Liturgia delle Ore - Letture
Venerdi della 10° settimana del tempo ordinario (Sant'Antonio da Padova)
Vangelo secondo Matteo 10
1Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità.
2I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello,3Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo,4Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì.
5Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti:
"Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani;6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele.7E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino.8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.9Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture,10né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.
11In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza.12Entrando nella casa, rivolgetele il saluto.13Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi.14Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi.15In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città.
16Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.17Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe;18e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.19E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire:20non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
21Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire.22E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato.23Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo.
24Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone;25è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familiari!
26Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato.27Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti.28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia.
30Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati;31non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!
32Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli;33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
34Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada.35Sono venuto infatti a separare
'il figlio dal padre, la figlia dalla madre,
la nuora dalla suocera:'
36e 'i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.'
37Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me;38chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.39Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.41Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto.42E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa".
Numeri 23
1Balaam disse a Balak: "Costruiscimi qui sette altari e preparami qui sette giovenchi e sette arieti".2Balak fece come Balaam aveva detto; Balak e Balaam offrirono un giovenco e un ariete su ciascun altare.3Balaam disse a Balak: "Fermati presso il tuo olocausto e io andrò; forse il Signore mi verrà incontro; quel che mi mostrerà io te lo riferirò". Andò su di una altura brulla.
4Dio andò incontro a Balaam e Balaam gli disse: "Ho preparato i sette altari e ho offerto un giovenco e un ariete su ciascun altare".5Allora il Signore mise le parole in bocca a Balaam e gli disse: "Torna da Balak e parla così".6Balaam tornò da Balak che stava presso il suo olocausto: egli e tutti i capi di Moab.7Allora Balaam pronunziò il suo poema e disse:
"Dall'Aram mi ha fatto venire Balak,
il re di Moab dalle montagne di oriente:
Vieni, maledici per me Giacobbe;
vieni, inveisci contro Israele!
8Come imprecherò, se Dio non impreca?
Come inveirò, se il Signore non inveisce?
9Anzi, dalla cima delle rupi io lo vedo
e dalle alture lo contemplo:
ecco un popolo che dimora solo
e tra le nazioni non si annovera.
10Chi può contare la polvere di Giacobbe?
Chi può numerare l'accampamento d'Israele?
Possa io morire della morte dei giusti
e sia la mia fine come la loro".
11Allora Balak disse a Balaam: "Che mi hai fatto? Io t'ho fatto venire per maledire i miei nemici e tu invece li hai benedetti".12Rispose: "Non devo forse aver cura di dire solo quello che il Signore mi mette sulla bocca?".
13Balak gli disse: "Vieni con me in altro luogo da dove tu possa vederlo: qui ne vedi solo un'estremità, non lo vedi tutto intero; di là me lo devi maledire".14Lo condusse al campo di Zofim, sulla cima del Pisga; costruì sette altari e offrì un giovenco e un ariete su ogni altare.15Allora Balaam disse a Balak: "Fermati presso il tuo olocausto e io andrò incontro al Signore".16Il Signore andò incontro a Balaam, gli mise le parole sulla bocca e gli disse: "Torna da Balak e parla così".17Balaam tornò da Balak che stava presso il suo olocausto insieme con i capi di Moab. Balak gli disse: "Che cosa ha detto il Signore?".18Allora Balaam pronunziò il suo poema e disse:
"Sorgi, Balak, e ascolta;
porgimi orecchio, figlio di Zippor!
19Dio non è un uomo da potersi smentire,
non è un figlio dell'uomo da potersi pentire.
Forse Egli dice e poi non fa?
Promette una cosa che poi non adempie?
20Ecco, di benedire ho ricevuto il comando
e la benedizione io non potrò revocare.
21Non si scorge iniquità in Giacobbe,
non si vede affanno in Israele.
Il Signore suo Dio è con lui
e in lui risuona l'acclamazione per il re.
22Dio, che lo ha fatto uscire dall'Egitto,
è per lui come le corna del bufalo.
23Perché non vi è sortilegio contro Giacobbe
e non vi è magìa contro Israele:
a suo tempo vien detto a Giacobbe
e a Israele che cosa opera Dio.
24Ecco un popolo che si leva come leonessa
e si erge come un leone;
non si accovaccia, finché non abbia divorato la preda
e bevuto il sangue degli uccisi".
25Allora Balak disse a Balaam: "Se proprio non lo maledici, almeno non benedirlo!".26Rispose Balaam e disse a Balak: "Non ti ho già detto, che quanto il Signore dirà io dovrò eseguirlo?".
27Balak disse a Balaam: "Vieni, ti condurrò in altro luogo: forse piacerà a Dio che tu me li maledica di là".28Così Balak condusse Balaam in cima al Peor, che è di fronte al deserto.29Balaam disse a Balak: "Costruiscimi qui sette altari e preparami sette giovenchi e sette arieti".30Balak fece come Balaam aveva detto e offrì un giovenco e un ariete su ogni altare.
Giobbe 24
1Perché l'Onnipotente non si riserva i suoi tempi
e i suoi fedeli non vedono i suoi giorni?
2I malvagi spostano i confini,
rubano le greggi e le menano al pascolo;
3portano via l'asino degli orfani,
prendono in pegno il bue della vedova.
4Spingono i poveri fuori strada,
tutti i miseri del paese vanno a nascondersi.
5Eccoli, come ònagri nel deserto
escono per il lavoro;
di buon mattino vanno in cerca di vitto;
la steppa offre loro cibo per i figli.
6Mietono nel campo non loro;
racimolano la vigna del malvagio.
7Nudi passan la notte, senza panni,
non hanno da coprirsi contro il freddo.
8Dagli scrosci dei monti sono bagnati,
per mancanza di rifugi si aggrappano alle rocce.
9Rapiscono con violenza l'orfano
e prendono in pegno ciò che copre il povero.
10Ignudi se ne vanno, senza vesti
e affamati portano i covoni.
11Tra i filari frangono le olive,
pigiano l'uva e soffrono la sete.
12Dalla città si alza il gemito dei moribondi
e l'anima dei feriti grida aiuto:
Dio non presta attenzione alle loro preghiere.
13Altri odiano la luce,
non ne vogliono riconoscere le vie
né vogliono batterne i sentieri.
14Quando non c'è luce, si alza l'omicida
per uccidere il misero e il povero;
nella notte si aggira il ladro
e si mette un velo sul volto.
15L'occhio dell'adultero spia il buio
e pensa: "Nessun occhio mi osserva!".
16Nelle tenebre forzano le case,
di giorno se ne stanno nascosti:
non vogliono saperne della luce;
17l'alba è per tutti loro come spettro di morte;
quando schiarisce, provano i terrori del buio fondo.
18Fuggono veloci di fronte al giorno;
maledetta è la loro porzione di campo sulla terra,
non si volgono più per la strada delle vigne.
19Come siccità e calore assorbono le acque nevose,
così la morte rapisce il peccatore.
20Il seno che l'ha portato lo dimentica,
i vermi ne fanno la loro delizia,
non se ne conserva la memoria
ed è troncata come un albero l'iniquità.
21Egli maltratta la sterile che non genera
e non fa del bene alla vedova.
22Ma egli con la sua forza trascina i potenti,
sorge quando più non può contare sulla vita.
23Anche Dio gli concede sicurezza ed egli sta saldo,
ma i suoi occhi sono sopra la sua condotta.
24Salgono in alto per un poco, poi non sono più,
sono buttati giù come tutti i mortali,
falciati come la testa di una spiga.
25Non è forse così? Chi può smentirmi
e ridurre a nulla le mie parole?
Salmi 31
1'Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.'
2In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
per la tua giustizia salvami.
3Porgi a me l'orecchio,
vieni presto a liberarmi.
Sii per me la rupe che mi accoglie,
la cinta di riparo che mi salva.
4Tu sei la mia roccia e il mio baluardo,
per il tuo nome dirigi i miei passi.
5Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
6Mi affido alle tue mani;
tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
7Tu detesti chi serve idoli falsi,
ma io ho fede nel Signore.
8Esulterò di gioia per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria,
hai conosciuto le mie angosce;
9non mi hai consegnato nelle mani del nemico,
hai guidato al largo i miei passi.
10Abbi pietà di me, Signore, sono nell'affanno;
per il pianto si struggono i miei occhi,
la mia anima e le mie viscere.
11Si consuma nel dolore la mia vita,
i miei anni passano nel gemito;
inaridisce per la pena il mio vigore,
si dissolvono tutte le mie ossa.
12Sono l'obbrobrio dei miei nemici,
il disgusto dei miei vicini,
l'orrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
13Sono caduto in oblio come un morto,
sono divenuto un rifiuto.
14Se odo la calunnia di molti, il terrore mi circonda;
quando insieme contro di me congiurano,
tramano di togliermi la vita.
15Ma io confido in te, Signore;
dico: "Tu sei il mio Dio,
16nelle tue mani sono i miei giorni".
Liberami dalla mano dei miei nemici,
dalla stretta dei miei persecutori:
17fa' splendere il tuo volto sul tuo servo,
salvami per la tua misericordia.
18Signore, ch'io non resti confuso, perché ti ho invocato;
siano confusi gli empi, tacciano negli inferi.
19Fa' tacere le labbra di menzogna,
che dicono insolenze contro il giusto
con orgoglio e disprezzo.
20Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
ne ricolmi chi in te si rifugia
davanti agli occhi di tutti.
21Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
lontano dalla rissa delle lingue.
22Benedetto il Signore,
che ha fatto per me meraviglie di grazia
in una fortezza inaccessibile.
23Io dicevo nel mio sgomento:
"Sono escluso dalla tua presenza".
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera
quando a te gridavo aiuto.
24Amate il Signore, voi tutti suoi santi;
il Signore protegge i suoi fedeli
e ripaga oltre misura l'orgoglioso.
25Siate forti, riprendete coraggio,
o voi tutti che sperate nel Signore.
Baruc 1
1Queste sono le parole del libro che Baruc figlio di Neria, figlio di Maasià, figlio di Sedecìa, figlio di Asadia, figlio di Chelkìa, scrisse in Babilonia2nell'anno quinto, il sette del mese, nella ricorrenza di quando i Caldei presero Gerusalemme e la diedero alle fiamme.3Baruc lesse le parole di questo libro alla presenza di Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di Giuda e di tutto il popolo, accorso per ascoltare la lettura:4erano presenti i nobili, i figli del re, gli anziani, tutto il popolo dal più piccolo al più grande, quanti insomma abitavano in Babilonia presso il fiume Sud.5Ascoltata la lettura, piansero, digiunarono, pregarono il Signore,6poi, raccolto un po' di denaro, secondo quel che ognuno poteva dare,7lo mandarono a Gerusalemme al sacerdote Ioakim figlio di Chelkìa, figlio di Salòm e agli altri sacerdoti e al popolo che erano con lui in Gerusalemme.8Era il dieci del mese di Sivan, quando Baruc ricevette, per portarli in Giuda, i vasi della casa del Signore, che erano stati portati via dal tempio. Erano quei vasi d'argento che Sedecìa figlio di Giosia, re di Giuda, aveva fatto rifare,9dopo che Nabucodònosor re di Babilonia aveva deportato da Gerusalemme in Babilonia Ieconia, i principi, gli schiavi, i nobili e il popolo del paese.10Mandarono a dire loro: Ecco, vi mandiamo il denaro per comprare olocausti, sacrifici espiatori e incenso e offrire oblazioni sull'altare del Signore nostro Dio.11Pregate per la vita di Nabucodònosor re di Babilonia e per la vita di suo figlio Baldassàr, perché i loro giorni sulla terra siano lunghi come i giorni del cielo sulla terra.12Pregate perché il Signore ci dia forza e illumini i nostri occhi e si possa vivere all'ombra di Nabucodònosor, re di Babilonia, e all'ombra del figlio Baldassàr e servirli per molti anni e trovar grazia ai loro occhi.13Pregate il Signore nostro Dio anche per noi che lo abbiamo offeso e fino ad oggi il suo sdegno e la sua ira non si sono allontanati da noi.14Leggete perciò questo libro che vi abbiamo mandato per fare pubblica confessione nel tempio del Signore, in giorno di festa e nei giorni opportuni.15Direte dunque:
Al Signore nostro Dio la giustizia; a noi il disonore sul volto, come oggi avviene per i Giudei e gli abitanti di Gerusalemme,16per i nostri re e per i nostri principi, per i nostri sacerdoti e i nostri profeti e per i nostri padri,17perché abbiamo offeso il Signore,18gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio per camminare secondo i decreti che il Signore ci aveva messi dinanzi.19Da quando il Signore fece uscire i nostri padri dall'Egitto fino ad oggi noi ci siamo ribellati al Signore nostro Dio e ci siamo ostinati a non ascoltare la sua voce.20Così, come oggi costatiamo, ci son venuti addosso tanti mali insieme con la maledizione che il Signore aveva minacciata per mezzo di Mosè suo servo, quando fece uscire i nostri padri dall'Egitto per concederci un paese in cui scorre latte e miele.21Non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio, secondo le parole dei profeti che egli ci ha mandato:22ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore, ha servito dèi stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del Signore nostro Dio.
Atti degli Apostoli 2
1Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.2Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.3Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro;4ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.
5Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo.6Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua.7Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: "Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei?8E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?9Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotàmia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia,10della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma,11Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio".12Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: "Che significa questo?".13Altri invece li deridevano e dicevano: "Si sono ubriacati di mosto".
14Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: "Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole:15Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino.16Accade invece quello che predisse il profeta Gioèle:
17Negli ultimi giorni, dice il Signore,
'Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profeteranno,
i vostri giovani avranno visioni
e i vostri anziani faranno dei sogni.'
18'E anche sui miei servi e sulle mie serve
in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi profeteranno.'
19'Farò prodigi' in alto 'nel cielo
e' segni in basso 'sulla terra,'
sangue, fuoco e nuvole di fumo.
20'Il sole si muterà in tenebra e la luna in sangue,
prima che giunga il giorno del Signore,
giorno grande e splendido.'
21'Allora chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato'.
22Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -,23dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso.24Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.25Dice infatti Davide a suo riguardo:
'Contemplavo sempre il Signore innanzi a me;
poiché egli sta alla mia destra, perché io non vacilli.'
26'Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua;
ed anche la mia carne riposerà nella speranza,'
27'perché tu non abbandonerai l'anima mia negli inferi,
né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.'
28'Mi hai fatto conoscere le vie della vita,
mi colmerai di gioia con la tua presenza.'
29Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi.30Poiché però era profeta e sapeva che Dio 'gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente',31previde la risurrezione di Cristo e ne parlò:
'questi non fu abbandonato negli inferi,
né' la sua carne 'vide corruzione.'
32Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.33Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire.34Davide infatti non salì al cielo; tuttavia egli dice:
'Disse il Signore al mio Signore:
siedi alla mia destra,'
35'finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello ai tuoi piedi.'
36Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!".
37All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: "Che cosa dobbiamo fare, fratelli?".38E Pietro disse: "Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo.39Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti 'quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore' Dio nostro".40Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: "Salvatevi da questa generazione perversa".41Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.
42Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere.43Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.44Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune;45chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.46Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore,47lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo.48Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Capitolo XXV: Correggere fervorosamente tutta la nostra vita
Leggilo nella Biblioteca1. Che tu sia attento e preciso, nel servire Iddio; ripensa frequentemente alla ragione per la quale sei venuto qui, lasciando il mondo. Non è stato forse per vivere in Dio e farti tutto spirito? Che tu sia, dunque, fervoroso, giacché in breve tempo sarai ripagato dei tuoi sforzi; né avrai più, sul tuo orizzonte, alcun timore e dolore faticherai qui per un poco, e poi troverai una grande pace, anzi, una gioia perpetua. Se sarai costante nella fede e fervoroso nelle opere, Dio, senza dubbio, sarà giusto e generoso nella ricompensa. Che tu mantenga la santa speranza di giungere alla vittoria, anche se non è bene che tu ne abbia alcuna sicurezza, per non cadere in stato di torpore o di presunzione. Una volta, un tale, dibattuto interiormente tra il timore e la speranza, sfinito dal doloro, si prostrò in chiesa davanti ad un altare dicendo tra sé: "Oh! Se sapessi di poter perseverare!". E subito, di dentro, udì una risposta, che veniva da Dio: "Perché, se tu sapessi di poter perseverare, che cosa vorresti fare? Fallo adesso, quello che vorresti fare, e sarai del tutto tranquillo". Allora, rasserenato e confortato, egli si affidò alla volontà di Dio, e cessò in lui quella angosciosa incertezza; egli non volle più cercar di sapere quel che sarebbe stato di lui in futuro, e si diede piuttosto a cercare "quale fosse la volontà del Signore: volontà di bene e di perfezione", (Rm 12, 2) per intraprendere e portare a compimento ogni opera buona. Dice il profeta: "Spera nel Signore e fa il bene; abita la terra e nutriti delle sue ricchezze" (Sal 36,3).
2. Una sola cosa è quella che distoglie molta gente dal progresso spirituale e dal fervoroso sforzo di correzione: lo sgomento di fronte agli ostacoli e l'asprezza di questa lotta. Invero avanzano nelle virtù coloro che si sforzano di superare virilmente ciò che è per essi più gravoso, e che più li contrasta; giacché proprio là dove più si vince se stessi, mortificandosi nello spirito, più si guadagna, e maggior grazia si ottiene. Certo che non tutti gli uomini hanno pari forze per vincere se stessi e per mortificarsi. Tuttavia, uno che abbia tenacia e buon volere, anche se le sue passioni sono più violente, riuscirà a progredire più di un altro, pur buono, ma meno fervoroso nel tendere verso le virtù. Due cose giovano particolarmente al raggiungimento di una totale emendazione: il fare violenza a se stessi, distogliendosi dal male, a cui ciascuno è portato per natura; e il chiedere insistentemente il bene spirituale di cui ciascuno ha maggior bisogno. Inoltre tu devi fare in modo di evitare soprattutto ciò che più spesso trovi brutto in altri. Da ogni parte devi saper trarre motivo di profitto spirituale. Così, se ti capita di vedere o di ascoltare dei buoni esempi, devi ardere dal desiderio di imitarli; se, invece, ti pare che qualcosa sia degno di riprovazione, devi guardarti dal fare altrettanto; se talvolta l'hai fatto, procura di emendarti. Come il tuo occhio giudica gli altri, così, a tua volta, sarai giudicato tu dagli altri. Quale gioia e quale dolcezza, vedere dei frati pieni di fervore e di devozione, santi nella vita interiore e nella loro condotta; quale tristezza, invece, e quale dolore, vedere certi frati, che vanno di qua e di là, disordinatamente, tralasciando di praticare proprio ciò per cui sono stati chiamati! Gran danno procura, questo dimenticarsi delle promesse della propria vocazione, volgendo i desideri a cose diverse da quelle che ci vengono ordinate.
3. Ricordati della decisione che hai presa, e poni dinanzi ai tuoi occhi la figura del crocifisso. Riflettendo alla vita di Gesù Cristo, avrai veramente di che vergognarti, ché non hai ancora cercato di farti più simile a lui, pur essendo stato per molto tempo nella vita di Dio. Il monaco che si addestra con intensa devozione sulla vita santissima e sulla passione del Signore, vi troverà in abbondanza tutto ciò che gli può essere utile e necessario; e non dovrà cercare nulla di meglio, fuor di Gesù. Oh, come saremmo d'un colpo pienamente addottrinati se avessimo nel nostro cuore Gesù crocifisso! Il monaco pieno di fervore sopporta ogni cosa santamente e accetta ciò che gli viene imposto; invece quello negligente e tiepido trova una tribolazione sull'altra ed è angustiato per ogni verso, perché gli manca la consolazione interiore, e quella esterna gli viene preclusa. Il monaco che vive fuori della regola va incontro a piena rovina. Infatti chi tende ad una condizione piuttosto libera ed esente da disciplina sarà sempre nell'incertezza, poiché ora non gli andrà una cosa, ora un'altra. Come fanno gli altri monaci, così numerosi, che vivono ben disciplinati dalla regola del convento? Escono di rado e vivono liberi da ogni cosa; mangiano assai poveramente e vestono panni grossolani; lavorano molto e parlano poco; vegliano fino a tarda ora e si alzano per tempo; pregano a lungo, leggono spesso e si comportano strettamente secondo la regola. Guarda i Certosini, i Cistercensi, e i monaci e le monache di altri Ordini, come si alzano tutte le notti per cantare le lodi di Dio. Ora, sarebbe vergognoso che, in una cosa tanto meritoria, tu ti lasciassi prendere dalla pigrizia, mentre un grandissimo numero di monaci comincia i suoi canti di gioia, in unione con Dio. Oh!, se noi non avessimo altro da fare che lodare il Signore, nostro Dio, con tutto il cuore e con tutta la nostra voce. Oh!, se tu non avessi mai bisogno di mangiare, di bere, di dormire; e potessi invece, lodare di continuo il Signore, e occuparti soltanto delle cose dello spirito. Allora saresti più felice di adesso, che sei al servizio del tuo corpo per varie necessità. E volesse il Cielo che non ci fossero, queste necessità, e ci fossero soltanto i pasti spirituali dell'anima, che purtroppo gustiamo ben di rado.
4. Quando uno sarà giunto a non cercare il proprio conforto in alcuna creatura, allora egli comincerà a gustare perfettamente Dio; allora accetterà di buon grado ogni cosa che possa succedere; allora non si rallegrerà, o rattristerà, per il molto o il poco che possieda. Si rimetterà del tutto e con piena fiducia in Dio: in Dio, che per lui sarà tutto, in ogni circostanza; in Dio, agli occhi del quale nulla muove o va interamente perduto; in Dio, e per il quale ogni cosa vive, servendo senza esitazione al suo comando. Abbi sempre presente che tutto finisce e che il tempo perduto non ritorna. Non giungerai a possedere forza spirituale, se non avrai sollecitudine e diligenza. Se comincerai ad essere spiritualmente malato. Se invece ti darai tutto al fervore, troverai una grande pace, e sentirai più lieve la fatica, per la grazia di Dio e per la forza dell'amore. Tutto può, l'uomo fervido e diligente. Impresa più grande delle sudate fatiche corporali è quella di vincere i vizi e di resistere alle passioni. E colui che non sa evitare le piccole mancanze, cade, a poco a poco, in mancanze maggiori. Sarai sempre felice, la sera, se avrai spesa la giornata fruttuosamente. Vigila su te stesso, scuoti e ammonisci te stesso; checché facciano gli altri, non dimenticare te stesso. Il tuo progresso spirituale sarà pari alla violenza che avrai fatto a te stesso. Amen.
DISCORSO 106 SULLE PAROLE DEL VANGELO DI LC 11, 3942: "ORA VOI, FARISEI, CHE LAVATE L'ESTERNO DEL BICCHIERE" ECC.
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaLa purezza dei farisei era solo esteriore.
1. 1. Avete inteso alla lettura del santo Vangelo come Gesù nostro Signore, con ciò che diceva ai farisei ammoniva di certo i propri discepoli di non stimare che la giustizia consistesse nella purezza del corpo. I farisei infatti ogni giorno, prima di mangiare, si lavavano con l'acqua, come se la purezza del cuore potesse consistere nel lavarsi ogni giorno. Mostrò dunque che specie d'individui fossero quelli. Lo diceva proprio Colui il quale vedeva; egli infatti vedeva chiaramente non solo il loro volto ma anche il loro interno. Affinché dunque lo sappiate, quel fariseo, al quale rispose Cristo, aveva formulato un pensiero tra sé, senza esprimerlo con la sua voce, ma tuttavia Cristo l'aveva udito. Aveva biasimato tra sé Cristo Signore perché era andato al suo convito senza aver fatto le abluzioni. L'uno aveva pensato, l'altro aveva udito e perciò rispose. Che cosa dunque rispose? Ora voi, farisei, lavate l'esterno della coppa, ma all'interno siete pieni di cattiverie e di furti 1. Fu bello accettare l'invito a pranzo; ma come mai il Signore non fu indulgente verso colui che l'aveva invitato? Eppure il Signore gli usò più riguardo col rimproverarlo perché si correggesse e lo perdonasse nel giudizio. Che cosa inoltre ci ha voluto insegnare? Che anche il battesimo, il quale viene conferito una volta sola, ci purifica mediante la fede. La fede però è un fatto interiore, non esteriore. Ecco perché è detto e si legge negli Atti degli Apostoli che Dio purificava i loro cuori in virtù della fede 2. Anche l'apostolo Pietro così dice nella sua lettera: Così anche a voi ha dato un'immagine con l'arca di Noè, come cioè solo otto persone si salvarono passando attraverso l'acqua. E aggiunge: Così salverà anche voi il battesimo allo stesso modo: esso non è una lavanda destinata a togliere le sporcizie del corpo, ma la domanda d'una coscienza pura 3. I farisei disprezzavano questa domanda d'una coscienza pura e pulivano l'esterno delle stoviglie, ma nel loro interno erano quanto mai corrotti.
Può l'elemosina rendere puri senza la fede?
2. 2. Che cosa dice loro in seguito? Tuttavia fate elemosine e tutto sarà puro per voi 4. È lodata l'elemosina: fatela e sperimentate questa verità. Ma aspettate un poco: questa frase fu rivolta ai farisei. Questi farisei erano giudei, quella che si potrebbe dire l'aristocrazia dei giudei. Infatti i giudei di allora più nobili e istruiti si chiamavano farisei. Non erano stati purificati col battesimo di Cristo, non avevano ancora creduto in Cristo, Figlio unigenito di Dio, che camminava in mezzo a loro, ma da essi non era riconosciuto. Come mai dunque dice loro: Fate elemosine e per voi tutto sarà puro? Se i farisei gli avessero dato ascolto e avessero fatto elemosine, allora certo tutto per loro sarebbe stato puro; che bisogno ci sarebbe stato che credessero in lui? Se invece non avessero potuto essere purificati se non credendo in Colui che purifica il cuore mediante la fede, che significa: Fate elemosine e tutto sarà puro per voi? Consideriamo attentamente la cosa e forse ce ne darà la spiegazione lui stesso.
Le elemosine dei farisei erano insufficienti.
2. 3. Dopo ch'egli ebbe parlato in quel modo, senza dubbio essi immaginarono che adempivano il precetto di fare elemosine. Ma in qual modo le facevano? Davano la decima di tutte le loro cose, cioè toglievano la decima parte da tutte le loro cose e la davano [al tempio]. Non si troverebbe facilmente un cristiano che faccia così. Ecco ciò che facevano invece i giudei. Davano la decima parte non solo del grano, ma anche del vino e dell'olio; e non solo di ciò ma, in forza del precetto di Dio, anche di cose spregevoli, come il cumino, la ruta, la menta, l'aneto; di tutto davano la decima, cioè ne toglievano la decima parte e la davano in elemosina 5. Credo perciò ch'essi ricordarono ciò che facevano, e pensarono che Cristo Signore parlasse senza fondamento come a persone che trascurassero il dovere di fare elemosine, mentre essi erano consapevoli di quanto facevano, poiché prendevano le decime dei più minuti e spregevoli loro frutti e le davano in elemosina. Nel loro cuore schernirono Colui che diceva siffatte cose a persone che credeva non facessero elemosine.
2. 3. Ma il Signore, conoscendo questo loro pensiero, soggiunse immediatamente: Tuttavia guai a voi, scribi e farisei, che offrite la decima della menta, del cumino, della ruta e d'ogni specie d'ortaggi 6. Sappiatelo, io conosco le vostre elemosine. Certamente queste sono le vostre elemosine, le vostre decime; offrite perfino le cose più minute e spregevoli dei vostri frutti, ma trascurate i precetti più gravi della Legge, la giustizia e la carità 7. Riflettete bene! Trascurate la giustizia e la carità e offrite la decima degli ortaggi. Non è questo fare elemosine. Bisogna fare - dice - anche queste cose, ma senza trascurare le altre. Quali cose bisogna fare? La giustizia e la carità, la giustizia e la misericordia, ma senza trascurare quelle altre. Fate quelle cose, ma preferite queste altre.
La vera elemosina che ci viene comandata.
4. 4. Se le cose stanno così, per qual motivo disse a quelli: Fate l'elemosina ed ecco che per voi tutto sarà puro 8? Che vuol dire: Fate elemosina? Praticate la misericordia. Che vuol dire: "Praticate la misericordia"? Se lo capisci, comincia da te. In qual modo infatti sarai misericordioso verso gli altri, se sarai crudele verso te stesso? Fate l'elemosina e tutto sarà puro per voi. Fate la vera elemosina. Che cos'è "l'elemosina"? La misericordia. Ascolta la Scrittura: Abbi pietà dell'anima tua col renderti grato a Dio 9. Fa' l'elemosina, cioè abbi pietà dell'anima tua rendendoti accetto a Dio. Chiede l'elemosina a te l'anima tua, rientra nella tua coscienza. Chiunque sia tu che vivi male, che vivi cioè in maniera infedele alla legge di Dio, rientra nella tua coscienza e lì troverai l'anima tua che ti chiede l'elemosina, la troverai bisognosa, povera, piena d'affanni, forse non la troverai neppure bisognosa, ma diventata muta per la miseria in cui versa. Poiché se chiede l'elemosina, ha fame della giustizia. Quando troverai l'anima ridotta in tale stato (è nell'interno del tuo cuore che si trovano questi affanni) falle prima l'elemosina, dalle il pane. Quale pane? Se il fariseo lo avesse chiesto al Signore, gli avrebbe risposto: "Fa' l'elemosina all'anima tua". Effettivamente gli disse proprio così, ma quello non capì, quando espose loro minutamente le elemosine che facevano mentre credevano che Cristo ne fosse all'oscuro; ma egli disse loro: "So che le fate, che offrite la decima della menta, dell'aneto, del cumino e della ruta, ma io parlo d'altre elemosine; voi invece trascurate la giustizia e la carità". Fa' l'elemosina all'anima tua con il praticare la giustizia e la carità. Che significa: "praticando la giustizia"? Rifletti bene e troverai; dispiaci a te stesso, condanna te stesso. E che cos'è la carità? Ama il Signore Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente; ama il tuo prossimo come te stesso 10, e così avrai fatto prima l'elemosina all'anima tua nella tua coscienza. Se invece tralascerai di fare questa elemosina, da' pure ciò che vuoi, offri pure tutto quel che vorrai, sottrai pure dai tuoi frutti non la decima parte ma la metà, da' pure nove parti e lasciane pure una sola per te, non farai nulla, dal momento che non fai l'elemosina a te e rimani povero con te stesso. È la tua anima che deve nutrirsi, per non perire di fame. Dalle il pane. "Quale pane?" mi si chiede. Il Signore stesso parla con te. Se tu lo ascoltassi e comprendessi e credessi al Signore, egli ti direbbe: Sono io il pane vivo disceso dal cielo 11. Non daresti forse prima questo pane all'anima tua e le faresti elemosina? Se dunque avrai fede, farai in modo di alimentare prima la tua anima. Credi in Cristo e sarà reso puro l'interno e sarà puro anche l'esterno. Rivolti al Signore, ecc.
1 - Lc 11, 39.
2 - At 15, 9.
3 - 1 Pt 3, 20-21.
4 - Lc 11, 41.
5 - Cf Mt 23, 23.
6 - Lc 11, 42-43.
7 - Lc 11, 42.
8 - Lc 11, 41.
9 - Sir 30, 24.
10 - Mt 22, 37. 39; cf. Dt 6, 5; Lv 19, 18.
11 - Gv 6, 41.
Capitolo VI: Invocazione per prepararsi alla comunione
Libro IV: Libro del sacramento del corpo di Cristo - Tommaso da Kempis
Leggilo nella BibliotecaParola del discepolo
Quando considero, o Signore, la tua grandezza e la mia miseria, mi metto a tremare forte e mi confondo. Ché, se non mi accosto al sacramento, fuggo la vita; e se lo faccio indegnamente, cado nello scandalo. Che farò, o mio Dio, "mio aiuto" (Is 50,7) e mia guida nella mia miseria? Insegnami tu la strada sicura; mettimi dinanzi una opportuna, breve istruzione per la santa Comunione; giacché è buona cosa conoscere con quale devozione e reverenza io debba preparare il mio cuore a ricevere con profitto il tuo sacramento e a celebrare un così grande, divino sacrificio.
31 gennaio 1947
Maria Valtorta
Pregato e supplicato da me perché temperasse la sua severità – potrei dire, e sarei più giusta, il suo sdegno – e volesse rispondere almeno per mia pace circa i famosi "tre mesi" che urtano gli esaminatori, Gesù stamane alle 5,45 mi dice:
«Modificherai la visione1 28-3-44 con queste parole nel primo periodo: "I due sposi si dirigono al Tempio per prima cosa attraverso le vie già affollate per la prossima solennità pasquale. Giuseppe lascia in uno stallaggio i due ciuchini dopo averli pasturati e con Maria va ad adorare il Signore". Così corretta darà loro la sensazione più precisa che Maria andò dalla cugina nella ottava pasquale per essere con lei quando Zaccaria si sarebbe assentato da Ebron per "comparire, come obbligo di ogni maschio, al cospetto del Signore nella festa degli azzimi" (Deuteronomio 16 v. 16), ossia dopo circa un mese dall'annunciazione. Riguardo al tempo passato a Ebron, a te, proprio perché sei te, il mio piccolo Giovanni che soffri per la giustizia, ti dico che quarantotto più quaranta fanno esattamente ottantotto, ossia due giorni meno di novanta, che fanno tre mesi2.»
Per il peccato originale (dettato3 del 5-3-44 nel fascicolo 2 Q pag. 55) e dettati di Gesù e Maria nel Preevangelo a seguito della Annunciazione (p. 69 e seguenti fino a pag. 74 inclusa) dice Gesù:
«È così chiara la lezione sapienziale ed esauriente, atta ad istruire gli ignoranti e a persuadere coloro che, non avendo fede o avendone poca, per razionalismo od altro, non si appagano più di favolette, che non c'è da aggiungere o levare un iota. Solo una cecità voluta può non vedere la verità sapiente che è in questo dettato. Unirai a questo punto il dettato del 5-3-44 perché abbiano davanti agli occhi tutta la lezione e, se umili saranno, comprenderanno la verità.»
Mi permetto anche di ripetere a Gesù, presente e buonissimo, una domanda che mi fu fatta da qualche Padre Servita, non so di preciso chi, ma mi sembra P. Berti, non so se per propria iniziativa o per suggerimento di altri, circa la discesa di Gesù all'Inferno, e che incidentalmente ho ritrovata accennata in data 15-1-444 e che sembra abbia urtato qualcuno.
Mi risponde… Giunge ora la lettera di P. Berti che mi chiede di fare un pro-memoria da presentarsi al S. Padre. E Gesù sorridendo, tutto luminoso, mi dice, appena mi viene portata la lettera: "Aprila e leggila". Cosa che faccio, rimanendo sbalordita come tutte le volte che c'è rispondenza fra le parole di Gesù e ciò che succede. Gesù, sempre sorridendo, dice: "Ecco perché proprio ora, dopo quattro mesi, ti accontento e per questo Padre, al quale ti ho detto già che potevi comunicare questo punto. Per gli altri punti, sai a chi devi e quando e come notificarli. E ora ascolta, ché ripeto il principio".
Dice Gesù:
«Darai queste parole a P. Berti, ormai sai che è lui che te ne chiese:
Quando alla mia Maria ho dettato il dettato del 15-1-44 e ho detto: "quando sono sceso in esso per trarre dal Limbo coloro che attendevano la mia venuta ho avuto orrore di quell'orrore e, se cosa fatta da Dio non fosse immutabile perché perfetta, avrei voluto renderlo meno atroce perché sono l'Amore e di quell'orrore ho avuto dolore", ho voluto parlare dei diversi luoghi d'oltre tomba, dove erano i trapassati, presi in generale, e detti "inferno" per opposizione al Paradiso dove è Dio.
Quando, nel sovrabbondare del mio gaudio dopo la consumazione del Sacrificio, Io ho potuto aprire il Limbo ai giusti e trarre dal Purgatorio moltissimi spiriti, ho fremuto di orrore contemplando nel mio pensiero che solo per il luogo di dannazione non c'era redenzione né mutazione di orrore. Ma non entrai in esso. Non era giusto e utile farlo.
Vi stupisce che abbia tratto anche dal Purgatorio molte anime? Pensate: se una S. Messa può liberare un penante, e sempre serve ad abbreviare e addolcire la purgazione, cosa non sarà stato il reale Sacrificio dell'Agnello divino per i purganti? Io, Sacerdote e Vittima, ho ad essi applicato i miei meriti e il mio Sangue, ed Esso ha fatto bianche le stole5 non ancor totalmente fatte candide dal bianco fuoco della carità purgativa.
Mandagli questo e la mia benedizione.»
[Segue, in data 3 febbraio 1947, il breve "dettato" inserito all'inizio del capitolo 652 (intitolato Commiato all'Opera) dell'opera L'EVANGELO. Su un altro quaderno, in data 2 febbraio 1947, è stato scritto il capitolo 51 del LIBRO DI AZARIA. Su altri quaderni, con date dal 5 al 15 febbraio 1947, sono i capitoli da 561 a 567 dell'opera L'EVANGELO]
1 visione, quella che, nella sua stesura originale, forma il capitolo 20 nell'edizione dell'opera "L'Evangelo".
2 tre mesi, come in Luca 1, 56.
3 dettato… e dettati, che sono nel capitolo 17 dell'opera "L'Evangelo".
4 in data 15-1-44, nel volume "I quaderni del 1944".
5 ha fatto bianche le stole, secondo l'immagine di Apocalisse 7, 13-15.