Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Dio non abbandona se non è abbandonato. (Sant'Agostino)

Liturgia delle Ore - Letture

Sabato della 12° settimana del tempo ordinario (Cuore Immacolato di Maria)

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 2

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.2Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio.3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme,5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
8C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,10ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:11oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

14"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama".

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".16Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.18Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano.19Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
20I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

21Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

22Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,23come è scritto nella Legge del Signore: 'ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore';24e per offrire in sacrificio 'una coppia di tortore o di giovani colombi', come prescrive la Legge del Signore.
25Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele;26lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.27Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,28lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

29"Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
31preparata da te davanti a tutti i popoli,
32luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele".

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.34Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione35perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".

36C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

41I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza;43ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.44Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti;45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava.47E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.48Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo".49Ed egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?".50Ma essi non compresero le sue parole.

51Partì dunque con loro e tornò a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.52E Gesù 'cresceva' in sapienza, età 'e grazia davanti a Dio e agli uomini'.


Genesi 23

1Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara.2Sara morì a Kiriat-Arba, cioè Ebron, nel paese di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla.3Poi Abramo si staccò dal cadavere di lei e parlò agli Hittiti:4"Io sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà di un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via la salma e seppellirla".5Allora gli Hittiti risposero:6"Ascolta noi, piuttosto, signore: tu sei un principe di Dio in mezzo a noi: seppellisci il tuo morto nel migliore dei nostri sepolcri. Nessuno di noi ti proibirà di seppellire la tua defunta nel suo sepolcro".7Abramo si alzò, si prostrò davanti alla gente del paese, davanti agli Hittiti e parlò loro:8"Se è secondo il vostro desiderio che io porti via il mio morto e lo seppellisca, ascoltatemi e insistete per me presso Efron, figlio di Zocar,9perché mi dia la sua caverna di Macpela, che è all'estremità del suo campo. Me la ceda per il suo prezzo intero come proprietà sepolcrale in mezzo a voi".10Ora Efron stava seduto in mezzo agli Hittiti. Efron l'Hittita rispose ad Abramo, mentre lo ascoltavano gli Hittiti, quanti entravano per la porta della sua città, e disse:11"Ascolta me, piuttosto, mio signore: ti cedo il campo con la caverna che vi si trova, in presenza dei figli del mio popolo te la cedo: seppellisci il tuo morto".12Allora Abramo si prostrò a lui alla presenza della gente del paese.13Parlò ad Efron, mentre lo ascoltava la gente del paese, e disse: "Se solo mi volessi ascoltare: io ti do il prezzo del campo. Accettalo da me, così io seppellirò là il mio morto".14Efron rispose ad Abramo:15"Ascolta me piuttosto, mio signore: un terreno del valore di quattrocento sicli d'argento che cosa è mai tra me e te? Seppellisci dunque il tuo morto".
16Abramo accettò le richieste di Efron e Abramo pesò ad Efron il prezzo che questi aveva detto, mentre lo ascoltavano gli Hittiti, cioè quattrocento sicli d'argento, nella moneta corrente sul mercato.17Così il campo di Efron che si trovava in Macpela, di fronte a Mamre, il campo e la caverna che vi si trovava e tutti gli alberi che erano dentro il campo e intorno al suo limite,18passarono in proprietà ad Abramo, alla presenza degli Hittiti, di quanti entravano nella porta della città.19Dopo, Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nel paese di Canaan.20Il campo e la caverna che vi si trovava passarono dagli Hittiti ad Abramo in proprietà sepolcrale.


Giobbe 37

1Per questo mi batte forte il cuore
e mi balza fuori dal petto.
2Udite, udite, il rumore della sua voce,
il fragore che esce dalla sua bocca.
3Il lampo si diffonde sotto tutto il cielo
e il suo bagliore giunge ai lembi della terra;
4dietro di esso brontola il tuono,
mugghia con il suo fragore maestoso
e nulla arresta i fulmini,
da quando si è udita la sua voce;
5mirabilmente tuona Dio con la sua voce
opera meraviglie che non comprendiamo!
6Egli infatti dice alla neve: "Cadi sulla terra"
e alle piogge dirotte: "Siate violente".
7Rinchiude ogni uomo in casa sotto sigillo,
perché tutti riconoscano la sua opera.
8Le fiere si ritirano nei loro ripari
e nelle loro tane si accovacciano.
9Dal mezzogiorno avanza l'uragano
e il freddo dal settentrione.
10Al soffio di Dio si forma il ghiaccio
e la distesa dell'acqua si congela.
11Carica di umidità le nuvole
e le nubi ne diffondono le folgori.
12Egli le fa vagare dappertutto
secondo i suoi ordini,
perché eseguiscano quanto comanda loro
sul mondo intero.
13Le manda o per castigo della terra
o in segno di bontà.
14Porgi l'orecchio a questo, Giobbe, soffèrmati
e considera le meraviglie di Dio.
15Sai tu come Dio le diriga
e come la sua nube produca il lampo?
16Conosci tu come la nube si libri in aria,
i prodigi di colui che tutto sa?
17Come le tue vesti siano calde
quando non soffia l'austro e la terra riposa?
18Hai tu forse disteso con lui il firmamento,
solido come specchio di metallo fuso?
19Insegnaci che cosa dobbiamo dirgli.
Noi non parleremo per l'oscurità.
20Gli si può forse ordinare: "Parlerò io?".
O un uomo può dire che è sopraffatto?
21Ora diventa invisibile la luce,
oscurata in mezzo alle nubi:
ma tira il vento e le spazza via.
22Dal nord giunge un aureo chiarore,
intorno a Dio è tremenda maestà.
23L}Onnipotente noi non lo possiamo raggiungere,
sublime in potenza e rettitudine
e grande per giustizia: egli non ha da rispondere.
24Perciò gli uomini lo temono:
a lui la venerazione di tutti i saggi di mente.


Salmi 18

1'Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il Signore lo liberò dal potere di tutti i suoi nemici,2 e dalla mano di Saul. Disse dunque:'

Ti amo, Signore, mia forza,
3Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
4Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

5Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti impetuosi;
6già mi avvolgevano i lacci degli inferi,
già mi stringevano agguati mortali.
7Nel mio affanno invocai il Signore,
nell'angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio grido.

8La terra tremò e si scosse;
vacillarono le fondamenta dei monti,
si scossero perché egli era sdegnato.
9Dalle sue narici saliva fumo,
dalla sua bocca un fuoco divorante;
da lui sprizzavano carboni ardenti.
10Abbassò i cieli e discese,
fosca caligine sotto i suoi piedi.

11Cavalcava un cherubino e volava,
si librava sulle ali del vento.
12Si avvolgeva di tenebre come di velo,
acque oscure e dense nubi lo coprivano.
13Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi
con grandine e carboni ardenti.
14Il Signore tuonò dal cielo,
l'Altissimo fece udire la sua voce:
grandine e carboni ardenti.
15Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgori e li sconfisse.
16Allora apparve il fondo del mare,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la tua minaccia, Signore,
per lo spirare del tuo furore.

17Stese la mano dall'alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque,
18mi liberò da nemici potenti,
da coloro che mi odiavano
ed eran più forti di me.
19Mi assalirono nel giorno di sventura,
ma il Signore fu mio sostegno;
20mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.

21Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l'innocenza delle mie mani;
22perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato empiamente il mio Dio.
23I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
24ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
25Il Signore mi rende secondo la mia giustizia,
secondo l'innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.

26Con l'uomo buono tu sei buono
con l'uomo integro tu sei integro,
27con l'uomo puro tu sei puro,
con il perverso tu sei astuto.
28Perché tu salvi il popolo degli umili,
ma abbassi gli occhi dei superbi.
29Tu, Signore, sei luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.
30Con te mi lancerò contro le schiere,
con il mio Dio scavalcherò le mura.

31La via di Dio è diritta,
la parola del Signore è provata al fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
32Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è rupe, se non il nostro Dio?
33Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino;
34mi ha dato agilità come di cerve,
sulle alture mi ha fatto stare saldo;
35ha addestrato le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tender l'arco di bronzo.

36Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,
la tua destra mi ha sostenuto,
la tua bontà mi ha fatto crescere.
37Hai spianato la via ai miei passi,
i miei piedi non hanno vacillato.
38Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti,
non sono tornato senza averli annientati.
39Li ho colpiti e non si sono rialzati,
sono caduti sotto i miei piedi.
40Tu mi hai cinto di forza per la guerra,
hai piegato sotto di me gli avversari.

41Dei nemici mi hai mostrato le spalle,
hai disperso quanti mi odiavano.
42Hanno gridato e nessuno li ha salvati,
al Signore, ma non ha risposto.
43Come polvere al vento li ho dispersi,
calpestati come fango delle strade.
44Mi hai scampato dal popolo in rivolta,
mi hai posto a capo delle nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito;
45all'udirmi, subito mi obbedivano,
stranieri cercavano il mio favore,
46impallidivano uomini stranieri
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.

47Viva il Signore e benedetta la mia rupe,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
48Dio, tu mi accordi la rivincita
e sottometti i popoli al mio giogo,
49mi scampi dai nemici furenti,
dei miei avversari mi fai trionfare
e mi liberi dall'uomo violento.

50Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli
e canterò inni di gioia al tuo nome.
51Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre.


Daniele 3

1Il re Nabucodònosor aveva fatto costruire una statua d'oro, alta sessanta cubiti e larga sei, e l'aveva fatta erigere nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia.
2Quindi il re Nabucodònosor aveva convocato i sàtrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province, perché presenziassero all'inaugurazione della statua che il re Nabucodònosor aveva fatto erigere.
3I sàtrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province vennero all'inaugurazione della statua. Essi si disposero davanti alla statua fatta erigere dal re.
4Un banditore gridò ad alta voce: "Popoli, nazioni e lingue, a voi è rivolto questo proclama:
5Quando voi udirete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna, e d'ogni specie di strumenti musicali, vi prostrerete e adorerete la statua d'oro, che il re Nabucodònosor ha fatto innalzare.6Chiunque non si prostrerà alla statua, in quel medesimo istante sarà gettato in mezzo ad una fornace di fuoco ardente".
7Perciò tutti i popoli, nazioni e lingue, in quell'istante che ebbero udito il suono del corno, del flauto, dell'arpicordo, del salterio e di ogni specie di strumenti musicali, si prostrarono e adorarono la statua d'oro, che il re Nabucodònosor aveva fatto innalzare.

8Però in quel momento alcuni Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei9e andarono a dire al re Nabucodònosor: "Re, vivi per sempre!10Tu hai decretato, o re, che chiunque avrà udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna e d'ogni specie di strumenti musicali, si deve prostrare e adorare la statua d'oro:11chiunque non si prostrerà per adorarla, sia gettato in mezzo ad una fornace con il fuoco acceso.
12Ora, ci sono alcuni Giudei, ai quali hai affidato gli affari della provincia di Babilonia, cioè Sadràch, Mesàch e Abdènego, che non ti obbediscono, re: non servono i tuoi dèi e non adorano la statua d'oro che tu hai fatto innalzare".
13Allora Nabucodònosor, sdegnato, comandò che gli si conducessero Sadràch, Mesàch e Abdènego, e questi comparvero alla presenza del re.14Nabucodònosor disse loro: "È vero, Sadràch, Mesàch e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d'oro che io ho fatto innalzare?15Ora, se voi sarete pronti, quando udirete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna e d'ogni specie di strumenti musicali, a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatta, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete gettati in mezzo ad una fornace dal fuoco ardente. Qual Dio vi potrà liberare dalla mia mano?".
16Ma Sadràch, Mesàch e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: "Re, noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito;17sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace con il fuoco acceso e dalla tua mano, o re.18Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto".19Allora Nabucodònosor, acceso d'ira e con aspetto minaccioso contro Sadràch, Mesàch e Abdènego, ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito.20Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadràch, Mesàch e Abdènego e gettarli nella fornace con il fuoco acceso.21Furono infatti legati, vestiti come erano, con i mantelli, calzari, turbanti e tutti i loro abiti e gettati in mezzo alla fornace con il fuoco acceso.
22Ma quegli uomini, che dietro il severo comando del re avevano acceso al massimo la fornace per gettarvi Sadràch, Mesàch e Abdènego, rimasero uccisi dalle fiamme,23nel momento stesso che i tre giovani Sadràch, Mesàch e Abdènego cadevano legati nella fornace con il fuoco acceso.

24Essi passeggiavano in mezzo alle fiamme, lodavano Dio e benedicevano il Signore.
25Azaria, alzatosi, fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:

26"Benedetto sei tu, Signore Dio dei nostri padri;
degno di lode e glorioso è il tuo nome per sempre.
27Tu sei giusto in tutto ciò che hai fatto;
tutte le tue opere sono vere,
rette le tue vie e giusti tutti i tuoi giudizi.
28Giusto è stato il tuo giudizio
per quanto hai fatto ricadere su di noi
e sulla città santa dei nostri padri, Gerusalemme.
Con verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto questo
a causa dei nostri peccati,
29poiché noi abbiamo peccato, abbiamo agito da iniqui,
allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo.
Non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti,
30non li abbiamo osservati, non abbiamo fatto
quanto ci avevi ordinato per il nostro bene.
31Ora quanto hai fatto ricadere su di noi,
tutto ciò che ci hai fatto, l'hai fatto con retto giudizio:
32ci hai dato in potere dei nostri nemici,
ingiusti, i peggiori fra gli empi,
e di un re iniquo, il più malvagio su tutta la terra.
33Ora non osiamo aprire la bocca:
disonore e disprezzo sono toccati ai tuoi servi,
ai tuoi adoratori.
34Non ci abbandonare fino in fondo,
per amore del tuo nome, non rompere la tua alleanza;
35non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo tuo amico,
di Isacco tuo servo, d'Israele tuo santo,
36ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
37Ora invece, Signore,
noi siamo diventati più piccoli
di qualunque altra nazione,
ora siamo umiliati per tutta la terra
a causa dei nostri peccati.
38Ora non abbiamo più né principe,
né capo, né profeta, né olocausto,
né sacrificio, né oblazione, né incenso,
né luogo per presentarti le primiziee trovar misericordia.
39Potessimo esser accolti con il cuore contrito
e con lo spirito umiliato,
come olocausti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.
40Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te
e ti sia gradito,
perché non c'è confusione per coloro che confidano in te.
41Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto.
42Fa' con noi secondo la tua clemenza,
trattaci secondo la tua benevolenza,
secondo la grandezza della tua misericordia.
43Salvaci con i tuoi prodigi,
da' gloria, Signore, al tuo nome.
44Siano invece confusi quanti fanno il male ai tuoi servi,
siano coperti di vergogna con tutta la loro potenza;
e sia infranta la loro forza!
45Sappiano che tu sei il Signore,
il Dio unico e glorioso su tutta la terra".

46I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti.47La fiamma si alzava quarantanove cubiti sopra la fornace48e uscendo bruciò quei Caldei che si trovavano vicino alla fornace.49Ma l'angelo del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco50e rese l'interno della fornace come un luogo dove soffiasse un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.

51Allora quei tre giovani, a una sola voce, si misero a lodare, a glorificare, a benedire Dio nella fornace dicendo:

52"Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
53Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso,
degno di lode e di gloria nei secoli.
54Benedetto sei tu nel trono del tuo regno,
degno di lode e di gloria nei secoli.
55Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini,
degno di lode e di gloria nei secoli.
56Benedetto sei tu nel firmamento del cielo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
57Benedite, opere tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
58Benedite, angeli del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
59Benedite, cieli, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
60Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
61Benedite, potenze tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
62Benedite, sole e luna, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
63Benedite, stelle del cielo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
64Benedite, piogge e rugiade, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
65Benedite, o venti tutti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
66Benedite, fuoco e calore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
67Benedite, freddo e caldo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
68Benedite, rugiada e brina, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
69Benedite, gelo e freddo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
70Benedite, ghiacci e nevi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
71Benedite, notti e giorni, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
72Benedite, luce e tenebre, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
73Benedite, folgori e nubi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
74Benedica la terra il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
75Benedite, monti e colline, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
76Benedite, creature tutte
che germinate sulla terra, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
77Benedite, sorgenti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
78Benedite, mari e fiumi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
79Benedite, mostri marini
e quanto si muove nell'acqua, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
80Benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
81Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
82Benedite, figli dell'uomo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
83Benedica Israele il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
84Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
85Benedite, o servi del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
86Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
87Benedite, pii e umili di cuore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
88Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli,
perché ci ha liberati dagl'inferi,
e salvati dalla mano della morte,
ci ha scampati di mezzo alla fiamma ardente,
ci ha liberati dal fuoco.
89Lodate il Signore, perché egli è buono,
perché la sua grazia dura sempre.
90Benedite, fedeli tutti, il Dio degli dèi,
lodatelo e celebratelo, perché la sua grazia dura sempre".

91Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: "Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?". "Certo, o re", risposero.
92Egli soggiunse: "Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell'aspetto a un figlio di dèi".
93Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace con il fuoco acceso e prese a dire: "Sadràch, Mesàch, Abdènego, servi del Dio altissimo, uscite, venite fuori". Allora Sadràch, Mesàch e Abdènego uscirono dal fuoco.
94Quindi i satrapi, i prefetti, i governatori e i ministri del re si radunarono e, guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere; che neppure un capello del loro capo era stato bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure l'odore del fuoco era penetrato in essi.
95Nabucodònosor prese a dire: "Benedetto il Dio di Sadràch, Mesàch e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio che il loro Dio.
96Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, proferirà offesa contro il Dio di Sadràch, Mesàch e Abdènego, sia tagliato a pezzi e la sua casa sia ridotta a un mucchio di rovine, poiché nessun altro dio può in tal maniera liberare".
97Da allora il re promosse Sadràch, Mesàch e Abdènego a cariche pubbliche nella provincia di Babilonia.

98Il re Nabucodònosor a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano in tutta la terra: Pace e prosperità!99M'è parso opportuno rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il Dio altissimo ha fatto per me.

100Quanto sono grandi i suoi prodigi
e quanto straordinarie le sue meraviglie!
Il suo regno è un regno eterno
e il suo dominio di generazione in generazione.


Seconda lettera ai Corinzi 13

1Questa è la terza volta che vengo da voi. 'Ogni questione si deciderà sulla dichiarazione di due o tre testimoni'.2L'ho detto prima e lo ripeto ora, allora presente per la seconda volta e ora assente, a tutti quelli che hanno peccato e a tutti gli altri: quando verrò di nuovo non perdonerò più,3dal momento che cercate una prova che Cristo parla in me, lui che non è debole, ma potente in mezzo a voi.4Infatti egli fu crocifisso per la sua debolezza, ma vive per la potenza di Dio. E anche noi che siamo deboli in lui, saremo vivi con lui per la potenza di Dio nei vostri riguardi.
5Esaminate voi stessi se siete nella fede, mettetevi alla prova. Non riconoscete forse che Gesù Cristo abita in voi? A meno che la prova non sia contro di voi!6Spero tuttavia che riconoscerete che essa non è contro di noi.7Noi preghiamo Dio che non facciate alcun male, e non per apparire noi superiori nella prova, ma perché voi facciate il bene e noi restiamo come senza prova.8Non abbiamo infatti alcun potere contro la verità, ma per la verità;9perciò ci rallegriamo quando noi siamo deboli e voi siete forti. Noi preghiamo anche per la vostra perfezione.10Per questo vi scrivo queste cose da lontano: per non dover poi, di presenza, agire severamente con il potere che il Signore mi ha dato per edificare e non per distruggere.

11Per il resto, fratelli, state lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi.12Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano.
13La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.


Capitolo XXIII: La meditazione della morte

Leggilo nella Biblioteca

 1. Ben presto la morte sarà qui, presso di te. Considera, del resto, la tua condizione: l'uomo oggi c'è e domani è scomparso; e quando è sottratto alla vista, rapidamente esce anche dalla memoria. Quanto grandi sono la stoltezza e la durezza di cuore dell'uomo: egli pensa soltanto alle cose di oggi e non piuttosto alle cose future. In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; ché, se avrai retta la coscienza, non avrai molta paura di morire. Sarebbe meglio star lontano dal peccato che sfuggire alla morte. Se oggi non sei preparato a morire, come lo sarai domani? Il domani è una cosa non sicura: che ne sai tu se avrai un domani? A che giova vivere a lungo, se correggiamo così poco noi stessi? Purtroppo, non sempre una vita lunga corregge i difetti; anzi spesso accresce maggiormente le colpe. Magari potessimo passare santamente anche una sola giornata in questo mondo. Molti fanno il conto degli anni trascorsi dalla loro conversione a Dio; ma scarso è sovente il frutto della loro emendazione. Certamente morire è cosa che mette paura; ma forse è più pericoloso vivere a lungo. Beato colui che ha sempre dinanzi agli occhi l'ora della sua morte ed è pronto ogni giorno a morire. Se qualche volta hai visto uno morire, pensa che anche tu dovrai passare per la stessa strada. La mattina, fa conto di non arrivare alla sera; e quando poi si farà sera non osare sperare nel domani. Sii dunque sempre pronto; e vivi in tal modo che, in qualunque momento, la morte non ti trovi impreparato.  

2. Sono molti coloro che muoiono in un istante, all'improvviso; giacché "il Figlio dell'uomo verrà nell'ora in cui non si pensa che possa venire" (Mt 24,44; Lc 12,40). Quando sarà giunto quel momento estremo, comincerai a giudicare ben diversamente tutta la tua vita passata, e molto ti dorrai di esser stato tanto negligente e tanto fiacco. Quanto é saggio e prudente l'uomo che, durante la vita, si sforza di essere quale desidera esser trovato al momento della morte! Ora, una piena fiducia di morire santamente la daranno il completo disprezzo del mondo, l'ardente desiderio di progredire nelle virtù, l'amore del sacrificio, il fervore nella penitenza, la rinuncia a se stesso e il saper sopportare ogni avversità per amore di Cristo. Mentre sei in buona salute, molto puoi lavorare nel bene; non so, invece, che cosa potrai fare quando sarai ammalato. Giacché sono pochi quelli che, per il fatto di essere malati, diventano più buoni; così come sono pochi quelli che, per il fatto di andare frequentemente in pellegrinaggio, diventano più santi. Non credere di poter rimandare a un tempo futuro la tua salvezza, facendo affidamento sui suffragi degli amici e dei parenti; tutti costoro ti dimenticheranno più presto di quanto tu non creda. Perciò, più che sperare nell'aiuto di altri, è bene provvedere ora, fin che si è in tempo, mettendo avanti un po' di bene. Ché, se non ti prendi cura di te stesso ora, chi poi si prenderà cura di te? Questo è il tempo veramente prezioso; sono questi i giorni della salvezza; è questo il tempo che il Signore gradisce (2Cor 6,2). Purtroppo, invece, questo tempo tu non lo spendi utilmente in cose meritorie per la vita eterna. Verrà il momento nel quale chiederai almeno un giorno o un'ora per emendarti; e non so se l'otterrai. Ecco, dunque, mio caro, di quale pericolo ti potrai liberare, a quale pericolo ti potrai sottrarre, se sarai stato sempre nel timore di Dio, in vista della morte. Procura di vivere ora in modo tale che, nell'ora della morte, tu possa avere letizia, anziché paura; impara a morire al mondo, affinché tu cominci allora a vivere con Cristo; impara ora a disprezzare ogni cosa, affinché tu possa allora andare liberamente a Cristo; mortifica ora il tuo corpo con la penitenza, affinché tu passa allora essere pieno di fiducia.  

3. Stolto, perché vai pensando di vivere a lungo, mentre non sei sicuro di avere neppure una giornata? Quante persone sono state ingannate, inaspettatamente tolte a questa vita! Quante volte hai sentito dire che uno è morto di ferite e un altro è annegato; che uno, cadendo dall'alto, si è rotto la testa; che uno si è soffocato mentre mangiava e un altro è morto mentre stava giocando? Chi muore per fuoco, chi per spada; chi per una pestilenza, chi per un assalto dei predoni. Insomma, comunque destino è la morte; e passa rapidamente come un'ombra la vita umana. Chi si ricorderà di te, dopo che sarai scomparso, e chi pregherà per te? Fai, o mio caro, fai ora tutto quello che sei in grado di fare, perché non conosci il giorno della tua morte; né sai che cosa sarà di te dopo. Accumula, ora, ricchezze eterne, mentre sei in tempo. Non pensare a nient'altro che alla tua salvezza; preoccupati soltanto delle cose di Dio. Fatti ora degli amici, venerando i santi di Dio e imitando le loro azioni, "affinché ti ricevano nei luoghi eterni, quando avrai lasciato questa vita" (Lc 16,9). Mantienti, su questa terra, come uno che è di passaggio; come un ospite, che non ha a che fare con le faccende di questo mondo. Mantieni libero il tuo cuore, e rivolto al cielo, perché non hai stabile dimora quaggiù (Eb 13,14). Al cielo rivolgi continue preghiere e sospiri e lacrime, affinché, dopo la morte, la tua anima sia degna di passare felicemente al Signore. Amen.


DISCORSO 358/A TRATTATO DI SANT' AGOSTINO SUL VALORE DELLA MISERICORDIA.

Discorsi - Sant'Agostino

Leggilo nella Biblioteca

La vera misericordia è immedesimazione nelle pene altrui.

1. Desidero darvi, o buoni fedeli, qualche avvertimento sul valore della misericordia. Per quanto abbia sperimentato che voi siete disponibili a ogni opera buona, tuttavia è necessario che su questo argomento tenga con voi un discorso di particolare impegno. Vediamo dunque: che cosa è la misericordia? Non è altro se non un caricarsi il cuore di po' di miseria [altrui]. La parola " misericordia " deriva il suo nome dal dolore per il " misero ". Tutt'e due le parole ci sono in quel termine: miseria e cuore. Quando il tuo cuore è toccato, colpito dalla miseria altrui, ecco, allora quella è misericordia. Fate attenzione pertanto, fratelli miei, come tutte le buone opere che facciamo nella vita riguardano veramente la misericordia. Ad esempio: tu dài del pane a chi ha fame; daglielo con la partecipazione del cuore, non con noncuranza, per non trattare come un cane l'uomo a te simile. Quando dunque compi un atto di misericordia comportati [così]: se porgi un pane, cerca di essere partecipe della pena di chi ha fame; se dài da bere, partecipa alla pena di chi ha sete; se dài un vestito, condividi la pena di chi non ha vestiti; se dài ospitalità condividi la pena di chi è pellegrino; se visiti un infermo quella di chi ha una malattia; se vai a un funerale ti dispiaccia del morto e se metti pace fra i litiganti pensa all'affanno di chi ha una contesa. Se amiamo Dio e il prossimo non possiamo fare queste cose senza una pena nel cuore. Queste sono le opere buone che provano il nostro essere cristiani. il santo Apostolo dice infatti: Mentre ne abbiamo l'occasione, operiamo il bene verso tutti 1. Parimenti lo stesso Apostolo che cosa dice nello stesso passo sempre sul ben operare? Questo vi dico: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà 2. Chi ha parlato di seminagione, ha promesso il raccolto.

In cielo non vi saranno opere di misericordia. Impegno della seminagione. Esempio del contadino.

2. Quando semini, poiché fai un'opera di misericordia, se sei partecipe del dolore di colui che ne è l'oggetto, semini tra le lacrime 3. Ma un giorno tuttavia, raggiunto il nostro fine, non ci sarà più bisogno di questa seminagione di misericordia; perché in quel regno non ci saranno degli infelici che come qui hanno sofferto angustie a causa di Dio. Nel luogo della ricompensa infatti, a chi porgi il pane se nessuno ha fame? Quale nudità potrai rivestire se tutti sono vestiti d'immortalità? A chi dài ospitalità se tutti vivono nella loro patria? Quali i malati da visitare se c'è eterna salute? Quali morti da seppellire lì dove si vive eternamente? Quali litigiosi puoi mettere d'accordo lì dove ha raggiunto pienezza quella pace che qui viene promessa? Non ci saranno dunque lì opere di misericordia. Perché? Perché non semini più: porti i manipoli di grano. Perciò non stanchiamoci di operare. Seminiamo tra le lacrime, cioè con fatica e dolore. Pertanto non venite meno nelle opere di misericordia perché riceverete la ricompensa della vostra seminagione 4. D'inverno si semina con fatica. Ma l'asprezza dell'inverno non ha mai distolto il contadino dal gettare nella terra il frutto selezionato con tanta fatica. Egli procede e getta in terra il seme che aveva raccolto dalla terra, che dalla terra era stato selezionato. Non si arresta, lo getta in terra, tremando di freddo, ma sollecito. Perché sollecito nonostante il freddo? Scuotono la pigrizia fede e speranza. Non vede certo la messe ma ha fede che spunterà. Non raccoglie già ora i frutti ma spera di raccoglierli; e si rianima con questa fede, con questa speranza, così che sopportando il grande disagio del freddo, butta il seme nella terra ed è sicuro di poter raccogliere con l'aiuto di Dio frutti abbondanti secondo il suo lavoro e la sua fatica.

 

1 - Gal 6, 10.

2 - 2 Cor 9, 6.

3 - Cf. Sal 125, 6.

4 - Cf. Gal 6, 9.


Capitolo XIV: Maria SS. è benedetta per la pienezza di grazia, per l’eccellenza della prole, per la grandezza della sua misericordia e per l’immensità della sua gloria.

Lo specchio della Beata Vergine Maria - Beato Corrado di Sassonia

Leggilo nella Biblioteca


Benedetta fu fra le donne. Si è dimostrato sopra che Maria per la purissima innocenza della vita meritamente è salutata con l'Ave; si è inoltre dimostrato come per l'abbondantissima affluenza di grazia ben sia detta piena di grazia ; si è pur dimostrato come per la specialissima presenza di Dio meritamente si soggiunge che il Signore è con lei. Bimane da' dimostrare ora come per la gratissima riverenza della sua persona sia salutata benedetta fra le donne. Ecco, dunque, quel glorioso Arcangelo Gabriele salutando quella gloriosa Vergine Maria terminò l'onorifico saluto nella più bella maniera con una benedizione dicendo : Benedetta tu fra le donne. Parlando di questa espressione S. Girolamo dice (Epist. cit. n. 5) : " Benedetta tu fra le donne, cioè benedetta più che tutte le donne. E per questo tutto ciò che di maledizione ci fu infuso per Eva, tutto fu allontanato dalla benedizione di Maria ". Dica dunque Gabriele : Benedetta tu fra le donne. Benedetta, soggiungo, per la pienezza della grazia da venerarsi in te, benedetta per l’eccellenza della persona da incarnarsi per te, benedetta per la grandezza della misericordia per mezzo tuo da elargirsi, benedetta per l'immensità della gloria da accumularsi sopra di te.
In 1° luogo riflettete, o carissimi, come Maria sia veramente benedetta per la pienezza della grazia da venerarsi in lei, come giustamente dimostra Gabriele dicendo : Ave, o piena di grazia, il Signore con te, tu benedetta fra le donne. Benedetta tu, perché piena di grazia sei tu. Hai trovato grazia presso il Signore, e perciò tu sei benedetta presso il Signore ; onde S. Bernardo ottimamente di questa benedizione di Maria dice (Serm. 2 de Advent. Dom. n. 5) : " Per te noi abbiamo adito al Figlio, o benedetta fra le donne, trovatrice della grazia, genitrice della vita, madre della salute “. Benedetta dunque tu, o Maria, per la grazia, benedetta, soggiungo, per la grazia del cuore, per la grazia della bocca, per la grazia delle opere. Benedetta certo nel cuore per la grazia dei doni, benedetta nella bocca, per la grazia dei labbri, benedetta nelle opere per la grazia dei costumi. — Veramente benedetta è Maria per la grazia del cuore, per la grazia dei doni nel cuore, per la quale il suo cuore fu deliziosissimo come paradiso di Dio, tanto che di questa benedizione giustamente può ripetersi il detto del 40° capo dell’Ecclesiastico : La grazia come un paradiso in benedizione ; qui dice l’Interlineare (Apud Lyranum in hunc locum) : " Che produce diverse specie di virtù ". Di queste felici benedizioni di grazie e di virtù l’Apostolo dice nel 1° Agli Efesini : Il quale ci benedì con ogni benedizione spirituale del cielo in Cristo. Se dunque la grazia fa deliziosa come un paradiso di Dio la mente umana con le benedizioni delle virtù, quanto più la deliziosissima mente, la deliziosissima anima di Maria fu come il paradiso di Dio nelle benedizioni dello Spirito Santo? Anzi paradiso di Dio fu Maria non solo con la mente, ma anche col seno, racchiudendo in sé il legno della vita. Gesù Cristo. Onde S. Bernardo dice (Egbert. Serm. Paneg. ad M. V. n. 4) : " Veramente paradiso di Dio sei tu che al mondo hai portato il legno della vita, di cui chi si ciberà, vivrà in eterno ". Ohimè ! quanto è lungi da questa benedizione di Maria la mente di chiunque non è paradiso di Dio per le benedizioni della grazia, ma è sentina del diavolo per le maledizioni del peccato ! Costui, come dicesi nel Salmo (Psalm. 108, 18), amò la maledizione e gli venne, e non volle la benedizione e da lui si allontanò.
Similmente, o carissimi, benedetta è Maria non solo per la grazia dei doni del cuore, ma anche per la grazia dei labbri della bocca, giusta il detto del salmo (Psalm. 44. 3) : Cosparsa è la grazia sulle tue labbra, per questo Dio ti benedì in eterno. O quanta grazia fu sempre sulle labbra di Maria nelle preghiere devotissime, quanta nei suoi doni utilissimi ! O come abbondante fu sempre la grazia nei labbri di Maria per gli uomini, per gli angeli, per Iddio ! Poiché lo stesso Dio prestò benigno l'orecchio alle parole dei suoi labbri, assicurandocene S. Bernardo che a lei rivolto dice (Homil. 4 super Missus. n. 8): " A chi piacesti tacendo, già più piacerai parlando, mentre egli stesso ti grida dal ciclo : O bella fra le donne (Cant. 1, 7. et 8, 13), fammi udire la tua voce ". Oh ! come sempre le labbra di Maria furono verissime, pudicissime, disciplinatissime, sincerissime ! E ben per questo Iddio la benedì in eterno. Ohimè! quanto sono lontani da questa benedizione di Maria coloro le cui labbra sono tanto dissimili da quelle di Maria, coloro, dico, sulle cui labbra non la grazia è cosparsa, ma la malizia vi abbonda, perciò non benedizione ma eterna maledizione diede loro Iddio.
Similmente, o carissimi, Maria è benedetta non solo per la grazia dei doni del cuore, non solo per la grazia delle labbra della sua bocca, ma anche per il modo della sua vita pratica. E di questa benedizione può ripetersi il detto del 31° capo di Geremia : Benedica a te il Signore, o bellezza di giustizia, o monte santo! Monte santo è Maria SS. che ben dicesi monte per la eccellenza dei meriti, per la sublimità della vita e dei costumi. Questo è il monte, di cui, come leggesi in Daniele (Cap. 2. 45), la pietra, senza le mani fu tagliata, mentre Cristo da Maria senza concorso maritale è nato. La bellezza di questo monte, bellezza di giustizia, la bellezza della vita e dei costumi di Maria fu tanta che meritamente di questa può dirsi nel 4° capo della Cantica : "Tutta bella sei, o amica mia. Bella di certo per la vita, bella per l'ordine dei costumi, e tutta bella. Tutta, si, tutta. Come tutta ? Ascolta Girolamo che dice così (Epist. saepe cit. n. 9) : " Tutto quello che si operò in Maria fu tutto purezza e semplicità, tutto grazia e verità, tutto misericordia e giustizia che (Psalm. 84, 12) dal cielo riguardò ". A tal bellezza di Maria meritamente benedì il Signore. Oh ! quant'è lungi da questa benedizione di Maria chiunque è con le opere tale da non potersi dire a lui come a Maria " Benedica a te il Signore, o bellezza di giustizia ", ma da dovergli dire : Ti maledica il Signore, o bruttezza di ingiustizia. O come grande sarà la maledizione quando si dirà : Via da me, maledetti, nel fuoco eterno. — Ecco, noi vediamo, o Maria carissima, che tu sei veramente benedetta per la pienezza di grazia, benedetta, dico, per la grazia della coscienza e dei doni, benedetta per la grazia della lingua e delle labbra, benedetta per la grazia della vita e dei costumi.
In 2° luogo riflettete, o carissimi, come veramente benedetta sia Maria per la sublimità della sua prole benedetta, per il frutto benedetto del suo seno. Con ragione infatti è benedetta quella terra che produce frutto tanto benedetto ; onde il salmo : Hai benedetto, o Signore, la terra tua. Questa terra è Maria, di cui nello stesso salmo dicesi: La Verità dalla terra è sorta. La Verità è Cristo che disse ; Io sono la via, la verità e la vita. Benedetta dunque è questa terra per il Figlio benedetto ; onde S. Bernardo (Homil. 3 super missus. n. 5) : " II frutto del tuo seno non fu benedetto perché tu eri benedetta, ma fu lui che ti prevenne colle sue benedizioni dolcissime, e cosi tu pure fosti benedetta ". Perciò Maria fu benedetta per la sua santa prole, benedetta, dico, dal Signore, dall'angelo, dall'uomo. Fu benedetta per la prole dal Signore che operava la benedizione, dall'angelo che l’annanziava, dall'uomo che la profetava. Veramente benedetta per la prole è Maria dal Signore che operava ossia donava questa sua benedizione. Ciò è ben notato nel capo 6° del II dei Re, ove leggesi che il Signore benedi la casa di Obededom per 1'arca. Obededom si interpreta " servo sanguigno " (Conf. Cornel. a Lap. in II Reg. 6. 10), e esattamente raffigura Cristo che si fece nostro servo, servendo a noi miseri fino al sangue. Per noi infatti Cristo si fece servo, per noi pure divenne sanguinoso, sanguinoso nel dorso per i flagelli, sanguinoso nel capo per le spine, sanguinoso nel petto per la lancia, sanguinoso nelle mani e nei piedi per i chiodi. La casa di questo servo fu Maria, di cui nel salmo dicesi (Psalm. 64, 5) : Siamo ricolmi di beni nella tua casa. L'arca pure, collocata in questa casa, raffigura Cristo ; Cristo infatti è il nostro servo. Cristo la nostra arca. Nell'arca vi era un'urna di oro e la manna (Hebreor. 9, 4). L'arca santa raffigura la carne santissima di Cristo, l'urna d'oro la sua preziosissima anima, e la manna la dolcissima sua divinità. Per questa arca, per Gesù Cristo Figlio di Maria il Signore benedì la casa di Maria. O veramente casa benedetta, dalla quale sgorgò la vita di tutti ! Dice infatti Agostino (Serm. 120. Append. n. 4) : " Benedetta tu fra le donne perché per gli uomini e per le donne hai partorito la vita ".
Similmente, o carissimi, per la prole è benedetta Maria non solo dal Signore che è il datore della sua benedizione, ma anche dall'Angelo che della sua benedizione è il nunzio, come apparisce in Gabriele che dice : " II Signore con te ; benedetta tu fra le donne. Come con te ? Lo dice Agostino (Serm. 194. Append. n. 1): "Con te nel cuore, con te nel seno". Perciò tu sei benedetta con lui, perché egli pure è tale con te. Con te, si, con te, non tanto come il Creatore con la creatura ma anche come il parto con la partoriente. Per il parto infatti tu sei benedetta prima del parto, durante il parto e dopo il parto. Veramente benedetta perché tu partoristi in modo da restare vergine, dopo il parto come prima del parto, e perciò singolarmente benedetta tu meritasti di esser chiamata, poiché tu partoristi non un semplice uomo, non un angelo autentico, ma il Signore degli uomini e degli angeli ; onde Beda meritamente cosi si esprime (Homil. in testo Assunt. B. M. V); "Veramente benedetta fra le donne perché senza esempio fra le donne, insieme col decoro della verginità godé l’onore della maternità, e come conveniva ad una madre vergine procreò Iddio e il Figlio di Dio ". — Similmente, o carissimi. Maria è benedetta per la prole non solo dal Signore autore della benedizione, non solo dall'angelo che ne fa il nunzio, ma anche dall’uomo che ne fu il profeta, come apparisce in Elisabetta che, esultandole in seno il proprio figlio, ripiena di Spirito Santo, profetando esclamò : Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno. Perciò benedetta perché è benedetto il frutto del tuo seno, come è benedetto il campo perché è benedetto il di lui frutto. Maria infatti, o fratelli, è quel campo benedetto di cui nel 27° capo del Genesi si dice : Ecco l’odore del figlio mio, come l’odore del campo pieno, cui benedì il Signore. Di questo S. Girolamo dice così (Epist. cit. n. 11) : " Bene viene detto campo pieno perché Maria è salutata piena di grazia, dal cui seno sgorgò per i credenti il frutto della vita ".  O veramente campo benedetto sopra tatti i campi, per il frutto! O veramente Madre benedetta sopra tutte le madri per il Figlio ! secondo ciò che ne dice anche S. Agostino (Serm. 119. Append. n. 3) : " O donna sopra le donne benedetta! perché non conobbe affatto 1'uomo e pur circondò col suo seno un uomo ". — Ecco, o dolcissima Maria, noi vediamo come tu per il benedetto frutto del tuo seno sei veramente benedetta con la benedizione divina, angelica ed umana. Oh ! come sono lontani da questa benedizione di Maria coloro che per il maledetto frutto delle loro opere, incorrono nella maledizione di Dio, degli angeli e degli uomini, restando eternamente maledetti da tutti.
In 3° luogo riflettete, o carissimi, come veramente. benedetta sia Maria per la grandezza della sua misericordia. Essa infatti è raffigurata da quella Ruth di cui è detto : Tu sei benedetta dal Signore, o figlia, perché hai superato la prima con la seconda misericordia ! La prima misericordia di Maria fu quella che ci donò mentre ancora viveva nel mondo ; la seconda è quella che già da più di mille duecento anni ci dona dal cielo. Sì questa seconda superò la prima perché la sorpassò con una moltitudine innumerevole di benefici. Chi potrebbe stimare quanto sia inestimabilmente benedetta Maria, essendo inestimabile la sua misericordia ? E chi è capace di stimare quanto sia inestimabile la misericordia di Maria, per la quale ella tanto inestimabilmente è benedetta ? Onde S. Bernardo esclama (Serm. 4. in Assunt. B. M. V. n. 8): "Chi può misurare, o benedetta, la lunghezza, la larghezza, 1' altezza e la profondità della tua misericordia ? ". Benedetta dunque è Maria per la molteplice misericordia che già l'uomo riceve ed ha ricevuto. Sì è benedetta perché per lei Iddio è benigno verso l’uomo; benedetta si, perché per lei 1' uomo è accettevole a Dio ; benedetta sì, perché per lei il diavolo è superabile dall'uomo. — Io asserisco, o carissimi, che Maria è benedetta perché per lei Iddio è benigno verso l'uomo, come è notato di Abigail di cui nel 25° capo del 1° dei Re si dice, mentre David offeso voleva uccidere lo stolto Nabal, Abigail accorrendo placò il re offeso. Il quale placato disse : Benedetta la tua eloquenza e benedetta tu che hai impedito che oggi io versassi il sangue e mi facessi giustizia con le mie stesse mani. Lo stolto Nabal è figura del peccatore, poiché ogni peccatore è stolto ! Ma ohimè! come dicesi nel 1° capo dell'Ecclesiaste : Infinito è il numero degli stolti. Abigail è figura di Maria ; si interpreta infatti " la gioia del padre mio " (Hieron. De Nom. Hebreor [I Reg.].). O quanta gioia del celeste Padre fu in Maria e quanta gioia di Maria fu nel Padre celeste, quando ella disse : Esultò lo spirito mio in Dio, mio salvatore ! Come dunque Abigail raffigura la nostra Signora, così David raffigura il nostro Signore. David poi è offeso dallo stolto Nabal quando il signore viene offeso dall’uomo empio, David si riconcilia per Abigail con lo stolto Na- bal, quando il Signore si riconcilia con l'empio per mezzo di Maria. Abigail placò David con parole e con doni. Maria placa il Signore con le preghiere e con i meriti. Abigail impedì la vendetta temporale, ma Maria impedisce la vendetta eterna, mentre quella allontanò la spada umana e questa la divina; onde S. Bernardo ben dice (Egbert. loc. cit. n. 1): " Nessuno, o Signora, è atto a sospendere con la mano la spada, come lo sei tu, o amantissima di Dio, per cui abbiamo ricevuto misericordia dalla mano di Dio nostro Signore.
Similmente, o carissimi. Maria non solo è benedetta perché per lei Dio è benigno verso l’uomo, ma è benedetta anche perché per lei l’uomo è a Dio accettevole, rimanendo in lei benedetta benedetto anche l'uomo. Onde nel 19° capo di Isaia bene si dice che troverà Israele la benedizione dentro quella terra cui benedì il Signore degli eserciti dicendo : Benedetto il mio popolo ecc. Il centro della terra, cui Dio benedì può dirsi la beata Vergine, nel cui interno si incominciò la benedizione della nostra salute, giusta il detto del salmo (Psalm. 73. 12) : Iddio, Re nostro, prima dei secoli operò la salute ecc. Di questo centro della terra S. Bernardo cosi dice: "Maria con mirabile proprietà si chiama il centro della terra ; a lei infatti come al centro, come all’arca di Dio, come alla causa delle cose, come all'impresa dei secoli riguardano e gli abitanti del cielo e gli abitanti dell'inferno, e coloro che ci hanno preceduto e coloro che ci seguono. Gli abitanti del cielo per ricrearsi, quelli dell'inferno per esser liberati, coloro che ci precederono per esser trovati profeti fedeli (EccL 36. 18), coloro che ci seguono per esser glorificati ". Dunque in questo benedetto centro della terra, viene benedetto il popolo di Dio mentre per la benedetta Madre di Dio, è a lui accetto. Che meraviglia se per Maria benedetta, diviene benedetta e accetta a Dio la creatura ragionevole, quando pure per lei viene benedetta ogni creatura ? Onde Anselmo esclamando dice (Orat. 52 circa medium): " O Vergine benedetta e sovrabenedetta ! per la cui benedizione si benedice ogni creatura, non solo la creatura dal Creatore, ma anche il Creatore dalla creatura.
Similmente, o carissimi. Maria non solo è benedetta perché per lei il Signore è benigno con l'uomo, non solo perché anche l'uomo è accettevole presso Dio, ma è benedetta pure perché per lei il diavolo è superabile dall'uomo; onde ella è raffigurata per quella Giuditta di cui dicesi nel capo 13° : A te benedì il Signore nella sua potenza, perché per tuo mezzo ridusse al niente i nemici nostri. I nemici nostri sono i demoni che la beata Vergine ridusse al niente, mentre ed in sé ed in molti altri distrusse le loro forze, come attesta S. Bernardo quando dice (Egbert. loc. cit. n. 5) : " Tu sei guerriera valorosa ; dinanzi a te fu messo in fuga tutto l'esercito delle spirituali nequizie ". Fuggiamo dunque, o fratelli, e rifugiamoci nel soccorso della Madre del Signore durante tutte le molestie è le tentazioni del diavolo. Essa infatti è terribile per i nemici delle nostre anime, come una ordinata armata di accampamenti (Cant. 6. 3). E poiché oh! molteplice è la nostra miseria per cui abbisogniamo della benedizione e della misericordia di Maria, perciò invochiamone la benedizione con S. Bernardo dicendo così (Serm. 1 in Assunt. B. M. V. n. 3); " Sia opera della tua pietà, o Vergine benedetta, manifestare al mondo la stessa grazia che tu presso Dio hai meritato, ottenendo con le tua sante preghiere ai rei il perdono, ai malati la salute, ai pusillanimi il coraggio, agli afflitti la consolazione, ai pellegrini il soccorso e la liberazione ". — Ecco, noi vediamo, o dolcissima Maria, che tu sei benedetta per la tua molteplice misericordia ; benedetta tu sei, dico, perché per te Dio si riconcilia con l'uomo, tu sei benedetta perché per te l'uomo diviene gradito a Dio, benedetta perché per te il diavolo viene vinto dall’uomo. Ohimè ! quanto lungi da questa benedizione di Maria è chiunque non è grato a Dio, chiunque è soggiogato dal diavolo, e perciò come tale da Dio sarà maledetto.
In 4° luogo riflettete, o carissimi, come veramente benedetta sia Maria per la sublimità della sua gloria, giusta il detto del capo terzo di Ezechiele : Benedetta la gloria del Signore nel suo proprio luogo. La gloria del Signore è la sua gloriosa Madre che è veramente benedetta per la gloria che ha nel suo duplice luogo ; è benedetta, dico, nel luogo ove presso di lei il Figlio suo riposò, cioè nel seno, benedetta è anche nel luogo ove essa presso di lui riposa ira cielo. Difatti l’uno e 1'altro è luogo degnissimo, come è chiaro per

S. Bernardo che dice così (Serm. 1 in Assunt. B. M. V. n. 1) : “ Né vi è nel mondo luogo più degno del tempio del seno verginale in cui Maria ricevé il Figlio dì Dio, né in cielo luogo più degno del trono regale su cui il Figlio innalzò Maria ". Benedetta dunque è Maria per la sua gloria, si benedetta per la sua gloria sublimissima, copiosissima, stabilissima ; benedetta, dico, per la sua gloria sublimissima per la dignità, benedetta per la sua gloria copiosissima per la immensità, benedetta per la sua gloria stabilissima per l'eternità. — Dico, o carissimi, che benedetta è Maria per la sua gloria eccellentissima per dignità. Poiché di questa benedizione può ripetersi il detto del Salmo: “ Benedirai alla corona dell’anno della tua benignità… Nota che vi è l'anno dell’equanimità, l'anno della severità e l’anno della benignità ! Il primo è l'anno dei combattenti nel mondo, il secondo dei piangenti nell'inferno, il terzo degli esultanti nel cielo. Il primo anno ha i giorni e le notti, il secondo ha solo le notti, il terzo ha solo i giorni. lo dico che il primo anno ha i giorni e le notti, cioè i buoni e i cattivi che sono insieme in questo mondo. Tanti poi sono i giorni e le notti in questo anno, quanti sono i buoni e i cattivi nel mondo. Il secondo anno ha le sole notti cioè i soli peccatori più tenebrosi delle notti. Tante poi sono le notti in questo anno, quanti sono i peccatori nell'inferno. Il terzo anno ha i soli giorni, cioè i soli buoni più lucenti del giorno. Tanti poi sono i giorni in questo anno, quanti sono i giusti in cielo. Nel primo anno dell’equanimità, i buoni e i cattivi equanimemente sono tollerati, nel secondo anno della severità i cattivi severissimamente sono tormentati, nel terzo anno della benignità i buoni benignissimamente sono coronati. Inoltre la benedetta corona di quest'anno è la benedetta Vergine Maria. Ella è la corona di tutti i giorni di quest’anno, poiché essa è la corona di tutti i Santi in cielo. La corona infatti suoi collocarsi sopra il capo ; così Maria è posta al di sopra del capo di tutti i Santi, oltre il capo di tutti i Santi è esaltata, come attesta S. Girolamo dicendo : " Meritò di essere esaltata sopra i cori degli angeli e sorpassò la natura della nostra umiltà ". Se il Figlio di Maria è la divina corona dei Santi, Maria ne è la sotto-corona, È chiaro dunque quanto sia sublimemente benedetta la nostra corona, la Madre nostra Maria. Tutti dunque seguiamo la tanto sublimemente benedetta, di cui S. Bernardo dice (Serm. 1 in Assunt. B. M. V. n. 1) : " Non abbiamo qui stabile dimora, ma ci incamminiamo verso quella a cui oggi giunse Maria benedetta ".
Similmente, o carissimi. Maria è benedetta non solo per la sua gloria eccellentissima per dignità, ma anche per la sua gloria copiosissima per immensità, la cui abbondanza è tanta che su tutti si diffonde ; e perciò giustamente da tutti si benedice, secondo ciò che di essa in figura si dice nel 15° capo di Giuditta : Benedirono lei tutti ad uria voce dicendo : Tu la gloria di Gerusalemme, tu la gioia di Israele, tu  1'onore del popolo nostro. Sì, tutti a lei benedirono ; nota che si dice - tutti - ; infatti tutti è parola universale che si riferisce ai tre nomi suddetti. Ed ecco come tre sono riferiti: Dio, 1'Angelo, l’uomo, che benedirono Maria. Si, Dio benedì Maria, la benedì il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, tutte e tre le Persone. Anche 1'Angelo benedì Maria : la benedì la prima gerarchia, la seconda, la terza, e tutti gli Angeli. L'uomo pure benedì Maria, i coniugati, le vedove, le vergini, tutti la benedirono, dicendo : Tu la gloria della Gerusalemme trionfante, cioè di tutti i Santi ; tu la gioia d'Israele che contempla Iddio, cioè di tutti gli Angeli ; tu l’onore del popolo pellegrino, cioè di tutti i giusti nel mondo. Benedetto sia dunque il tuo dolcissimo Figlio, o Maria, il quale per la tua abbondantissima benedizione tanti benefizi dispensa in cielo e in terra che e gli angeli e gli uomini possono  giustamente congratularsi, dicendo con Anselmo (Arat. 52 ante medium) : “ Tutti questi grandi beni ci vennero per il benedetto frutto del benedetto seno di Maria benedetta ".
Similmente, o carissimi. Maria non solo è benedetta per la gloria sua sublimissima per dignità; non solo per la sua gloria copiosissima in immensità, ma è anche benedetta per la sua gloria stabilissima in eternità. Essa infatti è raffigurata per quella casa di cui nel 17° capo del 1° dei Paralipomeni si dice : Benedicendoti il Signore, sarai benedetta in eterno. Sì, in eterno, come pur nel salmo dìcesi (Psalm. 44. 3) : Per questo ti benedì Iddio in eterno. Così dunque, o dolcissima Vergine Maria, tu sei veramente benedetta fra le donne e sopra le donne, anzi anche sopra gli uomini e sopra gli angeli ; si, benedetta per la pienezza della grazia che hai trovato, benedetta per la nobiltà della persona che generasti, benedetta per la grandezza della misericordia che dispensasti, benedetta per l'immensità della gloria che ricevesti. Te noi invochiamo, te imploriamo, te preghiamo con S. Bernardo che supplicando a te benedetta, dice (Serm. 2 de Advent. Dom. n. 5) : " O benedetta, per la grazia che hai trovato, per il privilegio che hai meritato, per la misericordia che hai partorito, fa che colui che per tuo mezzo si degnò farsi partecipe dell’infermità e miseria nostra, per tuo mezzo pure metta anche noi a parte della sua beatitudine e della sua gloria. Così sia ".


Settembre 7 - 1943

Beata Edvige Carboni

Dopo la Sant.ma Comunione Gesù mi disse: Figliuola mia, prega con Paola per placare il mio Padre, sdegnato col genere umano, Mia Madre non riesce a placarlo.

Il castigo per l'Italia è per la disonestà che corre e si è dilagata da un punto all'altro dell'Italia, bestemmie orrende contro il Cuore Immacolato di mia Madre; tutto questo ha attirato l'ira dell'Eterno mio Padre con inviarvi il presente flagello; anzi aveva deciso di inviarvi una pioggia di fuoco, ma la Mamma mia Immacolata si è opposta, chiedendo perdono per voi tutti.

Il mondo, figlia mia, è corrotto e divenuto un ammasso di putridume. Prega te, e fa pregare affinché il mio Padre si possa calmare.