Liturgia delle Ore - Letture
Lunedi della 14° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Matteo 23
1Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:2"Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.3Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.4Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattéri e allungano le frange;6amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe7e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente.8Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.9E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.10E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.11Il più grande tra voi sia vostro servo;12chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
13Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci14.
15Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
16Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati.17Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro?18E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati.19Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta?20Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra;21e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita.22E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.
23Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle.24Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
25Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza.26Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
27Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.28Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
29Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti,30e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti;31e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti.32Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
33Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?34Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città;35perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l'altare.36In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione.
37Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!38Ecco: 'la vostra casa vi sarà lasciata deserta!'39Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: 'Benedetto colui che viene nel nome del Signore!'".
Secondo libro dei Maccabei 11
1Dopo brevissimo tempo Lisia, tutore e parente del re e incaricato degli affari di stato, mal sopportando l'accaduto,2raccolti circa ottantamila uomini e tutta la cavalleria, mosse contro i Giudei, calcolando di ridurre la città a dimora dei Greci,3di imporre tasse al tempio come agli altri edifici di culto dei pagani e di mettere in vendita ogni anno il sommo sacerdozio.4Egli non considerava per niente la potenza di Dio, ma si appoggiava sulla potenza di migliaia di fanti, sulle migliaia di cavalli e sugli ottanta elefanti.5Entrato nella Giudea e avvicinatosi a Bet-Zur, che era una posizione fortificata distante da Gerusalemme circa venti miglia, la cinse d'assedio.6Quando gli uomini del Maccabeo vennero a sapere che quegli assediava le fortezze, tra gemiti e lacrime supplicarono con tutto il popolo il Signore che inviasse il suo angelo buono a salvare Israele.7Lo stesso Maccabeo, cingendo per primo le armi, esortò gli altri ad esporsi con lui al pericolo per andare in aiuto dei loro fratelli: tutti insieme partirono con coraggio.8Mentre si trovavano ancora vicino a Gerusalemme, apparve come condottiero davanti a loro un cavaliere in sella, vestito di bianco, in atto di agitare un'armatura d'oro.9Tutti insieme benedissero Dio misericordioso e si sentirono così rafforzati in cuore, che erano pronti ad assalire non solo gli uomini ma anche le bestie più feroci e mura di ferro.10Procedevano in ordine, con un alleato venuto dal cielo, per la misericordia che il Signore aveva avuto di loro.11Gettatisi come leoni sui nemici, ne stesero al suolo undicimila e milleseicento cavalieri, tutti gli altri li costrinsero a fuggire.12Costoro in gran parte riuscirono a salvarsi feriti e spogliati. Anche Lisia per salvarsi fu costretto a fuggire vergognosamente.
13Ma, non privo di intelligenza, pensando alla sconfitta subìta e constatando che gli Ebrei erano invincibili, perché l'onnipotente Dio combatteva al loro fianco,14mandò a proporre un accordo su tutto ciò che fosse giusto, assicurando che a questo scopo avrebbe persuaso il re, facendo pressione su di lui perché diventasse loro amico.15Il Maccabeo, badando a ciò che più conveniva, acconsentì a tutto quanto Lisia chiedeva. Quanto infatti il Maccabeo aveva presentato a Lisia per iscritto a riguardo dei Giudei, fu accordato dal re.16Il contenuto della lettera scritta da Lisia ai Giudei era del seguente tenore:
17"Lisia al popolo dei Giudei salute. Giovanni e Assalonne, inviati da voi, ci hanno consegnato la decisione qui sotto riportata e hanno chiesto la ratifica dei punti in essa dichiarati.18Quanto era necessario riferire al re, l'ho riferito ed egli ha accordato quanto era accettabile.19Se dunque conserverete il vostro buon impegno per gli interessi del regno, procurerò anche in avvenire di esservi causa di favori.20Su questi punti e sui particolari ho dato ordine a questi due e ai miei incaricati di trattare con voi.21State bene. L'anno centoquarantotto, il ventiquattro del mese di Dioscorinzio".
22La lettera del re si esprimeva così:
"Il re Antioco al fratello Lisia salute.23Dopo che nostro padre è passato tra gli dèi, volendo noi che i cittadini del regno possano tranquillamente attendere ai loro interessi particolari24e, avendo sentito che i Giudei, non favorevoli al disegno di ellenizzazione di nostro padre, attaccati invece al loro sistema di vita, chiedono di potersi attenere alle proprie leggi,25desiderosi a nostra volta che anche questo popolo sia libero da turbamenti, decretiamo che il tempio sia loro restituito e si governino secondo le tradizioni dei loro antenati.26Farai quindi cosa opportuna a inviare loro messaggeri e ad offrire loro la destra perché, conosciuta la nostra decisione, si sentano contenti e riprendano a loro agio la cura delle proprie cose".
27La lettera del re indirizzata al popolo era così concepita:
"Il re Antioco al consiglio degli anziani dei Giudei e agli altri Giudei salute.28Se state bene, è appunto come noi vogliamo: anche noi godiamo ottima salute.29Menelao ci ha rivelato che voi volete tornare a vivere nelle vostre sedi.30A quelli che si metteranno in viaggio entro i trenta giorni del mese di Xàntico, sarà garantita sicurezza e facoltà31di usare, come Giudei, delle loro regole alimentari e delle loro leggi come prima e nessuno di loro potrà essere molestato da alcuno per le mancanze commesse per ignoranza.32Ho anche mandato Menelao per rassicurarvi.33State bene. L'anno centoquarantotto, il venticinque del mese di Xàntico".
34Anche i Romani inviarono loro questa lettera:
"Quinto Memmio e Tito Manio, legati dei Romani, al popolo dei Giudei salute.35Riguardo a ciò che Lisia, parente del re, vi ha accordato, anche noi siamo d'accordo.36Riguardo invece a quei punti che egli ha giudicato dover riferire al re, mandate subito uno, dopo aver deliberato tra di voi, perché possiamo esporre le cose in modo conveniente per voi. Noi siamo in viaggio per Antiochia.37Mandate dunque in fretta alcuni per farci conoscere di quale parere siete.38State bene. L'anno centoquarantotto, il venticinque del mese di Xàntico".
Salmi 3
1'Salmo di Davide quando fuggiva il figlio Assalonne'.
2Signore, quanti sono i miei oppressori!
Molti contro di me insorgono.
3Molti di me vanno dicendo:
"Neppure Dio lo salva!".
4Ma tu, Signore, sei mia difesa,
tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
5Al Signore innalzo la mia voce
e mi risponde dal suo monte santo.
6Io mi corico e mi addormento,
mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
7Non temo la moltitudine di genti
che contro di me si accampano.
8Sorgi, Signore,
salvami, Dio mio.
Hai colpito sulla guancia i miei nemici,
hai spezzato i denti ai peccatori.
9Del Signore è la salvezza:
sul tuo popolo la tua benedizione.
Salmi 119
1Alleluia.
Alef. Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
2Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
3Non commette ingiustizie,
cammina per le sue vie.
4Tu hai dato i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.
5Siano diritte le mie vie,
nel custodire i tuoi decreti.
6Allora non dovrò arrossire
se avrò obbedito ai tuoi comandi.
7Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le tue giuste sentenze.
8Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.
9Bet. Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
10Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
11Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
12Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
13Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
14Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
15Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
16Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.
17Ghimel. Sii buono con il tuo servo e avrò vita,
custodirò la tua parola.
18Aprimi gli occhi perché io veda
le meraviglie della tua legge.
19Io sono straniero sulla terra,
non nascondermi i tuoi comandi.
20Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi precetti in ogni tempo.
21Tu minacci gli orgogliosi;
maledetto chi devìa dai tuoi decreti.
22Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho osservato le tue leggi.
23Siedono i potenti, mi calunniano,
ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
24Anche i tuoi ordini sono la mia gioia,
miei consiglieri i tuoi precetti.
25Dalet. Io sono prostrato nella polvere;
dammi vita secondo la tua parola.
26Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto;
insegnami i tuoi voleri.
27Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò i tuoi prodigi.
28Io piango nella tristezza;
sollevami secondo la tua promessa.
29Tieni lontana da me la via della menzogna,
fammi dono della tua legge.
30Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
31Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore,
che io non resti confuso.
32Corro per la via dei tuoi comandamenti,
perché hai dilatato il mio cuore.
33He. Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la seguirò sino alla fine.
34Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
35Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia.
36Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso la sete del guadagno.
37Distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
38Con il tuo servo sii fedele alla parola
che hai data, perché ti si tema.
39Allontana l'insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
40Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.
41Vau. Venga a me, Signore, la tua grazia,
la tua salvezza secondo la tua promessa;
42a chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola.
43Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera,
perché confido nei tuoi giudizi.
44Custodirò la tua legge per sempre,
nei secoli, in eterno.
45Sarò sicuro nel mio cammino,
perché ho ricercato i tuoi voleri.
46Davanti ai re parlerò della tua alleanza
senza temere la vergogna.
47Gioirò per i tuoi comandi
che ho amati.
48Alzerò le mani ai tuoi precetti che amo,
mediterò le tue leggi.
49Zain. Ricorda la promessa fatta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
50Questo mi consola nella miseria:
la tua parola mi fa vivere.
51I superbi mi insultano aspramente,
ma non devìo dalla tua legge.
52Ricordo i tuoi giudizi di un tempo, Signore,
e ne sono consolato.
53M'ha preso lo sdegno contro gli empi
che abbandonano la tua legge.
54Sono canti per me i tuoi precetti,
nella terra del mio pellegrinaggio.
55Ricordo il tuo nome lungo la notte
e osservo la tua legge, Signore.
56Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti.
57Het. La mia sorte, ho detto, Signore,
è custodire le tue parole.
58Con tutto il cuore ti ho supplicato,
fammi grazia secondo la tua promessa.
59Ho scrutato le mie vie,
ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti.
60Sono pronto e non voglio tardare
a custodire i tuoi decreti.
61I lacci degli empi mi hanno avvinto,
ma non ho dimenticato la tua legge.
62Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode
per i tuoi giusti decreti.
63Sono amico di coloro che ti sono fedeli
e osservano i tuoi precetti.
64Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami il tuo volere.
65Tet. Hai fatto il bene al tuo servo, Signore,
secondo la tua parola.
66Insegnami il senno e la saggezza,
perché ho fiducia nei tuoi comandamenti.
67Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua parola.
68Tu sei buono e fai il bene,
insegnami i tuoi decreti.
69Mi hanno calunniato gli insolenti,
ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti.
70Torpido come il grasso è il loro cuore,
ma io mi diletto della tua legge.
71Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari ad obbedirti.
72La legge della tua bocca mi è preziosa
più di mille pezzi d'oro e d'argento.
73Iod. Le tue mani mi hanno fatto e plasmato;
fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
74I tuoi fedeli al vedermi avranno gioia,
perché ho sperato nella tua parola.
75Signore, so che giusti sono i tuoi giudizi
e con ragione mi hai umiliato.
76Mi consoli la tua grazia,
secondo la tua promessa al tuo servo.
77Venga su di me la tua misericordia e avrò vita,
poiché la tua legge è la mia gioia.
78Siano confusi i superbi che a torto mi opprimono;
io mediterò la tua legge.
79Si volgano a me i tuoi fedeli
e quelli che conoscono i tuoi insegnamenti.
80Sia il mio cuore integro nei tuoi precetti,
perché non resti confuso.
81Caf. Mi consumo nell'attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
82Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa,
mentre dico: "Quando mi darai conforto?".
83Io sono come un otre esposto al fumo,
ma non dimentico i tuoi insegnamenti.
84Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando farai giustizia dei miei persecutori?
85Mi hanno scavato fosse gli insolenti
che non seguono la tua legge.
86Verità sono tutti i tuoi comandi;
a torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto.
87Per poco non mi hanno bandito dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
88Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò le parole della tua bocca.
89Lamed. La tua parola, Signore,
è stabile come il cielo.
90La tua fedeltà dura per ogni generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
91Per tuo decreto tutto sussiste fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
92Se la tua legge non fosse la mia gioia,
sarei perito nella mia miseria.
93Mai dimenticherò i tuoi precetti:
per essi mi fai vivere.
94Io sono tuo: salvami,
perché ho cercato il tuo volere.
95Gli empi mi insidiano per rovinarmi,
ma io medito i tuoi insegnamenti.
96Di ogni cosa perfetta ho visto il limite,
ma la tua legge non ha confini.
97Mem. Quanto amo la tua legge, Signore;
tutto il giorno la vado meditando.
98Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici,
perché sempre mi accompagna.
99Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
100Ho più senno degli anziani,
perché osservo i tuoi precetti.
101Tengo lontano i miei passi da ogni via di male,
per custodire la tua parola.
102Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.
103Quanto sono dolci al mio palato le tue parole:
più del miele per la mia bocca.
104Dai tuoi decreti ricevo intelligenza,
per questo odio ogni via di menzogna.
105Nun. Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
106Ho giurato, e lo confermo,
di custodire i tuoi precetti di giustizia.
107Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
108Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
109La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
110Gli empi mi hanno teso i loro lacci,
ma non ho deviato dai tuoi precetti.
111Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
sono essi la gioia del mio cuore.
112Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti,
in essi è la mia ricompensa per sempre.
113Samech. Detesto gli animi incostanti,
io amo la tua legge.
114Tu sei mio rifugio e mio scudo,
spero nella tua parola.
115Allontanatevi da me o malvagi,
osserverò i precetti del mio Dio.
116Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita,
non deludermi nella mia speranza.
117Sii tu il mio aiuto e sarò salvo,
gioirò sempre nei tuoi precetti.
118Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti,
perché la sua astuzia è fallace.
119Consideri scorie tutti gli empi della terra,
perciò amo i tuoi insegnamenti.
120Tu fai fremere di spavento la mia carne,
io temo i tuoi giudizi.
121Ain. Ho agito secondo diritto e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
122Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano i superbi.
123I miei occhi si consumano nell'attesa della tua salvezza
e della tua parola di giustizia.
124Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi comandamenti.
125Io sono tuo servo, fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
126È tempo che tu agisca, Signore;
hanno violato la tua legge.
127Perciò amo i tuoi comandamenti
più dell'oro, più dell'oro fino.
128Per questo tengo cari i tuoi precetti
e odio ogni via di menzogna.
129Pe. Meravigliosa è la tua alleanza,
per questo le sono fedele.
130La tua parola nel rivelarsi illumina,
dona saggezza ai semplici.
131Apro anelante la bocca,
perché desidero i tuoi comandamenti.
132Volgiti a me e abbi misericordia,
tu che sei giusto per chi ama il tuo nome.
133Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola
e su di me non prevalga il male.
134Salvami dall'oppressione dell'uomo
e obbedirò ai tuoi precetti.
135Fa' risplendere il volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi comandamenti.
136Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché non osservano la tua legge.
137Sade. Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi.
138Con giustizia hai ordinato le tue leggi
e con fedeltà grande.
139Mi divora lo zelo della tua casa,
perché i miei nemici dimenticano le tue parole.
140Purissima è la tua parola,
il tuo servo la predilige.
141Io sono piccolo e disprezzato,
ma non trascuro i tuoi precetti.
142La tua giustizia è giustizia eterna
e verità è la tua legge.
143Angoscia e affanno mi hanno colto,
ma i tuoi comandi sono la mia gioia.
144Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre,
fammi comprendere e avrò la vita.
145Kof. T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
146Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
147Precedo l'aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
148I miei occhi prevengono le veglie
per meditare sulle tue promesse.
149Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
150A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
151Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
152Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.
153Res. Vedi la mia miseria, salvami,
perché non ho dimenticato la tua legge.
154Difendi la mia causa, riscattami,
secondo la tua parola fammi vivere.
155Lontano dagli empi è la salvezza,
perché non cercano il tuo volere.
156Le tue misericordie sono grandi, Signore,
secondo i tuoi giudizi fammi vivere.
157Sono molti i persecutori che mi assalgono,
ma io non abbandono le tue leggi.
158Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo,
perché non custodiscono la tua parola.
159Vedi che io amo i tuoi precetti,
Signore, secondo la tua grazia dammi vita.
160La verità è principio della tua parola,
resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia.
161Sin. I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme le tue parole.
162Io gioisco per la tua promessa,
come uno che trova grande tesoro.
163Odio il falso e lo detesto,
amo la tua legge.
164Sette volte al giorno io ti lodo
per le sentenze della tua giustizia.
165Grande pace per chi ama la tua legge,
nel suo cammino non trova inciampo.
166Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
167Io custodisco i tuoi insegnamenti
e li amo sopra ogni cosa.
168Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.
169Tau. Giunga il mio grido fino a te, Signore,
fammi comprendere secondo la tua parola.
170Venga al tuo volto la mia supplica,
salvami secondo la tua promessa.
171Scaturisca dalle mie labbra la tua lode,
poiché mi insegni i tuoi voleri.
172La mia lingua canti le tue parole,
perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti.
173Mi venga in aiuto la tua mano,
poiché ho scelto i tuoi precetti.
174Desidero la tua salvezza, Signore,
e la tua legge è tutta la mia gioia.
175Possa io vivere e darti lode,
mi aiutino i tuoi giudizi.
176Come pecora smarrita vado errando;
cerca il tuo servo,
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.
Isaia 22
1Oracolo sulla valle della Visione.
Che hai tu dunque, che sei salita
tutta sulle terrazze,
2città rumorosa e tumultuante,
città gaudente?
I tuoi caduti non sono caduti di spada
né sono morti in battaglia.
3Tutti i tuoi capi sono fuggiti insieme,
fatti prigionieri senza un tiro d'arco;
tutti i tuoi prodi sono stati catturati insieme,
o fuggirono lontano.
4Per questo dico: "Stornate lo sguardo da me,
che io pianga amaramente;
non cercate di consolarmi
per la desolazione della figlia del mio popolo".
5Poiché è un giorno di panico,
di distruzione e di smarrimento,
voluto dal Signore, Dio degli eserciti.
Nella valle della Visione un diroccare di mura
e un invocare aiuto verso i monti.
6Gli Elamiti hanno preso la faretra;
gli Aramei montano i cavalli,
Kir ha tolto il fodero allo scudo.
7Le migliori tra le tue valli
sono piene di carri;
i cavalieri si sono disposti contro la porta.
8Così egli toglie la protezione di Giuda.
Voi guardavate in quel giorno
alle armi del palazzo della Foresta;
9le brecce della città di Davide
avete visto quante fossero;
avete raccolto le acque della piscina inferiore,
10avete contato le case di Gerusalemme
e demolito le case per fortificare le mura;
11avete costruito un serbatoio fra i due muri
per le acque della piscina vecchia;
ma voi non avete guardato a chi ha fatto queste cose,
né avete visto chi ha preparato ciò da tempo.
12Vi invitava il Signore, Dio degli eserciti, in quel giorno
al pianto e al lamento,
a rasarvi il capo e a vestire il sacco.
13Ecco invece si gode e si sta allegri,
si sgozzano buoi e si scannano greggi,
si mangia carne e si beve vino:
"Si mangi e si beva, perché domani moriremo!".
14Ma il Signore degli eserciti si è rivelato ai miei orecchi:
"Certo non sarà espiato questo vostro peccato,
finché non sarete morti",
dice il Signore, Dio degli eserciti.
15Così dice il Signore, Dio degli eserciti:
"Rècati da questo ministro,
presso Sebnà, il maggiordomo,
16bche si taglia in alto il sepolcro
e si scava nella rupe la tomba:
16aChe cosa possiedi tu qui e chi hai tu qui,
che ti stai scavando qui un sepolcro?
17Ecco, il Signore ti scaglierà giù a precipizio, o uomo,
ti afferrerà saldamente,
18ti rotolerà ben bene a rotoli
come palla, verso un esteso paese.
Là morirai e là finiranno i tuoi carri superbi,
o ignominia del palazzo del tuo padrone!
19Ti toglierò la carica,
ti rovescerò dal tuo posto.
20In quel giorno chiamerò il mio servo
Eliakìm, figlio di Chelkia;
21lo rivestirò con la tua tunica,
lo cingerò della tua sciarpa
e metterò il tuo potere nelle sue mani.
Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme
e per il casato di Giuda.
22Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide;
se egli apre, nessuno chiuderà;
se egli chiude, nessuno potrà aprire.
23Lo conficcherò come un paletto in luogo solido
e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre.
24A lui attaccheranno ogni gloria della casa di suo padre: discendenti e nipoti, ogni vaso anche piccolo, dalle tazze alle anfore".
25In quel giorno - oracolo del Signore degli eserciti - cederà il paletto conficcato in luogo solido, si spezzerà, cadrà e andrà in frantumi tutto ciò che vi era appeso, perché il Signore ha parlato.
Lettera ai Filippesi 3
1Per il resto, fratelli mei, state lieti nel Signore. A me non pesa e a voi è utile che vi scriva le stesse cose:2guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno circoncidere!3Siamo infatti noi i veri circoncisi, noi che rendiamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci gloriamo in Cristo Gesù, senza avere fiducia nella carne,4sebbene io possa vantarmi anche nella carne. Se alcuno ritiene di poter confidare nella carne, io più di lui:5circonciso l'ottavo giorno, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge;6quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della legge.
7Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo.8Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo9e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede.10E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte,11con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti.12Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo.13Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro,14corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
15Quanti dunque siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo.16Intanto, dal punto a cui siamo arrivati continuiamo ad avanzare sulla stessa linea.
17Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi.18Perché molti, ve l'ho già detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo:19la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra.20La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo,21il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Capitolo V: La lettura dei libri di devozione
Leggilo nella BibliotecaNei libri di devozione si deve ricercare la verità, non la bellezza della forma. Essi vanno letti nello spirito con cui furono scritti; in essi va ricercata l'utilità spirituale, piuttosto che l'eleganza della parola. Perciò dobbiamo leggere anche opere semplici, ma devote, con lo stesso desiderio con cui leggiamo opere dotte e profonde. Non lasciarti colpire dal nome dello scrittore, di minore o maggiore risonanza; quel che ci deve indurre alla lettura deve essere il puro amore della verità. Non cercar di sapere chi ha detto una cosa, ma bada a ciò che è stato detto. Infatti gli uomini passano, "invece la verità del Signore resta per sempre" (Sal 116,2); e Dio ci parla in varie maniere, "senza tener conto delle persone" (1Pt 1,17). Spesso, quando leggiamo le Scritture, ci è di ostacolo la nostra smania di indagare, perché vogliamo approfondire e discutere là dove non ci sarebbe che da andare avanti in semplicità di spirito. Se vuoi trarre profitto, leggi con animo umile e semplice, con fede. E non aspirare mai alla fama di studioso. Ama interrogare e ascoltare in silenzio la parola dei santi. E non essere indifferente alle parole dei superiori: esse non vengono pronunciate senza ragione.
Omelia 111: Che anch'essi in noi siano una cosa sola.
Commento al Vangelo di San Giovanni - Sant'Agostino d'Ippona
Leggilo nella Biblioteca[Gioire nella speranza.]
1. Il Signore solleva i suoi discepoli ad una speranza, che più grande non si potrebbe concepire. Ascoltate ed esultate in questa speranza; perché questa vita terrena non merita di essere amata, ma soltanto tollerata, per esercitare la pazienza nella tribolazione (cf. Rm 12, 12). Ascoltate, dico, e considerate a quale altezza il Signore solleva la nostra speranza. Parla Gesù Cristo, parla il Figlio unigenito di Dio, coeterno e uguale al Padre; parla colui che per noi si è fatto uomo, ma non è diventato, come ogni uomo, menzognero (cf. Sal 115, 11); parla la Via, la Vita, la Verità (cf. Gv 14, 6); parla colui che ha vinto il mondo (Gv 16, 33), e parla di coloro per i quali ha riportato la vittoria sul mondo. Ascoltate, credete, sperate, desiderate quanto egli dice: Padre, quelli che mi hai dato, voglio che siano anch'essi con me dove sono io (Gv 17, 24). Chi sono questi che dice gli sono stati dati dal Padre? Non sono forse quelli di cui altrove dice: Nessuno viene a me, se il Padre che mi ha mandato non lo attrae (Gv 6, 44)? Ormai, se qualche profitto abbiamo tratto da questo Vangelo, sappiamo come anche il Figlio compie insieme al Padre le opere che attribuisce solo al Padre. Coloro dunque che egli ha ricevuto dal Padre, sono quelli stessi che egli ha scelti dal mondo, e che ha scelti affinché non siano più del mondo, come egli stesso non è del mondo. E li ha scelti affinché siano anch'essi il mondo che crede e sa che Cristo è stato mandato da Dio Padre, affinché il mondo sia liberato dal mondo, e il mondo che viene riconciliato con Dio non venga condannato insieme al mondo irriducibilmente ostile a Dio. Così infatti si è espresso all'inizio di questa orazione: Hai dato a lui potestà sopra ogni carne - cioè sopra ogni uomo - affinché dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato (Gv 17, 2). Con queste parole egli dimostra di aver ricevuto sì la potestà sopra ogni uomo, potestà che gli consente di liberare chi vuole e di condannare chi vuole, dato che sarà lui a giudicare i vivi e i morti; ma dimostra altresì che gli sono stati dati tutti coloro a cui avrebbe procurato la vita eterna. Così infatti egli dice: affinché dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questo significa che non gli sono stati dati coloro ai quali non darà la vita eterna, quantunque gli sia stata data la potestà anche sopra di essi, in quanto gli è stata data la potestà sopra ogni carne, cioè sopra ogni uomo. In questa maniera il mondo riconciliato con Dio sarà liberato dal mondo ostile a Dio, in quanto sopra di questo egli eserciterà il suo potere mandandolo alla morte eterna, mentre, sull'altro, eserciterà il suo potere facendolo suo e comunicandogli la vita eterna. Il buon pastore ha fatto questa promessa a tutte le sue pecore, l'augusto capo ha assicurato questo premio a tutte le sue membra: che dove è lui saremo anche noi con lui. E' impossibile che non si compia la volontà che il Figlio onnipotente ha espresso al Padre onnipotente. Con essi infatti è anche lo Spirito Santo, ugualmente eterno, ugualmente Dio, unico Spirito di ambedue e volontà sostanziale dell'uno e dell'altro. E' vero che, come ci riferisce il Vangelo, nell'imminenza della passione il Signore ha detto: Non quello che io voglio, ma quello che vuoi tu, Padre, (Mt 26, 39) come se una cosa sia o fosse stata la volontà del Padre e un'altra cosa la volontà del Figlio; ma quella era la voce della nostra infermità, anche quando rimaniamo fedeli, che il nostro Capo ha fatto sua allorché si è caricato del peso dei nostri peccati. Anche se la umana debolezza non ci consente di comprendere, sia pronta la nostra pietà a credere che una sola è la volontà del Padre e del Figlio, e che uno solo è anche il loro Spirito; e nell'unità dei tre riconosciamo la Trinità.
2. Abbiamo già detto, come ce lo ha permesso la brevità imposta al nostro discorso, quanto sicura sia questa promessa e a chi è stata fatta. Cerchiamo ora di vedere, per quanto ci è possibile, qual è il contenuto della promessa che egli ha fatto. Quelli che mi hai dato - dice - voglio che siano anch'essi dove sono io. Tenendo conto della sua origine come creatura umana dalla stirpe di David secondo la carne (cf. Rm 1, 3), neppure lui era ancora dove poi sarebbe stato. Ma egli ha potuto dire: dove sono io, perché ci rendessimo conto che era talmente prossima la sua ascensione in cielo, da poter dire di essere già dove presto sarebbe asceso. Nello stesso modo si era espresso parlando con Nicodemo: Nessuno è salito in cielo, se non chi dal cielo è disceso, il Figlio dell'uomo che è in cielo (Gv 3, 13). Neppure allora disse: che sarà in cielo, ma disse: che è in cielo, in quanto nell'unità della persona Dio è uomo e l'uomo è Dio. Egli ci ha dunque promesso che saremo in cielo, poiché in cielo ha elevato la forma di servo che prese dalla Vergine, e l'ha collocata alla destra del Padre. E' la speranza di un così grande bene che fa dire all'Apostolo: Iddio, ricco in misericordia, a motivo del grande amore con cui ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere in Cristo - per grazia siete stati salvati! - e con lui ci ha risuscitati e fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù (Ef 2, 4-6). Ecco in qual senso si possono intendere le parole del Signore: Voglio che siano anch'essi dove sono io. Parlando di sé egli dice di essere già lassù in cielo, mentre per noi esprime la volontà che siamo lassù con lui, ma non dice che vi siamo già. L'Apostolo, invece, presenta la volontà del Signore come un fatto compiuto. Egli infatti non dice: Ci risusciterà e ci farà sedere nei cieli, ma con lui ci ha risuscitati e fatti sedere nei cieli, considerando già compiuto ciò di cui con tanta certezza attende il compimento. Tenendo conto invece della forma di Dio, nella quale il Figlio è uguale al Padre, se secondo tale natura vogliamo intendere l'espressione: siano anch'essi con me dove sono io, si deve allontanare dall'anima ogni idea di immagini corporali, ogni cosa che rappresenti alla mente l'idea di lunghezza, di larghezza, di spessore, qualsiasi cosa che abbia un colore dovuto alla luce materiale, o che sia estesa nello spazio, finito o infinito che sia. Da tutte queste cose, per quanto è possibile, bisogna distogliere lo sguardo e l'attenzione della mente. E non bisogna mettersi a cercare dove sia il Figlio uguale al Padre, perché nessuno può trovare un luogo dove non sia. Chi vuole cercare, cerchi piuttosto di essere con lui; non potrà essere ovunque come lui, ma ovunque potrà essere con lui. Gesù disse al ladrone che pendeva dalla croce espiando la sua pena, e che in grazia della sua confessione ottenne salvezza: Oggi sarai con me in paradiso (Lc 23, 43). In quanto uomo la sua anima sarebbe discesa quel giorno agli inferi e la sua carne sarebbe stata deposta nel sepolcro; ma in quanto Dio era certamente anche in paradiso. E quindi l'anima del ladrone, assolta dai suoi delitti e già resa beata per la sua grazia, anche se non poteva essere ovunque come Cristo, tuttavia, in quello stesso giorno poteva essere con lui in paradiso, da dove colui che è sempre ovunque non si era mai allontanato. Per questo il Signore non si accontentò di dire: Voglio che siano anch'essi dove sono io, ma ha aggiunto: con me. Essere con lui, questo è il massimo bene. Anche gli infelici possono essere dove egli è, dato che ovunque uno si trovi c'è sempre anche lui, ma soltanto i beati sono con lui, perché soltanto da lui essi possono attingere la loro beatitudine. Non è forse con tutta verità che si dice a Dio: Se salgo in cielo, tu ci sei; se scendo nell'abisso, lì ti trovo (Sal 138, 8)? Cristo non è forse la Sapienza di Dio, che per la sua purezza penetra e riempie ogni cosa (Sap 7. 24)? Ma la luce risplende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno compresa (cf. Gv 1, 5). Prendiamo un esempio qualsiasi dalla realtà visibile, anche se questa appartiene ad un ordine diverso: un cieco, anche se c'è la luce dov'egli si trova, non è tuttavia con la luce, ma è assente alla luce che è presente; altrettanto si può dire di uno senza fede o empio, o anche di chi è fedele e pio, che però non sia ancora in grado di contemplare la luce della sapienza; pur essendo per lui impossibile trovarsi in alcun luogo dove non sia anche Cristo, tuttavia non è con Cristo, almeno per quanto riguarda la visione. Non c'è dubbio infatti che l'uomo religioso e fedele è con Cristo per mezzo della fede. E' in questo senso che Cristo dice: Chi non è con me, è contro di me (Mt 5, 8), mentre rivolgendosi al Padre dice: Quelli che mi hai dati, voglio che siano anch'essi con me dove sono io. Qui certamente intendeva parlare di quella visione, nella quale lo vedremo così come egli è (1 Io 3, 2).
3. Nessuno voglia offuscare il senso di queste parole, che è tanto chiaro, con le nubi della contraddizione. Le parole che seguono, del resto, vengono a confermarle. Infatti, dopo aver detto: Voglio che siano anch'essi con me dove sono io proseguendo subito aggiunge: affinché vedano la mia gloria, quella che mi hai dato, perché tu mi hai amato prima della fondazione del mondo (Gv 17, 24). Dice: affinché vedano, non dice: affinché credano. Tratta del premio della fede, non della fede in se stessa. Se la fede è definita con tanta esattezza nella lettera agli Ebrei: prova delle realtà che non si vedono (Eb 11, 1), perché non si potrà definire il premio della fede come la visione delle realtà che si sono credute e sperate? Quando vedremo la gloria che il Padre ha dato al Figlio (anche se in questo passo intende parlare non della gloria che il Padre ha dato al Figlio generandolo uguale a sé, ma della gloria che il Padre ha dato al Figlio, diventato Figlio dell'uomo, dopo la sua morte in croce), quando, dunque, vedremo questa gloria del Figlio, è allora che avrà luogo il giudizio dei vivi e dei morti, è allora che sarà tolto di mezzo l'empio perché non veda la gloria del Signore (cf. Is 26, 10). Quale gloria, se non quella per cui egli è Dio? Beati infatti i puri di cuore, perché essi vedranno Dio (cf. Mt 5, 8); gli empi non sono puri di cuore, e perciò non lo vedranno. Essi andranno allora al supplizio eterno; così sarà tolto di mezzo l'empio, affinché non veda la gloria del Signore. I giusti, invece, andranno alla vita eterna (cf. Mt 25, 46). E in che consiste la vita eterna? La vita eterna consiste in questo - dice il Signore - che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo (Gv 17, 3); non come lo conoscono coloro che non sono puri di cuore, i quali tuttavia potranno vederlo nella forma di servo glorificato quando verrà a giudicare; ma come sarà conosciuto dai puri di cuore, quale solo vero Dio, Figlio in unità col Padre e lo Spirito Santo, essendo la Trinità il solo vero Dio. Se dunque prendiamo questa frase: Voglio che siano anch'essi con me dove sono io, nel senso che il Figlio di Dio è Dio coeterno e uguale al Padre, vuol dire che noi saremo con Cristo nel Padre: lui a modo suo, noi a modo nostro, dovunque si trovi il nostro corpo. Dato che il luogo è il posto occupato da ciascuna cosa, se si potesse chiamare luogo anche quello che contiene realtà non materiali, si potrebbe dire che il luogo eterno dove sempre Cristo risiede è il Padre stesso, e il luogo del Padre è il Figlio. Io - dice infatti il Signore - sono nel Padre e il Padre è in me (Gv 14, 10) e in questa orazione: Come tu, Padre, sei in me ed io in te. E il nostro luogo sono essi stessi, poiché così continua: affinché anch'essi siano una sola cosa in noi (Gv 17, 21). E noi, a nostra volta, siamo il luogo di Dio, perché siamo il suo tempio: proprio per questo prega colui che è morto per noi, e che per noi vive, affinché, cioè, noi siamo una cosa sola in loro, dato che è stato costruito nella pace il suo luogo, e la sua abitazione in Sion (Sal 75, 3); e Sion siamo noi. Ma chi è capace di immaginare questi luoghi e ciò che essi contengono, astraendo da dimensioni di spazio o da estensioni corporee? E' già un fatto positivo negare, respingere e scartare ogni immagine di tal genere che si affacci alla mente, perché vuol dire che si ha già, per quanto è possibile, l'idea di una certa luce nella quale queste immagini appaiono negative, da rifiutare, da scartare; e vuol dire che di questa luce si è ormai certi e si è cominciato ad amarla, per cui ci si mette in cammino e si tende verso le realtà interiori. E se l'anima, ancora debole e non sufficientemente pura per penetrare quelle realtà, si sente respinta, non senza gemiti d'amore e lacrime di desiderio, attenda pazientemente di venir purificata dalla fede, e con una vita santa si prepari ad abitare nel luogo dove Cristo abita.
4. In che modo, dunque, potremo non essere con Cristo dove egli è, dal momento che saremo con lui nel Padre, in cui egli è? L'Apostolo non ce l'ha nascosto, anche se abbiamo solo la speranza e non siamo ancora in possesso della realtà. Egli infatti dice: Se siete risuscitati con Cristo, cercate le cose che stanno in alto, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; abbiate la mente alle cose dell'alto, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti - dice - e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio (Col 3, 1-3). Ecco che frattanto la nostra vita, mediante la fede e la speranza, si trova dove si trova Cristo, è con lui perché è con Cristo in Dio. Ecco che è già come un fatto compiuto quanto egli ha chiesto rivolgendosi al Padre: Voglio che siano anch'essi con me dove sono io (Gv 17, 24). Ora questo è vero mediante la fede. Quando lo sarà mediante la visione? Quando Cristo, vita vostra, apparirà, anche voi allora apparirete con lui nella gloria (Col 3, 4). Allora appariremo quello che allora saremo; allora apparirà che non invano l'abbiamo creduto e sperato, prima di esserlo. Realizzerà tutto questo colui al quale il Figlio, dopo aver detto: affinché vedano la mia gloria, quella che mi hai dato, dice subito dopo: perché tu mi hai amato prima della fondazione del mondo. In lui il Padre ha amato anche noi prima della fondazione del mondo, perché è allora che ha predestinato ciò che realizzerà alla fine del mondo.
5. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto (Gv 17, 25). E' perché sei giusto che il mondo non ti ha conosciuto. Che se il mondo predestinato alla dannazione non l'ha conosciuto, è stato per colpa sua; mentre il mondo, che Dio per mezzo di Cristo ha riconciliato a sé, lo ha conosciuto, non per merito proprio ma per la sua grazia. E conoscere il Padre, che altro è se non la vita eterna? Quella conoscenza che non ha dato al mondo dannato, l'ha data invece al mondo riconciliato. E' per questo che il mondo non ti ha conosciuto, perché sei giusto, e a causa dei suoi demeriti non gli hai concesso di conoscerti. Invece il mondo che ti sei riconciliato, ti ha conosciuto, perché sei misericordioso, e gli hai concesso perciò di conoscerti, non per suo merito ma per la grazia con cui lo hai soccorso. Prosegue: Io, però, ti ho conosciuto. Egli stesso è la fonte della grazia perché, Dio per natura, è anche, per grazia ineffabile, uomo nato dalla Vergine per opera dello Spirito Santo. E' dunque per lui (poiché la grazia di Dio ci viene per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore) che anche questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato (Gv 17, 25). Questi, sono il mondo riconciliato con Dio. E' perché tu mi hai mandato che essi ti hanno conosciuto, e quindi è per effetto della grazia che ti hanno conosciuto.
[Finita l'orazione del Salvatore, comincia la passione.]
6. E ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere. L'ho fatto conoscere per mezzo della fede, lo farò conoscere per mezzo della visione; l'ho fatto conoscere in modo limitato mentre sono ancora peregrinanti in terra, lo farò conoscere in modo perfetto quando regneranno in cielo. Affinché l'amore che mi hai amato sia in loro, e io in loro. (Gv 17, 26). E' un'espressione insolita: l'amore che mi hai amato sia in loro e io in loro; si dovrebbe dire infatti: l'amore con cui mi hai amato. Questa versione dal greco trova analoghe espressioni in latino. Noi diciamo ad esempio: Ha servito un fedele servizio, ha militato una dura milizia, quando sarebbe più logico dire: Ha servito con un fedele servizio, ha militato con una dura milizia. Simile espressione ha usato l'Apostolo quando ha detto: Ho combattuto un buon combattimento (2 Tim 4, 7), mentre più correttamente e secondo l'uso comune avrebbe dovuto dire: ho combattuto in un buon combattimento. Ma in che modo l'amore che il Padre ha per il Figlio, può essere anche in noi, se non perché noi siamo le sue membra ed è in lui che noi siamo amati, dato che egli è amato tutto intero, Capo e corpo? Perciò soggiunge: e io in essi, come a dire: perché io stesso sono in loro. Da una parte, infatti, egli è in noi come nel suo tempio, dall'altra anche noi siamo lui, in quanto, essendosi egli fatto uomo per essere il nostro Capo, noi siamo il suo corpo. L'orazione del Salvatore è finita: ora comincia la sua passione. E noi porremo fine a questo discorso, col proposito, se il Signore ci aiuterà, di commentare nei prossimi discorsi la sua passione.
Capitolo XXV: Correggere fervorosamente tutta la nostra vita
Libro I: Libro della imitazione di Cristo e del dispregio del mondo e di tutte le sue vanità - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca1. Che tu sia attento e preciso, nel servire Iddio; ripensa frequentemente alla ragione per la quale sei venuto qui, lasciando il mondo. Non è stato forse per vivere in Dio e farti tutto spirito? Che tu sia, dunque, fervoroso, giacché in breve tempo sarai ripagato dei tuoi sforzi; né avrai più, sul tuo orizzonte, alcun timore e dolore faticherai qui per un poco, e poi troverai una grande pace, anzi, una gioia perpetua. Se sarai costante nella fede e fervoroso nelle opere, Dio, senza dubbio, sarà giusto e generoso nella ricompensa. Che tu mantenga la santa speranza di giungere alla vittoria, anche se non è bene che tu ne abbia alcuna sicurezza, per non cadere in stato di torpore o di presunzione. Una volta, un tale, dibattuto interiormente tra il timore e la speranza, sfinito dal doloro, si prostrò in chiesa davanti ad un altare dicendo tra sé: "Oh! Se sapessi di poter perseverare!". E subito, di dentro, udì una risposta, che veniva da Dio: "Perché, se tu sapessi di poter perseverare, che cosa vorresti fare? Fallo adesso, quello che vorresti fare, e sarai del tutto tranquillo". Allora, rasserenato e confortato, egli si affidò alla volontà di Dio, e cessò in lui quella angosciosa incertezza; egli non volle più cercar di sapere quel che sarebbe stato di lui in futuro, e si diede piuttosto a cercare "quale fosse la volontà del Signore: volontà di bene e di perfezione", (Rm 12, 2) per intraprendere e portare a compimento ogni opera buona. Dice il profeta: "Spera nel Signore e fa il bene; abita la terra e nutriti delle sue ricchezze" (Sal 36,3).
2. Una sola cosa è quella che distoglie molta gente dal progresso spirituale e dal fervoroso sforzo di correzione: lo sgomento di fronte agli ostacoli e l'asprezza di questa lotta. Invero avanzano nelle virtù coloro che si sforzano di superare virilmente ciò che è per essi più gravoso, e che più li contrasta; giacché proprio là dove più si vince se stessi, mortificandosi nello spirito, più si guadagna, e maggior grazia si ottiene. Certo che non tutti gli uomini hanno pari forze per vincere se stessi e per mortificarsi. Tuttavia, uno che abbia tenacia e buon volere, anche se le sue passioni sono più violente, riuscirà a progredire più di un altro, pur buono, ma meno fervoroso nel tendere verso le virtù. Due cose giovano particolarmente al raggiungimento di una totale emendazione: il fare violenza a se stessi, distogliendosi dal male, a cui ciascuno è portato per natura; e il chiedere insistentemente il bene spirituale di cui ciascuno ha maggior bisogno. Inoltre tu devi fare in modo di evitare soprattutto ciò che più spesso trovi brutto in altri. Da ogni parte devi saper trarre motivo di profitto spirituale. Così, se ti capita di vedere o di ascoltare dei buoni esempi, devi ardere dal desiderio di imitarli; se, invece, ti pare che qualcosa sia degno di riprovazione, devi guardarti dal fare altrettanto; se talvolta l'hai fatto, procura di emendarti. Come il tuo occhio giudica gli altri, così, a tua volta, sarai giudicato tu dagli altri. Quale gioia e quale dolcezza, vedere dei frati pieni di fervore e di devozione, santi nella vita interiore e nella loro condotta; quale tristezza, invece, e quale dolore, vedere certi frati, che vanno di qua e di là, disordinatamente, tralasciando di praticare proprio ciò per cui sono stati chiamati! Gran danno procura, questo dimenticarsi delle promesse della propria vocazione, volgendo i desideri a cose diverse da quelle che ci vengono ordinate.
3. Ricordati della decisione che hai presa, e poni dinanzi ai tuoi occhi la figura del crocifisso. Riflettendo alla vita di Gesù Cristo, avrai veramente di che vergognarti, ché non hai ancora cercato di farti più simile a lui, pur essendo stato per molto tempo nella vita di Dio. Il monaco che si addestra con intensa devozione sulla vita santissima e sulla passione del Signore, vi troverà in abbondanza tutto ciò che gli può essere utile e necessario; e non dovrà cercare nulla di meglio, fuor di Gesù. Oh, come saremmo d'un colpo pienamente addottrinati se avessimo nel nostro cuore Gesù crocifisso! Il monaco pieno di fervore sopporta ogni cosa santamente e accetta ciò che gli viene imposto; invece quello negligente e tiepido trova una tribolazione sull'altra ed è angustiato per ogni verso, perché gli manca la consolazione interiore, e quella esterna gli viene preclusa. Il monaco che vive fuori della regola va incontro a piena rovina. Infatti chi tende ad una condizione piuttosto libera ed esente da disciplina sarà sempre nell'incertezza, poiché ora non gli andrà una cosa, ora un'altra. Come fanno gli altri monaci, così numerosi, che vivono ben disciplinati dalla regola del convento? Escono di rado e vivono liberi da ogni cosa; mangiano assai poveramente e vestono panni grossolani; lavorano molto e parlano poco; vegliano fino a tarda ora e si alzano per tempo; pregano a lungo, leggono spesso e si comportano strettamente secondo la regola. Guarda i Certosini, i Cistercensi, e i monaci e le monache di altri Ordini, come si alzano tutte le notti per cantare le lodi di Dio. Ora, sarebbe vergognoso che, in una cosa tanto meritoria, tu ti lasciassi prendere dalla pigrizia, mentre un grandissimo numero di monaci comincia i suoi canti di gioia, in unione con Dio. Oh!, se noi non avessimo altro da fare che lodare il Signore, nostro Dio, con tutto il cuore e con tutta la nostra voce. Oh!, se tu non avessi mai bisogno di mangiare, di bere, di dormire; e potessi invece, lodare di continuo il Signore, e occuparti soltanto delle cose dello spirito. Allora saresti più felice di adesso, che sei al servizio del tuo corpo per varie necessità. E volesse il Cielo che non ci fossero, queste necessità, e ci fossero soltanto i pasti spirituali dell'anima, che purtroppo gustiamo ben di rado.
4. Quando uno sarà giunto a non cercare il proprio conforto in alcuna creatura, allora egli comincerà a gustare perfettamente Dio; allora accetterà di buon grado ogni cosa che possa succedere; allora non si rallegrerà, o rattristerà, per il molto o il poco che possieda. Si rimetterà del tutto e con piena fiducia in Dio: in Dio, che per lui sarà tutto, in ogni circostanza; in Dio, agli occhi del quale nulla muove o va interamente perduto; in Dio, e per il quale ogni cosa vive, servendo senza esitazione al suo comando. Abbi sempre presente che tutto finisce e che il tempo perduto non ritorna. Non giungerai a possedere forza spirituale, se non avrai sollecitudine e diligenza. Se comincerai ad essere spiritualmente malato. Se invece ti darai tutto al fervore, troverai una grande pace, e sentirai più lieve la fatica, per la grazia di Dio e per la forza dell'amore. Tutto può, l'uomo fervido e diligente. Impresa più grande delle sudate fatiche corporali è quella di vincere i vizi e di resistere alle passioni. E colui che non sa evitare le piccole mancanze, cade, a poco a poco, in mancanze maggiori. Sarai sempre felice, la sera, se avrai spesa la giornata fruttuosamente. Vigila su te stesso, scuoti e ammonisci te stesso; checché facciano gli altri, non dimenticare te stesso. Il tuo progresso spirituale sarà pari alla violenza che avrai fatto a te stesso. Amen.
VI HO SEMPRE PRESENTI A.N.A. 37 6 gennaio 1995
Catalina Rivas
Gesù
Sugli altari, tengo sempre gli occhi del Mio Spirito rivolti a voi; vi ho sempre presenti e vi offro al Padre Mio con lo scopo di ottenere per voi dei favori. In questa infinità di luoghi della terra abitabili, dove sono moltiplicato con la Mia presenza reale, non c'è nessuno a cui Io non pensi continuamente e Mi occupi, insieme al Padre Mio, del gran lavoro della vostra salvezza. Non dovreste, per questo, essere sempre occupati in Me, non dovreste in qualche modo, per il desiderio e in spirito, moltiplicarvi in tutti i luoghi del mondo, che Io onoro con la Mia presenza, e rendermi così il culto più devoto possibile?
Figlioli, ravvivate il ricordo di tutto ciò che Io ho sofferto per amor vostro. Il dolore e l'umiliazione che ho subito, quando Mi trascinarono di tribunale in tribunale per essere esaminato e giudicato da giudici iniqui. Non è un amore ineffabile quello che Mi condusse a soffrire tanto, per salvarvi?
Dipende da voi sapervi attirare nuovi favori. Fate in modo che le vostre comunioni diano gloria al Mio nome e siano vantaggiose per la vostra salvezza. Cercate di riempirvi del Mio Spirito prima di alimentarvi del Mio corpo.
Io vi rivestirò con l'abito nuziale della carità, prima di farvi entrare al convito di nozze, vi purificherò, prima di farvi mangiare la Mia carne; vi separerò dalle creature, prima di unirvi e incorporarvi a Me, vostro Creatore. Fatevi templi della Santissima Trinità, quando Mi ricevete.
Io porrò gli occhi della Mia Misericordia su di voi, per rendervi mondi e santificarvi, e per fare di voi la degna Mia dimora.