Liturgia delle Ore - Letture
Domenica della 7° settimana del Tempo di Pasqua (Ascensione del Signore)
Vangelo secondo Giovanni 2
1Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù.2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.3Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino".4E Gesù rispose: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora".5La madre dice ai servi: "Fate quello che vi dirà".
6Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili.7E Gesù disse loro: "Riempite d'acqua le giare"; e le riempirono fino all'orlo.8Disse loro di nuovo: "Ora attingete e portatene al maestro di tavola". Ed essi gliene portarono.9E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo10e gli disse: "Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono".11Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
12Dopo questo fatto, discese a Cafàrnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni.
13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco.15Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi,16e ai venditori di colombe disse: "Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato".17I discepoli si ricordarono che sta scritto: 'Lo zelo per la tua casa mi divora'.18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: "Quale segno ci mostri per fare queste cose?".19Rispose loro Gesù: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere".20Gli dissero allora i Giudei: "Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?".21Ma egli parlava del tempio del suo corpo.22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
23Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome.24Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti25e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su un altro, egli infatti sapeva quello che c'è in ogni uomo.
Primo libro di Samuele 27
1Davide pensò: "Certo un giorno o l'altro perirò per mano di Saul. Non ho miglior via d'uscita che cercare scampo nel paese dei Filistei; Saul rinunzierà a ricercarmi in tutto il territorio d'Israele e sfuggirò dalle sue mani".2Così Davide si mosse e si portò, con i seicento uomini che aveva con sé, presso Achis, figlio di Moach, re di Gat.3Davide rimase presso Achis in Gat, lui e i suoi uomini, ciascuno con la famiglia; Davide con le due mogli, Achinoàm di Izreèl e Abigail, già moglie di Nabal da Carmel.4Fu riferito a Saul che Davide si era rifugiato in Gat e non lo cercò più.
5Davide disse ad Achis: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, mi sia concesso un luogo in una città del tuo territorio dove io possa abitare. Perché dovrà stare il tuo servo presso di te nella tua città reale?".6E Achis quello stesso giorno gli diede Ziklàg; per questo Ziklàg è rimasta in possesso di Giuda fino a oggi.7La durata del soggiorno di Davide nel territorio dei Filistei fu di un anno e quattro mesi.8Davide e i suoi uomini partivano a fare razzie contro i Ghesuriti, i Ghirziti e gli Amaleciti: questi appunto sono gli abitanti di quel territorio che si estende da Telam verso Sur fino al paese d'Egitto.9Davide batteva quel territorio e non lasciava in vita né uomo né donna; prendeva greggi e armenti, asini e cammelli e vesti, poi tornava indietro e veniva da Achis.10Quando Achis chiedeva: "Dove avete fatto scorrerie oggi?", Davide rispondeva: "Contro il Negheb di Giuda, contro il Negheb degli Ierahmeeliti, contro il Negheb dei Keniti".11Davide non lasciava sopravvivere né uomo né donna da portare a Gat, pensando: "Non vorrei che riferissero contro di noi: Così ha fatto Davide". Tale fu la sua condotta finché dimorò nel territorio dei Filistei.12Achis faceva conto su Davide, pensando: "Certo si è attirato l'odio del suo popolo, di Israele e così sarà per sempre mio servo".
Siracide 31
1L'insonnia per la ricchezza logora il corpo,
l'affanno per essa distoglie il sonno.
2L'affanno della veglia tien lontano l'assopirsi,
come una grave malattia bandisce il sonno.
3Un ricco fatica nell'accumulare ricchezze
e se smette, si ingolfa nei piaceri.
4Un povero fatica nelle privazioni della vita
e se smette, cade nell'indigenza.
5Chi ama l'oro non sarà esente da colpa,
chi insegue il denaro per esso peccherà.
6Molti sono andati in rovina a causa dell'oro,
il loro disastro era davanti a loro.
7È una trappola per quanti ne sono entusiasti,
ogni insensato vi resta preso.
8Beato il ricco, che si trova senza macchia
e che non corre dietro all'oro.
9Chi è costui? noi lo proclameremo beato:
difatti egli ha compiuto meraviglie in mezzo al suo popolo.
10Chi ha subìto la prova, risultando perfetto?
Sarà un titolo di gloria per lui.
Chi, potendo trasgredire, non ha trasgredito,
e potendo compiere il male, non lo ha fatto?
11Si consolideranno i suoi beni
e l'assemblea celebrerà le sue beneficenze.
12Hai davanti una tavola sontuosa?
Non spalancare verso di essa la tua bocca
e non dire: "Che abbondanza qua sopra".
13Ricòrdati che l'occhio cattivo è un male.
Che cosa è stato creato peggiore dell'occhio?
Per questo esso lacrima in ogni circostanza.
14Dove guarda l'ospite, non stendere la mano;
non intingere nel piatto insieme con lui.
15Giudica le esigenze del prossimo dalle tue;
e su ogni cosa rifletti.
16Mangia da uomo ciò che ti è posto innanzi;
non masticare con voracità per non renderti odioso.
17Sii il primo a smettere per educazione,
non essere ingordo per non incorrere nel disprezzo.
18Se siedi tra molti invitati,
non essere il primo a stendere la mano.
19Quanto poco è sufficiente per un uomo educato,
una volta a letto non si sente soffocato.
20Sonno salubre con uno stomaco ben regolato,
al mattino si alza e il suo spirito è libero.
Travaglio di insonnia, coliche e vomiti
accompagnano l'uomo ingordo.
21Se sei stato forzato a eccedere nei cibi,
àlzati, va' a vomitare e sarai sollevato.
22Ascoltami, figlio, e non disprezzarmi,
alla fine troverai vere le mie parole.
In tutte le azioni sii moderato
e nessuna malattia ti coglierà.
23Molte labbra loderanno chi è splendido nei banchetti,
e vera è la testimonianza della sua munificenza.
24La città mormora di chi è tirchio nei banchetti;
ed esatta è la testimonianza della sua avarizia.
25Non fare il forte con il vino,
perché ha mandato molti in rovina.
26La fornace prova il metallo nella tempera,
così il vino i cuori in una sfida di arroganti.
27Il vino è come la vita per gli uomini,
purché tu lo beva con misura.
Che vita è quella di chi non ha vino?
Questo fu creato per la gioia degli uomini.
28Allegria del cuore e gioia dell'anima
è il vino bevuto a tempo e a misura.
29Amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità,
con eccitazione e per sfida.
30L'ubriachezza accresce l'ira dello stolto a sua rovina,
ne diminuisce le forze e gli procura ferite.
31Durante un banchetto non rimproverare il vicino,
non deriderlo nella sua letizia.
Non dirgli parola di rimprovero
e non tormentarlo col chiedergli ciò che ti deve.
Salmi 22
1'Al maestro del coro. Sull'aria: "Cerva dell'aurora". Salmo. Di Davide.'
2"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza":
sono le parole del mio lamento.
3Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.
4Eppure tu abiti la santa dimora,
tu, lode di Israele.
5In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
6a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.
7Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
8Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
9"Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico".
10Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
11Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
12Da me non stare lontano,
poiché l'angoscia è vicina
e nessuno mi aiuta.
13Mi circondano tori numerosi,
mi assediano tori di Basan.
14Spalancano contro di me la loro bocca
come leone che sbrana e ruggisce.
15Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
16È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.
17Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
18posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
19si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.
20Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.
21Scampami dalla spada,
dalle unghie del cane la mia vita.
22Salvami dalla bocca del leone
e dalle corna dei bufali.
23Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
24Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele;
25perché egli non ha disprezzato
né sdegnato l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.
26Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
27I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
"Viva il loro cuore per sempre".
28Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
29Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
30A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
E io vivrò per lui,
31lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
32annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
"Ecco l'opera del Signore!".
Zaccaria 11
1Apri, Libano, le tue porte,
e il fuoco divori i tuoi cedri.
2Urla, cipresso, perché il cedro è caduto,
gli splendidi alberi sono distrutti.
Urlate, querce di Basàn,
perché la foresta impenetrabile è abbattuta!
3Si ode il lamento dei pastori,
perché la loro gloria è distrutta!
Si ode il ruggito dei leoncelli,
perché è devastata la magnificenza del Giordano!
4Così parla il Signore mio Dio: "Pasci quelle pecore da macello5che i compratori sgozzano impunemente, e i venditori dicono: Sia benedetto il Signore, mi sono arricchito, e i pastori non se ne curano affatto.6Neppur io perdonerò agli abitanti del paese. Oracolo del Signore. Ecco, io abbandonerò gli uomini l'uno in balìa dell'altro, in balìa del loro re, perché devastino il paese - non mi curerò di liberarli dalle loro mani".
7Io dunque mi misi a pascolare le pecore da macello da parte dei mercanti di pecore. Presi due bastoni: uno lo chiamai Benevolenza e l'altro Unione e condussi al pascolo le pecore.8Nel volgere d'un sol mese eliminai tre pastori. Ma io mi irritai contro di esse, perché anch'esse si erano tediate di me.9Perciò io dissi: "Non sarò più il vostro pastore. Chi vuol morire, muoia; chi vuol perire, perisca; quelle che rimangono si divorino pure fra di loro!".10Presi il bastone chiamato Benevolenza e lo spezzai: ruppi così l'alleanza da me stabilita con tutti i popoli.11Lo ruppi in quel medesimo giorno; i mercanti di pecore che mi osservavano, riconobbero che quello era l'ordine del Signore.12Poi dissi loro: "Se vi pare giusto, datemi la mia paga; se no, lasciate stare". Essi allora pesarono trenta sicli d'argento come mia paga.13Ma il Signore mi disse: "Getta nel tesoro questa bella somma, con cui sono stato da loro valutato!". Io presi i trenta sicli d'argento e li gettai nel tesoro della casa del Signore.14Poi feci a pezzi il secondo bastone chiamato Unione per rompere così la fratellanza fra Giuda e Israele.15Quindi il Signore mi disse: "Prenditi gli attrezzi di un pastore insensato,16poiché ecco, io susciterò nel paese un pastore, che non avrà cura di quelle che si perdono, non cercherà le disperse, non curerà le malate, non nutrirà le affamate; mangerà invece le carni delle più grasse e strapperà loro perfino le unghie.
17Guai al pastore stolto che abbandona il gregge!
Una spada sta sopra il suo braccio
e sul suo occhio destro.
Tutto il suo braccio si inaridisca
e tutto il suo occhio destro resti accecato".
Lettera agli Ebrei 12
1Anche noi dunque, circondàti da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti,2tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e 'si è assiso alla destra' del trono di Dio.3Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo.4Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato5e avete già dimenticato l'esortazione a voi rivolta come a figli:
'Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da lui;'
6'perché il Signore corregge colui che egli ama
e sferza chiunque riconosce come figlio'.
7È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre?8Se siete senza correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro parte, siete bastardi, non figli!9Del resto, noi abbiamo avuto come correttori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo perciò molto di più al Padre degli spiriti, per avere la vita?10Costoro infatti ci correggevano per pochi giorni, come sembrava loro; Dio invece lo fa per il nostro bene, allo scopo di renderci partecipi della sua santità.11Certo, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
12Perciò 'rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia infiacchite'13e 'raddrizzate le vie storte per i' vostri 'passi', perché il piede zoppicante non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
14Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore,15vigilando che nessuno venga meno alla grazia di Dio. Non spunti né cresca alcuna radice velenosa in mezzo a voi e così molti ne siano infettati;16non vi sia nessun fornicatore o nessun profanatore, come Esaù, che in cambio di una sola pietanza vendette la sua primogenitura.17E voi ben sapete che in seguito, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, perché non trovò possibilità che il padre mutasse sentimento, sebbene glielo richiedesse con lacrime.
18Voi infatti non vi siete accostati a un luogo tangibile e a un fuoco ardente, né a oscurità, tenebra e tempesta,19né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano che Dio non rivolgesse più a loro la parola;20non potevano infatti sopportare l'intimazione: 'Se anche una bestia tocca il monte sia lapidata'.21Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: 'Ho paura' e tremo.22Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'adunanza festosa23e all'assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione,24al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell'aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele.
25Guardatevi perciò di non rifiutare Colui che parla; perché se quelli non trovarono scampo per aver rifiutato colui che promulgava decreti sulla terra, molto meno lo troveremo noi, se volteremo le spalle a Colui che parla dai cieli.26La sua voce infatti un giorno scosse la terra; adesso invece ha fatto questa promessa: 'Ancora una volta io scuoterò' non solo 'la terra', ma anche 'il cielo'.27La parola 'ancora una volta' sta a indicare che le cose che possono essere scosse son destinate a passare, in quanto cose create, perché rimangano quelle che sono incrollabili.
28Perciò, poiché noi riceviamo in eredità un regno incrollabile, conserviamo questa grazia e per suo mezzo rendiamo un culto gradito a Dio, con riverenza e timore;29perché il nostro 'Dio è un fuoco divoratore'.
Capitolo LV: La corruzione della natura e la potenza della grazia divina
Leggilo nella Biblioteca1. O Signore mio Dio, che mi hai creato a tua immagine e somiglianza, concedimi questa grazia grande, indispensabile per la salvezza, come tu ci hai rivelato; così che io possa superare la mia natura, tanto malvagia, che mi trae al peccato e alla perdizione. Ché, nella mia carne, io sento, contraria alla "legge della mia ragione, la legge del peccato" (Rm 7,23), la quale mi fa schiavo e di frequente mi spinge ad obbedire ai sensi. E io non posso far fronte alle passioni peccaminose, provenienti da questa legge del peccato, se non mi assiste la tua grazia santissima, infusa nel mio cuore, che ne avvampa. Appunto una tua grazia occorre, una grazia grande, per vincere la natura, sempre proclive al male, fin dal principio. Infatti, per colpa del primo uomo Adamo, la natura decadde, corrotta dal peccato; e la triste conseguenza di questa macchia passò in tutti gli uomini, talché quella "natura", da te creata buona e retta, ormai è intesa come "vizio e debolezza della natura corrotta". Così, per la libertà che le è lasciata, la natura trascina verso il male e verso il basso. E quel poco di forza che rimane nella natura è come una scintilla coperta dalla cenere. E' questa la ragione naturale, che, pur se circondata da oscurità, è ancora capace di giudicare il bene ed il male, e di separare il vero dal falso; anche se non riesce a compiere tutto quello che riconosce come buono, anche se non possiede la pienezza del lume della verità e la perfetta purezza dei suoi affetti. E' per questo, o mio Dio, che "nello spirito, mi compiaccio della tua legge" (Rm 7,22), sapendo che il tuo comando è buono, giusto e santo, tale che ci invita a fuggire ogni male e ogni peccato. Invece, nella carne, io mi sottometto alla legge del peccato, obbedendo più ai sensi che alla ragione. E' per questo che "volere il bene mi è facile, ma a compiere il bene non riesco" (Rm 7,18). E' per questo che vado spesso proponendomi molte buone cose; ma mi manca la grazia che mi aiuti nella mia debolezza, e mi ritiro e vengo meno anche per una piccola difficoltà. E' per questo che mi avviene di conoscere la via della perfezione e di vedere con chiarezza quale debba essere la mia condotta; ma poi, schiacciato dal peso della corruzione dell'umanità, non riesco a salire a cose più elevate.
2. La tua grazia, o Signore, mi è davvero massimamente necessaria per cominciare, portare avanti e condurre a compimento il bene: "senza di essa non posso far nulla" (Gv 15,5), "mentre tutto posso in te" che mi dai forza, con la tua grazia (Fil 4,13). Grazia veramente di cielo, questa; mancando la quale i nostri meriti sono un nulla, e un nulla si devono considerare anche i doni naturali. Abilità e ricchezza, bellezza e forza, intelligenza ed eloquenza, nulla valgono presso di te, o Signore, se manca la grazia. Ché i doni di natura li hanno sia i buoni che i cattivi; mentre dono proprio degli eletti è la grazia, cioè l'amore di Dio. Rivestiti di tale grazia, gli eletti sono ritenuti degni della vita eterna. Tutto sovrasta, questa grazia; tanto che né il dono della profezia, né il potere di operare miracoli, né la più alta contemplazione non valgono nulla, senza di essa. Neppure la fede, neppure la speranza, né le altre virtù sono a te accette, senza la carità e la grazia.
3. O grazia beata, che fai ricco di virtù chi è povero nello spirito e fai ricco di molti beni chi è umile di cuore, vieni, discendi in me, colmami, fin dal mattino della tua consolazione, cosicché l'anima mia non venga meno per stanchezza e aridità interiore! Ti scongiuro, o Signore: che io trovi grazia ai tuoi occhi. La tua gloria mi basta (2Cor 12,9), pur se non otterrò tutto quello cui tende la natura umana. Anche se sarò tentato e angustiato da molte tribolazioni, non temerò alcun male, finché la tua grazia sarà con me. Essa mi dà forza, guida ed aiuto; vince tutti i nemici, è più sapiente di tutti i sapienti. Essa è maestra di verità e di vita, luce del cuore, conforto nell'afflizione. Essa mette in fuga la tristezza, toglie il timore, alimenta la pietà, genera le lacrime. Che cosa sono io mai, senza la grazia, se non un legno secco, un ramo inutile, da buttare via? "La tua grazia, dunque, o Signore, mi preceda sempre e mi segua, e mi conceda di essere sempre pronto a operare, per Gesù Cristo, Figlio tuo. Amen. (Messale Romano, oremus della XVI domenica dopo Pentecoste).
LETTERA 19* [289] AGOSTINO SALUTA NEL SIGNORE IL PROPRIO SANTO FRATELLO E COLLEGA NEL PRESBITERATO GIROLAMO, SIGNORE DEGNO D'ESSERE ONORATO CON I PIÙ PROFONDI SENTIMENTI D'AMORE CRISTIANO.
Lettere - Sant'Agostino
Leggilo nella BibliotecaAg. invia a Girolamo le copie delle sue lettere contro il pelagianesimo...
1. Per mezzo del diacono Palatino, figlio nostro e mio concittadino, ho ricevuto la lettera della Santità tua insieme all'altra lettera che hai avuto la bontà d'inviarmi per mezzo di Lazzaro, santo mio collega d'episcopato. Avevo però già ricevuto anche in antecedenza tue notizie per mezzo del nostro figlio, il prete Orosio, dal quale venni a sapere molte cose, e così pure pochi giorni addietro ho ricevuto un'altra tua lettera inviatami per mezzo del prete Innocenzo. Per mezzo di lui avevo risposto non solo alla Dilezione tua ma anche ad altri, di cui egli mi aveva recapitato le lettere, e a certe persone che non mi avevano fatto recapitare alcuno scritto per mezzo di lui, pregandolo di portare alla Santità tua le copie necessarie delle mie lettere che allo stesso tempo feci eseguire per lui; in quelle lettere non ho taciuto ciò che ho creduto doveroso dire a proposito dell'empio errore di certi individui, ch'è motivo non piccolo di turbamento per la Chiesa.
...informandolo che sono arrivati alla Corte i libri di lui contro Pelagio, il quale ha inviato una sua difesa ad Ag.
2. Ho sentito dire che sono veramente già arrivati alla Corte imperiale i libri che tu hai pubblicato recentemente contro questa medesima esiziale eresia. Siccome quei libri cominciano a farsi conoscere, è già cominciato a diminuire di molto il numero di tanti individui perversi che sostenevano sfacciatamente tesi di tal genere, poiché lo stesso Pelagio non osa difenderle apertamente, ma difende se stesso dicendo che tale non è il suo pensiero. Egli infatti si è preoccupato di far arrivare anche a me la sua breve e recente apologia, come l'intitola lui stesso, contro l'accusa di opinioni eretiche lanciatagli dai [vescovi] della Gallia. Molte e insostenibili di quelle tesi nega che siano sue e di alcune di esse cambia il senso con un'astuzia ben dissimulata. Non è pertanto poco, grazie alla misericordia di Dio, che nemmeno lui osi più difendere sfacciatamente ciò che temiamo sia creduto dai deboli. Per conseguenza, o mio signore e santo fratello, degno d'essere onorato con i più profondi sentimenti di amore cristiano, non dispererò che anche lui, essendo un uomo, confesserà un giorno, con un sincero pentimento, d'essere caduto in un empio errore.
Invia a Girolamo un libro di Pelagio con la propria confutazione.
3. Ora dunque ho trovato l'occasione d'un latore nel servo di Dio Luca, che il diacono Palatino mi ha fatto capire di conoscere assai bene, e mi ha promesso che tornerà al più presto da noi e per lui mi si è fatto garante che non devo esitare ad affidargli lettere di qualunque genere da recapitare; per mezzo di lui [ti] mando il libro del medesimo Pelagio. Me lo consegnarono i servi di Dio Timasio e Giacomo, che il Signore ha liberato da quell'errore mediante la mia povera opera. Essi erano discepoli di Pelagio e a lui assai cari. Ti mando anche il libro con cui gli ho risposto: mi avevano chiesto quest'opera con insistenza e avevo previsto che sarebbe stata loro utile e salutare; poiché ho scritto a essi e non a Pelagio, rispondendo tuttavia alla sua opera e alle sue parole, ma senza fare ancora il suo nome, poiché desideravo correggerlo come un amico, cosa - lo confesso - che desidero ancora e non dubito che lo voglia ugualmente la Santità tua.
Ag. invia a Girolamo copie di sue lettere.
4. Infine ho scritto adesso anche a lui qualche rigo che - se non m'inganno - riceverà di malanimo, ma che forse in seguito gli gioverà per riacquistare la salute. A proposito di lui ho scritto anche una lunga lettera ai vescovi Eulogio e Giovanni e un'altra breve al santo prete Passerione. Ho consegnato questi scritti con l'ordine di recapitarli tutti alla Sincerità tua; ma alla prima occasione di qualsiasi specie che mi si presenterà avrò cura, con l'aiuto del Signore, d'inviare alla Fraternità tua una copia di tutte le suddette lettere firmate di mia propria mano, che - ne sono sicuro - ti è ben nota, perché tu sappia e me lo faccia sapere con una tua risposta [in cui indichi] che non solo ti sono giunte tutte, ma anche integre ed esenti da errori.
La chiesa cattolica-apostolica-romana è la sola vera chiesa di Gesú Cristo.
San Giovanni Bosco - San Giovanni Bosco
Leggilo nella BibliotecaAl cattolico lettore.
Popoli Cattolici, aprite gli occhi, si tendono a voi gravissime insidie col tentare di allontanarvi da quell'unica vera, unica santa Religione, che solamente conservasi nella Chiesa di Gesù Cristo.
Questo pericolo fu già in più guise proclamato dai nostri legittimi Pastori, i Vescovi.
La stessa infallibile voce del Vicario di Gesù Cristo ci avvisò di questo medesimo laccio teso ai cattolici, cioè che molti malevoli vorrebbero {3 [123]} sradicare, dai vostre cuore la Religione de Gesù Cristo. Costoro ingannano sè stesse e ingannano gli altri, non credeteli.
Stringetevi piuttosto di un cuor solo e di un'anima sola ai vostre pastore che sempre la verità v'insegnareno.
Gesù disse a S. Pietro: Tu sei Pietro e sopra questa pietra fenderà la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non la vinceranno mai. perchè io sarò coi Pastori d'essa tutte e giorni sino alla consumazione dee secoli.
Questo disse a S. Pietro e ai suoi successori i Romani Pontefici e a nessun altro. {4 [124]}
Che vi dice cose diverse da quanto vi dico, non credete, egli v'inganna.
Siate intimamente persuase de queste grandi verità: deve c'è il successore di S. Pietro, là c'è la vera Chiesa de Gesù Cristo. Niuno trovasi nella vera religione se non è cattolico, niuno è cattolico senza il Papa.
I nostri pastori, e specialmente i vescovi, ce unicorno col Papa, il Papa ce unisce copi Dio.
Per ora leggete attentamente i seguenti avvisi e quali, ben impressi nel vostro cuore, basteranno a preservarvi dall' errore. Quello poi che qui viene ora brevemente esposto vi {5 [125]} sarà in apposito libro più diffusi-mente spiegato.
Il signor delle misericordie infonda a tutti i Cattolici tanto coraggio e tale costanza da mantenersi fedeli osservatori di quella Religione in cui noi fortunatamente siamo nati e siamo stati educati.
Costanza e coraggio clic ci faccia pronti a patire qualunque male, fosse anche la morte, anzichè dire o fare alcuna cosa contraria alla Cattolica Religione, vera e sola Religione di Gesù Cristo, fuori di cui niuno può salvarsi.
Sac. Bosco GIOANNI.{6 [126]}
FONDAMENTI DELLA CATTOLICA RELIGIONE
I. Idea generale della vera Religione.
D. Che cosa s'intende per religione?
R. Per religione s' intende il culto dovuto a Dio nel modo da lui voluto.
D. In che cosa questo culto consiste?
R. Questo culto consiste nel credere le verità rivelate da Dio, e nel praticare la sua santa legge. {7 [127]}
D. A chi fu rivelato da Dio questo culto?
R. Questo culto ossia religione fú primieramente da Dio rivelato ad Adamo, che fil il primo uomo del inondo; quindi dallo stesso Dio e talvolta col ministero degli angeli venne rivelato ai Santi Patriarchi che lo praticarono, ai Profeti che cui loro miracoli dimostrarono che erano da Dio inspirati. Imperciocchè i miracoli possono solamente essere da Dio operati. Confermarono questa rivelazione con profezie, cioè con predizioni riguardanti l'avvenire, che esattamente si avverarono; solamente Iddio sa l'avvenire, e può rivelarlo agli uomini. {8 [128]}
II. Una sola è la vera Religione.
D. Le varie religioni, che si praticano nel mondo, possono essere egualmente vere?
R. No certamente.
D. Ci sono i Maomettani, i Protestanti, cioè i Calvinisti, ed i Luterani, ed avvi la Chiesa Cattolica Romana; in quale di queste società si trova la vera religione?
R. La vera religione si trova solamente. nella Chiesa Cattolica-Romana, perchè essa sola conserva intatto la Divina rivelazione, essa sola fu fondata da G. Cristo vero Dio e vero Uomo, propagata dagli Apostoli, e dai loro successori sino ai nostri giorni; finalmente {9 [129]} essa sola ha i ieri caratteri della Divinità.
D. Quali sono cotesti caratteri, che dimostrano la Divinità della Chiesa Cattolica Romana, cioè che essa sia le vera Chiesa di Gesù Cristo?
R. I caratteri della Divinità della vera Chiesa sono quattro, vale a dire: la vera Chiesa è Una, Santa, Cattolica, Apostolica.
D. La Chiesa Romana ha veramente questi caratteri?
R.. La Chiesa Romana ha ella sola questi caratteri della Divinità, 1.º È una per l'unità della dottrina, e per l'unione di tutte le Chise particolari colla sede di S. Pietro, ovvero col Romano Pontefice capo della Chiesa universale
2.° E santa per la santità del suo capo e suo fondatore, che è Gesù {10 [130]} Cristo; è santa la fede e la legge che professa; santi i Sacramenti che pratica, molti santi con luminosi miracoli la illustrarono in ogni tempo: più milioni di martiri da Dio confortati sparsero il loro sangue in testimonianza della divinità di questa medesima Chiesa.
3.° E cattolica cioè universale, perchè si estende a tutti i luoghi, a tutti i tempi, e malgrado ogni persecuzione durera in eterno.
4.° E Apostolica perchè insegua la medesima dottrina, che inseguarono i Ss. Apostole. Questa prerogativa è consolantissima per noi Cattolici. Imperocchè la sola nostra Chiesa cominciando dal regnante Pio IX, rimonta da un Papa all'altro senza alcuna interruzione sino a S. Pietro stabilito Principe degli Apostoli, e Capo della Chiesa dal medesimo Gesù Cristo. {11 [131]}
III. Le chiese degli Eretici non hanno i caratteri della Divinità.
D. Le Chiese de' Valdesi e de' Protestanti non possono avere i caratteri della vera Chiesa?
R. Le Chiese de' Valdesi e de' Protestanti e di tutti gli altri eretici non hanno i caratteri della vera Chiesa.
1.º Non sorto una, giacchè furmano più divisioni, la sola Chiesa protestante è divisa in più di dugento sette. Dove si può mai avere unità di fede?
2.° Non sono sante perchè professano più cose contrarie al Vangelo, repugnanti a Dio medesimo.
3.° Non sono Cattoliche, perchè sono ristrette in alcuni luoghi, e cangiano dottrina a seconda dei tempi. {12 [132]}
4.° Non sono Apostoliche, perché non professano, anzi rigettano la dottrina degli Apostoli, e non sono unite al Romano Pontefice che è successore di s. Pietro, Capo e Principe degli Apostoli.
D. Non c'è diversità tra la dottrina della Chiesa Cattolica d'oggidì e la dottrina da G. Cristo e dagli Apostoli predicata?
R. No: perché le medesime verità del Vangelo che furono prediche da G. Cristo, e dagli Apostoli, sono quelle stesse che si predicarono in tutti i tempi e si predicano presentemente nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
D. Chi non è battezzato non può salvarsi?
R. No: perché G. Cristo ha detto chiaramente, che coloro, i quali non {13 [133]} sano rigenerati col Battesimo, non entreranno nel regno de' Cieli.
D. Fuori della Chiesa Cattolica Apostolica Romana si può aver salute?
R. No: perché siccocue chi non fu nell' arca di Noè perì nel diluvio, cosi chi non cè nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana non è nella Chiesa di Gesù Cristo, in cui solamente trovasi la vera religione, epperciò fuori di essa niuno può salvarsi.
IV. Nella Chiesa degli Eretici non c'è la Chiesa di Gesù Cristo.
D. Non potrebbe darsi che gli Ebrei, i Maomettani, i Valdesi, i Protestami, cioè i Calvinisti, ed i Luterani e simili, avessero la religione di G. Cristo? {14 [134]}
R. Tutti costoro non hanno la vera religione, perchè non la ricevono dalla Chiesa di Gesù Cristo, unica depositaria e legittima interprete della dottrina del suo divin Maestro.
D. Qual è il più grande errore degli Ebrei?
R. Il più grande errore degli Ebrei consiste in ciò, che essi aspettando ancora la venuta del Messia non credono a Gesù Cristo, nè al santo Vangelo.
D. Chi è il Capo della religione Maomettana?
R. Maometto.
D. Chi è il Capo dei Valdesi, i quali in gran parte vivono nella valle di Luserna vicino a Pinerolo?
R. Il Capo de' Valdesi è Pietro Valdo negoziante di Lione. {15 [135]}
D. Chi è il Capo de' Protestanti?
R. Il capo de' Protestanti sotto Calvino e Lutero.
D. Chi erano questi uomini Pietro Valdo, Maometto, Calvino, Lutero?
R. Costoro erano uomini non mandati da Dio, non fecero alcun miracolo, nè in loro si avverò alcuna profezia. Propagarono una religione colla violenza, e col libertinaggio. Religione, che scioglie il freno a tutti i vizi, a tutti i disordini.
D. Dunque costoro non sono nella Chiesa di G. Cristo?
R. Costoro non avendo per Capo G. Cristo non possono appartenere alla sua Chiesa, onde non sono nella Chiesa di Gesù Cristo, ma, come dice S. Girolamo, sono nella sinagoga dell'Anticristo, cioè in una Chiesa opposta a quella di G. Cristo. {16 [136]}
V. Una risposta ai Protestanti.
D. Che cosa rispondere quando i Protestanti dicono: Noi crediamo a Cristo ed al Vangelo, perciò siamo nella vera Chiesa?
R. Quando i Protestanti parlano così, noi dobbiamo loni rispondere voi dite eli credere a Cristo ed al Vangelo, tua non è vera, perché non credete a tutto quello che c'insegna Gesù Cristo nel suo Vangelo, non credete alla sua Chiesa, non credete al Pontefice Romano stato da Gesù Cristo stesso stabilito per governare la sua Chiesa. Inoltre permettendo voi ad ognuno la libera interpretazione del Vangelo di Gesù Cristo, aprite con ciò una Larga via all' errore, {17 [137]} nel guale è quasi inevitabile il cadere guidato solo dal proprio lume. Perciò voi, o Protestanti, siete come membri d'un corpo senza Capo, come pecorelle senza pastore, come discepoli senza maestro, separati dal fonte della vita, che è G. Cristo.
D. Che cosa devono fare gli Ebrei per potersi salvare?
R. L'unico mezzo con cui gli laurei si possono salvare si è di credere in G. Cristo, vero Messia, ricevere il s. Battesiamo, quindi osservare i comaudamenti di Dio. e della Chiesa.
D. I Maomettani, i Protestatiti che cosa devono fare per salvarsi?
R. Devono rinunziare ai loro errori, entrare nella Chiesa Cattolica, Apostolica Romana da cui un tempo si separarono, unirsi al Vicario di G. Cristo, che è il Papa, da cui chi si ostina {18 [138]} di vivere separato, perisce eternamente.
VI. I Protestanti convengono che i Cattolici sono nella vera Chiesa.
D. Che cosa dicono di particolare i Protestanti intorno alla cattolica nostra religione?
R. Dicono che noi possiamo salvarci.
D. Noi Cattolici che cosa diciamo della religione Protestante?
R. Noi Cattolici seguendo la dottrina infallibile della Chiesa Cattolica diciamo che i Protestanti nella loro religione non possono salvarsi.
D. Dunque?
R. Dunque i Protestanti convenendo {19 [139]} con noi, che la cattolica religione è vera, dichiarano che la loro è falsa.
D. Non ci sarebbe qualche esempio a questo riguardo?
R. Ne abbiamo molti: eccone uno bellissimo ricavato dalla storia ecclesiastica. Enrico IV Re di Francia era capo del partito dei Calvinisti quando sali suí Trono; ma Iddio lo illuminò col fargli conoscere la vera religione. Da prima procurò d'instruirsi rettaniente nei dogmi della Cattolica Religione; poscia fece venire alla sua presenza i Ministri protestanti, e loro dimandò, se credevano, che eli si potesse salvare nella Chiesa Romana. Dopo seria riflessione risposero di si. Allora il Re saviamente ripigliò: Perchè dunque voi l'avete abbandonata? I cattolici affermano che niuno può ottener {20 [140]} salute nella vostra seíta; voi convenite che si può avere nella loro; ragion vuole che io mi attenga alla via più sicura e preferisca quella religione in cui per comun sentimento io mi posso salvare. Quindi il Re rinunziò all'eresia e rientrò nel serio della cattolica religione.
D. Che cosa dobbiamo fare noi Cattolici?
R. Noi Cattolici dobbiamo 1.° Ringraziar Dio di averci creati in quella religione, che unica può condurci al salvamento. 2.º Pregar di cuore il Signore perchè ci conservi fedele alla sua grazia, e nel suo santo servizio, e pregarlo pure per tutti coloro che vivono da lui lontani, e separati dalla sua S. Chiesa, onda li illumini, e li conduca da buon Pastore al suo ovile. Ma insieme dobbiamo {21 [141]} in 3.° luogo guardarci bene dai Protestanti, e da quei cattivi Cattolici, che disprezzano i precetti della Chiesa, che sparlano del Vicario di G. Cristo, e degli altri suoi Ministri per trascinarci all' errore. 4.° Essere grati a Dio colla férmezza nella fede, coll'osservanza esatta de' suoi precetti, e di quelli della sua S. Chiesa.
D. La Chiesa di Gesti Cristo non verrà meno per le persecuzioni?
R. No certamente; anzi più sari dagli uomini perseguitata, più trionferà, perchè la Chiesa è fondata da Cristo sopra una pietra contro cui niente varranno tutti gli sforzi dell'inferno. Onde tutti quelli che perseguitarono la chiesa ne' tempi passati non esistono più, e la chiesa di Gesù Cristo tuttora esiste; tutti quelli che la perseguitano presentemente da qui a qualche {22 [142]}tempo non ci saranno più, ma la Chiesa di G. Cristo sarà sempre la stessa, perchè Iddio ha impegnata la sua parola di proteggerla, e di essere sempre con lei, e vuole che duri fino alta fine del mondo per unire la chiesa militante alla chiesa trionfante, e formare poi di tutti i buoni un solo regno nella patria dei Beati in Cielo. Così sia.
Passeranno cielo e terra, ma le parole del Signore non cangeranno mai.
Chi persevera nel servizio ciel Signore sino al fine della vita, egli sarà salvo. {23 [143]} {24 [144]}
IL "MEMORARE" IN ONORE DEL SACRO CUORE DI GESÙ
Sant'Anna Schaffer
Il
6 maggio 1920 sognai di essere davanti al Santissimo Sacramento;
recitavo il "Memorare" al Sacro Cuore di Gesù ed ero piena di gioia.
Una
volta sveglia, però, pensai: "Eppure, non esiste un 'Memorare' al Sacro
Cuore di Gesù, o almeno, io non ne ho mai sentito parlare".
Due
giorni dopo ricevetti da una suora, mia conoscente, una novena al
Sacratissimo Cuore di Gesù con il "Memorare". La preghiera era proprio
così come l'avevo recitata nel sogno!