Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

una delle più grandi pazzie d'un cristiano è quella di aspettare sempre a mettersi sulla buona strada, dicendo: poi, quasi fosse sicuro del tempo avvenire e come se poco importasse il farlo presta e mettersi in sicuro. Siate dunque voi saggi ed ordinatevi subito come se foste certi che poi noi fare più. Confessarvi ogni quindici giorni al più tardi; un poco di meditazione e di lettura spirituale tutti i giorni: l' esame di coscienza tutte sere; la visita al ss. sacramento e alla Madonna; la congregazione, la protesta della buona morte; ma soprattutto una grande, una tenera, verace e costante devozione a Maria SS. Oh! se sapeste che importa questo devozione; non la cambiereste con tutto l'oro del mondo. Abbiatela e spero che direte un giorno: “Venerunt omnia mihi bona pariter cum illa”. (San Giovanni Bosco)

Liturgia delle Ore - Letture

Martedi della 7° settimana del Tempo di Pasqua

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Luca 6

1Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.2Alcuni farisei dissero: "Perché fate ciò che non è permesso di sabato?".3Gesù rispose: "Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni?4Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?".5E diceva loro: "Il Figlio dell'uomo è signore del sabato".

6Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita.7Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.8Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Alzati e mettiti nel mezzo!". L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato.9Poi Gesù disse loro: "Domando a voi: È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?".10E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: "Stendi la mano!". Egli lo fece e la mano guarì.11Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

12In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.13Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli:14Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo,15Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota,16Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.

17Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone,18che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti.19Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

20Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
"Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
22Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.23Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
25Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
26Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

27Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.29A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.30Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.31Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.32Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.33E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;38date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio".

39Disse loro anche una parabola: "Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca?40Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro.41Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?42Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
43Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni.44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.45L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore.

46Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?47Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile:48è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.49Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande".


Primo libro delle Cronache 17

1Una volta stabilitosi in casa, Davide disse al profeta Natan: "Ecco, io abito una casa di cedro mentre l'arca dell'alleanza del Signore sta sotto una tenda".2Natan rispose a Davide: "Fa' quanto desideri in cuor tuo, perché Dio è con te".
3Ora in quella medesima notte questa parola di Dio fu rivolta a Natan:4"Va' a riferire a Davide mio servo: Dice il Signore: Tu non mi costruirai la casa per la mia dimora.5Difatti io non ho mai abitato in una casa da quando feci uscire Israele dall'Egitto fino ad oggi. Io passai da una tenda all'altra e da una dimora all'altra.6Durante tutto il tempo in cui ho camminato insieme con tutto Israele non ho mai detto a qualcuno dei Giudici, ai quali avevo ordinato di pascere il mio popolo: Perché non mi avete costruito una casa di cedro?7Ora, riferirai al mio servo Davide: Dice il Signore degli eserciti: Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, per costituirti principe sul mio popolo Israele.8Sono stato con te in tutte le tue imprese; ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te; renderò il tuo nome come quello dei più grandi personaggi sulla terra.9Destinerò un posto per il mio popolo Israele; ivi lo pianterò perché vi si stabilisca e non debba vivere ancora nell'instabilità e i malvagi non continuino ad angariarlo come una volta,10come quando misi i Giudici a capo di Israele. Umilierò tutti i tuoi nemici, mentre ingrandirò te. Il Signore ha intenzione di costruire a te una casa.11Quando i tuoi giorni saranno finiti e te ne andrai con i tuoi padri, susciterò un discendente dopo di te, uno dei tuoi figli, e gli renderò saldo il regno.12Costui mi costruirà una casa e io gli assicurerò il trono per sempre.13Io sarò per lui un padre e lui sarà per me un figlio; non ritirerò da lui il mio favore come l'ho ritirato dal tuo predecessore.14Io lo farò star saldo nella mia casa, nel mio regno; il suo trono sarà sempre stabile".
15Natan riferì a Davide tutte queste parole e tutta la presente visione.
16Allora il re Davide, presentatosi al Signore disse: "Chi sono io, Signore Dio, e che cos'è la mia casa perché tu mi abbia condotto fin qui?17E, quasi fosse poco ciò per i tuoi occhi, o Dio, ora parli della casa del tuo servo nel lontano avvenire; mi hai fatto contemplare come una successione di uomini in ascesa, Signore Dio!18Come può pretendere Davide di aggiungere qualcosa alla tua gloria? Tu conosci il tuo servo.19Signore, per amore del tuo servo e secondo il tuo cuore hai compiuto quest'opera straordinaria per manifestare tutte le tue meraviglie.20Signore, non esiste uno simile a te e non c'è Dio fuori di te, come abbiamo sentito con i nostri orecchi.21E chi è come il tuo popolo, Israele, l'unico popolo sulla terra che Dio sia andato a riscattare per farne un suo popolo e per procurarsi un nome grande e stabile? Tu hai scacciato le nazioni davanti al tuo popolo, che tu hai riscattato dall'Egitto.22Hai deciso che il tuo popolo Israele sia tuo popolo per sempre. Tu, Signore, sei stato il loro Dio.23Ora, Signore, la parola che hai pronunciata sul tuo servo e sulla sua famiglia resti sempre verace; fa' come hai detto.24Sia saldo e sia sempre magnificato il tuo nome! Si possa dire: Il Signore degli eserciti è Dio per Israele! La casa di Davide tuo servo sarà stabile davanti a te.25Tu, Dio mio, hai rivelato al tuo servo l'intenzione di costruirgli una casa, per questo il tuo servo ha trovato l'ardire di pregare alla tua presenza.26Ora tu, Signore, sei Dio; tu hai promesso al tuo servo tanto bene.27Pertanto ti piaccia di benedire la casa del tuo servo perché sussista per sempre davanti a te, poiché quanto tu benedici è sempre benedetto".


Proverbi 24

1Non invidiare gli uomini malvagi,
non desiderare di stare con loro;
2poiché il loro cuore trama rovine
e le loro labbra non esprimono che malanni.
3Con la sapienza si costruisce la casa
e con la prudenza la si rende salda;
4con la scienza si riempiono le sue stanze
di tutti i beni preziosi e deliziosi.
5Un uomo saggio vale più di uno forte,
un uomo sapiente più di uno pieno di vigore,
6perché con le decisioni prudenti si fa la guerra
e la vittoria sta nel numero dei consiglieri.
7È troppo alta la sapienza per lo stolto,
alla porta della città egli non potrà aprir bocca.
8Chi trama per fare il male
si chiama mestatore.
9Il proposito dello stolto è il peccato
e lo spavaldo è l'abominio degli uomini.
10Se ti avvilisci nel giorno della sventura,
ben poca è la tua forza.
11Libera quelli che sono condotti alla morte
e salva quelli che sono trascinati al supplizio.
12Se dici: "Ecco, io non ne so nulla",
forse colui che pesa i cuori non lo comprende?
Colui che veglia sulla tua vita lo sa;
egli renderà a ciascuno secondo le sue opere.
13Mangia, figlio mio, il miele, perché è buono
e dolce sarà il favo al tuo palato.
14Sappi che tale è la sapienza per te:
se l'acquisti, avrai un avvenire
e la tua speranza non sarà stroncata.
15Non insidiare, o malvagio, la dimora del giusto,
non distruggere la sua abitazione,
16perché se il giusto cade sette volte, egli si rialza,
ma gli empi soccombono nella sventura.
17Non ti rallegrare per la caduta del tuo nemico
e non gioisca il tuo cuore, quando egli soccombe,
18perché il Signore non veda e se ne dispiaccia
e allontani da lui la collera.
19Non irritarti per i malvagi
e non invidiare gli empi,
20perché non ci sarà avvenire per il malvagio
e la lucerna degli empi si estinguerà.
21Temi il Signore, figlio mio, e il re;
non ribellarti né all'uno né all'altro,
22perché improvvisa sorgerà la loro vendetta
e chi sa quale scempio faranno l'uno e l'altro?

23Anche queste sono parole dei saggi.
Aver preferenze personali in giudizio non è bene.
24Se uno dice all'empio: "Tu sei innocente",
i popoli lo malediranno, le genti lo esecreranno,
25mentre tutto andrà bene a coloro che rendono giustizia,
su di loro si riverserà la benedizione.
26Dà un bacio sulle labbra
colui che risponde con parole rette.
27Sistema i tuoi affari di fuori
e fatti i lavori dei campi
e poi costruisciti la casa.
28Non testimoniare alla leggera contro il tuo prossimo
e non ingannare con le labbra.
29Non dire: "Come ha fatto a me così io farò a lui,
renderò a ciascuno come si merita".
30Sono passato vicino al campo di un pigro,
alla vigna di un uomo insensato:
31ecco, ovunque erano cresciute le erbacce,
il terreno era coperto di cardi
e il recinto di pietre era in rovina.
32Osservando, riflettevo
e, vedendo, ho tratto questa lezione:
33un po' dormire, un po' sonnecchiare,
un po' incrociare le braccia per riposare
34e intanto viene passeggiando la miseria
e l'indigenza come un accattone.


Salmi 119

1Alleluia.

Alef. Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
2Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

3Non commette ingiustizie,
cammina per le sue vie.
4Tu hai dato i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.

5Siano diritte le mie vie,
nel custodire i tuoi decreti.
6Allora non dovrò arrossire
se avrò obbedito ai tuoi comandi.
7Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le tue giuste sentenze.
8Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.

9Bet. Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
10Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
11Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
12Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
13Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
14Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
15Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
16Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.

17Ghimel. Sii buono con il tuo servo e avrò vita,
custodirò la tua parola.
18Aprimi gli occhi perché io veda
le meraviglie della tua legge.
19Io sono straniero sulla terra,
non nascondermi i tuoi comandi.
20Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi precetti in ogni tempo.
21Tu minacci gli orgogliosi;
maledetto chi devìa dai tuoi decreti.
22Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho osservato le tue leggi.
23Siedono i potenti, mi calunniano,
ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
24Anche i tuoi ordini sono la mia gioia,
miei consiglieri i tuoi precetti.

25Dalet. Io sono prostrato nella polvere;
dammi vita secondo la tua parola.
26Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto;
insegnami i tuoi voleri.
27Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò i tuoi prodigi.
28Io piango nella tristezza;
sollevami secondo la tua promessa.
29Tieni lontana da me la via della menzogna,
fammi dono della tua legge.
30Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
31Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore,
che io non resti confuso.
32Corro per la via dei tuoi comandamenti,
perché hai dilatato il mio cuore.

33He. Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la seguirò sino alla fine.
34Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
35Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia.
36Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso la sete del guadagno.
37Distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
38Con il tuo servo sii fedele alla parola
che hai data, perché ti si tema.
39Allontana l'insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
40Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.

41Vau. Venga a me, Signore, la tua grazia,
la tua salvezza secondo la tua promessa;
42a chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola.
43Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera,
perché confido nei tuoi giudizi.
44Custodirò la tua legge per sempre,
nei secoli, in eterno.
45Sarò sicuro nel mio cammino,
perché ho ricercato i tuoi voleri.
46Davanti ai re parlerò della tua alleanza
senza temere la vergogna.
47Gioirò per i tuoi comandi
che ho amati.
48Alzerò le mani ai tuoi precetti che amo,
mediterò le tue leggi.

49Zain. Ricorda la promessa fatta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
50Questo mi consola nella miseria:
la tua parola mi fa vivere.
51I superbi mi insultano aspramente,
ma non devìo dalla tua legge.
52Ricordo i tuoi giudizi di un tempo, Signore,
e ne sono consolato.
53M'ha preso lo sdegno contro gli empi
che abbandonano la tua legge.
54Sono canti per me i tuoi precetti,
nella terra del mio pellegrinaggio.
55Ricordo il tuo nome lungo la notte
e osservo la tua legge, Signore.
56Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti.

57Het. La mia sorte, ho detto, Signore,
è custodire le tue parole.
58Con tutto il cuore ti ho supplicato,
fammi grazia secondo la tua promessa.
59Ho scrutato le mie vie,
ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti.
60Sono pronto e non voglio tardare
a custodire i tuoi decreti.
61I lacci degli empi mi hanno avvinto,
ma non ho dimenticato la tua legge.
62Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode
per i tuoi giusti decreti.
63Sono amico di coloro che ti sono fedeli
e osservano i tuoi precetti.
64Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami il tuo volere.

65Tet. Hai fatto il bene al tuo servo, Signore,
secondo la tua parola.
66Insegnami il senno e la saggezza,
perché ho fiducia nei tuoi comandamenti.
67Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua parola.
68Tu sei buono e fai il bene,
insegnami i tuoi decreti.
69Mi hanno calunniato gli insolenti,
ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti.
70Torpido come il grasso è il loro cuore,
ma io mi diletto della tua legge.
71Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari ad obbedirti.
72La legge della tua bocca mi è preziosa
più di mille pezzi d'oro e d'argento.

73Iod. Le tue mani mi hanno fatto e plasmato;
fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
74I tuoi fedeli al vedermi avranno gioia,
perché ho sperato nella tua parola.
75Signore, so che giusti sono i tuoi giudizi
e con ragione mi hai umiliato.
76Mi consoli la tua grazia,
secondo la tua promessa al tuo servo.
77Venga su di me la tua misericordia e avrò vita,
poiché la tua legge è la mia gioia.
78Siano confusi i superbi che a torto mi opprimono;
io mediterò la tua legge.
79Si volgano a me i tuoi fedeli
e quelli che conoscono i tuoi insegnamenti.
80Sia il mio cuore integro nei tuoi precetti,
perché non resti confuso.

81Caf. Mi consumo nell'attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
82Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa,
mentre dico: "Quando mi darai conforto?".
83Io sono come un otre esposto al fumo,
ma non dimentico i tuoi insegnamenti.
84Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando farai giustizia dei miei persecutori?

85Mi hanno scavato fosse gli insolenti
che non seguono la tua legge.
86Verità sono tutti i tuoi comandi;
a torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto.
87Per poco non mi hanno bandito dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
88Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò le parole della tua bocca.

89Lamed. La tua parola, Signore,
è stabile come il cielo.
90La tua fedeltà dura per ogni generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
91Per tuo decreto tutto sussiste fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
92Se la tua legge non fosse la mia gioia,
sarei perito nella mia miseria.
93Mai dimenticherò i tuoi precetti:
per essi mi fai vivere.
94Io sono tuo: salvami,
perché ho cercato il tuo volere.
95Gli empi mi insidiano per rovinarmi,
ma io medito i tuoi insegnamenti.
96Di ogni cosa perfetta ho visto il limite,
ma la tua legge non ha confini.

97Mem. Quanto amo la tua legge, Signore;
tutto il giorno la vado meditando.
98Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici,
perché sempre mi accompagna.
99Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
100Ho più senno degli anziani,
perché osservo i tuoi precetti.
101Tengo lontano i miei passi da ogni via di male,
per custodire la tua parola.
102Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.
103Quanto sono dolci al mio palato le tue parole:
più del miele per la mia bocca.
104Dai tuoi decreti ricevo intelligenza,
per questo odio ogni via di menzogna.

105Nun. Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
106Ho giurato, e lo confermo,
di custodire i tuoi precetti di giustizia.
107Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
108Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
109La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
110Gli empi mi hanno teso i loro lacci,
ma non ho deviato dai tuoi precetti.
111Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
sono essi la gioia del mio cuore.
112Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti,
in essi è la mia ricompensa per sempre.

113Samech. Detesto gli animi incostanti,
io amo la tua legge.
114Tu sei mio rifugio e mio scudo,
spero nella tua parola.
115Allontanatevi da me o malvagi,
osserverò i precetti del mio Dio.
116Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita,
non deludermi nella mia speranza.
117Sii tu il mio aiuto e sarò salvo,
gioirò sempre nei tuoi precetti.
118Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti,
perché la sua astuzia è fallace.
119Consideri scorie tutti gli empi della terra,
perciò amo i tuoi insegnamenti.
120Tu fai fremere di spavento la mia carne,
io temo i tuoi giudizi.

121Ain. Ho agito secondo diritto e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
122Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano i superbi.
123I miei occhi si consumano nell'attesa della tua salvezza
e della tua parola di giustizia.
124Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi comandamenti.

125Io sono tuo servo, fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
126È tempo che tu agisca, Signore;
hanno violato la tua legge.
127Perciò amo i tuoi comandamenti
più dell'oro, più dell'oro fino.
128Per questo tengo cari i tuoi precetti
e odio ogni via di menzogna.

129Pe. Meravigliosa è la tua alleanza,
per questo le sono fedele.
130La tua parola nel rivelarsi illumina,
dona saggezza ai semplici.
131Apro anelante la bocca,
perché desidero i tuoi comandamenti.
132Volgiti a me e abbi misericordia,
tu che sei giusto per chi ama il tuo nome.
133Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola
e su di me non prevalga il male.
134Salvami dall'oppressione dell'uomo
e obbedirò ai tuoi precetti.
135Fa' risplendere il volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi comandamenti.
136Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché non osservano la tua legge.

137Sade. Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi.
138Con giustizia hai ordinato le tue leggi
e con fedeltà grande.
139Mi divora lo zelo della tua casa,
perché i miei nemici dimenticano le tue parole.
140Purissima è la tua parola,
il tuo servo la predilige.
141Io sono piccolo e disprezzato,
ma non trascuro i tuoi precetti.
142La tua giustizia è giustizia eterna
e verità è la tua legge.
143Angoscia e affanno mi hanno colto,
ma i tuoi comandi sono la mia gioia.
144Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre,
fammi comprendere e avrò la vita.

145Kof. T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
146Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
147Precedo l'aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
148I miei occhi prevengono le veglie
per meditare sulle tue promesse.
149Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
150A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
151Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
152Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.

153Res. Vedi la mia miseria, salvami,
perché non ho dimenticato la tua legge.
154Difendi la mia causa, riscattami,
secondo la tua parola fammi vivere.
155Lontano dagli empi è la salvezza,
perché non cercano il tuo volere.
156Le tue misericordie sono grandi, Signore,
secondo i tuoi giudizi fammi vivere.
157Sono molti i persecutori che mi assalgono,
ma io non abbandono le tue leggi.
158Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo,
perché non custodiscono la tua parola.
159Vedi che io amo i tuoi precetti,
Signore, secondo la tua grazia dammi vita.
160La verità è principio della tua parola,
resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia.

161Sin. I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme le tue parole.
162Io gioisco per la tua promessa,
come uno che trova grande tesoro.
163Odio il falso e lo detesto,
amo la tua legge.
164Sette volte al giorno io ti lodo
per le sentenze della tua giustizia.
165Grande pace per chi ama la tua legge,
nel suo cammino non trova inciampo.
166Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
167Io custodisco i tuoi insegnamenti
e li amo sopra ogni cosa.
168Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.

169Tau. Giunga il mio grido fino a te, Signore,
fammi comprendere secondo la tua parola.
170Venga al tuo volto la mia supplica,
salvami secondo la tua promessa.
171Scaturisca dalle mie labbra la tua lode,
poiché mi insegni i tuoi voleri.
172La mia lingua canti le tue parole,
perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti.
173Mi venga in aiuto la tua mano,
poiché ho scelto i tuoi precetti.
174Desidero la tua salvezza, Signore,
e la tua legge è tutta la mia gioia.
175Possa io vivere e darti lode,
mi aiutino i tuoi giudizi.
176Come pecora smarrita vado errando;
cerca il tuo servo,
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.


Amos 5

1Ascoltate queste parole,
questo lamento che io pronunzio su di voi,
o casa di Israele!
2È caduta, non si alzerà più,
la vergine d'Israele;
è stesa al suolo,
nessuno la fa rialzare.
3Poiché così dice il Signore Dio:
La città che usciva con mille uomini
resterà con cento
e la città di cento
resterà con dieci, nella casa d'Israele.

4Poiché così dice il Signore alla casa d'Israele:
Cercate me e vivrete!
5Non rivolgetevi a Betel,
non andate a Gàlgala,
non passate a Bersabea,
perché Gàlgala andrà tutta in esilio
e Betel sarà ridotta al nulla.
6Cercate il Signore e vivrete,
perché egli non irrompa come fuoco
sulla casa di Giuseppe e la consumi
e nessuno spenga Betel!
7Essi trasformano il diritto in veleno
e gettano a terra la giustizia.

8Colui che ha fatto le Pleiadi e Orione,
cambia il buio in chiarore del mattino
e stende sul giorno l'oscurità della notte;
colui che comanda alle acque del mare
e le spande sulla terra,
Signore è il suo nome.
9Egli fa cadere la rovina sulle fortezze
e fa giungere la devastazione sulle cittadelle.

10Essi odiano chi ammonisce alla porta
e hanno in abominio chi parla secondo verità.
11Poiché voi schiacciate l'indigente
e gli estorcete una parte del grano,
voi che avete costruito case in pietra squadrata,
non le abiterete;
vigne deliziose avete piantato,
ma non ne berrete il vino,
12perché so che numerosi sono i vostri misfatti,
enormi i vostri peccati.
Essi sono oppressori del giusto, incettatori di ricompense
e respingono i poveri nel tribunale.
13Perciò il prudente in questo tempo tacerà,
perché sarà un tempo di sventura.

14Cercate il bene e non il male,
se volete vivere,
e così il Signore, Dio degli eserciti,
sia con voi, come voi dite.
15Odiate il male e amate il bene
e ristabilite nei tribunali il diritto;
forse il Signore, Dio degli eserciti,
avrà pietà del resto di Giuseppe.

16Perciò così dice il Signore,
Dio degli eserciti, il Signore:
In tutte le piazze vi sarà lamento,
in tutte le strade si dirà: Ah! ah!
Si chiamerà l'agricoltore a fare il lutto
e a fare il lamento quelli che conoscono la nenia.
17In tutte le vigne vi sarà lamento,
perché io passerò in mezzo a te,
dice il Signore.

18Guai a coloro che attendono il giorno del Signore!
Che sarà per voi il giorno del Signore?
Sarà tenebre e non luce.
19Come quando uno fugge davanti al leone
e s'imbatte in un orso;
entra in casa, appoggia la mano sul muro
e un serpente lo morde.
20Non sarà forse tenebra e non luce
il giorno del Signore,
e oscurità senza splendore alcuno?
21Io detesto, respingo le vostre feste
e non gradisco le vostre riunioni;
22anche se voi mi offrite olocausti,
io non gradisco i vostri doni
e le vittime grasse come pacificazione
io non le guardo.
23Lontano da me il frastuono dei tuoi canti:
il suono delle tue arpe non posso sentirlo!
24Piuttosto scorra come acqua il diritto
e la giustizia come un torrente perenne.
25Mi avete forse offerto vittime
e oblazioni nel deserto
per quarant'anni, o Israeliti?
26Voi avete innalzato Siccùt vostro re
e Chiiòn vostro idolo,
la stella dei vostri dèi che vi siete fatti.
27Ora, io vi manderò in esilio
al di là di Damasco, dice il Signore,
il cui nome è Dio degli eserciti.


Atti degli Apostoli 18

1Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corinto.2Qui trovò un Giudeo chiamato Aquila, oriundo del Ponto, arrivato poco prima dall'Italia con la moglie Priscilla, in seguito all'ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro3e poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì nella loro casa e lavorava. Erano infatti di mestiere fabbricatori di tende.4Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
5Quando giunsero dalla Macedonia Sila e Timòteo, Paolo si dedicò tutto alla predicazione, affermando davanti ai Giudei che Gesù era il Cristo.6Ma poiché essi gli si opponevano e bestemmiavano, scuotendosi le vesti, disse: "Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente; da ora in poi io andrò dai pagani".7E andatosene di là, entrò nella casa di un tale chiamato Tizio Giusto, che onorava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga.8Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e anche molti dei Corinzi, udendo Paolo, credevano e si facevano battezzare.
9E una notte in visione il Signore disse a Paolo: "Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere,10'perché io sono con te' e nessuno cercherà di farti del male, perché io ho un popolo numeroso in questa città".11Così Paolo si fermò un anno e mezzo, insegnando fra loro la parola di Dio.

12Mentre era proconsole dell'Acaia Gallione, i Giudei insorsero in massa contro Paolo e lo condussero al tribunale dicendo:13"Costui persuade la gente a rendere un culto a Dio in modo contrario alla legge".14Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: "Se si trattasse di un delitto o di un'azione malvagia, o Giudei, io vi ascolterei, come di ragione.15Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra legge, vedetevela voi; io non voglio essere giudice di queste faccende".16E li fece cacciare dal tribunale.17Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e lo percossero davanti al tribunale ma Gallione non si curava affatto di tutto ciò.

18Paolo si trattenne ancora parecchi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s'imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era fatto tagliare i capelli a causa di un voto che aveva fatto.19Giunsero a Èfeso, dove lasciò i due coniugi, ed entrato nella sinagoga si mise a discutere con i Giudei.20Questi lo pregavano di fermarsi più a lungo, ma non acconsentì.21Tuttavia prese congedo dicendo: "Ritornerò di nuovo da voi, se Dio lo vorrà", quindi partì da Èfeso.22Giunto a Cesarèa, si recò a salutare la Chiesa di Gerusalemme e poi scese ad Antiòchia.
23Trascorso colà un po' di tempo, partì di nuovo percorrendo di seguito le regioni della Galazia e della Frigia, confermando nella fede tutti i discepoli.

24Arrivò a Èfeso un Giudeo, chiamato Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, versato nelle Scritture.25Questi era stato ammaestrato nella via del Signore e pieno di fervore parlava e insegnava esattamente ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni.26Egli intanto cominciò a parlare francamente nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio.27Poiché egli desiderava passare nell'Acaia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza. Giunto colà, fu molto utile a quelli che per opera della grazia erano divenuti credenti;28confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.


Capitolo X: Astenersi dai discorsi inutili

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1.     Per quanto possibile, stai lontano dall'agitarsi che fa la gente. Infatti, anche se vi si attende con purezza di intenzione, l'occuparsi delle faccende del mondo è un grosso impaccio, perché ben presto si viene inquinati dalle vanità, e fatti schiavi. Più di una volta vorrei essere stato zitto, e non essere andato in mezzo alla gente.

2.     Ma perché andiamo parlando e chiacchierando così volentieri con altri, anche se poi è raro che, quando torniamo a star zitti, non abbiamo qualche guasto alla coscienza? Parliamo così volentieri perché, con queste chiacchiere, cerchiamo di consolarci a vicenda, e speriamo di sollevare il nostro animo oppresso dai vari pensieri. Inoltre molto ci diletta discorrere e fantasticare delle cose che amiamo assai e che desideriamo, o di ciò che sembra contrastarci. Ma spesso purtroppo tutto questo è vano e inutile; giacché una simile consolazione esteriore va molto a scapito di quella interiore e divina.  

3.     Non dobbiamo passare il nostro tempo in ozio, ma in vigilie e in orazioni; e, se possiamo o dobbiamo parlare, dire cose edificanti. Infatti, mentre il malvezzo e la trascuratezza del nostro progresso spirituale ci induce facilmente a tenere incustodita la nostra lingua, giova assai al nostro profitto interiore una devota conversione intorno alle cose dello spirito; tanto più quando ci si unisca, nel nome di Dio, a persone animate da pari spiritualità.


LETTERA 78: Un certo Speranza, appartenente al monastero di Agostino ad Ippona, accusato dal prete Bonifacio aveva rigettato la colpa sullo stesso accusatore

Lettere - Sant'Agostino

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Scritta tra il 401 e il 408.

Un certo Speranza, appartenente al monastero di Agostino ad Ippona, accusato dal prete Bonifacio aveva rigettato la colpa sullo stesso accusatore: Agostino esorta i fedeli a non lasciarsi turbare dagli scandali e ricorda di aver inviato i due, al sepolcro di S. Felice di Nola perché Dio svelasse la verità con un miracolo (n. 1-13). Agostino s'era preoccupato che la cosa avvenisse in segreto, ma siccome era stata risaputa, permette che nel frattempo insieme coi nomi degli altri preti non venga letto pure il nome di Bonifacio (n. 4), mentre esorta tutti ad astenersi da giudizi e sospetti (n. 5-6). Li prega di non accrescere il suo dolore e detta delle norme sul modo di combattere l'eresia e non gli eretici, e di non disprezzare i buoni se tra loro c'è qualche malvagio (n. 7-9).

AGOSTINO SALUTA NEL SIGNORE I DILETTISSIMI FRATELLI, IL CLERO, I NOTABILI, TUTTI I FEDELI DELLA CHIESA DI IPPONA CH'EGLI SERVE NELL'AMORE DI CRISTO

Rafforzare la fede di fronte agli scandali.

1. Dio volesse che vi deste a considerare attentamente la sacra Scrittura ogni qualvolta succedono degli scandali! Oh, allora non avreste bisogno dell'aiuto della mia parola, ma trovereste piuttosto conforto in Colui nel quale lo trovo anch'io! Egli ha predetto per mezzo della sacra Scrittura non solo i beni che darà in premio ai suoi santi e fedeli ma altresì i mali di cui sarebbe stato pieno il mondo; e s'è preoccupato di consegnarli nella sacra Scrittura, affinché i beni che verranno dopo la fine del mondo li aspettassimo con maggiore certezza di quella che abbiamo di sperimentare i mali ugualmente predetti e che precederanno la fine del mondo. Ecco perché l'Apostolo dice: Tutto quel che fu scritto, fu scritto perché fossimo ammaestrati, affinché, mediante la pazienza e la consolazione che ci vengono dalle Scritture, avessimo la speranza rivolta a Dio 1. Che bisogno c'era poi che lo stesso Signore Gesù non solo dicesse: Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del loro Padre 2, ciò che sarebbe avvenuto dopo la fine del mondo, ma esclamasse pure: Guai al mondo a causa degli scandali 3? Non disse forse così solo perché non ci lusingassimo di poter giungere alla patria della felicità eterna, se non a condizione che non ci scoraggiassimo nelle prove derivanti dalle molestie temporali? E che bisogno c'era che dicesse: Poiché aumenterà l'iniquità, si raffredderà la carità di molti? Perché coloro, dei quali parla immediatamente dopo dicendo: Chi avrà perseverato fino alla fine, questi sarà salvo 4, vedendo raffreddarsi la carità per il dilagare dell'iniquità, non si turbassero né si spaventassero né si perdessero di coraggio come sorpresi da eventi inaspettati e improvvisi, ma piuttosto, vedendo l'avveramento di quanto era stato predetto molto tempo prima, perseverassero pazientemente fino alla fine e avessero così la certezza di ricevere il premio di regnare, dopo la fine, nella vita che non avrà mai fine.

Gli scandali non devono raffreddare la carità.

2. A proposito quindi di questo scandalo, a causa del quale alcuni si sentono turbati per via del prete Bonifacio, non vi dico già, miei carissimi, che non dovete sentirne dolore, poiché quelli che non lo sentissero, dimostrerebbero di non possedere la carità di Cristo; quelli invece che ne godono, dimostrano che in essi abbonda la malvagità del diavolo. Non già che nel prete suddetto sia risultata palese alcuna colpa degna di condanna, ma si è che due del nostro monastero si trovano in una condizione tale, che l'uno di essi è ritenuto senza dubbio un depravato e l'altro presso alcuni gode di cattiva fama, presso altri invece gode di una fama sospetta, anche se la coscienza di lui non fosse macchiata. Addoloratevi di questi fatti veramente deplorevoli, ma non sino al punto che per il dolore la vostra carità abbia a raffreddarsi, ma piuttosto ravvivatela per pregare più ardentemente il Signore, affinché, se il vostro prete è innocente, la divina sentenza lo restituisca presto al suo ministero, facendolo apparire chiaramente innocente: Io sono più propenso a credere ciò, per il fatto che, quando s'è accorto dell'infame ed immonda passione del confratello, non ha né acconsentito né taciuto. Se invece, sentendosi colpevole (cosa che non oso neppure sospettare), ha voluto recare danno al buon nome dell'altro, per non essere riuscito ad imbrattarne la bella virtù, come sostiene l'altro con cui è in causa, il Signore non gli permetta di tenere nascosta la sua malvagità; cosicché per mezzo del giudizio di Dio, si renda manifesta la colpa dell'uno o dell'altro, che gli uomini non riescono a scoprire.

I due rimessi al giudizio di Dio.

3. Sono rimasto tormentato a lungo per questo caso senza trovare il modo di dimostrare in maniera convincente colpevole l'uno dei due, pur propendendo ancora a prestar fede piuttosto al prete; e così in un primo tempo avevo pensato di rimettere entrambi al giudizio di Dio, finché non venisse a galla qualche elemento contro quello di essi che mi era sospetto, per non vedermi costretto per caso a cacciarlo dal nostro monastero senza giusto e palese motivo. Quello faceva di tutto per essere promosso alla dignità di prete per mio mezzo nel monastero o altrove per mezzo di altro mediante mie lettere testimoniali, mentre io invece non sapevo decidermi in nessun modo ad imporre le mani per ordinare quell'individuo, a me tanto sospetto, e neppure a presentarlo con commendatizie ad un collega d'episcopato; per questo egli cominciò ad agitarsi e a fare la voce grossa, pretendendo che, qualora egli non venisse accolto nell'ordine dei preti, non si dovesse permettere neppure al prete Bonifacio di rimanere nella sua dignità. In seguito a questa provocazione, capii che Bonifacio non voleva si desse motivo di scandalo ad anime deboli e propense a sospettare della sua vita, ma che era anzi disposto a sacrificare la propria dignità ecclesiastica di fronte agli uomini, anziché arrivare al punto di mettere inutilmente a soqquadro la Chiesa per causa di quella contesa, in cui non gli sarebbe stato possibile dimostrare la sua innocenza a persone ignoranti e propense al dubbio e al sospetto. Scelsi allora una via di mezzo e li esortai ad obbligarsi con mutuo accordo di recarsi in un santuario, ove il pensiero di terribili interventi miracolosi ivi operati avrebbe messo più facilmente in luce chi dei due avesse la coscienza sporca e lo avrebbe costretto a confessare la colpa, o per mezzo di qualche castigo o del timore di questo. Iddio è certo dappertutto, e non può essere limitato o circoscritto in nessun luogo il creatore d'ogni cosa, che dai suoi veri adoratori dev'essere adorato in spirito e verità 5 perché, come esaudisce nel segreto, così pure nel segreto giustifichi e dia ricompensa; riguardo però alle manifestazioni di Dio che possono essere viste e conosciute dagli uomini, chi mai può scrutare i suoi disegni per cui certi prodigi avvengono in certi luoghi e non in altri? A molti è ben nota la santità del luogo ove è sepolto il corpo del beato Felice da Noia; ho quindi voluto che i due si recassero colà perché di lì mi si può scrivere più facilmente e più fedelmente quanto per intervento divino sarà manifestato relativamente all'uno o all'altro di essi: anch'io infatti so come a Milano presso il sepolcro dei Santi, ove i demoni fanno prodigiosamente terribili confessioni, un ladro recatosi colà per ingannare giurando il falso si trovò costretto a confessare il suo furto e a restituire la refurtiva. Forse che l'Africa - direte voi - non è anch'essa piena di corpi di santi martiri? Certo: eppure sappiamo che in nessun altro luogo sono accaduti miracoli così strepitosi. Infatti, a quanto dice l'Apostolo: Non tutti i Santi hanno il dono delle guarigioni, né tutti hanno il dono di discernere gli spiriti 6; così pure il Signore che distribuisce i suoi doni come vuole 7, ha disposto pure che non in tutti i sepolcri di martiri avvengano tali prodigi.

Equità e prudenza di Agostino.

4. Orbene, io avrei voluto evitare che arrivasse a vostra conoscenza questo cocente dispiacere del mio cuore, per non turbarvi arrecandovi un'atroce ed inutile pena; forse però Dio non ha voluto che la cosa vi rimanesse ignota affinché vi associate a me nella fervente preghiera al fine di ottenere che si degni di manifestarci quanto Egli sa di questa faccenda in cui noi non riusciamo a veder chiaro. Ecco il motivo per cui non ho osato né cancellare né escludere dalla lista ufficiale dei colleghi il nome del prete Bonifacio per non dare l'impressione che volessi far torto all'autorità di Dio, sotto il cui giudizio pende ancora la causa: io invece darei tale impressione se volessi prevenire con un mio verdetto quello che dovrà pronunciare Dio stesso, cosa che non fanno neppure i giudici secolari allorché una causa intricata è differita al magistrato superiore, non osando essi mutare nulla finché la causa resta sospesa. D'altronde in un Concilio di vescovi fu già stabilito che non si deve sospendere dalla comunione nessun membro del clero, la cui colpa non sia stata irrefutabilmente provata, tranne il caso in cui egli non si sia presentato al dibattito giudiziale della propria causa. Cionondimeno Bonifacio si è abbassato e umiliato fino al punto di non ricevere lettere commendatizie con le quali potrebbe durante il viaggio ricevere gli onori dovuti al suo grado, affinché nel paese dove l'uno e l'altro sono sconosciuti ricevessero lo stesso trattamento. Ed ora, se vi piace che il suo nome non sia letto nel registro dei preti per non offrire un pretesto a quanti - come dice l'Apostolo - vanno in cerca di pretesti 8, cioè a quelli che non vogliono accostarsi alla Chiesa, questo fatto non sarà imputabile a me, ma a coloro che ne saranno stati la causa. Qual danno, d'altronde, può derivare a Bonifacio per il fatto che il suo nome non sia letto per volere dell'umana ignoranza, se dal libro dei viventi 9 non lo cancella la cattiva coscienza?

Evitare i sospetti e i giudizi temerari.

5. Perciò, fratelli miei, voi che temete Dio, ricordatevi di quel che dice l'apostolo Pietro: Il diavolo, vostro avversario, gira attorno come un leone cercando chi divorare 10. Chi poi egli non può divorare inducendolo al male, si sforza di colpirlo nella fama, affinché, se fosse possibile, si perda di coraggio per il fatto d'esser divenuto bersaglio degli insulti della gente e denigrato dalle male lingue e così cada nelle fauci di lui. Se poi [il diavolo] non riesce a macchiare la fama dell'innocente, cerca di indurlo a giudicare con maligni sospetti il fratello, in modo che, impigliato come in una rete, egli venga inghiottito. E chi mai sarebbe capace di comprendere o contare tutte le frodi e gl'inganni di Satana? Per evitare tuttavia coteste tre specie d'insidie particolarmente connesse col caso presente e per non lasciarvi trascinare al male con l'imitazione di cattivi esempi, ecco quello che Dio vi dice per bocca dell'Apostolo: Non portate il medesimo giogo degli infedeli, qual consorzio infatti vi può essere fra la giustizia e l'iniquità o quale alleanza fra la luce e le tenebre? 11 In un altro passo dice pure: I cattivi discorsi guastano i buoni costumi; siate sobri e giusti e non vogliate peccare 12. E perché non abbiate a scoraggiarvi a causa delle lingue dei denigratori, così dice per bocca del Profeta: Ascoltatemi, voi che conoscete la giustizia, o mio popolo, nel cui cuore abita la mia legge; non temete gli insulti della gente, non lasciatevi sopraffare dalla loro maldicenza né fate gran conto che vi disprezzino, poiché saranno divorati dal tempo come un vestito, e come lana saranno rosi dalla tignola, mentre la mia giustizia dura in eterno 13. Infine perché non vi perdiate facendo sospetti temerari per malanimo contro i servi di Dio, ricordatevi dell'ammonimento dell'Apostolo: Non giudicate nulla prima del tempo, finché non venga il Signore, il quale metterà in luce ciò che è nascosto nelle tenebre e renderà palesi i disegni del cuore; allora ciascuno avrà da Dio la lode che si merita 14. Così pure sta scritto: Le cose manifeste lo sono per voi; quelle occulte invece sono tali per il Signore Dio vostro 15.

Gli scandali delle persone sacre sfruttati dagli avversari della Chiesa.

6. E' chiaro che simili fatti accadono nella Chiesa non senza gran dispiacere dei santi e dei fedeli; ci consoli tuttavia Colui che ha predetto ogni avvenimento e ci ha esortato a non raffreddarci per l'aumento dell'iniquità, ma di perseverare fino alla fine per poterci salvare 16. Poiché, per quel che mi riguarda, se vi è in me anche solo un briciolo della carità di Cristo, chi di voi è ammalato senza che lo sia anch'io, chi subisce scandali senza ch'io ne arda? 17 Non accrescete dunque i miei tormenti lasciandovi abbattere o dai falsi sospetti o dai peccati altrui; no, non accresceteli, ve ne scongiuro, perché non mi veda costretto a dire di voi: Aggiunsero dolore al dolore delle mie piaghe 18. Coloro infatti che godono di questi nostri dispiaceri, già predetti tanto prima nella persona di Cristo dal salmo che dice: Parlavano contro di me quelli che stavano seduti presso la porta, contro di me cantavano canzoni i beoni 19, noi li sopportiamo con più rassegnazione, sapendo però bene che abbiamo il dovere di pregare anche per essi e di voler bene anche a loro. Cos'altro infatti stanno aspettando costoro, cos'altro stanno spiando se non che appena un vescovo o un membro del clero o un monaco o una vergine cadono, lo facciano credere e lo mettano in piazza e sostengano che tutte le persone sacre sono tali, sebbene non tutti si possano scoprire? Eppure essi stessi, quando una donna sposata viene trovata adultera, non ripudiano affatto la propria moglie né permettono d'accusare la propria madre. Quando invece sentono parlare di qualche colpa anche se falsa o se ne scopre qualcuna vera, che riguardi persone consacrate a Dio, eccoli insorgere contro di noi, darsi da fare, andare attorno perché quella colpa venga creduta comune a tutti. Cotali cialtroni che provano piacere nel malignare a proposito delle nostre sofferenze, possono esser paragonati ai cani ricordati nel Vangelo - qualora questi debbano intendersi come simbolo delle persone perverse - a quei cani che lambivano le ulcere del povero Lazzaro che giaceva davanti alla porta del ricco e che tollerava ogni sorta di pene e di ingiurie in attesa di giungere al riposo nel seno di Abramo 20.

Dolore comune.

7. Quanto poi a voi, non datemi altre molestie, proprio voi che avete un po' di speranza in Dio non moltiplicate le stesse piaghe ch'essi lambiscono; per causa loro io corro continui pericoli e sono esposto a lotte esterne, a timori intimi, a pericoli nelle città, a pericoli nel deserto, a pericoli da parte dei pagani, a pericoli da parte dei falsi fratelli 21. Voi - lo so bene - ne provate dolore, ma forse che il vostro è più acuto del mio? So bene che ne siete turbati, ma temo che sentendo gli insulti dei maldicenti, si perda di coraggio e perisca il debole per il quale è morto Cristo 22. Non aumenti proprio per causa vostra il mio dolore, poiché non sono stato io a causare il vostro. Mi sono infatti sforzato di prendere tutte le precauzioni affinché, nei limiti del possibile, non si trascurasse di scongiurare questa sventura, per non arrecare infruttuoso rincrescimento agli spiriti forti e pericoloso turbamento a quelli deboli. Ad ogni modo, Colui che ha permesso che foste messi alla prova, speriamo che vi dia pure la forza di sostenerla, v'illumini con la sua legge, vi ammaestri e vi renda meno duri i giorni cattivi, finché non si scavi la fossa del peccatore 23.

Si deve combattere l'eresia, non già gli eretici.

8. Sento dire che alcuni di voi hanno provato maggior dispiacere per questo incidente che per l'apostasia dei due diaconi venuti nella nostra comunione dalla setta di Donato, dalla quale essi avevano preso occasione di farsi beffe della scuola di Proculeiano vantandosi, per così dire, della nostra persona perché nulla di simile è accaduto tra i chierici della nostra scuola. Chiunque di voi abbia fatto ciò, ve lo dico apertamente, non ha fatto bene. Ecco, Dio vi ha insegnato che colui che si vanta, si vanti nel Signore 24. Agli eretici poi non rinfacciate se non il fatto di non essere cattolici, per non rendervi simili ad essi, i quali, in mancanza di argomenti per difendere la causa della loro separazione, cercano di raccogliere gli scandali di altre persone e ne divulgano moltissimi in modo del tutto falso e siccome non hanno argomenti validi per impugnare e oscurare la verità della sacra Scrittura, dalla quale è messa in risalto la verità della Chiesa Cattolica, diffusa su tutta la faccia della terra, cercano di rendere odiose le persone da cui essa è predicata, sul conto delle quali arrivano persino ad inventare ogni sorta di menzogne che vengono loro in mente. Voi però non così avete imparato da Cristo, se pure lo avete inteso bene e siete stati ammaestrati in lui 25. Egli infatti ha premunito i suoi fedeli anche riguardo ai cattivi dispensatori dei suoi misteri, che peccano con le loro cattive azioni mentre predicano i buoni precetti di lui, nel passo che dice: Fate quel che vi insegnano, ma non fate quel che fanno, perché dicono ma non fanno 26. Pregate per me, affinché dopo aver predicato agli altri, non sia per caso trovato reprobo 27. Quando vi vantate - dicevo - vantatevi nel Signore, non di me, poiché per quanto la disciplina regolare del mio monastero sia vigilata, sono uomo anche io e vivo in mezzo a uomini e non presumo che il mio monastero sia migliore dell'arca di Noè, dove pure tra otto persone si trovò un reprobo 28, né presumo che sia migliore della casa di Abramo, dove pure il Signore diede l'ordine: Caccia via l'ancella e suo figlio 29. Non presumo nemmeno che sia migliore della casa di Isacco, dei cui due gemelli è detto: Ho amato Giacobbe e ho riprovato Esaù 30; né che sia migliore della casa dello stesso Giacobbe, dove il figlio profanò con l'incesto il talamo paterno 31, né della casa di Davide, il cui figlio commise incesto con la sorella 32 e l'altro figlio si ribellò alla santa mansuetudine del padre 33; né che sia migliore di coloro che facevano vita comune con l'apostolo Paolo, il quale, se fosse vissuto con persone tutte buone, non avrebbe parlato, come più su ho ricordato, di lotte esterne, di timori intimi 34, né, parlando della santità e della fede di Timoteo, avrebbe detto: Non ho alcuno che si preoccupi sinceramente di voi, tutti cercano gli interessi propri e non quelli di Gesù Cristo 35; né pretendo che il mio monastero sia migliore della comunità dello stesso Signore nostro Gesù Cristo, nella quale gli Undici buoni tollerano quel perfido ladro di Giuda, né infine che sia migliore del cielo, donde caddero gli Angeli.

Consoliamoci dei buoni se ci rattristiamo per i cattivi.

9. Confesso poi francamente alla vostra Carità davanti al Signore Dio nostro, il quale mi è testimone da quando mi consacrai al suo servizio: come difficilmente ho incontrato nel mondo persone migliori di quelle che avevano fatto progressi spirituali nei monasteri, così non ne ho trovate peggiori di quelle che nei monasteri avevano tradito la propria vocazione; per questo motivo - io penso - ricorre nell'Apocalisse l'espressione: Chi è giusto, diventi più giusto, e l'impuro continui a imbrattarsi 36. Sebbene quindi ci rattristiamo per via di alcuni escrementi, ci consoliamo nondimeno per via di moltissimi ornamenti. Non detestate dunque, per causa della morchia, che offende i vostri occhi, i torchi per mezzo dei quali le dispense di Dio nostro Signore si riempiono di prezioso e lucente olio. La misericordia di Dio nostro Signore vi conservi, fratelli dilettissimi, nella sua pace contro tutte le insidie dell'avversario.

 

1 - Rm 15, 4.

2 - Mt 13, 43.

3 - Mt 18, 7.

4 - Mt 24, 12 s.

5 - Gv 4, 23 s.

6 - 1 Cor 12, 30. 10.

7 - 1 Cor 12, 11.

8 - 2 Cor 11, 12.

9 - Cf. Sal 68, 29.

10 - 1 Pt 5, 8.

11 - 2 Cor 6, 14.

12 - 1 Cor 15, 33 s.

13 - Is 41, 7 s.

14 - 1 Cor 4, 5.

15 - 1 Cor 5, 12 s.

16 - Mt 24, 12; 10, 22.

17 - 2 Cor 11, 29.

18 - Sal 68, 27.

19 - Sal 68, 13.

20 - Lc 16, 20-22.

21 - 2 Cor 7, 5; 11, 26.

22 - 1 Cor 8, 11.

23 - Sal 93, 12 s.

24 - 1 Cor 1, 31.

25 - Ef 4, 20 s.

26 - Mt 23, 3.

27 - 1 Cor 9, 27.

28 - Gn 7, 13; 9, 22-27.

29 - Gn 21, 10.

30 - Ml 1, 2.

31 - Gn 49, 4.

32 - 2 Sam 13, 14.

33 - 2 Sam 15, 12.

34 - 2 Cor 7, 5.

35 - Fil 2, 20 s.

36 - Ap 22, 11.


Capitolo XIV: Pensare all’occulto giudizio di Dio, per non insuperbirci del bene

Libro III: Dell'interna consolazione - Tommaso da Kempis

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1. Come tuono fai scendere sopra di me i tuoi giudizi, Signore; timore e terrore scuotono tutte le mie ossa; l'anima mia si ritrae spaventata. Sbigottito penso che neppure i cieli sono puri, di fronte a te. Se hai trovato dei malvagi persino tra gli angeli e non li hai risparmiati, che cosa accadrà di me? Caddero le stelle del cielo, ed io, che sono polvere, che cosa presumo di me? Caddero nel profondo certuni, che sembrava avessero compiuto opere degne di lode; certuni che mangiavano il pane degli angeli, li ho visti contentarsi delle carrube che mangiavano i porci. Invero, non c'è santità se tu, o Signore, togli la tua mano; la sapienza non serve a nulla, se tu cessi di reggerci; la fortezza non giova, se tu cessi di custodirla; la castità non è sicura, se tu non la difendi; la vigilanza su se stessi non vale, se tu non sei presente con la tua santa protezione. Infatti se tu ci abbandoni, andiamo a fondo e moriamo; se tu, invece, ci assisti ci teniamo ritti e viviamo. In verità, noi siamo malfermi, ma tu ci rafforzi; siamo tiepidi, ma tu ci infiammi.

2. Oh!, come devo essere conscio della mia bassezza e della mia abiezione; e come devo considerare un nulla quel poco di bene che mi possa sembrare di aver fatto. Con quale pienezza di sottomissione devo accettare, o Signore, i tuoi profondi giudizi, giacché mi trovo ad essere nient'altro che nulla e poi nulla. E' cosa grande, invalicabile, questo riscontrare che di mio non c'è assolutamente niente. Dove mai si nasconde la mia boria, dove finisce la sicurezza che riponevo nella mia virtù. Ogni mia vuota vanteria è inghiottita nella profondità dei tuoi giudizi sopra di me. Che cosa mai è l'uomo di fronte a te? Forse che la creta può vantarsi nei confronti di colui che la plasma? (cfr. Is 45,9). Come può gonfiarsi, con vane parole, colui che, in verità, nell'intimo è soggetto a Dio? Neppure il mondo intero lo potrebbe far montare in superbia, poiché la Verità stessa lo ha soggiogato. Neppure un elogio da parte di tutti gli uomini lo potrebbe smuovere, poiché ha posto interamente la sua speranza in Dio: infatti, quelli che fanno tanti elogi, ecco, non sono che nulla, e scompariranno con il suono delle loro parole. Mentre la "parola del Signore resta in eterno" (Sal 116,2).


QUANTO TI AMO! A.N.A. 113 7 luglio 1995

Catalina Rivas


Gesù

Amata, rileggi il Messaggio sulla Mia amicizia. Attaccati al Mio Amore, attaccati al Vangelo...

Questa è la gloriosa bandiera della libertà degli uomini del mondo.

Non è egoista chi dice: Prendete e mangiate il Mio corpo e il Mio sangue.

Non ha preferenze colui che dice alla donna disprezzata: figlia mia, i tuoi peccati ti sono perdonati... Si dia la precedenza talvolta ai poveri, agli umili, ai semplici e ai peccatori; così come una madre dà la precedenza al suo piccino malato.

Sei tanto cocciuta nel tuo dolore che ti dirò qualcosa che ti farà sorridere: Io sono Dio. Il Dio benedetto da milioni e milioni di angeli, più numerosi degli abitanti che il mondo ha avuto e avrà. Sono Io e sono quello che ama te! Sono l'amato del tuo cuore?

Fui odiato dai Miei nemici, abbandonato dai Miei amici... Io ti ho fatta perché tu Mi ami e il Padre Mio ha fatto Me per essere amato da te. Il fuoco arde quando si mette il combustibile. Il combustibile dell'amore sono le grazie e tu... ne ricevi tante!

Guardami fatto piccolo a Betlemme e ancora più piccolo sull'Altare per te, e per amore tuo... Guardami vivere povero per te, lavorare per te, predicare per te, sudare sangue per te, soffrire colpi, sputi, schiaffi, insulti, croce e morte... per te. Perché Ti ho amata e perché Ti amo! Ascolta: mentre tu lavori, mentre mangi, dormi, passeggi o pecchi, Io sono rinchiuso nel Tabernacolo, prigioniero d'amore. Guardami sempre, ovunque tu sia, così, pieno d'amore per te...

(È tanto l'amore che sento dentro di me, che penso mi stia scoppiando il petto. Gratitudine immensa, consolazione, lusinga... Il mio Dio è con me!)