Liturgia delle Ore - Letture
Domenica della 19° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Matteo 25
1Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;3le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio;4le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi.5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.6A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.8E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.9Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.10Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!12Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.
14Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.16Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.20Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.21Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.22Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.23Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.24Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso;25per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.26Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.29Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.30E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
31Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.32E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,33e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.34Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.35Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.37Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?38Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?39E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?40Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.41Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.42Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;43ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.44Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?45Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.46E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna".
Deuteronomio 17
1Non immolerai al Signore tuo Dio bue o pecora che abbia qualche difetto o qualche deformità, perché sarebbe abominio per il Signore tuo Dio.
2Qualora si trovi in mezzo a te, in una delle città che il Signore tuo Dio sta per darti, un uomo o una donna che faccia ciò che è male agli occhi del Signore tuo Dio, trasgredendo la sua alleanza,3e che vada e serva altri dèi e si prostri davanti a loro, davanti al sole o alla luna o a tutto l'esercito del cielo, contro il mio comando,4quando ciò ti sia riferito o tu ne abbia sentito parlare, informatene diligentemente; se la cosa è vera, se il fatto sussiste, se un tale abominio è stato commesso in Israele,5farai condurre alle porte della tua città quell'uomo o quella donna che avrà commesso quell'azione cattiva e lapiderai quell'uomo o quella donna, così che muoia.6Colui che dovrà morire sarà messo a morte sulla deposizione di due o di tre testimoni; non potrà essere messo a morte sulla deposizione di un solo testimonio.7La mano dei testimoni sarà la prima contro di lui per farlo morire; poi la mano di tutto il popolo; così estirperai il male in mezzo a te.
8Quando in una causa ti sarà troppo difficile decidere tra assassinio e assassinio, tra diritto e diritto, tra percossa e percossa, in cose su cui si litiga nelle tue città, ti alzerai e salirai al luogo che il Signore tuo Dio avrà scelto;9andrai dai sacerdoti e dal giudice in carica a quel tempo; li consulterai ed essi ti indicheranno la sentenza da pronunciare;10tu agirai in base a quello che essi ti indicheranno nel luogo che il Signore avrà scelto e avrai cura di fare quanto ti avranno insegnato.11Agirai in base alla legge che essi ti avranno insegnato e alla sentenza che ti avranno indicato; non devierai da quello che ti avranno esposto, né a destra, né a sinistra.12L'uomo che si comporterà con presunzione e non obbedirà al sacerdote che sta là per servire il Signore tuo Dio o al giudice, quell'uomo dovrà morire; così toglierai il male da Israele;13tutto il popolo lo verrà a sapere, ne avrà timore e non agirà più con presunzione.
14Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti e ne avrai preso possesso e l'abiterai, se dirai: Voglio costituire sopra di me un re come tutte le nazioni che mi stanno intorno,15dovrai costituire sopra di te come re colui che il Signore tuo Dio avrà scelto. Costituirai sopra di te come re uno dei tuoi fratelli; non potrai costituire su di te uno straniero che non sia tuo fratello.16Ma egli non dovrà procurarsi un gran numero di cavalli né far tornare il popolo in Egitto per procurarsi gran numero di cavalli, perché il Signore vi ha detto: Non tornerete più indietro per quella via!17Non dovrà avere un gran numero di mogli, perché il suo cuore non si smarrisca; neppure abbia grande quantità di argento e d'oro.18Quando si insedierà sul trono regale, scriverà per suo uso in un libro una copia di questa legge secondo l'esemplare dei sacerdoti leviti.19La terrà presso di sé e la leggerà tutti i giorni della sua vita, per imparare a temere il Signore suo Dio, a osservare tutte le parole di questa legge e tutti questi statuti,20perché il suo cuore non si insuperbisca verso i suoi fratelli ed egli non si allontani da questi comandi, né a destra, né a sinistra, e prolunghi così i giorni del suo regno, lui e i suoi figli, in mezzo a Israele.
Proverbi 20
1Il vino è rissoso, il liquore è tumultuoso;
chiunque se ne inebria non è saggio.
2La collera del re è simile al ruggito del leone;
chiunque lo eccita rischia la vita.
3È una gloria per l'uomo astenersi dalle contese,
attaccar briga è proprio degli stolti.
4Il pigro non ara d'autunno,
e alla mietitura cerca, ma non trova nulla.
5Come acque profonde sono i consigli nel cuore umano,
l'uomo accorto le sa attingere.
6Molti si proclamano gente per bene,
ma una persona fidata chi la trova?
7Il giusto si regola secondo la sua integrità;
beati i figli che lascia dietro di sé!
8Il re che siede in tribunale
dissipa ogni male con il suo sguardo.
9Chi può dire: "Ho purificato il cuore,
sono mondo dal mio peccato?".
10Doppio peso e doppia misura
sono due cose in abominio al Signore.
11Già con i suoi giochi il fanciullo dimostra
se le sue azioni saranno pure e rette.
12L'orecchio che ascolta e l'occhio che vede:
l'uno e l'altro ha fatto il Signore.
13Non amare il sonno per non diventare povero,
tieni gli occhi aperti e avrai pane a sazietà.
14"Robaccia, robaccia" dice chi compra:
ma mentre se ne va, allora se ne vanta.
15C'è oro e ci sono molte perle,
ma la cosa più preziosa sono le labbra istruite.
16Prendigli il vestito perché si è fatto garante per un altro
e tienilo in pegno per gli estranei.
17È piacevole all'uomo il pane procurato con frode,
ma poi la sua bocca sarà piena di granelli di sabbia.
18Pondera bene i tuoi disegni, consigliandoti,
e fa' la guerra con molta riflessione.
19Chi va in giro sparlando rivela un segreto,
non associarti a chi ha sempre aperte le labbra.
20Chi maledice il padre e la madre
vedrà spegnersi la sua lucerna nel cuore delle tenebre.
21I guadagni accumulati in fretta da principio
non saranno benedetti alla fine.
22Non dire: "Voglio ricambiare il male",
confida nel Signore ed egli ti libererà.
23Il doppio peso è in abominio al Signore
e le bilance false non sono un bene.
24Dal Signore sono diretti i passi dell'uomo
e come può l'uomo comprender la propria via?
25È un laccio per l'uomo esclamare subito: "Sacro!"
e riflettere solo dopo aver fatto il voto.
26Un re saggio passa al vaglio i malvagi
e ritorna su di loro con la ruota.
27Lo spirito dell'uomo è una fiaccola del Signore
che scruta tutti i segreti recessi del cuore.
28Bontà e fedeltà vegliano sul re,
sulla bontà è basato il suo trono.
29Vanto dei giovani è la loro forza,
ornamento dei vecchi è la canizie.
30Le ferite sanguinanti spurgano il male,
le percosse purificano i recessi del cuore.
Salmi 78
1'Maskil. Di Asaf.'
Popolo mio, porgi l'orecchio al mio insegnamento,
ascolta le parole della mia bocca.
2Aprirò la mia bocca in parabole,
rievocherò gli arcani dei tempi antichi.
3Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato,
4non lo terremo nascosto ai loro figli;
diremo alla generazione futura
le lodi del Signore, la sua potenza
e le meraviglie che egli ha compiuto.
5Ha stabilito una testimonianza in Giacobbe,
ha posto una legge in Israele:
ha comandato ai nostri padri
di farle conoscere ai loro figli,
6perché le sappia la generazione futura,
i figli che nasceranno.
Anch'essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli
7perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma osservino i suoi comandi.
8Non siano come i loro padri,
generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante
e dallo spirito infedele a Dio.
9I figli di Èfraim, valenti tiratori d'arco,
voltarono le spalle nel giorno della lotta.
10Non osservarono l'alleanza di Dio,
rifiutando di seguire la sua legge.
11Dimenticarono le sue opere,
le meraviglie che aveva loro mostrato.
12Aveva fatto prodigi davanti ai loro padri,
nel paese d'Egitto, nei campi di Tanis.
13Divise il mare e li fece passare
e fermò le acque come un argine.
14Li guidò con una nube di giorno
e tutta la notte con un bagliore di fuoco.
15Spaccò le rocce nel deserto
e diede loro da bere come dal grande abisso.
16Fece sgorgare ruscelli dalla rupe
e scorrere l'acqua a torrenti.
17Eppure continuarono a peccare contro di lui,
a ribellarsi all'Altissimo nel deserto.
18Nel loro cuore tentarono Dio,
chiedendo cibo per le loro brame;
19mormorarono contro Dio
dicendo: "Potrà forse Dio
preparare una mensa nel deserto?".
20Ecco, egli percosse la rupe e ne scaturì acqua,
e strariparono torrenti.
"Potrà forse dare anche pane
o preparare carne al suo popolo?".
21All'udirli il Signore ne fu adirato;
un fuoco divampò contro Giacobbe
e l'ira esplose contro Israele,
22perché non ebbero fede in Dio
né speranza nella sua salvezza.
23Comandò alle nubi dall'alto
e aprì le porte del cielo;
24fece piovere su di essi la manna per cibo
e diede loro pane del cielo:
25l'uomo mangiò il pane degli angeli,
diede loro cibo in abbondanza.
26Scatenò nel cielo il vento d'oriente,
fece spirare l'australe con potenza;
27su di essi fece piovere la carne come polvere
e gli uccelli come sabbia del mare;
28caddero in mezzo ai loro accampamenti,
tutto intorno alle loro tende.
29Mangiarono e furono ben sazi,
li soddisfece nel loro desiderio.
30La loro avidità non era ancora saziata,
avevano ancora il cibo in bocca,
31quando l'ira di Dio si alzò contro di essi,
facendo strage dei più vigorosi
e abbattendo i migliori d'Israele.
32Con tutto questo continuarono a peccare
e non credettero ai suoi prodigi.
33Allora dissipò come un soffio i loro giorni
e i loro anni con strage repentina.
34Quando li faceva perire, lo cercavano,
ritornavano e ancora si volgevano a Dio;
35ricordavano che Dio è loro rupe,
e Dio, l'Altissimo, il loro salvatore;
36lo lusingavano con la bocca
e gli mentivano con la lingua;
37il loro cuore non era sincero con lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.
38Ed egli, pietoso, perdonava la colpa,
li perdonava invece di distruggerli.
Molte volte placò la sua ira
e trattenne il suo furore,
39ricordando che essi sono carne,
un soffio che va e non ritorna.
40Quante volte si ribellarono a lui nel deserto,
lo contristarono in quelle solitudini!
41Sempre di nuovo tentavano Dio,
esasperavano il Santo di Israele.
42Non si ricordavano più della sua mano,
del giorno che li aveva liberati dall'oppressore,
43quando operò in Egitto i suoi prodigi,
i suoi portenti nei campi di Tanis.
44Egli mutò in sangue i loro fiumi
e i loro ruscelli, perché non bevessero.
45Mandò tafàni a divorarli
e rane a molestarli.
46Diede ai bruchi il loro raccolto,
alle locuste la loro fatica.
47Distrusse con la grandine le loro vigne,
i loro sicomori con la brina.
48Consegnò alla grandine il loro bestiame,
ai fulmini i loro greggi.
49Scatenò contro di essi la sua ira ardente,
la collera, lo sdegno, la tribolazione,
e inviò messaggeri di sventure.
50Diede sfogo alla sua ira:
non li risparmiò dalla morte
e diede in preda alla peste la loro vita.
51Colpì ogni primogenito in Egitto,
nelle tende di Cam la primizia del loro vigore.
52Fece partire come gregge il suo popolo
e li guidò come branchi nel deserto.
53Li condusse sicuri e senza paura
e i loro nemici li sommerse il mare.
54Li fece salire al suo luogo santo,
al monte conquistato dalla sua destra.
55Scacciò davanti a loro i popoli
e sulla loro eredità gettò la sorte,
facendo dimorare nelle loro tende le tribù di Israele.
56Ma ancora lo tentarono,
si ribellarono a Dio, l'Altissimo,
non obbedirono ai suoi comandi.
57Sviati, lo tradirono come i loro padri,
fallirono come un arco allentato.
58Lo provocarono con le loro alture
e con i loro idoli lo resero geloso.
59Dio, all'udire, ne fu irritato
e respinse duramente Israele.
60Abbandonò la dimora di Silo,
la tenda che abitava tra gli uomini.
61Consegnò in schiavitù la sua forza,
la sua gloria in potere del nemico.
62Diede il suo popolo in preda alla spada
e contro la sua eredità si accese d'ira.
63Il fuoco divorò il fiore dei suoi giovani,
le sue vergini non ebbero canti nuziali.
64I suoi sacerdoti caddero di spada
e le loro vedove non fecero lamento.
65Ma poi il Signore si destò come da un sonno,
come un prode assopito dal vino.
66Colpì alle spalle i suoi nemici,
inflisse loro una vergogna eterna.
67Ripudiò le tende di Giuseppe,
non scelse la tribù di Èfraim;
68ma elesse la tribù di Giuda,
il monte Sion che egli ama.
69Costruì il suo tempio alto come il cielo
e come la terra stabile per sempre.
70Egli scelse Davide suo servo
e lo trasse dagli ovili delle pecore.
71Lo chiamò dal seguito delle pecore madri
per pascere Giacobbe suo popolo,
la sua eredità Israele.
72Fu per loro pastore dal cuore integro
e li guidò con mano sapiente.
Ezechiele 44
1Mi condusse poi alla porta esterna del santuario dalla parte di oriente; essa era chiusa.2Mi disse: "Questa porta rimarrà chiusa: non verrà aperta, nessuno vi passerà, perché c'è passato il Signore, Dio d'Israele. Perciò resterà chiusa.3Ma il principe, il principe siederà in essa per cibarsi davanti al Signore; entrerà dal vestibolo della porta e di lì uscirà".
4Poi mi condusse per la porta settentrionale, davanti al tempio. Guardai ed ecco la gloria del Signore riempiva il tempio. Caddi con la faccia a terra5e il Signore mi disse: "Figlio dell'uomo, sta' attento, osserva bene e ascolta quanto io ti dirò sulle prescrizioni riguardo al tempio e su tutte le sue leggi; sta' attento a come si entra nel tempio da tutti gli accessi del santuario.6Riferirai a quei ribelli, alla gente d'Israele: Così dice il Signore Dio: Troppi sono stati per voi gli abomini, o Israeliti!7Avete introdotto figli stranieri, non circoncisi di cuore e non circoncisi di carne, perché stessero nel mio santuario e profanassero il mio tempio, mentre mi offrivate il mio cibo, il grasso e il sangue, rompendo così la mia alleanza con tutti i vostri abomini.8Non vi siete presi voi la cura delle mie cose sante ma avete affidato loro, al vostro posto, la custodia del mio santuario.9Così dice il Signore Dio: Nessuno straniero, non circonciso di cuore, non circonciso nella carne, entrerà nel mio santuario, nessuno di tutti gli stranieri che sono in mezzo agli Israeliti.
10Anche i leviti, che si sono allontanati da me nel traviamento d'Israele e hanno seguito i loro idoli, sconteranno la propria iniquità;11serviranno nel mio santuario come guardie delle porte del tempio e come servi del tempio; sgozzeranno gli olocausti e le vittime del popolo e staranno davanti ad esso pronti al suo servizio.12Poiché l'hanno servito davanti ai suoi idoli e sono stati per la gente d'Israele occasione di peccato, perciò io ho alzato la mano su di loro - parola del Signore Dio - ed essi sconteranno la loro iniquità.13Non si avvicineranno più a me per servirmi come sacerdoti e toccare tutte le mie cose sante e santissime, ma sconteranno la vergogna degli abomini che hanno compiuti.14Affido loro la custodia del tempio e ogni suo servizio e qualunque cosa da compiere in esso.
15I sacerdoti leviti figli di Zadòk, che hanno osservato le prescrizioni del mio santuario quando gli Israeliti si erano allontanati da me, si avvicineranno a me per servirmi e staranno davanti a me per offrirmi il grasso e il sangue. Parola del Signore Dio.16Essi entreranno nel mio santuario e si avvicineranno alla mia tavola per servirmi e custodiranno le mie prescrizioni.
17Quando entreranno dalle porte dell'atrio interno, indosseranno vesti di lino; non porteranno alcun indumento di lana, quando essi eserciteranno il ministero alle porte dell'atrio interno e nel tempio.18Porteranno in capo turbanti di lino e avranno mutande ai fianchi: non si cingeranno di quanto provochi il sudore.19Quando usciranno nell'atrio esterno verso il popolo, si toglieranno le vesti con le quali hanno ufficiato e le deporranno nelle stanze del santuario: indosseranno altre vesti per non comunicare con esse la consacrazione al popolo.20Non si raderanno il capo, né si lasceranno crescere la chioma, ma avranno i capelli normalmente tagliati.21Nessun sacerdote berrà vino quando dovrà entrare nell'atrio interno.22Non prenderanno in sposa una vedova, né una ripudiata, ma solo una vergine della stirpe d'Israele: potranno sposare però una vedova, se è la vedova di un sacerdote.23Indicheranno al mio popolo ciò che è santo e ciò che è profano e gli insegneranno ciò che è mondo e ciò che è immondo.24Nelle liti essi saranno i giudici e decideranno secondo le mie leggi. In tutte le mie feste osserveranno le mie leggi e i miei statuti e santificheranno i miei sabati.25Nessuno di essi si avvicinerà a un cadavere per non rendersi immondo, ma potrà rendersi immondo per il padre, la madre, un figlio, una figlia, un fratello o per una sorella non maritata:26dopo essersi purificato, gli si conteranno sette giorni27e quando egli rientrerà nel luogo santo, nell'atrio interno per servire nel santuario, offrirà il suo sacrificio espiatorio. Parola del Signore Dio.
28Essi non avranno alcuna eredità. Io sarò la loro eredità: non sarà dato loro alcun possesso in Israele; io sono il loro possesso.29Saranno loro cibo le oblazioni, i sacrifici espiatori, i sacrifici di riparazione; apparterrà loro quanto è stato votato allo sterminio in Israele.30La parte migliore di tutte le vostre primizie e ogni specie di offerta apparterranno ai sacerdoti: così darete al sacerdote le primizie dei vostri macinati, per far posare la benedizione sulla vostra casa.31I sacerdoti non mangeranno la carne di alcun animale morto di morte naturale o sbranato, di uccelli o di altri animali".
Lettera ai Romani 1
1Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il vangelo di Dio,2che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture,3riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne,4costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore.5Per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia dell'apostolato per ottenere l'obbedienza alla fede da parte di tutte le genti, a gloria del suo nome;6e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo.7A quanti sono in Roma diletti da Dio e santi per vocazione, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.
8Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché la fama della vostra fede si espande in tutto il mondo.9Quel Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che io mi ricordo sempre di voi,10chiedendo sempre nelle mie preghiere che per volontà di Dio mi si apra una strada per venire fino a voi.11Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati,12o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io.13Non voglio pertanto che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire fino a voi - ma finora ne sono stato impedito - per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra gli altri Gentili.14Poiché sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso i dotti come verso gli ignoranti:15sono quindi pronto, per quanto sta in me, a predicare il vangelo anche a voi di Roma.
16Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.17È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: 'Il giusto vivrà mediante la fede'.
18In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia,19poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato.20Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità;21essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa.22Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti23e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
24Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi,25poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
26Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura.27Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento.28E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno,29colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori,30maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori,31insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia.32E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.
Capitolo XXI: La compunzione del cuore
Leggilo nella Biblioteca 1. Se vuoi fare qualche progresso conservati nel timore di Dio, senza ambire a una smodata libertà; tieni invece saldamente a freno i tuoi sensi, senza lasciarti andare a una stolta letizia. Abbandonati alla compunzione di cuore, e ne ricaverai una vera devozione. La compunzione infatti fa sbocciare molte cose buone, che, con la leggerezza di cuore, sogliono subitamente disperdersi. E' meraviglia che uno possa talvolta trovare piena letizia nella vita terrena, se considera che questa costituisce un esilio e se riflette ai tanti pericoli che la sua anima vi incontra. Per leggerezza di cuore e noncuranza dei nostri difetti spesso non ci rendiamo conto dei guai della nostra anima; anzi, spesso ridiamo stoltamente, quando, in verità, dovremmo piangere. Non esiste infatti vera libertà, né santa letizia, se non nel timore di Dio e nella rettitudine di coscienza. Felice colui che riesce a liberarsi da ogni impaccio dovuto a dispersione spirituale, concentrando tutto se stesso in una perfetta compunzione. Felice colui che sa allontanare tutto ciò che può macchiare o appesantire il suo spirito. Tu devi combattere da uomo: l'abitudine si vince con l'abitudine. Se impari a non curarti della gente, questa lascerà che tu attenda tranquillamente a te stesso. Non portare dentro di te le faccende degli altri, non impicciarti neppure di quello che fanno le persone più in vista; piuttosto vigila sempre e in primo luogo su di te, e rivolgi il tuo ammonimento particolarmente a te stesso, prima che ad altre persone, anche care. Non rattristarti se non ricevi il favore degli uomini; quello che ti deve pesare, invece, è la constatazione di non essere del tutto e sicuramente nella via del bene, come si converrebbe a un servo di Dio e a un monaco pieno di devozione.
2. E' grandemente utile per noi, e ci dà sicurezza di spirito, non ricevere molte gioie in questa vita; particolarmente gioie materiali. Comunque, è colpa nostra se non riceviamo consolazioni divine o ne proviamo raramente; perché non cerchiamo la compunzione del cuore e non respingiamo del tutto le vane consolazioni che vengono dal di fuori. Riconosci di essere indegno della consolazione divina, e meritevole piuttosto di molte sofferenze, Quando uno è pienamente compunto in se stesso, ogni cosa di questo mondo gli appare pesante e amara. L'uomo retto, ben trova motivo di pianto doloroso. Sia che rifletta su di sé o che vada pensando agli altri, egli comprende che nessuno vive quaggiù senza afflizioni; e quanto più severamente si giudica, tanto maggiormente si addolora. Sono i nostri peccati e i nostri vizi a fornire materia di giusto dolore e di profonda compunzione; peccato e vizi dai quali siamo così avvolti e schiacciati che raramente riusciamo a guardare alle cose celesti. Se il nostro pensiero andasse frequentemente alla morte, più che alla lunghezza della vita, senza dubbio ci emenderemmo con maggior fervore. Di più, se riflettessimo nel profondo del cuore alle sofferenze future dell'inferno e del purgatorio, accetteremmo certamente fatiche e dolori, e non avremmo paura di un duro giudizio. Invece queste cose non penetrano nel nostro animo; perciò restiamo attaccati alle dolci mollezze, restiamo freddi e assai pigri. Spesso, infatti, è sorta di spirituale povertà quella che facilmente invade il nostro misero corpo. Prega dunque umilmente il Signore che ti dia lo spirito di compunzione; e di', con il profeta: nutrimi, o Signore, "con il pane delle lacrime; dammi, nelle lacrime, copiosa bevanda" (Sal 79,6).
DISCORSO 62/A SUL SERVO DEL CENTURIONE
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaIl centurione si dice indegno perché già il Signore era nel suo cuore.
1. La fede di questo centurione preannunzia la fede dei pagani, simile a un granello di senapa, una fede umile e fervente. Il suo servo, come avete udito, era malato e giaceva a casa paralizzato. Ora, questo centurione andò a pregare il Salvatore per la guarigione del suo servo. Il Signore gli promise che sarebbe andato personalmente a guarire il suo servo. Quello però, ferventemente umile ed umilmente fervente: Non sono degno - disse - o Signore, che tu entri sotto il mio tetto 1. Il Signore sarebbe entrato sotto il suo tetto, egli invece se ne proclamava indegno: e tuttavia non avrebbe detto queste parole, se il Signore non fosse già entrato nel suo cuore. Soggiunse poi: Di' solamente una parola e il mio servo guarirà 2. "So a chi parlo: parla e sarà fatto ciò che voglio". Aggiunse anche un paragone molto bello e assai vero. Poiché anch'io - disse - sono un uomo, mentre tu sei Dio; io sono sottoposto ad un'autorità, tu invece sei al di sopra di tutte le autorità; io ho dei soldati ai miei ordini, tu anche gli angeli; se dico a uno: "Va'", quello va; se dico ad un altro: "Vieni", egli viene; se dico al mio servo: "Fa' questo", egli lo fa 3. Al tuo servizio sono tutte le creature; occorre solo che tu dia un ordine e vien fatto ciò che comandi.
L'umiltà del centurione fu la porta per cui entrò il Signore.
2. E il Signore: Io vi assicuro che non ho trovato una fede così grande in Israele 4. Voi sapete che il Signore prese l'umana natura da Israele, dalla stirpe di Davide, da cui discendeva la vergine Maria, la quale diede alla luce il Cristo; egli andò tra i giudei, mostrò loro il volto della sua umanità, fece risonare alle loro orecchie la parola della sua umanità, l'aspetto del suo corpo era davanti ai loro occhi. La sua presenza s'era avverata per i giudei: n'era stata fatta la promessa ai loro padri e fu mantenuta per i figli. Tuttavia questo centurione era uno straniero, era un romano, faceva il militare nella Giudea; ma il Cristo esaltò la fede di lui di fronte alla fede degli Israeliti, al punto di dire: Vi assicuro che non ho trovato una fede così grande in Israele. Che cosa pensiamo che lodò per quanto riguarda la fede di questo ufficiale? L'umiltà. Non sono degno che tu entri sotto il mio tetto 5. Ecco che cosa lodò: e poiché lodò l'umiltà, egli entrò attraverso essa. L'umiltà del centurione fu la porta per cui entrò il Signore, affinché possedesse più completamente colui che già possedeva.
Il " venire " è credere.
3. Il Signore dunque in quest'occasione diede una grande speranza ai pagani; noi non esistevamo ancora, ma eravamo già previsti, eravamo già conosciuti, eravamo già presagiti. Che cosa disse infatti? Per ciò io vi dico che molti verranno dall'Oriente e dall'Occidente 6. Dove verranno? Dove potranno credere. Là vengono: venire è il credere stesso. Se uno ha creduto è venuto; se uno ha apostatato, si è allontanato. Verranno dall'Oriente e dall'Occidente: non già nel tempio di Gerusalemme né in un luogo centrale della terra, non ascendono verso qualche monte; e tuttavia vengono al tempio di Gerusalemme, a una specie di centro, a una specie di monte. Il tempio di Gerusalemme è ormai il corpo di Cristo; di esso aveva detto: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo riedificherò 7. Il luogo centrale in cui vengono è proprio Cristo: è al centro, perché è uguale per tutti: tutto ciò che viene posto nel mezzo è comune a tutti. Vengono al monte, di cui dice Isaia: Negli ultimi tempi sarà manifesto il monte del Signore, posto sulla vetta dei monti e sarà più alto di tutti i colli e a esso verranno tutte le genti 8. Questo monte era una piccola pietra ma col crescere riempì tutto il mondo: così infatti lo vide Daniele 9. Accostatevi al monte, salite sul monte e voi, che vi salite, non discendetene. Lì sarete al sicuro, sarete difesi: il monte del vostro rifugio è il Cristo. E dov'è il Cristo? Alla destra del Padre, poiché è asceso al cielo. È molto lontano: chi potrà salirvi, chi toccarlo? Se è lontano da voi, in che modo diciamo con verità: Il Signore sia con voi? Egli non solo è assiso alla destra del Padre, ma non si allontanerà dal vostro cuore.
Il Signore comanda ugualmente ai vermiciattoli e agli angeli.
4. Rivolto al centurione: Va' - gli disse - e ti sia fatto come hai creduto 10. E proprio in quell'ora il servo guarì. Come aveva creduto, così avvenne. Di' una sola parola, e guarirà 11. Disse una parola e guarì. Ti sia fatto, come hai creduto; scomparve dalle membra del servo la malattia gravissima. Con quanto mirabile facilità il Signore comanda a tutte le creature! Poiché non fa alcuna fatica a comandare. O al contrario egli è un padrone delle creature capace di comandare agli angeli e non si degna di comandare agli uomini? Volessero almeno gli uomini servirlo! Ma felice è colui al quale egli comanda nell'intimo, non attraverso l'orecchio della carne, ma attraverso quello del cuore, dove corregge e dirige. Da questo dovete comprendere che il Signore comanda a tutte le cose, poiché nel suo comando non tralasciò neppure dei vermiciattoli. Comandò a un verme che rosicchiò la zucca alla radice e scomparve l'ombra al Profeta. Comandò - dice la Scrittura - a un verme del mattino che rosicchiò la zucca e l'ombra scomparve 12. Il verme del mattino è Cristo; così è intitolato il salmo ventunesimo che tratta della sua passione: Per il soccorso mattutino 13. Egli risuscitò di mattina, fece scomparire l'ombra giudaica. Ecco perché, rivolgendo dolci parole alla sua sposa, nel Cantico dei cantici dice: Fino a che spiri la brezza del giorno e le ombre siano dissipate 14. Osservate forse il sabato nel senso letterale? Vi astenete forse dalle carni degli animali che non ruminano o non hanno l'unghia separata? Offrite forse a Dio in sacrificio vittime prese tra il bestiame? Nessuna di queste cose voi fate. Perché? Perché la zucca è stata rosicchiata, l'ombra è scomparsa, è apparso il sole in tutto il suo splendore. Invocate il refrigerio, per non soffrire nella penosa osservanza dei comandamenti. Fine.
1 - Mt 8, 8.
2 - Mt 8, 8.
3 - Mt 8, 9.
4 - Mt 8, 10.
5 - Mt 8, 8.
6 - Mt 8, 11.
7 - Gv 2, 19.
8 - Is 2, 2.
9 - Dn 2, 34.
10 - Mt 8, 13.
11 - Mt 8, 8.
12 - Iona 4, 7.
13 - Sal 21, 1.
14 - Ct 2, 17.
Sogna di trovarsi in una nicchia in San Pietro
I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco
Leggilo nella BibliotecaUn giorno, non si sa in che anno, Don Bosco sognò di trovarsi nella
Basilica di San Pietro, entro la grande nicchia che si apre sotto il
cornicione, a destra della navata centrale, perpendicolarmente alla
statua di bronzo del Principe degli Apostoli, e al medaglione in mosaico
di Pio IX. Egli non sapeva come fosse capitato lassù e non si dava
pace. Guarda attorno se vi sia modo di scendere, ma non vede nulla.
Chiama, grida, ma nessuno risponde. Finalmente, vinto dall’angoscia, si
sveglia.
Se qualcuno, udendo questo sogno, allora avesse creduto di scorgervi un
senso profetico, si sarebbe detto che sognava a occhi aperti. Ma oggi,
proprio dall’alto di quella nicchia, sorride il magnifico Don Bosco del
Canonica.
Questo monumento, degno della Basilica vaticana, è un colossale gruppo
marmoreo, in cui la figura di Don Bosco misura metri 4,80 di altezza,
senza tener conto del piedestallo di oltre un metro di altezza. Don
Bosco è rappresentato nell’atto che con nobile gesto della destra indica
l’altare papale a due giovani, da lui avvolti con la sinistra in ampio
amplesso paterno. Questi sono San Domenico Savio e il venerabile giovane
patagone Zeffirino Namuncurà, figlio del Gran Cacico convertito con la
sua tribù dal cardinal Cagliero.
I due giovani pare pendano dal suo labbro per ascoltare, perpetuata nel
marmo, quella professione di fedeltà al Papa, che è stata la divisa
inviolata di Don Bosco. Tale atteggiamento, mentre risponde alla fedeltà
storica, non isola la statua nella sua nicchia come un puro elemento
decorativo, ma ne fa un elemento organico del tempio vaticano.
«In questo monumento, concezione ed espressione toccano il vertice
dell’arte. Il Canonica, scultore di fama mondiale e Accademico d’Italia,
svincolandosi dalle meticolosità fotografiche e sorpassando gli
atteggiamenti tradizionali di Don Bosco dipinto e scolpito, ne fissò
energicamente la grandezza spirituale in una creazione che appartiene
all’arte veramente degna di questo nome».
Traspare infatti «il carattere meditativo del Santo, la sua forza
intellettuale, la sua antiveggenza di santo e di apostolo; ciò che,
sposato al sorriso paterno della sua forte bocca, integra bene il suo
carattere esuberante di carità e di amore» (G. De Mori).
Il monumento fu inaugurato il 31 gennaio 1936 e benedetto dal cardinal
Pacelli, il futuro Pio XII, tra l’entusiasmo di 20.000 giovani, tra i
quali 10.000 rappresentavano, per disposizione del Ministero, le Scuole
di Roma.
La nicchia assegnata da Pio XI a Don Bosco si può ben dire nicchia
d’onore, perché s’innalza sopra la statua di San Pietro ed era rimasta
vuota per secoli. Coloro poi che vissero negli ultimi anni del Santo non
potevano contemplarlo lassù senza ra,nmentare il sogno citato, che
avevano udito raccontare da ragazzi. Nessuno, e lui meno di tutti,
allora avrebbe mai immaginato quale arcano si potesse nascondere sotto
il velo dello strano sogno.
21 maggio 1944
Maria Valtorta
Dice Gesù:
«Non soltanto vi cacceranno [313] dalle sinagoghe, e per queste intendo tutte le posizioni sociali nelle quali potreste avere onore e utile. Sarete perseguitati per il mio Nome e per la vostra fedeltà ad esso anche nello spirito. Non perché chi vi perseguita lo faccia per sincerità di zelo verso di Me ed il mio culto. Ma perché – parlo specialmente a voi, miei portavoce – ma perché le parole che dite sono tali che urtano la maggioranza – e, fra questa, specie quella parte di maggioranza che dovrebbe essere la migliore – e perciò voi divenite per essa oggetto di odio.
Non parlo qui per tutti i credenti, per i quali verranno di certo le periodiche persecuzioni del potere umano preso da febbre satanica; ma delle persecuzioni speciali per tutti i miei prediletti ai quali, oltre la dolce croce del mio amore e del mio volere, viene imposta l’amarissima croce dell’odio e del mal volere umano.
Oh! se sapeste come vi odia il mondo, o miei prediletti! Vi odia come mi ha odiato. E nel mondo vi sono, con doppia colpa, anche i discendenti degli antichi sacerdoti, i loro successori. Pochi fra essi hanno vera fede. Il razionalismo li sterilisce con la sua dottrina e l’egoismo li acceca e li porta a odiare. Perciò vi accuseranno di essere eretici. Ma non vi accasciate. Il mondo cessa col giorno del vostro natale [314]. Allora si apriranno per voi le porte del vero Mondo: eterno e buono perché Mondo di Dio.
Io vi amo, o miei diletti. Io vi ringrazio. Io vi benedico e con Me il Padre e lo Spirito, perché voi, servendo Me, servite l’eterna Trinità, ed Essa vi bacia coi suoi raggi d’amore e vi circonda di Sé per compensarvi in maniera ineffabile di tutto il dolore che i misconoscitori di Dio vi dànno.
Va’ in pace, Maria. E dammi la tua tribolazione e la tua desolazione. Non è che tu sia sola. È che ho bisogno di questa tua pena. Un poco di Getsemani per amor mio.»
[313] vi cacceranno…, come in Giovanni 16, 2.
[314] del vostro natale cioè della vostra nascita al Cielo.