Liturgia delle Ore - Letture
Mercoledi della 19° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Giovanni 8
1Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi.2Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.3Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo,4gli dicono: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?".6Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.7E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei".8E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.9Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.10Alzatosi allora Gesù le disse: "Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?".11Ed essa rispose: "Nessuno, Signore". E Gesù le disse: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più".
12Di nuovo Gesù parlò loro: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita".
13Gli dissero allora i farisei: "Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera".14Gesù rispose: "Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado.15Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno.16E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato.17Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera:18orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza".19Gli dissero allora: "Dov'è tuo padre?". Rispose Gesù: "Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio".20Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora.
21Di nuovo Gesù disse loro: "Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire".22Dicevano allora i Giudei: "Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?".23E diceva loro: "Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.24Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati".25Gli dissero allora: "Tu chi sei?". Gesù disse loro: "Proprio ciò che vi dico.26Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui".27Non capirono che egli parlava loro del Padre.28Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.29Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite".30A queste sue parole, molti credettero in lui.
31Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli;32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi".33Gli risposero: "Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?".34Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.35Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre;36se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.37So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi.38Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!".39Gli risposero: "Il nostro padre è Abramo". Rispose Gesù: "Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo!40Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto.41Voi fate le opere del padre vostro". Gli risposero: "Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!".42Disse loro Gesù: "Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.43Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole,44voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.45A me, invece, voi non credete, perché dico la verità.46Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete?47Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio".
48Gli risposero i Giudei: "Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio?".49Rispose Gesù: "Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate.50Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica.51In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte".52Gli dissero i Giudei: "Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte".53Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?".54Rispose Gesù: "Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "È nostro Dio!",55e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola.56Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò".57Gli dissero allora i Giudei: "Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?".58Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono".59Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Primo libro delle Cronache 17
1Una volta stabilitosi in casa, Davide disse al profeta Natan: "Ecco, io abito una casa di cedro mentre l'arca dell'alleanza del Signore sta sotto una tenda".2Natan rispose a Davide: "Fa' quanto desideri in cuor tuo, perché Dio è con te".
3Ora in quella medesima notte questa parola di Dio fu rivolta a Natan:4"Va' a riferire a Davide mio servo: Dice il Signore: Tu non mi costruirai la casa per la mia dimora.5Difatti io non ho mai abitato in una casa da quando feci uscire Israele dall'Egitto fino ad oggi. Io passai da una tenda all'altra e da una dimora all'altra.6Durante tutto il tempo in cui ho camminato insieme con tutto Israele non ho mai detto a qualcuno dei Giudici, ai quali avevo ordinato di pascere il mio popolo: Perché non mi avete costruito una casa di cedro?7Ora, riferirai al mio servo Davide: Dice il Signore degli eserciti: Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, per costituirti principe sul mio popolo Israele.8Sono stato con te in tutte le tue imprese; ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te; renderò il tuo nome come quello dei più grandi personaggi sulla terra.9Destinerò un posto per il mio popolo Israele; ivi lo pianterò perché vi si stabilisca e non debba vivere ancora nell'instabilità e i malvagi non continuino ad angariarlo come una volta,10come quando misi i Giudici a capo di Israele. Umilierò tutti i tuoi nemici, mentre ingrandirò te. Il Signore ha intenzione di costruire a te una casa.11Quando i tuoi giorni saranno finiti e te ne andrai con i tuoi padri, susciterò un discendente dopo di te, uno dei tuoi figli, e gli renderò saldo il regno.12Costui mi costruirà una casa e io gli assicurerò il trono per sempre.13Io sarò per lui un padre e lui sarà per me un figlio; non ritirerò da lui il mio favore come l'ho ritirato dal tuo predecessore.14Io lo farò star saldo nella mia casa, nel mio regno; il suo trono sarà sempre stabile".
15Natan riferì a Davide tutte queste parole e tutta la presente visione.
16Allora il re Davide, presentatosi al Signore disse: "Chi sono io, Signore Dio, e che cos'è la mia casa perché tu mi abbia condotto fin qui?17E, quasi fosse poco ciò per i tuoi occhi, o Dio, ora parli della casa del tuo servo nel lontano avvenire; mi hai fatto contemplare come una successione di uomini in ascesa, Signore Dio!18Come può pretendere Davide di aggiungere qualcosa alla tua gloria? Tu conosci il tuo servo.19Signore, per amore del tuo servo e secondo il tuo cuore hai compiuto quest'opera straordinaria per manifestare tutte le tue meraviglie.20Signore, non esiste uno simile a te e non c'è Dio fuori di te, come abbiamo sentito con i nostri orecchi.21E chi è come il tuo popolo, Israele, l'unico popolo sulla terra che Dio sia andato a riscattare per farne un suo popolo e per procurarsi un nome grande e stabile? Tu hai scacciato le nazioni davanti al tuo popolo, che tu hai riscattato dall'Egitto.22Hai deciso che il tuo popolo Israele sia tuo popolo per sempre. Tu, Signore, sei stato il loro Dio.23Ora, Signore, la parola che hai pronunciata sul tuo servo e sulla sua famiglia resti sempre verace; fa' come hai detto.24Sia saldo e sia sempre magnificato il tuo nome! Si possa dire: Il Signore degli eserciti è Dio per Israele! La casa di Davide tuo servo sarà stabile davanti a te.25Tu, Dio mio, hai rivelato al tuo servo l'intenzione di costruirgli una casa, per questo il tuo servo ha trovato l'ardire di pregare alla tua presenza.26Ora tu, Signore, sei Dio; tu hai promesso al tuo servo tanto bene.27Pertanto ti piaccia di benedire la casa del tuo servo perché sussista per sempre davanti a te, poiché quanto tu benedici è sempre benedetto".
Giobbe 36
1Eliu continuò a dire:
2Abbi un po' di pazienza e io te lo dimostrerò,
perché in difesa di Dio c'è altro da dire.
3Prenderò da lontano il mio sapere
e renderò giustizia al mio creatore,
4poiché non è certo menzogna il mio parlare:
un uomo di perfetta scienza è qui con te.
5Ecco, Dio è grande e non si ritratta,
egli è grande per fermezza di cuore.
6Non lascia vivere l'iniquo
e rende giustizia ai miseri.
7Non toglie gli occhi dai giusti,
li fa sedere sul trono con i re
e li esalta per sempre.
8Se talvolta essi sono avvinti in catene,
se sono stretti dai lacci dell'afflizione,
9fa loro conoscere le opere loro
e i loro falli, perché superbi;
10apre loro gli orecchi per la correzione
e ordina che si allontanino dalla iniquità.
11Se ascoltano e si sottomettono,
chiuderanno i loro giorni nel benessere
e i loro anni nelle delizie.
12Ma se non vorranno ascoltare,
di morte violenta periranno,
spireranno senza neppure saperlo.
13I perversi di cuore accumulano l'ira;
non invocano aiuto, quando Dio li avvince in catene:
14si spegne in gioventù la loro anima,
e la loro vita all'età dei dissoluti.
15Ma egli libera il povero con l'afflizione,
gli apre l'udito con la sventura.
16Anche te intende sottrarre dal morso
dell'angustia:
avrai in cambio un luogo ampio, non ristretto
e la tua tavola sarà colma di vivande grasse.
17Ma se colmi la misura con giudizi da empio,
giudizio e condanna ti seguiranno.
18La collera non ti trasporti alla bestemmia,
l'abbondanza dell'espiazione non ti faccia fuorviare.
19Può forse farti uscire dall'angustia il tuo
grido,
con tutti i tentativi di forza?
20Non sospirare quella notte,
in cui i popoli vanno al loro luogo.
21Bada di non volgerti all'iniquità,
poiché per questo sei stato provato dalla miseria.
22Ecco, Dio è sublime nella sua potenza;
chi come lui è temibile?
23Chi mai gli ha imposto il suo modo d'agire
o chi mai ha potuto dirgli: "Hai agito male?".
24Ricordati che devi esaltare la sua opera,
che altri uomini hanno cantato.
25Ogni uomo la contempla,
il mortale la mira da lontano.
26Ecco, Dio è così grande, che non lo
comprendiamo:
il numero dei suoi anni è incalcolabile.
27Egli attrae in alto le gocce dell'acqua
e scioglie in pioggia i suoi vapori,
28che le nubi riversano
e grondano sull'uomo in grande quantità.
29Chi inoltre può comprendere la distesa delle
nubi,
i fragori della sua dimora?
30Ecco, espande sopra di esso il suo vapore
e copre le profondità del mare.
31In tal modo sostenta i popoli
e offre alimento in abbondanza.
32Arma le mani di folgori
e le scaglia contro il bersaglio.
33Lo annunzia il suo fragore,
riserva d'ira contro l'iniquità.
Salmi 51
1'Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.'
2'Quando venne da lui il profeta Natan dopo che aveva peccato con Betsabea.'
3Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
4Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
5Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
6Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto;
perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio.
7Ecco, nella colpa sono stato generato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.
8Ma tu vuoi la sincerità del cuore
e nell'intimo m'insegni la sapienza.
9Purificami con issopo e sarò mondo;
lavami e sarò più bianco della neve.
10Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato.
11Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
12Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
13Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
14Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.
15Insegnerò agli erranti le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
16Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza,
la mia lingua esalterà la tua giustizia.
17Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode;
18poiché non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
19Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
20Nel tuo amore fa grazia a Sion,
rialza le mura di Gerusalemme.
21Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l'olocausto e l'intera oblazione,
allora immoleranno vittime sopra il tuo altare.
Isaia 45
1Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
"Io l'ho preso per la destra,
per abbattere davanti a lui le nazioni,
per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui i battenti delle porte
e nessun portone rimarrà chiuso.
2Io marcerò davanti a te;
spianerò le asperità del terreno,
spezzerò le porte di bronzo,
romperò le spranghe di ferro.
3Ti consegnerò tesori nascosti
e le ricchezze ben celate,
perché tu sappia che io sono il Signore,
Dio di Israele, che ti chiamo per nome.
4Per amore di Giacobbe mio servo
e di Israele mio eletto
io ti ho chiamato per nome,
ti ho dato un titolo sebbene tu non mi conosca.
5Io sono il Signore e non v'è alcun altro;
fuori di me non c'è dio;
ti renderò spedito nell'agire, anche se tu non mi conosci,
6perché sappiano dall'oriente fino all'occidente
che non esiste dio fuori di me.
Io sono il Signore e non v'è alcun altro.
7Io formo la luce e creo le tenebre,
faccio il bene e provoco la sciagura;
io, il Signore, compio tutto questo.
8Stillate, cieli, dall'alto
e le nubi facciano piovere la giustizia;
si apra la terra
e produca la salvezza
e germogli insieme la giustizia.
Io, il Signore, ho creato tutto questo".
9Potrà forse discutere con chi lo ha plasmato
un vaso fra altri vasi di argilla?
Dirà forse la creta al vasaio: "Che fai?"
oppure: "La tua opera non ha manichi"?
10Chi oserà dire a un padre: "Che cosa generi?"
o a una donna: "Che cosa partorisci?".
11Dice il Signore,
il Santo di Israele, che lo ha plasmato:
"Volete interrogarmi sul futuro dei miei figli
e darmi ordini sul lavoro delle mie mani?
12Io ho fatto la terra e su di essa ho creato l'uomo;
io con le mani ho disteso i cieli
e do ordini a tutte le loro schiere.
13Io l'ho stimolato per la giustizia;
spianerò tutte le sue vie.
Egli ricostruirà la mia città
e rimanderà i miei deportati,
senza denaro e senza regali",
dice il Signore degli eserciti.
14Così dice il Signore:
"Le ricchezze d'Egitto e le merci dell'Etiopia
e i Sabei dall'alta statura
passeranno a te, saranno tuoi;
ti seguiranno in catene,
si prostreranno davanti a te,
ti diranno supplicanti:
Solo in te è Dio; non ce n'è altri;
non esistono altri dèi.
15Veramente tu sei un Dio nascosto,
Dio di Israele, salvatore.
16Saranno confusi e svergognati
quanti s'infuriano contro di lui;
se ne andranno con ignominia
i fabbricanti di idoli.
17Israele sarà salvato dal Signore
con salvezza perenne.
Non patirete confusione o vergogna
per i secoli eterni".
18Poiché così dice il Signore,
che ha creato i cieli;
egli, il Dio che ha plasmato
e fatto la terra e l'ha resa stabilee l'ha creata non come orrida regione,
ma l'ha plasmata perché fosse abitata:
"Io sono il Signore; non ce n'è altri.
19Io non ho parlato in segreto,
in un luogo d'una terra tenebrosa.
Non ho detto alla discendenza di Giacobbe:
Cercatemi in un'orrida regione!
Io sono il Signore, che parlo con giustizia,
che annunzio cose rette.
20Radunatevi e venite,
avvicinatevi tutti insieme,
superstiti delle nazioni!
Non hanno intelligenza coloro che portano
un loro legno scolpito
e pregano un dio
che non può salvare.
21Manifestate e portate le prove,
consigliatevi pure insieme!
Chi ha fatto sentire quelle cose da molto tempo
e predetto ciò fin da allora?
Non sono forse io, il Signore?
Fuori di me non c'è altro Dio;
Dio giusto e salvatore
non c'è fuori di me.
22Volgetevi a me e sarete salvi,
paesi tutti della terra,
perché io sono Dio; non ce n'è altri.
23Lo giuro su me stesso,
dalla mia bocca esce la verità,
una parola irrevocabile:
davanti a me si piegherà ogni ginocchio,
per me giurerà ogni lingua".
24Si dirà: "Solo nel Signore
si trovano vittoria e potenza!".
Verso di lui verranno, coperti di vergogna,
quanti fremevano d'ira contro di lui.
25Nel Signore saranno vittoriosi e si glorieranno
tutti i discendenti di Israele.
Lettera agli Efesini 1
1Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, ai santi che sono in Èfeso, credenti in Cristo Gesù:2grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
3Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù
Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei
cieli, in Cristo.
4In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo,
per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità,
5predestinandoci a essere suoi figli adottivi
per opera di Gesù Cristo,
6secondo il beneplacito della sua volontà.
E questo a lode e gloria della sua grazia,
che ci ha dato nel suo Figlio diletto;
7nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue,
la remissione dei peccati
secondo la ricchezza della sua grazia.
8Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
9poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà,
secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui
prestabilito
10per realizzarlo nella pienezza dei tempi:
il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose,
quelle del cielo come quelle della terra.
11In lui siamo stati fatti anche eredi,
essendo stati predestinati secondo il piano di colui
che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà,
12perché noi fossimo a lode della sua gloria,
noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.
13In lui anche voi,
dopo aver ascoltato la parola della verità,
il vangelo della vostra salvezza
e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo
che era stato promesso,
14il quale è caparra della nostra eredità,
in attesa della completa redenzione di coloro
che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.
15Perciò anch'io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi,16non cesso di render grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere,17perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui.18Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi19e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua forza
20che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli,
21al di sopra di ogni principato e autorità,
di ogni potenza e dominazione
e di ogni altro nome che si possa nominare
non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro.
22'Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi'
e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa,
23la quale è il suo corpo,
la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose.
Capitolo VI: Invocazione per prepararsi alla comunione
Leggilo nella BibliotecaParola del discepolo
Quando considero, o Signore, la tua grandezza e la mia miseria, mi metto a tremare forte e mi confondo. Ché, se non mi accosto al sacramento, fuggo la vita; e se lo faccio indegnamente, cado nello scandalo. Che farò, o mio Dio, "mio aiuto" (Is 50,7) e mia guida nella mia miseria? Insegnami tu la strada sicura; mettimi dinanzi una opportuna, breve istruzione per la santa Comunione; giacché è buona cosa conoscere con quale devozione e reverenza io debba preparare il mio cuore a ricevere con profitto il tuo sacramento e a celebrare un così grande, divino sacrificio.
DISCORSO 220 NELLA VEGLIA DI PASQUA
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella Biblioteca
La solennità ripete quel che nella realtà è avvenuto una volta per tutte. La memoria conservatrice di ciò che si pensa.
1. Noi sappiamo, fratelli, e con fermissima fede professiamo, che Cristo è morto per noi una volta per sempre 1, l'innocente per i peccatori, il padrone per i servi, il libero per i carcerati, il medico per i malati, il beato per i sofferenti, il ricco per gli indigenti, il ricercatore per i perduti, il ricompratore per i venduti, il pastore per il gregge e, ecco la cosa più stupenda, il creatore per la creatura; conservando la sua natura eterna si è donato in quella che è stata creata; in quanto Dio, nascosto, manifesto in quanto uomo; per la onnipotenza, datore di vita, per l'infermità, soggetto alla morte; immutabile nella divinità, passibile nella carne; come dice l'Apostolo: Egli è stato messo a morte per i nostri peccati, ed è risuscitato per la nostra giustificazione 2. Questo è avvenuto una volta per sempre, ben lo sapete. Però, anche se la verità, con tanti richiami della Scrittura, ricorda che è avvenuto una volta per sempre, la solennità annuale lo ripete di volta in volta come se sempre fosse la prima. E non sono in contrasto verità e solennità, quasi una dica il falso e l'altra il vero. La verità indica che è avvenuto realmente una volta per sempre; la solennità lo rinnova di volta in volta celebrandolo nel cuore dei fedeli. La verità c'indica che cosa e come è avvenuto; la solennità, invece, non compiendo per la prima volta, ma celebrando, non lascia che passino cose già passate. Pertanto Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato 3. È lui dunque che è stato ucciso una volta per sempre, lui che più non muore, su cui la morte non ha più potere 4. E allora, parlando secondo la verità, noi diciamo che la Pasqua è avvenuta una volta per sempre e che non si ripeterà più; parlando secondo la solennità, diciamo che la Pasqua viene ogni anno. E penso che in questo senso si debba intendere quel che è scritto nel Salmo: Il pensiero dell'uomo ti confesserà e le rimanenze del pensiero ti celebreranno feste solenni 5. Se infatti di quanto si dice degli avvenimenti temporali il pensiero non lo consegnasse alla memoria, dopo un po' di tempo non se ne troverebbe più traccia. Perciò il pensiero dell'uomo, quando percepisce la verità, dà gloria al Signore; le rimanenze del pensiero, poi che restano nella memoria in tempi opportuni non cessando di celebrare feste solenni, perché il pensiero stesso non venga giudicato ingrato. Così si spiega la solennità tanto luminosa di questa notte, in cui, vegliando, è come se rinnovassimo con le rimanenze del pensiero, la risurrezione del Signore che, a pensarci oggettivamente, confessiamo avvenuta una volta per sempre. Ed ora che la verità che vi ho illustrato vi ha resi [più] edotti, non succeda che, abbandonando la celebrazione, vi rendiate irreligiosi. È essa che ha reso illustre questa notte per tutto il mondo. Essa mette in evidenza la numerosità delle schiere cristiane, essa confonde l'accecamento dei Giudei, essa travolge gli idoli dei pagani.
1 - 1 Pt 3, 18; cf. Rm 6, 10; Eb 7, 27; 9, 28; 10, 10.
2 - Rm 4, 25.
3 - 1 Cor 5, 7.
4 - Rm 6, 9.
5 - Sal 75, 11.
La Chiesa trionfante e quella militante
Le visioni - Beata Anna Caterina Emmerick
Leggilo nella BibliotecaLa Comunità della Chiesa trionfante e quella militante. Il
bilancio. Il duro lavoro del Cardo. Il lavoro prezioso della S.
Vergine Maria per l’equilibrio della Chiesa militante. I sette
Mistici devoti. Il sangue dei Martiri. L’Angelo consolatore
delle povere anime. Il Purgatorio e l’inferno.
Le visioni
che Anna Katharina ebbe sul meraviglioso Mistero della nostra santa
Fede e sul contesto di tutti i membri del corpo di Gesù
Cristo, sono varie e ricche d’insegnamento:
Sono toccata da
un sentimento inesprimibile di gioia e illuminazione quando, alla
luce dello sguardo interiore, vedo la Comunità dei Santi e la
loro azione d’amore verso gli altri. Mi sento attratta da tutti
gli esseri umani che mi appaiono come figure scure vicine e lontane.
Mi assale per loro un amore irresistibile e voglio supplicare, per
tutti, Dio e i Santi, i quali sono pronti ad aiutarli con tanto dolce
amore. A questi pensieri e visioni sento palpiti d’amore
bussare prepotentemente al mio petto, come se fosse già giunto
il momento di vivere tutti nella comunità dei Santi, e fossimo
tutti insieme in contatto permanente con loro come un unico corpo.
Queste percezioni di gioia profonda sono però seguite anche
dalla sofferenza, poiché sento che gli uomini sono molto
ciechi e duri. Ardimentosamente e con impeto chiamo il Salvatore e
gli dico:
“Tu che hai tutta la potenza e questo grande amore
che abbraccia l’universo, Tu che puoi tutto non lasciarli
perdere, salvali. Aiutali!” Egli, allora mi rispose mostrandomi
quanta pena per loro si era preso e si prendeva: “Vedi —
così udii — quanto io sono vicino a loro per aiutarli e
per salvarli ed essi mi respingono!” Così sentii la sua
giustizia come intrisa nella dolce grazia dell’amore.
Il mistero della comunità della Chiesa militante terrena, e
di quella trionfante celeste, apparve chiaramente dinanzi agli occhi
interiori di Anna Katharina Emmerich, alla quale venne mostrato come
annualmente, alla fine di ogni anno ecclesiastico, entrambe le Chiese
vengano alla chiusura dei conti.
In questo contesto, il 3 dicembre
1821 la Veggente così raccontava: Ebbi una grande visione sul
bilancio tra la Chiesa terrena e quella celeste di quest’anno.
Dalla Chiesa celeste (che vidi non come un edificio ma come la quinta
essenza di tutte le apparizioni e manifestazioni spirituali), fluiva
la S.S. Trinità e Gesù stava alla destra, c’era
anche Maria, ma in un piano più basso. A sinistra vidi, in
gruppi, i Martiri e i Santi. In un susseguirsi d’immagini mi
scorse davanti tutta l’esistenza terrena di Gesù, i suoi
insegnamenti e sofferenze. Vidi così che questi insegnamenti e
tutte le sue sofferenze contenevano i simboli più alti dei
Misteri della misericordia di Dio e gli atti della nostra salvezza,
come pure le fondamenta delle celebrazioni religiose della Chiesa
militante. In tutte le stazioni della vita temporale di Gesù
vidi l’azione salvifica come nostro conforto e sostegno eterno,
che ha la base e la fonte eterna della grazia nella Chiesa trionfante
e celeste. Questi Misteri sono celebrati dalla Chiesa militante
terrena con sacrifici e celebrazioni devozionali, e l’offerta
del Santo Sacramento li rinnova alla comunità. Potetti
percepire che gli influssi e gli effetti della S. Trinità e
delle sofferenze di Gesù si diffondono nell’infinito e
si propagano su tutte le cose. Vidi pure tutte le celebrazioni dei
Misteri della vita di Gesù fino all’invio dello Spirito
Santo, e compresi che la Chiesa dei giorni nostri riceve lo Spirito
Santo su tutti i suoi membri puri e preparati, per il rinnovamento
della sua missione. Ognuno può pregare per ricevere lo Spirito
Santo, a condizione però che sia pronto a prendere su di sé
le sofferenze di Gesù e portare questo sacrificio unendosi con
Lui, per la sua gloria, e per la Chiesa. L’uomo deve fare tanto
quanto può per Gesù Cristo e la sua Chiesa. Vidi poi lo
Spirito Santo discendere e passare su tutte le azioni degli Apostoli,
dei discepoli, dei Martiri e di tutti i Santi che avevano saputo e
sapevano soffrire per Gesù e sacrificarsi per il Suo Corpo
mistico: la Chiesa.
Tutti questi formavano le vene viventi del
Redentore, dove scorreva il flusso della grazia e della sua
sofferenza conciliatrice. Soffrivano in Gesù e Gesù in
loro e con loro; di tutto ne prendeva profitto la Chiesa militante
terrena. Per mezzo dei martiri ci furono innumerevoli conversioni. I
martiri rappresentano i canali mistici. Essi portano il sangue
vivente del Salvatore a migliaia e milioni di cuori umani. Tali
canali sono percorsi dai dolori della militanza e del martirio. Le
sofferenze dei martiri sono come molteplici grazie ecclesiali che
operano a pieno profitto per la salvezza della Chiesa militante e
terrena che, nelle ricorrenze dei Santi, celebra e commemora queste
sofferenze inserendole nel patrimonio comune della cristianità.
Tali sacrifici recano un valore eterno di beni inestimabili alla
Chiesa, e perciò la stessa dovrebbe celebrarli immedesimandosi
negli stessi, animata dalla fede con la preghiera, le opere
devozionali e di suffragio. Vidi purtroppo che la Chiesa militante
amministra male questi immensi beni, indicibili tesori di grazie
della Chiesa celeste. Vidi la Chiesa terrena come un giardino
magnifico che cela mille tesori da cogliere, ma questi non vengono
raccolti, e con il passar del tempo il campo diviene sterile e arido.
Così ebbi la misura della effettiva condizione della Chiesa
terrena, cioè la comunità dei fedeli, il gregge di
Cristo: tutto era senza vitalità, sonnolento le celebrazioni
senza sentimento, e le grazie che dovrebbero essere ricevute in
conseguenza di tali celebrazioni cadono sulla terra senza essere
colte, trasformandosi in colpe. Ricevetti la consapevolezza che la
Chiesa militante avrebbe dovuto espiare tali manchevolezze con
esercizi di riparazione per pareggiare i conti con quella celeste e
trionfante.
Per colpa delle mancate espiazioni, e dei
riconoscimenti delle proprie mancanze, la Chiesa militante per
quest’anno non potrebbe regolare i conti con quella trionfante
e cadrebbe ancora più in basso. Per questo motivo la S.
Vergine Maria, con un assiduo lavoro e avvalendosi della
collaborazione nel mondo di sette mistici, si occupava di compensare
questa condizione di caduta della Chiesa, degli uomini e della
natura. Tra questi sette mistici fui scelta anch’io a
partecipare a questa missione di soccorso per il risanamento del
bilancio della Chiesa terrena. Nel giorno di S. Caterina, nella casa
della “celebrazione delle nozze”, intrapresi con la santa
Vergine una faticosa raccolta di tutta la frutta e le erbe
necessarie. Iniziammo così tutte le difficili preparazioni. Mi
venne affidato il compito di pressare il miele con le mani dal cardo’
e portarlo alla santa Vergine Maria, la quale lo lasciava cuocere e
poi lo faceva pervenire dall’alto dove mancava.
Nell’amministrazione della Chiesa terrena la colpevolezza si
era fatta sempre più evidente, anzi era aumentata. I membri
della medesima, durante le loro riunioni nell’anno
ecclesiastico, avevano lasciato scorrere quella grazia di Dio,
quell’amore, senza saperlo cogliere; avevano dissipato, perduto
e guastato questo rifocillante dolce nettare, e molte anime che ne
avrebbero avuto bisogno sono state lasciate a languire e
inselvatichire nella dimenticanza. Il Signore però aveva preso
ciò che mancava dalla Chiesa trionfante, adesso quella
militante doveva rendersi conto e rimborsare con gli interessi i doni
ricevuti. Le manca molto miele nel bilancio della resa dei conti
sull’utilizzazione e l’amministrazione dei tesori della
Chiesa trionfante. Questa Grazia dissipata che, simbolicamente,
appare nel corpo del mondo come miele, era stata donata da Dio, e
questo miele deve essere a Lui ridato. Non bisogna dimenticare,
però, che se il raccolto viene fatto nell’epoca della
fioritura basta un minimo impegno per un’accurata apicoltura,
ma se viene fatto in ritardo, e con trascuratezza, occorrono pene e
fatiche. Quando i fiori non ci sono più può essere
utilizzato solo il cardo. La compassione di Gesù si avvale dei
membri della Chiesa affinché espiino e portino il sacrificio
delle pene e dei dolori per le mancanze degli altri. A questo fine
uno di questi volontari, scelto da Cristo, spreme con mani
insanguinate i pungenti cardi, traendo il miele che viene cucinato e
preparato dalla Santa Vergine, la Madre della Chiesa. Il martirio del
mio duro lavoro proseguì per giorni e notti. Poi potei vedere
la situazione di entrambe le Chiese. In conseguenza a questo duro
lavoro ci fu una riduzione del debito, e così quella in basso
emerse dall’oscurità e i membri della Chiesa militante
si avvicinarono sempre più a quella trionfante.
Come ho già detto, nello stesso modo in cui io lavoravo per
servire la Madonna con il fine di sorreggere la Chiesa terrena,
operavano nel mondo anche altre tre donne e tre uomini: la
stigmatizzata di Cagliari, Rosa Maria Serra, una donna molto malata
con grandi infermità corporali; un francescano nel Tirolo, che
ho visto spesse volte, e un giovane religioso, in una casa dove si
trovavano altri sacerdoti, in una zona montuosa. Quest’ultimo è
particolarmente elevato nell’anima, soffre molto per la
condizione della Chiesa oberato da dolori immensi. Ogni sera
supplica, con cuore sincero rivolto a Dio, di lasciarlo soffrire per
tutte le mancanze che oggi appaiono nella Chiesa. Il terzo è
un uomo distinto, ammogliato e con molti bambini, ha una moglie
cattivissima e confusa, e presa da una pressante occupazione per
l’amministrazione della casa. Vive in una grande città,
nella quale ci sono cattolici, protestanti, giansenisti 2 e liberi
pensatori. Il suo modo di vivere è nel più grande
ordine, è sempre pieno di buone azioni verso i poveri e
sopporta con sofferenza la moglie cattiva, ma in nobilissimo modo.
Nella città in cui vive c’è una strada abitata da
giudei e segregata, è chiusa da una parte all’altra con
portoni e c’è molto commercio ambulante. Quando poi
finii con il mio lavoro mi apparvero, vicino al Salvatore, due grandi
tavole dove era raccolto tutto il bene e il male, il bello e il
brutto, anche tutti i miei lavori erano rappresentati
figurativamente. Su una tavola si trovava tutto quello che era
trascurato e annullato, mentre sull’altra c’erano le più
belle corone, paramenti e fiori. Le cose più meravigliose di
Dio.
Da una parte si potevano vedere ghirlande strappate, brutti
vestiti mezzo confezionati ed ogni specie di verdure ed erbe
spezzettate, un miserabile mucchio di rovine e cocci: queste sono le
rovine che portiamo dentro di noi. A quelle visioni divenni molto
triste e non potetti trattenermi dal piangere per due ore a viso
chino tanto che sentii il cuore sciogliersi nel petto. Tutti questi
frammenti e cose stavano dietro le spalle di Gesù. Allora Egli
mi si avvicinò misericordioso, e mi disse: “Solo queste
lacrime mi sono mancate, ti ho lasciato vedere tali cose affinché
non potessi pensare che fosse imputato a te; ho preso tutto questo
sulle mie spalle”. Anche le altre sei persone piangevano e
venivano confortate nello stesso modo dal Redentore. Vidi la Santa
Vergine avvicinarsi alla Chiesa e stendere su di lei il suo mantello,
radunando sotto di esso molti poveri, malati e storpi. Mi apparvero
Gesù e gli Apostoli nel più alto Coro della Chiesa e
sentii che dalla distribuzione dell’Eucarestia si emanava come
una nuova energia tutt’intorno tra i fedeli. In un luogo, che
mi sembrò di purificazione, vidi permanere delle anime, altre
invece salire in cielo dopo solo un giorno o due. Erano immagini del
Purgatorio e della Chiesa sofferente. Mi apparve un altro luogo di
attesa, sotto una volta angusta, dove sembrava che le anime avessero
la loro prigione. Un Angelo consolatore giunse a confortarle,
portando loro un’offerta; vidi la luce rossa di una candela su
un altare. Venni a sapere che le povere anime, se non possono aiutare
nemmeno se stesse, tuttavia pregano per la Chiesa. Qualche volta mi
appare l’immagine della situazione generale della Chiesa,
allora vedo tra occidente e settentrione, un buco nero profondo, dove
non penetra nessun raggio di luce: mi sembra che questo sia
l’inferno. Vidi una grande celebrazione nella Chiesa e molti
si univano alla stessa. Vidi allora molte chiese, o meglio sarebbe
dire luoghi di preghiera, con banderuole in cima ai tetti. Mi sembra
di vedere molta gente senza ordine e relazione con la Chiesa celeste,
ma anche senza alcuna relazione con la Chiesa sofferente. Costoro non
facevano parte di una comunità fondata e sviluppata, nel senso
ecclesiastico della Chiesa militante, sofferente e trionfante e non
ricevevano il Corpo del Signore nell’Eucarestia, bensì
solo pane. Essi correvano dove si distribuiva il pane. Ma, pur
nell’errore, innocentemente, aspiravano in modo devoto e
fervente al Corpo di Cristo e venivano appagati nei loro sentimenti
religiosi, anche senza il conforto di quest’Eucarestia, mentre
i soliti che si confessavano senza vero amore e fervore non
ricevevano assolutamente nulla, poiché i veri figli della
Chiesa sono coloro che amano il Signore nel profondo del cuore e
ricevono da Lui la vera forza.
12-151 Febbraio 8, 1921 Mentre il mondo vuol cacciare Gesù dalla faccia della terra, Lui sta preparando un’era d’amore, l’era del terzo Fiat.
Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)
(1) Questa mattina, dopo aver fatto la comunione, sentivo che nel mio interno, il mio sempre amabile Gesù diceva:
(2) “Oh! iniquo mondo, tu stai facendo di tutto per cacciarmi dalla faccia della terra, per sbandirmi dalla società, dalle scuole, dalle conversazioni, da tutto; stai macchinando come abbattere templi ed altari, come distruggere la mia Chiesa e uccidere i ministri, ed Io ti sto preparando un’era d’amore, l’era del mio terzo Fiat. Tu farai la tua via per sbandirmi, ed Io ti confonderò d’amore, ti seguirò di dietro, mi farò incontro davanti per confonderti in amore, e dove tu mi hai sbandito, Io erigerò il mio trono, e vi regnerò più di prima, ma in modo più sorprendente, tanto che tu stesso cadrai ai piedi del mio trono, come legato dalla forza del mio amore”.
(3) Poi ha soggiunto: “Ah! figlia mia, la creatura imperversa sempre più nel male, quante macchine di rovine stanno preparando, giungeranno a tanto, da esaurire lo stesso male; ma mentre loro si occuperanno nel fare la loro via, Io mi occuperò, che il mio Fiat Voluntas Tua abbia compimento ed esaurimento, che la mia Volontà regni sulla terra, ma in modo tutto nuovo; mi occuperò a preparare l’era del terzo Fiat, in cui il mio amore sfoggerà in modo meraviglioso ed inaudito, ah! sì, voglio confondere l’uomo tutto in amore. Perciò sii attenta, ti voglio con Me a preparare quest’era d’amore, celeste e divina, ci daremo la mano a vicenda, ed opereremo insieme”.
(4) Poi si è avvicinato alla mia bocca, e menandomi il suo fiato onnipotente nella mia bocca, mi sentivo infondere una nuova vita, ed è scomparso.