Sotto il Tuo Manto

Giovedi, 5 giugno 2025 - San Bonifacio (Letture di oggi)

Lo spavento è un male peggiore del male medesimo. (San Pio da Pietrelcina)

Liturgia delle Ore - Letture

Giovedi della 17° settimana del tempo ordinario

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 17

1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.2E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.3Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.4Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: "Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia".5Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo".6All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore.7Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: "Alzatevi e non temete".8Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.

9E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: "Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti".
10Allora i discepoli gli domandarono: "Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?".11Ed egli rispose: "Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa.12Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro".13Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista.

14Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo15che, gettatosi in ginocchio, gli disse: "Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e spesso anche nell'acqua;16l'ho già portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo".17E Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo qui".18E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito.
19Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?".20Ed egli rispose: "Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile.21Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno".

22Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini23e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà". Ed essi furono molto rattristati.

24Venuti a Cafàrnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della tassa per il tempio e gli dissero: "Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?".25Rispose: "Sì". Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: "Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?".26Rispose: "Dagli estranei". E Gesù: "Quindi i figli sono esenti.27Ma perché non si scandalizzino, va' al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te".


Primo libro delle Cronache 29

1Il re Davide disse a tutta l'assemblea: "Salomone mio figlio, il solo che Dio ha scelto, è ancora giovane e debole, mentre l'impresa è grandiosa, perché la Dimora non è destinata a un uomo ma al Signore Dio.2Secondo tutta la mia possibilità ho fatto preparativi per il tempio del mio Dio; ho preparato oro su oro, argento su argento, bronzo su bronzo, ferro su ferro, legname su legname, ònici, brillanti, topàzi, pietre di vario valore e pietre preziose e marmo bianco in quantità.3Inoltre, per il mio amore per la casa del mio Dio, quanto possiedo in oro e in argento dò per il tempio del mio Dio, oltre quanto ho preparato per il santuario:4tremila talenti d'oro, d'oro di Ofir, e settemila talenti d'argento raffinato per rivestire le pareti interne,5l'oro per gli oggetti in oro, l'argento per quelli in argento e per tutti i lavori da eseguirsi dagli artisti. Ora, chi vuole essere generoso oggi per il Signore?".6Si dimostrarono volenterosi i capifamiglia, i capitribù di Israele, i capi di migliaia e di centinaia e i dirigenti degli affari del re.7Essi diedero per l'opera del tempio cinquemila talenti d'oro, diecimila darìci, diecimila talenti d'argento, diciottomila talenti di bronzo e centomila talenti di ferro.8Quanti si ritrovarono pietre preziose le diedero a Iechièl il Ghersonita, perché fossero depositate nel tesoro del tempio.9Il popolo gioì per la loro generosità, perché le offerte erano fatte al Signore con cuore sincero; anche il re Davide gioì vivamente.
10Davide benedisse il Signore davanti a tutta l'assemblea. Davide disse: "Sii benedetto, Signore Dio di Israele, nostro padre, ora e sempre.11Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, la gloria, lo splendore e la maestà, perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo. Signore, tuo è il regno; tu ti innalzi sovrano su ogni cosa.12Da te provengono la ricchezza e la gloria; tu domini tutto; nella tua mano c'è forza e potenza; dalla tua mano ogni grandezza e potere.13Ora, nostro Dio, ti ringraziamo e lodiamo il tuo nome glorioso.14E chi sono io e chi è il mio popolo, per essere in grado di offrirti tutto questo spontaneamente? Ora tutto proviene da te; noi, dopo averlo ricevuto dalla tua mano, te l'abbiamo ridato.15Noi siamo stranieri davanti a te e pellegrini come tutti i nostri padri. Come un'ombra sono i nostri giorni sulla terra e non c'è speranza.16Signore nostro Dio, quanto noi abbiamo preparato per costruire una casa al tuo santo nome proviene da te, è tutto tuo.17So, mio Dio, che tu provi i cuori e ti compiaci della rettitudine. Io, con cuore retto, ho offerto spontaneamente tutte queste cose. Ora io vedo il tuo popolo qui presente portarti offerte con gioia.18Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Israele, nostri padri, custodisci questo sentimento per sempre nell'intimo del cuore del tuo popolo. Dirigi i loro cuori verso di te.19A Salomone mio figlio concedi un cuore sincero perché custodisca i tuoi comandi, le tue disposizioni e i tuoi decreti, perché eseguisca tutto ciò e costruisca l'edificio, per il quale io ho eseguito i preparativi".
20Davide disse a tutta l'assemblea: "Su, benedite il Signore vostro Dio!". Tutta l'assemblea benedisse il Signore, Dio dei suoi padri; si inginocchiarono e si prostrarono davanti al Signore e al re.
21Offrirono sacrifici al Signore e gli bruciarono olocausti il giorno dopo: mille giovenchi, mille arieti, mille agnelli con le relative libazioni, oltre numerosi sacrifici per tutto Israele.22Mangiarono e bevvero alla presenza del Signore in quel giorno con manifestazioni di grande gioia. Di nuovo proclamarono re Salomone, figlio di Davide, lo unsero, consacrando lui al Signore come capo e Zadòk come sacerdote.
23Salomone sedette sul trono del Signore come re al posto di Davide suo padre; prosperò e tutto Israele gli fu sottomesso.24Tutti gli ufficiali, i prodi e anche tutti i figli del re Davide si sottomisero al re Salomone.25Il Signore rese grande Salomone di fronte a tutto Israele e gli diede uno splendore di regno, che nessun predecessore in Israele aveva avuto.
26Davide, figlio di Iesse, aveva regnato su tutto Israele.27La durata del suo regno su Israele era stata di quarant'anni; in Ebron aveva regnato sette anni e in Gerusalemme trentatré.28Morì molto vecchio, sazio di anni, di ricchezza e di gloria. Al suo posto divenne re il figlio Salomone.
29Le gesta del re Davide, le prime come le ultime, ecco sono descritte nei libri del veggente Samuele, nel libro del profeta Natan e nel libro del veggente Gad,30con tutta la storia del suo regno, della sua potenza e di quanto avvenne in quei tempi durante la sua vita, in Israele e in tutti i regni degli altri paesi.


Giobbe 6

1Allora Giobbe rispose:

2Se ben si pesasse il mio cruccio
e sulla stessa bilancia si ponesse la mia sventura...
3certo sarebbe più pesante della sabbia del mare!
Per questo temerarie sono state le mie parole,
4perché le saette dell'Onnipotente mi stanno infitte,
sì che il mio spirito ne beve il veleno
e terrori immani mi si schierano contro!
5Raglia forse il somaro con l'erba davanti
o muggisce il bue sopra il suo foraggio?
6Si mangia forse un cibo insipido, senza sale?
O che gusto c'è nell'acqua di malva?
7Ciò che io ricusavo di toccare
questo è il ributtante mio cibo!
8Oh, mi accadesse quello che invoco,
e Dio mi concedesse quello che spero!
9Volesse Dio schiacciarmi,
stendere la mano e sopprimermi!
10Ciò sarebbe per me un qualche conforto
e gioirei, pur nell'angoscia senza pietà,
per non aver rinnegato i decreti del Santo.
11Qual la mia forza, perché io possa durare,
o qual la mia fine, perché prolunghi la vita?
12La mia forza è forza di macigni?
La mia carne è forse di bronzo?
13Non v'è proprio aiuto per me?
Ogni soccorso mi è precluso?
14A chi è sfinito è dovuta pietà dagli amici,
anche se ha abbandonato il timore di Dio.
15I miei fratelli mi hanno deluso come un torrente,
sono dileguati come i torrenti delle valli,
16i quali sono torbidi per lo sgelo,
si gonfiano allo sciogliersi della neve,
17ma al tempo della siccità svaniscono
e all'arsura scompaiono dai loro letti.
18Deviano dalle loro piste le carovane,
avanzano nel deserto e vi si perdono;
19le carovane di Tema guardano là,
i viandanti di Saba sperano in essi:
20ma rimangono delusi d'avere sperato,
giunti fin là, ne restano confusi.
21Così ora voi siete per me:
vedete che faccio orrore e vi prende paura.
22Vi ho detto forse: "Datemi qualcosa"
o "dei vostri beni fatemi un regalo"
23o "liberatemi dalle mani di un nemico"
o "dalle mani dei violenti riscattatemi"?
24Istruitemi e allora io tacerò,
fatemi conoscere in che cosa ho sbagliato.
25Che hanno di offensivo le giuste parole?
Ma che cosa dimostra la prova che viene da voi?
26Forse voi pensate a confutare parole,
e come sparsi al vento stimate i detti di un disperato!
27Anche sull'orfano gettereste la sorte
e a un vostro amico scavereste la fossa.
28Ma ora degnatevi di volgervi verso di me:
davanti a voi non mentirò.
29Su, ricredetevi: non siate ingiusti!
Ricredetevi; la mia giustizia è ancora qui!
30C'è forse iniquità sulla mia lingua
o il mio palato non distingue più le sventure?


Salmi 29

1'Salmo. Di Davide.'

Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
2Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore in santi ornamenti.

3Il Signore tuona sulle acque,
il Dio della gloria scatena il tuono,
il Signore, sull'immensità delle acque.
4Il Signore tuona con forza,
tuona il Signore con potenza.

5Il tuono del Signore schianta i cedri,
il Signore schianta i cedri del Libano.
6Fa balzare come un vitello il Libano
e il Sirion come un giovane bufalo.

7Il tuono saetta fiamme di fuoco,
8il tuono scuote la steppa,
il Signore scuote il deserto di Kades.
9Il tuono fa partorire le cerve
e spoglia le foreste.
Nel suo tempio tutti dicono: "Gloria!".

10Il Signore è assiso sulla tempesta,
il Signore siede re per sempre.
11Il Signore darà forza al suo popolo
benedirà il suo popolo con la pace.


Ezechiele 39

1"E tu, figlio dell'uomo, profetizza contro Gog e annunzia: Così dice il Signore Dio: Eccomi contro di te, Gog, principe capo di Mesech e di Tubal.2Io ti sospingerò e ti condurrò e dagli estremi confini del settentrione ti farò salire e ti condurrò sui monti d'Israele.3Spezzerò l'arco nella tua mano sinistra e farò cadere le frecce dalla tua mano destra.4Tu cadrai sui monti d'Israele con tutte le tue schiere e i popoli che sono con te: ti ho destinato in pasto agli uccelli rapaci d'ogni specie e alle bestie selvatiche.5Tu sarai abbattuto in aperta campagna, perché io l'ho detto. Oracolo del Signore Dio.
6Manderò un fuoco su Magòg e sopra quelli che abitano tranquilli le isole: sapranno che io sono il Signore.7Farò conoscere il mio nome santo in mezzo al mio popolo Israele, e non permetterò che il mio santo nome sia profanato; le genti sapranno che io sono il Signore, santo in Israele.8Ecco, questo avviene e si compie - parola del Signore Dio -: è questo il giorno di cui ho parlato.9Gli abitanti delle città d'Israele usciranno e per accendere il fuoco bruceranno armi, scudi grandi e piccoli e archi e frecce e mazze e giavellotti e con quelle alimenteranno il fuoco per sette anni.10Non andranno a prendere la legna nei campi e neppure a tagliarla nei boschi perché faranno il fuoco con le armi: spoglieranno coloro che li avevano spogliati e deprederanno coloro che li avevano saccheggiati. Parola del Signore Dio.
11In quel giorno assegnerò a Gog come sepolcro un luogo famoso in Israele, la valle di Abarìm, a oriente del mare: essa chiude il passo ai viandanti. Lì sarà sepolto Gog e tutta la sua moltitudine e quel luogo si chiamerà Valle della moltitudine di Gog.12La casa di Israele darà loro sepoltura per sette mesi per purificare il paese.13Lì seppellirà tutto il popolo del paese e sarà per loro glorioso il giorno in cui manifesterò la mia gloria. Parola del Signore Dio.14Saranno scelti uomini che percorreranno di continuo il paese per seppellire con l'aiuto dei viandanti quelli che son rimasti a fior di terra, per renderla pura; cominceranno le ricerche alla fine del settimo mese.15Quando percorrendo il paese vedranno ossa umane, vi porranno un segnale, finché i becchini non le seppelliscano nella valle della moltitudine di Gog:16Hamonà sarà chiamata la città. Così purificheranno il paese.17A te, figlio dell'uomo, dice il Signore Dio: Annunzia agli uccelli d'ogni specie e a tutte le bestie selvatiche: Radunatevi, venite; raccoglietevi da ogni parte sul sacrificio che offro a voi, sacrificio grande, sui monti d'Israele. Mangerete carne e berrete sangue;18mangerete carne d'eroi, berrete sangue di prìncipi del paese: montoni, agnelli, capri e tori grassi di Basàn, tutti.19Mangerete grasso a sazietà e berrete fino all'ebbrezza il sangue del sacrificio che preparo per voi.20Alla mia tavola vi sazierete di cavalli e cavalieri, di eroi e di guerrieri d'ogni razza. Parola del Signore Dio.

21Fra le genti manifesterò la mia gloria e tutte le genti vedranno la giustizia che avrò fatta e la mano che avrò posta su di voi.22La casa d'Israele da quel giorno in poi saprà che io, il Signore, sono il loro Dio.23Le genti sapranno che la casa d'Israele per la sua iniquità era stata condotta in schiavitù, perché si era ribellata a me e io avevo nascosto loro il mio volto e li avevo dati in mano ai loro nemici, perché tutti cadessero di spada.24Secondo le loro nefandezze e i loro peccati io li trattai e nascosi loro la faccia.
25Perciò così dice il Signore Dio: Ora io ristabilirò la sorte di Giacobbe, avrò compassione di tutta la casa d'Israele e sarò geloso del mio santo nome.26Quando essi abiteranno nella loro terra tranquilli, senza che alcuno li spaventi, si vergogneranno di tutte le ribellioni che hanno commesse contro di me.
27Quando io li avrò ricondotti dalle genti e li avrò radunati dalle terre dei loro nemici e avrò mostrato in loro la mia santità, davanti a numerosi popoli,28allora sapranno che io, il Signore, sono il loro Dio, poiché dopo averli condotti in schiavitù fra le genti, li ho radunati nel loro paese e non ne ho lasciato fuori neppure uno.29Allora non nasconderò più loro il mio volto, perché diffonderò il mio spirito sulla casa d'Israele". Parola del Signore Dio.


Apocalisse 10

1Vidi poi un altro angelo, possente, discendere dal cielo, avvolto in una nube, la fronte cinta di un arcobaleno; aveva la faccia come il sole e le gambe come colonne di fuoco.2Nella mano teneva un piccolo libro aperto. Avendo posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra,3gridò a gran voce come leone che ruggisce. E quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire la loro voce.4Dopoché i sette tuoni ebbero fatto udire la loro voce, io ero pronto a scrivere quando udii una voce dal cielo che mi disse: "Metti sotto sigillo quello che hanno detto i sette tuoni e non scriverlo".
5Allora l'angelo che avevo visto con un piede sul mare e un piede sulla terra,

'alzò la destra verso il cielo'
6'e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli';

che ha creato cielo, terra, mare, e quanto è in essi: "Non vi sarà più indugio!7Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà la tromba, allora si compirà il mistero di Dio come egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti".

8Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: "Va', prendi il libro aperto dalla mano dell'angelo che sta ritto sul mare e sulla terra".9Allora mi avvicinai all'angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: "Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele".10Presi quel piccolo libro dalla mano dell'angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l'ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l'amarezza.11Allora mi fu detto: "Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni e re".


Capitolo X: Astenersi dai discorsi inutili

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1.     Per quanto possibile, stai lontano dall'agitarsi che fa la gente. Infatti, anche se vi si attende con purezza di intenzione, l'occuparsi delle faccende del mondo è un grosso impaccio, perché ben presto si viene inquinati dalle vanità, e fatti schiavi. Più di una volta vorrei essere stato zitto, e non essere andato in mezzo alla gente.

2.     Ma perché andiamo parlando e chiacchierando così volentieri con altri, anche se poi è raro che, quando torniamo a star zitti, non abbiamo qualche guasto alla coscienza? Parliamo così volentieri perché, con queste chiacchiere, cerchiamo di consolarci a vicenda, e speriamo di sollevare il nostro animo oppresso dai vari pensieri. Inoltre molto ci diletta discorrere e fantasticare delle cose che amiamo assai e che desideriamo, o di ciò che sembra contrastarci. Ma spesso purtroppo tutto questo è vano e inutile; giacché una simile consolazione esteriore va molto a scapito di quella interiore e divina.  

3.     Non dobbiamo passare il nostro tempo in ozio, ma in vigilie e in orazioni; e, se possiamo o dobbiamo parlare, dire cose edificanti. Infatti, mentre il malvezzo e la trascuratezza del nostro progresso spirituale ci induce facilmente a tenere incustodita la nostra lingua, giova assai al nostro profitto interiore una devota conversione intorno alle cose dello spirito; tanto più quando ci si unisca, nel nome di Dio, a persone animate da pari spiritualità.


DISCORSO 216 NELLA RESA DEL SIMBOLO AI COMPETENTI

Discorsi - Sant'Agostino

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Chi sono i " competenti ".

1. I primi passi del nostro ministero, come anche del vostro concepimento, in cui con la grazia celeste cominciate ad essere generati nell'utero della fede, bisogna che siano aiutati con la parola; in questo modo per voi il nostro discorso sarà di edificazione, e per noi il vostro concepimento sarà di gioia e di sprone. Noi vi edifichiamo con i discorsi, voi crescete con i costumi. Noi spargiamo la semente della parola, voi rendete i frutti della fede. Ognuno di noi, secondo la vocazione in cui ci ha chiamati il Signore, corra nella sua strada e nei suoi sentieri; nessuno si volti indietro. La Verità che non può né ingannarsi né ingannare, ha dichiarato apertamente: Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno dei cieli 1. Il vostro nome stesso dice che voi questo ambite, che a questo anelate con tutto l'impegno del vostro cuore. Voi vi chiamate competenti. Competenti non vuol dire altro che "insieme-petenti". Come infatti condocenti, concorrenti, consedenti non vuol dire altro che insieme-docenti, insieme-correnti, insieme-sedenti, così anche la parola competenti non deriva che da simul petere, e vuol dire tendere insieme ad una medesima cosa. Qual è questa medesima cosa a cui tendete e che insieme desiderate? È ciò per cui quel tale, dopo aver respinto i desideri carnali e superato le ansietà del secolo, esclama con intrepidezza: Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia. E nel dichiarare quale sia quella cosa, soggiunge: Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita. E spiegando la beatitudine di questo luogo e di questa dimora, stringe e conclude: Per gustare la dolcezza del Signore e ammirare il suo santuario 2.

Bisogna rinunciare al mondo ed aderire a Cristo.

2. Considerate, o miei compagni di tirocinio, quale sia la dolcezza del Signore a cui vi state accostando man mano che respingete gli allettamenti del secolo. Se disprezzate il mondo, il vostro cuore sarà mondo e potrete vedere colui che ha fatto il mondo, e come lui l'ha vinto 3, così con la sua grazia anche voi vincerete questo mondo. Anzi ormai lo venite superando e calpestando, purché non contiate sulle vostre forze, ma sull'aiuto di Dio misericordioso. E non vi considerate da poco, perché ciò che sarete non è stato ancora rivelato. Sappiate che quando egli si sarà manifestato sarete simili a lui 4, e allora si manifesterà quel che sarete. Sappiate che lo vedrete non come egli venne a noi nella pienezza dei tempi, ma nella sua essenza immutabile con la quale ci ha creati. Spogliatevi dell'uomo vecchio per rivestirvi del nuovo 5. Il Signore stabilisce con voi un patto. Voi siete vissuti per il secolo, vi siete dati alla carne e al sangue, avete portato l'immagine dell'uomo terreno. Come dunque avete portato l'immagine dell'uomo che è della terra, così da ora in poi portate quella dell'uomo del cielo 6. Ecco un discorso umano (e per questo il Verbo si è fatto carne); come avete messo le vostre membra come armi d'iniquità a servizio del peccato, così ora mettete le vostre membra come armi di giustizia a servizio di Dio 7. Per la vostra rovina il nemico si serviva contro di voi dei vostri stessi dardi; ora invece per la vostra salvezza sia il vostro protettore ad armarsi contro di lui delle vostre membra. Quegli non potrà farvi alcun male, se non sarà padrone delle vostre membra, dato che voi gliele sottraete; questi vi potrebbe abbandonare giustamente, se da lui dovessero dissentire i vostri desideri e la vostra volontà.

Considerando la propria grandezza, bisogna portar frutti di buone opere.

3. Ecco: vi si fa la proposta di comprare, come a un'asta o al mercato della fede, il regno dei cieli. Guardate e radunate le ricchezze della vostra coscienza, raccogliete insieme concordemente i tesori del vostro cuore. E voi tuttavia potete acquistare gratuitamente, se riconoscete che è gratuito il dono che vi viene offerto. Voi non spendete nulla ma quel che acquistate è veramente grande. Non vi considerate da poco, quando il Creatore vostro e di tutte le cose vi considera tanto cari da spargere per voi ogni giorno il sangue preziosissimo del suo Unigenito. E sarete non da poco, se saprete distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile; se saprete servire non alla creatura ma al Creatore; se non vi farete dominare da ciò che è inferiore a voi e così vi conserverete immacolati dal peccato grande e fondamentale 8; se il seme della parola di Dio, che anche ora il celeste agricoltore sparge nel campo del vostro cuore, non viene in voi calpestato dal passaggio di gente indegna, come se fosse caduto sulla strada; oppure non resta schiacciato, una volta spuntato, dalla pietrosa stoltezza della vostra durissima coscienza oppure non viene soffocato da funesti pungiglioni tra le spine della vostra cupidigia. Se avrete orrore della sterilità di una terra così dannosa e dannabile, sarete una terra fruttifera e feconda, e a colui che vi ha seminato e piovuto sopra con grande gioia [renderete] il frutto del cento per uno; e se non potrete arrivare a questo, potrete rendere un raccolto del sessanta; e se neanche a questo potrete arrivare, non sarà ingrata la vostra resa, anche se sarà del trenta 9. Tutti saranno accolti infatti nei granai del cielo, tutti troveranno rifugio nella pace eterna. Con i frutti di ognuno viene confezionato quel gran pane celeste, ed ogni operaio che abbia lavorato rettamente nella vigna del Signore se ne sazierà abbondantemente e salutarmente; e intanto, con la predicazione del Vangelo, si diffonde la gloria di un sì grande seminatore e piovitore e irrigatore e autore della crescita stessa 10.

Bisogno di conversione per conseguire la vita.

4. Accostatevi dunque a lui con la contrizione del cuore, perché egli è vicino a chi ha il cuore contrito e vi salverà per i vostri spiriti affranti 11. Accostatevi a gara, per essere illuminati 12. Perché voi siete ancora nelle tenebre e le tenebre sono in voi. Ma sarete luce nel Signore 13, il quale illumina ogni uomo che viene in questo mondo 14. Vi siete conformati al secolo, ora convertitevi a Dio. Vi rincresca finalmente della schiavitù di Babilonia. Ecco Gerusalemme, la gran madre celeste, vi viene incontro lungo la via, invitandovi gioiosamente, e vi supplica perché desideriate la vita e amiate di vedere giorni buoni 15, giorni che mai avete avuto né mai potrete avere quaggiù. Quaggiù infatti i vostri giorni si dissolvevano come fumo; più crescevano, più diminuivano; più crescevate in essi, più venivate meno; più salivate in su, più svanivate. Avete vissuto al peccato per anni numerosi e cattivi, desiderate ora di vivere a Dio; desiderate non molti di quegli anni che debbono aver fine e che corrono per perdersi nell'ombra della morte, ma quelli buoni, quelli vicini veramente alla vita autentica, in cui non vi indebolirete per fame o per sete, perché vostro cibo sarà la fede, vostra bevanda la sapienza. Adesso infatti nella Chiesa benedite il Signore nella fede 16, allora invece nella visione sarete abbondantemente dissetati alle sorgenti di Israele.

Nel desiderio della vita eterna bisogna mortificare le proprie membra.

5. Frattanto però, nel corso del presente pellegrinaggio, le lacrime siano il vostro pane giorno e notte, mentre a coloro che v'interrogano continuamente: Dov'è il vostro Dio? 17 voi non potete, carnali come sono, mostrare cose che occhio mai vide, né orecchio mai udì, né mai entrarono in cuor d'uomo 18. Fino a quando non sarete arrivati e comparsi davanti agli occhi del vostro Dio, non vi stancate. Verrà lui stesso a mantenere le promesse, lui che di propria iniziativa si è dichiarato debitore, lui che non ha preso nulla a prestito da nessuno e solo per le sue promesse si è degnato di farsi debitore. In debito ci eravamo noi: e tanto più in debito, quanto più avevamo peccato. Venne lui senza debito, perché senza peccato; ci trovò schiacciati da un interesse dannoso e dannabile e, pagando quel che non aveva rapito, misericordiosamente ci liberò da un debito sempiterno. Noi avevamo commesso la colpa e ci spettava la pena; egli, resosi non socio della colpa ma partecipe della pena, volle rimetterci insieme sia la colpa che la pena. È lui infatti che riscatta dai soprusi e dalle violenze le anime di chi ha fede 19, e di chi dice di vero cuore: Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi 20. È questa la terra da desiderare non con desiderio terreno e morto, ma celeste e vivo. È ad essa che, in un altro Salmo, quel tale, ardente del suo amore e cantando con slancio, dice: Tu sei la mia speranza, tu la mia sorte nella terra dei viventi 21. Ad essa tendono coloro che mortificano veramente le loro membra sulla terra, non le membra di cui è composta la compagine di questo corpo mortale, ma quelle per le quali la forza dell'anima si può miseramente infiacchire. Con molta chiarezza le enumera e le indica quel Vaso di elezione che è l'apostolo Paolo, quando dice: Mortificate quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passione, desideri cattivi e avarizia, che è idolatria 22. Ecco che cosa dovete mortificare in questa terra di morienti, voi che desiderate vivere nella terra dei viventi. Rendete quindi [i vostri corpi] membra di Cristo e non permettete che diventino membra di una prostituta 23. E quale prostituta più indecente, quale più svergognata di quella nominata al primo posto, la fornicazione, e all'ultimo, l'avarizia? Giustamente egli la chiama idolatria; e voi dovete riconoscerla e fuggirla non solo nella sfrenatezza del corpo, ma anche nei tentennamenti dell'anima per non incorrere nella condanna di quello sposo severo e casto e di quel giudice giusto al quale diciamo. Tu disperdi chi da te si allontana. Quanto è più giusto, quanto è più sicuro se ognuno di voi potrà dire a lui con cuore veramente casto: Ma il mio bene è stare vicino a Dio 24! Questa vicinanza ce la dà la carità, della quale parimenti vien detto: La carità sia senza finzioni; abbiate in odio il male, attaccatevi al bene 25.

Scrutini: riti della Chiesa e lotta spirituale.

6. Ecco qual è il vostro stadio, ecco il quadrato per i lottatori ecco la pista per i corridori, ecco la palestra per i pugili. Se con lotta spirituale i muscoli della fede volete abbattere quel pericolosissimo avversario, stendete a terra il male, attaccatevi al bene. Se volete correre con la speranza di vincere, fuggite l'iniquità, andate dietro alla giustizia. Se volete far pugilato senza colpire a vuoto, ma toccando duramente l'avversario, castigate il vostro corpo e rendetevelo schiavo, di modo che, astenendovi da tutto 26 e lottando secondo le regole 27, possiate trionfare ed essere partecipi del premio celeste e della corona incorruttibile. Quello che noi facciamo su di voi scongiurando il nome del vostro Redentore, voi completatelo con lo scrutamento e il pentimento del vostro cuore. Noi con le suppliche a Dio e con gli esorcismi facciamo fronte agli inganni di quel nemico inveterato; voi resistete con le aspirazioni e con la contrizione del vostro cuore, per essere tratti fuori dal potere delle tenebre e trasferiti nel regno del suo splendore 28. Questo è ormai il vostro compito, questo il vostro impegno. Contro il nemico noi ammassiamo maledizioni degne delle sue malefatte; voi con la vostra avversione e con la pia rinuncia sferrategli contro una furibonda battaglia. Bisogna stenderlo, legarlo, buttarlo fuori questo nemico di Dio, e vostro, e magari anche di se stesso. Il suo furore infatti contro Dio si rivela sfrontato, contro di voi nefasto, contro di sé funesto. Aneli pure stragi da ogni parte, nasconda pur tranelli, affili pure le sue svariate e ingannevoli lingue; tutti i suoi veleni, opponendo il nome del Salvatore, vomitateli dal vostro cuore.

I competenti con la loro pazienza aiutino la Chiesa nelle difficoltà del loro parto.

7. Tutto ciò che con le sue scellerate suggestioni, tutto ciò che con i suoi turpi allettamenti vi ficcava dentro, ora verrà tirato fuori, ora verrà reso pubblico. Ora verrà devastato il suo impero su di voi con cui vi dominava da tiranno. Il giogo con cui vi opprimeva con peso immane verrà tolto da voi e verrà piazzato sulle sue cervici; perché siate liberati basta soltanto che voi diate il consenso al vostro Redentore. Sperate in lui tutti insieme, o assemblea della nuova prole, o popolo che stai per nascere, popolo che il Signore ha fatto, aiutati per esser partorito bene, per non essere abortito con pericolo di morte. Ecco, l'utero della madre Chiesa, per partorirti, per generarti alla luce della fede, travaglia nelle doglie del parto. Badate che, per la vostra impazienza, non urtiate le viscere materne e così non restringiate le porte del vostro passaggio. O popolo che vieni creato, loda il tuo Dio; loda, mentre vieni creato, loda il tuo Signore. Lodalo perché sei allattato, lodalo perché sei alimentato; e, nutrito come sei, cresci in sapienza e in età. Anche lui accettò queste lentezze del parto temporale, lui che nulla perde per la brevità del tempo e nulla guadagna per la lunghezza del tempo, ma dai giorni eterni è fuori di ogni limitazione e di ogni tempo. Quindi non comportatevi, come raccomanda al bambino il benevolo nutritore, come bambini nei giudizi; quanto a malizia siate come bambini, ma quanto a giudizi siate uomini maturi 29. Siete competenti; crescete competentemente verso l'adolescenza in Cristo; poi giovanilmente correrete verso l'uomo perfetto 30. Rendete lieto, come sta scritto, il vostro padre crescendo in sapienza e non contristate la vostra madre con la vostra stoltezza 31.

Eccellenza della rigenerazione in cui si nasce da Dio come Padre e dalla Chiesa come madre.

8. Amate quel che sarete. Sarete figli di Dio, figli di adozione. Ciò vi verrà dato gratuitamente, gratuitamente conferito. Ed in questo sarete tanto più largamente e salutarmente ricchi, quanto più sarete grati a colui da cui l'avete ricevuto. Anelate verso di lui, che conosce quelli che sono suoi. Egli non disdegnerà di riconoscervi tra coloro che sono suoi se, invocando il nome del Signore, vi terrete lontani dall'iniquità 32. Voi avete i vostri genitori secondo la carne, o li avete avuti un tempo; essi vi hanno generato per la fatica, per la sofferenza, per la morte. Ognuno di voi può dire nei loro riguardi: Mio padre e mia madre mi hanno lasciato 33. Orfanezza non del tutto infelice! Riconosci lui come padre, o cristiano, lui che, mentre quelli ti hanno lasciato, ti accoglie già dal seno della tua madre, lui a cui un uomo di fede dice con fede: Dal seno della mia madre tu sei il mio protettore 34. Per te il padre è Dio, madre la Chiesa. Da questi sarete generati in modo ben diverso da come foste generati da quelli. A chi è nato da questi non l'aspetta fatica, non miseria, non pianto, non morte, ma facilità, felicità, gioia e vita. L'esser generati da quelli è causa di pianto, l'esser generati da questi è causa di gioia. Quelli, nel generarci, ci partoriscono per la pena eterna a causa dell'antica colpa; questi, nel rigenerarci, non fanno più restare né la pena né la colpa. È questa la rigenerazione di coloro che lo cercano, che cercano il volto del Dio di Giacobbe 35. E voi cercate con umiltà; quando lo troverete, raggiungerete altezze sicure. L'innocenza sarà la vostra infanzia, il rispetto la vostra fanciullezza, la fermezza sarà la vostra adolescenza, la fortezza la vostra gioventù, le opere buone la vostra maturità, e quando sarete nella vecchiaia avrete un esperto e saggio discernimento. Nel corso di queste tappe o passaggi dell'età non è che tu ti trasformi, ma ti rinnovi pur restando quel che sei. Ossia non è che la seconda sopravviene per far cadere la prima, o che il sorgere della terza sarà il tramonto della seconda, o che la quarta nasca perché muoia la terza; la quinta non porterà invidia alla quarta, se questa resterà, né la sesta darà sepoltura alla quinta. Anche se queste età non arrivano simultaneamente, tuttavia coesistono insieme e concordemente nell'anima pia e giustificata. Ed esse ti condurranno alla settima, che è quiete e pace perenne. Così, liberato per sei volte, come si legge, dalle tribolazioni di un'età portatrice di morte, alla settima i mali non ti toccheranno più 36. Infatti non potranno più turbarci cose che più non saranno, né potranno più prevalere quando più non potranno osare. Là sicura sarà l'immortalità, là immortale la sicurezza.

Esortazione al cammino nella fede.

9. Questo non è dovuto che all'immutabilità della destra di Dio che benedice in mezzo a te i tuoi figli e mette pace dentro ai tuoi confini 37. E allora animatevi nella ricerca di queste cose, uniti e separati; uniti ai buoni, separati dai cattivi; scelti, amati, predestinati, chiamati, per esser giustificati e glorificati. Così crescendo, salendo a giovinezza e invecchiando con fede e pienezza di forze, non nel disfacimento delle membra, ma in una vecchiaia fruttuosa 38, annunzierete con sicurezza le opere del Signore che ha fatto in voi cose grandi, egli che è l'Onnipotente 39, perché grande è il suo nome e la sua sapienza non ha confini 40. Voi cercate la vita? Correte a lui che è la sorgente della vita e, dissipate le tenebre delle vostre fumose ambizioni, potrete vedere la luce nella luce del suo Unigenito 41, che di voi è clementissimo Redentore e fulgentissimo illuminatore. Cercate la salvezza? Sperate in lui che salva chi si affida a lui 42. E anche se cercate gioie e delizie, non vi negherà neanche queste: però venite e adorate, prostratevi e implorate davanti a lui che vi ha creati 43; egli vi sazierà dell'abbondanza della sua casa e vi disseterà al torrente delle sue delizie 44.

Combattere nell'umiltà per ritornare alla casa del Padre.

10. Però badate che non vi raggiunga il piede della superbia e vegliate affinché non vi disperda la mano degli empi 45. Perché non capiti la prima cosa, pregate che vi assolva da colpe che non vedete; e perché non irrompa e non vi abbatta la seconda, chiedete sempre che vi difenda dalle cattiverie degli altri 46; se siete caduti, rialzatevi; rialzatevi, state forti; da forti, lottate; lottando, perseverate. Non vogliate più portare il giogo; spezzate piuttosto le loro catene e gettate via il loro giogo 47, per non essere più aggiogati nella schiavitù. Il Signore è vicino; non vi angustiate per nessuna cosa 48. Mangiate per ora il pane del dolore; verrà tempo che, dopo il pane dell'amarezza, vi verrà distribuito il pane della letizia. Ma per meritar quello ora bisogna sopportar questo. Il tuo allontanamento, la tua fuga ti hanno meritato un pane di lacrime; convertiti, pentiti, ritorna al tuo Signore. A chi è pentito e ritorna egli è pronto a dare il pane della gioia purché tu sia sincero e non rimandi di pregare crucciato e indebolito per la tua fuga 49. Perciò in una così grande congerie di molestie rivestitevi del cilicio e umiliate nel digiuno la vostra anima. All'umiltà vien concesso quel che è negato alla superbia. È vero che, mentre su voi si facevano gli scrutini e mentre, invocando l'onnipotenza della tremenda Trinità, si facevano i dovuti scongiuri contro colui che vi aveva persuaso alla fuga e all'allontanamento, voi non vi siete rivestiti con il cilicio; però i vostri piedi erano poggiati misticamente su di esso.

La salvezza, espressa con segni esteriori, sia sempre conservata nel cuore.

11. Bisogna calpestare i vizi e le pelli caprine; bisogna lacerare i panni dei capri della sinistra. Ecco il Padre, ricco di misericordia, si affretta incontro a voi con la prima stola; per saziare la vostra fame disperata egli fa immediatamente uccidere il vitello grasso 50. Con le sue carni sarete pasciuti, con il suo sangue dissetati. Con lo spargimento di questo sangue i peccati vengono rimessi, i debiti condonati, le macchie deterse. Mangiate come dei poveri e allora vi sazierete; così anche voi sarete di quelli di cui è scritto: I poveri mangeranno e saranno saziati 51. Poi, una volta saziati, eruttate con gioia il suo pane e la sua gloria. Correte verso di lui e convertitevi; è lui infatti che converte quelli che sono fuori strada, che va dietro ai fuggitivi, ritrova i perduti, umilia i superbi, pasce gli affamati, libera i prigionieri, illumina i ciechi, pulisce gli immondi, rinvigorisce gli affaticati, ridà vita ai morti e strappa agli spiriti maligni quelli che ne sono posseduti e schiavi. E poiché da questi ora siete liberi, come vi abbiamo dimostrato, ci congratuliamo con voi e vi raccomandiamo che la salvezza che è stata espressa con segni nel vostro corpo sia conservata nel vostro cuore.

 


1 - Lc 9, 62.

2 - Sal 26, 3-4.

3 - Cf. Gv 16, 33.

4 - Cf. 1 Gv 3, 2.

5 - Cf. Col 3, 9-10.

6 - Cf. 1 Cor 15, 49.

7 - Rm 6, 19.

8 - Cf. Sal 18, 14.

9 - Cf. Mt 13, 1-23.

10 - Cf. 1 Cor 3, 6.

11 - Cf. Sal 33, 19.

12 - Cf. Sal 33, 6.

13 - Cf. Ef 5, 8.

14 - Gv 1, 9.

15 - Cf. Sal 33, 13.

16 - Cf. Sal 67, 27.

17 - Cf. Sal 41, 4.

18 - 1 Cor 2, 9.

19 - Cf. Sal 71, 14.

20 - Sal 26, 13.

21 - Sal 141, 6.

22 - Col 3, 5.

23 - Cf. 1 Cor 6, 15.

24 - Sal 72, 27-28.

25 - Rm 12, 9.

26 - Cf. 1 Cor 9, 24-27.

27 - Cf. 2 Tm 2, 5.

28 - Cf. Col 1, 13.

29 - 1 Cor 14, 20.

30 - Cf. Ef 4, 13.

31 - Cf. Prv 10, 1; 15, 20.

32 - Cf. 2 Tm 2, 19.

33 - Sal 26, 10.

34 - Sal 21, 11.

35 - Cf. Sal 23, 6.

36 - Gb 5, 19.

37 - Cf. Sal 147, 13-14.

38 - Cf. Sal 91, 15.

39 - Cf. Lc 1, 49.

40 - Cf. Sal 146, 5.

41 - Cf. Sal 35, 10.

42 - Cf. Sal 16, 7.

43 - Cf. Sal 94, 6.

44 - Cf. Sal 35, 9.

45 - Cf. Sal 35, 12.

46 - Cf. Sal 18, 13-14.

47 - Cf. Sal 2, 3

48 - Fil 4, 5-6

49 - Cf. Lc 15, 11 s.

50 - Cf. Lc 15, 11 s.

51 - Sal 21, 27.

 


Capitolo XXXIX:Nessun affanno nel nostro agire

Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis

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1. O figlio, ogni tua faccenda affidala a me; al tempo giusto disporrò sempre io per il meglio. Attieniti al mio comando e ne sentirai vantaggio. O Signore, di gran cuore affido a te ogni cosa; poco infatti potranno giovare i miei piani. Volesse il cielo che io non fossi tanto preso da ciò che potrà accadere in futuro, e mi offrissi, invece, senza esitare alla tua volontà.

2. O figlio, capita spesso che l'uomo persegua con ardore alcunché di cui sente la mancanza; e poi, quando l'ha raggiunto, cominci a giudicare diversamente, perché i nostri amori non restano fermi intorno a uno stesso punto, e ci spingono invece da una cosa all'altra. Non è una questione da nulla rinunciare a se stessi, anche in cose di poco conto. Il vero progresso dell'uomo consiste nell'abnegazione di sé. Pienamente libero e sereno è appunto soltanto chi rinnega se stesso. Ecco, però, che l'antico avversario, il quale si pone contro tutti coloro che amano il bene, non tralascia la sua opera di tentazione; anzi, giorno e notte, prepara gravi insidie, se mai gli riesca di far cadere nel laccio dell'inganno qualcuno che sia poco guardingo. "Vegliate e pregate, dice i Signore, per non entrare in tentazione" (Mt 26,41).


Capoliveri (Livorno), 30 marzo 1997. Pasqua di Risurrezione. Testimone della risurrezione.

Don Stefano Gobbi

«Vivete assieme alla vostra Mamma Celeste la gioia profonda di questo giorno di Pasqua. Cristo è vivo.

- Cristo è risorto! Quando Gesù, nella luce del suo corpo glorioso, mi è apparso in tutto il suo divino splendore e, come Figlio, si è chinato a chiudere ogni ferita del mio materno dolore, il mio cuore si è sommerso nella pienezza della gioia pasquale.

- Cristo è risorto! Cristo vive per sempre!

Io sono diventata la prima e silenziosa testimone della sua risurrezione. La prima testimone, perché Gesù ha voluto partecipare anzitutto a sua Madre la primizia di questa gioia pasquale. Sono però testimone silenziosa, perché alle pie donne ed ai discepoli è stato affidato il compito di annunciare al mondo questo stupendo e divino prodigio. Sono testimone della risurrezione. Mio compito è stato quello di sostenere e accrescere la fede in coloro che avevano creduto in Lui. Ho dato nuovo coraggio a chi pensava che tutto fosse ormai finito; ho domandato alle pie donne di andare sollecite al sepolcro, che Io sapevo ormai vuoto; ho confermato la fede degli apostoli, dicendo a loro come Gesù per primo a Me si era manifestato nello splendore della sua gloria divina. I Vangeli di ciò non hanno parlato, perché mio compito di Madre è di essere la silenziosa testimone della risurrezione. Come sono stata presenza silenziosa alla Parola da Lui annunciata durante gli anni della sua pubblica missione, così dovevo essere ancora silenziosa presenza alla Parola che ormai doveva essere proclamata dalla Chiesa. Ma è stato affidato alla Madre il gioioso incarico di testimoniare nella vita che mio figlio Gesù Cristo è risorto e siede alla destra del suo Padre Celeste nella gloria del Paradiso. Sono oggi testimone della risurrezione. In questi tempi, in cui da molti viene negato o messo in dubbio il fatto storico della sua risurrezione, Io incarico voi, miei prediletti, di annunciare con forza e di testimoniare con coraggio il mirabile evento di Cristo risorto. Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la vostra fede. Se Cristo non fosse risorto, inutile sarebbe l'annuncio del suo Vangelo. Se Cristo non fosse risorto, non vi sarebbe ragione di credere ancora alla verità della sua parola.

- Cristo è risorto, perché è Dio.

- Cristo è risorto, perché lo aveva predetto.

- Cristo è risorto, ed è apparso ai testimoni da Lui prescelti nello splendore divino della sua gloria.

- Cristo è risorto e si è manifestato per primo a sua Madre. Io l'ho contemplato splendente più del sole, candido come la neve, e la sua divina bellezza si è così impressa nella mia vita che, da quel momento, ho incominciato a vivere il Paradiso quaggiù. Per questo, soprattutto ai vostri giorni, invito tutti voi miei prediletti ad annunciare con coraggio la sua morte, a proclamare con forza la sua risurrezione, ad attendere con certezza la sua venuta nella gloria».