Liturgia delle Ore - Letture
Martedi della 13° settimana del tempo ordinario
Vangelo secondo Matteo 14
1In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù.2Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui".
3Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello.4Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!".5Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta.
6Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode7che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato.8Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista".9Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data10e mandò a decapitare Giovanni nel carcere.11La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre.12I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.
13Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città.14Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
15Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare".16Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare".17Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!".18Ed egli disse: "Portatemeli qua".19E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla.20Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati.21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
22Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla.23Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.
24La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario.25Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare.26I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "È un fantasma" e si misero a gridare dalla paura.27Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura".28Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque".29Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù.30Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!".31E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".
32Appena saliti sulla barca, il vento cessò.33Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!".
34Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret.35E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati,36e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano.
Giuditta 14
1Giuditta rispose loro: "Ascoltatemi bene, fratelli: prendete questa testa e appendetela sugli spalti delle vostre mura.2Attendete poi che sia apparsa la luce del mattino e sia sorto il sole sulla terra: allora, ognuno prenda l'armatura da guerra e ogni uomo valido esca dalla città. Quindi, date inizio all'azione contro di loro come se voleste scendere al piano contro le prime difese degli Assiri, ma in realtà non scenderete.3Quelli prenderanno le loro armi e correranno entro il loro accampamento a svegliare i capi dell'esercito assiro. Poi si raduneranno insieme davanti alla tenda di Oloferne, ma non lo troveranno e così si lasceranno prendere dal terrore e fuggiranno davanti a voi.4Allora inseguiteli voi e quanti abitano l'intero territorio d'Israele e abbatteteli nella loro fuga.5Ma, prima di far questo, chiamatemi Achior l'Ammonita, perché venga a vedere e riconoscere colui che ha disprezzato la casa d'Israele e che l'ha inviato qui tra noi come per votarlo alla morte".6Chiamarono subito Achior dalla casa di Ozia ed egli appena giunse e vide la testa di Oloferne in mano ad un uomo in mezzo al popolo radunato, cadde a terra e rimase senza fiato.7Quando l'ebbero sollevato, si gettò ai piedi di Giuditta pieno di riverenza per la sua persona e disse: "Benedetta sei tu in tutto l'accampamento di Giuda e in mezzo a tutti i popoli: quanti udranno il tuo nome si sentiranno scossi.8Ma ora raccontami quanto hai fatto in questi giorni". Giuditta gli narrò in mezzo al popolo quanto aveva compiuto dal giorno in cui era partita fino al momento in cui parlava.9Quando finì di parlare, il popolo scoppiò in alte grida di giubilo e riempì la città di voci festose.10Allora Achior, vedendo quanto aveva fatto il Dio di Israele, credette fermamente in Dio, si fece circoncidere e fu aggregato definitivamente alla casa d'Israele.
11Quando spuntò il mattino, appesero la testa di Oloferne alle mura; poi ogni uomo prese le sue armi e scesero lungo i sentieri del monte divisi in manipoli.12Appena li videro, gli Assiri mandarono in cerca dei loro capi e questi corsero dagli strateghi, dai chiliarchi e da tutti i loro ufficiali.13Poi si radunarono davanti alla tenda di Oloferne e dissero al suo attendente: "Sveglia il nostro signore, perché quegli schiavi hanno osato scendere per darci battaglia, a loro estrema rovina".14Bagoa entrò e bussò alle cortine della tenda, poiché pensava che egli dormisse con Giuditta.15Ma siccome nessuno rispondeva, aprì ed entrò nella parte più interna della tenda e lo trovò cadavere, steso a terra vicino all'ingresso, con la testa tagliata via dal tronco.16Allora diede in alte grida di dolore e di lamento, urlando con tutte le forze e stracciandosi le vesti.17Poi si precipitò nella tenda dove era alloggiata Giuditta e non ve la trovò. Allora corse fuori davanti al popolo e gridò:18"Gli schiavi ci hanno traditi! Una sola donna ebrea ha gettato la vergogna sulla casa del re Nabucodònosor! Oloferne eccolo a terra e la testa non è più sul suo busto".19I comandanti dell'esercito assiro, appena udirono questo annunzio, si stracciarono i mantelli e rimasero terribilmente sconvolti nel loro animo; risuonarono entro l'accampamento altissime le loro grida e gli urli di dolore.
Salmi 85
1'Al maestro del coro. Dei figli di Core.' Salmo.
2Signore, sei stato buono con la tua terra,
hai ricondotto i deportati di Giacobbe.
3Hai perdonato l'iniquità del tuo popolo,
hai cancellato tutti i suoi peccati.
4Hai deposto tutto il tuo sdegno
e messo fine alla tua grande ira.
5Rialzaci, Dio nostra salvezza,
e placa il tuo sdegno verso di noi.
6Forse per sempre sarai adirato con noi,
di età in età estenderai il tuo sdegno?
7Non tornerai tu forse a darci vita,
perché in te gioisca il tuo popolo?
8Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
9Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
10La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
11Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
12La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.
13Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
14Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza.
Salmi 11
1'Al maestro del coro. Di Davide.'
Nel Signore mi sono rifugiato, come potete dirmi:
"Fuggi come un passero verso il monte"?
2Ecco, gli empi tendono l'arco,
aggiustano la freccia sulla corda
per colpire nel buio i retti di cuore.
3Quando sono scosse le fondamenta,
il giusto che cosa può fare?
4Ma il Signore nel tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi sono aperti sul mondo,
le sue pupille scrutano ogni uomo.
5Il Signore scruta giusti ed empi,
egli odia chi ama la violenza.
6Farà piovere sugli empi
brace, fuoco e zolfo,
vento bruciante toccherà loro in sorte;
7Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti vedranno il suo volto.
Baruc 2
1Per questo il Signore ha adempiuto le sue parole pronunziate contro di noi, contro i nostri giudici che governano Israele, contro i nostri re e contro i nostri principi, contro ogni uomo d'Israele e di Giuda.2Non era mai avvenuto sotto la volta del cielo quello che egli ha compiuto in Gerusalemme, come sta scritto nella legge di Mosè,3fino al punto di mangiarsi uno le carni del figlio e un altro quelle della figlia.4Il Signore li mise in potere di tutti i regni vicini e li rese oggetto di vituperio e di disprezzo per tutti quei popoli in mezzo ai quali li aveva dispersi.5Così ci ha reso schiavi invece di padroni, perché abbiamo offeso il Signore nostro Dio e non abbiamo ascoltato la sua voce.6Al Signore nostro Dio la giustizia, a noi e ai padri nostri il disonore sul volto, come avviene ancor oggi.7Tutte le calamità che il Signore ci aveva minacciate, ci sono venute addosso.8Ma noi non abbiamo placato lo sdegno del Signore, rinunziando ai perversi affetti del nostro cuore.9Così il Signore, che è pronto al castigo, lo ha mandato sopra di noi, poiché egli è giusto in tutte le opere che ci ha comandate,10mentre noi non abbiamo dato ascolto alla sua voce, eseguendo i decreti che ci aveva posti davanti.
11Ora, Signore Dio d'Israele, che hai fatto uscire il tuo popolo dall'Egitto con mano forte, con segni e prodigi, con grande potenza e braccio possente e ti sei fatto un nome glorioso come oggi lo possiedi,12noi abbiamo peccato, siamo stati empi, abbiamo trasgredito, Signore Dio nostro, i tuoi comandamenti.13Allontana da noi lo sdegno, poiché siamo rimasti molto pochi in mezzo alle genti fra le quali tu ci hai dispersi.14Ascolta, Signore, la nostra preghiera, la nostra supplica, liberaci per il tuo amore e facci trovar grazia davanti a coloro che ci hanno deportati,15perché tutta la terra sappia che tu sei il Signore nostro Dio e che il tuo nome è stato invocato su Israele e su tutta la sua stirpe.16Guarda, Signore, dalla tua santa dimora e pensa a noi; inclina il tuo orecchio, Signore, e ascolta;17apri, Signore, gli occhi e osserva: non i morti che sono negli inferi, il cui spirito se n'è andato dalle loro viscere, danno gloria e giustizia al Signore,18ma chi geme sotto il peso, chi se ne va curvo e spossato, chi ha gli occhi languenti, chi è affamato, questi sono coloro che ti rendono gloria e giustizia, Signore.19Non per i meriti dei nostri padri e dei nostri re ti presentiamo le nostre suppliche, Signore Dio nostro,20ma perché tu hai mandato sopra di noi la tua collera e il tuo sdegno, come avevi dichiarato per mezzo dei tuoi servi i profeti:21"Ecco, dice il Signore: Curvate le spalle, servite il re di Babilonia e dimorerete nella terra da me data ai vostri padri.22Ma se non darete ascolto alla voce del Signore che comanda di servire il re di Babilonia,23farò cessare nelle città di Giuda e per le vie di Gerusalemme il grido di gioia e di letizia, il canto dello sposo e della sposa e tutto il territorio diventerà un deserto senza abitanti".24Noi non abbiamo dato ascolto alla tua voce di servire il re di Babilonia, perciò tu hai eseguito la minaccia, fatta per mezzo dei tuoi servi i profeti, che le ossa dei nostri re e dei nostri padri sarebbero rimosse dalla loro tomba.25Ed eccole abbandonate al calore del giorno e al gelo della notte. Essi son morti fra atroci dolori, di fame, di spada e di peste;26il tempio che porta il tuo nome tu lo hai ridotto nello stato in cui oggi si trova, per la malvagità della casa d'Israele e di Giuda.27Tuttavia tu hai agito verso di noi, Signore Dio nostro, secondo tutta la tua bontà e secondo tutta la tua grande misericordia,28come avevi detto per mezzo del tuo servo Mosè, quando gli ordinasti di scrivere la tua legge davanti agli Israeliti, dicendo:29"Se voi non darete ascolto alla mia voce, questa moltitudine che ora è così grande sarà ridotta a un piccolo resto in mezzo alle nazioni fra le quali io la disperderò;30poiché io so che non mi ascolterà, perché è un popolo di dura cervice. Però nella terra del loro esilio ritorneranno in sé31e riconosceranno che io sono il Signore loro Dio. Darò loro un cuore e orecchi che ascoltano;32nella terra del loro esilio mi loderanno e si ricorderanno del mio nome33e ripensando alla sorte subìta dai loro padri che peccarono contro di me, abbandoneranno la loro caparbietà e la loro malizia.34Io li ricondurrò nella terra promessa con giuramento ai loro padri, ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe; essi ne avranno di nuovo il dominio e io li moltiplicherò e non diminuiranno più;35farò con loro un'alleanza perenne: io sarò Dio per loro ed essi saranno popolo per me, né scaccerò mai più il mio popolo Israele dal paese che gli ho dato".
Atti degli Apostoli 17
1Seguendo la via di Anfìpoli e Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c'era una sinagoga dei Giudei.2Come era sua consuetudine Paolo vi andò e per tre sabati discusse con loro sulla base delle Scritture,3spiegandole e dimostrando che il Cristo doveva morire e risuscitare dai morti; il Cristo, diceva, è quel Gesù che io vi annunzio.4Alcuni di loro furono convinti e aderirono a Paolo e a Sila, come anche un buon numero di Greci credenti in Dio e non poche donne della nobiltà.5Ma i Giudei, ingelositi, trassero dalla loro parte alcuni pessimi individui di piazza e, radunata gente, mettevano in subbuglio la città. Presentatisi alla casa di Giàsone, cercavano Paolo e Sila per condurli davanti al popolo.6Ma non avendoli trovati, trascinarono Giàsone e alcuni fratelli dai capi della città gridando: "Quei tali che mettono il mondo in agitazione sono anche qui e Giàsone li ha ospitati.7Tutti costoro vanno contro i decreti dell'imperatore, affermando che c'è un altro re, Gesù".8Così misero in agitazione la popolazione e i capi della città che udivano queste cose;9tuttavia, dopo avere ottenuto una cauzione da Giàsone e dagli altri, li rilasciarono.
10Ma i fratelli subito, durante la notte, fecero partire Paolo e Sila verso Berèa. Giunti colà entrarono nella sinagoga dei Giudei.11Questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica ed accolsero la parola con grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano davvero così.12Molti di loro credettero e anche alcune donne greche della nobiltà e non pochi uomini.13Ma quando i Giudei di Tessalonica vennero a sapere che anche a Berèa era stata annunziata da Paolo la parola di Dio, andarono anche colà ad agitare e sobillare il popolo.14Allora i fratelli fecero partire subito Paolo per la strada verso il mare, mentre Sila e Timòteo rimasero in città.15Quelli che scortavano Paolo lo accompagnarono fino ad Atene e se ne ripartirono con l'ordine per Sila e Timòteo di raggiungerlo al più presto.
16Mentre Paolo li attendeva ad Atene, fremeva nel suo spirito al vedere la città piena di idoli.17Discuteva frattanto nella sinagoga con i Giudei e i pagani credenti in Dio e ogni giorno sulla piazza principale con quelli che incontrava.18Anche certi filosofi epicurei e stoici discutevano con lui e alcuni dicevano: "Che cosa vorrà mai insegnare questo ciarlatano?". E altri: "Sembra essere un annnunziatore di divinità straniere"; poiché annunziava Gesù e la risurrezione.19Presolo con sé, lo condussero sull'Areòpago e dissero: "Possiamo dunque sapere qual è questa nuova dottrina predicata da te?20Cose strane per vero ci metti negli orecchi; desideriamo dunque conoscere di che cosa si tratta".21Tutti gli Ateniesi infatti e gli stranieri colà residenti non avevano passatempo più gradito che parlare e sentir parlare.
22Allora Paolo, alzatosi in mezzo all'Areòpago, disse:
"Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dèi.23Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio.24'Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene', che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell'uomo25né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa.26Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio,27perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi.28In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo.
29Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'immaginazione umana.30Dopo esser passato sopra ai tempi dell'ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi,31poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti".
32Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: "Ti sentiremo su questo un'altra volta".33Così Paolo uscì da quella riunione.34Ma alcuni aderirono a lui e divennero credenti, fra questi anche Dionìgi membro dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro.
Capitolo I: Cristo parla interiormente all’anima fedele
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1. "Darò ascolto a quello che stia per dire dentro di me il Signore" (Sal 84,9). Beata l'anima che ascolta il Signore che le parla dentro, e accoglie dalla sua bocca la parola di consolazione. Beate le orecchie che colgono la preziosa e discreta voce di Dio, e non tengono alcun conto dei discorsi di questo mondo. Veramente beate le orecchie che danno retta, non alla voce che risuona dal di fuori, ma alla verità, che ammaestra dal di dentro. Beati gli occhi, che, chiusi alle cose esteriori, sono attenti alle interiori. Beati coloro che sanno penetrare ciò che è interiore e si preoccupano di prepararsi sempre più, con sforzo quotidiano, a comprendere le cose arcane del cielo. Beati coloro che bramano di dedicarsi a Dio, sciogliendosi da ogni impaccio temporale.
2. Comprendi tutto ciò, anima mia, e chiudi la porta dei sensi, affinché tu possa udire quello che ti dice interiormente Iddio, tuo signore. Questo dice il tuo diletto: "Io sono la tua salvezza" (Sal 34,3), la tua pace, la tua vita; stai accanto a me e troverai la pace; lascia tutte le cose che passano, cerca le cose eterne. Che altro sono le cose corporali, se non illusioni? E a che gioveranno tutte le creature, se sarai abbandonata dal Creatore? Oh, anima mia, rinuncia a tutto e fatti cara e fedele al tuo Creatore, così da poter raggiungere la vera beatitudine.
DISCORSO 335/I NEL GIORNO NATALIZIO DEI MARTIRI
Discorsi - Sant'Agostino
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Colui che ci ha comprato a caro prezzo, ha purificato quel che ha comprato.
1. Conosciamo quel che abbiamo cantato e lo ricordiamo bene: Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi santi 1. Per quanto è costata a lui è certo preziosa la morte dei santi. Non deve meravigliare che è preziosa la morte di coloro che sono stati comprati a così caro prezzo. Il mondo infatti non può eguagliare il valore del sangue di colui dal quale il mondo fu creato. Ma, pur di avere il sangue da spargere per noi, il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi 2. Quindi il suo sangue è il prezzo di tutti noi, sangue che, però, fu versato per la remissione dei peccati. E che valevano i peccatori? o quanto valevano? Non era forse quel sangue il prezzo dei peccati? Cristo infatti morì per gli empi. Ascolta l'Apostolo: Dio dimostra il suo amore verso di noi - egli dice -perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi 3. Mentre eravamo ancora peccatori, avevamo così grande valore? Se restassimo peccatori, saremmo, piuttosto, una nullità. Colui che ci ha comprati con prezzo ha purificato quel che aveva comprato. Come sarebbe stato comprato a così caro prezzo il peccatore, se il suo prezzo non fosse stato l'equivalente della purificazione?
In che senso Gesù morì per i peccatori, non per amore dei peccatori.
2. Non seguiamo con lo sguardo una direzione retrospettiva verso ciò che eravamo prima che ci comprasse, per non fermarci per via. Evitiamo e di volgerci a quel che abbiamo alle spalle e, tuttavia, conserviamolo bene impresso nella memoria. Guardare all'indietro è infatti per noi occasione a rifare il cammino a ritroso; se lo dimenticheremo, saremo ingrati. Quindi è vantaggioso se ciò che siamo stati resta in noi come ricordo e, immediatamente, come riprovazione: ricordare per renderne grazie, riprovare per non tornare al passato. Gesù infatti morì per i peccatori, non per amore dei peccatori. L'enunciato ci fa imbattere in qualche difficoltà se ne facciamo oggetto di un'indagine superficiale. Come può essere allora che non amò coloro per i quali volle morire? E chi sono quelli per i quali morì? Avete ascoltato l'Apostolo: Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi. Insomma, se amò quelli per i quali morì - e quelli per i quali morì sono i peccatori - ne segue che amò i peccatori. Faccia silenzio il peccatore, parli il Salvatore. Riconosco che cosa ti induce a parlare così, o peccatore: tu ami di essere peccatore. Non diresti infatti: 'il Salvatore amò i peccatori' se tu non amassi di essere peccatore. Taccia, quindi, il peccatore, come ho detto, e parli il Salvatore. Che dice il Salvatore? Ecco che sei guarito; non peccare più perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio 4. Quale divieto carico di minaccia cade su ciò che amavi! Ama egli allora ciò che volutamente sei stato e ti fa temere quel "peggio" nel caso tu voglia tornare ad essere ciò che sei stato?
3. Come dunque è morto per i peccatori se non ama i peccatori? Proprio per il fatto di non amare i peccatori, è morto per i peccatori. Vedi di intendere ed eviti l'imbarazzo. Tu mi domandi come è possibile che non abbia amato i peccatori chi è morto per i peccatori. Prima rispondimi a quello che ti domando e tu stesso ti risponderai in merito a ciò che volevi sapere. Chi ama una cosa vuole che esista o che non esista? Ritengo che se ami i tuoi figli vuoi che esistano, ma, se non ne vuoi l'esistenza, non li ami. Anche tutto ciò che ami vuoi che esista, non ami affatto ciò che non desideri che sia. Perciò, che volle il Signore nel morire per noi? Che fossimo peccatori, oppure che fossimo purificati dai peccati? Di conseguenza, se morì per noi, per cancellare i nostri peccati, amò forse quello che eliminò? Chi è che distrugge ciò che ama? Se sei un fedele, se hai creduto in lui, se hai il cuore in alto, è perché cancellò quel che sei stato per scrivere ciò che sei.
È stato donato, è stato sparso l'unico sangue redentore.
4. Guarda a lui. Ascoltalo parlare in profezia nel Salmo: Le loro infermità si sono moltiplicate - dice - e li hanno poi resi irresistibilmente inquieti 5. Che vuol dire: Le loro infermità si sono moltiplicate? La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta 6. E che sta a dire: Li hanno poi resi irresistibilmente inquieti? Ma là dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia 7. Che ne seguì? Li hanno poi resi irresistibilmente inquieti, in quanto, pieni di mali, fecero ricorso al medico. E il medico poi: Non li radunerò in conventicole per le loro libazioni di sangue 8, dice. Che significa: Non li radunerò in conventicole per la loro liberazione di sangue? Non li radunerò per quei sacrifici di animali, non per libazioni di sangue, ma in virtù del sangue per cui è preziosa agli occhi del Signore la morte dei suoi santi 9. Quindi, non li radunerò più in conventicole per le loro libazioni di sangue. Per quelle libazioni si dimostravano infatti colpevoli, non venivano purificati. In luogo di molte libazioni attestanti lo stato di colpa, è stato donato, è stato sparso l'unico sangue redentore. E stato donato l'unico sangue, con quale effetto? Non pronunzierò con le mie labbra i loro nomi 10. Prima che quell'unico sangue fosse versato, quando le loro conventicole si radunavano per le libazioni di sangue, i loro nomi non scomparivano: l'adultero, restava adultero; il ladro, restava ladro; il corruttore, restava corruttore; il sacrilego, restava sacrilego. È stato versato l'unico sangue: Non pronunzierò con le mie labbra i nomi di quelli. Dice l'Apostolo: Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né rapaci, né maldicenti erediteranno il regno di Dio 11. Questi erano i nomi di quelli. E perché tu sia convinto che questi erano i loro nomi, ascolta ciò che vien dopo: E tali siete stati alcuni di voi 12. E dove si riscontra: Non pronunzierò con le mie labbra i loro nomi? Ma siete stati lavati, siete stati santificati 13. Di conseguenza, non siete più ciò che siete stati.
Cristo non ama l'uomo infermo ma il risanato.
5. È sicuro che Dio ama i peccatori: in realtà i peccatori, in grazia del sangue di lui, non sono quel che sono stati. Come può essere che sono amati dal momento che Cristo Signore ha amato i giusti, non i peccatori? Egli ha amato quel che ha fatto secondo la sua volontà, non quel che ha trovato. Il medico, se svolge il compito per cui è chiamato, ama i sani non gli infermi. Anzi, mi spingo proprio a dire - ed è vero - che si reca dall'infermo appunto perché non lo ama infermo. Sembra in contraddizione con quanto ho detto, ma domando: Per quale ragione si reca dall'infermo? Per risanarlo. Quindi, non lo ama infermo. Ama ciò che intende realizzare, non ama ciò che vuole eliminare. Perciò sono stati risanati i santi martiri, comprati a gran prezzo, redenti dal loro creatore. Due volte servi: e perché creati e perché comprati. Anzi, in tanto due volte servi, in quanto due volte liberi: proprietà del Creatore, fratelli del Redentore. Per renderti conto che sono servi, leggi il Vangelo quasi documento: osserva là come sono stati comprati. Fa' attenzione al modo con il quale è avvenuto il negoziato; pendette sul legno il sacchetto con il loro prezzo: fu squarciato e il contenuto si versò. Lo versò e fece l'acquisto: tu leggi e trovi il documento che li fece servi. Da servi, li fece fratelli; e quello che era il documento che li fece servi fu cambiato in testamento a favore dei figli. Amen.
1 - Sal 115, 15.
2 - Gv 1, 14.
3 - Rm 5, 8.
4 - Gv 5, 14.
5 - Sal 15, 4.
6 - Rm 5, 20.
7 - Rm 5, 20.
8 - Sal 15, 4.
9 - Sal 115, 15.
10 - Sal 15, 4.
11 - 1 Cor 6, 9-10.
12 - 1 Cor 6, 11.
13 - 1 Cor 6, 11.
Capitolo XII: La via maestra della Santa Croce
Libro II:Dell'interna conversazione - Tommaso da Kempis
Leggilo nella Biblioteca1. Per molti è questa una parola dura: rinnega te stesso, prendi la tua croce e segui Gesù (Mt 16,24; Lc 9,23). Ma sarà molto più duro sentire, alla fine, questa parola: "allontanatevi da me maledetti, nel fuoco eterno" (Mt 25,41). In verità coloro che ora accolgono volonterosamente la parola della croce non avranno timore di sentire, in quel momento, la condanna eterna. Ci sarà nel cielo questo segno della croce, quando il Signore verrà a giudicare. In quel momento si avvicineranno, con grande fiducia, a Cristo giudice tutti i servi della croce, quelli che in vita si conformarono al Crocefisso. Perché, dunque, hai paura di prendere la croce, che è la via per il regno? Nella croce è la salvezza; nella croce è la vita; nella croce è la difesa dal nemico; nella croce è il dono soprannaturale delle dolcezze del cielo; nella croce sta la forza delle mente e la letizia dello spirito; nella croce si assommano le virtù e si fa perfetta la santità. Soltanto nella croce si ha la salvezza dell'anima e la speranza della vita eterna. Prendi, dunque, la tua croce, e segui Gesù; così entrerai nella vita eterna. Ti ha preceduto lui stesso, portando la sua croce (Gv 19,17) ed è morto in croce per te, affinché anche tu portassi la tua croce, e desiderassi di essere anche tu crocefisso. Infatti, se sarai morto con lui, con lui e come lui vivrai. Se gli sarai stato compagno nella sofferenza, gli sarai compagni anche nella gloria.
2. Ecco, tutto dipende dalla croce, tutto è definito con la morte. La sola strada che porti alla vita e alla vera pace interiore, è quella della santa croce e della mortificazione quotidiana. Va' pure dove vuoi, cerca quel che ti piace, ma non troverai, di qua o di là, una strada più alta e più sicura della via della santa croce. Predisponi pure ed ordina ogni cosa, secondo il tuo piacimento e il tuo gusto; ma altro non troverai che dover sopportare qualcosa, o di buona o di cattiva voglia troverai cioè sempre la tua croce. Infatti, o sentirai qualche dolore nel corpo o soffrirai nell'anima qualche tribolazione interiore. Talvolta sarà Dio ad abbandonarti, talaltra sarà il prossimo a metterti a dura prova; di più, frequentemente, sarai tu di peso a te stesso. E non potrai trovare conforto e sollievo in alcuno modo; ma dovrai sopportare tutto ciò fino a che a Dio piacerà. Dio, infatti, vuole che tu impari a soffrire tribolazioni senza consolazione, e che ti sottometta interamente a lui, facendoti più umile per mezzo della sofferenza. Nessuno sente così profondamente la passione di Cristo, come colui al quale sia toccato di soffrire cose simili. La croce è, dunque, sempre pronta e ti aspetta dappertutto; dovunque tu corra non puoi sfuggirla, poiché, in qualsiasi luogo tu giunga, porti e trovi sempre te stesso. Volgiti verso l'alto o verso il basso, volgiti fuori o dentro di te, in ogni cosa troverai la croce. In ogni cosa devi saper soffrire, se vuoi avere la pace interiore e meritare il premio eterno.
3. Se porti la croce di buon animo, sarà essa a portarti e a condurti alla meta desiderata, dove ogni patimento avrà quella fine che quaggiù non può aversi in alcun modo. Se invece la croce tu la porti contro voglia, essa ti peserà; aggraverai te stesso, e tuttavia la dovrai portare, Se scansi una croce, ne troverai senza dubbio un'altra, e forse più grave. Credi forse di poter sfuggire a ciò che nessun mortale poté mai evitare? Quale santo stesse mai in questo mondo senza croce e senza tribolazione? Neppure Gesù Cristo, nostro signore, durante la sua vita, passò una sola ora senza il dolere della passione. "Era necessario - diceva - che il Cristo patisse, e risorgesse da morte per entrare nella sua gloria" (Lc 24,26 e 46). E perché mai tu vai cercando una via diversa da questa via maestra, che è quella della santa croce? Tutta la vita di Cristo fu croce e martirio e tu cerchi per te riposo e gioia? Sbagli, sbagli se cerchi qualcosa d'altro, che non sia il patire tribolazioni; perché tutta questa vita mortale è piena di miseria e segnata tutt'intorno da croci. Spesso, quanto più uno sarà salito in alto progredendo spiritualmente, tanto più pesanti saranno le croci che troverà, giacché la sofferenza del suo esilio su questa terra aumenta insieme con l'amore di Dio.
4. Tuttavia, costui, in mezzo a tante afflizioni, non manca di consolante sollievo, giacché, sopportando la sua croce, sente crescere in sé un frutto grandissimo; mentre si sottopone alla croce volontariamente, tutto il peso della tribolazione si trasforma in sicura fiducia di conforto divino. Quanto più la carne è prostrata da qualche afflizione, tanto più lo spirito si rafforza per la grazia interiore. Anzi, talvolta, per amore di conformarsi alla croce di Cristo, uno si rafforza talmente, nel desiderare tribolazioni e avversità, da non voler essere privato del dolore e dell'afflizione giacché si sente tanto più accetto a Dio quanto più numerosi e gravosi sono i mali che può sopportare Cristo. Non che ciò avvenga per forza umana, ma per la grazia di Cristo; la quale tanto può e tanto fa, nella nostra fragile carne, da farle affrontare ed amare con fervore di spirito ciò che, per natura, essa fugge e abortisce. Non è secondo la natura umana portare e amare la croce, castigare il corpo e ridurlo in schiavitù, fuggire gli onori, sopportare lietamente le ingiurie, disprezzare se stesso e desiderare di essere disprezzato; infine, soffrire avversità e patimenti, senza desiderare, in alcun modo, che le cose vadano bene quaggiù. Se guardi alle tue forze, non potresti far nulla di tutto questo. Ma se poni la tua fiducia in Dio, ti verrà forza dal cielo, e saranno sottomessi al tuo comando il mondo e la carne. E neppure avrai a temere il diavolo nemico, se sarai armato di fede e porterai per insegna la croce di Cristo. Disponiti dunque, da valoroso e fedele servo di Cristo, a portare virilmente la croce del tuo Signore, crocefisso per amor tuo. Preparati a dover sopportare molte avversità e molti inconvenienti, in questa misera vita. Così sarà infatti per te, dovunque tu sia; questo, in realtà, troverai, dovunque tu ti nasconda. Ed è una necessità che le cose stiano così. Non c'è rimedio o scappatoia dalla tribolazione, dal male o dal dolore, fuor di questo, che tu li sopporti. Se vuoi essere amico del Signore ed essergli compagno, bevi avidamente il suo calice. Quanto alle consolazioni, rimettiti a Dio: faccia lui, con queste, come meglio gli piacerà. Ma, da parte tua, disponiti a sopportare le tribolazioni, considerandole come le consolazioni più grandi; giacché "i patimenti di questa nostra vita terrena", anche se tu li dovessi, da solo, sopportare tutti, "non sono nulla a confronto della conquista della gloria futura" (Rm 8,18).
5. Quando sarai giunto a questo punto, che la sofferenza ti sia dolce e saporosa per amore di Cristo, allora potrai dire di essere a posto, perché avrai trovato un paradiso in terra. Invece, fino a che il patire ti sia gravoso e tu cerchi di fuggirlo, non sarai a posto: ti terrà dietro dappertutto la serie delle tribolazioni. Ma le cose poi andranno subito meglio, e troverai pace, se ti sottoporrai a ciò che è inevitabile, e cioè a patire e a morire. Anche se tu fossi innalzato fino al terzo cielo, come Paolo, non saresti affatto sicuro, con ciò, di non dover sopportare alcuna contrarietà. "Io gli mostrerò - dice Gesù - quante cose egli debba patire per il mio nomo" (At 9,16). Dunque, se vuoi davvero amare il Signore e servirlo per sempre, soltanto il patire ti rimane. E magari tu fossi degno di soffrire qualcosa per il nome di Gesù! Quale grande gloria ne trarresti; quale esultanza ne avrebbero i santi; e quanto edificazione ne riceverebbero tutti! Saper patire è cosa che tutti esaltano a parole; sono pochi però quelli che vogliono patire davvero. Giustamente dovresti preferire di patire un poco per Cristo, dal momento che molti sopportano cose più gravose per il mondo.
6. Sappi per certo di dover condurre una vita che muore; sappi che si progredisce nella vita in Dio quanto più si muore a se stessi. Nessuno infatti può comprendere le cose del cielo, se non si adatta a sopportare le avversità per Cristo. Nulla è più gradito a Dio, nulla è più utile per te, in questo mondo, che soffrire lietamente per Cristo. E se ti fosse dato di scegliere, dovresti preferire di sopportare le avversità per amore di Cristo, piuttosto che essere allietato da molte consolazioni; giacché saresti più simile a Cristo e più conforme a tutti i santi. Infatti, il nostro merito e il progresso della nostra condizione non consistono nelle frequenti soavi consolazioni, ma piuttosto nelle pesanti difficoltà e nelle tribolazioni da sopportare. Ché, se ci fosse qualcosa di meglio e di più utile per la salvezza degli uomini, Cristo ce lo avrebbe certamente indicato, con la parola e con l'esempio. Invece egli esortò apertamente i discepoli che stavano con lui, e tutti coloro che desideravano mettersi al suo seguito, dicendo: "Se uno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mt 16,24; Lc 9,23). Dunque, la conclusione finale, attentamente lette e meditate tutte queste cose, sia questa, "che per entrare nel regno di Dio, occorre passare attraverso molte tribolazioni" (At 14,22).
Luglio 1943
Beata Edvige Carboni
Ieri, 10 luglio, dopo la SS.ma Comunione, Gesù mi disse: Figlia mia, lo nei miei santi Comandamenti, specie nel sesto, ho detto di non fornicare; però non spiegai che il sacerdote è sacerdote in eterno, e non può levarsi l'abito , per nessuna ragione; farebbe un gran peccato, e se ne andrebbe all'inferno se non facesse penitenza prima di morire. Eppure nei Comandamenti non l'ho messo.
Figlia mia, un vero cristiano, da sé, può capire senza spiegare tutto minutamente.
Il mio Cuore è trafitto, è grandemente trafitto dai cristiani. Figlia mia, non ho un cuore da poter sfogarmi tutte le Mie pene; almeno tu consolami.
Povero Gesù, quanto sei offeso! Anche i tuoi amici ti offendono, ma io, vedrai Gesù, ti consolerò per tutti quelli che non ti amano.