Liturgia delle Ore - Letture
Martedi della 17° settimana del tempo ordinario (Santi Marta, Maria e Lazzaro)
Vangelo secondo Luca 13
1In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici.2Prendendo la parola, Gesù rispose: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?3No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.4O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?5No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo".
6Disse anche questa parabola: "Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.7Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?8Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime9e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai".
10Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato.11C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo.12Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: "Donna, sei libera dalla tua infermità",13e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
14Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: "Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato".15Il Signore replicò: "Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi?16E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?".17Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.
18Diceva dunque: "A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò?19È simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami".
20E ancora: "A che cosa rassomiglierò il regno di Dio?21È simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata".
22Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme.23Un tale gli chiese: "Signore, sono pochi quelli che si salvano?". Rispose:24"Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno.25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete.26Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze.27Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità!28Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori.29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.30Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi".
31In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: "Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere".32Egli rispose: "Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito.33Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.
34Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto!35Ecco, 'la vostra casa vi viene lasciata deserta'! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: 'Benedetto colui che viene nel nome del Signore!'".
Primo libro dei Re 7
1Salomone costruì anche la propria reggia e la portò a compimento in tredici anni.2Costruì il palazzo detto Foresta del Libano, lungo cento cubiti, largo cinquanta e alto trenta su tre ordini di colonne di cedro e con capitelli di cedro sulle colonne.3Un soffitto di cedro si stendeva sopra le stanze che poggiavano sulle colonne; queste erano quarantacinque, quindici per fila.4Vi erano tre serie di finestre, che si corrispondevano faccia a faccia tre volte.5Le porte e i loro stipiti erano a forma quadrangolare; le finestre erano le une di fronte alle altre per tre volte.
6Costruì il vestibolo delle colonne, lungo cinquanta cubiti e largo trenta. Sul davanti c'era un vestibolo e altre colonne e davanti ad esse una tettoia.7Fece anche il vestibolo del trono, ove rendeva giustizia, cioè il vestibolo della giustizia; era di cedro dal pavimento alle travi.
8La reggia, dove abitava, fu costruita con il medesimo disegno, in un secondo cortile, all'interno rispetto al vestibolo; nello stile di tale vestibolo fece anche una casa per la figlia del faraone, che Salomone aveva sposata.
9Tutte queste costruzioni erano di pietre pregiate, squadrate secondo misura, segate con la sega sul lato interno ed esterno, dalle fondamenta ai cornicioni e al di fuori fino al cortile maggiore.10Le fondamenta erano di pietre pregiate, pietre grandi dieci o otto cubiti.11Al di sopra erano pietre pregiate, squadrate a misura, e legno di cedro.12Il cortile maggiore comprendeva tre ordini di pietre squadrate e un ordine di tavole di cedro; era simile al cortile interno del tempio e al vestibolo del tempio.
13Salomone fece venire da Tiro Chiram,14figlio di una vedova della tribù di néftali; suo padre era di Tiro e lavorava il bronzo. Era dotato di grande capacità tecnica, di intelligenza e di talento, esperto in ogni genere di lavoro in bronzo. Egli si recò dal re ed eseguì le sue commissioni.
15Fuse due colonne di bronzo, ognuna alta diciotto cubiti e dodici di circonferenza.16Fece due capitelli, fusi in bronzo, da collocarsi sulla cima delle colonne; l'uno e l'altro erano alti cinque cubiti.
17Fece due reticolati per coprire i capitelli che erano sopra le colonne, un reticolato per un capitello e un reticolato per l'altro capitello.18Fece melagrane su due file intorno al reticolato per coprire i capitelli sopra le colonne; allo stesso modo fece per il secondo capitello.19I capitelli sopra le colonne erano a forma di giglio.20C'erano capitelli sopra le colonne, applicati alla sporgenza che era al di là del reticolato; essi contenevano duecento melagrane in fila intorno a ogni capitello.21Eresse le colonne nel vestibolo del tempio. Eresse la colonna di destra, che chiamò Iachin ed eresse la colonna di sinistra, che chiamò Boaz.22Così fu terminato il lavoro delle colonne.
23Fece un bacino di metallo fuso di dieci cubiti da un orlo all'altro, rotondo; la sua altezza era di cinque cubiti e la sua circonferenza di trenta cubiti.24Intorno, sotto l'orlo, c'erano cucurbite, dieci per ogni cubito; le cucurbite erano disposte in due file ed erano state colate insieme con il bacino.25Questo poggiava su dodici buoi; tre guardavano verso settentrione, tre verso occidente, tre verso meridione e tre verso oriente. Il bacino poggiava su di essi e le loro parti posteriori erano rivolte verso l'interno.26Il suo spessore era di un palmo; il suo orlo fatto come l'orlo di un calice era a forma di giglio. Conteneva duemila 'bat'.
27Fece dieci basi di bronzo, ciascuna lunga quattro cubiti, larga quattro e alta tre cubiti.28Ecco come erano fatte le basi: si componevano di doghe e di traverse incrociate con le doghe.29Sulle doghe che erano fra le traverse c'erano leoni, buoi e cherubini; le stesse figure erano sulle traverse. Sopra e sotto i leoni e i buoi c'erano ghirlande a forma di festoni.30Ciascuna base aveva quattro ruote di bronzo con gli assi di bronzo; i suoi quattro piedi avevano sporgenze, sotto il bacino; le sporgenze erano di metallo fuso e situate al di là di ogni ghirlanda.31L'estremità della base, dalla parte della sporgenza e sopra, era di un cubito; tale estremità era rotonda, fatta in forma di sostegno, alta un cubito e mezzo; anche su tale estremità c'erano sculture. Le traverse erano di forma quadrata, non rotonda.32Le quattro ruote erano sotto le traverse; gli assi delle ruote erano fissati alla base; l'altezza di ogni ruota era di un cubito e mezzo.33Le ruote erano lavorate come le ruote di un carro; i loro assi, i loro quarti, i loro raggi e i loro mozzi erano tutti di metallo fuso.34Quattro sporgenze erano sui quattro angoli di ciascuna base; la sporgenza e la base erano di un sol pezzo.35Alla cima della base c'era un sostegno rotondo, alto mezzo cubito; alla cima della base c'erano i manici; le traverse e la base erano di un sol pezzo.36Sulle sue pareti scolpì cherubini, leoni e palme, secondo gli spazi liberi, e ghirlande intorno.37Fuse le dieci basi in un medesimo stampo, identiche nella misura e nella forma.
38Fuse poi anche dieci bacini di bronzo; ognuno conteneva quaranta 'bat' ed era di quattro cubiti; un bacino per ogni base, per le dieci basi.39Pose cinque delle basi sul lato destro del tempio e cinque su quello sinistro. Pose la vasca sul lato destro del tempio, a sud-est.
40Chiram preparò inoltre caldaie, palette e vassoi. E terminò tutte le commissioni del re Salomone per il tempio del Signore,41cioè le due colonne, i globi dei capitelli che erano sopra le colonne, i due reticolati per coprire i due globi dei capitelli che erano sopra le colonne,42le quattrocento melagrane sui due reticolati, due file di melagrane per ciascun reticolato,43le dieci basi e i dieci bacini sulle basi,44il bacino e i dodici buoi sotto il bacino,45le caldaie, le palette, i vassoi e tutti quei vasi che Chiram aveva fatti al re Salomone per il tempio del Signore; tutto era di bronzo rifinito.46Il re li fece fondere nella valle del Giordano, in suolo argilloso, fra Succot e Zartan.47Salomone installò tutti gli arredi in quantità molto grande: non si poteva calcolare il peso del bronzo.
48Salomone fece anche tutti gli arredi del tempio del Signore, l'altare d'oro, le tavole d'oro su cui si ponevano i pani dell'offerta,49i cinque candelabri a destra e i cinque a sinistra di fronte alla cella d'oro purissimo, i fiori, le lampade, gli smoccolatoi d'oro,50le coppe, i coltelli, gli aspersori, i mortai e i bracieri d'oro purissimo, i cardini per le porte del tempio interno, cioè per il Santo dei santi, e i battenti d'oro per la navata.51Fu così terminato tutto il lavoro che il re Salomone aveva fatto per il tempio. Salomone presentò le offerte fatte da Davide suo padre, cioè l'argento, l'oro e i vari oggetti; le depositò nei tesori del tempio.
Salmi 89
1'Maskil. Di Etan l'Ezraita.'
2Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
3perché hai detto: "La mia grazia rimane per sempre";
la tua fedeltà è fondata nei cieli.
4"Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide mio servo:
5stabilirò per sempre la tua discendenza,
ti darò un trono che duri nei secoli".
6I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,
la tua fedeltà nell'assemblea dei santi.
7Chi sulle nubi è uguale al Signore,
chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio?
8Dio è tremendo nell'assemblea dei santi,
grande e terribile tra quanti lo circondano.
9Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti?
Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona.
10Tu domini l'orgoglio del mare,
tu plachi il tumulto dei suoi flutti.
11Tu hai calpestato Raab come un vinto,
con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.
12Tuoi sono i cieli, tua è la terra,
tu hai fondato il mondo e quanto contiene;
13il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati,
il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome.
14È potente il tuo braccio,
forte la tua mano, alta la tua destra.
15Giustizia e diritto sono la base del tuo trono,
grazia e fedeltà precedono il tuo volto.
16Beato il popolo che ti sa acclamare
e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:
17esulta tutto il giorno nel tuo nome,
nella tua giustizia trova la sua gloria.
18Perché tu sei il vanto della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra potenza.
19Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d'Israele.
20Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo:
"Ho portato aiuto a un prode,
ho innalzato un eletto tra il mio popolo.
21Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l'ho consacrato;
22la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.
23Su di lui non trionferà il nemico,
né l'opprimerà l'iniquo.
24Annienterò davanti a lui i suoi nemici
e colpirò quelli che lo odiano.
25La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
26Stenderò sul mare la sua mano
e sui fiumi la sua destra.
27Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza.
28Io lo costituirò mio primogenito,
il più alto tra i re della terra.
29Gli conserverò sempre la mia grazia,
la mia alleanza gli sarà fedele.
30Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.
31Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
32se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi,
33punirò con la verga il loro peccato
e con flagelli la loro colpa.
34Ma non gli toglierò la mia grazia
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
35Non violerò la mia alleanza,
non muterò la mia promessa.
36Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre:
certo non mentirò a Davide.
37In eterno durerà la sua discendenza,
il suo trono davanti a me quanto il sole,
38sempre saldo come la luna,
testimone fedele nel cielo".
39Ma tu lo hai respinto e ripudiato,
ti sei adirato contro il tuo consacrato;
40hai rotto l'alleanza con il tuo servo,
hai profanato nel fango la sua corona.
41Hai abbattuto tutte le sue mura
e diroccato le sue fortezze;
42tutti i passanti lo hanno depredato,
è divenuto lo scherno dei suoi vicini.
43Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali,
hai fatto gioire tutti i suoi nemici.
44Hai smussato il filo della sua spada
e non l'hai sostenuto nella battaglia.
45Hai posto fine al suo splendore,
hai rovesciato a terra il suo trono.
46Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza
e lo hai coperto di vergogna.
47Fino a quando, Signore,
continuerai a tenerti nascosto,
arderà come fuoco la tua ira?
48Ricorda quant'è breve la mia vita.
Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?
49Quale vivente non vedrà la morte,
sfuggirà al potere degli inferi?
50Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo,
che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?
51Ricorda, Signore, l'oltraggio dei tuoi servi:
porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
52con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano,
insultano i passi del tuo consacrato.
53Benedetto il Signore in eterno.
Amen, amen.
Salmi 119
1Alleluia.
Alef. Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
2Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
3Non commette ingiustizie,
cammina per le sue vie.
4Tu hai dato i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.
5Siano diritte le mie vie,
nel custodire i tuoi decreti.
6Allora non dovrò arrossire
se avrò obbedito ai tuoi comandi.
7Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le tue giuste sentenze.
8Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.
9Bet. Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
10Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
11Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
12Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
13Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
14Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
15Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
16Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.
17Ghimel. Sii buono con il tuo servo e avrò vita,
custodirò la tua parola.
18Aprimi gli occhi perché io veda
le meraviglie della tua legge.
19Io sono straniero sulla terra,
non nascondermi i tuoi comandi.
20Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi precetti in ogni tempo.
21Tu minacci gli orgogliosi;
maledetto chi devìa dai tuoi decreti.
22Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho osservato le tue leggi.
23Siedono i potenti, mi calunniano,
ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
24Anche i tuoi ordini sono la mia gioia,
miei consiglieri i tuoi precetti.
25Dalet. Io sono prostrato nella polvere;
dammi vita secondo la tua parola.
26Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto;
insegnami i tuoi voleri.
27Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò i tuoi prodigi.
28Io piango nella tristezza;
sollevami secondo la tua promessa.
29Tieni lontana da me la via della menzogna,
fammi dono della tua legge.
30Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
31Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore,
che io non resti confuso.
32Corro per la via dei tuoi comandamenti,
perché hai dilatato il mio cuore.
33He. Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la seguirò sino alla fine.
34Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
35Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia.
36Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso la sete del guadagno.
37Distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
38Con il tuo servo sii fedele alla parola
che hai data, perché ti si tema.
39Allontana l'insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
40Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.
41Vau. Venga a me, Signore, la tua grazia,
la tua salvezza secondo la tua promessa;
42a chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola.
43Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera,
perché confido nei tuoi giudizi.
44Custodirò la tua legge per sempre,
nei secoli, in eterno.
45Sarò sicuro nel mio cammino,
perché ho ricercato i tuoi voleri.
46Davanti ai re parlerò della tua alleanza
senza temere la vergogna.
47Gioirò per i tuoi comandi
che ho amati.
48Alzerò le mani ai tuoi precetti che amo,
mediterò le tue leggi.
49Zain. Ricorda la promessa fatta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
50Questo mi consola nella miseria:
la tua parola mi fa vivere.
51I superbi mi insultano aspramente,
ma non devìo dalla tua legge.
52Ricordo i tuoi giudizi di un tempo, Signore,
e ne sono consolato.
53M'ha preso lo sdegno contro gli empi
che abbandonano la tua legge.
54Sono canti per me i tuoi precetti,
nella terra del mio pellegrinaggio.
55Ricordo il tuo nome lungo la notte
e osservo la tua legge, Signore.
56Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti.
57Het. La mia sorte, ho detto, Signore,
è custodire le tue parole.
58Con tutto il cuore ti ho supplicato,
fammi grazia secondo la tua promessa.
59Ho scrutato le mie vie,
ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti.
60Sono pronto e non voglio tardare
a custodire i tuoi decreti.
61I lacci degli empi mi hanno avvinto,
ma non ho dimenticato la tua legge.
62Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode
per i tuoi giusti decreti.
63Sono amico di coloro che ti sono fedeli
e osservano i tuoi precetti.
64Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami il tuo volere.
65Tet. Hai fatto il bene al tuo servo, Signore,
secondo la tua parola.
66Insegnami il senno e la saggezza,
perché ho fiducia nei tuoi comandamenti.
67Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua parola.
68Tu sei buono e fai il bene,
insegnami i tuoi decreti.
69Mi hanno calunniato gli insolenti,
ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti.
70Torpido come il grasso è il loro cuore,
ma io mi diletto della tua legge.
71Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari ad obbedirti.
72La legge della tua bocca mi è preziosa
più di mille pezzi d'oro e d'argento.
73Iod. Le tue mani mi hanno fatto e plasmato;
fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
74I tuoi fedeli al vedermi avranno gioia,
perché ho sperato nella tua parola.
75Signore, so che giusti sono i tuoi giudizi
e con ragione mi hai umiliato.
76Mi consoli la tua grazia,
secondo la tua promessa al tuo servo.
77Venga su di me la tua misericordia e avrò vita,
poiché la tua legge è la mia gioia.
78Siano confusi i superbi che a torto mi opprimono;
io mediterò la tua legge.
79Si volgano a me i tuoi fedeli
e quelli che conoscono i tuoi insegnamenti.
80Sia il mio cuore integro nei tuoi precetti,
perché non resti confuso.
81Caf. Mi consumo nell'attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
82Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa,
mentre dico: "Quando mi darai conforto?".
83Io sono come un otre esposto al fumo,
ma non dimentico i tuoi insegnamenti.
84Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando farai giustizia dei miei persecutori?
85Mi hanno scavato fosse gli insolenti
che non seguono la tua legge.
86Verità sono tutti i tuoi comandi;
a torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto.
87Per poco non mi hanno bandito dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
88Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò le parole della tua bocca.
89Lamed. La tua parola, Signore,
è stabile come il cielo.
90La tua fedeltà dura per ogni generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
91Per tuo decreto tutto sussiste fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
92Se la tua legge non fosse la mia gioia,
sarei perito nella mia miseria.
93Mai dimenticherò i tuoi precetti:
per essi mi fai vivere.
94Io sono tuo: salvami,
perché ho cercato il tuo volere.
95Gli empi mi insidiano per rovinarmi,
ma io medito i tuoi insegnamenti.
96Di ogni cosa perfetta ho visto il limite,
ma la tua legge non ha confini.
97Mem. Quanto amo la tua legge, Signore;
tutto il giorno la vado meditando.
98Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici,
perché sempre mi accompagna.
99Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
100Ho più senno degli anziani,
perché osservo i tuoi precetti.
101Tengo lontano i miei passi da ogni via di male,
per custodire la tua parola.
102Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.
103Quanto sono dolci al mio palato le tue parole:
più del miele per la mia bocca.
104Dai tuoi decreti ricevo intelligenza,
per questo odio ogni via di menzogna.
105Nun. Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
106Ho giurato, e lo confermo,
di custodire i tuoi precetti di giustizia.
107Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
108Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
109La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
110Gli empi mi hanno teso i loro lacci,
ma non ho deviato dai tuoi precetti.
111Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
sono essi la gioia del mio cuore.
112Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti,
in essi è la mia ricompensa per sempre.
113Samech. Detesto gli animi incostanti,
io amo la tua legge.
114Tu sei mio rifugio e mio scudo,
spero nella tua parola.
115Allontanatevi da me o malvagi,
osserverò i precetti del mio Dio.
116Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita,
non deludermi nella mia speranza.
117Sii tu il mio aiuto e sarò salvo,
gioirò sempre nei tuoi precetti.
118Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti,
perché la sua astuzia è fallace.
119Consideri scorie tutti gli empi della terra,
perciò amo i tuoi insegnamenti.
120Tu fai fremere di spavento la mia carne,
io temo i tuoi giudizi.
121Ain. Ho agito secondo diritto e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
122Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano i superbi.
123I miei occhi si consumano nell'attesa della tua salvezza
e della tua parola di giustizia.
124Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi comandamenti.
125Io sono tuo servo, fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
126È tempo che tu agisca, Signore;
hanno violato la tua legge.
127Perciò amo i tuoi comandamenti
più dell'oro, più dell'oro fino.
128Per questo tengo cari i tuoi precetti
e odio ogni via di menzogna.
129Pe. Meravigliosa è la tua alleanza,
per questo le sono fedele.
130La tua parola nel rivelarsi illumina,
dona saggezza ai semplici.
131Apro anelante la bocca,
perché desidero i tuoi comandamenti.
132Volgiti a me e abbi misericordia,
tu che sei giusto per chi ama il tuo nome.
133Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola
e su di me non prevalga il male.
134Salvami dall'oppressione dell'uomo
e obbedirò ai tuoi precetti.
135Fa' risplendere il volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi comandamenti.
136Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché non osservano la tua legge.
137Sade. Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi.
138Con giustizia hai ordinato le tue leggi
e con fedeltà grande.
139Mi divora lo zelo della tua casa,
perché i miei nemici dimenticano le tue parole.
140Purissima è la tua parola,
il tuo servo la predilige.
141Io sono piccolo e disprezzato,
ma non trascuro i tuoi precetti.
142La tua giustizia è giustizia eterna
e verità è la tua legge.
143Angoscia e affanno mi hanno colto,
ma i tuoi comandi sono la mia gioia.
144Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre,
fammi comprendere e avrò la vita.
145Kof. T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
146Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
147Precedo l'aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
148I miei occhi prevengono le veglie
per meditare sulle tue promesse.
149Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
150A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
151Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
152Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.
153Res. Vedi la mia miseria, salvami,
perché non ho dimenticato la tua legge.
154Difendi la mia causa, riscattami,
secondo la tua parola fammi vivere.
155Lontano dagli empi è la salvezza,
perché non cercano il tuo volere.
156Le tue misericordie sono grandi, Signore,
secondo i tuoi giudizi fammi vivere.
157Sono molti i persecutori che mi assalgono,
ma io non abbandono le tue leggi.
158Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo,
perché non custodiscono la tua parola.
159Vedi che io amo i tuoi precetti,
Signore, secondo la tua grazia dammi vita.
160La verità è principio della tua parola,
resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia.
161Sin. I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme le tue parole.
162Io gioisco per la tua promessa,
come uno che trova grande tesoro.
163Odio il falso e lo detesto,
amo la tua legge.
164Sette volte al giorno io ti lodo
per le sentenze della tua giustizia.
165Grande pace per chi ama la tua legge,
nel suo cammino non trova inciampo.
166Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
167Io custodisco i tuoi insegnamenti
e li amo sopra ogni cosa.
168Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.
169Tau. Giunga il mio grido fino a te, Signore,
fammi comprendere secondo la tua parola.
170Venga al tuo volto la mia supplica,
salvami secondo la tua promessa.
171Scaturisca dalle mie labbra la tua lode,
poiché mi insegni i tuoi voleri.
172La mia lingua canti le tue parole,
perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti.
173Mi venga in aiuto la tua mano,
poiché ho scelto i tuoi precetti.
174Desidero la tua salvezza, Signore,
e la tua legge è tutta la mia gioia.
175Possa io vivere e darti lode,
mi aiutino i tuoi giudizi.
176Come pecora smarrita vado errando;
cerca il tuo servo,
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.
Amos 1
1Parole di Amos, che era pecoraio di Tekòa, il quale ebbe visioni riguardo a Israele, al tempo di Ozia re della Giudea, e al tempo di Geroboàmo figlio di Ioas, re di Israele, due anni prima del terremoto.
2Egli disse:
"Il Signore ruggisce da Sion
e da Gerusalemme fa udir la sua voce;
sono desolate le steppe dei pastori,
è inaridita la cima del Carmelo".
3Così dice il Signore:
"Per tre misfatti di Damasco
e per quattro non revocherò il mio decreto,
perché hanno trebbiato
con trebbie ferrate Gàlaad.
4Alla casa di Cazaèl darò fuoco
e divorerà i palazzi di Ben-Hadàd;
5spezzerò il catenaccio di Damasco,
sterminerò gli abitanti di Biqat-Avèn
e chi detiene lo scettro di Bet-Eden
e il popolo di Aram andrà schiavo a Kir",
dice il Signore.
6Così dice il Signore:
"Per tre misfatti di Gaza
e per quattro non revocherò il mio decreto,
perché hanno deportato popolazioni intere
per consegnarle a Edom;
7appiccherò il fuoco alle mura di Gaza
e divorerà i suoi palazzi,
8estirperò da Asdòd chi siede sul trono
e da Ascalòna chi vi tiene lo scettro;
rivolgerò la mano contro Ekròn
e così perirà il resto dei Filistei",
dice il Signore.
9Così dice il Signore:
"Per tre misfatti di Tiro
e per quattro non revocherò il mio decreto,
perché hanno deportato popolazioni intere a Edom,
senza ricordare l'alleanza fraterna;
10appiccherò il fuoco alle mura di Tiro
e divorerà i suoi palazzi".
11Così dice il Signore:
"Per tre misfatti di Edome per quattro non revocherò il mio decreto,
perché ha inseguito con la spada suo fratello
e ha soffocato la pietà verso di lui,
perché ha continuato l'ira senza fine
e ha conservato lo sdegno per sempre;
12appiccherò il fuoco a Teman
e divorerà i palazzi di Bozra".
13Così dice il Signore:
"Per tre misfatti degli Ammoniti
e per quattro non revocherò il mio decreto,
perché hanno sventrato le donne incinte di Gàlaad
per allargare il loro confine;
14appiccherò il fuoco alle mura di Rabbà
e divorerà i suoi palazzi
tra il fragore di un giorno di battaglia,
fra il turbine di un giorno di tempesta;
15il loro re andrà in esilio,
egli insieme ai suoi capi",
dice il Signore.
Atti degli Apostoli 20
1Appena cessato il tumulto, Paolo mandò a chiamare i discepoli e, dopo averli incoraggiati, li salutò e si mise in viaggio per la Macedonia.2Dopo aver attraversato quelle regioni, esortando con molti discorsi i fedeli, arrivò in Grecia.
3Trascorsi tre mesi, poiché ci fu un complotto dei Giudei contro di lui, mentre si apprestava a salpare per la Siria, decise di far ritorno attraverso la Macedonia.4Lo accompagnarono Sòpatro di Berèa, figlio di Pirro, Aristarco e Secondo di Tessalonica, Gaio di Derbe e Timòteo, e gli asiatici Tìchico e Tròfimo.5Questi però, partiti prima di noi ci attendevano a Tròade;6noi invece salpammo da Filippi dopo i giorni degli Azzimi e li raggiungemmo in capo a cinque giorni a Tròade dove ci trattenemmo una settimana.
7Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo conversava con loro; e poiché doveva partire il giorno dopo, prolungò la conversazione fino a mezzanotte.8C'era un buon numero di lampade nella stanza al piano superiore, dove eravamo riuniti;9un ragazzo chiamato Èutico, che stava seduto sulla finestra, fu preso da un sonno profondo mentre Paolo continuava a conversare e, sopraffatto dal sonno, cadde dal terzo piano e venne raccolto morto.10Paolo allora scese giù, si gettò su di lui, lo abbracciò e disse: "Non vi turbate; è ancora in vita!".11Poi risalì, spezzò il pane e ne mangiò e dopo aver parlato ancora molto fino all'alba, partì.12Intanto avevano ricondotto il ragazzo vivo, e si sentirono molto consolati.
13Noi poi, che eravamo partiti per nave, facemmo vela per Asso, dove dovevamo prendere a bordo Paolo; così infatti egli aveva deciso, intendendo di fare il viaggio a piedi.14Quando ci ebbe raggiunti ad Asso, lo prendemmo con noi e arrivammo a Mitilène.15Salpati da qui il giorno dopo, ci trovammo di fronte a Chio; l'indomani toccammo Samo e il giorno dopo giungemmo a Milèto.16Paolo aveva deciso di passare al largo di Èfeso per evitare di subire ritardi nella provincia d'Asia: gli premeva di essere a Gerusalemme, se possibile, per il giorno della Pentecoste.
17Da Milèto mandò a chiamare subito ad Èfeso gli anziani della Chiesa.18Quando essi giunsero disse loro: "Voi sapete come mi sono comportato con voi fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia e per tutto questo tempo:19ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e tra le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei.20Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi in pubblico e nelle vostre case,21scongiurando Giudei e Greci di convertirsi a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù.22Ed ecco ora, avvinto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme senza sapere ciò che là mi accadrà.23So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni.24Non ritengo tuttavia la mia vita meritevole di nulla, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio.
25Ecco, ora so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i quali sono passato annunziando il regno di Dio.26Per questo dichiaro solennemente oggi davanti a voi che io sono senza colpa riguardo a coloro che si perdessero,27perché non mi sono sottratto al compito di annunziarvi tutta la volontà di Dio.28Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue.29Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge;30perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé.31Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi.
32Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l'eredità con tutti i santificati.33Non ho desiderato né argento, né oro, né la veste di nessuno.34Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani.35In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù, che disse: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!".
36Detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò.37Tutti scoppiarono in un gran pianto e gettandosi al collo di Paolo lo baciavano,38addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave.
Capitolo VI: gli sregolati moti dell'anima
Leggilo nella BibliotecaOgni qual volta si desidera una cosa contro il volere di Dio, subito si diventa interiormente inquieti. Il superbo e l'avaro non hanno mai requie; invece il povero e l'umile di cuore godono della pienezza della pace. Colui che non è perfettamente morto a se stesso cade facilmente in tentazione ed è vinto in cose da nulla e disprezzabili. Colui che è debole nello spirito ed è, in qualche modo, ancora volto alla carne e ai sensi, difficilmente si può distogliere del tutto dalle brame terrene; e, quando pur riesce a sottrarsi a queste brame, ne riceve tristezza. Che se poi qualcuno gli pone ostacolo, facilmente si sdegna; se, infine, raggiunge quel che bramava, immediatamente sente in coscienza il peso della colpa, perché ha assecondato la sua passione, la quale non giova alla pace che cercava. Giacché la vera pace del cuore la si trova resistendo alle passioni, non soggiacendo ad esse. Non già nel cuore di colui che è attaccato alla carne, non già nell'uomo volto alle cose esteriori sta la pace; ma nel cuore di colui che è pieno di fervore spirituale.
LETTERA 12: Agostino ritorna sul quesito relativo all'Incarnazione
Lettere - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaScritta tra il 389 e il 391.
Agostino ritorna sul quesito relativo all'Incarnazione, che aveva cominciato a discutere nell'Ep. precedente; ma la lettera ci è giunta in minima parte.
AGOSTINO A NEBRIDIO
1. Tu mi scrivi d'avermi inviato più lettere di quante io ne abbia ricevute: eppure né io posso non prestar fede a te né tu a me. Mi spiego: anche se nel risponderti io non riesco ad essere alla pari con te, tuttavia le tue lettere io le conservo con una cura non minore della frequenza con cui mi sono inviate da te. Che tu poi ne abbia ricevute da me non più di due piuttosto lunghe, siamo d'accordo, giacché non te ne ho inviata una terza. Ora, controllando le minute, mi sono accorto d'aver risposto press'a poco a cinque tuoi quesiti; senonché una questione ivi trattata (per dir così) di passaggio, pur essendo stata affìdata non avventatamente alla tua intelligenza, tuttavia non ha forse soddisfatto appieno la tua avidità. Ma bisogna che tu la freni un poco e accetti di buon grado qualche trattazione sommaria; naturalmente col patto che se, risparmiando le parole, io riesco incomprensibile in qualche cosa, tu non mi risparmi affatto, ma mi chieda tutto ciò che ti è dovuto in forza di quel diritto [dell'amicizia], di cui vi potrebbe essere per me forse qualcosa di più efficace, se potesse esserci qualcosa di più piacevole. Perciò tu potrai annoverare questa lettera tra le mie minori, ma non ho potuto permettere che non diminuisse per nulla il mucchio dei miei debiti. Poiché nemmeno tu me ne invii alcuna, anche se di proporzioni minori, che non contribuisca ad accrescere questo medesimo mucchio. Pertanto comprenderai molto facilmente quello che mi domandi riguardo al Figlio di Dio, cioè perché si dica che Lui ha assunto la natura umana anziché il Padre, pur essendo entrambi inseparabili, se ricordi le nostre conversazioni in cui, per quanto ho potuto (giacché è una cosa innegabile, ho cercato di spiegare che cosa sia il Figlio di Dio, al quale siamo uniti per la natura da Lui assunta. E per fare qui solo un breve cenno di ciò, si chiama Figlio la stessa norma e forma di Dio per cui sono state fatte tutte le cose che sono state fatte. E tutto ciò che è stato compiuto da Lui tramite la natura umana assunta, è stato fatto per la nostra istruzione e per la nostra formazione.
Quattro chiodi emblematici
I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco
Leggilo nella BibliotecaDon Bosco, partiti i Salesiani che erano con lui, rimase solo con la Guida, che gli disse:
— Vieni, voglio farti vedere la parte più importante; oh, avrai da imparare! Vedi là quel carro?
— Lo vedo.
— Sai che cos’è?
— Ma non vedo bene.
— Se vuoi veder bene, avvicinati. Vedi quel cartellone? Osservalo: su quel cartello vi è l’emblema: da quello conoscerai.
Don Bosco si avvicina e vede su quel cartello dipinti quattro chio di molto grossi. Si rivolge alla Guida:
— Ma non capisco nulla se non mi spiega.
— Quei quattro chiodi sono quelli che forarono e tormentarono crudelmente il nostro divin Salvatore.
— E con ciò?
— Sono quattro chiodi che tormentano le Congregazioni religiose. Se
eviti questi quattro chiodi, se la tua Congregazione saprà tenerli
lontani, le cose andranno bene e voi sarete salvi.
— Ma io ne so come prima: che cosa significano quei quattro chiodi?
— Se vuoi saperlo visita quel carrozzone che ha i chiodi per emblema.
Vedi: quel carrozzone ha quattro scompartimenti, ciascuno dei quali
corrisponde a un chiodo.
— Ma quei scompartimenti che cosa significano?
— Osserva il primo.
Don Bosco osserva e legge sul cartello: Quorum Deus venter est (Il loro dio è il ventre).
— Oh, adesso comincio a capire qualche cosa.
— Questo è il primo chiodo che tormenta e manda in rovina le
Congregazioni religiose. Esso farà strage anche di voi, se non stai
attento. Combattilo bene e vedrai che le tue cose prospereranno.
Ora veniamo al secondo scompartimento. Leggi l’iscrizione del secondo
chiodo: Quaerunt quae sua sunt, non quae Jesu Christi. (Cercano le cose
loro e non quelle di Gesù Cristo). Quivi sono quelli che cercano le
proprie comodità, gli agi, e brigano per il bene proprio e forse anche
dei parenti; e non cercano il bene della Congregazione, che è quello che
forma la porzione di Gesù Cristo. Sta’ attento, allontana questo
flagello e vedrai prosperare la Congregazione.
Siamo al terzo scompartimento. Osserva l’iscrizione del terzo chiodo:
Aspidis lingua eorum (la loro è la lingua di un serpente). Chiodo fatale
per le Congregazioni sono i mormoratori, i sussurroni, quelli che
cercano sempre di criticare o per diritto o per traverso.
Ed ecco il quarto scompartimento con la scritta: Cubiculum otio sitatis
(la sede degli oziosi). Qui sono gli oziosi, e quando si comincia a
introdurre l’ozio, la comunità resta bell’e rovinata; invece finché si
lavorerà molto, nessun pericolo per voi. Ora osserva ancora una cosa che
vi è in questo carrozzone, a cui molte volte non si bada. Vedi quel
ripostiglio che non fa parte di nessun scompartimento e che si estende a
tutti?
— Vedo, ma non vi è altro che erbacce e foglie secche.
— Bene, osserva l’iscrizione che sta quasi nascosta.
Don Bosco osserva bene e vede scritto: Latet anguis in herba (tra l’erba sta nascosto il serpente).
— Vi sono certi individui — spiega la Guida — che stanno nascosti, non
parlano, non aprono mai il cuore ai superiori e ruminano sempre in cuore
i loro segreti. Sta’ attento: latet anguis in herba. Sono veri
flagelli, vera peste delle Congregazioni. Anche se cattivi, se fossero
conosciuti, si potrebbero correggere; ma no, stanno nascosti e intanto
il veleno si moltiplica nel loro cuore; e quando fossero conosciuti, non
si sarebbe più in tempo per riparare il danno che già hanno prodotto.
Tieni dunque bene a mente le cose che devi tenere lontano dalla tua
Congregazione. Da’ ordine che queste cose siano spiegate e rispiegate a
lungo. Facendo così sta’ tranquillo sulla tua Congregazione: le cose
prospereranno un giorno più dell’altro.
A questo punto Don Bosco pregò la sua Guida di permettergli di scrivere quanto gli aveva detto.
— Se vuoi far la prova — rispose —‘ scrivile; ma temo che ti manchi il tempo.
Infatti egli udì un gran rumore e vide ricomparire il toro furioso
della prima parte del sogno; e fu tanto spaventato alla sua vista che si
sveglio.
Don Bosco concluse: « Sarebbe un bel frutto degli Esercizi se noi
proponessimo di attenerci al nostro stemma: LAVORO E TEMPERANZA; e se
procureremo con tutte le nostre forze di evitare i quattro chiodi che
martoriano le Congregazioni, a cui c’è da aggiungere che ciascuno sia
sempre aperto, schietto e confidente con i propri superiori. In questo
modo faremo del bene alle anime nostre, e nello stesso tempo potremo
salvare quelle che la divina provvidenza affiderà alle nostre cure».
LEZIONI SULL'EPISTOLA DI PAOLO AI ROMANI LEZIONE XVII 14 febbraio 1948
Maria Valtorta
Dice il Divinissimo Autore:
«Quanto Dio stabilisce è sempre perfetto, sia riguardo al tempo che al modo e alla persona.
Ecco dunque che, promesso all’inizio del castigo, il Cristo viene all’ora perfetta. I secoli si tramandano con voce sempre più chiara, con particolari sempre più netti, la voce della divina promessa di un Messia Redentore e della Donna senza concupiscenza, che punirà il Prevaricatore partorendo il Vincitore del Peccato e della Morte.
Molti i simboli e le voci che ripetono nei secoli la promessa. Ma una parola divina non è stata ancora capita nella sua verità.
Nel 9° della Genesi è detto: “... porrò il mio arcobaleno nelle nubi e sarà il segno del patto fra Me e la Terra. E quando avrò accumulate le nubi (i castighi) nel cielo, nelle nubi comparirà il mio Arcobaleno ed Io mi ricorderò del mio patto... del patto sempiterno stabilito fra Dio e ogni carne che è sulla Terra”.
Arcobaleno: segno di pace. Arcobaleno: ponte fra Cielo e Terra.
Maria, pacifico ponte che ricongiunge Cielo e Terra, Amatissima che con la sua sola presenza ottiene misericordia ai peccatori. E Dio, nei secoli avanti il Cristo, quando le prevaricazioni degli uomini accumulavano le nubi dei divini castighi sull’Umanità dalla dura cervice e dallo spirito superbo, contemplando nel suo Pensiero Colei che ab eterno era stabilita Arca della Divina Parola, Fonte della Grazia, Sede della Sapienza, pacifica gioia del suo Signore, disperse le nubi dell’inesorabile castigo, concedendo tempo all’Umanità in attesa della Salvezza.
La voce della Vergine non ancor nata: “Pace! Pietà! Signor mio!”. Il suo amore perfetto, la sua perfetta ubbidienza, già noti a Dio prima che la Stella purissima fosse, sacrificio d’odor soave che placava l’ira del Signore. E, nei secoli dopo il Cristo, pace e misericordia è, per l’Umanità, Maria. E coll’accrescersi dei peccati e l’aumentare dei nembi dell’ira divina e dei fumi satanici, sempre è Maria quella che dirada le nubi, che disarma le folgori, che getta il suo mistico ponte all’Umanità caduta nell’abisso perché essa risalga, per via soave, al suo Bene.
“Porrò il mio arcobaleno fra le nubi... e mi ricorderò del mio patto”.
Oh! veramente l’Arcobaleno di pace, la Corredentrice è fra le nubi, sopra le nubi, dolce astro che splende al cospetto di Dio per ricordargli che Egli ha promesso misericordia agli uomini ed ha dato il Figlio suo perché gli uomini abbiano perdono. Vi è non come dolcezza pensata, ma come realtà vera, completa, con la sua anima senza macchia e la sua carne senza corruzione. Né si accontenta di esservi adorante e beata. Ma attiva si mostra, e chiama, richiama l’Umanità alla Salvezza.
L’ora di Maria. Quest’ora.
L’arca di Noè non salvò tutti gli uomini, ma coloro fra gli uomini che Dio trovò giusti al suo cospetto. Anche nell’ora attuale, ora che sorge e dovrà scorrere tutta, e più inoltrerà e più sarà cupa di nembi, l’Arca di Dio non potrà salvare tutti gli uomini, ma [non potrà salvarli tutti] perché gli uomini, molti uomini, non vorranno salvarsi, trovare salute per mezzo dell’Arca di Dio.
L’arcobaleno, dopo il diluvio, fu visto dai soli giusti rimasti vivi sulla Terra. Ma nell’ora presente, invece, l’arcobaleno, il segno di pace, Maria, in un sovrabbondare di misericordia sarà visto da molti che giusti non sono. La sua voce, il suo profumo, i suoi prodigi, saranno noti a giusti e a peccatori, e beati quelli, fra questi ultimi, che, come per l’Arcobaleno di Dio l’ira di Dio non si scatena, così per esso alla giustizia, alla fede nel Gesù in cui è salvezza, si volgeranno.
Cristo, dunque, è venuto al tempo stabilito per ristabilire l’ordine turbato dalla Colpa d’origine e i legami di figliolanza fra Dio e gli uomini. Vittima stabilita, è venuto a morire non già per i giusti soltanto, ma anche e soprattutto per i peccatori.
Tutti erano peccatori almeno del peccato ereditario. Solo Maria era senza peccato. Le opere sante dei giusti, pur essendo benedette dall’Eterno, non davano agli spiriti dei giusti l’eredità del Regno di Dio.
Essere giusti era grave fatica perché la Grazia non era negli spiriti. La Legge era causa di peccato più che di salvezza, perché per troppi del popolo di Dio la Legge era ormai “cagione d’ira”, tanto era manomessa e violata. La Sapienza era falsata nelle sue voci, adattate dagli uomini a predicare ciò che non era da farsi a gloria di Dio, ma a beneficio degli avidi maestri.
Un caos più grave, perché spirituale, era succeduto alla semplice, perfetta Legge del Signore, e gli spiriti si smarrivano in esso quando non si perdevano del tutto, dandosi la morte spirituale. Un’idolatria peggiore di quella del vitello d’oro era nelle coscienze dei più. Ogni potente d’Israele era “vitello d’oro”, e da se stesso si idolatrava e voleva essere idolatrato dalle folle.
Il Tempio era un nome. I riti una rappresentazione mimica. L’invisibile divina Presenza nel Santo dei Santi non era creduta altro che dai semplici, dai piccoli fra il popolo che aveva nome di santo. Ancora i Sacerdoti e i Rabbi insegnavano che Dio era nel suo Tempio, magnifico sulla sua gloria, parlante ai suoi ministri. Ma essi ben sapevano che Dio aveva già abbandonato il Tempio dove non Lui era adorato, ma gli interessi dei Principi dei Sacerdoti, degli Scribi e dei Farisei. Essi sentivano il vuoto successo alla Presenza. L’insanabile vuoto. Perché nulla delle industrie degli uomini può colmare il vuoto di Dio. Ogni opera è vana a colmare, a nascondere almeno, il vuoto di un altare dal quale Dio se ne è andato. Nulla. E nulla può illudere e dare pace a chi ha dentro alla sua coscienza la conoscenza che Dio non è più presente, che Egli ha abbandonato i superbi al loro destino, alle loro concupiscenze, alle loro idolatrie.
E in quell’ora Gesù è venuto. Se Dio misurasse le cose alla misura degli uomini, mai ora meno propizia di quella avrebbe dovuto essere scelta per l’avvento dell’ora di Misericordia. Ma non era soltanto ora di Misericordia. Lo era anche di Giustizia. Giustizia per Israele, non più meritevole d’essere Popolo di Dio. Un altro popolo doveva essere eletto in suo luogo: quello cristiano.
La fine del Tempio era venuta. La Legge nuova, perfezione dell’antica, si imponeva, predicata agli uomini direttamente da Dio. La Carità di Dio si mostrava nella sua pienezza agli uomini.
Carità non vuole dire ingiustizia, benché sia tutta misericordia. Carità vuol dire tutto compiere per amor degli uomini. Questo è anche il precetto che Gesù vi ha dato.
Ma Egli, Perfezione, non si è limitato a insegnare che non vi è più grande amore di quello di colui che muore per i suoi amici. Egli è morto. E non solo per gli amici, per i giusti e i volonterosi di giustizia: anche questi ultimi sono amici di Dio, sebbene ancora deboli, informi di spirito. Egli è morto anche per i suoi nemici. Dalla Croce non ha pregato per gli amici, ma per i nemici.
Sapienza eterna e infinita, il Cristo sapeva come per l’uomo il peccato fosse entrato nel mondo insieme alla morte e si fosse esteso a tutti gli uomini, come era anche prima della Legge. Se non ci fosse stato peccato non ci sarebbe stata necessità di un codice contro il peccato. Esso è fermentato nelle sue diverse forme dalla superbia, gola e avarizia, che insanirono i Progenitori sino a renderli ribelli a Dio. E dopo la violenza fatta all’ordine di Dio, a Dio perciò, seguì la violenza fatta all’innocenza violata e distrutta per dar luogo alla malizia, e a questa seguì la violenza fatta al fratello, con il fratricidio compiuto da Caino, e l’omicidio di Lamec, e la libidine dei figli di Dio verso le figlie degli uomini, e la superbia dei costruttori di Babele, e l’avidità dei popoli e delle tribù, e i molteplici peccati di Sodoma e Gomorra, rifioriti sempre più forti nei secoli.
E Cristo, morendo, prega per i nemici di Dio perché abbiano il perdono e tornino nella giustizia. Gesù è il ristabilitore dell’ordine.
Se su una bilancia si mette un peso sproporzionato al peso equilibratore, la bilancia pende da una parte; ma se si ristabilisce l’equilibrio, i due piatti della bilancia si mettono su una sola linea.
[10]Ecco: per il delitto di uno, molti perirono. La bilancia di Dio pendeva tutta dalla parte della Giustizia. Ma: per il sacrificio di Cristo, la Grazia e la Vita vengono date a tutti coloro che credono in Gesù. E in tal modo l’equilibrio non solo è ristabilito, ma dato che il sacrificio dell’Uomo-Dio è di valore infinito e infiniti sono i meriti del Cristo Salvatore, mentre la colpa di Adamo pur nella sua gravità non è mai senza limiti - e lo dimostra il fatto che poté essere riparata, mentre se fosse stata infinita non lo avrebbe potuto essere e le due infinità, quella della Grazia e quella della Colpa, si sarebbero fronteggiate senza potersi combattere, e una vincere, ché due forze uguali restano tali l’una in opposizione all’altra - la bilancia di Dio pende dalla parte della Misericordia, e misericordia e perdono traboccano dal piatto colmo del Sangue divino, effuso per la salute del mondo.
Tutto effuso. Tanto più effuso più abbondante era il peccato, perché la Grazia, abbondando, vincesse il peccato e la Vita vinca la Morte, morendo per rendere la Vita agli spiriti immortali degli uomini: la Vita, ossia il Regno di Dio in voi e per voi qui, e oltre la vita, nel Regno dei Cieli.»
[10] Dice il Consolatore: “Interpreta così: Come per opera di un solo uomo (Adamo) il peccato è entrato nel mondo e per il peccato entrò la morte, così a tutti gli uomini si è estesa la morte per Adamo nel quale tutti peccarono”. (Ai Romani c.5 v.12). Così è stato scritto da Maria Valtorta su un pezzetto di carta, messo tra le pagine della Lettera ai Romani, nella Bibbia che lei usava.