Liturgia delle Ore - Letture
Sabato della 14° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Giovanni 6
1Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade,2e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi.3Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli.4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.5Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?".6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare.7Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo".8Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:9"C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?".10Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini.11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.12E quando furono saziati, disse ai discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto".13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!".15Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.
16Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare17e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro.18Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.19Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura.20Ma egli disse loro: "Sono io, non temete".21Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
22Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti.23Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie.24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù.25Trovatolo di là dal mare, gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?".
26Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.27Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo".28Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?".29Gesù rispose: "Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato".
30Allora gli dissero: "Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi?31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: 'Diede loro da mangiare un pane dal cielo'".32Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero;33il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo".34Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane".35Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.36Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete.37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò,38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno.40Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno".
41Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo".42E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?".
43Gesù rispose: "Non mormorate tra di voi.44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.45Sta scritto nei profeti: 'E tutti saranno ammaestrati da Dio'. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me.46Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre.47In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.48Io sono il pane della vita.49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".
52Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?".53Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me.58Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno".
59Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?".61Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza?62E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita.64Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito.65E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio".
66Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.
67Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?".68Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna;69noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".70Rispose Gesù: "Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!". Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.
Primo libro delle Cronache 11
1Tutti gli Israeliti si raccolsero intorno a Davide in Ebron e gli dissero: "Ecco noi siamo tue ossa e tua carne.2Anche prima, quando regnava Saul, tu guidavi nei movimenti le truppe di Israele. Inoltre il Signore tuo Dio ti ha detto: Tu pascerai il mio popolo, Israele; tu sarai capo del mio popolo Israele".3Tutti gli anziani di Israele si presentarono al re in Ebron. Davide concluse con loro un'alleanza in Ebron davanti al Signore. Con l'unzione consacrarono Davide re su Israele, secondo la parola pronunziata dal Signore per mezzo di Samuele.
4Davide con tutto Israele marciò contro Gerusalemme, cioè Gebus, ove c'erano i Gebusei, abitanti del paese.5Ma gli abitanti di Gebus dissero a Davide: "Tu qui non entrerai". Ma Davide prese la cittadella di Sion, che è la città di Davide.6Davide aveva detto: "Chi colpirà per primo i Gebusei diventerà capo e principe". Salì per primo Ioab, figlio di Zeruià, che divenne così capo.7Davide si stabilì nella cittadella, che perciò fu chiamata città di Davide.8Egli fortificò la città tutt'intorno, dal Millo per tutto il suo perimetro; Ioab restaurò il resto della città.9Davide cresceva sempre più in potenza e il Signore degli eserciti era con lui.
10Questi sono i capi dei prodi di Davide, che si erano affermati con il valore nel suo regno e che, insieme con tutto Israele, lo avevano costituito re, secondo la parola del Signore nei riguardi di Israele.11Ecco l'elenco dei prodi di Davide: Iasobeam figlio di un Cacmonita, capo dei Tre; egli brandì la lancia su trecento vittime in una sola volta.12Dopo di lui c'era Eleàzaro figlio di Dodo, l'Acochita; era uno dei tre prodi.13Egli fu con Davide in Pas-Dammim. I Filistei vi si erano riuniti per combattere; c'era un campo pieno di orzo. La truppa fuggì di fronte ai Filistei.14Egli allora si appostò in mezzo al campo, lo difese e sconfisse i Filistei; così il Signore operò una grande vittoria.
15Scesero tre dei trenta capi sulla roccia presso Davide, nella fortezza di Adullàm; il campo dei Filistei si estendeva nella valle di Rèfaim.16Davide era nella fortezza, mentre un presidio di Filistei era in Betlemme.17Davide ebbe un desiderio che espresse a parole: "Potessi bere l'acqua della cisterna che sta alla porta di Betlemme!".18I tre attraversarono il campo dei Filistei, attinsero l'acqua dalla cisterna che era alla porta di Betlemme e la portarono a Davide, ma egli non volle berla; la versò in libazione al Signore.19Egli disse: "Mi guardi il mio Dio dal compiere una cosa simile. Dovrei bere il sangue di quegli uomini insieme con la loro vita? Difatti l'hanno portata a rischio della propria vita". Non volle berla. Tali gesta compirono i tre prodi.
20Abisài fratello di Ioab era capo dei Trenta. Egli brandì la lancia contro trecento vittime e così divenne famoso fra i Trenta.21Fu stimato doppiamente fra i Trenta; divenne loro capo, ma non giunse ad eguagliare i Tre.
22Benaià, da Kabzeèl, era figlio di Ioiadà, uomo valoroso e pieno di prodezze. Egli uccise i due figli di Arièl di Moab; inoltre, sceso in una cisterna in un giorno di neve, vi uccise un leone.23Egli uccise anche un Egiziano alto cinque cubiti, il quale aveva in mano una lancia come un subbio di tessitore; gli andò incontro con un bastone, strappò la lancia dalla mano dell'Egiziano e lo uccise con la stessa lancia.24Tale gesta compì Benaià, figlio di Ioiadà; egli divenne famoso fra i trenta prodi.25Fra i Trenta fu molto stimato, ma non giunse a eguagliare i Tre. Davide lo mise a capo della sua guardia del corpo.
26Ecco i prodi valorosi: Asaèl fratello di Ioab, Elcanan figlio di Dodo, di Betlemme,27Sammòt di Charod, Chelez di Pelet,28Ira figlio di Ikkes di Tekòa, Abièzer di Anatòt,29Sibbekai di Cusa, Ilai di Acoch,30Macrai di Netofa, Cheled figlio di Baana, di Netofa,31Itai figlio di Ribai, di Gàbaa dei figli di Beniamino, Benaià di Piraton,32Curai di Nacale-Gaas, Abiel di Arbot,33Azmàvet di Bacurìm, Eliacba di Saalbon,34Iasen di Gun, Giònata figlio di Saghe, di Charar,35Achiam figlio di Sacar, di Carar, Elifèlet figlio di Ur,36Efer di Mechera, Achia di Pelon,37Chezro del Carmelo, Naarai figlio di Ezbai,38Gioele fratello di Natàn, Mibcar figlio di Agri,39Zelek l'Ammonita, Nacrai di Berot, scudiero di Ioab figlio di Zeruià,40Ira di Ieter, Gareb di Ieter,41Uria l'Hittita, Zabad figlio di Aclai,42Adina figlio di Zisa il Rubenita, capo dei Rubeniti, e con lui altri trenta,43Canan, figlio di Maaca, Giòsafat di Meten,44Uzzia di Astarot, Sama e Ieiel, figli di Cotam di Aroer,45Iediael figlio di Simri e Ioca suo fratello, di Tisi,46Eliel di Macavim, Ieribài e Osea, figli di Elnaam, Itma il Moabita,47Elièl, Obed e Iaasièl di Zoba.
Salmi 109
1'Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.'
Dio della mia lode, non tacere,
2poiché contro di me si sono aperte
la bocca dell'empio e dell'uomo di frode;
parlano di me con lingua di menzogna.
3Mi investono con parole di odio,
mi combattono senza motivo.
4In cambio del mio amore mi muovono accuse,
mentre io sono in preghiera.
5Mi rendono male per bene
e odio in cambio di amore.
6Suscita un empio contro di lui
e un accusatore stia alla sua destra.
7Citato in giudizio, risulti colpevole
e il suo appello si risolva in condanna.
8Pochi siano i suoi giorni
e il suo posto l'occupi un altro.
9I suoi figli rimangano orfani
e vedova sua moglie.
10Vadano raminghi i suoi figli, mendicando,
siano espulsi dalle loro case in rovina.
11L'usuraio divori tutti i suoi averi
e gli estranei faccian preda del suo lavoro.
12Nessuno gli usi misericordia,
nessuno abbia pietà dei suoi orfani.
13La sua discendenza sia votata allo sterminio,
nella generazione che segue sia cancellato il suo nome.
14L'iniquità dei suoi padri sia ricordata al Signore,
il peccato di sua madre non sia mai cancellato.
15Siano davanti al Signore sempre
ed egli disperda dalla terra il loro ricordo.
16Perché ha rifiutato di usare misericordia
e ha perseguitato il misero e l'indigente,
per far morire chi è affranto di cuore.
17Ha amato la maledizione: ricada su di lui!
Non ha voluto la benedizione: da lui si allontani!
18Si è avvolto di maledizione come di un mantello:
è penetrata come acqua nel suo intimo
e come olio nelle sue ossa.
19Sia per lui come vestito che lo avvolge,
come cintura che sempre lo cinge.
20Sia questa da parte del Signore
la ricompensa per chi mi accusa,
per chi dice male contro la mia vita.
21Ma tu, Signore Dio,
agisci con me secondo il tuo nome:
salvami, perché buona è la tua grazia.
22Io sono povero e infelice
e il mio cuore è ferito nell'intimo.
23Scompaio come l'ombra che declina,
sono sbattuto come una locusta.
24Le mie ginocchia vacillano per il digiuno,
il mio corpo è scarno e deperisce.
25Sono diventato loro oggetto di scherno,
quando mi vedono scuotono il capo.
26Aiutami, Signore mio Dio,
salvami per il tuo amore.
27Sappiano che qui c'è la tua mano:
tu, Signore, tu hai fatto questo.
28Maledicano essi, ma tu benedicimi;
insorgano quelli e arrossiscano,
ma il tuo servo sia nella gioia.
29Sia coperto di infamia chi mi accusa
e sia avvolto di vergogna come d'un mantello.
30Alta risuoni sulle mie labbra la lode del Signore,
lo esalterò in una grande assemblea;
31poiché si è messo alla destra del povero
per salvare dai giudici la sua vita.
Salmi 116
1Alleluia.
Amo il Signore perché ascolta
il grido della mia preghiera.
2Verso di me ha teso l'orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.
3Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi.
Mi opprimevano tristezza e angoscia
4e ho invocato il nome del Signore:
"Ti prego, Signore, salvami".
5Buono e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
6Il Signore protegge gli umili:
ero misero ed egli mi ha salvato.
7Ritorna, anima mia, alla tua pace,
poiché il Signore ti ha beneficato;
8egli mi ha sottratto dalla morte,
ha liberato i miei occhi dalle lacrime,
ha preservato i miei piedi dalla caduta.
9Camminerò alla presenza del Signore
sulla terra dei viventi.
10Alleluia.
Ho creduto anche quando dicevo:
"Sono troppo infelice".
11Ho detto con sgomento:
"Ogni uomo è inganno".
12Che cosa renderò al Signore
per quanto mi ha dato?
13Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
14Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
15Preziosa agli occhi del Signore
è la morte dei suoi fedeli.
16Sì, io sono il tuo servo, Signore,
io sono tuo servo, figlio della tua ancella;
hai spezzato le mie catene.
17A te offrirò sacrifici di lode
e invocherò il nome del Signore.
18Adempirò i miei voti al Signore
e davanti a tutto il suo popolo,
19negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme.
Geremia 38
1Sefatià figlio di Mattàn, Godolia figlio di Pascùr, Iucàl figlio di Selemia e Pascùr figlio di Malchia udirono queste parole che Geremia rivolgeva a tutto il popolo:2"Dice il Signore: Chi rimane in questa città morirà di spada, di fame e di peste, mentre chi passerà ai Caldei vivrà: per lui la sua vita sarà come bottino e vivrà.3Dice il Signore: Certo questa città sarà data in mano all'esercito del re di Babilonia che la prenderà".
4I capi allora dissero al re: "Si metta a morte questo uomo, appunto perché egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole, poiché questo uomo non cerca il benessere del popolo, ma il male".5Il re Sedecìa rispose: "Ecco, egli è nelle vostre mani; il re infatti non ha poteri contro di voi".
6Essi allora presero Geremia e lo gettarono nella cisterna di Malchia, principe regale, la quale si trovava nell'atrio della prigione. Calarono Geremia con corde. Nella cisterna non c'era acqua ma fango, e così Geremia affondò nel fango.
7Ebed-Mèlech l'Etiope, un eunuco che era nella reggia, sentì che Geremia era stato messo nella cisterna. Ora, mentre il re stava alla porta di Beniamino,8Ebed-Mèlech uscì dalla reggia e disse al re:9"Re mio signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al profeta Geremia, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame sul posto, perché non c'è più pane nella città".10Allora il re diede quest'ordine a Ebed-Mèlech l'Etiope: "Prendi con te da qui tre uomini e fa' risalire il profeta Geremia dalla cisterna prima che muoia".11Ebed-Mèlech prese con sé gli uomini, andò nella reggia, nel guardaroba del tesoro e, presi di là pezzi di cenci e di stracci, li gettò a Geremia nella cisterna con corde.
12Ebed-Mèlech disse a Geremia: "Su, mettiti i pezzi dei cenci e degli stracci alle ascelle sotto le corde". Geremia fece così.13Allora tirarono su Geremia con le corde, facendolo uscire dalla cisterna, e Geremia rimase nell'atrio della prigione.
14Il re Sedecìa mandò a prendere il profeta Geremia e, fattolo venire presso di sé al terzo ingresso del tempio del Signore, il re gli disse: "Ti domando una cosa, non nascondermi nulla!".15Geremia rispose a Sedecìa: "Se te la dico, non mi farai forse morire? E se ti do un consiglio, non mi darai ascolto".16Allora il re Sedecìa giurò in segreto a Geremia: "Com'è vero che vive il Signore che ci ha dato questa vita, non ti farò morire né ti consegnerò in balìa di quegli uomini che attentano alla tua vita!".
17Geremia allora disse a Sedecìa: "Dice il Signore, Dio degli eserciti, Dio di Israele: Se uscirai incontro ai generali del re di Babilonia, allora avrai salva la vita e questa città non sarà data in fiamme; tu e la tua famiglia vivrete;18se invece non uscirai incontro ai generali del re di Babilonia, allora questa città sarà messa in mano ai Caldei, i quali la daranno alle fiamme e tu non scamperai dalle loro mani".
19Il re Sedecìa rispose a Geremia: "Ho paura dei Giudei che sono passati ai Caldei; temo di essere consegnato in loro potere e che essi mi maltrattino".20Ma Geremia disse: "Non ti consegneranno a loro. Ascolta la voce del Signore riguardo a ciò che ti dico; ti andrà bene e tu vivrai;21 se, invece, rifiuti di uscire, questo il Signore mi ha rivelato:22Ecco, tutte le donne rimaste nella reggia di Giuda saranno condotte ai generali del re di Babilonia e diranno:
Ti hanno abbindolato e ingannato
gli uomini di tua fiducia.
I tuoi piedi si sono affondati nella melma,
mentre essi sono spariti.
23Tutte le donne e tutti i tuoi figli saranno condotti ai Caldei e tu non sfuggirai alle loro mani, ma sarai tenuto prigioniero in mano del re di Babilonia e questa città sarà data alle fiamme".
24Sedecìa disse a Geremia: "Nessuno sappia di questi discorsi perché tu non muoia.25Se i dignitari sentiranno che ho parlato con te e verranno da te e ti domanderanno: Riferiscici quanto hai detto al re, non nasconderci nulla, altrimenti ti uccideremo; raccontaci che cosa ti ha detto il re,26tu risponderai loro: Ho presentato la supplica al re perché non mi mandasse di nuovo nella casa di Giònata a morirvi".
27Ora tutti i dignitari vennero da Geremia e lo interrogarono; egli rispose proprio come il re gli aveva ordinato, così che lo lasciarono tranquillo, poiché la conversazione non era stata ascoltata.
28Geremia rimase nell'atrio della prigione fino al giorno in cui fu presa Gerusalemme.
Lettera di Giacomo 3
1Fratelli miei, non vi fate maestri in molti, sapendo che noi riceveremo un giudizio più severo,2poiché tutti quanti manchiamo in molte cose. Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo.3Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo.4Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e vengano spinte da venti gagliardi, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole chi le manovra.5Così anche la lingua: è un piccolo membro e può vantarsi di grandi cose. Vedete un piccolo fuoco quale grande foresta può incendiare!6Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell'iniquità, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna.7Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dalla razza umana,8ma la lingua nessun uomo la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale.9Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio.10È dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. Non dev'essere così, fratelli miei!11Forse la sorgente può far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara?12Può forse, miei fratelli, un fico produrre olive o una vite produrre fichi? Neppure una sorgente salata può produrre acqua dolce.
13Chi è saggio e accorto tra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere ispirate a saggia mitezza.14Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità.15Non è questa la sapienza che viene dall'alto: è terrena, carnale, diabolica;16poiché dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni.17La sapienza che viene dall'alto invece è anzitutto pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia.18Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace.
Capitolo XXXIII:L’instabilità del nostro cuore e la intenzione ultima, che deve essere posta in Dio
Leggilo nella BibliotecaO figlio, non ti fidare della disposizione d'animo nella quale ora ti trovi; ben presto essa muterà in una disposizione diversa. Per tutta la vita sarai oggetto, anche se tu non lo vuoi, a tale mutevolezza. Volta a volta, sarai trovato lieto o triste, tranquillo o turbato, fervente oppure no, voglioso o pigro, pensoso o spensierato. Ma colui che è ricco di sapienza e di dottrina spirituale si pone saldamente al di sopra di tali mutevolezze, non badando a quello che senta dentro di sé, o da che parte spiri il vento della instabilità; badando, invece, che tutto il proposito dell'animo suo giovi al fine dovuto e desiderato. Così infatti egli potrà restare sempre se stesso in modo irremovibile, tenendo costantemente fisso a me, pur attraverso così vari eventi, l'occhio puro della sua intenzione.
E quanto più puro sarà l'occhio dell'intenzione, tanto più sicuro sarà il cammino in mezzo alle varie tempeste. Ma quest'occhio puro dell'intenzione, in molta gente, è offuscato, perché lo sguardo si volge presto a qualcosa di piacevole che balzi dinanzi. E poi raramente si trova uno che sia esente del tutto da questo neo, di cercare la propria soddisfazione: Come gli Ebrei, che erano venuti, quella volta, a Betania, da Marta e Maria, "non già per vedere Gesù, ma per vedere Lazzaro" (Gv 12,9).
Occorre, dunque, che l'occhio dell'intenzione sia purificato, reso semplice e retto; occorre che esso, al di là di tutte le varie cose che si frappongono, sia indirizzato a me.
DISCORSO 214/A AGOSTINO NELLA SPIEGAZIONE DEL SIMBOLO
Discorsi - Sant'Agostino
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1. Evidentemente, anche il credere fa parte del conoscere.
2. Non tutto quello che sappiamo, lo sappiamo per fede, ma tutto ciò che crediamo senza errore, noi lo conosciamo.
3. Conosciamo vedendo, conosciamo credendo.
4. Poni il caso che un cittadino stia parlando con me e, pur essendo un mio compatriota e compaesano, si metta a contraddirmi bistrattandomi e qualificandomi come un ignorante per il fatto che io non ho visto [una cosa]. A lui io chiedo come faccia a sapere che esiste la città di Alessandria, che egli mai ha veduto; che esistano tante altre città, nelle quali egli non è mai stato, eppure sa che esistono e ne è talmente sicuro che, se fosse provocato, sarebbe pronto anche a giurarci.
5. Ecco, io gli presento la domanda: " Come sai che esiste la città di Alessandria? ". Mi risponde: " Perché lo credo ". E io replico: " A chi lo credi? ". Cosa potrà rispondermi se non che lo crede sulla parola di uomini? Dunque tu, che esista Alessandria, lo credi perché alcuni l'han vista; io credo in Dio perché alcuni lo hanno profetato. Se ragioni secondo verità, se valuti l'autorevolezza dei testimoni, io credo a gente più attendibile della tua. Quanto ad Alessandria, infatti, tu credi a gente che, quando era lì, ha potuto vederla dinanzi ai suoi occhi; io credo a persone che, riguardo alle cose che accadono oggi, ne han parlato prima che accadessero prevedendole nel futuro.
Parte 1
Quaderno IV - Santa Faustina Kowalska
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+ G.M.G. Oggi
Gesù abita nel mio cuore, E sceso dall'alto trono celeste, il Grande
Sovrano, il Creatore dell'universo È venuto da me sotto la specie del
pane. O Dio Eterno, racchiuso nel mio petto, Con Te ho tutto il
paradiso, E canto con gli angeli: Santo... Vivo unicamente per la Tua
gloria. Non con un Serafino Ti unisci, o Dio, Ma con un misero essere
umano, Che senza di Te non può far nulla, Ma Tu sei sempre
misericordioso con gli uomini. Il mio cuore è dimora per Te, O Re di
eterna gloria. Governa il mio cuore e regna in esso Come in un
magnifico palazzo. O grande, ineffabile Iddio, Che Ti sei degnato di
abbassarTi tanto, A Te rendo umilmente gloria, E Ti supplico, perché Ti
degni di salvarmi.
+ G.M.G. O
dolce Madre del Signore, Su Te modello la mia vita, Tu sei per me
un'aurora radiosa, Estasiata m'immergo tutta in Te. O Madre, o Vergine
Immacolata, In Te si riflette per me il raggio di Dio. Tu m'insegni ad
amate il Signore nelle tempeste, Tu il mio scudo e la mia difesa dai
nemici.
Cracovia, 10.VIII.1937.
SR. MARIA FAUSTINA DEL
SANTISSIMO SACRAMENTO. O Ostia santa, fonte della dolcezza
divina, Tu dai sostegno alla mia anima. Tu che sei Onnipotente e Ti sei
incarnato in una Vergine, Vieni nascosto nel mio cuore, E la potenza
dei miei sensi non Ti raggiunge.
+ G.M.G. Cracovia,
10.VIII.1937. Quarto Diario [sic!]. Tutto per Te, Gesù, e
con ogni battito del cuore desidero adorare la Tua Misericordia ed a
misura delle mie forze desidero incoraggiare le anime alla fiducia in
questa Tua Misericordia, come Tu stesso mi hai ordinato, o Signore. Nel
mio cuore, nella mia anima è notte fonda. Davanti al mio intelletto c'è
un muro impenetrabile che mi ha nascosto Dio, ma queste tenebre non
sono state causate da me. Strano questo tormento, che ho paura di
descrivere in tutta la sua estensione, ma anche in questo stato procuro
di essere fedele a Te, o mio Gesù, sempre e in tutto; il mio cuore
batte soltanto per Te.
10.VIII.1937.
Oggi sono tornata a Cracovia da Rabka; mi sento molto male. Solo Gesù
sa quanto io soffra. In questi giorni sono stata in tutto simile a Gesù
Crocifisso; mi sono armata di pazienza per rispondere ad ogni suora
perché non mi è stato possibile rimanere là, cioè perché stavo peggio
in salute. Sapevo però che alcune suore non me lo chiedevano per
compassione delle mie sofferenze, ma per aggiungerne altre a quelle che
avevo. O Gesù, quali tenebre mi circondano ed il nulla penetra in me,
ma, Gesù mio, non lasciarmi sola, concedimi la grazia della fedeltà.
Benché non possa comprendere il mistero del Tuo abbandono, è però in
mio potere dire: Sia fatta la Tua volontà.
12.VIII. Oggi
mi sono incontrata col rev. dr. Sopocko che, passando da Cracovia, è
venuto un momento da noi. Desideravo proprio vederlo; Dio ha esaudito
il mio desiderio. Questo sacerdote è una grande anima, tutta piena di
Dio. La mia gioia è stata grande, ho ringraziato Dio per questa grande
grazia, poiché desideravo incontrarmi con lui per la maggior gloria di
Dio. O Ostia viva, Gesù nascosto, Tu vedi lo stato della mia anima. Da
sola non sono nemmeno capace di pronunciare il Tuo santo Nome. Non
riesco a tirar fuori dal cuore la fiamma dell'amore, ma stando in
ginocchio ai Tuoi piedi penetro nel tabernacolo con lo sguardo della
mia anima, lo sguardo della fedeltà. Tu sei sempre lo stesso, anche se
nella mia anima c'è un cambiamento. Ho fiducia che verrà il momento in
cui mostrerai il Tuo volto e la Tua bambina vedrà di nuovo il Tuo dolce
viso. Mi stupisco, Gesù, che Tu possa così a lungo nasconderTi a me.
Come puoi contenere l'enormità dell'amore che nutri per me? Nella
dimora del mio cuore sto in ascolto ed attendo la Tua venuta, o unico
Tesoro del mio cuore. Gesù difende con forza i Suoi rappresentanti
sulla terra. E talmente unito a loro, che mi ordina di anteporre la
loro opinione alla Sua. Ho conosciuto la grande familiarità che esiste
fra Gesù ed il sacerdote. Quello che dice il sacerdote, Gesù lo
sostiene e spesso si uniforma ai suoi desideri e talvolta fa dipendere
dalla sua opinione il proprio rapporto con un'anima. Nelle grazie
particolari ho conosciuto molto bene fino a che punto hai diviso con
loro l'autorità ed i Misteri, o Gesù, più che con gli angeli. Gioisco
per questo, poiché tutto ciò serve al mio bene.
+ O mio Gesù, quanto è difficile sopportare sofferenze di questo
genere! Quando qualcuno maldisposto verso di noi, ci procura qualche
molestia, a me dispiace di meno. Ma non riesco a sopportare che
qualcuno mi mostri la sua benevolenza e poi ad ogni passo mi metta i
bastoni fra le ruote. Che grande forza di volontà occorre per amare un
anima del genere per amor di Dio! Talvolta si deve giungere fino
all'eroismo per amare una tale anima, come comanda Iddio. Se si
avessero rari contatti con quella persona, la cosa si sopporterebbe
meglio, ma quando si vive assieme e si sperimenta ciò ad ogni passo,
occorre un grande sforzo. O mio Gesù, penetra in me completamente,
affinché possa rispecchiarTi in tutta la mia vita. Divinizzami, in modo
che le mie azioni abbiano un valore soprannaturale. Fa' che io abbia
per ogni anima senza eccezioni amore, compassione e Misericordia. O mio
Gesù, ognuno dei Tuoi santi rispecchia in sé una delle Tue virtù; io
desidero rispecchiare il Tuo Cuore compassionevole e pieno di
Misericordia, e voglio glorificarlo. La Tua Misericordia, o Gesù, sia
impressa sul mio cuore e sulla mia anima come un sigllio e ciò sarà il
mio segno distintivo in questa e nell'altra vita. La glorificazione
della Tua Misericordia è il compito esclusivo della mia vita.
15.VIII.1937. Indicazioni
di Padre Andrasz. Questi momenti dl aridità e di sensazione della
propria miseria, permessi da Dio, fanno conoscere all'anima quanto poco
essa possa da sola, le insegneranno quanto deve apprezzare le grazie di
Dio. Secondo: la fedeltà alle pratiche di devozione ed ai propri
doveri, la fedeltà in genere in tutto, proprio come nei momenti di
gioia. Terzo: in queste faccende occorre essere in tutto obbediente
all'arcivescovo; di tempo in tempo tuttavia si può ricordare la
questione, ma con calma. Talvolta è necessaria un po' di amara verità.
Verso la fine del colloquio chiesi che mi permettesse di trattare
familiarmente con Gesù, come in precedenza. Mi rispose: « Non posso
dare ordini a Gesù, ma se Egli stesso l'attira a Sé, può seguire questa
attrazione, ma deve mantenere sempre una profonda venerazione, poiché
il Signore è grande. Se lei in tutto questo cerca realmente la volontà
di Dio e desidera compierla, può stare tranquilla, Iddio non permetterà
alcuno sbandamento. Per quanto concerne le mortificazioni e le
sofferenze, me ne parlerà la prossima volta. Si affidi alla protezione
della Madonna».
15.VIII.1937.
Durante la meditazione la presenza di Dio è penetrata vivamente in me
ed ho conosciuto la gioia della SS.ma Vergine al momento della Sua
Assunzione in cielo... Durante la cerimonia che si è svolta in onore
della Madre di Dio, verso la fine della stessa, ho visto la Vergine
SS.ma, che mi ha detto: «Oh,
quanto Mi è gradito l'omaggio del Vostro amore!». E in
quello stesso momento ha coperto col Suo manto tutte le suore della
nostra Congregazione. Con la mano destra ha stretto a Sé la Madre
Generale Michaela e con la sinistra me, e tutte le suore erano ai Suoi
piedi coperte dal Suo manto. Poi la Madre di Dio ha detto: «Ognuna di voi che persevererà
nello zelo fino alla morte nella Mia Congregazione, eviterà il fuoco
del purgatorio, e desidero che ciascuna si distingua per queste virtù:
umiltà e mitezza, purezza e amor di Dio e del prossimo, compassione e
Misericordia». Dopo queste parole è scomparsa tutta la
Congregazione, sono rimasta sola con la Madonna, la quale mi ha
istruita circa la volontà di Dio, come applicarla nella vita,
sottomettendomi totalmente ai Suoi santissimi decreti. È impossibile
piacere a Dio non facendo la Sua santa volontà. «Figlia Mia, ti raccomando
Vivamente di compiere fedelmente tutti i desideri di Dio, poiché questa
è la cosa cara ai Suoi occhi. Desidero ardentemente che tu ti distingua
in questo, cioè in questa fedeltà, nell'adempiere la volontà di Dio. La
volontà di Dio anteponila a tutti i sacrifici ed olocausti».
Mentre la Madre Celeste parlava con me, è entrata nella mia anima una
profonda comprensione della volontà di Dio. O mio Gesù, delizia del mio
cuore, quando la mia anima è imbevuta della Tua divinità, accetto con
identico equilibrio la dolcezza e l'amarezza. L'una e l'altra cosa
passeranno, una sola cosa conserverò nell'anima, l'amor di Dio; questo
m'impegno a conquistarlo, per tutto il resto mi preoccupo relativamente.
16.VIII.37. Dopo
la santa Comunione ho visto Gesù in un aspetto di grande Maestà, e Gesù
mi ha detto: «Figlia Mia,
nelle settimane in cui non Mi hai visto, né hai sentito la Mia
presenza, ero unito a te più profondamente che nei momenti dei
rapimenti. E la fedeltà ed il profumo delle tue preghiere sono giunti
fino a Me». Dopo tali parole la mia anima è stata inondata
dalla gioia di Dio. Non vedevo più Gesù, eppure riuscivo a pronunciare
soltanto una parola: « Gesù
», e dopo aver pronunciato quel Nome, di nuovo la mia anima veniva
invasa dalla luce e da un più profondo raccoglimento, che è durato tre
giorni senza interruzione. Tuttavia all'esterno ho potuto compiere i
miei doveri. Tutto il mio essere è stato scosso fin nelle sue più
segrete profondità. La grandezza di Dio non mi spaventa, ma mi rende
felice; facendoGli onore io stessa vengo innalzata. Vedendo la Sua
felicità, anch'io sono felice, poiché tutto ciò che è in Lui discende
su di me. Quando conosco lo stato di un'anima e quello che in essa non
piace a Dio, vengo a saperlo in questo modo: istantaneamente provo
dolore alle mani, ai piedi ed al fianco, nei punti in cui trafissero le
mani, i piedi ed il costato del Salvatore; in quel momento vengo a
conoscenza dello stato di un'anima e del genere di peccato. In casi di
questo genere desidero riparare nei confronti di Gesù. Oggi ho portato
per sette ore una cintura a catenelle per impetrare ad una data anima
la grazia del pentimento. Alla settima ora ho provato un senso di
sollievo, poiché quell'anima nel suo intimo aveva già ricevuto il
perdono, sebbene non si fosse ancora confessata. Per il peccato dei
sensi, mortifico il corpo e digiuno nella misura che mi è permessa. Per
il peccato di superbia prego con la fronte appoggiata a terra. Per il
peccato di odio prego e do una dimostrazione pratica nei confronti di
una persona, con la quale ho delle difficoltà e così, secondo il genere
dei peccati conosciuti, do soddisfazione alla giustizia.
19.VIII.37. Oggi
durante l'adorazione il Signore mi ha fatto conoscere quanto desidera
che l'anima si distingua nell'amore attivo ed in ispirito ho visto
quanto sono numerose le anime che gridano verso di noi: « Dateci Iddio
». E dentro di me ho sentito ribollire il sangue per l'apostolato. Non
lo lesinerò, ma lo darò fino all'ultima goccia per le anime immortali,
benché forse Iddio non desideri questo fisicamente; ma spiritualmente
ciò mi è possibile e non è meno meritevole. Oggi ho conosciuto che non
dovevo chiedere una certa autorizzazione ed a questo riguardo
rispondere come la Madonna desiderava. Per ora non sono necessarie
spiegazioni, la pace mi è ritornata. Questa ispirazione l'ho ricevuta
mentre andavo a fare l'esame di coscienza ed ero molto preoccupata,
poiché non sapevo come fare. In un attimo la luce di Dio può fare di
più che il mio arrovellarmi per vari giorni.
22.VIII. Questa
mattina è venuta da me la vergine S. Barbara e mi ha raccomandato di
offrire per nove giorni la santa Comunione per il mio paese. “E con questo placherai l'ira di
Dio”. Questa vergine aveva una corona di stelle e la spada
in mano; lo splendore della corona era identico a quello della spada.
Aveva una veste bianca, i capelli sciolti, era bella; se non avessi già
conosciuto la SS.ma Vergine, avrei pensato che fosse Lei. Ora
comprendo, tutte le vergini si distinguono per una bellezza
particolare; da loro irradia una bellezza speciale.
+ 25.VIII.1937.
Oggi è venuto da noi il rev. dr. Sopocko ed ha soggiornato fino al 30
del mese. Sono stata enormemente felice, poiché Dio solo sa quanto
desiderassi incontrarmi con lui per quell'opera che Iddio sta mandando
avanti per suo mezzo. Anche se questa visita è collegata con certi
dispiaceri.
+ Mentre celebrava la santa Messa, prima dell'elevazione ho visto Gesù
crocifisso, che staccava la mano destra dalla croce e la luce che
usciva dalla ferita raggiungeva la sua spalla. La cosa si è ripetuta in
tre sante Messe ed ho compreso che Iddio gli dà forza di compiere
quest'opera, nonostante le difficoltà e le contrarietà. Quest'anima
cara a Dio, è crocifissa da tribolazioni di vario genere, ma non mi
stupisco affatto di questo, poiché Dio è solito procedere così con
coloro che ama in modo particolare.
+ Oggi 29 ho ricevuto il permesso per un lungo colloquio col rev. dr.
Sopocko. Sono venuta a sapere che, nonostante ci siano difficoltà,
l'opera va avanti e la festa della grande Misericordia è già un bel
pezzo avanti e non manca molto alla sua realizzazione. Bisogna però
pregare ancora molto, per superare certe difficoltà. « Ed ora quanto a
lei, sorella, è bene che lei sia in questo stato di indifferenza circa
la volontà di Dio e più equilibrata, la prego di impegnarsi per tale
equilibrio. E per quanto riguarda tutte le cose, lei, sorella, dipenda
strettamente da Padre Andrasz; io sono completamente d'accordo con lui.
Non faccia nulla di sua iniziativa, ma in tutto prenda sempre accordi
col suo direttore spirituale. Mantenga in tutto l'equilibrio e la
massima serenità. Una cosa ancora: ho fatto stampare quella coroncina,
che dovrà esser messa sul retro dell’immaginetta, ed anche quelle
invocazioni, simili ad una litania, che dovranno figurare anch'esse sul
retro dell'immaginetta. Ho fatto riprodurre anche un'immagine più
grande e con essa alcuni fogli con la novena alla Misericordia. Preghi,
sorella, affinché ciò venga autorizzato ».
30. Questa mattina il rev. dr. Sopocko è partito. Quando mi sono
immersa in una preghiera di ringraziamento per questa grande grazia di
Dio di aver potuto incontrarmi con lui, ad un tratto sono stata unita
in modo particolare al Signore, il quale mi ha detto: «E’ un sacerdote
secondo il Mio Cuore; i suoi sforzi Mi sono graditi. Vedi, figlia Mia,
che la Mia volontà deve compiersi e mantengo quello che ti ho promesso.
Per suo mezzo spargo consolazioni per le anime sofferenti e tormentate,
per suo mezzo Mi è piaciuto diffondere il culto alla Mia Misericordia e
per mezzo di quest'opera della Misericordia si accosteranno a Me più
anime di quante ne verrebbero se egli continuasse ad assolvere giorno e
notte fino alla fine della vita. Infatti così egli lavorerebbe fino
alla morte, mentre con quest'opera lavorerà fino alla fine del mondo».
Per incontrarmi con lui avevo fatto una novena, ma non l'avevo nemmeno
finita che Dio mi ha fatto la grazia. O mio Gesù, ho approfittato poco
di questa grazia, ma questo non è dipeso da me, sebbene da un altro
punto di vista dipendesse molto.
+ Durante la conversazione ho conosciuto la sua anima. E un'anima
crocifissa, simile al Salvatore. Là dove a buon diritto si attendeva
una parola di conforto, ha trovato la croce. Vive fra molti amici, ma
non ne ha nessuno all'infuori di Gesù. In questo modo Dio spoglia
un'anima che ama in maniera particolare. Oggi ho udito queste parole:
«Figlia Mia, sii sempre come una bambina di fronte ai Miei
rappresentanti, poiché in caso contrario non potrai ricavare profitto
dalle grazie che ti mando per loro mezzo».
I.IX.1937.
Ho visto Gesù come Re in grande maestà, che guardava verso la nostra
terra con occhio severo, ma per la supplica della Madre Sua ha
prolungato il tempo della Misericordia.
3.IX. Primo
venerdì del mese. Durante la santa Messa sono stata unita a Dio. Gesù
mi ha fatto conoscere che nemmeno la più piccola cosa avviene nel mondo
senza il Suo volere. Dopo questa visione la mia anima è entrata in uno
stato di straordinaria serenità. Mi sono completamente tranquillizzata
per quanto riguarda l'opera in tutta la sua estensione. Dio può
comportarsi con me come Gli piace e io Lo benedirò per ogni cosa. Fino
ad ora ho pensato con un certo timore a dove mi potevano portare queste
ispirazioni. Un timore ancora maggiore si è impossessato di me quando
il Signore mi ha fatto conoscere che debbo abbandonare questa
Congregazione. Sono già tre anni da quel momento, e la mia anima prova
alternativamente una volta entusiasmo e sollecitazioni ad agire ed
allora ho molto coraggio, ed un'altra volta, quando si avvicina il
momento decisivo per iniziare l'opera, sento l'abbandono da parte del
Signore e nello stesso tempo una strana paura mi trapassa l'anima e
vedo che non è il momento fissato dal Signore per iniziare l'opera.
Sono sofferenze che non riesco nemmeno a descrivere. Solo Iddio sa
quello che provo giorno e notte... Mi sembra che le più grandi torture
dei martiri sarebbero più leggere di quelle che sto passando io, sia
pure senza lo spargimento di una sola goccia di sangue. Ma tutto questo
per le anime, per le anime, Signore... Atto di totale abbandono alla
volontà di Dio, che per me è l'amore e la Misericordia stessa.
ATTO DI OBLAZIONE. O
Gesù Ostia, che ho ricevuto in questo momento nel mio cuore, in unione
con Te mi offro al Padre Celeste come vittima sacrificale, rimettendomi
totalmente e nel modo più assoluto alla misericordiosissima e santa
volontà del mio Dio. Da oggi la Tua volontà, o Signore, è il mio
nutrimento. Hai tutto il mio essere, disponi di me secondo i Tuoi
divini intendimenti. Qualunque cosa mi porgerà la Tua mano paterna,
l'accetterò con sottomissione, con serenità e con gioia. Non temo
nulla, in qualunque modo vorrai guidarmi, e, con l'aiuto della Tua
grazia, eseguirò tutto quello che vorrai da me. Già ora non temo più
alcuna Tua ispirazione, né l'analizzo con preoccupazione per sapere
dove mi conduce. Guidami, o Dio, sulle strade che Tu vuoi, ho piena
fiducia nella Tua volontà, che per me è l'amore e la Misericordia
stessa. Mi ordini di rimanere in questo convento? Ci rimarrò. Mi ordini
di dar inizio all'opera? La inizierò. Mi lasci nell'incertezza fino
alla morte in merito a quest'opera? Sii benedetto. Mi darai la morte
nel momento in cui, umanamente parlando, la mia vita sembrerà più
necessaria? Sii benedetto. Mi prenderai durante la giovinezza? Sii
benedetto. Mi farai raggiungere l'età avanzata? Sii benedetto. Mi darai
salute e forza? Sii benedetto. M'inchioderai in un letto di dolore
magari per tutta la vita? Sii benedetto. Durante la vita mi darai solo
delusioni ed insuccessi? Sii benedetto. Permetterai che le mie
intenzioni più pure vengano condannate? Sii benedetto. Darai luce al
mio intelletto? Sii benedetto. Mi lascerai nelle tenebre ed in ogni
genere di angosce? Sii benedetto. Da questo momento vivo nella più
profonda serenità, poiché il Signore stesso mi porta sulle Sue braccia.
Egli, il Signore della Misericordia imperscrutabile, sa che desidero
soltanto Lui in tutto, sempre e ovunque.
Preghiera. O
Gesù, disteso sulla croce, Ti supplico, concedimi la grazia di
adempiere fedelmente la santissima volontà del Padre Tuo, sempre,
ovunque ed in tutto. E quando la volontà di Dio mi sembrerà pesante e
difficile da compiere, Te ne supplico, Gesù, scenda allora su di me
dalle Tue Piaghe la forza ed il vigore e le mie labbra ripetano:
«Signore, sia fatta la Tua volontà ». O Salvatore del mondo, amante
dell'umana salvezza, Tu che fra i tremendi dolori del Tuo supplizio Ti
sei dimenticato di Te stesso ed hai pensato alla salvezza delle anime,
o Gesù pietosissimo, concedimi la grazia di dimenticare me stessa, in
modo che viva totalmente per le anime, collaborando con Te all'opera
della salvezza, secondo la santissima volontà del Padre Tuo...
5.VIII.1937. Il
Signore mi ha fatto conoscere quanto la cara Madre Superiora mi difende
di fronte a... con la preghiera, ma anche con l'azione. Ti sono grata,
Gesù, per questa grazia; ciò non rimarrà senza riconoscenza nel mio
cuore. Quando sarò con Gesù non mi dimenticherò di lei.
6.IX.1937.
Oggi cambio occupazione, dall'orto al deserto della portineria. Sono
andata un momento a colloquio col Signore, L'ho pregato di benedirmi e
di concedermi la grazia di adempiere fedelmente il compito che mi è
stato assegnato. Ho udito queste parole: “Figlia Mia, Io sono sempre con
te. Ti ho dato la possibilità di esercitarti nelle opere di
Misericordia, che eseguirai in conformità all'obbedienza. Mi farai un
grande piacere e ogni sera parlerai un po' con Me di questa tua mansione”.
Ho sentito che Gesù mi dava una nuova grazia per questo impegno, ma
nonostante ciò io mi rinchiusi più profondamente nel Suo Cuore. Oggi mi
sono sentita peggio del solito, ma Gesù in questo giorno mi ha dato più
possibilità di esercitarmi nella virtù. È capitato che ho avuto un
impegno più faticoso. La suora della cucina mi ha manifestato il suo
malcontento perché ho fatto tardi a pranzo, anche se in nessun modo mi
sarebbe stato possibile giungere prima. Ma mi sono sentita così male,
che ho dovuto chiedere alla Madre Superiora di permettermi di andare a
coricarmi. Sono andata a pregare Suor N... di sostituirmi nella mia
mansione ed ho ricevuto un'altra ramanzina. « Ma come? Si è stancata
tanto, sorella, che va di nuovo a mettersi a letto? Che vuoi, con
questo continuo andare a letto! ». Me la sono sorbita tutta, ma non era
ancora la fine. Bisognava andare ed avvertire anche la suora che serve
le malate, perché mi portasse il vitto. Appena gliel'ho detto, è
scattata e mi è corsa appresso dalla cappella lungo il corridoio, per
dirmi quello che aveva in animo: « Perché va a mettersi a letto? ecc.
ecc. ». L'ho pregata di non portarmi niente. Scrivo questo molto in
breve, perché non è mia intenzione scrivere di tali cose, ma lo faccio
perché non ci si comporti a questo modo con un'altra anima, poiché
questo non piace al Signore. In un'anima sofferente dobbiamo vedere
Gesù Crocifisso e non un parassita ed un peso per la Congregazione.
Un'anima sofferente rassegnata alla volontà di Dio attira sul convento
più benedizione divina che tutte le suore che lavorano. Povera quella
casa che non ha suore ammalate! Talvolta Dio concede molte e grandi
grazie per riguardo alle anime sofferenti ed allontana molti castighi
unicamente per riguardo a queste. O Gesù mio, quando impareremo a
guardare alle anime per motivi più elevati? Quando saranno veritieri i
nostri giudizi? Ci dai la possibilità di esercitarci nelle opere di
Misericordia e noi ci esercitiamo nei giudizi. Per conoscere se in una
casa religiosa fiorisce l'amore di Dio, basta chiedere come vengono
trattati gli ammalati, gli invalidi e gli inabili.
10.IX.37. Durante
la meditazione son venuta a sapere che quanto più un'anima è pura,
tanto più esclusivamente spirituale è il suo rapporto con Dio, non fa
molto caso ai sensi ed alle loro proteste. Dio è spirito, perciò Lo amo
in spirito e verità. Appena mi sono resa conto di quanto sia pericoloso
stare in portineria ai giorni nostri, e ciò a causa dei tumulti
rivoluzionari, e quanto odio la gente malvagia nutra per i conventi,
sono andata a parlare col Signore e Gli ho chiesto di disporre le cose
in modo che nessun malintenzionato osi avvicinarsi alla nostra porta.
Ed allora ho udito queste parole: «Figlia
Mia, dal momento in cui sei andata in portineria, ho messo un Cherubino
sulla porta, perché la sorvegli, sta' tranquilla». Quando
son tornata dal colloquio avuto col Signore, ho visto una nuvoletta
bianca e in essa un Cherubino con le braccia conserte. Il suo sguardo
era lampeggiante; ho capito che il fuoco dell'amore di Dio ardeva in
quello sguardo...
14.IX.37.
Esaltazione della Santa Croce. Oggi ho conosciuto che quel sacerdote
incontra gravi difficoltà per questa causa. Gli sono contrarie perfino
anime devote e zelanti della gloria di Dio ed il fatto che non si
scoraggia è dovuto soltanto ad una particolare grazia divina. Gesù: «Figlia Mia, credi forse di aver
scritto abbastanza sulla Mia Misericordia? Quello che hai scritto è
appena una gocciolina di fronte ad un oceano. Io sono l'Amore e la
Misericordia stessa; non c'è miseria che possa misurarsi con la Mia
Misericordia. Né la miseria l'esaurisce, poiché dal momento che si
dona, aumenta. L'anima che confida nella Mia Misericordia è la più
felice, poiché Io stesso ho cura di lei». Provo grandi
sofferenze nell'anima, quando vengo a conoscenza di un'offesa fatta a
Dio. Oggi ho conosciuto che poco lontano dalla nostra portineria sono
stati commessi dei peccati gravi. Era sera, ho pregato fervorosamente
in cappella, poi sono andata a flagellarmi. Quando mi sono
inginocchiata a pregare, il Signore mi ha fatto conoscere quanto soffra
un'anima respinta da Dio. Mi sembrava che il cuore mi si spezzasse e
nello stesso tempo ho conosciuto come una tale anima ferisce il
misericordiosissimo Cuore di Gesù. Quella misera creatura non vuole
accettare la pietà di Dio. Quanto più Iddio avrà inseguito un'anima con
la Sua Misericordia, tanto più la colpirà con la Sua giustizia... “Mia segretaria, scrivi che sono
più generoso con i peccatori che con i giusti. Per loro sono sceso in
terra... per loro ho versato il Sangue. Non abbiano timore di
avvicinarsi a Me, sono essi che hanno maggiormente bisogno della Mia
Misericordia”.
16.IX.37. Oggi desideravo tanto ardentemente fare l'ora santa davanti
al SS.mo Sacramento, ma la volontà di Dio è stata diversa. Alle otto
sono stata presa da dolori così violenti, che ho dovuto mettermi
immediatamente a letto. Ho continuato a torcermi fra gli spasimi per
tre ore, cioè fino alle undici di sera. Nessuna medicina mi ha giovato;
quella che prendevo la rigettavo. In qualche momento a causa dei dolori
ho perso la conoscenza. Gesù mi ha fatto conoscere che, in questo modo,
ho preso parte alla Sua agonia nell'Orto degli Ulivi e che Egli stesso
aveva permesso queste sofferenze in riparazione a Dio per i bambini
uccisi nel grembo di cattive madri. Questi dolori mi sono capitati già
tre volte. Cominciano sempre alle otto e durano fino alle undici di
sera. Nessuna medicina riesce ad attenuarmi queste sofferenze.
All'avvicinarsi delle undici scompaiono da sole ed allora mi
addormento; l'indomani mi sento molto debole. La prima volta mi è
capitato in sanatorio. I medici non riuscirono a fare una diagnosi; né
iniezioni né alcun'altra medicina mi fu di qualche sollievo e io stessa
non capivo che genere di dolori fossero. Dissi al medico che mai in
vita mia avevo avuto dolori simili, egli mi dichiarò che non sapeva
quali fossero. Ora so di che dolori si tratta, poiché il Signore me
l'ha fatto sapere... Tuttavia quando penso che forse dovrò ancora
soffrire in quel modo, mi vengono i brividi. Ma non lo so, se dovrò
ancora soffrire a quel modo, lo lascio decidere a Dio. Tutto ciò che a
Dio piacerà mandarmi, l'accetterò con rassegnazione e con amore. Voglia
il cielo che con quelle sofferenze io abbia potuto salvare
dall'omicidio almeno un anima. Il giorno dopo questi dolori, ho la
percezione dello stato delle anime e della loro disposizione nei
riguardi di Dio; penetra in me una vera conoscenza. Ricevo la santa
Comunione in modo quasi angelico. La mia anima è inondata di luce
divina e se ne nutre, i sentimenti sono come assopiti. È l'unione col
Signore totalmente spirituale, è il grande predominio dello spirito
sulla natura. Il Signore mi ha fatto conoscere le grazie che mi
elargisce continuamente. Questa luce mi è penetrata nel profondo e sono
venuta a conoscere le attenzioni inconcepibili che Dio ha verso di me.
Sono rimasta in cella per un lungo ringraziamento, distesa con la
faccia a terra ed ho versato lacrime di gratitudine. Non riuscivo ad
alzarmi da terra poiché, quando tentavo d'alzarmi, la luce divina mi
dava un'ulteriore conoscenza delle grazie di Dio. Solo la terza volta
ho potuto sollevarmi da terra. Come una bambina sentivo che tutto
quello che possedeva il Padre Celeste era mio. Fu Lui stesso a
sollevarmi da terra fino al Suo Cuore. Sentivo che tutto ciò che esiste
era mio in maniera esclusiva, ma io per tutto questo non provavo alcun
desiderio, poiché mi basta Dio Solo. Oggi ho conosciuto quanto
malvolentieri il Signore entra in una certa anima con la santa
Comunione. Va in quel cuore come in una tetra prigione, per esservi
maltrattato e seviziato. Ho chiesto il Suo perdono ed ho riparato per
quell'affronto. Il Signore mi ha fatto sapere che avrò un incontro con
un mio fratello, tuttavia non sono riuscita a capire come mi incontrerò
con lui e per quale motivo dovrebbe venire da me, sebbene sappia che ha
la grazia della vocazione divina. Ma perché dovrebbe venire da me? Ad
ogni modo ho lasciato perdere questi ragionamenti e sono convinta che,
se il Signore mi aveva fatto sapere che veniva, questo mi basta. Ho
unito a Dio i miei pensieri, non occupandomi più della creatura,
rimettendo tutto nelle mani del Signore.
+ Quando gli stessi poveri vengono in portineria per la seconda volta,
li tratto con maggior dolcezza e non faccio capire loro che ricordo che
erano già venuti, per non metterli in imbarazzo ed allora essi mi
parlano liberamente dei loro acciacchi e delle loro necessità. Benché
Suor N. mi dica che non ci si comporta così con dei mendicanti e mi
sbatta la porta in faccia, quando non c'è lei, li tratto come li
avrebbe trattati il mio Maestro. Talvolta non dando nulla, si dà di
più, che dando molto ma in maniera sgarbata. Spesso il Signore mi fa
conoscere interiormente le persone con le quali tratto in portineria.
Un'anima, degna di compassione, volle dirmi spontaneamente qualche
cosa. Approfittando dell'occasione, le feci conoscere con delicatezza
in quale stato miserevole era la sua anima. Se ne partì con una
migliore disposizione d'animo.
17.IX.37. O
Gesù, vedo tanta bellezza disseminata attorno a noi per la quale Ti
ringrazio continuamente, ma noto che alcune anime sono come pietre,
sempre fredde ed insensibili, nemmeno i miracoli le commuovono molto;
hanno lo sguardo rivolto a terra e non vedono nient'altro all'infuori
di se stesse. Mi hai circondata durante la vita con la Tua protezione
sensibile ed affettuosa, più di quanto io possa immaginare, poiché
comprenderò la Tua bontà in tutta la sua estensione solo quando mi
cadranno i veli dagli occhi. Desidero che tutta la mia vita sia un
unico ringraziamento per te, o Dio.
+ Ti sono riconoscente, o Dio, per tutte le grazie Di cui mi colmi
continuamente, Che m'illuminano, come i raggi del sole, E con le quali
mi indichi la strada sicura. Grazie, o Dio, per avermi creata, Per
avermi chiamata all'esistenza dal nulla, E per avermi impresso il Tuo
sigillo divino, Facendo ciò unicamente per amore. Grazie, o Dio, per il
santo battesimo, Che m'ha inserito nella Tua famiglia: È un grande,
inconcepibile dono della grazia Che ci trasforma l'anima. Grazie, o
Signore, per la santa confessione, Per questa sorgente di grande,
inesauribile Misericordia, Per questa fonte inconcepibile di grazie, In
cui le anime macchiate dal peccato tornano candide. Ti ringrazio, Gesù,
per la santa Comunione Nella quale ci doni Te stesso. Sento il Tuo
Cuore battere nel mio petto, Mentre Tu stesso sviluppi in me la vita
divina. Ti ringrazio, o Spirito Santo, per il sacramento della cresima,
Che mi fa divenire Tuo cavaliere, Dà forza all'anima in ogni momento, E
mi protegge dal male. Ti ringrazio, o Dio, per il dono della chiamata
al Tuo servizio esclusivo, In cui mi dai la possibilità di amare
unicamente Te. È un grande onore per la mia anima. Ti ringrazio,
Signore, per i voti perpetui, Per questo vincolo di amore puro, Per
esserti degnato d'unire al mio il Tuo Cuore intemerato, Unificandolo
col Tuo in un legame d'illibatezza. Ti ringrazio, Signore, per il
sacramento dell'unzione, Che mi rafforzerà negli ultimi momenti Della
lotta e m'aiuterà a salvarmi, Dando vigore all'anima, sì che possiamo
gioire eternamente. Grazie, Signore, per tutte le ispirazioni Di cui mi
colma la Tua bontà, Per queste illuminazioni interiori dell'anima Che è
impossibile esprimere, ma che il cuore percepisce. Grazie SS.ma
Trinità, per l'enorme quantità di doni, Che mi hai elargito durante la
vita; La mia riconoscenza ingigantirà allo spuntare dell'eterna aurora,
Quando per la prima volta canterò le Tue lodi.
+ Nonostante il raccoglimento interiore, conduco una lotta continua col
nemico dell'anima. Scopro in continuazione nuove insidie da parte sua e
la battaglia infuria di nuovo. Mi tengo in esercizio in tempo di pace e
vigilo, affinché il nemico non mi sorprenda impreparata e quando vedo
la sua grande rabbia, rimango nella fortezza, cioè nel sacratissimo
Cuore di Gesù.
19.IX.1937. Oggi
il Signore mi ha detto: “Figlia
Mia, scrivi che sono molto addolorato quando delle anime consacrate si
accostano al Sacramento dell'amore soltanto per abitudine, come se non
distinguessero la differenza di questo cibo. Nei loro cuori non trovo
né fede né amore. In tali anime vado con grande riluttanza; sarebbe
meglio che non Mi ricevessero”. Dolcissimo Gesù, infiamma
il mio amore verso di Te e trasformami in Te. Divinizzami, affinché le
mie azioni Ti siano gradite. Questo lo compia la potenza della santa
Comunione, che ricevo ogni giorno. Quanto desidero essere completamente
trasformata in Te, o Signore!
19.IX.1937. Oggi
è venuto a trovarmi mio fratello Stasio. Mi sono rallegrata enormemente
che questa bella anima intenda dedicarsi al servizio di Dio, o meglio
che Dio lo attiri al Suo amore. Abbiamo parlato a lungo di Dio e della
Sua bontà. Durante la nostra conversazione mi sono resa conto di quanto
sia gradita a Dio questa cara anima. Dalla buona Madre Superiora ho
ricevuto il permesso di vedermi più spesso con lui. Quando mi ha
chiesto di consigliarlo dove entrare, gli ho risposto: «Certamente tu
sai meglio di tutti quello che vuole il Signore da te ». Gli ho
indicato l'ordine dei Gesuiti. « Ma entra dove preferisci ». Ho
promesso di pregare per lui ed ho deciso di fare una novena al Sacro
Cuore per intercessione del Padre Pietro Skarga, con la promessa di
pubblicazione sui « Messaggero del Sacro Cuore », poiché ha molte
difficoltà in questa sua iniziativa. Ho capito che in questa faccenda è
più utile la preghiera dei consigli...
21.IX. Questa
notte, essendomi svegliata alcune volte, ho ringraziato Iddio
brevemente, ma con tutto il cuore, per tutte le grazie concesse a me ed
alla nostra Congregazione ed ho riflettuto sulla grande bontà di Dio.
Dopo aver ricevuto la santa Comunione Gli ho detto: «Gesù, questa notte ho pensato
tante volte a Te». E Gesù mi ha risposto: «E Io ho pensato a te ancor prima
di chiamarti all'esistenza». « Gesù, in che modo hai pensato a
me? ». «Nel
modo dì ammetterti alla Mia eterna felicità». Dopo queste
parole la mia anima fu inondata dall'amore di Dio. Non finivo di
stupirmi nel vedere quanto Iddio ci ama. Quando sono caduta nuovamente
nello stesso errore, nonostante il proposito sincero, sebbene la caduta
fosse una piccola imperfezione e piuttosto involontaria, ho provato
nell'anima un dolore così vivo, che ho interrotto la mia occupazione e
sono andata per un momento in cappella; mi sono gettata ai piedi di
Gesù, chiedendo perdono al Signore con amore e con grande afflizione,
tanto più vergognosa in quanto la mattina, parlando con Lui dopo la
santa Comunione, Gli avevo promesso fedeltà. Allora udii queste parole:
«Se non ci fosse stata
quella piccola imperfezione, non saresti venuta da Me. Sappi che ogni
volta che vieni da Me umiliandoti e chiedendo perdono, Io riverso sulla
tua anima una enorme quantità di grazie; la tua imperfezione scompare
dai miei occhi e vedo soltanto il tuo amore e la tua umiltà. Non perdi
nulla, ma guadagni molto...».
+ Il Signore mi ha fatto conoscere che, se un'anima non accetta le
grazie che le sono state destinate, in quello stesso momento le riceve
un'altra anima. O mio Gesù, fammi degna di ricevere le grazie, poiché
io da me stessa non posso far nulla, senza il Tuo aiuto non sono
neppure capace di pronunciare degnamente il Tuo nome.
25.IX.37.
Quando sono venuta a sapere quanto grandi sono le difficoltà di questa
causa, sono andata dal Signore e Gli ho detto: « Gesù, forse che non vedi come
rendono difficile la Tua opera? ». Ed udii una voce
nell'anima: «Fa' quello
che è in tuo potere e per il resto non preoccuparti. Queste difficoltà
dimostrano che quest'opera è Mia. Sta' tranquilla, se fai tutto quello
che è in tuo potere». Oggi ho aperto la porta alla Madre
Superiora ed ho saputo che andava in città per la causa della Divina
Misericordia. Questa è la Superiora che ha contribuito maggiormente
all'opera della Misericordia. Oggi ho chiesto imprudentemente a due
bambini poveri se era vero che a casa non avevano da mangiare. I
bambini non mi hanno risposto e se ne sono andati dalla portineria. Ho
capito che era penoso per loro parlare della propria miseria, perciò li
ho raggiunti in fretta e li ho fatti tornare indietro ed ho dato loro
ciò che ho potuto e per cui avevo il permesso. Mostrami, o Dio, la tua
Misericordia, Secondo la compassione del Cuore di Gesù, Ascolta i miei
sospiri e le mie suppliche le lacrime di un cuore contrito. O Dio
onnipotente e sempre misericordioso, La Tua pietà è sempre
inesauribile. Benché la mia miseria sia grande come il mare, Ho piena
fiducia nella Misericordia del Signore. O Trinità eterna, o Dio sempre
benigno, La Tua compassione è senza limiti, Perciò confido nel mare
della Tua Misericordia E Ti sento, Signore, anche se un velo mi separa
da Te. L'onnipotenza della Tua Misericordia, o Signore, Venga esaltata
nel mondo intero, Il suo culto non termini mai. Anima mia, propaga la
Misericordia di Dio con entusiasmo.
27.IX.37.
Oggi con la Madre Superiora siamo andate da un certo signore, presso il
quale si stanno stampando e dipingendo delle immaginette della Divina
Misericordia ed anche le invocazioni e la coroncina, che hanno già
ottenuto l'approvazione. E poi siamo andate a vedere anche l'immagine
più grande corretta. E molto somigliante, ne sono stata enormemente
contenta. Mentre osservavo quell'immagine, sono stata investita da un
amore di Dio così vivo, che per un certo momento non sapevo dove fossi.
Appena sbrigata questa faccenda, siamo andate nella Chiesa di Santa
Maria ed abbiamo ascoltato la santa Messa, durante la quale il Signore
mi ha fatto conoscere quale grande numero di anime si salverà per mezzo
di quest'opera. Poi sono entrata in un colloquio intimo con il Signore,
per ringraziarLo d'essersi degnato di concedermi la grazia di poter
vedere diffondersi il culto della Sua insondabile Misericordia. Mi sono
immersa in una profonda preghiera di ringraziamento. Oh, quanto è
grande la magnanimità di Dio! Sia benedetto il Signore, che è fedele
alle Sue promesse... Madre Irene riceve in modo sorprendente molta luce
del Signore per tutto ciò che riguarda questa causa. Essa per prima ha
autorizzato l'esecuzione dei desideri del Signore, sebbene sia divenuta
mia superiora solo due anni dopo l'apparizione. Essa per prima è venuta
con me quando si è cominciato a dipingere l'immagine ed ora che si
stampano alcune cose sulla Divina Misericordia e si riproducono le
immaginette, è stata lei di nuovo che è venuta con me per questa causa.
Dio ha disposto singolarmente tutto questo, poiché per la verità
l'inizio avvenne a Wilno ed ora la volontà di Dio ha diretto le
circostanze in modo tale che la causa si continua a risolverla a
Cracovia. So quanto è cara a Dio questa superiora; vedo che Dio dirige
tutto e vuole che, in questi momenti importanti, io sia sotto la sua
protezione... Ti ringrazio, Signore, per simili superiore che vivono
nell'amore e nel timore del Signore. E per questo anche che prego in
modo particolare per lei, perché lei ha affrontato la maggior parte
delle difficoltà in quest'opera della Divina Misericordia...
29.IX.37.
Oggi ho compreso molti misteri di Dio. Sono venuta a sapere che la
santa Comunione dura in me fino alla seguente santa Comunione. La
presenza di Dio viva e sensibile dura nella mia anima. Questa
consapevolezza m'immerge in un profondo raccoglimento, senza alcuno
sforzo da parte mia... Il mio cuore è un tabernacolo vivente nel quale
si conserva l'Ostia viva. Non ho mai cercato Iddio in una imprecisata
lontananza, ma nel mio intimo; nella profondità del mio proprio essere
tratto familiarmente col mio Dio. Mio Dio, nonostante tutte le grazie
anelo continuamente alla perenne unione col mio Dio, e più Lo conosco,
più ardentemente Lo desidero.
+ G.M.G. Con
nostalgia guardo il cielo stellato, L'azzurro del firmamento
impenetrabile; Là da Te, o Dio, anela giungere un cuore puro, E
desidera liberarsi dai ceppi del corpo. Con grande bramosia guardo a
te, Patria mia. Quando finirà questo mio esilio? Così sospira verso Te,
Gesù, la Tua sposa, Che per nostalgia di Te vive agonizzando. Con
nostalgia osservo le orme dei santi, Che attraverso questo deserto
giunsero alla Patria, Lasciandomi esempi di virtù e consigli, E mi
dicono: « Pazienza, sorella, presto cadranno le catene! ». Ma l'anima
anelante non ode queste parole, Essa desidera violentemente il suo Dio
e Signore E non comprende i discorsi umani, Perché di Lui solo è
innamorata. La mia anima assetata, ferita nell'amore, Si fa strada
attraverso tutto il creato E si unisce all'eternità sconfinata, Al
Signore, al quale il mio cuore è vincolato. Alla mia anima bramosa di
Te, permetti, o Dio, Di immergersi nella Tua Trinità divina, Appaga il
mio desiderio, per cui imploro umilmente Col cuore strapieno di fuoco
d'amore. Oggi è venuta in portineria una ragazza a chiedere di essere
ricevuta fra le educande, ma non è stato possibile accoglierla.
Quell'anima aveva un grande bisogno della nostra casa. Mentre parlavo
con lei, si è rinnovata in me la Passione di Gesù. Dopo che è partita,
mi sono sottoposta ad una delle più grandi mortificazioni; ma un'altra
volta non lascerò andar via un'anima del genere. Tuttavia per tre
giorni ho sofferto molto a favore di quell'anima. Quanto deploro che i
nostri istituti siano così piccoli e che non possano ospitare un
maggior numero di queste care anime. Gesù mio, Tu sai quanto soffro per
ogni pecorella smarrita...
+ O umiltà, fiore stupendo, vedo quante poche anime ti posseggono! E
forse perché sei così bella e nello stesso tempo così difficile da
conquistare? Oh si, e l'una e l'altra cosa. Dio stesso trova in essa il
Suo compiacimento. Sopra un'anima umile sono aperte le cateratte del
cielo e scende su di lei un mare di grazie. Oh, quanto è bella un anima
umile! Dal suo cuore s'innalza come da un incensiere ogni genere di
profumo estremamente gradito, che attraversa le nubi e giunge a Dio
stesso e riempie di gioia il Suo Cuore Sant.mo. Ad una tale anima Iddio
non rifiuta nulla; una tale anima è onnipotente, essa influisce sul
destino del mondo. Una simile anima Iddio l'innalza fino al Suo trono e
più essa si umilia, più Dio si china verso di lei, la insegue con le
Sue grazie e l'accompagna in ogni momento con la Sua onnipotenza.
Un'anima così è unita a Dio nel modo più intimo. O umiltà, metti radici
profonde in tutto il mio essere! O Vergine purissima, ma anche
umilissima, aiutami a conquistare una profonda umiltà. Ora comprendo
perché ci sono così pochi santi, perché sono poche le anime
profondamente umili. O Amore eterno, abisso di Misericordia, o Trina
Santità, ma unica Divinità, che hai per tutti un seno amoroso e come un
buon Padre non disprezzi nessuno. O Amore di Dio, sorgente viva,
riversati su di noi Tue indegne creature; la nostra miseria non
trattenga i torrenti del Tuo amore, poiché la Tua Misericordia non ha
limiti.
+ Gesù, ho notato che sembra che Ti occupi meno di me. «Sì, bambina Mia, Mi nascondo
dietro al tuo direttore spirituale. Egli si occupa di te secondo la Mia
volontà. Rispetta ogni sua parola come Mia propria; egli è il velo
dietro al quale Mi nascondo. Il tuo direttore spirituale e Io siamo
tutt'uno, le sue parole sono parole Mie». Quando faccio la
Via Crucis, alla dodicesima stazione provo un profondo turbamento. Li
medito sull'onnipotenza della Divina Misericordia, che è passata
attraverso il Cuore di Gesù. Ogni volta che faccio la Via Crucis,
chiudo nella ferita aperta del Cuore di Gesù tutta la povera umanità e
le singole persone che amo. Da quella sorgente di Misericordia sono
usciti i due raggi, cioè il Sangue e l'Acqua; essi con l'immensità
delle loro grazie inondano il mondo intero... Quando uno è debole e
malato, compie sforzi continui per arrivare a fare quello che tutti gli
altri compiono normalmente. Tuttavia, anche con questo «normale » non
sempre si riesce a venirne a capo. Ti ringrazio però, Gesù, di tutto:
non è la grandezza dell'opera, ma la grandezza dello sforzo che verrà
premiata. Ciò che viene fatto per amore, non è una piccola cosa, o mio
Gesù, poiché il Tuo occhio vede tutto. Non capisco perché al mattino mi
senta così particolarmente male. Per alzarmi dal letto debbo
concentrare tutte le mie forze, e talvolta metterci addirittura
dell'eroismo. Al pensiero della santa Comunione acquisto un po' più
forza. Ecco, il giorno comincia con una lotta e con una lotta finisce.
Quando vado a dormire, mi sento come un soldato che torna dal campo di
battaglia. Ciò che racchiude in sé questo mio giorno, solo a Te è noto,
o mio Maestro e Signore. Meditazione. Durante la meditazione la suora
che ha l'inginocchiatoio accanto a me si schiarisce la gola
continuamente e tossicchia, qualche volta senza interruzione. Ad un
dato momento m'era venuto il pensiero di cambiare posto durante la
meditazione. Siccome però la santa Messa era già finita ho pensato che,
se avessi cambiato posto, la suora se ne sarebbe accorta e avrebbe
potuto dispiacerle che mi allontanavo da lei. Decisi di continuare a
pregare al mio posto, offrendo a Dio quell'atto di pazienza. Verso la
fine della meditazione, la mia anima fu inondata da una consolazione
inviatami da Dio nella misura in cui il mio cuore era in grado di
sopportare. Il Signore inoltre mi fece conoscere che, se mi fossi
allontanata da quella suora, mi sarei allontanata anche da quelle
grazie che scesero sulla mia anima.
+ Oggi Gesù è venuto alla porta del convento sotto l'apparenza di un
giovane povero. Un giovane macilento, con un vestito a brandelli,
scalzo ed a capo scoperto; era molto infreddolito, perché era una
giornata piovosa e piuttosto fredda. Ha chiesto di poter mangiare
qualche cosa di caldo. Sono andata in cucina, ma non ho trovato nulla
per i poveri. Però dopo aver cercato un momento ho trovato un po' di
minestra, che ho riscaldato e vi ho sminuzzato un po' di pane e l'ho
data al povero che l'ha mangiata. Nel momento in cui riprendevo da lui
la scodella, mi ha fatto conoscere che era il Signore del cielo e della
terra. Appena L'ho visto così com'è, mi è scomparso dagli occhi. Quando
sono entrata in casa e pensavo a quello che era successo in portineria,
ho udito nell'anima queste parole: «Figlia
Mia, sono giunte ai Miei orecchi le benedizioni dei poveri, che
allontanandosi dalla porta del convento Mi benedicono e Mi è piaciuta
questa tua Misericordia nei limiti dell'obbedienza e per questo sono
sceso dal Mio trono, per assaggiare il frutto della tua Misericordia».
O mio Gesù, ora per me è chiaro ed ho compreso tutto ciò che è avvenuto
un momento fa. Ecco perché mi chiedevo: «Che tipo di povero è, che
traspare da lui tale modestia?». Da quel momento il mio cuore si è
acceso di un amore ancora più puro verso i poveri ed i bisognosi. Oh,
come sono contenta che i superiori mi abbiano assegnata questa
mansione! Capisco che la Misericordia è di varie specie, che sempre,
ovunque e in ogni momento si può fare del bene. L'ardente amor di Dio
vede attorno a sé incessantemente la necessità di darsi agli altri con
l'azione, la parola e la preghiera. Adesso comprendo, Signore, le
parole che Tu mi hai detto tempo addietro.
+ Che grandi sforzi occorre fare per adempiere bene i propri doveri,
quando la salute è così debole! E noto a Te soltanto, o Cristo.
+ Nei momenti dell'abbandono interiore non perdo la serenità, poiché so
che Dio non abbandona mai un'anima, se non unicamente quando l'anima
stessa con la sua infedeltà spezza il vincolo dell'amore. Tuttavia nel
modo più assoluto tutti gli esseri dipendono dal Signore e sono
sostenuti dalla Sua onnipotenza. Gli uni sono governati dall'amore, gli
altri dalla giustizia; dipende da noi decidere sotto quale autorità
vogliamo vivere, poiché l'aiuto della grazia in misura sufficiente non
viene negato a nessuno. Non mi spaventa affatto l'abbandono apparente.
Mi esamino più attentamente per vedere se in questo c’è una colpa da
parte mia. Se non c'è, Sii benedetto Signore!
1.X.1937. «Figlia, ho
bisogno di sacrifici fatti per amore, poiché solo questo ha valore per
Me. Grandi sono i debiti contratti dal mondo con Me; le anime pure li
possono pagare con i loro sacrifici, praticando la Misericordia
spiritualmente». « Comprendo
le Tue parole, Signore, e la vastità della Misericordia, di cui deve
risplendere la mia anima ». Gesù: «Lo so, figlia Mia, che lo
comprendi e fai tutto quello che è in tuo potere, ma scrivilo per molte
anime, che talvolta si affliggono perché non posseggono beni materiali
coi quali praticare le opere di Misericordia. La Misericordia
spirituale però ha un merito molto maggiore e per essa non occorre
avere né l'autorizzazione né il granaio, essa è accessibile a qualsiasi
anima. Se un'anima non pratica la Misericordia in qualunque modo, non
otterrà la Mia Misericordia nel giorno del giudizio. Oh, se le anime
sapessero accumulare per sé tesori eterni, non verrebbero giudicate,
prevenendo il Mio giudizio con la Misericordia!».
10.X.37. O mio Gesù, in segno di riconoscenza per tante grazie, Ti
offro l'anima ed il corpo, l'intelletto e la volontà e tutti i
sentimenti del mio cuore. Coi voti mi sono data tutta a Te, non ho più
nulla da poterTi offrire. Gesù mi disse: «Figlia Mia, non Mi hai offerto
quello che è effettivamente tuo». Mi concentrai in me
stessa e mi tesi conto che amavo Iddio con tutte le forze della mia
anima e, non riuscendo a conoscere che cos'era che non avevo dato al
Signore, domandai: « Gesù,
dimmelo e Te lo do immediatamente con generosità di cuore
». Gesù mi disse con amabilità: «Figlia,
dammi la tua miseria, che è l'unica tua esclusiva proprietà».
In quel momento un raggio di luce rischiarò la mia anima e conobbi
tutto l'abisso della mia miseria. In quello stesso istante mi strinsi
al Sacratissimo Cuore di Gesù con tanta fiducia che, anche se avessi
avuto sulla coscienza i peccati di tutti i dannati, non avrei dubitato
della Divina Misericordia, ma col cuore ridotto in polvere, mi sarei
gettata nell'abisso della Tua Misericordia. Credo, Gesù, che non mi
avreSti respinta da Te, ma mi avresti assolta per mano di un Tuo
rappresentante. Appena spirasti, Gesù, scaturì per le anime una
sorgente di vita e si aprì un mare di Misericordia per il mondo intero.
O Sorgente di Vita, insondabile Misericordia Divina, abbraccia il mondo
intero e riversati sopra di noi! «Alle
tre del pomeriggio implora la Mia Misericordia specialmente per i
peccatori e sia pure per un breve momento immergiti nella Mia Passione,
particolarmente nel Mio abbandono al momento della morte. E’ un'ora di
grande Misericordia per il mondo intero. Ti permetterò di penetrare
nella Mia tristezza mortale. In quell'ora non rifiuterò nulla all'anima
che Mi prega per la Mia Passione...».
+ G.M.G. Ti saluto, misericordiosissimo Cuore di Gesù, Viva sorgente di
ogni grazia, Unico rifugio ed asilo per noi. Io Te ho la luce della mia
speranza. Ti saluto, Cuore pietosissimo del mio Dio, Illimitata e viva
sorgente d'amore, Da cui sgorga la vita per i peccatori, E sei fonte di
ogni dolcezza. Ti saluto, o Ferita aperta nel Sacratissimo Cuore, Dal
quale sono usciti i raggi della Misericordia Da cui ci è dato attingere
la vita, Unicamente col recipiente della fiducia. Ti saluto, o
imperscrutabile bontà di Dio, Sempre smisurata ed incalcolabile, Piena
d'amore e di Misericordia, ma sempre santa, E come una buona madre
chinata verso di noi. Ti saluto, trono della Misericordia, Agnello di
Dio. Che hai offerto la vita per me, Davanti a cui ogni giorno la mia
anima si umilia, Vivendo in una fede profonda.
11-2 Il buon dì a Gesù.
Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)
(1) Oh! mio Gesù, dolce prigioniero d’amore, eccomi a Te di nuovo, ti restai col dirti addio, ora ritorno col dirti: “Buon dì”. Mi bruciava l’ansia di rivederti in questa carcere d’amore per darti i miei anelanti ossequi, i miei palpiti affettuosi, i miei respiri infocati, i miei desideri ardenti e tutta me stessa per trasfondermi tutta in Te e lasciarmi tutta in Te, in perpetuo ricordo e pegno del mio amore costante verso di Te.
(2) Oh! mio sempre amabile amor sacramentato, sai? Mentre sono venuta per darti tutta me stessa, sono venuta pure per ricevere da Te tutto Te stesso, io non posso stare senza una vita per vivere, e perciò voglio la tua, a chi tutto dona tutto si dona, non è vero oh! Gesù? Quindi oggi amerò col tuo palpito d’amante appassionato, respirerò col tuo respiro affannoso in cerca d’anime, desidererò coi tuoi desideri immensurabili la gloria tua ed il bene delle anime. Nel tuo palpito divino scorreranno tutti i palpiti delle creature, li afferreremo tutti, li salveremo, non faremo sfuggire nessuno, a costa di qualunque sacrificio, sia pure che ne portasse io tutta la pena. Se Tu mi caccerai mi getterò più dentro, griderò più forte per perorare insieme con Te la salvezza dei tuoi figli e dei miei fratelli.
(3) Oh! mio Gesù, mia vita e mio tutto, quante cose mi dice questa tua volontaria prigionia, ma l’emblema con cui ti vedo tutto suggellato, è l’emblema delle anime, le catene, poi, che tutto ti avvincono forte forte: L’amore. Le parole anime ed amore pare che ti fanno sorridere, ti debilitano e ti costringono a cedere a tutto ed io, ponderando bene questi tuoi eccessi amorosi starò sempre intorno a Te, ed insieme con Te coi miei soliti ritornelli: “Anime e amore”. Perciò voglio tutto Te stesso questo oggi, sempre insieme con me nella preghiera, nel lavoro, nei piaceri e dispiaceri, nel cibo, nei passi, nel sonno, in tutto, e sono certa che non potendo nulla da me ottenere, con Te otterrò tutto, e tutto ciò che faremo servirà a lenirti ogni dolore, a raddolcirti ogni amarezza, a ripararti qualunque offesa, a compensarti di tutto e ad impetrare qualunque conversione, sia pure difficile e disperata; andremo mendicando un po’ d’amore da tutti i cuori per renderti più contento e più felice, non è buono così oh! Gesù?
(4) Oh! caro prigioniero d’amore, legami con le tue catene, suggellami col tuo amore, deh! fammi vedere il tuo bel volto. Oh! Gesù, quanto sei bello, i tuoi biondi capelli rannodano e santificano tutti i miei pensieri; la tua fronte calma e serena in mezzo a tanti affronti, mi rappacifica e mi mette nella più perfetta calma, anche in mezzo alle più grandi tempeste, alle tue stesse privazioni, ai tuoi capricci che mi fanno costar la vita, ah! Tu lo sai, ma passo innanzi, questo te lo dice il cuore che te lo sa dire meglio di me. Oh! amore, i tuoi bei occhi cerulei, sfavillanti di luce divina mi rapiscono al Cielo e mi fanno dimenticare la terra, ma ahimè! con mio sommo dolore il mio esilio si prolunga ancora, presto, presto oh! Gesù, sì, sei bello oh! Gesù, mi par di vederti in quel tabernacolo d’amore, la beltà e maestà del tuo volto m’innamoro e mi fa vivere in Cielo, là, tua bocca graziosa mi sfiora i suoi baci ad ogni istante, la tua voce soave mi chiama ed invita ad amarti ogni momento, le tue ginocchia mi sostengono, le tue braccia mi stringono con legame indissolubili, ed io a mille a mille stamperò i miei baci cocenti sul tuo volto adorabile. Gesù, Gesù, sia uno il nostro volere, uno l’amore, unico il nostro contento, non lasciarmi mai sola che sono un nulla, ed il nulla non può stare senza del tutto, me lo prometti oh! Gesù? Pare che mi dici di si. E ora benedici me, benedici tutti, ed in compagnia degli angeli e dei santi e della dolce Mamma e di tutte le creature ti dico: “Buon dì, oh! Gesù, buon dì”.
(5) Ora, dopo aver scritto le dette preghiere scritte qui sopra sotto l’influsso di Gesù, la notte nel venire Gesù mi faceva vedere che l’addio ed il buon dì lo teneva conservato nel suo cuore, e mi ha detto:
(6) “Figlia mia, sono uscite proprio dal mio cuore, chiunque le reciterà con la intenzione di starsi con Me, come sta espresso in queste preghiere, Io lo terrò con Me ed in Me a fare ciò che faccio Io, e non solo lo riscalderò del mio Amore, ma ogni qual volta aumenterò il mio Amore verso dell’anima, ammettendola all’unione della vita divina e dei miei stessi desideri di salvare tutte le anime”.
(7) Vorrei Gesù nella mente, Gesù nelle labbra, Gesù nel mio cuore, vorrei guardare solo Gesù, sentire solo Gesù, stringermi solo con Gesù, voglio far tutto insieme con Gesù, amare con Gesù, patire con Gesù, scherzare con Gesù, piangere con Gesù, scrivere con Gesù, e senza di Gesù non voglio neppure tirare il respiro, mi starò come una bambina picciosa senza far niente, affinché Gesù venga a fare tutto insieme con me, contentandomi d’essere il suo trastullo, abbandonandomi al suo Amore, alle sue sferze, ai suoi croci e ai suoi amorosi capricci purché faccia tutto insieme con Gesù. Sai, oh! mio Gesù? Questa e la mia volontà, e non mi sposterai, hai sentito? Sicché ora vieni a scrivere con me.