Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Gesù, dammi un'intelligenza grande, unicamente perché possa meglio conoscerti. Dammi un'intelligenza forte, che mi permetta di conoscere le cose divine anche più elevate. Dammi un'intelligenza acuta, perché conosca la tua divina essenza e la tua intima vita Trinitaria. (Santa Faustina Kowalska)

Liturgia delle Ore - Letture

Sabato della 16° settimana del tempo ordinario (SS. Gioacchino e Anna)

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 10

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.2Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.3Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;4non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.5In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,9curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite:11Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino.12Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
13Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere.14Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
15E tu, Cafàrnao,

'sarai innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi sarai precipitata!'

16Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato".

17I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome".18Egli disse: "Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore.19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli".

21In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto.22Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare".

23E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete.24Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono".

25Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?".26Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?".27Costui rispose: "'Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza' e con tutta la tua mente e 'il prossimo tuo come te stesso'".28E Gesù: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai".

29Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?".30Gesù riprese:
"Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.32Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.35Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.36Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?".37Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' lo stesso".

38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.39Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola;40Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti".41Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose,42ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".


Esodo 30

1Farai poi un altare sul quale bruciare l'incenso: lo farai di legno di acacia.2Avrà un cubito di lunghezza e un cubito di larghezza, sarà cioè quadrato; avrà due cubiti di altezza e i suoi corni saranno tutti di un pezzo.3Rivestirai d'oro puro il suo piano, i suoi lati, i suoi corni e gli farai intorno un bordo d'oro.4Farai anche due anelli d'oro al di sotto del bordo, sui due fianchi, ponendoli cioè sui due lati opposti: serviranno per inserire le stanghe destinate a trasportarlo.5Farai le stanghe di legno di acacia e le rivestirai d'oro.6Porrai l'altare davanti al velo che nasconde l'arca della Testimonianza, di fronte al coperchio che è sopra la Testimonianza, dove io ti darò convegno.7Aronne brucerà su di esso l'incenso aromatico: lo brucerà ogni mattina quando riordinerà le lampade8e lo brucerà anche al tramonto, quando Aronne riempirà le lampade: incenso perenne davanti al Signore per le vostre generazioni.9Non vi offrirete sopra incenso estraneo, né olocausto, né oblazione; né vi verserete libazione.10Una volta all'anno Aronne farà il rito espiatorio sui corni di esso: con il sangue del sacrificio per il peccato vi farà sopra una volta all'anno il rito espiatorio per le vostre generazioni. È cosa santissima per il Signore".
11Il Signore parlò a Mosè e gli disse:12"Quando per il censimento farai la rassegna degli Israeliti, ciascuno di essi pagherà al Signore il riscatto della sua vita all'atto del censimento, perché non li colpisca un flagello in occasione del loro censimento.13Chiunque verrà sottoposto al censimento, pagherà un mezzo siclo, computato secondo il siclo del santuario, il siclo di venti 'ghera'. Questo mezzo siclo sarà un'offerta prelevata in onore del Signore.14Ogni persona sottoposta al censimento, dai venti anni in su, paghi l'offerta prelevata per il Signore.15Il ricco non darà di più e il povero non darà di meno di mezzo siclo, per soddisfare all'offerta prelevata per il Signore, a riscatto delle vostre vite.16Prenderai il denaro di questo riscatto ricevuto dagli Israeliti e lo impiegherai per il servizio della tenda del convegno. Esso sarà per gli Israeliti come un memoriale davanti al Signore per il riscatto delle vostre vite".
17Il Signore parlò a Mosè:18"Farai una conca di rame con il piedestallo di rame, per le abluzioni; la collocherai tra la tenda del convegno e l'altare e vi metterai acqua.19Aronne e i suoi figli vi attingeranno per lavarsi le mani e i piedi.20Quando entreranno nella tenda del convegno, faranno una abluzione con l'acqua, perché non muoiano; così quando si avvicineranno all'altare per officiare, per bruciare un'offerta da consumare con il fuoco in onore del Signore,21si laveranno le mani e i piedi e non moriranno. È una prescrizione rituale perenne per lui e per i suoi discendenti, in tutte le loro generazioni".
22Il Signore parlò a Mosè:23"Procùrati balsami pregiati: mirra vergine per il peso di cinquecento sicli, cinnamòmo odorifero, la metà, cioè duecentocinquanta sicli, canna odorifera, duecentocinquanta,24cassia, cinquecento sicli, secondo il siclo del santuario, e un 'hin' d'olio d'oliva.25Ne farai l'olio per l'unzione sacra, un unguento composto secondo l'arte del profumiere: sarà l'olio per l'unzione sacra.26Con esso ungerai la tenda del convegno, l'arca della Testimonianza,27la tavola e tutti i suoi accessori, il candelabro con i suoi accessori, l'altare del profumo,28l'altare degli olocausti e tutti i suoi accessori; la conca e il suo piedestallo.29Consacrerai queste cose, le quali diventeranno santissime: quanto le toccherà sarà santo.
30Ungerai anche Aronne e i suoi figli e li consacrerai perché esercitino il mio sacerdozio.31Agli Israeliti dirai: Questo sarà per voi l'olio dell'unzione sacra per le vostre generazioni.32Non si dovrà versare sul corpo di nessun uomo e di simile a questo non ne dovrete fare: è una cosa santa e santa la dovrete ritenere.33Chi ne farà di simile a questo o ne porrà sopra un uomo estraneo sarà eliminato dal suo popolo".
34Il Signore disse a Mosè: "Procùrati balsami: storàce, ònice, galbano come balsami e incenso puro: il tutto in parti uguali.35Farai con essi un profumo da bruciare, una composizione aromatica secondo l'arte del profumiere, salata, pura e santa.36Ne pesterai un poco riducendola in polvere minuta e ne metterai davanti alla Testimonianza, nella tenda del convegno, dove io ti darò convegno. Cosa santissima sarà da voi ritenuta.37Non farete per vostro uso alcun profumo di composizione simile a quello che devi fare: lo riterrai una cosa santa in onore del Signore.38Chi ne farà di simile per sentirne il profumo sarà eliminato dal suo popolo".


Salmi 105

1Alleluia.

Lodate il Signore e invocate il suo nome,
proclamate tra i popoli le sue opere.
2Cantate a lui canti di gioia,
meditate tutti i suoi prodigi.
3Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

4Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
5Ricordate le meraviglie che ha compiute,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca:
6voi stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.

7È lui il Signore, nostro Dio,
su tutta la terra i suoi giudizi.
8Ricorda sempre la sua alleanza:
parola data per mille generazioni,
9l'alleanza stretta con Abramo
e il suo giuramento ad Isacco.

10La stabilì per Giacobbe come legge,
come alleanza eterna per Israele:
11"Ti darò il paese di Cànaan
come eredità a voi toccata in sorte".
12Quando erano in piccolo numero,
pochi e forestieri in quella terra,
13e passavano di paese in paese,
da un regno ad un altro popolo,
14non permise che alcuno li opprimesse
e castigò i re per causa loro:
15"Non toccate i miei consacrati,
non fate alcun male ai miei profeti".

16Chiamò la fame sopra quella terra
e distrusse ogni riserva di pane.
17Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe, venduto come schiavo.
18Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
19finché si avverò la sua predizione
e la parola del Signore gli rese giustizia.

20Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
21lo pose signore della sua casa,
capo di tutti i suoi averi,
22per istruire i capi secondo il suo giudizio
e insegnare la saggezza agli anziani.

23E Israele venne in Egitto,
Giacobbe visse nel paese di Cam come straniero.
24Ma Dio rese assai fecondo il suo popolo,
lo rese più forte dei suoi nemici.
25Mutò il loro cuore
e odiarono il suo popolo,
contro i suoi servi agirono con inganno
26Mandò Mosè suo servo
e Aronne che si era scelto.
27Compì per mezzo loro i segni promessi
e nel paese di Cam i suoi prodigi.

28Mandò le tenebre e si fece buio,
ma resistettero alle sue parole.
29Cambiò le loro acque in sangue
e fece morire i pesci.
30Il loro paese brulicò di rane
fino alle stanze dei loro sovrani.
31Diede un ordine e le mosche vennero a sciami
e le zanzare in tutto il loro paese.
32Invece delle piogge mandò loro la grandine,
vampe di fuoco sul loro paese.
33Colpì le loro vigne e i loro fichi,
schiantò gli alberi della loro terra.

34Diede un ordine e vennero le locuste
e bruchi senza numero;
35divorarono tutta l'erba del paese
e distrussero il frutto del loro suolo.
36Colpì nel loro paese ogni primogenito,
tutte le primizie del loro vigore.

37Fece uscire il suo popolo con argento e oro,
fra le tribù non c'era alcun infermo.
38L'Egitto si rallegrò della loro partenza
perché su di essi era piombato il terrore.
39Distese una nube per proteggerli
e un fuoco per illuminarli di notte.

40Alla loro domanda fece scendere le quaglie
e li saziò con il pane del cielo.
41Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque,
scorrevano come fiumi nel deserto,
42perché ricordò la sua parola santa
data ad Abramo suo servo.

43Fece uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
44Diede loro le terre dei popoli,
ereditarono la fatica delle genti,
45perché custodissero i suoi decreti
e obbedissero alle sue leggi.

Alleluia.


Salmi 104

1Benedici il Signore, anima mia,
Signore, mio Dio, quanto sei grande!
Rivestito di maestà e di splendore,
2avvolto di luce come di un manto.
Tu stendi il cielo come una tenda,
3costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento;
4fai dei venti i tuoi messaggeri,
delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.

5Hai fondato la terra sulle sue basi,
mai potrà vacillare.
6L'oceano l'avvolgeva come un manto,
le acque coprivano le montagne.
7Alla tua minaccia sono fuggite,
al fragore del tuo tuono hanno tremato.
8Emergono i monti, scendono le valli
al luogo che hai loro assegnato.
9Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno,
non torneranno a coprire la terra.

10Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti;
11ne bevono tutte le bestie selvatiche
e gli ònagri estinguono la loro sete.
12Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo,
cantano tra le fronde.

13Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.
14Fai crescere il fieno per gli armenti
e l'erba al servizio dell'uomo,
perché tragga alimento dalla terra:
15il vino che allieta il cuore dell'uomo;
l'olio che fa brillare il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.

16Si saziano gli alberi del Signore,
i cedri del Libano da lui piantati.
17Là gli uccelli fanno il loro nido
e la cicogna sui cipressi ha la sua casa.
18Per i camosci sono le alte montagne,
le rocce sono rifugio per gli iràci.

19Per segnare le stagioni hai fatto la luna
e il sole che conosce il suo tramonto.
20Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie della foresta;
21ruggiscono i leoncelli in cerca di preda
e chiedono a Dio il loro cibo.
22Sorge il sole, si ritirano
e si accovacciano nelle tane.
23Allora l'uomo esce al suo lavoro,
per la sua fatica fino a sera.

24Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
25Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.
26Lo solcano le navi,
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.

27Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
28Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.
29Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
30Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

31La gloria del Signore sia per sempre;
gioisca il Signore delle sue opere.
32Egli guarda la terra e la fa sussultare,
tocca i monti ed essi fumano.
33Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare al mio Dio finché esisto.
34A lui sia gradito il mio canto;
la mia gioia è nel Signore.

35Scompaiano i peccatori dalla terra
e più non esistano gli empi.
Benedici il Signore, anima mia.


Zaccaria 3

1Poi mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, ritto davanti all'angelo del Signore, e satana era alla sua destra per accusarlo.2L'angelo del Signore disse a satana: "Ti rimprovera il Signore, o satana! Ti rimprovera il Signore che si è eletto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone sottratto al fuoco?".3Giosuè infatti era rivestito di vesti immonde e stava in piedi davanti all'angelo,4il quale prese a dire a coloro che gli stavano intorno: "Toglietegli quelle vesti immonde". Poi disse a Giosuè: "Ecco, io ti tolgo di dosso il peccato; fatti rivestire di abiti da festa".5Poi soggiunse: "Mettetegli sul capo un diadema mondo". E gli misero un diadema mondo sul capo, lo rivestirono di candide vesti alla presenza dell'angelo del Signore.6Poi l'angelo del Signore dichiarò a Giosuè:7"Dice il Signore degli eserciti: Se camminerai nelle mie vie e osserverai le mie leggi, tu avrai il governo della mia casa, sarai il custode dei miei atri e ti darò accesso fra questi che stanno qui.

8Ascolta dunque, Giosuè sommo sacerdote, tu e i tuoi compagni che siedono davanti a te, poiché essi servono da presagio: ecco, io manderò il mio servo Germoglio.9Ecco la pietra che io pongo davanti a Giosuè: sette occhi sono su quest'unica pietra; io stesso inciderò la sua iscrizione - oracolo del Signore degli eserciti - e rimuoverò in un sol giorno l'iniquità da questo paese.10In quel giorno - oracolo del Signore degli eserciti - ogni uomo inviterà il suo vicino sotto la sua vite e sotto il suo fico".


Seconda lettera ai Corinzi 9

1Riguardo poi a questo servizio in favore dei santi, è superfluo che ve ne scriva.2Conosco infatti bene la vostra buona volontà, e ne faccio vanto con i Macèdoni dicendo che l'Acaia è pronta fin dallo scorso anno e già molti sono stati stimolati dal vostro zelo.3I fratelli poi li ho mandati perché il nostro vanto per voi su questo punto non abbia a dimostrarsi vano, ma siate realmente pronti, come vi dicevo, perché4non avvenga che, venendo con me alcuni Macèdoni, vi trovino impreparati e noi dobbiamo arrossire, per non dire anche voi, di questa nostra fiducia.5Ho quindi ritenuto necessario invitare i fratelli a recarsi da voi prima di me, per organizzare la vostra offerta già promessa, perché essa sia pronta come una vera offerta e non come una spilorceria.

6Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà.7Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché 'Dio' ama 'chi dona con gioia'.8Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene,9come sta scritto:

'ha largheggiato, ha dato ai poveri;
la sua giustizia dura in eterno'.

10Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.11Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale poi farà salire a Dio l'inno di ringraziamento per mezzo nostro.12Perché l'adempimento di questo servizio sacro non provvede soltanto alle necessità dei santi, ma ha anche maggior valore per i molti ringraziamenti a Dio.13A causa della bella prova di questo servizio essi ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza e accettazione del vangelo di Cristo, e per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti;14e pregando per voi manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria grazia di Dio effusa sopra di voi.15Grazie a Dio per questo suo ineffabile dono!


Capitolo XVI: Manifestare a Cristo le nostre manchevolezze e chiedere la sua grazia

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Parola del discepolo

O dolcissimo e amorosissimo Signore, che ora desidero devotamente ricevere, tu conosci la mia debolezza e la miseria che mi affligge; sai quanto siano grandi il male e i vizi in cui giaccio e come io sia frequentemente oppresso, provato, sconvolto e pieno di corruzione. Io vengo a te per essere aiutato, consolato e sollevato. Parlo a colui che tutto sa e conosce ogni mio pensiero; a colui che solo mi può pienamente confortare e soccorrere. Tu ben sai di quali beni io ho massimamente bisogno e quanto io sono povero di virtù. Ecco che io mi metto dinanzi a te, povero e nudo, chiedendo grazia e implorando misericordia. Ristora questo tuo misero affamato; riscalda la mia freddezza con il fuoco del tuo amore; rischiara la mia cecità con la luce della tua presenza. Muta per me in amarezza tutto ciò che è terreno; trasforma in occasione di pazienza tutto ciò che mi pesa e mi ostacola; muta in oggetto di disprezzo e di oblio ciò che è bassa creatura. Innalza il mio cuore verso il cielo, a te, e non lasciare che mi perda, vagando su questa terra. Sii tu solo, da questo momento e per sempre, la mia dolce attrazione, ché tu solo sei mio cibo e mia bevanda, mio amore e mia gioia, mia dolcezza e sommo mio bene. Potessi io infiammarmi tutto, dinanzi a te, consumarmi e trasmutare in te, così da diventare un solo spirito con te, per grazia di intima unione, in struggimento di ardente amore. Non permettere che io mi allontani da te digiuno e languente, ma usa misericordia verso di me, come tante volte l'hai usata mirabilmente con i tuoi santi. Qual meraviglia se da te io prendessi fuoco interamente, venendo meno in me stesso, poiché tu sei fiamma sempre viva, che mai si spegne, amore che purifica i cuori e illumina le menti?


DISCORSO 169 DALLE PAROLE DELL'APOSTOLO (PHIL 3, 3-16): " SIAMO INFATTI NOI LA CIRCONCISIONE, NOI CHE RENDIAMO IL CULTO ALLO SPIRITO DI DIO ", ECC. CONTRO I PELAGIANI TENUTO ALL'ALTARE DI S. CIPRIANO

Discorsi - Sant'Agostino

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Che vuol dire: Allo Spirito di Dio.

1. 1. La Santità vostra rivolga l'udito e la mente alla lettura dell'Apostolo, sostenendoci con il vostro affetto presso il Signore nostro Dio perché possiamo comunicarvi quello che vi si degna rivelarci. Durante la lettura avete così ascoltano le parole dell'apostolo Paolo: Siamo infatti noi la circoncisione, noi che rendiamo il culto allo Spirito di Dio 1. So che numerosi codici riportano: Noi che rendiamo il culto nello Spirito di Dio. Ma per quanto abbiamo potuto esaminare, sono molti i codici greci che riportano questo: Noi che rendiamo il culto nello Spirito di Dio, ma non è lì la questione. Infatti l'una e l'altra lettura è chiara e rispondente alla regola della verità, perché rendiamo culto allo Spirito di Dio non mediante la carne, ma nello Spirito di Dio. Rende infatti il culto a Dio con la carne chi ha fiducia di piacere a Dio con mezzi carnali. Quando poi la stessa carne si assoggetta allo Spirito in vista di opere buone, rendiamo il culto a Dio nello Spirito, perché domiamo la carne affinché lo spirito obbedisca a Dio. Infatti lo spirito governa, la carne è governata; né lo spirito governa bene se non è governato.

In che modo siamo la circoncisione e la giustizia. La nostra giustizia è per dono di Dio.

1. 2. Quindi, quando afferma: Noi siamo la circoncisione, osservate che cosa vuole si intenda in quella circoncisione che è stata data sotto un'ombra che ne copriva il significato, ed è stata rimossa dal sopraggiungere della luce. Perché poi non ha detto: Noi abbiamo la circoncisione, ma: Noi siamo la circoncisione, ricevete così ciò che ha voluto dire l'Apostolo: Noi siamo la giustizia. La circoncisione è infatti la giustizia. D'altra parte, dicendo che noi siamo la giustizia, dà valore all'assunto più che se dicesse: Noi siamo i giusti; così pure perché intendiamo " i giusti ", quando parla di giustizia. Non siamo certo quella giustizia immutabile di cui siamo fatti partecipi, ma, come si usa l'espressione: " Vi è tanta gioventù ", volendo dire: " molti giovani ", così si dice: " giustizia " affinché s'intendano: " i giusti ". Ascoltatelo ancora con maggior evidenza, sempre dalla parola dell'Apostolo: Perché noi - dice - potessimo diventare, per mezzo di lui, giustizia di Dio 2. Noi potessimo diventare giustizia, non nostra, ma di Dio; ricevuta da lui, non acquistata da noi; partecipata, non usurpata; donata, non rubata. Per un certo uomo infatti costituiva una rapina essere uguale a Dio; e poiché si volse alla rapina, trovò la rovina. Al contrario: Il Signore nostro Gesù Cristo, pur essendo di natura divina, non considerò un'appropriazione indebita essere uguale a Dio 3. A lui infatti l'uguaglianza di Dio era tale per natura, non dovuta a rapina. Pur tuttavia annientò se stesso assumendo la condizione di servo perché noi potessimo diventare, per mezzo di lui, giustizia di Dio 4. Se egli infatti avesse evitato la povertà non saremmo stati affrancati dalla povertà. Infatti da ricco che era si è fatto povero, perché, per mezzo della sua povertà - come è stato scritto - noi diventassimo ricchi 5. Che non farà di noi la ricchezza, se la sua povertà ci fa ricchi? Pertanto l'Apostolo non ti ha negato la circoncisione, ma ti ha spiegato in che consiste; ha recato la luce, ha rimosso l'ombra.

La circoncisione di chi si vanta nel Signore. Perché nell'ottavo giorno la circoncisione. La Domenica.

2. 3. La circoncisione - dice - siamo noi, che rendiamo il culto allo Spirito di Dio, e ci vantiamo in Cristo Gesù senza aver fiducia nella carne 6. Ha pensato a quelli che avevano fiducia nella carne; erano appunto coloro che si gloriavano della circoncisione della carne. Di costoro dice altrove: Hanno come Dio il loro ventre e si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi 7. Vedi di comprendere di che circoncisione si tratta e sii tu stesso la circoncisione; capisci e sii questo: E' un bene comprendere, ma per coloro che compiono il bene 8. Non senza motivo certamente fu ordinata la circoncisione del neonato nell'ottavo giorno 9, soltanto perché la pietra con la quale si praticava la circoncisione era Cristo. Infatti il popolo fu circonciso con coltelli di pietra 10, ora la pietra era Cristo 11. Perché allora nell'ottavo giorno? Perché nella settimana il primo e l'ottavo giorno coincidono. Infatti trascorsi sette giorni si torna al primo. Ha termine il settimo, il Signore è sepolto; si torna al primo, il Signore è risorto. La risurrezione del Signore per noi ha così garantito il giorno senza fine e ha reso sacro per noi il gran giorno della Domenica. Tale giorno, chiamato " Domenica ", sembra appartenere in modo proprio al Signore, perché il Signore risuscitò in questo giorno. E' stata restituita la pietra, si circoncidano quanti vogliano proclamare: La circoncisione siamo infatti noi 12, poiché: Egli è stato consegnato per i nostri peccati ed è stato giustificato per la nostra giustificazione 13. La giustificazione tua, la circoncisione tua non viene da te. Per grazia siete stati salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi ma è dono di Dio, né viene dalle opere 14. Che non avvenga che tu dica: Ho meritato, perciò ho ricevuto. Non credere che hai ricevuto per merito, tu che niente meriteresti se non lo avessi ricevuto. La grazia ha prevenuto il tuo merito; non è che la grazia venga dal merito, ma il merito viene dalla grazia. Giacché se la grazia viene dal merito, hai acquistato, non hai ricevuto gratuitamente. Per nulla li salverà 15. Che vuol dire: Per nulla li salverà? Tu nulla trovi in loro che meriti la salvezza, eppure li salvi. Gratuitamente dài, gratuitamente salvi. Tu precedi tutti i meriti, così che i tuoi doni ottengano i miei meriti. Insomma dài gratuitamente, gratuitamente salvi, tu che nulla trovi per cui salvare, e molto trovi di che condannare.

Avere fiducia nella carne.

3. 4. Pertanto dice: La circoncisione siamo noi che rendiamo il culto allo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù 16. Chi si vanta, si vanti nel Signore 17, senza aver fiducia nella carne. E che significa: aver fiducia nella carne? Ascoltate, parla: Sebbene - egli dice - io possa vantarmi anche nella carne. Se alcuno ritiene di poter confidare nella carne, io più di lui 18. Non pensate, dice, che io disprezzi ciò che non possiedo. Che c'è di grande se un uomo di bassa condizione, plebeo, senza nobiltà, disprezzi la nobiltà, ed allora mostri la vera umiltà? Sebbene - dice - io possa vantarmi anche nella carne. Per questo, dice, vi insegno a disprezzare, poiché vedete che io possiedo ciò che posso disprezzare. Se alcuno ritiene di poter confidare nella carne, io più di lui.

Qual è stata per Paolo la ragione di vantarsi nella carne.

3. 5. E riguardo alla fiducia nella carne, apprendi: Nella circoncisione dell'ottavo giorno 19, cioè non convertito, non estraneo al popolo di Dio, non circonciso da adulto, ma nato Giudeo da Giudei, porto la circoncisione dell'ottavo giorno. Della stirpe di Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo da Ebrei, Fariseo quanto alla legge 20. Erano chiamati Farisei i più importanti, quasi segregati a formare la nobiltà giudaica, distinti dalla plebe spregevole. Si dice infatti che al termine " Fariseo " si dà il significato di " separazione ", a quel modo che nella lingua latina il termine " egregio " sta come a dire " separato dal gregge ". Ma furono Israeliti, cioè della stirpe d'Israele, anche quelli che erano stati separati dal tempio. Presso il tempio, invece, rimase la tribù di Giuda e la tribù di Beniamino. La tribù di Levi nei sacerdoti, la tribù regia di Giuda e la tribù di Beniamino soltanto erano rimaste a Gerusalemme, vicino al tempio di Dio, quando fu fatta quella separazione da parte del servo di Salomone [Geroboamo] 21. Perciò non prendete alla leggera ciò che afferma l'Apostolo: della tribù di Beniamino; aderente a Giuda, non separato dal tempio. Ebreo da Ebrei, Fariseo quanto alla legge, quanto a zelo persecutore della Chiesa 22. Fra i suoi meriti ricorda che era stato persecutore: quanto a zelo, dice. Quale zelo? Non ero, dice, un Giudeo indolente; ero intollerante di tutto ciò che mi sembrava contrario alla mia legge e lo perseguitavo accanitamente. Questa la sua nobiltà presso i Giudei. Ma vicino a Cristo cerca l'umiltà. Perciò costui là è Saulo, qui è Paolo. Saulo è un nome derivato da Saul. Sapete chi era stato Saul. Fu scelta l'alta statura di lui. Lo descrive così la Scrittura: Era il più alto di tutti al momento che fu scelto per essere unto quale re 23. Non fu così di Saulo, ma fu fatto Paolo. Infatti " paulus " significa " piccolo ", e " Paolo " significa " poca cosa ". Quindi, quanto a zelo, egli dice persecutore della Chiesa 24. Di qui intendano gli uomini quale sia stato tra i Giudei, io che perseguitavo la Chiesa di Cristo per lo zelo delle tradizioni paterne.

Osservare irreprensibilmente la legge.

4. 6. Egli aggiunge: Irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dalla legge 25. La Carità vostra sa che Zaccaria ed Elisabetta osservavano irreprensibilmente tutti i precetti del Signore. Osservavano irreprensibilmente - dice la Scrittura - tutte le prescrizioni del Signore 26. Ecco, questo si configurava nel nostro Paolo quando era Saulo. Osservava la legge fedelmente; e ciò che fu in lui niente affatto riprovevole, questo suscitava nei suoi confronti grande deplorazione. Che pensiamo allora, fratelli, che sia cosa cattiva essere irreprensibili quanto alla giustizia che deriva dalla legge? Se è un male quanto alla giustizia che deriva dalla legge, è allora nella legge qualcosa di male? Abbiamo pure dall'Apostolo l'affermazione: Pertanto la legge è certamente santa e santo e giusto e buono è il comandamento 27. Se la legge è santa e santo e giusto e buono il comandamento, come può non essere un bene vivere irreprensibilmente quanto alla giustizia che deriva dalla legge santa? Come può non essere cosa santa? Oppure lo è forse cosa santa? Ascoltiamo appunto l'Apostolo; badate a ciò che vuol dire: Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo 28. Chiama perdita la sua e considera tra le sue perdite l'essere stato irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dalla legge: Tutto ormai - egli dice - io considero una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù Signore nostro 29. Considero, dice, la mia gloria e la paragono alla sublimità del Signore nostro Gesù Cristo. Di questa ho sete, quella disprezzo. Così è dir poco. Per il quale - dice - reputo tutte le cose non solo una perdita, ma addirittura le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo 30.

Perché la giustizia che deriva dalla legge allontana da Dio.

5. 7. E' sorta una questione di maggior gravità, o Paolo. Se quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della legge, avevi una condotta di vita irreprensibile, e questo ritieni a tua perdita, a danno, quale spazzatura al fine di guadagnare Cristo, allora quella giustizia teneva lontano da Cristo? Ti scongiuro, spiegalo un po'. Piuttosto, perché illumini anche noi, rivolgiamoci a Dio, da cui fu illuminato colui che ci ha scritto una lettera non con inchiostro, ma con lo Spirito di Dio vivo. Pur nella certezza che la legge è santa e santo e giusto e buono il comandamento, sebbene sia di piena convinzione in mezzo ai fedeli cattolici, tanto che nessuno può pensare il contrario - a meno che non voglia essere cattolico - che questa legge non da altri, ma dal Signore nostro Dio è stata data, considerate, carissimi, quanto sia arduo, quanto sia difficile comprendere come l'avere una condotta di vita irreprensibile - quanto a tale giustizia che deriva dalla legge - sia stato d'impedimento all'Apostolo di giungere a Cristo. Così pure è arduo comprendere che non sarebbe potuto giungere a Cristo se non avesse considerato alla stregua di danno, perdita e spazzatura non altro che l'essere irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dalla legge. Andiamo dunque avanti un poco nella lettura; potrebbe darsi che nelle stesse parole dell'Apostolo ci si manifesti qualcosa che valga a rimuovere e a dissolvere tale oscurità. Ho ritenuto - dice - tutte queste cose come una perdita e le ho considerate come spazzatura al fine di guadagnare Cristo 31. Ponete attenzione, vi supplico. Ho considerato tali cose un danno, una perdita, spazzatura, ed a queste riconduco anche l'essere stato irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dalla legge. Così ho considerato tutte queste cose una perdita e spazzatura al fine di guadagnare Cristo, e di essere trovato in lui non con una mia giustizia derivante dalla legge. Voi che con la mente avete prevenuto la spiegazione, pigliatevi per dei più lesti che fanno la strada con dei più lenti. Si moderi un poco l'andatura vivace perché non sia lasciato indietro il compagno che non può essere più sollecito. Al fine di guadagnare Cristo - dice - e di essere trovato in lui non con una mia giustizia derivante dalla legge. Dal momento che aveva detto mia, perché ha aggiunto: derivante dalla legge? Giacché, se deriva dalla legge, com'è che è tua? Ti sei forse dato da te la legge? Dio ha dato la legge, Dio ha imposto la legge, Dio ti ha ordinato di osservare la sua legge. Come avresti potuto avere una giustizia irreprensibile se la legge non ti avesse indicato la debita condotta di vita da essa richiesta? Se hai una giustizia secondo la legge, come puoi dire: Non avendo una mia giustizia derivante dalla legge, ma quella che deriva dalla fede in Cristo, che deriva da Dio 32?

Si affronta la soluzione della questione. Giustizia derivante dalla legge. L'osservare la legge con timore. Il timore della pena non estingue la concupiscenza.

6. 8. Or dunque parlerò come infatti mi sarà possibile; colui che dimora in voi disveli meglio e ne doni l'intelligenza e il vivo desiderio l'affetto. Darà infatti l'effetto se donerà l'affetto. Ecco dunque quel che voglio dire: la legge di Dio, una volta fatta conoscere, ordinò appunto: Non desiderare 33. Promulgata, quindi, la legge di Dio, eccettuati quei riti carnali adombranti gli eventi futuri; promulgata la legge di Dio, chiunque è stato preso da timore e ha pensato di poter osservarla con le sue risorse ed ha praticato ciò che la legge comanda non per amore della giustizia, ma per timore della pena, è stato certamente un uomo irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dalla legge. Costui non ruba, non commette adulterio, non dà una falsa testimonianza, non commette omicidio, non desidera la roba del suo prossimo; riesce a non farlo, ha forse il potere di non farlo; da che gli viene? Dal timore della pena. Benché chi teme il castigo non si lasci vincere da desideri perversi, ritengo che essi siano presenti in lui. Anche il leone è distolto dalla preda da grande terrore di armi e di dardi e forse da una moltitudine che lo aggira o gli muove contro; eppure leone viene e leone si allontana; non si è impadronito della preda, non ha deposto la ferocia. Se ti riscontri tale, si tratta pur sempre di giustizia, di una giustizia per la quale ti risparmi tormenti. Che c'è di grande nel timore del castigo? Chi non lo teme? Quale ladro, quale scellerato, quale criminale? Ma quale differenza tra il tuo timore e il timore del ladro? C'è che il ladro teme le leggi degli uomini e commette il furto appunto perché spera di eludere le leggi degli uomini. Tu, invece, temi le leggi di colui del quale temi la pena e che non puoi eludere. Giacché se avessi potuto passargli inosservato, che cosa non avresti fatto? Ne segue che non è l'amore ad eliminare il tuo desiderio perverso, ma è il timore a reprimerlo. Giunge il lupo all'ovile; a causa del latrato dei cani e del clamore dei pastori, il lupo si allontana dall'ovile; esso, però, è sempre lupo. Si cambi in pecora. E questo opera infatti il Signore; ma questa è la giustizia sua, non la tua. Giacché fino a quando hai la tua, puoi temere la pena, non puoi amare la giustizia.

Godere della giustizia è dono di Dio.

7. 8. Allora, miei fratelli, l'ingiustizia ha i suoi piaceri e non li ha la giustizia? Il male dà gusto e non lo dà il bene? Indubbiamente procura diletto, ma il Signore darà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto 34. Se egli per primo non dà il bene, la nostra terra non avrà altro che sterilità. E' pertanto questa la giustizia che desiderò l'Apostolo e di cui si compiacque; si ricordò di Dio e si allietò 35; la sua anima fu presa dal desiderio e si accese per gli atri del Signore e tutte le cose che aveva in grande considerazione decaddero ridotte a nulla, divennero danno, perdita, spazzatura.

Saulo persecutore della Chiesa volendo stabilire una propria giustizia.

7. 9. Di qui proveniva infatti l'esigenza della persecuzione alla Chiesa, sostenendo le tradizioni dei padri 36; di qui la tensione a stabilire una sua giustizia, a non accettare la giustizia di Dio. Quindi considerate quale ragione lo inducesse a perseguitare la Chiesa. Che diremo, dunque? Afferma in un altro passo lo stesso Apostolo: Che i Pagani che non ricercavano la giustizia hanno raggiunto la giustizia 37. Ma quale? La giustizia però che deriva dalla fede. Ma i Pagani che non ricercavano la giustizia, che deriva dalla legge, alla quale in certo modo appartiene, che ha origine dal timore della pena, non dall'amore della giustizia, perché non ricercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia; la giustizia, però, che deriva dalla fede. Israele invece - egli dice - che ricercava una legge di giustizia, non pervenne alla legge di giustizia. Perché? Perché non la ricercava dalla fede 38. Che significa: Perché non la ricercava dalla fede? Non sperò in Dio, non la chiese a Dio, non credette in lui che giustifica l'empio 39; non fu simile al Pubblicano che abbassava lo sguardo a terra, si batteva il petto dicendo: Signore, abbi pietà di me peccatore 40. Quindi ricercando una legge di giustizia, non pervenne alla legge di giustizia. Perché? Perché non la ricercava dalla fede, ma come se derivasse dalle opere. Hanno urtato così contro la pietra di scandalo 41. Ecco a che si deve che Saulo perseguitasse la Chiesa. Infatti quando perseguitava la Chiesa, urtava contro la pietra di scandalo. Cristo umile rimaneva oppresso sulla terra; egli, ad un tempo, era indubbiamente presente nei cieli, avendovi innalzato il suo corpo di carne risuscitato dai morti. Ma se non fosse rimasto a giacere sulla terra, egli, il Cristo, non avrebbe gridato a Saulo: Perché mi perseguiti? 42 Così, l'uno rimaneva a giacere sulla terra, poiché preferiva l'umiltà, l'altro inciampava, perché non vedeva. E questa totale cecità quale causa aveva? Il tumore della superbia. In che consiste il tumore della superbia? Nell'avere quasi una propria giustizia. Derivata certo dall'osservanza della legge, ma sua. In che modo derivata dall'osservanza della legge? Perché relativa ai precetti della legge. Com'è sua? Come derivante dalle sue risorse. Mancava l'amore, l'amore della giustizia, l'amore dell'amore di Cristo. E da che gli venne l'amore? Dimorava in lui solo il timore, ma nel cuore riservava spazio alla carità che sarebbe sopraggiunta. Era colmo di furore, sicuro di sé con ostentazione, vantandosi presso gli stessi Giudei, sostenendo le tradizioni dei padri, di perseguitare la Chiesa; quand'ecco, mentre era convinto della sua preminenza, gli giunse dall'alto la voce del Signore nostro Gesù Cristo, ormai nella dimora del cielo e ancora ispirando umiltà. Saulo, Saulo - disse - perché mi perseguiti? E' duro per te recalcitrare contro il pungolo 43. Potrei lasciarti andare; tu saresti infatti tormentato dai miei pungoli, io non sarei spezzato dai tuoi lacci; ma non ti lascio andare. Sei crudele ed io ho compassione. Perché mi perseguiti? Non temo certo da te che tu mi crocifigga di nuovo; voglio, però, che tu mi riconosca per evitare che tu dia la morte non a me, ma a te.

Paolo abbia in orrore la propria giustizia per avere la giustizia di Dio.

8. 10. Così l'Apostolo, colpito e atterrato, fu preso dal terrore, fu risollevato, fu istruito. In lui appunto si verificò: Sono io che percuoterò, io che guarirò 44. Veramente non dice: " Guarirò e percuoterò ", ma: Sono io che percuoterò, io che guarirò. Percuoterò te e ti darò me. Atterrato in tal modo, detestò la propria giustizia, nella quale era davvero irreprensibile, degno di lode, importante, famoso quasi presso i Giudei; la ritenne una perdita, la considerò un danno, la giudicò spazzatura, al fine di essere trovato in lui non con una sua giustizia, derivante dalla legge, ma quella dalla fede in Cristo, che deriva - egli dice - da Dio 45. Quanto a coloro che urtarono contro la pietra di scandalo, che ne dice proprio l'Apostolo? Perché non la ricercavano dalla fede - egli dice - ma come se derivasse dalle opere. Perché appunto costoro, come in forza di una propria giustizia, urtarono contro la pietra d'inciampo; come è stato scritto: Ecco che io pongo in Sion un sasso d'inciampo, e una pietra di scandalo, e chi crederà in lui non sarà deluso 46. Chi infatti crederà in lui non avrà una propria giustizia, che deriva dalla legge, benché la legge sia buona; ma osserverà appunto la legge non con una propria giustizia, ma con la giustizia data da Dio. Così non sarà certo confuso. La carità è davvero la pienezza della legge 47. E questa carità da chi è stata diffusa nei nostri cuori? Non certo da noi, ma per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato 48. Quelli dunque urtarono contro il sasso d'inciampo e la pietra di scandalo. E a loro riguardo afferma: Fratelli, per la loro salvezza, rivolgo a Dio il desiderio sincero del mio cuore e le mie preghiere 49. L'Apostolo intercede per i non credenti affinché credano, per gli apostati perché tornino alla fede. Considerate come la conversione stessa dipenda dall'aiuto di Dio. La preghiera - dice - rivolgo a Dio per la loro salvezza. Rendo infatti loro testimonianza che hanno zelo per Dio 50. Come anch'egli aveva; aveva zelo per Dio. Ma egli come lo aveva? Allo stesso modo che quelli: Ma non secondo una retta conoscenza. Che vuol dire questo: Non secondo una retta conoscenza? Ignorando infatti la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria 51. Perciò questi, una volta corretto, dice: Non con una mia giustizia. Quelli vogliono stabilire la propria, ancora fa loro piacere trovarsi tra la spazzatura. Io non ho una mia giustizia, ma quella che è data è per mezzo della fede di Cristo, la giustizia che viene da Dio; la giustizia, ripeto, che viene da Dio che giustifica l'empio.

La vera giustizia ci è data soltanto dalla grazia.

9. 11. Togliti di mezzo, allontana, ripeto, te da te, ti sei d'ostacolo; se vuoi essere tu il tuo costruttore, metti mano ad una rovina. Se il Signore non costruirà la casa, invano lavoreranno i costruttori 52. Desisti dal volere una giustizia tua propria. Certamente deriva dalla legge, viene appunto dalla legge. E' sicuro che Dio ha dato la legge e, poiché la giustizia deriva dalla legge, non puoi farla tua. Parla l'apostolo Paolo: Non dicano il falso contro di me quelli che amano la propria giustizia. Ecco dove lo trovi scritto: apri, leggi, ascolta, osserva. Non fare di avere una giustizia personale; sebbene derivi dalla legge, nondimeno, in quanto sua, l'Apostolo la considera spazzatura. Poiché, ignorando la giustizia di Dio e volendo stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio 53. Non pensare che l'essere chiamato Cristiano ti affranchi per questo solo fatto dall'urtare contro la pietra d'inciampo. Urti contro colui del quale neghi la grazia. L'offendere Cristo sospeso alla croce ha minor peso dell'offesa a lui che regna nel cielo. Ci sia la giustizia, ma che derivi dalla grazia, ti venga da Dio e non sia la tua. I tuoi sacerdoti - è scritto - si vestano di giustizia 54. Sono gli animali a trovarsi ricoperti di ciò che hanno per natura; la veste si riceve, non cresce insieme ai capelli. E' questa la veste che predica l'apostolo Paolo: ti venga da Dio. Da' in gemiti per ottenerla, da' in lacrime per ottenerla, da' in prova la fede per ottenerla. Chi invocherà - è scritto - il nome del Signore sarà salvo 55. O forse chi invocherà il nome del Signore sarà salvo lo credete detto in riferimento alla febbre, o alla peste, o alla podagra, o a qualche altro dolore fisico? Non è così, ma: sarà salvo sta per: " sarà giusto ". Perché non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Lo spiegò dicendo: Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori 56.

Conoscere la potenza della risurrezione di Cristo è qualcosa di grande. La nostra risurrezione ha del meraviglioso.

10. 12. Considerate, dunque, che cosa segue: Al fine di essere trovato in lui - egli dice - non con una mia giustizia, che deriva dalla legge; pur se derivante dalla legge, nondimeno mia, ma quella che deriva dalla fede in Cristo - che si ottiene da Dio - la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede, perché io possa conoscere lui e la potenza della sua risurrezione 57. E' qualcosa di grande conoscere la potenza della risurrezione di Cristo. L'aver risuscitato la propria carne lo ritenete qualcosa di grande? Non fu egli a dire di avere in potere la propria risurrezione? Non si verificherà anche la nostra risurrezione alla fine del mondo? Non avverrà forse che anche il nostro corpo corruttibile, questo, si vesta d'incorruttibilità e il nostro corpo mortale, questo, si vesta di immortalità? Non è egli forse risuscitato dai morti e non muore più e la morte non ha più potere su di lui 58? E non così anche noi in modo più straordinario, per così dire? Infatti la carne del Signore non vide corruzione, la nostra è ricuperata nuova dalle ceneri. Evidentemente è qualcosa di grande, perché ci ha preceduto con l'esempio e ci ha mostrato che cosa potessimo sperare; ma non soltanto questo aveva da dire colui che parlava di una giustizia non sua, ma di quella che deriva da Dio e là, particolarmente, ha richiamato l'attenzione alla potenza della risurrezione di Cristo; riconosci in ciò la tua giustificazione. In realtà noi veniamo giustificati dalla risurrezione di lui, quasi come per circoncisione operata dalla pietra. E' in forza di ciò che ha iniziato col dire: Noi siamo la circoncisione 59. Da che la circoncisione? Dalla pietra. Da quale pietra? Da Cristo. Come? Nell'ottavo giorno. Come il Signore risuscitò nel giorno di domenica.

La nostra giustificazione è per grazia non senza la nostra volontà.

11. 13. Fratelli miei, nella misura in cui la possediamo, osserviamo questa giustificazione e facciamo che si accresca di quanto può mancare alla nostra maturità e quella sia raggiunta in pieno quando giungeremo a quello stato dove si dirà: Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? 60 Tutto procede da Dio; non però restando noi come sonnacchiosi, come restii ad ogni sforzo, quasi contro voglia. Senza la tua volontà, in te non ci sarà la giustizia di Dio. Indubbiamente la volontà non è che la tua, la giustizia è solo di Dio. Senza la tua volontà, la giustizia di Dio può esserci, ma in te non può esserci se sei contrario. E' stato reso noto che cosa sei tenuto a fare; la legge ha ordinato: Non devi far quello, né quell'altro; fa' questo e fa' quello. Ti è stato reso noto, ti è stato ordinato, ti è stata schiusa la mente se hai coscienza, hai capito che cosa fare; prega perché tu possa fare, se conosci la potenza della risurrezione di Cristo. E' stato consegnato alla morte, appunto, a causa dei nostri peccati, ed è risuscitato per la nostra giustificazione 61. Che cosa vuol dire: per la nostra giustificazione? Al fine di darci la giustizia, per renderci giusti. Sarai opera di Dio non solo in quanto sei uomo, ma anche in quanto sei giusto. Infatti è meglio che tu sia giusto piuttosto che tu sia uomo. Se Dio ha fatto te quale uomo e tu fai di te un giusto, fai qualcosa di meglio di quello che ha fatto Dio. Ma Dio ti ha fatto senza di te. In realtà non sei intervenuto con un qualche assenso perché Dio ti facesse. Come consentivi tu che non esistevi? Perciò chi ti ha formato senza di te, non ti renderà giusto senza di te. Perciò ha creato chi non c'era a saperlo, fa giusto chi c'è a volerlo. Nondimeno da lui è la giustizia perché non sia la tua, perché tu non ti riduca a ciò che è danno, perdita, spazzatura. Non dovendo trovare in lui una tua giustizia, derivante dalla legge, ma la giustizia che deriva dalla fede in Cristo, che deriva da Dio; basata sulla fede, perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione e la partecipazione alle sue sofferenze 62. E questa sarà la tua potenza; la partecipazione alle sofferenze di Cristo sarà la tua potenza.

La partecipazione alle sofferenze di Cristo in forza della carità.

11. 14. Ma quale può essere la partecipazione alle sofferenze di Cristo se manca la carità? Non si vedono forse dei banditi che sotto la tortura hanno tanta resistenza fisica per cui alcuni di loro non solo non hanno voluto tradire i propri complici, ma hanno sdegnato di rivelare i propri nomi? Torturati, scavati nei fianchi, sul punto di subire l'amputazione di membra, l'animo loro non si è mantenuto in una tristissima ostinazione? Considerate dunque che cosa amavano. Eppure non potevano compiere di tali cose senza un grande amore. Ben altro è proprio di chi ama Dio. Solo da Dio si ha di che amarlo. Quello come uomo ha amato non so che altro secondo la carne. Potrebbe amare qualsiasi cosa: i suoi complici, la comune intenzione a delinquere, la fama nei crimini; potrebbe amare qualsiasi cosa, molto ha amato chi ha potuto subire la tortura senza venir meno. Dunque se non ha potuto lui, che ha potuto subire la tortura senza venir meno; se dunque quello non ha potuto tollerare tanti Mali senza amore, neppure tu potrai partecipare alle sofferenze di Cristo senza amore.

La carità e la dilatazione del cuore viene dallo Spirito Santo.

12. 15. Domando, però, con quale amore. Non sia di cupidigia ma di carità. Dice infatti: Se io dessi il mio corpo ad essere bruciato e non avessi la carità, niente mi giova 63. Perché ti giovi la partecipazione alle sofferenze di Cristo, ci sia la carità. O debolezza di estrema indigenza, da che ti viene la carità di Dio? Vuoi che io ti mostri da che ti viene? Domanda appunto al magazziniere del Signore. Effettivamente se in te si troverà la carità di Dio, parteciperai alle sofferenze di Cristo e sarai un autentico martire. Colui nel quale è premiata la carità, sarà un vero martire. Da che viene a te? Noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta <196< afferma lo stesso Apostolo - perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi 64. Perciò da che ti viene la carità se non dall'essere stata diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato 65? Ecco a che devi indirizzare i tuoi gemiti. Non tenere in conto il tuo spirito, accogli lo Spirito di Dio. Il tuo spirito non tema che lo Spirito di Dio, quando comincerà a dimorare in te, si trovi a subire limiti nel tuo corpo. Lo Spirito di Dio non respingerà fuori di esso il tuo spirito quando comincerà ad abitare nel tuo corpo: non temere. Dovendo dare ospitalità ad un uomo ricco, ti trovi in grande imbarazzo per mancanza di spazio; non trovi un luogo per te, dove preparare o per lui un letto, dove situare la moglie, dove i figli, dove la servitù. Che faccio - tu dici - dove vado? Dove mi trasferisco? Accogli il ricco Spirito di Dio; ti troverai dilatato, non sarai coartato. Hai dilatato i tuoi passi sotto di me 66, tu dici. Ti trovi a dire al tuo ospite: Hai dilatato i tuoi passi sotto di me. Quando tu non eri qui, soffrivo costrizione. Hai riempito la mia stanza, non ne hai cacciato via me ma la mia ristrettezza. In realtà, quando dice: L'amore di Dio è stato diffuso, la stessa effusione sta per l'ampiezza. Perciò non preoccuparti facendo questione di spazio, ricevi un tale Ospite e non considerarlo alla pari degli ospiti di passaggio. Non è infatti di quelli che, partendo, deve dare. Venendo prenda dimora in te: è il suo dare. Sii proprio di lui, che non ti abbandoni, che non ti lasci; possiedi lui soltanto e digli: Signore nostro Dio, sii il nostro padrone 67.

L'Apostolo riconosce di non essere perfetto.

13. 16. Dice: Possediamo dunque la giustizia, quella che viene da Dio, al fine di conoscere lui e la potenza della sua risurrezione e la partecipazione alle sue sofferenze, resi conformi alla morte di lui. Così siamo stati sepolti - egli dice - insieme a lui nella morte per mezzo del Battesimo, perché come Cristo risuscitò dai morti, così anche noi possiamo camminare in novità di vita 68. Muori per vivere; seppellisciti per risorgere. Una volta infatti sepolto e risuscitato, allora sarà vero: In alto il cuore. E' piaciuto ciò che ho detto, piacerebbe forse un tale discorso se in voi non si trovasse trasporto? Dice: Diventato conforme a lui nella morte con la speranza di giungere alla risurrezione dei morti. Parlava della giustizia, di quella giustizia che procede dalla fede di Cristo, della giustizia che deriva da Dio e, grazie ad essa, realizzò ogni cosa. E poiché cercava la giustizia dicendo: Per essere trovato in lui non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio 69, ora dice: Con la speranza di giungere alla risurrezione dei morti. Perciò hai detto: Con la speranza di giungere. Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo 70. La sua giustizia mi ha preceduto, la mia giustizia lo seguirà. Lo seguirà, però, solo nel caso che non sia mia. Con la speranza di giungervi. Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione. Cominciarono a meravigliarsi coloro che ascoltavano queste parole dell'Apostolo: Non perché io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione. Che vuol dire: " Non aver ancora conquistato il premio "? Possedeva la fede, possedeva la virtù, possedeva la speranza, ardeva di carità, operava miracoli, era insuperabile nella predicazione, tollerava ogni genere di persecuzioni, paziente in ogni circostanza, amante della Chiesa, portava in sé la preoccupazione di tutte le Chiese. Che cosa non aveva ancora conquistato? Non perché io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione. Che cos'è ciò che dici? Tu parli e noi siamo pieni di meraviglia; parli e siamo presi da stupore. Sappiamo infatti che cosa ci è dato di ascoltare. Che dici? Fratelli, dice. Che è ciò che dici? Che cosa dici? Io non ritengo ancora di esservi giunto 71. Non ingannatevi - dice - sul mio conto; io mi conosco meglio di voi. Se non so che cosa mi manca, non so che cosa possiedo. Io non ritengo di esservi ancora giunto. Questa cosa sola non ritengo di aver raggiunto. Possiedo molte cose, e una sola non ho ancora raggiunto. Una cosa sola ho chiesto al Signore, questa io cercherò. Che cosa hai chiesto, o che cosa cerchi? Abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita. A che scopo? Per gustare la dolcezza del Signore 72. Il Signore è l'unica cosa che l'Apostolo diceva di non aver raggiunto, e non era ancora arrivato alla perfezione per quel tanto che gli mancava.

L'ufficio di Marta e l'ufficio di Maria. La contemplazione.

14. 17. Voi ricordate, fratelli miei, quella lettura del Vangelo secondo la quale due sorelle accolsero il Signore: Marta e Maria. Lo ricordate certamente; Marta si dedicava alle molte faccende del servizio e si agitava nella cura della casa. In effetti ricevette in casa, quali ospiti, il Signore e i suoi discepoli. Si affannava scrupolosamente attenta e con la massima devozione perché presso di lei i santi non venissero turbati da alcuna mancanza di riguardo. Così, mentre era tutta presa dalle molte faccende, Maria, sua sorella, sedeva ai piedi del Signore e ne ascoltava la parola. Marta, che l'attività esasperava e vedeva quella seduta e del tutto incurante del suo affannarsi, si rivolse al Signore. Disse: Ti pare bene, Signore, che mia sorella mi abbia lasciata sola, mentre ecco, mi trovo tanto impegnata a servire? E il Signore: Marta, Marta, tu ti preoccupi di molte cose. Ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta 73. Tu hai scelto una parte buona, ma questa è la parte migliore. Tu la buona (è cosa buona infatti darsi da fare nell'onorare i santi), ma questa ha scelto il meglio. Inoltre ciò che tu hai scelto passa. Tu servi chi ha fame, servi chi ha sete, provvedi letti a chi ha sonno, offri ospitalità a chi vuol entrare in casa; tutte queste cose passano. Verrà l'ora in cui nessuno debba aver fame, in cui nessuno debba aver sete, nessuno debba dormire. Ne segue che ti sarà tolta la tua preoccupazione. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta. Non le sarà tolta. Ha scelto la contemplazione, ha scelto di vivere della Parola. Che sarà il vivere della Parola senza alcun suono di parola? Ora costei viveva della parola, ma della parola che ha suono. Sarà il vivere della Parola senza alcun suono di parola. La Parola è di per sé la vita. Saremo simili a lui, poiché lo vedremo così come egli è 74. Questa era la sola cosa: gustare la dolcezza del Signore. Non ci è possibile questo nella notte di questo mondo. Al mattino starò alla tua presenza e ti contemplerò 75. Perciò l'Apostolo dice: Non ritengo ancora di esservi giunto. Questa cosa soltanto 76.

Bisogna progredire lungo la via che porta a Dio.

15. 18. Che cosa faccio allora? Dimentico del passato, e proteso a quello che mi sta davanti, mi volgo alla mèta. Proseguo ancora: fino al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù in Cristo Gesù 77. Proseguo ancora, continuo a progredire, a camminare, mi trovo ancora sulla via, sempre proteso, non sono ancora giunto. Perciò, se anche tu cammini, se vai proteso in avanti, se pensi alle realtà future, dimentica le cose passate, non volgerti indietro a riguardarle, per non fermarti là dove hai posto il tuo sguardo. Ricordatevi della moglie di Lot 78. Quanti siamo perfetti, dobbiamo avere questo modo di pensare. Aveva detto: Non sono ancora arrivato alla perfezione; e dice: Quanti siamo perfetti dobbiamo avere questo modo di pensare. Io non ritengo di esservi giunto. Non perché io abbia già conquistato il premio o sia già arrivato alla perfezione; e dice: Quanti siamo perfetti dobbiamo avere questo modo di pensare. Perfetti e non perfetti ad un tempo; perfetti come quelli che sono in cammino, non ancora perfetti come arrivati al possesso. E per farvi conoscere perché l'Apostolo chiami perfetti i viandanti: quelli che avanzano sulla via sono perfetti viandanti; e perché tu sappia che si riferiva ai viandanti, non agli arrivati, non a quanti già detengono il possesso, ascolta ciò che segue: Quanti siamo perfetti dobbiamo avere questo modo di pensare. E se in qualche cosa pensate diversamente, che non s'insinui per caso in voi il pensiero di essere qualcosa. Ora chi pensa di sé che vale qualcosa, mentre è un nulla, inganna se stesso 79. E chi crede di sapere qualcosa, non sa ancora in che modo bisogna sapere 80. Quindi: E se in qualche cosa pensate diversamente, quasi dei bambini, Dio vi illuminerà anche su questo. Nondimeno, dal punto in cui siamo arrivati, continuiamo ad avanzare secondo la stessa linea 81. Perché Dio ci illumini anche su ciò che pensiamo diversamente, ed a cui siamo arrivati, non fermiamoci là, ma continuiamo ad avanzare secondo la stessa linea. Considerate che siamo viandanti. Voi dite: Che significato ha " camminare "? Lo dico in breve: " Progredire ". Non vi capiti di non intendere e di camminare con maggior pigrizia. Fate progressi, fratelli miei, esaminatevi sempre, senza inganno, senza adulazione, senza accarezzarvi. Nel tuo intimo infatti non c'è con te uno alla cui presenza ti debba vergognare e ti possa vantare. Vi è colui al quale piace l'umiltà, egli sia a provarti. Anche tu metti a prova te stesso. Ti dispiaccia sempre ciò che sei, se vuoi guadagnare ciò che non sei. In realtà, dove ti sei compiaciuto di te, là sei rimasto. Se poi hai detto: Basta; sei addirittura perito. Aggiungi sempre, avanza sempre, progredisci sempre. Non fermarti lungo la via, non indietreggiare, non deviare. Chi non va avanti, si ferma; torna indietro chi si volge di nuovo alle cose da cui si era allontanato; chi apostata, abbandona la via giusta. Uno zoppo sulla via va avanti meglio di chi corre fuori strada. Rivolti al Signore...

 

1 - Fil 3, 3.

2 - 2 Cor 5, 21.

3 - Fil 2, 6.

4 - Fil 2, 7.

5 - 2 Cor 8, 9.

6 - Fil 3, 3.

7 - Fil 3, 19.

8 - Sal 110, 10.

9 - Cf. Gn 17, 12; Lv 12, 3.

10 - Cf. Gs 5, 2.

11 - 1 Cor 10, 4.

12 - Fil 3, 3.

13 - Rm 4, 25.

14 - Ef 2, 8-9.

15 - Sal 55, 8.

16 - Fil 3, 3.

17 - 1 Cor 1, 31.

18 - Fil 3, 4.

19 - Fil 3, 5.

20 - Ibidem.

21 - Cf. 1 Re 12.

22 - Fil 3, 5-6.

23 - Cf. 1 Sam 9, 2.

24 - Fil 3, 6.

25 - Ibidem.

26 - Lc 1, 6.

27 - Rm 7, 12.

28 - Fil 3, 8.

29 - Fil 3, 8.

30 - Ibidem.

31 - Ibidem.

32 - Fil 3, 9.

33 - Es 20, 16.

34 - Sal 84, 13.

35 - Cf. Sal 86, 4.

36 - Cf. Gal 1, 14.

37 - Rm 9, 30.

38 - Rm 9, 32.

39 - Cf. Rm 4, 5.

40 - Lc 18, 13.

41 - Rm 9, 30-32.

42 - At 9, 4.

43 - At 9, 5.

44 - Dt 32, 39.

45 - Rm 9, 32.

46 - Rm 9, 33.

47 - Cf. Rm 13, 10.

48 - Cf. Rm 5, 5.

49 - Rm 10, 1.

50 - Ibidem.

51 - Rm 10, 3.

52 - Sal 126, 1.

53 - Rm 10, 1-3.

54 - Sal 131, 16.

55 - Gi 2, 32.

56 - Mt 9, 12-13.

57 - Fil 3, 9.

58 - Cf. Rm 6, 9.

59 - Fil 3, 3.

60 - 1 Cor 15, 53-55.

61 - Rm 4, 25.

62 - Fil 3, 9.

63 - 1 Cor 13, 3.

64 - 2 Cor 4, 7.

65 - Rm 5, 5.

66 - Sal 17, 37.

67 - Is 26, 13 (sec. LXX).

68 - Rm 6, 4.

69 - Fil 3, 12.

70 - Ibidem.

71 - Fil 3, 13.

72 - Sal 26, 4.

73 - Lc 10, 38-42.

74 - 1 Gv 3, 2.

75 - Sal 5, 5.

76 - Fil 3, 13.

77 - Fil 3, 14.

78 - Cf. Lc 17, 32.

79 - Cf. Gal 6, 3.

80 - Cf. 1 Cor 8, 2.

81 - Cf. Fil 3, 15-16.


ANNO 1918

Il diario di Santa Teresa di Los Andes - Santa Teresa di Los Andes

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Angosce - Aridità - Abbandono - Tenebre

12 marzo. - Grazie, Maria, d'avermi liberata da tutti i pericoli e d'avermi ben impiegato le vacanze. Grazie, Maria. Maria, voglio dirti molte cose. Ma il mio linguaggio è così povero che non sa dire che tremando quanto ti amo. Maria, tu che sei Vergine, ai tuoi piedi, voglio cantare le tue lodi; ma la voce ècosì debole che formulo soltanto lamenti. Provo della pena poiché, dopo aver pregato ed essermi mortificata, non ho ottenuto che papà, Miguel e Lucho facciano un ritiro. Ma che la volontà di Dio si compia.

Mercoledì santo. - Abbandono, aridità, agonia… Non ne posso più. Mi fa malissimo il petto e la schiena. Vedo tutto così tristemente perché non potrò essere Carmelitana se sono di salute così cagionevole.

Aprile. - Soffro l'abbandono in un modo orribile. Gesù mi ha abbandonata perché sono infedele. Non ascolta più le mie preghiere e mi lascia senza la sua grazia per vincermi, così che sono disperata.

Gesù, abbi pietà di me. Tu sai che ti amo. Madre soccorrimi nelle tenebre'. Niente. Gesù non è nella mia anima. La Vergine non mi risponde. Gesù, abbi pietà della tua sposa infedele. Sì. Ti amo. Non mi abbandonare. Grazie! Per la tua parola, Gesù, hai disperso completamente la tempesta.

10 aprile. - Sono in uno stato così terribile... in collera. Con il desiderio di comportarmi male. Disperata per le suore. Senza gusto per l'orazione, poiché non trovo che aridità. Sento le conseguenze della disperazione; manco in ogni istante al mio dovere. Gesù mi ha detto oggi che è stato perché mi attacco alle creature. Vorrei essere cara a loro, piango perché non so che mi succede, e non ho persone che mi consiglino, che mi aiutino. Madre Izquierdo è adirata e ciò per me è un tormento.

15 aprile. - Madre Rios è ammalata. Che la volontà di Dio si compia. Mi sono comportata molto bene perché lei guarisca, se è la volontà di Dio.

16 aprile. - Gesù mi ha detto di fare sempre la sua volontà con gioia, anche se sento l'abbattimento. Che non guardi più al domani per mantenermi in pace. Voglio avere davanti a me questa massima. Oggi comincio l'opera del mio (...)

Come non essere folle di Gesù?

Gesù, il solo capace di farmi innamorare

25 maggio. - Mi sono confessata da Padre Lopez. Ho gustato una pace che non trovavo da più di tre mesi. Mi ha chiesto di supplicare Nostro Signore di donarmi la forza di essere buona e che lui me la concederà. Se sono in questo stato è perché Gesù spera che mi offra ancora di più. Bisogna che in ogni momento sia rinnovata la mia intenzione e che mi offra completamente a Dio alla sua divina volontà senza decidere nulla per rapporto alla mia vocazione. Che viva in spirito di fede e che ripeta la preghiera giaculatoria: Gesù, dolce, ecc.

Festa della Madre Barat. Le sono molto riconoscente perché mi ha fatto un grande favore.

Si è predicato a meraviglia sull'educazione che consiste nel prendere possesso delle facoltà per Dio. La prudenza è la scienza dei santi, dei saggi. La prudenza e la modestia formano i cardini sui quali si appoggiano le altre virtù. L'educazione della donna è più importante di quella dell'uomo, perché lei, in seguito educherà.

28 maggio. - Ho un'ammiratrice. Ho paura che lei mi faccia perdere tutto quello che ho guadagnato in umiltà: lei non fa che contemplarmi. Mio Dio, ti domando d'essere dimenticata, disprezzata. Gesù, non desidero l'amore delle creature.

7 giugno - Festa del Sacro Cuore. E un anno che ho ricevuto la medaglia delle Figlie di Maria. Che grazia mi ha accordato mia Madre! Ho promesso a Nostro Signore di rinunciare completamente alla mia volontà: fare sempre quello che non mi piace. Penso che è impossibile non essere folle d'amore per Gesù quando egli è degno di tutta la mia venerazione di tutto il mio amore e di tutta la mia devozione. Che l'ami un po' in confronto all'amore che egli ha per me! Come non essere folle di lui?

8 giugno. - Ho una pena così grande.... Madre Izquierdo è come in collera con me. Non so cosa le ho fafto. Lei non è per me la stessa Madre di prima. Le porto lo stesso affetto e la stessa confidenza. Ecco mi attende l'amore. Perché, mio Gesù, mi metti questo freddo intorno al mio povero cuore? Ah! È perché tu mi ami. Tu mi vuoi circondare del tuo solo amore perché non mi attacchi a nessuna creatura. Ciò mi serve per vedere che l'amore non esiste sulla terra, ma solamente in Dio perché se le anime dolci, scelte, sante possono dimenticare ed essere indifferenti, che sarà delle altre persone? Tu solo Gesù sei l'unico capace di rendermi innamorata.

Sono contenta, felice e molto riconoscente a Nostro Signore e alla Vergine perché tutti si sono comunicati quest'anno. Mio Gesù sii il Gesù di Betania.

Fiat - Sofferenze senza lacrime

La mia uscita dal collegio è decisa

11 luglio. - Fiat voluntas tua, ecco la mia preghiera. Non chiedo altro. Questa mattina, Gesù mi ha chiesto di non piangere a causa della mia uscita dal collegio, perché è la sua volontà. Gli ho detto allora che le suore mi credono ingrata; ma lui mi ha fatto vedere quanto sono attaccata a quello che le creature dicono e che io sarò riconoscente pregando per loro. Voglio offrire questo sacrificio per papà e i miei fratelli. Quando ho inteso la Madre dirmi: "Ami tu il Cristo?". Arrossii per l'emozione e mi zittii, lei mi disse: “Voi non mi rispondete di tutto cuore? "Io le dissi: sarei un mostro se non lo amassi. Gesù è buono per questa umile schiava! Gesù, il tuo amore mi annienta e mi confonde!

19 luglio. - Nostro Signore mi chiede di mortificarmi in tutto. Non solamente in ciò che mi piace ma anche durante i pasti: che mangi di tutto un po'. Tutta la giornata mi sento debole, ma la offro a Gesù. Ma il Padre mi ha detto di non privarmi del nutrimento, e un altro Padre mi ha permesso di digiunare una volta alla settimana e non so che fare. Credo che la migliore cosa sia di consultare Gesù.

15 luglio. - Madre, prostrata ai tuoi piedi ti prometto di osservare perfettamente la Regola perché egli si converta. Madre ti offro il sacrificio della mia uscita dal collegio senza rimpianto. Tu sai quanto l'amo. Di più, Rebeca... Madre, tutto per lui. Comincio a non toccare alcun dolce di nessuna specie fino a che parto.

17 luglio. - Ieri ho detto a Gesù che se fosse realmente lui a parlarmi, faccia in modo che Madre Izquierdo mi ponga questa domanda: "Ami Nostro Signore?" Quale non è stato il mio turbamento

20 luglio. - Ho sofferto come mai nella mia vita. Sono felice. È stato il cielo per me. Mi si ècariato un molare mi si è rotto così non l'ho potuto togliere. C'è stato un momento nel quale ho perso la testa per il dolore. Ciò mi ha fatto piangere ma non ne potevo più. Ho offerto tutto ciò a Nostro Signore. Ho sofferto tutto il giorno ed ho fatto come se non soffrissi. Gesù voglio soffrire per i miei peccati!

21 luglio. - Ho molto male a un dente ma non dico niente, voglio soffrire in silenzio.

Madre, tra quindici giorni sarà il giorno della mia uscita dal collegio e benché sia triste voglio fare la volontà di Dio con gioia. Pregate molto per me; inizierò a lottare con il mondo e penso ch~ durante le vacanze domanderò il permesso di andare al Carmelo. Vedo che questa è la volontà di Dio perché le difficoltà che mi sembravano insormontabili si sono appianate. Penso di condurre una vita di preghiera: mi alzerò alle 5 e mezza e farò dalle 6 alle 7 la meditazione. Alle 11.50 esame. A metà giornata lettura spirituale e alla sera un'ora di preghiera.

28 luglio. - Ho molta pena perché una settimana sola mi separa dall'uscita ma voglio fare questo sacrificio eroicamente senza versare lacrime. Ciò che mi fa soffrire di più è rindifferenza di Madre Izquierdo per me. Dopo averla amata come l'ho amata io, dopo averla lasciata leggere nella mia anima, ecco cosa ho ottenuto. Ciò mi fa capire che le creature anche le più sante non sanno amare. Addio a tufta la tenerezza umana. Non trovo che in Gesù solo questo amore costante, un amore senza limiti, un amore infinito.

29 luglio. - La mia uscita dal collegio è decisa. Ho pena perché lascio il collegio dove ho vissuto con Nostro Signore, al riparo da tutti i pericoli del mondo.

30 luglio. - Sono andata a trovare la Madre vicaria. Mi ha dato dei consigli molto saggi e dolci. Mi ha detto di rassegnarmi a partire, perché questa è la volontà di Dio. Che sono l'angelo tutelare della famiglia. Che vada tutti i giorni alla messa e faccia tutti i giorni la meditazione. Che sono la bambina di Maria, e l'imiti nell'essere umile e nel sopportare le umiliazioni. Che non mi lasci turbare dalle impressioni ma conservi la serenità del viso malgrado le contrarietà e le afflizioni. Che sia molto affettuosa con mamma. In questo periodo la ringrazi non solo con parole ma con le azioni di tutto ciò che fa per me, e nel consolarla dalle afflizioni l'aiuti in tutto. Che sia molto affettuosa con papà. Con i miei fratelli, che sia un angelo che li consiglia. Dovrò essere così virtuosa e devota che la virtù diventi simpatica a tutti. Studierò poiché oggigiorno più che mai la donna deve essere istruita. Infine, lei mi disse che rimarrò sempre nel cuore delle madri e che potrò contare sulle loro preghiere e i loro sacrifici. Potrò considerare il Sacro Cuore come la mia casa ed andare a cercare i consigli di cui avrò bisogno.

31 luglio. - Mi sono tolta il dente, grazie a Dio ma anestetizzato con il cloroformio. Ho sofferto con questo dente quanto non è possibile dire. Ho passato delle notti insonni e ieri ho pianto dal dolore; ma alla sera mi sono ripromessa di non piangere per offrirlo a Dio e ho sopportato il dolore tutta la notte senza lamentarmi. Amo il mio dente perché mi ha fatto soffrire

2 agosto. - Oggi, primo venerdì senza comunicarmi perché non ho potuto alzarmi. Ho molta pena, ma dopotutto rho nel mio cuore e sono con lui. Ho parlato molto ieri con Herminita, domandandole d'essere pia. Mi sono proposta di cambiare completamente. Che Gesù sia la nostra unione e che la nostra amicizia sia un atto continuo di lode di gloria.

"Parla Signore!", (Ritiro del 1918)

7 agosto. - Sono entrata in ritiro: "Parla Signore poiché la tua serva ti ascolta". Vorrei dire con la Santa Vergine: Fiat mihi secundum Verbum tuum. La mia piccola casa sarà chiusa a tutto ciò che è del mondo, ed aperta solamente al cielo. Come Maddalena, mi pongo in ascolto di Nostro Signore "L'unica cosa necessaria". Voglio conservare il silenzio e mortificare il mio sguardo.

FINE DELL'UOMO. - Amare e servire Dio e così aspettare il cielo. Questo fine è grande: conoscere Dio, questo Dio immensamente perfetto, questo Dio eterno, immutabile, potente, misericordioso e buono. Questo Dio è il mio fine. Chi sei tu mio Dio e chi sono io? Io, creatura formata dalle tue mani, creatura nata dal nulla, formata di argilla, ma con un'anima simile a Dio, intelligente e libera destinata a darti la gloria del mondo visibile. Mio Dio, noi siamo così miserabili che ci ribelliamo contro te, nostro creatore. Perdonami! Invece di amarti, ti offendiamo. Ci hai imposto un solo comandamento e noi non lo rispettiamo. A che serve guadagnare il mondo intero se tu perdi l'anima? Che importano le ricchezze gli onori la gloria gli affetti umani che passano e finiscono in confronto della mia anima che è immortale e che è costata il sangue di Gesù Cristo, del mio Dio? Deve valere tanto se il diavolo sta in agguato per perderla. Quindi o salvo la mia anima o la perdo per sempre. Ma io la voglio salvare.

PROGETTI. - Il mio fine è dì amare Dio e di servirlo perché se amo Dio, compio la sua divina volontà. Quale è la sua divina volontà? Che sia coerente e perfetta. Come diventare più facilmente perfetta? Per mezzo dei consigli evangelici: obbedienza, castità e povertà. Devo servire Gesù Cristo che mi ha chiamato e che è la mia salute.

IL PECCATO. - Il suo nome solo mi fa fremere. È una rivolta contro Dio così santo. Un peccato è bastato perché gli angeli cadessero in un istante all'inferno. Il peccato originale portò la morte nel mondo ed infine crocifisse Nostro Signore sul Calvario. Quale orrore, mio Dio! Preferirei morire mille volte piuttosto che offenderti, così leggermente, perché tu sei mio Padre, mio Amico, il mio Sposo adorato: Tu hai ricordato e punito un peccato veniale a Sara, a Mosè, a Davide ecc. e tu non mi punisci, che ti ho offeso mille volte. Perdono!

LA MORTE. - Tutti noi dobbiamo morire. Tutto passa e noi pure. Ogni giorno ci avviciniamo all'eternità. Perché ci affezioniamo alle cose che muoiono? Gli onori non hanno nulla in comune con la virtù e sono delle creature miserabili che rendono loro omaggio. La ricchezza si perde. Non vale nulla e non porta la felicità. Gli applausi, l'affetto si attenuano e si estinguono davanti a qualche defezione. Dio solo può esaudirci. Lui è la verità ed il bene immutabile. Egli è l'amore eterno. Gesù mio e Madre mia, fate che appartenga a Lui per sempre! Perché niente attrae la mia attenzione sulla terra, se non c'è il Tabernacolo. Conservami pura per te. Fa che alla mia morte possa dire: quale fortuna che io finalmente vada a perdermi nell'oceano infinito del Cuore di Gesù, mio Sposo adorato.

IL GIUDIZIO. - Renderemo conto di tre cose: dei vantaggi, dei nostri peccati e delle nostre opere, secondo quella che fu la nostra intenzione. Oh! mio Dio non sono una santa malgrado i benefici di cui mi hai colmato! Perdonami perché lo sarò d'ora innanzi. Madre, fate che sia santa!

Sono andata a confessarmi. Sono molto consolata. Ho detto tutto al Padre. Mi ha completamente soddisfatto. Vorrà dire che dormirò sette ore. Mi ha permesso di portare un cilicio tre volte la settimana, per un'ora. Mi ha detto di fare tre quarti d'ora di preghiera la mattina ed un quarto d'ora il pomeriggio. Posso rinnovare il voto fino all' 8 settembre.

L'INFERNO. - Non mi spaventa tanto tranne il pensiero di Santa Teresa: "I dannati non possono amare Dio".

IL FIGLIO PRODIGO. - Mio Gesù, ecco che mi sacrifico di più. Il tuo amore, Gesù per una creatura così ingrata. Mi prostro ai tuoi piedi e lì, confusa, ti domando perdono. Si mio Gesù. Da ora vorrei vivere sempre accanto a te. Amore, consuma questa miserabile creatura!!

LA CENA. - Mi sembra che quando parlo dell'eucaristia senta qualche cosa di straordinario in me perché non posso né pensare, né fare nulla. Sono come paralizzata e so che se in quel momento mi venissero degli slanci di amore, non potrei resistere. Mio Gesù, mi anniento, davanti al tuo amore! Tu Dio del cielo, della terra, dei mari, delle montagne, del firmamento costellato di stelle; tu, Signore, che sei adorato dagli angeli in estasi d'amore; tu, Gesù - Uomo; tu, Pane! Annientarsi, niente è abbastanza! Se ci avessero lasciato una reliquia di te, ciò sarebbe una prova d'amore degna della nostra venerazione, ma rimanere tu stesso sapendo che sarai oggetto di profanazione, di sacrilegio, di ingratitudine, di abbandono, Signore, sei tu folle d'amore? Non solo in un luogo della terra, ma in tutti i Tabernacoli della Terra. Signore, quanto sei buono, il tuo amore è così grande che tu vai giusto a sembrare un nulla! Ancora di più, tu sparisci per lasciar vedere "un nulla criminale".

LA PASSIONE. - Egli soffre dalla sua nascita perché egli sa che va a soffrire. Egli desidera ardentemente soffrire e rimprovera San Pietro scandalizzato quando lui stesso gli chiede di non morire. Egli soffre perché ama ed è un Dio infinito che soffre per i peccati della sua vile e miserabile creatura. Soffre delle ingiurie, soffre nel suo spirito, soffre nel suo corpo.

L'OBBEDIENZA. - 1) Obbedire con spirito di fede, vedendo Dio nei superiori; 2) obbedire come Nostro Signore fu obbediente a Nazareth.

IL CIELO. - Possedere Dio, vederlo faccia a faccia, amarlo per l'eternità. Comprendere tutti i misteri, conoscerlo. Che bello!!

Lascio il collegio - Propositi

Ho passato giorni meravigliosi. in ogni momento di ritiro sono stata con lui nella piccola cappella, vicino a lui. Abbiamo tanto parlato... Ho provato tanti dubbi sulla mia vocazione. Mi sono chiesta se sarò Carmelitana, ma Gesù mi ha detto che questa è la sua volontà.

Lascio il collegio. Non è possibile descrivere come soffro. Mio Dio, come tutto passa e finisce! Come ci affezioniamo a ciò che è transitorio! Non ho pianto ma ho il cuore in lacrime. Ho assistito all'apertura del semestre e vedendo che non avrò alcun incarico ho sentito il mio cuore infrangersi. Addio, madri che mi avete insegnato il cammino della virtù, che mi avete mostrato la via della bontà più completa, qui sulla terra e la via del cielo. Addio, dimora del Cuore di Gesù dove ho vissuto tre anni con te. Addio compagne tanto amate, addio. Il vostro affetto rimarrà sempre nella mia memoria. Addio, addio a tutti. Vado con lui. Lo seguo e raggiungo la felicità. Non piangerò. Voglio offrire questo sacrificio a Dio con generosità. Tutto per te, jesù, fino alla morte.

Propositi per tutta la vita: 

1) Non abbandonare la meditazione, la comunione e la messa; 

2) Farò l'esame di coscienza e reciterò le mie preghiere del mattino e della sera in ginocchio;

3) Farò una lettura spirituale e conserverò nella mia anima un raccoglimento che mi faccia rimanere unita a Gesù e separata completamente dal mondo;

4) Avrò del carattere. Non mi lascerò trascinare dal sentimento e dal cuore, ma dalla ragione e dalla coscienza;

5) Farò con gioia la volontà di Dio, tanto nelle afflizioni quanto nelle gioie, senza mostrare sul mio viso quello che mi passa nel cuore. Mai piangere pensando a ciò che dice Santa Teresa: bisogna aver un cuore d'uomo e non di donna;

6) Non mancherò mai di rispetto né nella mia condotta né nelle parole.

Fine del collegio

Gloria a Dio solo!

Quante impressioni diverse! Della pena di lasciare il mio collegio, le Madri e le mie care compagne alle quali sono tanto riconoscente. Come sono state buone per me, quale affetto mi hanno testimoniato, a me che sono così poco degna! Ho compiuto il mio sacrificio senza piangere. Ho veramente sentito in me una forza superiore alle mie: e stato Gesù che mi ha donato il coraggio in quel momento. Ho sentito che il mio cuore si rompeva nel dire addio alla mia vita da collegiale e ciò nonostante non ho pianto perché avevo promesso a Nostro Signore di agire così, al fine di prepararmi al grande sacrificio che devo fare tra qualche mese. D'altra parte, ho risentito l'attrazione della vita di fuori, della vita di famiglia che avevo abbandonato da piccola; mi ritrovai tra i miei per fare del bene e sacrificarmi, in ogni istante per ciascuno di loro. Ma ho anche lasciato Rebeca. Era la prima volta che noi saremmo state separate. Era il preludio della nostra separazione sulla terra; ma vedo la mano affettuosa del mio buon Gesù che prepara anche il nostro cuore per compiere il sacrificio.

Il mio cuore è anche terrorizzato. Un sentiero sconosciuto si apre davanti ai miei occhi e l'incognita produce sempre diffidenza. In più, entro nel mondo; questo mondo così perverso. Sto per infos-sarmi nell'atmosfera fredda e glaciale dell'indifferenza sociale. Vi soccomberò? Dio sa quello che ho sofferto! A ciò bisogna aggiungere che le Madri credono che sia partita perché l'ho voluto io. Come sono lontana dal compiere la mia volontà! Sono state le circostanze che mi hanno obbligato a lasciare il mio piccolo collegio, asilo di pace, di innocenza e di gioia. Era, soprattutto, la volontà di Dio che mi ha chiamata con insistenza. Oggi sono nel mondo e vedo quale è la mia vita; trovo che vivere in Dio si può portare avanti ancora di più che al collegio. Quanti sacrifici sono sconosciuti a tutti! Di più, la mia vita è maggiormente vita di preghiera. Sono spesso sola nella mia stanza con Dio solo. Lo studio non occupa più i miei pensieri. Ora non devo pensare che a lui.

Un angelo di amica - A teatro

25 agosto. - Ho lasciato il collegio da più di quattordici giorni e la vita che, al collegio, mi sembra un mistero, trascorre, grazie a Dio, tranquillamente. Tutti i giorni faccio la comunione e la preghiera di tre quarti d'ora. Mi sforzo di vivere continuamente alla presenza di Dio.Quanto è buono Nostro Signore! Come non amarlo? Il giorno stesso della mia entrata nel mondo mi ha donato un'amica che è un angelo. Noi pensiamo di tutto la stessa cosa, le nostre anime sono tutte simili, anche se lei è una piccola santa ed io una miserabile. Noi passiamo le stesse esperienze e le dobbiamo tacere accuratamente. Tanto che sembra che noi non siamo amiche, ma noi usciamo insieme ed allora ne approfittiamo per conversare.

Oggi durante la meditazione, Nostro Signore mi ha mostrato il suo grande amore; come si è umiliato ed abbassato fino a sembrare matto, peccatore, blasfemo, impuro, ladro. Mi ha detto che per giungere ad unirmi a lui completamente, mi farà morire a me stessa, amarlo più di me stessa. Mi ha mostrato come devo "morire": 1) Nel ricercare le umiliazioni e non ricercare gli onori e la considerazione, ecc.; 2) Quando mi sovvengono dei pensieri di orgoglio, umiliarmi davanti a Nostro Signore, paragonare la sua intelligenza infinita alla mia che ècosì piccola e dire delle assurdità per essere umiliata come il Cristo che fu considerato un pazzo; 3) Mortificare la mia volontà non prendendo piacere in nulla ed amando le umiliazioni; 4) Vivere unita a lui. L'amo! Nessuno è simile a lui! Egli è eterno e le creature muoiono. Egli è immutabile, e le creature cambiano. Egli è onnipotente e le creature impotenti. Egli è saggio. Egli conosce il passato, il presente ed il futuro, e le creature conoscono appena qualche scienza.

Nostro Signore mi ha liberato da tutti i divertimenti; l'unico al quale assisto è il teatro. Quale impressione mi ha fatto la prima volta! Che grande indecenza! Che pena ho provato vedendo quelle donne avere così poco pudore! Come offende Dio! La mia anima è rimasta unita a lui. La Vergine mi ha protetto in un modo straordinario. Non mi ricordo di aver posseduto un rosario, l'avrei recitato e me ne lamentavo. Quando uscii per passeggiare nella stanza dei passi perduti, Lucho mi disse che era stato trovato un rosario. Me lo mostrò e facendo fmta di niente, lo presi e subito mi misi a reci tarlo Che riconoscenza la mia anima ebbe verso questa Madre gelosa della purezza che le avevo affidato. Le altre volte si giocheranno dei buoni pezzi. Non so come ringraziare il mio Gesù.

Quante tentazioni ho dovuto vincere per non agire con civetteria. Non posso negarlo, ciò costituisce un diversivo e m'incanta. Tuttavia, non posso farlo poiché sarebbe un'ingratitudine nei confronti del mio Gesù.

Consigli di Padre José - Angosce dell'anima

Settembre. - Il Padre Josél è venuto. Mi sono confessata da lui. Mi ha detto che ha pensato che debba entrare al Carmelo l'anno prossimo. Mi ha consigliato, quando sarò al Carmelo, di non fare delle penitenze straordinarie, e di essere molto prudente. Mi ha detto che anche se le novizie possono domandare il permesso di mortificarsi di più, non lo debbo domandare; perché vale di più osservare più perfettamente la regola che mortificarsi arbitrariamente e poi, ammalata, domandare una dispensa. E quando per necessità, mi saranno permesse, dovrò sempre protestare, alla superiora, che non desidero altro che seguire la regola. Mi ha anche consigliato di rendere mai conto dello stato della mia anima, né alla maestra delle novizie, né alla superiora, né più che dei consigli particolari di Nostro Signore, perché in seguito perderei la mia tranquillità.

Mi ha detto che se papà non mi dà il suo permesso, debbo rispondergli che Dio può togliermi a lui per sempre inviandomi una malattia e la morte. Lui sistemerà tutto con il Monastero perché, una volta avuto il permesso, non debba aspettare oltre. Quando dovessi avere degli scrupoli o delle tentazioni, dovrò sempre farli conoscere al confessore, non importa quale Padre, poiché Dio dona a loro la saggezza, ma mai ad una persona laica. Che sia molto fedele a Nostro Signore, respingendo ogni pensiero che non sia di amore per Nostro Signore, né di civetteria, lo stesso per i desideri perché sono delle tentazioni contro la verginità. Che non ponga mai lo sguardo su di un ragazzo e se devo conversare con lui, lo guardi pure ma con indifferenza e modestia. Debbo fare l'esame particolare a metà ed a fine giornata.

14 ottobre. - Soffrire! È il motto ed il grido del mio cuore, ma per ora soffro come mai. Sono le sofferenze dell'anima. Bisogna morire a sé stessi per vivere nascosti in Cristo. Non ho gusto per la preghiera, né per la comunione e perciò, sento il desiderio grande di unirmi a lui. Non sento la sua voce. Niente. Tenebre. Non posso meditare, e non posso fare nulla. Nostro Signore mi ha chiesto di offrirmi come vittima per espiare gli abbandoni, e le ingratitudini che egli soffre nel tabernacolo. Mi ha detto che mi farà provare il disprezzo, l'ingratitudine, l'umiliazione, l'aridità; infine lui vuole che soffra. È il mio unico desiderio: voglio soffrire, e anche quando soffro, ho un ardente desiderio di soffrire di più per unirmi a Nostro Signore.

15 ottobre. - Festa della mia Santa Madre. Ho scritto al Carmelo. Ho pregato molto Santa Teresa affinché possa celebrare, l'anno prossimo, la sua festa al Carmelo. Ho parlato ieri con lui e mi ha detto tre cose che sono necessarie per raggiungere l'unione completa.

Con me stessa:

1) Che non parli mai di me stessa né dica la mia opinione se gli altri non me la chiedono;

2) Che preferisca gli altri a me stessa, l'ultima, la serva di tutti;

3) Che consideri il mio poco valore, e che mi umili interiormente nel vedere quanto sono miserabile;

4) Che non mi dia alcun piacere in niente, e che ringrazi quando mi si domanda qualche sacrificio.

Con il prossimo:

1) Che abbia sempre nei rapporti con lui lo spirito di fede nel vedere Dio nel prossimo;

2) Quando parlo a qualche giovane che l'abbia presente e che veda la sua bellezza.

Con Dio:

1) Umile, annientata davanti a lui;

2) Amarlo e domandare la virtù della carità.


2-66 Agosto 30, 1899 Gesù le fa vedere lo stato lacrimevole del mondo.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)

(1) Questa mattina il mio diletto Gesù mi ha trasportata fuori di me stessa e mi ha fatto vedere il decadimento della religione negli uomini ed un preparativo di guerra. Io Gli ho detto: “Oh Signore, in che stato lacrimevole si trova il mondo in questi tempi, in fatti di religione. Pare che dal mondo non più si riconosce Colei che nobilita l’uomo e lo fa aspirare ad un fine eterno. Ma quello che fa più piangere è che ignora la religione parte di quei stessi che si dicono religiosi, che dovrebbero mettere la propria vita per difenderla e fare rivivere”. E Gesù, prendendo un aspetto afflittissimo, mi ha detto:

(2)Figlia mia, è questa la causa ché l’uomo vive da bestia, perché ha perduto la religione; ma tempi più tristi verranno per l’uomo, in pena della cecità in cui lui stesso si è immerso, tanto che mi stringe il cuore a vederli. Ma il sangue farà rivivere questa santa religione, che farò spargere da ogni specie di gente, da secolari e da religiosi, innaffierà il resto delle gente inselvatichite che rimarranno, ed ingentilendole di nuovo le restituirà la loro nobiltà. Ecco la necessità che il sangue si sparga e che le stesse chiese restino quasi abbattute, per fare che ritornino di nuovo ed esistano con il loro primiero lustro e splendore”.

(3) Ma chi può dire lo strazio crudele che ne faranno nei tempi avvenire? Lo passo in silenzio perché non ricordo tanto bene e non lo veggo tanto chiaro; se il Signore vuole che ne faccia parola, mi darà più chiarezza ed allora prenderò di nuovo la penna su questo argomento, perciò, per ora faccio punto.