Liturgia delle Ore - Letture
Mercoledi della 21° settimana del tempo ordinario (Santa Monica)
Vangelo secondo Luca 16
1Diceva anche ai discepoli: "C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.2Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore.3L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno.4So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua.5Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo:6Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta.7Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta.8Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
9Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
10Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.
11Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?12E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
13Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona".
14I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui.15Egli disse: "Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio.
16La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene annunziato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi.
17È più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge.
18Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio.
19C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente.20Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe,21bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.23Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.24Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.25Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.26Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi.27E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre,28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento.29Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.30E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno.31Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi".
Numeri 20
1Ora tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin il primo mese e il popolo si fermò a Kades. Qui morì e fu sepolta Maria.
2Mancava l'acqua per la comunità: ci fu un assembramento contro Mosè e contro Aronne.3Il popolo ebbe una lite con Mosè, dicendo: "Magari fossimo morti quando morirono i nostri fratelli davanti al Signore!4Perché avete condotto la comunità del Signore in questo deserto per far morire noi e il nostro bestiame?5E perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per condurci in questo luogo inospitale? Non è un luogo dove si possa seminare, non ci sono fichi, non vigne, non melograni e non c'è acqua da bere".
6Allora Mosè e Aronne si allontanarono dalla comunità per recarsi all'ingresso della tenda del convegno; si prostrarono con la faccia a terra e la gloria del Signore apparve loro.7Il Signore disse a Mosè:8"Prendi il bastone e tu e tuo fratello Aronne convocate la comunità e alla loro presenza parlate a quella roccia, ed essa farà uscire l'acqua; tu farai sgorgare per loro l'acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al suo bestiame".
9Mosè dunque prese il bastone che era davanti al Signore, come il Signore gli aveva ordinato.10Mosè e Aronne convocarono la comunità davanti alla roccia e Mosè disse loro: "Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia?".11Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte e ne uscì acqua in abbondanza; ne bevvero la comunità e tutto il bestiame.
12Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: "Poiché non avete avuto fiducia in me per dar gloria al mio santo nome agli occhi degli Israeliti, voi non introdurrete questa comunità nel paese che io le dò".13Queste sono le acque di Mèriba, dove gli Israeliti contesero con il Signore e dove Egli si dimostrò santo in mezzo a loro.
14Mosè mandò da Kades messaggeri al re di Edom per dirgli: "Dice Israele tuo fratello: Tu sai tutte le tribolazioni che ci sono avvenute:15come i nostri padri scesero in Egitto e noi in Egitto dimorammo per lungo tempo e gli Egiziani maltrattarono noi e i nostri padri.16Noi gridammo al Signore ed egli udì la nostra voce e mandò un angelo e ci fece uscire dall'Egitto; eccoci ora in Kades, che è città ai tuoi estremi confini.17Permettici di passare per il tuo paese; non passeremo né per campi, né per vigne e non berremo l'acqua dei pozzi; seguiremo la via Regia, senza deviare né a destra né a sinistra, finché avremo oltrepassati i tuoi confini".18Ma Edom gli rispose: "Tu non passerai sul mio territorio; altrimenti uscirò contro di te con la spada".19Gli Israeliti gli dissero: "Passeremo per la strada maestra; se noi e il nostro bestiame berremo la tua acqua, te la pagheremo; lasciaci soltanto transitare a piedi".20Ma quegli rispose: "Non passerai!". Edom mosse contro Israele con molta gente e con mano potente.21Così Edom rifiutò a Israele il transito per i suoi confini e Israele si allontanò da lui.
22Tutta la comunità degli Israeliti levò l'accampamento da Kades e arrivò al monte Cor.23Il Signore disse a Mosè e ad Aronne al monte Cor, sui confini del paese di Edom:24"Aronne sta per essere riunito ai suoi antenati e non entrerà nel paese che ho dato agli Israeliti, perché siete stati ribelli al mio comandamento alle acque di Mèriba.25Prendi Aronne e suo figlio Eleazaro e falli salire sul monte Cor.26Spoglia Aronne delle sue vesti e falle indossare a suo figlio Eleazaro; in quel luogo Aronne sarà riunito ai suoi antenati e morirà".27Mosè fece come il Signore aveva ordinato ed essi salirono sul monte Cor, in vista di tutta la comunità.28Mosè spogliò Aronne delle sue vesti e le fece indossare a Eleazaro suo figlio; Aronne morì in quel luogo sulla cima del monte. Poi Mosè ed Eleazaro scesero dal monte.29Quando tutta la comunità vide che Aronne era morto, tutta la casa d'Israele lo pianse per trenta giorni.
Giobbe 33
1Ascolta dunque, Giobbe, i miei discorsi,
ad ogni mia parola porgi l'orecchio.
2Ecco, io apro la bocca,
parla la mia lingua entro il mio palato.
3Il mio cuore dirà sagge parole
e le mie labbra parleranno chiaramente.
4Lo spirito di Dio mi ha creato
e il soffio dell'Onnipotente mi dà vita.
5Se puoi, rispondimi,
prepàrati davanti a me, sta' pronto.
6Ecco, io sono come te di fronte a Dio
e anch'io sono stato tratto dal fango:
7ecco, nulla hai da temere da me,
né graverò su di te la mano.
8Non hai fatto che dire ai miei orecchi
e ho ben udito il suono dei tuoi detti:
9"Puro son io, senza peccato,
io sono mondo, non ho colpa;
10ma egli contro di me trova pretesti
e mi stima suo nemico;
11pone in ceppi i miei piedi
e spia tutti i miei passi!".
12Ecco, in questo ti rispondo: non hai ragione.
Dio è infatti più grande dell'uomo.
13Perché ti lamenti di lui,
se non risponde ad ogni tua parola?
14Dio parla in un modo
o in un altro, ma non si fa attenzione.
15Parla nel sogno, visione notturna,
quando cade il sopore sugli uomini
e si addormentano sul loro giaciglio;
16apre allora l'orecchio degli uomini
e con apparizioni li spaventa,
17per distogliere l'uomo dal male
e tenerlo lontano dall'orgoglio,
18per preservarne l'anima dalla fossa
e la sua vita dalla morte violenta.
19Lo corregge con il dolore nel suo letto
e con la tortura continua delle ossa;
20quando il suo senso ha nausea del pane,
il suo appetito del cibo squisito;
21quando la sua carne si consuma a vista d'occhio
e le ossa, che non si vedevano prima, spuntano fuori,
22quando egli si avvicina alla fossa
e la sua vita alla dimora dei morti.
23Ma se vi è un angelo presso di lui,
un protettore solo fra mille,
per mostrare all'uomo il suo dovere,
24abbia pietà di lui e dica:
"Scampalo dallo scender nella fossa,
ho trovato il riscatto",
25allora la sua carne sarà più fresca che in gioventù,
tornerà ai giorni della sua adolescenza:
26supplicherà Dio e questi gli userà benevolenza,
gli mostrerà il suo volto in giubilo,
e renderà all'uomo la sua giustizia.
27Egli si rivolgerà agli uomini e dirà:
"Avevo peccato e violato la giustizia,
ma egli non mi ha punito per quel che meritavo;
28mi ha scampato dalla fossa
e la mia vita rivede la luce".
29Ecco, tutto questo fa Dio,
due volte, tre volte con l'uomo,
30per sottrarre l'anima sua dalla fossa
e illuminarla con la luce dei viventi.
31Attendi, Giobbe, ascoltami,
taci e io parlerò:
32ma se hai qualcosa da dire, rispondimi,
parla, perché vorrei darti ragione;
33se no, tu ascoltami
e io ti insegnerò la sapienza.
Salmi 107
1Alleluia.
Celebrate il Signore perché è buono,
perché eterna è la sua misericordia.
2Lo dicano i riscattati del Signore,
che egli liberò dalla mano del nemico
3e radunò da tutti i paesi,
dall'oriente e dall'occidente,
dal settentrione e dal mezzogiorno.
4Vagavano nel deserto, nella steppa,
non trovavano il cammino per una città dove abitare.
5Erano affamati e assetati,
veniva meno la loro vita.
6Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
7Li condusse sulla via retta,
perché camminassero verso una città dove abitare.
8Ringrazino il Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi a favore degli uomini;
9poiché saziò il desiderio dell'assetato,
e l'affamato ricolmò di beni.
10Abitavano nelle tenebre e nell'ombra di morte,
prigionieri della miseria e dei ceppi,
11perché si erano ribellati alla parola di Dio
e avevano disprezzato il disegno dell'Altissimo.
12Egli piegò il loro cuore sotto le sventure;
cadevano e nessuno li aiutava.
13Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
14Li fece uscire dalle tenebre e dall'ombra di morte
e spezzò le loro catene.
15Ringrazino il Signore per la sua misericordia,
per i suoi prodigi a favore degli uomini;
16perché ha infranto le porte di bronzo
e ha spezzato le barre di ferro.
17Stolti per la loro iniqua condotta,
soffrivano per i loro misfatti;
18rifiutavano ogni nutrimento
e già toccavano le soglie della morte.
19Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
20Mandò la sua parola e li fece guarire,
li salvò dalla distruzione.
21Ringrazino il Signore per la sua misericordia
e per i suoi prodigi a favore degli uomini.
22Offrano a lui sacrifici di lode,
narrino con giubilo le sue opere.
23Coloro che solcavano il mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
24videro le opere del Signore,
i suoi prodigi nel mare profondo.
25Egli parlò e fece levare
un vento burrascoso che sollevò i suoi flutti.
26Salivano fino al cielo,
scendevano negli abissi;
la loro anima languiva nell'affanno.
27Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi,
tutta la loro perizia era svanita.
28Nell'angoscia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angustie.
29Ridusse la tempesta alla calma,
tacquero i flutti del mare.
30Si rallegrarono nel vedere la bonaccia
ed egli li condusse al porto sospirato.
31Ringrazino il Signore per la sua misericordia
e per i suoi prodigi a favore degli uomini.
32Lo esaltino nell'assemblea del popolo,
lo lodino nel consesso degli anziani.
33Ridusse i fiumi a deserto,
a luoghi aridi le fonti d'acqua
34e la terra fertile a palude
per la malizia dei suoi abitanti.
35Ma poi cambiò il deserto in lago,
e la terra arida in sorgenti d'acqua.
36Là fece dimorare gli affamati
ed essi fondarono una città dove abitare.
37Seminarono campi e piantarono vigne,
e ne raccolsero frutti abbondanti.
38Li benedisse e si moltiplicarono,
non lasciò diminuire il loro bestiame.
39Ma poi, ridotti a pochi, furono abbattuti,
perché oppressi dalle sventure e dal dolore.
40Colui che getta il disprezzo sui potenti,
li fece vagare in un deserto senza strade.
41Ma risollevò il povero dalla miseria
e rese le famiglie numerose come greggi.
42Vedono i giusti e ne gioiscono
e ogni iniquo chiude la sua bocca.
43Chi è saggio osservi queste cose
e comprenderà la bontà del Signore.
Zaccaria 14
1Ecco, viene un giorno per il Signore; allora le tue spoglie saranno spartite in mezzo a te.2Il Signore radunerà tutte le genti contro Gerusalemme per la battaglia; la città sarà presa, le case saccheggiate, le donne violate, una metà della cittadinanza partirà per l'esilio, ma il resto del popolo non sarà strappato dalla città.3Il Signore uscirà e combatterà contro quelle nazioni, come quando combatté nel giorno della battaglia.4In quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme verso oriente, e il monte degli Ulivi si fenderà in due, da oriente a occidente, formando una valle molto profonda; una metà del monte si ritirerà verso settentrione e l'altra verso mezzogiorno.5Sarà ostruita la valle fra i monti, poiché la nuova valle fra i monti giungerà fino ad Asal; sarà ostruita come fu ostruita durante il terremoto, avvenuto al tempo di Ozia re di Giuda. Verrà allora il Signore mio Dio e con lui tutti i suoi santi.6In quel giorno
non vi sarà né luce né freddo, né gelo:7sarà un unico giorno, il Signore lo conosce; non ci sarà né giorno né notte; verso sera risplenderà la luce.8In quel giorno acque vive sgorgheranno da Gerusalemme e scenderanno parte verso il mare orientale, parte verso il Mar Mediterraneo, sempre, estate e inverno.9Il Signore sarà re di tutta la terra e ci sarà il Signore soltanto, e soltanto il suo nome.10Tutto il paese si trasformerà in pianura da Gàbaa fino a Rimmòn nel Negheb; Gerusalemme si eleverà e sarà abitata nel luogo dov'è, dalla porta di Beniamino fino al posto della prima porta, cioè fino alla porta dell'Angolo, e dalla torre di Cananeèl fino ai torchi del re.11Ivi abiteranno: non vi sarà più sterminio e Gerusalemme se ne starà tranquilla e sicura.
12Questa sarà la piaga con cui il Signore colpirà tutti i popoli che avranno mosso guerra a Gerusalemme: imputridiranno le loro carni, mentre saranno ancora in piedi; i loro occhi marciranno nelle orbite; la lingua marcirà loro in bocca.13In quel giorno vi sarà per opera del Signore un grande tumulto tra di loro: uno afferrerà la mano dell'altro e alzerà la mano sopra la mano del suo amico.14Anche Giuda combatterà in Gerusalemme e là si ammasseranno le ricchezze di tutte le nazioni vicine: oro, argento e vesti in grande quantità.15Di piaga simile saranno colpiti i cavalli, i muli, i cammelli, gli asini e tutte le bestie degli accampamenti.16Allora fra tutte le genti che avranno combattuto contro Gerusalemme, i superstiti andranno ogni anno per adorare il re, il Signore degli eserciti, e per celebrare la solennità delle capanne.17Se qualche stirpe della terra non andrà a Gerusalemme per adorare il re, il Signore degli eserciti, su di essa non ci sarà pioggia.18Se la stirpe d'Egitto non salirà e non vorrà venire, sarà colpita dalla stessa pena che il Signore ha inflitta alle genti che non sono salite a celebrare la festa delle capanne.19Questo sarà il castigo per l'Egitto e per tutte le genti che non saliranno a celebrare la festa delle capanne.
20In quel tempo anche sopra i sonagli dei cavalli si troverà scritto: "Sacro al Signore", e le caldaie nel tempio del Signore saranno come i bacini che sono davanti all'altare.21Anzi, tutte le caldaie di Gerusalemme e di Giuda saranno sacre al Signore, re degli eserciti; quanti vorranno sacrificare verranno e le adopereranno per cuocere le carni. In quel giorno non vi sarà neppure un Cananeo nella casa del Signore degli eserciti.
Lettera agli Ebrei 8
1Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si 'è assiso alla destra' del trono della maestà nei cieli,2ministro del santuario e della vera tenda che il Signore, e non un uomo, ha costruito.
3Ogni sommo sacerdote infatti viene costituito per offrire doni e sacrifici: di qui la necessità che anch'egli abbia qualcosa da offrire.4Se Gesù fosse sulla terra, egli non sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono quelli che offrono i doni secondo la legge.5Questi però attendono a un servizio che è una copia e un'ombra delle realtà celesti, secondo quanto fu detto da Dio a Mosè, quando stava per costruire la Tenda: 'Guarda', disse, 'di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte'.
6Ora invece egli ha ottenuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l'alleanza di cui è mediatore, essendo questa fondata su migliori promesse.7Se la prima infatti fosse stata perfetta, non sarebbe stato il caso di stabilirne un'altra.8Dio infatti, biasimando il suo popolo, dice:
'Ecco vengono giorni, dice il Signore,
quando io stipulerò con la casa d'Israele
e con la casa di Giuda
un'alleanza nuova;'
9'non come l'alleanza che feci con i loro padri,
nel giorno in cui li presi per mano
per farli uscire dalla terra d'Egitto;
poiché essi non son rimasti fedeli alla mia alleanza,
anch'io non ebbi più cura di loro, dice il Signore'.
10'E questa è l'alleanza che io stipulerò con la casa
d'Israele
dopo quei giorni, dice il Signore:
porrò le mie leggi nella loro mente
e le imprimerò nei loro cuori;
sarò il loro Dio
ed essi saranno il mio popolo'.
11'Né alcuno avrà più da istruire il suo concittadino,
né alcuno il proprio fratello, dicendo:
Conosci il Signore!
Tutti infatti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande di loro'.
12'Perché io perdonerò le loro iniquità
e non mi ricorderò più dei loro peccati'.
13Dicendo però 'alleanza nuova', Dio ha dichiarato antiquata la prima; ora, ciò che diventa antico e invecchia, è prossimo a sparire.
Capitolo V: Grandezza del Sacramento e condizione del sacerdote
Leggilo nella BibliotecaParola del Diletto
1. Anche se tu avessi la purezza degli angeli e la santità di San Giovanni Battista, non saresti degno di ricevere o anche solo di toccare questo sacramento. Non dipende infatti dai meriti degli uomini che si consacri e si tocchi il sacramento di Cristo, e ci si nutra del pane degli angeli. Grande è l'ufficio, grande la dignità dei sacerdoti, ai quali è dato quello che non è concesso agli angeli; giacché soltanto i sacerdoti, ordinati regolarmente nella Chiesa, hanno il potere di celebrare e di consacrare il corpo di Cristo. Il sacerdote, invero, è servo di Dio: si vale della parola di Dio, per comando e istituzione di Dio. Nel sacramento, attore primo, invisibilmente operante, è Dio, al quale è sottoposta ogni cosa, secondo il suo volere, in obbedienza al suo comando. In questo sublime sacramento, devi dunque credere più a Dio onnipotente che ai tuoi sensi o ad alcun segno visibile; a questa realtà, istituita da Dio, ti devi accostare con reverenza e con timore. "Rifletti su te stesso" e considera di chi sei stato fatto ministro, con l'imposizione delle mani da parte del vescovo (1Tm 4,16.14). Ecco, sei stato fatto sacerdote e consacrato per celebrare. Vedi, dunque, di offrire il sacrificio a Dio con fede, con devozione, e al tempo conveniente; vedi di offrire te stesso, irreprensibile. Non si è fatto più leggero il tuo carico; anzi sei ormai legato da un più stretto vincolo di disciplina e sei tenuto a una maggiore perfezione di santità.
2. Il sacerdote deve essere ornato di ogni virtù e offrire agli altri l'esempio di una vita santa; abituale suo rapporto non sia con la gente volgare secondo modi consueti a questo mondo, ma con gli angeli in cielo o con la gente santa, in terra. Il sacerdote, rivestito delle sacre vesti, fa le veci di Cristo, supplichevolmente e umilmente pregando Iddio per sé e per tutto il popolo. Egli porta, davanti e dietro, il segno della croce del Signore, perché abbia costante ricordo della passione di Cristo; davanti, sulla casula, porta la croce, perché guardi attentamente a quelle che sono le orme di Cristo, e abbia cura di seguirla con fervore; dietro è pure segnato dalla croce, perché sappia sopportare con dolcezza ogni contrarietà che gli venga da altri. Porta davanti la croce, perché pianga i propri peccati; e la porta anche dietro, perché pianga compassionevolmente anche i peccati commessi da altri, e sappia di essere stato posto tra Dio e il peccatore, non lasciandosi illanguidire nella preghiera e nell'offerta, fin che non sia fatto degno di ottenere grazia e misericordia. Con la celebrazione, il sacerdote rende onore a Dio, fa lieti gli angeli, dà motivo di edificazione ai fedeli, aiuta i vivi, appresta pace ai defunti e fa di se stesso il dispensatore di tutti i benefici divini.
DISCORSO 229/E TRATTATO NEL LUNEDÌ DI PASQUA
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella Biblioteca
Per donarci i suoi beni Cristo sopportò con pazienza i nostri mali.
1. La passione del Signore e la risurrezione ci mettono in evidenza le due vite: quella che stiamo sopportando e quella che desideriamo. E colui che per noi si è degnato di sopportare questa ha la possibilità di donarci quell'altra. E così ci ha dimostrato quanto ci ami, e ha voluto che noi credessimo che egli veramente ci darà i beni che gli sono propri, lui che volle condividere con noi i mali che sono propri a noi. Noi siamo nati, e anche lui è nato; noi dobbiamo morire, e anche lui è morto. Due cose che noi, in questa vita, conoscevamo assai bene, l'inizio e la fine, il nascere e il morire; con la nascita cominciare a tribolare, con la morte andarsene verso l'ignoto. Queste due cose le conoscevamo: il nascere e il morire, cose che abbondano nella nostra regione. La nostra regione è la terra; la regione degli angeli, il cielo. E il Signore nostro è venuto a questa regione dall'altra regione; alla regione della morte dalla regione della vita; alla regione del travaglio dalla regione della felicità. Venne portando a noi i beni che gli erano propri e sopportò con pazienza i mali che erano propri a noi. I beni suoi li portava occultamente, i nostri mali li sopportava palesemente; si vedeva come uomo, come Dio era nascosto; si vedeva la debolezza, la maestà era nascosta; si vedeva la carne, il Verbo era nascosto. Pativa la carne; dov'era il Verbo, quando la carne pativa? Eppure neanche il Verbo taceva, perché c'insegnava la pazienza. Ed ecco, il Cristo Signore il terzo giorno risuscitò. Dove sono finiti gli insulti dei Giudei? Dove gli insulti dei principi dei Giudei che attorno a lui fremevano e perdevano la testa e uccidevano il medico? Richiamate alla mente, carissimi, quel che avete sentito quando si leggeva la sua passione. Se è il Figlio di Dio, scenda dalla croce e gli crederemo. Se è il Figlio di Dio, lo liberi lui 1. Egli ascoltava e taceva; pregava per coloro che dicevano così, ma non si manifestava. In un altro Vangelo anzi è scritto che pregò per loro ad alta voce dicendo: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno 2. Vedeva lì in mezzo quelli che sarebbero stati suoi, vedeva che presto avrebbero creduto in lui, voleva che fossero perdonati. Il nostro capo pendeva sulla croce, ma conosceva le membra sue che erano sulla terra.
Nel lavacro della rigenerazione tutti i peccati vengono interamente rimessi.
2. Mentre si leggeva il libro degli Atti degli Apostoli avete sentito che, siccome quelli che si erano radunati si stupivano del fatto che gli Apostoli e quelli che erano con loro parlavano le lingue di tutte le genti, che essi non conoscevano, [ma le parlavano] sotto l'ispirazione e la guida dello Spirito Santo che avevano ricevuto, a tutta quella gente, stupefatta per il miracolo, l'Apostolo Pietro rivolse il suo discorso e spiegò che essi certamente per ignoranza avevano commesso quell'enorme delitto di aver ucciso il Signore; ma che [in questo modo] Dio aveva realizzato il suo disegno 3 di spargere il sangue innocente per la salvezza di tutto il mondo e di cancellare i peccati di tutti i credenti; infatti era morto colui nel quale non poté essere trovato peccato. C'era in giro la cauzione dei nostri peccati, il diavolo aveva in mano il chirografo 4 sfavorevole a noi; aveva in possesso quelli che aveva ingannato, era il padrone di quelli che aveva vinto. Tutti eravamo con questo debito, tutti nascono con questo debito ereditario; fu versato il sangue senza peccato e la cauzione del peccato fu distrutta. E allora quelli che al discorso di Pietro, secondo gli Atti degli Apostoli, credettero, esclamarono pieni di costernazione: Che cosa dobbiamo fare, fratelli? Ditecelo 5. Non speravano infatti che un delitto così enorme potesse esser perdonato. E la risposta fu: Pentitevi, e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome del Signore nostro Gesù Cristo e i vostri peccati saranno rimessi 6. Quali peccati? Tutti. Proprio tutti? Sì, anche quello così grande di aver ucciso il Cristo. Che cosa avreste potuto commettere di più scellerato, che uccidere il vostro Creatore, fattosi per voi creatura? Che cosa un pazzo avrebbe potuto commettere di più grave che uccidere il suo proprio medico? Eppure anche questo viene perdonato. Così fu detto loro: tutto viene perdonato. Avete infierito, avete sparso sangue innocente; [ora] credete e bevete quel che avete sparso. Quelli erano stati lassù, quelli che [poi] dissero disperati: Che cosa dobbiamo fare? E si sentirono rispondere che, credendo in colui che avevano ucciso, potevano ottenere il perdono di tanto misfatto. Erano lassù, egli li vedeva; davanti alla sua croce li vide, lui che prima della creazione del mondo li previde 7. Per essi pregò: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno 8. Quelli uccidevano il medico, e il medico con il suo sangue preparava per gli uccisori la medicina. Grande misericordia, grande gloria! Che cosa non sarà loro rimesso, quando vien loro rimesso di aver ucciso il Cristo? E allora carissimi, nessuno deve dubitare che nel lavacro della rigenerazione tutti, proprio tutti i peccati, i più piccoli e i più grandi, vengono interamente rimessi; qui ne abbiamo un esempio e una prova irrefutabile. Nessun peccato più grave dell'aver ucciso il Cristo: se anche questo è stato rimesso, quale altro potrà rimanere sulla coscienza del battezzato?.
La risurrezione di Cristo è sacramento della nuova vita.
3. E ora, carissimi, consideriamo la risurrezione di Cristo perché come la sua passione si riferiva alla nostra vita vecchia, così la sua risurrezione è il sacramento della vita nuova. Per questo nuova vita. l'Apostolo afferma: Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a Cristo nella morte perché, come Cristo risuscitò dai morti, cosi anche noi camminiamo in una vita nuova 9. Tu hai creduto e sei stato battezzato; la tua vita vecchia è morta, è stata uccisa sulla croce, è stata sepolta nel battesimo. È stata sepolta quella vecchia in cui sei vissuto male; risorga ora quella nuova. Vivi bene: vivi in modo da conseguire la vita; vivi in modo che, quando morrai, tu non abbia a morire. Riflettete, carissimi, a ciò che disse il Signore nel Vangelo a quel tale che aveva curato: Ecco che sei guarito; ora non peccar più, perché non t'abbia ad accadere qualcosa di peggio 10. Con una sentenza di questo genere eravamo con le spalle al muro, eravamo in seri guai; ma la sua misericordia non ci abbandona mai. E siccome qui non si riesce a vivere senza peccato, ai battezzati ha dato quell'orazione in cui ogni giorno diciamo: Rimetti a noi i nostri debiti 11. Di debiti ce ne sono: c'è quella cauzione di carattere generale, e noi stessi per di più non cessiamo d'indebitarci. Riconosciamo che c'è materia per cui ogni giorno ci deve essere rimesso qualcosa; ma non per questo dobbiamo riposar tranquilli nelle malvagità, nelle scelleratezze, nei delitti. I peccati non debbono essere nostri amici: li abbiamo vomitati, odiamoli; non torniamo al nostro vomito, come fanno i cani 12. E se succedono, succedano contro volontà, succedano non ricercati o intenzionalmente desiderati, perché chi vuol mantenere l'amicizia con i peccati sarà nemico di colui che è venuto per cancellare i peccati, lui che non aveva alcun peccato. Fratelli miei, badate bene a quel che dico: chi è amico della malattia è nemico del medico. Se tu ti ammali nel corpo e viene da te il medico in grazia della sua professione, dimmi un po', che cosa egli desidera nel venire da te, che cosa può desiderare se non di guarirti? Ed essendoti amico, dovrà esser nemico della febbre; perché se amasse la tua febbre, non amerebbe te. Egli quindi odia la tua febbre: contro di essa è entrato in casa tua, contro di essa è salito nella tua camera, contro di essa si è accostato al tuo letto, contro di essa ti ha tastato il polso, contro di essa ti ha dato delle prescrizioni, contro di essa ha composto le medicine e te le ha somministrate; tutto contro di essa, tutto per il tuo bene. Se dunque lui è tutto contro la febbre, tutto per il tuo bene, tu, se ami la febbre, sei il solo contro di te. Tu mi risponderai, lo so bene, mi risponderai dicendo: Ma chi è che ama la febbre? Lo so anch'io, il malato non ama la febbre; però ama quello che gli chiede la febbre. Cos'è che ha detto il medico quando è entrato da te, armato della sua arte contro la tua febbre? Può aver detto, per esempio: Non devi bere roba fredda. Non bere roba fredda, l'hai sentito tu stesso dal medico che è il nemico della tua febbre. Ma appena il medico se n'è andato, la febbre ti dice: Bevi qualcosa di freddo. Su quel che ti dice la febbre tu dovresti pensare: Questo è il calore della febbre. Ma dentro di te si svolge un dialogo segreto: esso ti fa sentire la gola arsa, ti anticipa il gusto di qualcosa di freddo. Ma ricordati quel che ha detto il medico, non bere. Se il medico è via, la febbre è lì. Che aveva detto il medico? La vuoi vincere? Non cedere alle sue richieste. Se ti metti dalla parte del medico, sarete in due contro la febbre; se dài retta alla febbre, il medico è vinto, ma il guaio è per il malato, non per il medico. Oh! non sia mai che il medico Cristo resti vinto in coloro che egli ha conosciuto e predestinato; perché questi stessi li ha anche chiamati; e quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha anche glorificati 13. Siano repressi i vizi, siano frenate le libidini, si torca di rabbia il diavolo con i suoi angeli. Se Dio è dalla nostra parte, chi sarà contro di noi? 14.
Per i suoi operai Cristo è insieme cibo e ricompensa.
4. E quel che Cristo ha indicato con la risurrezione del suo corpo, voi cominciate a realizzarlo spiritualmente vivendo bene. Però non per subito potete attendervi quella medesima realtà, ossia compensala medesima proprietà, la medesima verità, la medesima incorruttibilità della carne; questa è la ricompensa della fede, e la ricompensa si dà al termine del giorno. Per ora lavoriamo nella vigna, aspettiamo la fine della giornata. Colui che ci ha presi a giornata per lavorare non ci trascura e non ci lascia venir meno. Il padrone che dovrà dare al suo operaio la paga a giorno finito, lo pasce intanto mentre egli lavora; così anche il Signore, mentre fatichiamo in questo mondo, ci pasce non solo col cibo per il ventre, ma anche con quello per la mente. Se non ci pascesse, io non starei qui a parlare; ci pasce con la parola, ed è quello che stiamo facendo noi che predichiamo di lui non ai vostri ventri ma alle vostre menti. E voi ricevete con avidità e, mentre vi pascete, lodate; per qual ragione acclamereste, se alle vostre menti nessun boccone fosse arrivato? E noi che cosa siamo? Suoi ministri, suoi servitori; perché non è nostro, ma tiriamo fuori dalla sua dispensa quanto distribuiamo a voi. E anche noi viviamo di essa, perché siamo servi come voi. E che cosa vi somministriamo? Il suo pane o lui stesso pane? Chiunque abbia assunto un operaio nella sua vigna gli potrà dare il suo pane, non se stesso. Ai suoi operai Cristo dona se stesso: se stesso imbandisce nel pane, se stesso riserva come ricompensa. E non c'è motivo di dire: Se lo mangiamo adesso, alla fine che ci resterà? Noi mangiamo, ma lui non finisce; affamati, ci ristora, ma lui non si esaurisce. Pasce chi è ora affaticato, ma ne rimane ricompensa intera. E che cosa potremo ricevere, che valga più di lui stesso? Se avesse qualcosa che valga di più, ce l'avrebbe data. Ma nulla c'è che valga più di Dio, e Cristo è Dio. Sta' attento: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio 15. Questo chi può capirlo? Chi inquadrarlo? Chi intuirlo? Chi contemplarlo? Chi adeguatamente pensarlo? Nessuno. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi 16. A questo ti chiama, perché lavori da [buon] operaio. Il Verbo si è fatto carne. È lui stesso che ti chiama. Il Verbo sarà la tua lode, il Signore la tua ricompensa.
1 - Cf. Mt 27, 40-43.
2 - Lc 23, 34.
3 - Cf. At 3, 17-18.
4 - Cf. Col 2, 14.
5 - At 2, 37.
6 - At 2, 38.
7 - Cf. Ef 1, 4.
8 - Lc 23, 34.
9 - Rm 6, 4.
10 - Gv 5, 14.
11 - Mt 6, 12.
12 - Cf. 2 Pt 2, 22.
13 - Rm 8, 29-30.
14 - Rm 8, 31.
15 - Gv 1, 1-2.
16 - Gv 1, 14.
Capitolo XI: Vagliare e frenare i desideri del nostro cuore
Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca1. Figlio, tu devi imparare ancora molte cose, fin qui non bene apprese. Signore, quali sono queste cose? Che tu indirizzi il tuo desiderio interamente secondo la mia volontà; che tu non stia attaccato a te stesso; che ardentemente tu brami di seguire la mia volontà. Sovente vari desideri ti accendono e urgono in te fortemente. Ma devi riflettere se tu sia mosso dall'impulso di rendere onore a me o non piuttosto di far piacere a te stesso. Se si tratta di me, sarai pienamente felice, comunque io voglia che vadano le cose; se invece c'è sotto una qualunque tua voglia, ecco, è questo che ti impedisce e ti appesantisce. Guardati, dunque, dal basarti troppo su un desiderio concepito senza che io sia stato consultato; affinché poi tu non abbia a pentirti; affinché non abbia a disgustarti ciò che dapprima ti era sembrato caro e che avevi agognato, come preferibile sopra ogni cosa.
2. In verità, non ogni moto, pur se ci appare degno di approvazione, va subito favorito; ne ogni moto che ci ripugna va respinto fin dal principio. Occorre talvolta che tu usi il freno, anche nell'intraprendere e nel desiderare cose buone. Ché il tuo animo potrebbe poi esser distolto da ciò, come cosa eccessiva; o potresti ingenerare scandalo in altri, per essere andato al di là delle regole comuni; o potresti d'un tratto cadere in agitazione perché ti si ostacola. Altra voce, invece, occorre che tu faccia violenza a te stesso, andando virilmente contro l'impulso dei sensi. Occorre che tu non faccia caso a ciò che la carne desidera o non desidera, preoccupandoti piuttosto che essa, pur contro voglia, sia sottomessa allo spirito. Occorre che la carne sia imbrigliata e costretta a stare soggetta, fino a che non sia pronta a tutto; fino a che non sappia accontentarsi, lieta di poche e semplici cose, senza esitare di fronte ad alcuna difficoltà.
Nel mondo vedo Gesù
Beata Alexandrina Maria da Costa
... O mio Dio, corro verso la morte e la morte corre verso di me. Il
mio capo è torturato; il mio corpo fatto a pezzi dai terribili
martirii: è una piaga viva... Per grazia e grande misericordia del
Signore, non sono disperata: sento l'effetto della disperazione, ma
sono calma e serena, assetata di maggiore dolore, di maggior
purificazione e amore. Con questo soltanto il mondo sarà salvo; solo
con queste forti catene lo potrò catturare.
... La vita fugge: fugge per dar vita, cammina pazzamente a salvare il mondo.
- Gesù, dammi il dolore che io amo, dammi la purificazione che tanto
bramo. Racchiudimi in Te e nella tua e mia cara Mammina. Ascolta la mia
anima in questo grido continuo di agonia per il dolore che sente e per
le ansie di consegnarti il mondo: lo vorrei nelle mie mani per
offrirtelo come il sacerdote vede nelle sue mani l'Ostia consacrata e
La offre all'eterno Padre. Gesù, custodiscimi! Guarda le mie ansie
angosciose ed immolami come Ti piace, affinché Ti doni amore e con
l'amore l'umanità. Vorrei dirti molto, ma, siccome non so, non dico
nulla. - Fra queste ansie, venne Gesù: - Figlia mia, angelo della
terra, fiore amabile, fiore candido di paradiso! Vieni, mia figlia, a
ricevere un'altra prova dei miei sponsali con te, della mia unione
coniugale. - In questo momento Gesù prese la mia mano, mi baciò, mi
accarezzò e mi strinse dolcemente a Sé.
Rimasi come immersa in un mare di delizia, in un mare d'amore. Gesù
continuò: - Ricevi una effusione del mio divino amore. Ricevila perché
è la tua vita e tu sei vita per le anime. Coraggio, ancora un poco: il
tuo cielo è vicino. Tra breve la tua anima, staccata dalla terra,
volerà al cielo come la bianca e pura colomba al suo nido. Il tuo nido
è il cielo presso il trono della maestà divina, a fianco della mia
Madre benedetta...
Presso di Me, figlia mia, continuerai a vigilare, a governare il tuo
possedimento regale della terra... Quanto ti è debitrice l'umanità!
Quanto ti deve il Portogallo! Il mondo dovrebbe essere distrutto...
Chiedi, chiedi di nuovo preghiera e penitenza... - Gesù infine
aggiunse: - Sarà in un'estasi d'amore sprigionato dal dolore che
volerai in cielo. - ... (diario, 29-12-1944). ... Volendo abbracciare
tutta l'umanità giungo ad esclamare: - O mondo, impazzisco per te!
Quanto ti amo! In te vedo Gesù. - Vorrei dire tante cose su queste
ansie che mi consumano. Come può avvenire questo: amare il mondo,
aborrirlo, volerlo possedere, volerlo lasciare? - Mio Gesù, mio Dio,
fissa in me il tuo sguardo, custodiscimi: così vincerò. - ... Stava
terminando l'anno e io non avevo nulla da dare a Gesù... A mezzanotte
lo ringraziai per tutti i benefici dell'anno e per quanto mi aveva
fatto soffrire. Chiesi ai miei di recitare con me il « Te Deum »...
(diario, 31-12-1944).