguardo agli amministratori. Mi pare infatti assai crudele che si faccia un torto a una persona libera e al beneficio che gliene viene; in realtà spesso uomini liberi sono richiesti di diventare amministratori ed essi credono di procurare un beneficio se compiono ciò che loro si richiede e in realtà lo procurano al punto che la persona che lo richiede arriva perfino a ringraziare la persona, se ha avuto la fortuna di ottenere [ciò che cercava]. Ora, se un uomo libero viene ridotto schiavo grazie a questo suo beneficio, non farebbe in alcun modo nulla di simile, se conoscesse quell'esito, ma nessuno oserebbe neppure chiedere una cosa simile a uno che ne fosse al corrente. Io tuttavia resto turbato a causa di certe costituzioni che furono presentate alla mia attenzione quando si svolgeva presso di noi un processo di tal genere riguardante i figli di un tale che forse si proverà essere stato un amministratore; ma io non voglio costringere il contendente a provarlo prima di sapere quale via dovrà seguire qualora egli lo provi. Ho inviato perciò le suddette costituzioni all'Eccellenza tua affinché tu le esamini; io penso che due di esse parlano proprio della questione che ti ho accennato; quanto invece alle altre o sono io che non le capisco o non riguardano affatto la questione dibattuta. Ti scongiuro di aiutarmi, nonostante io sia lontano con il corpo, come sei solito fare quando sono in tua presenza.
1 - Cf. 1 Cor 6, 4 ss.
2 - Cf. Tt 2, 9-10; Ef 6, 5-8; Col 3, 22; 1 Pt 2, 18-21.
Capitolo III: Vari significati del nome di Maria : mare amaro, Stella del mare. Illuminatrice e Signora.
Lo specchio della Beata Vergine Maria - Beato Corrado di Sassonia
Leggilo nella BibliotecaAve, Maria. Questo nome, come sopra abbiamo detto, vi è stato aggiunto non dall’angelo, ma dalla devozione dei fedeli. Di questo nome il S. Evangelista Luca espressamente dice (Cap. I, 27): Il nome della Vergine, Maria. Questo nome santissimo, nome dolcissimo, nome degnissimo fu imposto alla Vergine santissima, dolcissima, degnissima convenientissimamente. Maria infatti si traduce mare amaro, stella del mare, illuminata o illuminatrice, Signora. Maria in verità è mare amaro per i demoni, stella del mare per gli uomini, illuminata o illuminatrice per gli spiriti angelici, signora per tutte le creature. Maria, dico, è mare amaro per i demoni spiritualmente. Maria è per gli uomini stella del mare per il suo ufficio, Maria è per gli Angeli illuminatrice per l’eternità, Maria è per tutte le creature signora universalmente.
Dobbiamo dunque considerare la ragione per cui Maria si interpreta mare amaro : questo ottimamente a lei compete contro il diavolo. Ma considera in qual modo Maria sia mare, in qual modo Maria sia amara, e in qual modo sia simultaneamente mare amaro. Maria è mare per 1'abbondanza della grazia, Maria è amara per la sua compassione col Figlio, Maria è mare amaro perché sommerge il diavolo, Maria certamente è mare per 1'abbondante pienezza dello Spirito Santo, Maria è amara per I' affliggente passione del suo Figlio, Maria è mare amaro per la sommergente soffocazione del diavolo.
In primo luogo considera, o carissimo, che Maria è detta mare per l’abbondanza e la copia delle grazie ; onde nel primo dell’Ecclesiaste è scritto (Vers. 7) : Tutti i fiumi entrano nel mare. I fiumi sono i doni dello Spirito Santo ; onde nel settimo di S. Giovanni [Vers. 38, seg. (cfr. Deut. 18, 15, et loel. 2, 28)] : a chi crede in me, come dice la Scrittura, scaturiranno dal seno di lui fiumi d’acqua viva. Or questo egli disse dello spirito che stavano per ricevere i credenti in lui. — Tutti i fiumi dunque entrano in mare, mentre tutti i carismi dei santi entrano in Maria. Il fiume infatti della grazia degli angeli entra in Maria, il fiume della grazia dei patriarchi e dei profeti entra in Maria, il fiume della grazia degli apostoli entra in Maria, il fiume della grazia dei martiri entra in Maria, il fiume della grazia dei confessori entra in Maria, il fiume della grazia delle vergini entra in Maria. Tutti i fiumi entrano nel mare, tutte le grazie entrano in Maria ; onde Ella ottimamente può ripetere con il capo ventesimo quarto dell'Ecclesiastico (Vers. 25): In me la grazia di ogni via e dì ogni verità, in me ogni speranza di vita e virtù. Che meraviglia se ogni grazia confluì in Maria da cui tanta grazia per tutti scaturì ? Dice infatti S. Agostino : “ O Maria, tu sei piena della grazia, che hai trovato presso il Signore e che hai meritato di diffondere per tutto il mondo ".
In secondo luogo considera, o carissimo, che Maria fu molto amara nella passione del suo Figlio, quando la spada trapassò la sua medesima minima (Luc. 2, 35). Onde bene essa poté dire col capo primo dì Ruth (Vers. 20 ; ibid. v. 5 narratur mors filiorum ): Non mi chiamate Noemi, cioè bella, ma chiamatemi Mara, cioè amara poiché di grande amarezza mi ha riempito l’Onnipotente. Amara fu Noemi, perché le morirono i suoi due figli. Noemi bella e amara significa Maria, bella certo per la santificazione dello Spirito Santo, amara però per la passione del suo Figlio. Maria in verità ha due figli, cioè l'uomo-Dio, e il semplice uomo, di uno è madre corporalmente, dell'altro spiritualmente. Onde dice S. Bernardo (Potius Adam. Persen. Manale, serm. I ante medium) : " Tu, madre del Re, tu madre dell’esule, tu madre di Dio, tu madre del Giudice, e tu madre di Dio e dell'uomo, mentre, madre di ambedue, non puoi permettere alcuna discordia fra i tuoi figli ". Per questo bene esclama anche S. Anselmo (Orat. 52 post medium) : “ O beata fiducia, o sicuro rifugio!
La madre di, Dio è la madre nostra".. Questi due figli di Maria ambedue morirono nella passione : uno col corpo, 1' altro con la mente ; uno per 1'acerbità della croce, l'altro per l'infedeltà della mente. E per questo le viscere di Maria furono assai ripiene di amarezza; come anche S. Agostino attesta dicendo (Tal detto non trovasi in Agost. Cfr. Bonav. Vitis mysti c. 9, n. 1) : " Quella pia Madre piangendo per 1'immane dolore, sentendo spezzarsi in seno il cuore troppo oppresso, aveva talmente 1'animo ed il corpo fiaccato che, venendo meno nel viaggio, a stento sarebbe potuta giungere alla morte di Cristo ". — Vedi come Maria sia il mare dello Spirito Santo, vedi come Ella sia amara per la morte del Figlio suo.
In terzo luogo, considera, o carissimo, che Maria è mare amaro al diavolo e agli angeli di lui da lei vinti, come il mar rosso era stato amaro agli Egiziani in esso sommersi, dei quali nel decimo quinto dell'Esodo si dice (Vers. 19) : E ricondusse sopra costoro il Signore le acque del mare. O quanto amaro e temibile è questo mare per gli Egiziani ! O quanto amara e temibile è Maria per i demoni ! Onde S. Bernardo dice : " Non temano tanto i nemici visibili qualsiasi più numerosa moltitudine di accampamenti, quanto le celesti potestà il vocabolo di Maria e il suo patrocinio ed esempio. Passano e si struggono come cera dinanzi al fuoco, ovunque trovano frequente il ricordo e l’invocazione di questo nome e sollecita l’imitazione ". — Così dunque tu vedi, o carissimo, come Maria è un mare per l’abbondanza della sua ripienezza, come Maria è amara per la veemenza della passione del Signore, come Maria è un mare amaro per la potenza della sommersione dei diavoli.
Conseguentemente si deve considerare che Maria si interpreta stella del mare. Ciò ottimamente conviene a Maria perché fa l’ufficio della stella marina. Si legge infatti ed è vero esser costume dei naviganti lo scegliersi, quando vogliono giungere in un determinato luogo, una, stella, al cui raggio senza errore esser condotti ove essi desiderano. Tale certamente è l’ufficio della nostra stella Maria, la quale dirige i naviganti per il mare del mondo nella nave dell'innocenza o della penitenza, fino al porto della patria celeste. Per questo ben dice Innocenzo così : " Con quale aiuto possono le navi tra tanti pericoli giungere fino. al porto della patria ? Certamente con due : col legno e con la stella, cioè per la fede della croce e per la virtù della luce che a noi partorì Maria, stella del mare ". Ben dunque Maria si paragona alla stella del mare per la purità per la luminosità e per l’utilità. Maria è infatti stella purissima, stella luminosissima, e stella utilissima : è stella purissima col vivere purissimamente, è stella luminosissima col partorire la luce eterna, è stella utilissima col dirigerci al porto della patria.
In primo luogo dunque considera, o carissimo, che Maria è stella purissima vivendo purissimamente senza peccato; onde di lei si può ripetere il detto del settimo capo della Sapienza (Vers. 29); È costei più bella del sole e se Si confronta alla luce delle stelle, è trovata più pura. Qui alcuni leggono " prior " cioè anteriore, alcuni " purior " cioè più pura, e l'una e l'altra cosa conviene alla nostra stella Maria. Maria infatti è anteriore, cioè più nobile, più degna del sole e delle stelle, come anche è più pura, perché tanto per purezza che per dignità supera il sole e le stelle e ogni corporea luce spirituale cioè ogni angelica creatura, di cui si dice nel primo del Genesi (Vers. 4) : Divise Dio la luce dalle tenebre, cioè gli angeli che restavano in Cielo da quelli che cadevano nell'inferno. Di questa luce, di questa natura angelica più nobile e più pura è Maria : più nobile per dignità, più pura per santità. Onde Anselmo esclamando dice (Orat. 50 circa medium) : " O benedetta fra le donne, tu vinci in purità gli angeli, tu superi in pietà i santi ! ” — Tu vedi ora come Maria sia stella purissima, per la sua vita purissima.
In secondo luogo considera, o carissimo, come Maria è stella lucentissima, emettendo il raggio eterno, partorendo il Figlio di Dio. Essa infatti è la stella di cui si dice nel ventesimo quarto dei Numeri (Vers. 17) : Sorgerà una stella da Giacobbe e spunterà una verga da Israel. Questa verga è il figlio di Dio, che è il raggio della nostra stella Maria, il raggio, dico, di cui si canta: " Come la stella, il raggio" etc. (Prosa in die Nat. Dom). Di cui anche S. Bernardo (Homil. 2 super Missus n. 17) dice.: "Né il raggio diminuisce alla stella la sua chiarezza, né il Figlio toglie alla Vergine la sua verginità”. O veramente beatissima, o veramente luminosissima stella, Maria, il cui raggio penetrò non solo il mondo ma anche il cielo, e non solo il cielo ma anche l'inferno, come S. Bernardo dice, scrivendo (Homil. 2, super Missus) : " Essa è la famosa e illustre stella sorta da Giacobbe, il cui raggio illumina 1'orbe universo, il cui splendore riluce anche in cielo e penetra nell'inferno ". — Vedi ora come Maria sia stella lucentissima partorendo il Figlio di Dio.
In terzo luogo considera, o carissimo, che Maria è stella ntilissima, dirigendoci alla patria celeste, anzi conducendoci per il mare di questo secolo alla grazia del suo Figlio come al porto del paradiso ; onde Essa è quella stella fulgente di grande splendore che condusse direttissimamente i tre Magi a Cristo. Maria certamente è la stessa che ci è necessaria assai tra le procelle della presente vita, onde S. Bernardo (Loc. cit.): "Non allontanare i tuoi occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi esser sommerso dalle procelle. Se sorgeranno i venti delle tentazioni, se ti imbatterai negli scogli delle tribolazioni, mira la stella, chiama Maria ". Dunque o carissimo, se non vuoi sommergerti nel mare di questo mondo, tieni l'occhio alla stella, imita Maria. E cosa piena di grande sicurezza seguire Maria come il medesimo S. Bernardo attesta, dicendo (Loc. cit.) : " Seguendola, non devii, pregandola non disperi, a lei pensando non erri, tenendoti essa, non cadi ; proteggendoti essa, non temi ; con essa a guida, non ti stanchi, con essa propizia, tu giungi al porto, e così in te stesso tu esperimenti quanto a ragione fu detto : E il nome della Vergine Maria ".
Così dunque tu vedi come Maria è stella purissima da ogni peccato, stella lucentissima nel Figlio e stella utilissima nel mondo.
Ciò considerato, resta da vedere come Maria significhi pure illuminata o illuminatrice. Questo similmente compete a si grande Vergine che è mirabilmente illuminata per la presenza del Signore, secondo il detto del capo decimo ottavo dell’Apocalisse (Vers. 1) : Vidi un altro angelo che discendeva dal cielo e che aveva una grande potestà, e la terra restò illuminata dalla gloria di lui. Il Figlio di Dio è l'Angelo del gran consiglio, la terra poi illuminata dalla gloria del Figlio di Dio è Maria, la quale come nel mondo fu illuminata dalla grazia di lui, così ora è illuminata dalla di lui gloria in cielo, affinché così illuminata, divenisse illuminatrice nel mondo e nel cielo. Perciò si deve considerare che Maria illuminata, è illuminatrice per gli esempi, per i benefizi della sua misericordia, per i premi della sua gloria.
In primo luogo dunque, considera, o carissimo, che Maria è illuminatrice di moltissimi per gli esempi della sua lucidissima vita. Essa infatti è colei " la cui gloriosa vita diede la luce al secolo " (Breviar. resp. ad 1 lect. in festo Nat. B. M. V.) ; essa è colei " la cui inclita vita è il decoro di tutte le chiese " (Ibidem. respons. ad lect. 4) ; essa assolutamente è la lucerna della Chiesa illuminata da Dio appositamente perché da lei fosse illuminata la Chiesa contro le tenebre del mondo. Preghi l'anima fedele e dica (Psalmi 17, 29) ; Poiché tu, o Signore, mio Dio illumini la mia lucerna, illumina le tenebre mie. Questa lucerna il Signore la illuminò perfettamente e con lei illuminando le tenebre delle nostre anime, le distrugge e le distrasse. Ben sentendo questa verità S. Bernardo dice : “ o Maria, tu con i magnifici esempi delle virtù a te infuse da Dio, ci sproni ad imitarti e così tu illumini la nostra notte. Colui infatti che si dirige per le tue vie, non cammina nelle tenebre ma avrà il lume della vita (loan. 8, 12). Vedi ora come Maria è illuminatrice del mondo per gli esempi della sua lucidissima vita.
In secondo luogo considera, o carissimo, che Maria è illuminatrice del mondo per i benefici della lucidissima sua misericordia, dalla quale molti nella notte di questo secolo sono illuminati spiritualmente, come una volta furono illuminati corporalmente i figli d’Israele da una colonna di fuoco, secondo il detto del salmo (Psalmi 77, 14. Cfr. Exod. 13, 21) : li guidò il giorno per mezzo di una nuvola e tutta la notte col chiarore del fuoco. Maria è per noi la colonna di nebbia perché come una nube ci protegge dal calore dello sdegno di Dio, ci protegge anche dal calore della tentazione del diavolo, come nuovamente si dice nel salmo (Psalmi 104, 39) : Stese una nube a loro protezione. Maria pure colonna di fuoco illumina noi anzi certamente illumina il mondo con i molti benefizi della sua misericordia. Che cosa faremmo noi nella notte di questo secolo, miseri e fra le tenebre, se non avessimo una sì splendente lucerna e una colonna sì luminosa ? A che sarebbe capace tutto il mondo se non avesse il sole ? Per questo ben dice Bernardo (Serm. in Nat. B. M. V. n. 6) : " Togli questo corpo solare che illumina il mondo, dov'è il giorno? Togli Maria, questa stella del mare, che resta se non avvolgente caligine e ombra di morte e densissime tenebre ? " Or tu vedi come Maria è illuminatrice per la lucidissima sua vita, e come lo sia anche per la lucidissima sua misericordia.
In terzo luogo considera, o carissimo, che Maria è illuminatrice anche per la sua lucidissima gloria, che per tutto illumina il cielo come il sole il mondo, secondo il detto del capo quarantesimo secondo dell'Ecclesiastico (Vers. 16) : sole illuminante per tutto risplende, e la sua opera è ripiena della gloria del Signore. Sole illuminante è Maria che è bella come luna, eletta come sole (Cant. 6, 9) : bella come la luna per la grazia eletta come il sole per la gloria. Della gloria del Signore, infatti, è ripiena la sua opera. Opera eccellentissima del Signore è Maria ; quest'opera, come fu ripiena della grazia del Signore nel mondo, così è ripiena della gloria del Signore nel cielo. Sole illuminante dunque è Maria risplendente nella sua gloria, per tutto risplende perché estende la luce della sua gloria sopra tutti gli angeli e sopra tutti i santi. Che meraviglia se la presenza di Maria illumina il cielo intero, quando illustra anche tutto il mondo ? Dice infatti S. Bernardo (Serm. 1 in Assun. B. M. V. n. 1) : " Dalla presenza di Maria viene illustrato tutto l’orbe e già la stessa patria celeste più chiaramente risplende irraggiata dal fulgore della virginea lampada". Così dunque tu vedi come Maria è illuminatrice per la sua vita lucidissima e per la sua misericordia splendidissima e per la sua gloria fulgidissima.
Dopo tutto questo, si deve considerare che Maria viene interpretata Signora. Questo pure ottimamente conviene a si grande imperatrice che è in realtà la signora degli abitanti del cielo della terra e dell’inferno, signora dico, degli angeli, degli uomini, dei demoni, signora in cielo, nel mondo, nell’inferno.
In primo luogo considera, o carissimo, che Maria è Signora degli angeli ; Ella infatti è prefigurata nella Regina Esther, di cui si legge (Esth. 15-6 seg.) che sopra una sua serra si appoggiava, un’altra serva poi seguiva la signora, sorreggendo le vesti che cadevano fino a terra.
Per la signora Esther regina intendi la signora e regina Maria : due serve, delle quali è signora Maria, sono la creatura angelica e la creatura umana. Oh, come dobbiamo rallegrarci noi miseri uomini, che gli angeli abbiano tra gli uomini il Signore e la Signora ! Verissimamente infatti Maria è la Signora degli Angeli. Onde Agostino a lei rivolto dice (Serm. 208. Append. n. 5) : " Se io ti chiamo cielo, tu sei più alta ; se io ti dico madre delle genti, tu sei ancora superiore ; se io ti appello regina degli angeli, in tutto tu dimostri di esser tale ; se ti chiamo forma di Dio, tu ne sei degna ". L’anima umana è la serva che segue la sua signora nel mondo Maria. La segue certamente sorreggendo le vesti della sua signora, raccogliendo gli esempi e le virtù di Maria. L'intelligenza angelica è la serva sulla quale la sua signora Maria in cielo si appoggia. Si appoggia come familiarissima unendosi agli angeli ; si appoggia anche come delicatissima negli angeli deliziandosi ; si appoggia inoltre come pienissima comunicando agli angeli la sua pienezza ; si appoggia infine imperando, come potentissima, agli angeli. Su tutti gli angeli infatti Maria si appoggia col suo impero ; onde Agostino dice : " Michele duce e principe della milizia celeste con tutti gli spiriti tuoi servitori, o Vergine, obbedisce ai tuoi comandi difendendo nel corpo e ricevendole dal corpo le anime dei fedeli che a te giorno e notte con preghiere speciali si raccomandano ". Or tu vedi come Maria è la signora degli angeli in cielo.
In secondo luogo considera, o carissimo, che Maria è la signora degli uomini nel mondo. Di questa Signora nel salmo si dice (Psalm. 122-2) : “ Come gli occhi della serva sono rivolti alle mani della sua signora ". Serva della Signora, Maria, è ciascuna anima fedele, anzi anche la Chiesa universale. Gli occhi di questa serva debbono esser sempre rivolti alle mani della sua signora, perché gli occhi della Chiesa, gli occhi, di noi? tutti sempre devono rivolgersi alle mani di Maria per ricevere dalle sue mani tutti i beni e per offrire con le sue mani a Dio tutto ciò che di bene facciamo. Per le mani infatti di questa signora riceviamo tutto ciò che di bene possediamo, testimonio S. Bernardo che dice (Serm. 3 in Vig. Nat. Dom. n. 10) : Iddio ha voluto che noi avessimo tutto per le mani di Maria “. Per le mani inoltre di questa Signora dobbiamo offrire a Dio tutto ciò che facciamo di bene, come ci esorta S. Bernardo dicendo (Serm. in Nat. B. M. V. n. 18.) : " Qual piccolo dono che tu desideri offrire, procura di consegnarlo per quelle mani di Maria graditissime e degnissime di ogni accettazione, se non vuoi avere una ripulsa ". Felici noi, o carissimi, felici noi che abbiamo tale signora, che ha mani sì liberali per noi e che è sì potentissima su noi presso il Signore, da ricorrere ciascuno di noi sicurissimi a lei. Onde il suo devotissimo Anselmo dice (Orat. 51 in principio) ; " Grande signora, cui rende grazia la lode lieta dei giusti, a cui ricorre l'atterrita turba dei rei! A te, potentissima e misericordiosa Signora, io peccatore affannoso ricorro". Or tu vedi come Maria è Signora degli Angeli in cielo, e come è signora degli uomini nel mondo.
In terzo luogo considera, o carissimo, che Maria è la Signora dei demoni nell’inferno, tanto su loro dominante che anche di lei si può dire quel del Salmo (Psalm. 109, 2) : Da Sion il Signore stenderà lo scettro della sua potenza ; domina tu in mezzo ai tuoi nemici. — La verga della potenza è la vergine Maria ; essa è la verga di Aaron, florida per la verginità e fruttifera per la fecondità. Essa pare è la verga, di cui è detto nel capo undecimo di lsaia (Vers. 1); sorgerà una verga dalla radice di Iesse ; questa verga, la vergine Maria, è la verga della potenza contro i nemici infernali, da lei dominati con grande potenza, e perciò una signora di tal potere meritamente è da noi amata, da noi lodata, da noi pregata a difenderci contro questi nemici. Ce ne da 1'esempio Anselmo (Orat. 52 in principio) che rivolto a tanta signora, dice : " Te, signora grande e tanto grande, te vuole amare il mio cuore, te desidera lodare il mio labbro, te desidera venerare la mia mente, te è ansiosa di pregare la mia anima, perché alla tua protezione si raccomanda tutto il mio essere ". — Così dunque tu vedi come Maria è la Signora degli Angeli in cielo, la Signora degli uomini nel mondo, la Signora dei demoni nell'inferno.
Vedi dunque dalle suddette cose che Maria è convenientissimamente detta mare amaro, stella del mare, illuminatrice e Signora. Perché Maria è mare amaro ai demoni perversi, stella del mare agli uomini conversi, illuminatrice agli angeli non avversi, signora imperatrice sugli esseri universi. Preghiamo dunque, o carìssimi, preghiamo devotissimamente Maria e diciamo : orsù, Maria mare amaro, aiutaci ad amareggiarci completamente con vera penitenza ! Orsù, Maria stella del Mare, aiutaci a rettificarci spiritualmente per il mare del secolo. Orsù, Maria illuminatrice, aiutaci perché veniamo illuminati eternamente nella gloria. Orsù, Maria Signora, aiutaci perché veniamo governati sotto il tuo dominio, per il Signor Nostro etc.
IO CERCO SOLO IL VOSTRO AMORE A.N.A. 28 26 novembre 1994
Catalina Rivas
Gesù
Tu non sai con quanta pazienza attendo i Miei amati figli, pensando a quelli che verranno a darmi il loro cuore.
Figliola, non avete capito il Mio Vangelo, e non avete nemmeno veramente imparato i messaggi di Mia Madre. Io non pretendo da voi grandi imprese. Al posto di queste, cerco il vostro amore, amore per Me e amore per i vostri figli. (Scrivi in modo che sia messo in risalto): L'amore fa le cose ordinarie straordinariamente bene, e fa che si pratichino le virtù che tanto consolano e inteneriscono il Mio Cuore. Voi, potreste essere come furono i pastori? Piccoli, umili, ma pieni di fede e di carità per e con i propri cari?
Come potete dire di amarmi e non amare i figli che Io vi ho prestato? Quale conto dovrete rendermi di loro, della loro educazione, della loro vita! Potrete voi, sentire gli angeli cantare: “Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace agli uomini di buona volontà?”
Io vi dico che in questo tempo di Avvento, voi non solo vi preparate per la Mia divina nascita, ma preparate anche il Mio Cammino, perché Io ritorni a reclamare il Mio Regno. Inginocchiatevi umilmente, davanti al Mio presepe, con le vostre famiglie. Vi dò la Mia stessa Madre, come un faro di luce sull'oscurità del mondo. Risvegliatevi dalla vostra oscurità spirituale!
Volete vedere i vostri figli perduti, lontani dalla Mia gloria? Io cerco i loro cuori. Me li volete, voi, negare?