Liturgia delle Ore - Letture
Venerdi della 10° settimana del tempo ordinario (Sant'Antonio da Padova)
Vangelo secondo Marco 1
1Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.2Come è scritto nel profeta Isaia:
'Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerà la strada.'
3'Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri',
4si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.5Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico7e predicava: "Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali.8Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo".
9In quei giorni Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.10E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba.11E si sentì una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto".
12Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto13e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano.
14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva:15"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo".
16Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.17Gesù disse loro: "Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini".18E subito, lasciate le reti, lo seguirono.19Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti.20Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.
21Andarono a Cafàrnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare.22Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi.23Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare:24"Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio".25E Gesù lo sgridò: "Taci! Esci da quell'uomo".26E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!".28La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.
29E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni.30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.31Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.
32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati.33Tutta la città era riunita davanti alla porta.34Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
35Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava.36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce37e, trovatolo, gli dissero: "Tutti ti cercano!".38Egli disse loro: "Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!".39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
40Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: "Se vuoi, puoi guarirmi!".41Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio, guarisci!".42Subito la lebbra scomparve ed egli guarì.43E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse:44"Guarda di non dir niente a nessuno, ma va', presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro".45Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.
Primo libro dei Re 7
1Salomone costruì anche la propria reggia e la portò a compimento in tredici anni.2Costruì il palazzo detto Foresta del Libano, lungo cento cubiti, largo cinquanta e alto trenta su tre ordini di colonne di cedro e con capitelli di cedro sulle colonne.3Un soffitto di cedro si stendeva sopra le stanze che poggiavano sulle colonne; queste erano quarantacinque, quindici per fila.4Vi erano tre serie di finestre, che si corrispondevano faccia a faccia tre volte.5Le porte e i loro stipiti erano a forma quadrangolare; le finestre erano le une di fronte alle altre per tre volte.
6Costruì il vestibolo delle colonne, lungo cinquanta cubiti e largo trenta. Sul davanti c'era un vestibolo e altre colonne e davanti ad esse una tettoia.7Fece anche il vestibolo del trono, ove rendeva giustizia, cioè il vestibolo della giustizia; era di cedro dal pavimento alle travi.
8La reggia, dove abitava, fu costruita con il medesimo disegno, in un secondo cortile, all'interno rispetto al vestibolo; nello stile di tale vestibolo fece anche una casa per la figlia del faraone, che Salomone aveva sposata.
9Tutte queste costruzioni erano di pietre pregiate, squadrate secondo misura, segate con la sega sul lato interno ed esterno, dalle fondamenta ai cornicioni e al di fuori fino al cortile maggiore.10Le fondamenta erano di pietre pregiate, pietre grandi dieci o otto cubiti.11Al di sopra erano pietre pregiate, squadrate a misura, e legno di cedro.12Il cortile maggiore comprendeva tre ordini di pietre squadrate e un ordine di tavole di cedro; era simile al cortile interno del tempio e al vestibolo del tempio.
13Salomone fece venire da Tiro Chiram,14figlio di una vedova della tribù di néftali; suo padre era di Tiro e lavorava il bronzo. Era dotato di grande capacità tecnica, di intelligenza e di talento, esperto in ogni genere di lavoro in bronzo. Egli si recò dal re ed eseguì le sue commissioni.
15Fuse due colonne di bronzo, ognuna alta diciotto cubiti e dodici di circonferenza.16Fece due capitelli, fusi in bronzo, da collocarsi sulla cima delle colonne; l'uno e l'altro erano alti cinque cubiti.
17Fece due reticolati per coprire i capitelli che erano sopra le colonne, un reticolato per un capitello e un reticolato per l'altro capitello.18Fece melagrane su due file intorno al reticolato per coprire i capitelli sopra le colonne; allo stesso modo fece per il secondo capitello.19I capitelli sopra le colonne erano a forma di giglio.20C'erano capitelli sopra le colonne, applicati alla sporgenza che era al di là del reticolato; essi contenevano duecento melagrane in fila intorno a ogni capitello.21Eresse le colonne nel vestibolo del tempio. Eresse la colonna di destra, che chiamò Iachin ed eresse la colonna di sinistra, che chiamò Boaz.22Così fu terminato il lavoro delle colonne.
23Fece un bacino di metallo fuso di dieci cubiti da un orlo all'altro, rotondo; la sua altezza era di cinque cubiti e la sua circonferenza di trenta cubiti.24Intorno, sotto l'orlo, c'erano cucurbite, dieci per ogni cubito; le cucurbite erano disposte in due file ed erano state colate insieme con il bacino.25Questo poggiava su dodici buoi; tre guardavano verso settentrione, tre verso occidente, tre verso meridione e tre verso oriente. Il bacino poggiava su di essi e le loro parti posteriori erano rivolte verso l'interno.26Il suo spessore era di un palmo; il suo orlo fatto come l'orlo di un calice era a forma di giglio. Conteneva duemila 'bat'.
27Fece dieci basi di bronzo, ciascuna lunga quattro cubiti, larga quattro e alta tre cubiti.28Ecco come erano fatte le basi: si componevano di doghe e di traverse incrociate con le doghe.29Sulle doghe che erano fra le traverse c'erano leoni, buoi e cherubini; le stesse figure erano sulle traverse. Sopra e sotto i leoni e i buoi c'erano ghirlande a forma di festoni.30Ciascuna base aveva quattro ruote di bronzo con gli assi di bronzo; i suoi quattro piedi avevano sporgenze, sotto il bacino; le sporgenze erano di metallo fuso e situate al di là di ogni ghirlanda.31L'estremità della base, dalla parte della sporgenza e sopra, era di un cubito; tale estremità era rotonda, fatta in forma di sostegno, alta un cubito e mezzo; anche su tale estremità c'erano sculture. Le traverse erano di forma quadrata, non rotonda.32Le quattro ruote erano sotto le traverse; gli assi delle ruote erano fissati alla base; l'altezza di ogni ruota era di un cubito e mezzo.33Le ruote erano lavorate come le ruote di un carro; i loro assi, i loro quarti, i loro raggi e i loro mozzi erano tutti di metallo fuso.34Quattro sporgenze erano sui quattro angoli di ciascuna base; la sporgenza e la base erano di un sol pezzo.35Alla cima della base c'era un sostegno rotondo, alto mezzo cubito; alla cima della base c'erano i manici; le traverse e la base erano di un sol pezzo.36Sulle sue pareti scolpì cherubini, leoni e palme, secondo gli spazi liberi, e ghirlande intorno.37Fuse le dieci basi in un medesimo stampo, identiche nella misura e nella forma.
38Fuse poi anche dieci bacini di bronzo; ognuno conteneva quaranta 'bat' ed era di quattro cubiti; un bacino per ogni base, per le dieci basi.39Pose cinque delle basi sul lato destro del tempio e cinque su quello sinistro. Pose la vasca sul lato destro del tempio, a sud-est.
40Chiram preparò inoltre caldaie, palette e vassoi. E terminò tutte le commissioni del re Salomone per il tempio del Signore,41cioè le due colonne, i globi dei capitelli che erano sopra le colonne, i due reticolati per coprire i due globi dei capitelli che erano sopra le colonne,42le quattrocento melagrane sui due reticolati, due file di melagrane per ciascun reticolato,43le dieci basi e i dieci bacini sulle basi,44il bacino e i dodici buoi sotto il bacino,45le caldaie, le palette, i vassoi e tutti quei vasi che Chiram aveva fatti al re Salomone per il tempio del Signore; tutto era di bronzo rifinito.46Il re li fece fondere nella valle del Giordano, in suolo argilloso, fra Succot e Zartan.47Salomone installò tutti gli arredi in quantità molto grande: non si poteva calcolare il peso del bronzo.
48Salomone fece anche tutti gli arredi del tempio del Signore, l'altare d'oro, le tavole d'oro su cui si ponevano i pani dell'offerta,49i cinque candelabri a destra e i cinque a sinistra di fronte alla cella d'oro purissimo, i fiori, le lampade, gli smoccolatoi d'oro,50le coppe, i coltelli, gli aspersori, i mortai e i bracieri d'oro purissimo, i cardini per le porte del tempio interno, cioè per il Santo dei santi, e i battenti d'oro per la navata.51Fu così terminato tutto il lavoro che il re Salomone aveva fatto per il tempio. Salomone presentò le offerte fatte da Davide suo padre, cioè l'argento, l'oro e i vari oggetti; le depositò nei tesori del tempio.
Sapienza 1
1Amate la giustizia, voi che governate sulla terra,
rettamente pensate del Signore,
cercatelo con cuore semplice.
2Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano,
si mostra a coloro che non ricusano di credere in lui.
3I ragionamenti tortuosi allontanano da Dio;
l'onnipotenza, messa alla prova, caccia gli stolti.
4La sapienza non entra in un'anima che opera il male
né abita in un corpo schiavo del peccato.
5Il santo spirito che ammaestra rifugge dalla finzione,
se ne sta lontano dai discorsi insensati,
è cacciato al sopraggiungere dell'ingiustizia.
6La sapienza è uno spirito amico degli uomini;
ma non lascerà impunito chi insulta con le labbra,
perché Dio è testimone dei suoi sentimenti
e osservatore verace del suo cuore
e ascolta le parole della sua bocca.
7Difatti lo spirito del Signore riempie l'universo
e, abbracciando ogni cosa, conosce ogni voce.
8Per questo non gli sfuggirà chi proferisce cose ingiuste,
la giustizia vendicatrice non lo risparmierà.
9Si indagherà infatti sui propositi dell'empio,
il suono delle sue parole giungerà fino al Signore
a condanna delle sue iniquità;
10poiché un orecchio geloso ascolta ogni cosa,
perfino il sussurro delle mormorazioni
non gli resta segreto.
11Guardatevi pertanto da un vano mormorare,
preservate la lingua dalla maldicenza,
perché neppure una parola segreta sarà senza effetto,
una bocca menzognera uccide l'anima.
12Non provocate la morte con gli errori della vostra vita,
non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani,
13perché Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
14Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza;
le creature del mondo sono sane,
in esse non c'è veleno di morte,
né gli inferi regnano sulla terra,
15perché la giustizia è immortale.
16Gli empi invocano su di sé la morte
con gesti e con parole,
ritenendola amica si consumano per essa
e con essa concludono alleanza,
perché son degni di appartenerle.
Salmi 76
1'Al maestro del coro. Su strumenti a corda con cetre. Salmo.'
'Di Asaf. Canto.'
2Dio è conosciuto in Giuda,
in Israele è grande il suo nome.
3È in Gerusalemme la sua dimora,
la sua abitazione, in Sion.
4Qui spezzò le saette dell'arco,
lo scudo, la spada, la guerra.
5Splendido tu sei, o Potente,
sui monti della preda;
6furono spogliati i valorosi,
furono colti dal sonno,
nessun prode ritrovava la sua mano.
7Dio di Giacobbe, alla tua minaccia,
si arrestarono carri e cavalli.
8Tu sei terribile; chi ti resiste
quando si scatena la tua ira?
9Dal cielo fai udire la sentenza:
sbigottita la terra tace
10quando Dio si alza per giudicare,
per salvare tutti gli umili della terra.
11L'uomo colpito dal tuo furore ti dà gloria,
gli scampati dall'ira ti fanno festa.
12Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli,
quanti lo circondano portino doni al Terribile,
13a lui che toglie il respiro ai potenti;
è terribile per i re della terra.
Ezechiele 3
1Mi disse: "Figlio dell'uomo, mangia ciò che hai davanti, mangia questo rotolo, poi va' e parla alla casa d'Israele".2Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo,3dicendomi: "Figlio dell'uomo, nutrisci il ventre e riempi le viscere con questo rotolo che ti porgo". Io lo mangiai e fu per la mia bocca dolce come il miele.4Poi egli mi disse: "Figlio dell'uomo, va', recati dagli Israeliti e riferisci loro le mie parole,5poiché io non ti mando a un popolo dal linguaggio astruso e di lingua barbara, ma agli Israeliti:6non a grandi popoli dal linguaggio astruso e di lingua barbara, dei quali tu non comprendi le parole: se a loro ti avessi inviato, ti avrebbero ascoltato;7ma gli Israeliti non vogliono ascoltar te, perché non vogliono ascoltar me: tutti gli Israeliti sono di dura cervice e di cuore ostinato.8Ecco io ti do una faccia tosta quanto la loro e una fronte dura quanto la loro fronte.9Come diamante, più dura della selce ho reso la tua fronte. Non li temere, non impaurirti davanti a loro; sono una genìa di ribelli".
10Mi disse ancora: "Figlio dell'uomo, tutte le parole che ti dico accoglile nel cuore e ascoltale con gli orecchi:11poi va', recati dai deportati, dai figli del tuo popolo, e parla loro. Dirai: Così dice il Signore, ascoltino o non ascoltino".
12Allora uno spirito mi sollevò e dietro a me udii un grande fragore: "Benedetta la gloria del Signore dal luogo della sua dimora!".13Era il rumore delle ali degli esseri viventi che le battevano l'una contro l'altra e contemporaneamente il rumore delle ruote e il rumore di un grande frastuono.14Uno spirito dunque mi sollevò e mi portò via; io ritornai triste e con l'animo eccitato, mentre la mano del Signore pesava su di me.15Giunsi dai deportati di Tel-Avìv, che abitano lungo il canale Chebàr, dove hanno preso dimora, e rimasi in mezzo a loro sette giorni come stordito.
16Al termine di questi sette giorni mi fu rivolta questa parola del Signore: "Figlio dell'uomo, ti ho posto per sentinella alla casa d'Israele.17Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia.18Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te.19Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato.
20Così, se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità, io porrò un ostacolo davanti a lui ed egli morirà; poiché tu non l'avrai avvertito, morirà per il suo peccato e le opere giuste da lui compiute non saranno più ricordate; ma della morte di lui domanderò conto a te.21Se tu invece avrai avvertito il giusto di non peccare ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è stato avvertito e tu ti sarai salvato".
22Anche là venne sopra di me la mano del Signore ed egli mi disse: "Alzati e va' nella valle; là ti voglio parlare".23Mi alzai e andai nella valle; ed ecco la gloria del Signore era là, simile alla gloria che avevo vista sul canale Chebàr, e caddi con la faccia a terra.24Allora uno spirito entrò in me e mi fece alzare in piedi ed egli mi disse: "Va' e rinchiuditi in casa.25Ed ecco, figlio dell'uomo, ti saranno messe addosso delle funi, sarai legato e non potrai più uscire in mezzo a loro.26Ti farò aderire la lingua al palato e resterai muto; così non sarai più per loro uno che li rimprovera, perché sono una genìa di ribelli.27Ma quando poi ti parlerò, ti aprirò la bocca e tu riferirai loro: Dice il Signore Dio: chi vuole ascoltare ascolti e chi non vuole non ascolti; perché sono una genìa di ribelli".
Lettera ai Filippesi 4
1Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi!
2Esorto Evòdia ed esorto anche Sìntiche ad andare d'accordo nel Signore.3E prego te pure, mio fedele collaboratore, di aiutarle, poiché hanno combattuto per il vangelo insieme con me, con Clemente e con gli altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita.
4Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi.5La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!6Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti;7e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
8In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri.9Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi!
10Ho provato grande gioia nel Signore, perché finalmente avete fatto rifiorire i vostri sentimenti nei miei riguardi: in realtà li avevate anche prima, ma non ne avete avuta l'occasione.11Non dico questo per bisogno, poiché ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione;12ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco; sono iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza.13Tutto posso in colui che mi dà la forza.
14Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alla mia tribolazione.15Ben sapete proprio voi, Filippesi, che all'inizio della predicazione del vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa aprì con me un conto di dare o di avere, se non voi soli;16ed anche a Tessalonica mi avete inviato per due volte il necessario.17Non è però il vostro dono che io ricerco, ma il frutto che ridonda a vostro vantaggio.18Adesso ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un profumo di soave odore, un sacrificio accetto e gradito a Dio.19Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù.20Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
21Salutate ciascuno dei santi in Cristo Gesù.22Vi salutano i fratelli che sono con me. Vi salutano tutti i santi, soprattutto quelli della casa di Cesare.
23La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito.
Capitolo XV: Come comportarci e che cosa dire di fronte e ogni nostro desiderio
Leggilo nella Biblioteca1. Figliolo, così tu devi dire in ogni cosa: Signore, se questa è la tua volontà, così si faccia. Signore, se questo è per tuo amore, così si faccia, nel tuo nome. Signore, se questo ti parrà necessario per me, e lo troverai utile, fa' che io ne usi per il tuo onore; se invece comprenderai che questo è male per me e non giova alla mia salvezza, toglimi questo desiderio. Infatti, non tutti i desideri vengono dallo Spirito Santo, anche se a noi appaiono retti e buoni. E' difficile giudicare veramente se sia uno spirito buono, o uno spirito contrario, che ti spinge a desiderare questa o quell'altra cosa; oppure se tu sia mosso da un sentimento personale. Molti, che dapprima sembravano guidati da sentimento buono, alla fine si sono trovati ingannati. Perciò ogni cosa che balza alla mente come desiderabile sempre la si deve volere e cercare con animo pieno di timor di Dio e con umiltà di cuore. Soprattutto, ogni cosa va rimessa a me, con abbandono di se stessi, dicendo: Signore, tu sai cosa sia meglio per me. Si faccia così, o altrimenti, secondo la tua volontà. Dammi quello che vuoi, e quanto vuoi e quando vuoi. Disponi di me secondo la tua sapienza, la tua volontà e la tua maggior gloria. Mettimi dove tu vuoi, e fai con me quello che vuoi, liberamente. Sono nelle tue mani; fammi rigirare per ogni verso. Ecco, io sono il tuo servo, disposto a tutto, perché non voglio vivere per me ma per te: e volesse il cielo che ciò fosse in modo degno e perfetto.
Preghiera perché riusciamo a compiere la volontà di Dio.
3. Amorosissimo Gesù, dammi la tua grazia, perché "sia operante in me" (Sap 9,10) e in me rimanga sino alla fine. Dammi di desiderare e di volere ciò che più ti è gradito, e più ti piace. La tua volontà sia la mia volontà; che io la segua e che ad essa mi confermi pienamente; che io abbia un solo volere e disvolere con te; che io possa desiderare o non desiderare soltanto quello che tu desideri e non desideri. Dammi di morire a tutte le cose del mondo; fammi amare di esser disprezzato per causa tua, e di essere dimenticato in questo mondo. Fammi bramare sopra ogni altra cosa di avere riposo in te, e di trovare in te la pace del cuore. Tu sei la vera pace interiore, tu sei il solo riposo; fuori di te ogni cosa è aspra e tormentosa. "In questa pace, nella pace vera, cioè in te, unico sommo eterno bene, avrà riposo e quiete" (Sal 4,9). Amen.
DISCORSO 119 SULLE MEDESIME PAROLE DI GIOVANNI (1, 1-14): " IN PRINCIPIO ERA IL VERBO ", ECC.
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaEterno il Verbo presso Dio.
1. Mai la nostra predicazione ha trascurato di annunziare che il Signore nostro Gesù Cristo si è fatto uomo per cercare l'uomo che si era perduto e sempre la vostra fede ha ritenuto; proprio lui, il Signore nostro, il quale si è fatto uomo per noi, sempre è stato Dio presso il Padre e sempre sarà, o meglio, sempre è; perché dove non c'è trascorrere di tempo, non esiste il " fu " e il " sarà ". Se di esso infatti si dice " fu ", non è più; se si dice " sarà ", non è ancora ma sempre " è ", perché immancabilmente è, vale a dire, egli è immutabile. Ora il passo iniziale del Vangelo ci rende avvertiti di un grande e divino mistero. Infatti a San Giovanni sfuggì d'impeto questo esordio del Vangelo, perché bevve dal cuore del Signore. Ricordate sicuramente, e vi è stato letto or ora, che proprio san Giovanni Evangelista era reclinato in seno al Signore. Volendo farlo risaltare chiaramente, disse: Sul petto del Signore 1, perché comprendessimo in qual senso avesse detto: In seno al Signore. Ad ogni modo, che pensiamo assorbisse colui che era reclinato sul petto del Signore? Non stiamo a riflettere, ma beviamo abbondantemente; anche noi infatti abbiamo ascoltato poco fa quel che dobbiamo assorbire.
Il Verbo di Dio non è stato creato.
2. In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio 2. O il rivelare esaltante! O lo sboccare di getto del nutrimento vivo del cuore del Signore: In principio era il Verbo. Perché ricerchi cosa era anteriormente esistente? In principio era il Verbo. Se il Verbo fosse stato creato (non è stato creato il Verbo per mezzo del quale sono state create tutte le cose); se il Verbo fosse stato creato, la Scrittura direbbe: " In principio Dio creò il Verbo ", come dice nella Genesi: In principio Dio creò il cielo e la terra 3. In principio, dunque, Dio non creò il Verbo, perché: In principio era il Verbo. Appunto il Verbo che era in principio, dov'era? Prosegui: E il Verbo era presso Dio. Per l'ascolto consueto di parole di uomini, noi siamo abituati a non dar peso al nome che è proprio della Parola. In questo caso, non ritenere senza valore il termine: " Parola ": Il Verbo era Dio. Questo, cioè il Verbo, in principio era presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto 4.
Incomprensibile il Verbo di Dio.
3. Dilatate i vostri cuori, sostenete la povertà del nostro discorso. Siate aperti all'ascolto di quel che avrò potuto dire; sia oggetto della vostra riflessione quel che avrò lasciato inespresso. Chi può comprendere la Parola invariabilmente presente? Tutte le nostre parole risuonano e passano. Chi può comprendere la Parola invariabilmente presente se non colui che è immanente a se stesso? Vuoi comprendere la Parola che è invariabilmente presente? Non seguire la corrente della carne. Questa carne è davvero un fiume: è infatti mutevole. Quasi come da occulta sorgente della natura uomini nascono, uomini vivono, uomini muoiono e non sappiamo da dove vengano né dove vadano. Fino a che viene fuori dalla sorgente, l'acqua rimane nascosta; scorre e si fa visibile in fiume, ma di nuovo resta occultata nel mare. Non facciamo conto di questo fiume che sgorga, scorre, non è più; non facciamone conto. Ogni carne è come l'erba e la sua gloria è come un fiore del campo; secca l'erba, appassisce il fiore. Vuoi durare sempre? Ma la parola del nostro Dio dura sempre 5.
Il Verbo incarnato.
4. Ma per venire in nostro soccorso il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi 6. Che significa: Il Verbo si fece carne? L'oro si fece erba. Si fece erba per essere bruciato. L'erba bruciò, ma restò l'oro; neppure nella natura di erba si consumò, ma trasfigurò l'erba. Come operò il mutamento? Lo risuscitò, lo vivificò, lo innalzò fino al cielo, gli fece prendere posto alla destra del Padre. Ma perché si potesse dire: E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, in breve richiamiamo alla memoria quel che è stato detto in precedenza: Venne fra la sua gente e i suoi non l'hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio. Diventare, perché non lo erano; egli, invece, in principio era. Dunque: Ha dato il potere di diventare figli di Dio a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati 7. Eccoli nati, in quale che sia l'età secondo la carne; vedete dei neonati, ammirate e rallegratevi. Eccoli nati: ma da Dio sono nati. Matrice materna l'acqua del Battesimo.
E' sostenuto il mistero dell'incarnazione.
5. Nessuno giunga ad una concezione propria di animo meschino e vada richiamando alla mente considerazioni del tutto insignificanti fino a domandarsi: Come può essere che in principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio; tutto è stato fatto per mezzo di lui 8; quand'ecco il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi 9? Ascoltate per quale ragione si fece carne. Certamente a quelli che credono nel suo nome ha dato il potere di diventare figli di Dio. E non siano proprio quelli ai quali ha dato il potere di diventare figli di Dio a ritenere impossibile diventare figli di Dio. Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Evitate di considerare che sia da più di voi diventare figli di Dio; è per voi che si è fatto Figlio dell'uomo colui che era Figlio di Dio. Se egli stesso, che era da più, si è fatto tale da essere da meno, per il fatto che eravamo da meno, non può fare che possiamo essere da più? Si è abbassato fino a noi e non saliremo fino a lui? Ha preso su di sé, per noi, la nostra morte, e non ci darà la vita sua? Per tuo amore ha subìto i tuoi mali, e non ti darà i suoi beni?
L'incarnazione opera del verbo onnipotente.
6. Come si è potuto avverare - dice - che il Verbo di Dio, dal quale è retto il mondo, per mezzo del quale sono state create, e si creano, tutte quante le cose, si costringesse nel seno di una vergine; abbandonando il mondo, senza tener conto degli angeli, si rinchiudesse nel seno di una semplice donna? E non sai considerare le verità divine. Il Verbo di Dio (mi rivolgo a te, uomo, ti parlo dell'onnipotenza del Verbo di Dio) ebbe veramente ogni potere, perché anche il Verbo di Dio è onnipotente, e di restare presso il Padre, e di giungere a noi; a mostrarsi a noi incarnato, e occultarsi nel suo mistero. Non è infatti che non esisterebbe se non si fosse incarnato. Era anteriormente alla sua incarnazione. egli stesso creò la madre sua. Elesse colei nella quale essere concepito. Creò colei che avrebbe formato lui. Perché ti meravigli? Ti parlo di Dio: Il Verbo era Dio 10.
L'incarnazione del Verbo viene spiegata con una similitudine.
7. Attendo ad esporre qualcosa del Verbo e forse la parola umana può in certo modo mediare qualche rassomiglianza; sebbene assai inadeguata, distanziata, senza alcun punto di raffronto, tuttavia è tale da avviare a un qualche approccio. Ecco, io ho già avuto nella mia mente la parola che vi rivolgo; si è diretta fino a te e non si è allontanata da me; ha cominciato ad essere presente in te ciò che in te non era; e si è mantenuta in me nel passare a te. Allora, come la mia parola si è fatta conoscere alla tua mente senza allontanarsi dalla mia, così quel Verbo si è fatto conoscere alla nostra mente senza allontanarsi dal Padre suo. La mia parola era in me ed è uscita in voce, il Verbo di Dio era presso il Padre ed uscì in carne. Ma posso mai io fare della mia voce quello che egli poté fare della carne sua? Non posso evidentemente trattenere la mia voce che vola; egli non solo la trattenne per nascere, vivere e operare, ma, anche morta, la risuscitò ed elevò fino al Padre quella specie di veicolo nel quale si presentò a noi. Chiamala pure veste la carne di Cristo, chiamala veicolo; e, come una volta egli si degnò alludervi, chiamala il suo giumento, poiché appunto su quel giumento sollevò l'uomo che era stato ferito dai banditi 11. Infine - ed egli stesso lo disse più apertamente - chiamala pure tempio 12; questo tempio, fatta già esperienza della morte, siede alla destra del Padre; in questo tempio verrà a giudicare i vivi e i morti. Quanto egli ci ha dato da osservare come precetto, lo ha fatto conoscere con l'esempio. Ciò che ha mostrato nella sua carne, questo devi sperare nella tua carne. Questa è la fede, tieni per certo ciò che non vedi ancora. E' necessario che ti mantenga fedele nel credere in ciò che non vedi, per non arrossire di vergogna quando avrai visto.
1 - Gv 13, 23. 25.
2 - Gv 1, 1.
3 - Gn 1, 1.
4 - Gv 1, 2.
5 - Is 40, 6-8.
6 - Gv 1, 3.
7 - Gv 1, 11-13.
8 - Gv 1, 1.
9 - Gv 1,
10 - Gv 1,
11 - Cf. Lc 10, 34.
12 - Cf. Gv 2, 19.
Il sogno delle due colonne
I sogni di don Bosco - San Giovanni Bosco
Leggilo nella BibliotecaTra i sogni di Don Bosco, uno dei più noti è quello conosciuto con il
titolo di «Sogno delle due colonne». Lo raccontò la sera del 30 maggio
1862.
«Figuratevi — disse — di essere con me sulla spiaggia del mare, o meglio
sopra uno scoglio isolato, e di non vedere attorno a voi altro che
mare. In tutta quella vasta superficie di acque si vede una moltitudine
innumerevole di navi ordinate a battaglia, con le prore terminate a
rostro di ferro acuto a mo’ di strale. Queste navi sono armate di
cannoni e cariche di fucili, di armi di ogni genere, di materie
incendiarie e anche di libri. Esse si avanzano contro una nave molto più
grande e alta di tutte, tentando di urtarla con il rostro, di
incendiarla e di farle ogni guasto possibile.
A quella maestosa nave, arredata di tutto punto, fanno scorta molte
navicelle che da lei ricevono ordini ed eseguono evoluzioni per
difendersi dalla flotta avversaria. Ma il vento è loro contrario e il
mare agitato sembra favorire i nemici.
In mezzo all’immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste
colonne, altissime, poco distanti l’una dall’altra. Sopra di una vi è la
statua della Vergine Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello
con questa iscrizione: AUXILIUM CHRISTIANO RUM; sull’altra, che è
molto più alta e grossa, sta un’OSTIA di grandezza proporzionata alla
colonna, e sotto un altro cartello con le parole: SALUS CREDENTIUM.
Il comandante supremo della grande nave, che è il Romano Pontefice,
vedendo il furore dei nemici e il mal partito nel quale si trovano i
suoi fedeli, convoca intorno a sé i piloti delle navi secondarie per
tenere consiglio e decidere sul da farsi. Tutti i piloti salgono e si
adunano intorno al Papa. Tengono consesso, ma infuriando sempre più la
tempesta, sono rimandati a governare le proprie navi.
Fattasi un po’ di bonaccia, il Papa raduna intorno a sé i piloti per la
seconda volta, mentre la nave capitana segue il suo corso. Ma la
burrasca ritorna spaventosa.
Il Papa sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a portare la
nave in mezzo a quelle due colonne, dalla sommità delle quali tutto
intorno pendono molte àncore e grossi ganci attaccati a catene.
Le navi nemiche tentano di assalirla e farla sommergere: le une con gli
scritti, con i libri, con materie incendiarie, che cercano di gettare a
bordo; le altre con i cannoni, con i fucili, con i rostri. Il
combattimento si fa sempre più accanito; ma inutili riescono i loro
sforzi: la grande nave procede sicura e franca nel suo cammino. Avviene
talvolta che, percossa da formidabili colpi, riporta nei suoi fianchi
larga e profonda fessura, ma subito spira un soffio dalle due colonne e
le falle si richiudono e i fori si otturano.
Frattanto i cannoni degli assalitori scoppiano, i fucili e ogni altra
arma si spezzano, molte navi si sconquassano e si sprofondano nel mare.
Allora i nemici, furibondi, prendono a combattere ad armi corte: con le
mani, con i pugni e con le bestemmie.
A un tratto il Papa, colpito gravemente, cade. Subito è soccorso, ma
cade una seconda volta e muore. Un grido di vittoria e di gioia risuona
tra i nemici; sulle loro navi si scorge un indicibile tripudio.
Senonché, appena morto il Papa, un altro Papa sottentra al suo posto. I
piloti radunati lo hanno eletto così rapidamente che la notizia della
morte del Papa giunge con la notizia della elezione del suo successore.
Gli avversari cominciano a perdersi di coraggio.
Il nuovo Papa, superando ogni ostacolo, guida la nave in mezzo alle due
colonne, quindi con una catenella che pende dalla prora la lega a
un’ancora della colonna su cui sta l’Ostia, e con un’altra catenella che
pende a poppa la lega dalla parte opposta a un’altra àncora che pende
dalla colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata.
Allora succede un gran rivolgimento: tutte le navi nemiche fuggono, si
disperdono, si urtano, si fracassano a vicenda. Le une si affondano e
cercano di affondare le altre, mentre le navi che hanno combattuto
valorosamente con il Papa, vengono anch’esse a legarsi alle due colonne.
Nel mare ora regna una grande calma».
A questo punto Don Bosco interroga Don Rua:
— Che cosa pensi di questo sogno?
Don Rua risponde:
— Mi pare che la nave del Papa sia la Chiesa, le navi gli uomini, il
mare il mondo. Quelli che difendono la grande nave sono i buoni,
affezionati alla Chiesa; gli altri, i suoi nemici che la com battono con
ogni sorta di armi. Le due colonne di salvezza mi sembra che siano la
devozione a Maria SS. e al SS. Sacramento del l’Eucaristia.
— Hai detto bene — commenta Don Bosco —; bisogna soltanto correggere una
espressione. Le navi dei nemici sono le persecuzioni. Si preparano
gravissimi travagli per la Chiesa. Quello che finora fu, è quasi nulla
rispetto a quello che deve accadere. Due soli mezzi restano per salvarsi
fra tanto scompiglio: Devozione a Maria SS., frequente Comunione.
Il servo di Dio cardinale Schuster, arcivescovo di Milano, dava tanta
importanza a questa visione, che nel 1953, quando fu a Torino come
Legato Pontificio al Congresso Eucaristico Nazionale, la notte sul 13
settembre, durante il solenne pontificale di chiusura, sulla Piazza
Vittorio, gremita di popolo, diede a questo sogno una parte rilevante
della sua Omelia.
Disse tra l’altro: « In quest’ora solenne, nell’Eucaristica Torino del
Cottolengo e di Don Bosco, mi torna in mente una visione profetica che
il Fondatore del Tempio di Maria Ausiliatrice narrò ai suoi nel maggio
del 1862. Gli sembrò di vedere la flotta della Chiesa battuta qua e là
dai flutti di una orribile tempesta; tanto che, ad un certo momento, il
supremo condottiero della nave capitana — Pio IX — convocò a consiglio i
gerarchi delle navi minori.
Purtroppo la bufera, che mugghiava sempre più minacciosa, interruppe a
mezzo il Concilio Vaticano (è da notare che Don Bosco annunciava questi
eventi otto anni prima che avvenissero). Nelle alterne vicende di quegli
anni, per ben due volte gli stessi Supremi Gerarchi soccombettero al
travaglio. Quando successe il terzo, in mezzo all’oceano furente
cominciarono ad emergere due colonne, in cima alle quali trionfavano i
simboli dell’Eucaristia e della Vergine Immacolata.
A quella apparizione il nuovo Pontefice — il Beato Pio X — prese animo e
con una salda catena, agganciò la nave Capitana di Pietro a quei due
solidi pilastri, calando in mare le ancore.
Allora i navigli minori cominciarono a vogare strenuamente per
raccogliersi attorno alla nave del Papa, e così scamparono dal
naufragio.
La storia confermò la profezia del Veggente. Gli inizi pontificali di
Pio X con l’àncora sullo stemma araldico coincisero appunto con il
cinquantesimo anno giubilare della proclamazione dogmatica della
Concezione Immacolata di Maria, e venne festeggiata in tutto l’orbe
cattolico. Tutti noi vecchi ricordiamo l’8 dicembre 1904, in cui il
Pontefice in San Pietro circondò la fronte del l’Immacolata d’una
preziosa corona di gemme, consacrando alla Madre tutta intera la
famiglia che Gesù Crocifisso le aveva commesso.
Il condurre i pargoli innocenti e gli infermi alla Mensa Eucaristica
entrò parimenti a far parte del programma del generoso Pontefice, che
voleva restaurare in Cristo tutto quanto l’orbe. Fu così che, finché
visse Pio X, non ci fu guerra, ed Egli meritò il titolo di pacifico
Pontefice dell’Eucaristia.
Da quel tempo le condizioni internazionali non sono davvero migliorate;
così che l’esperienza di tre quarti di secolo ci conferma che la nave
del Pescatore sul mare in burrasca può sperare salvezza solo con
l’agganciarsi alle due colonne dell’Eucaristia e dell'Ausiliatrice,
apparse in sogno a Don Bosco » (da L’Italia del 13 settembre 1953).
Lo stesso santo card. Schuster, un giorno disse a un Salesiano:
« Ho visto riprodotta la visione delle due colonne. Dica ai suoi
Superiori che la facciano riprodurre in stampe e cartoline, e la
diffondano in tutto il mondo cattolico, perché questa visione di Don
Bosco è di grande attualità: la Chiesa e il popolo cristiano si
salveranno con queste due devozioni: l’Eucaristia e Maria, Aiuto dei
Cristiani».
26 ottobre 1975 - CONTRADDIZIONI NELLA PASTORALE
Mons. Ottavio Michelini
Figlio, nel precedente messaggio ai vescovi ti ho parlato delle contraddizioni in atto nella pastorale dei vescovi e dei sacerdoti.
Queste contraddizioni, se lo vogliono, accertarle non sarà difficile. Più importante ancora sarà cercarne le cause.
Nessuno si lasci vincere dalla tentazione di evadere. Se con umiltà mi vorranno, Io sarò vicino a loro per infondere la luce e il coraggio.
Ho detto che questo è tempo di revisione, e di revisione urgente. E' tempo di intervenire con fermezza, amore e prudenza. Non si lascino intimorire dal Maligno, reso forte ed audace dal letargo in cui è caduta la mia Chiesa.
L'incoerenza è stata di molto superata dalle contraddizioni così frequenti, così diffuse da trasformarsi in costume di vita, per cui non si notano più. Le conseguenze di queste contraddizioni in atto nel mio Corpo Mistico sono davvero incommensurabili Purtroppo non sono i soli mali.
Non è il caso ora di parlare dei molti che si (p.165) professano atei, ma di coloro comunemente ritenuti " buoni cristiani ".
Al mattino della domenica vanno in chiesa, magari aspettando ad entrarvi che sia terminato l'interminabile commento della mia Parola. Si accostano ai sacramenti, pochi con fervorosa fede, molti per abitudine o tradizione familiare. C'è tanta scarsa convinzione che, alla sera, non si fanno nessun scrupolo di assistere films pornografici o, quando non sono tali, a films che sono vere scuole di rapina e violenza di ogni tipo.
Il veleno poi del materialismo entra in tutti. Fra adolescenti e giovani, come fiume in piena, è entrata la corruzione e l'immoralità dilaga.
Tutte le porte sono state aperte comprese quelle dei così detti a buoni cristiani " che al mattino vanno a confessarsi, pur sapendo che in giornata peccheranno gravemente.
Giudici delle coscienze
Lo sanno loro e lo sanno molti confessori che continuano ad assolvere tutto e tutti. Al mattino Santa Comunione, che santa poi non è, alla sera si frequentano balli, locali e ritrovi ove l'esaltazione della sensualità è legge.
Gli adulteri si confessano già certi che non mancherà il prete sempre pronto ad assolverli. Si (p.166) sono dimenticate le parole chiare e precise: " a Nolite ponere margaritas ante porcos ". Si è dimenticato che i sacramenti sono i frutti preziosi della mia Redenzione.
Si sono dimenticate le parole con le quali Io, Salvatore e Liberatore, ho conferito ai miei Apostoli e Successori il potere di rimettere o ritenere i peccati.
Si sono dimenticati molti sacerdoti di essere stati costituiti giudici delle coscienze. Ed è funzione del giudice, nell'esercizio della sua professione, di indagare sui reati, sull'entità dei reati.
La faciloneria con cui si assolve sempre tutto e tutti non risponde al disegno della mia Misericordia, ma ad un piano di Satana. Trasformare i mezzi di salvezza in mezzi di dannazione, è screditare il valore infinito della Grazia e dei mezzi da Me voluti per distribuirla.
Ti ho parlato di Messe sacrileghe, ora ti dico che alle Messe puoi aggiungere le Confessioni sacrileghe, a volte doppiamente sacrileghe. Delle Comunioni sacrileghe ecco, figlio, dove stanno le radici Questo lassismo che rende indistinguibile il lecito dall'illecito, il bene dal male, dove ha le sue radici? Ecco perché urge la revisione senza indugi.
L'anarchia è entrata incontrastata dall'esterno, anche in foro interno, perciò alcuni sacerdoti si (p.167) fanno autori di nuove dottrine e di una nuova morale che tutto ammette e che tutto approva.
Le conseguenze sono di per se stesse comprensibili: per molti sacerdoti il sesto e nono comandamento non hanno più ragione di essere. Questo è somma superbia, questo è un volersi sostituire a Dio, questo è non credere in Dio, questo è non credere all'Onnipotenza, all'Onniscenza e Onnipresenza di Dio.
Satana in continuazione induce sacerdoti a ripetere il suo peccato di superbia e di disobbedienza. Egli ha trovato alleati fedeli nella mia Chiesa, inducendoli a farsi suoi collaboratori nell'opera di smantellamento.
Ma Satana e questi suoi collaboratori ignorano forse le mie parole che non mutano: " Io sarò con voi fino alla fine dei tempi e le porte degli inferi non prevarranno " ?
Sarà purificata la mia Chiesa, sarà liberata la mia Chiesa !
Lo esige il mio amore per essa, lo esige la giustizia, lo esige la mia misericordia. Di questo non si ha la giusta visione.
Io sono il fuoco
Figlio, quante volte nei precedenti messaggi non ti ho parlato di nubi che avvolgono la mia Chiesa, di oscurità profonda. Non a caso l'ho fatto. (p.168)
In altre occasioni ti ho detto che l'Amore può paragonarsi ad un braciere ardente, capace di trasformare e di comunicare ad altre cose di natura diversa (vedi il ferro di per sé freddo ed oscuro) la propria natura sprigionante splendore e calore. Un pezzo di ferro, posto in un braciere, brucia come il fuoco, splende come il fuoco, scotta come il fuoco, e del fuoco produce gli effetti.
Io sono il Fuoco venuto sulla terra per incendiare le anime col mio amore, per compenetrarle della mia vita divina. Su questo Fuoco non acqua viene gettata per spegnerlo, ma tutte le brutture, tutto il luridume e tutta l'oscurità che sono nella mente di colui che è tenebre e peccato, che è odio e ribellione.
Che rimane del braciere ardente sul quale viene versata acqua? Pochi neri e fumanti carboni. La scimmia di Dio tutto fa e tutto compie in opposizione a Dio Creatore, a Dio Redentore, a Dio Santificatore.
Sono venuto sulla terra per portare il fuoco del mio Amore, per comunicare alle anime il calore e lo splendore dell'Amore mio divino e fare degli uomini, schiavi, dei figli di Dio, dei miei fratelli credi con Me della gloria del Padre.
Satana, che nulla ha perduto della potenza di cui era stato dotato e della sua libertà naturale, (p.169) continuamente è teso ad un'opera di trasformazione delle anime in tizzoni neri e fumanti, eredi con lui delle pene eterne dell'Inferno.
Figlio mio, non si vuole capire che la presenza dell'uomo sulla terra è in ordine alla vita eterna, che la terra è esilio e campo di una lotta non voluta da Dio ma dall'odio, dall'invidia e dalla gelosia di Satana e delle sue diaboliche legioni.
Il suo piano ora lo si potrebbe dire riuscito. E' quello di convincere gli uomini della sua inesistenza e di mandare in letargo vescovi e sacerdoti, tanto da non avvertire le contraddizioni in cui sono immersi.
Ma l'ultima parola la dirà la Madre mia e vostra che schiaccerà di nuovo col suo piede la testa del maledetto Serpente.
Un risveglio alla fede, alla visione realistica e tragica delle contraddizioni in cui si vive, un ritorno ad un sincero pentimento potrebbero arrestare la frana in atto. Non saranno ancora l'oscurità, la presunzione, l'orgoglio a vincere ?...
Nessuno si illuda
Gridalo forte, figlio: nessuno si illuda, i giorni sono contati. Guai a coloro che rimarranno sordi, insensibili ai miei richiami. Troppo si è opposta resistenza alla mia Misericordia. (p.170)
E' tempo di revisione, è tempo di porre la scure alla radice, è tempo di scuotersi dal letargo, di scendere in campo e di ingaggiare la lotta contro l'infernale Nemico.
Io ho vinto Satana, Io ho vinto il mondo, Io ho vinto la morte.
Figli miei, coraggio! L'ora è grave ma uniti a Me, uniti tra di voi, potete salvarvi.
E' l'ultima possibilità che vi viene offerta. I mezzi non vi mancano e più che validi per frenare, arrestare e delimitare la tracotante avanzata del Nemico.
Ti benedico, figlio. Offrimi le tue tribolazioni: mi ripagheranno della stolta ed insensata ostinazione di tante anime a Me consacrate. (p.171)