Liturgia delle Ore - Letture
Giovedi della 5° settimana del Tempo di Pasqua
Vangelo secondo Matteo 8
1Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva.2Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: "Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi".3E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii sanato". E subito la sua lebbra scomparve.4Poi Gesù gli disse: "Guardati dal dirlo a qualcuno, ma va' a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro".
5Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava:6"Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente".7Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò".8Ma il centurione riprese: "Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.9Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa".
10All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande.11Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli,12mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti".13E Gesù disse al centurione: "Va', e sia fatto secondo la tua fede". In quell'istante il servo guarì.
14Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre.15Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo.
16Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati,17perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
'Egli ha preso le nostre infermità
e si è addossato le nostre malattie.'
18Vedendo Gesù una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva.19Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: "Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai".20Gli rispose Gesù: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo".
21E un altro dei discepoli gli disse: "Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre".22Ma Gesù gli rispose: "Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti".
23Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono.24Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva.25Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Salvaci, Signore, siamo perduti!".26Ed egli disse loro: "Perché avete paura, uomini di poca fede?" Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia.27I presenti furono presi da stupore e dicevano: "Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?".
28Giunto all'altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada.29Cominciarono a gridare: "Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?".
30A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci a pascolare;31e i demòni presero a scongiurarlo dicendo: "Se ci scacci, mandaci in quella mandria".32Egli disse loro: "Andate!". Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti.33I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati.34Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.
Deuteronomio 32
1"Ascoltate, o cieli: io voglio parlare:
oda la terra le parole della mia bocca!
2Stilli come pioggia la mia dottrina,
scenda come rugiada il mio dire;
come scroscio sull'erba del prato,
come spruzzo sugli steli di grano.
3Voglio proclamare il nome del Signore:
date gloria al nostro Dio!
4Egli è la Roccia; perfetta è l'opera sua;
tutte le sue vie sono giustizia;
è un Dio verace e senza malizia;
Egli è giusto e retto.
5Peccarono contro di lui i figli degeneri,
generazione tortuosa e perversa.
6Così ripaghi il Signore,
o popolo stolto e insipiente?
Non è lui il padre che ti ha creato,
che ti ha fatto e ti ha costituito?
7Ricorda i giorni del tempo antico,
medita gli anni lontani.
Interroga tuo padre e te lo farà sapere,
i tuoi vecchi e te lo diranno.
8Quando l'Altissimo divideva i popoli,
quando disperdeva i figli dell'uomo,
egli stabilì i confini delle genti
secondo il numero degli Israeliti.
9Perché porzione del Signore è il suo popolo,
Giacobbe è sua eredità.
10Egli lo trovò in terra deserta,
in una landa di ululati solitari.
Lo circondò, lo allevò,
lo custodì come pupilla del suo occhio.
11Come un'aquila che veglia la sua nidiata,
che vola sopra i suoi nati,
egli spiegò le ali e lo prese,
lo sollevò sulle sue ali,
12Il Signore lo guidò da solo,
non c'era con lui alcun dio straniero.
13Lo fece montare sulle alture della terra
e lo nutrì con i prodotti della campagna;
gli fece succhiare miele dalla rupe
e olio dai ciottoli della roccia;
14crema di mucca e latte di pecora
insieme con grasso di agnelli,
arieti di Basan e capri,
fior di farina di frumento
e sangue di uva, che bevevi spumeggiante.
15Giacobbe ha mangiato e si è saziato,
- sì, ti sei ingrassato, impinguato, rimpinzato -
e ha respinto il Dio che lo aveva fatto,
ha disprezzato la Roccia, sua salvezza.
16Lo hanno fatto ingelosire con dèi stranieri
e provocato con abomini all'ira.
17Hanno sacrificato a demoni che non sono Dio,
a divinità che non conoscevano,
novità, venute da poco,
che i vostri padri non avevano temuto.
18La Roccia, che ti ha generato, tu hai trascurato;
hai dimenticato il Dio che ti ha procreato!
19Ma il Signore ha visto e ha disdegnato
con ira i suoi figli e le sue figlie.
20Ha detto: Io nasconderò loro il mio volto:
vedrò quale sarà la loro fine.
Sono una generazione perfida,
sono figli infedeli.
21Mi resero geloso con ciò che non è Dio,
mi irritarono con i loro idoli vani;
io li renderò gelosi con uno che non è popolo,
li irriterò con una nazione stolta.
22Un fuoco si è acceso nella mia collera
e brucerà fino nella profondità degl'inferi;
divorerà la terra e il suo prodotto
e incendierà le radici dei monti.
23Accumulerò sopra di loro i malanni;
le mie frecce esaurirò contro di loro.
24Saranno estenuati dalla fame,
divorati dalla febbre e da peste dolorosa.
Il dente delle belve manderò contro di essi,
con il veleno dei rettili che strisciano nella polvere.
25Di fuori la spada li priverà dei figli,
dentro le case li ucciderà lo spavento.
Periranno insieme il giovane e la vergine,
il lattante e l'uomo canuto.
26Io ho detto: Li voglio disperdere,
cancellarne tra gli uomini il ricordo!
27se non temessi l'arroganza del nemico,
l'abbaglio dei loro avversari;
non dicano: La nostra mano ha vinto,
non è il Signore che ha operato tutto questo!
28Sono un popolo insensato
e in essi non c'è intelligenza:
29se fossero saggi, capirebbero,
rifletterebbero sulla loro fine:
30Come può un uomo solo inseguirne mille
o due soli metterne in fuga diecimila?
Non è forse perché la loro Roccia li ha venduti,
il Signore li ha consegnati?
31Perché la loro roccia non è come la nostra
e i nostri nemici ne sono testimoni.
32La loro vite è dal ceppo di Sòdoma,
dalle piantagioni di Gomorra.
La loro uva è velenosa,
ha grappoli amari.
33Tossico di serpenti è il loro vino,
micidiale veleno di vipere.
34Non è questo nascosto presso di me,
sigillato nei miei forzieri?
35Mia sarà la vendetta e il castigo,
quando vacillerà il loro piede!
Sì, vicino è il giorno della loro rovina
e il loro destino si affretta a venire.
36Perché il Signore farà giustizia al suo popolo
e dei suoi servi avrà compassione;
quando vedrà che ogni forza è svanita
e non è rimasto né schiavo, né libero.
37Allora dirà: Dove sono i loro dèi,
la roccia in cui cercavano rifugio;
38quelli che mangiavano il grasso dei loro sacrifici,
che bevevano il vino delle loro libazioni?
Sorgano ora e vi soccorrano,
siano il riparo per voi!
39Ora vedete che io, io lo sono
e nessun altro è dio accanto a me.
Sono io che dò la morte e faccio vivere;
io percuoto e io guarisco
e nessuno può liberare dalla mia mano.
40Alzo la mano verso il cielo
e dico: Per la mia vita, per sempre:
41quando avrò affilato la folgore della mia spada
e la mia mano inizierà il giudizio,
farò vendetta dei miei avversari,
ripagherò i miei nemici.
42Inebrierò di sangue le mie frecce,
si pascerà di carne la mia spada,
del sangue dei cadaveri e dei prigionieri,
delle teste dei condottieri nemici!
43Esultate, o nazioni, per il suo popolo,
perché Egli vendicherà il sangue dei suoi servi;
volgerà la vendetta contro i suoi avversari
e purificherà la sua terra e il suo popolo".
44Mosè venne con Giosuè, figlio di Nun, e pronunziò agli orecchi del popolo tutte le parole di questo canto.
45Quando Mosè ebbe finito di pronunziare tutte queste parole davanti a tutto Israele, disse loro:46"Ponete nella vostra mente tutte le parole che io oggi uso come testimonianza contro di voi. Le prescriverete ai vostri figli, perché cerchino di eseguire tutte le parole di questa legge.47Essa infatti non è una parola senza valore per voi; anzi è la vostra vita; per questa parola passerete lunghi giorni sulla terra di cui state per prendere possesso, passando il Giordano".
48In quello stesso giorno il Signore disse a Mosè:49"Sali su questo monte degli Abarim, sul monte Nebo, che è nel paese di Moab, di fronte a Gèrico, e mira il paese di Canaan, che io dò in possesso agli Israeliti.50Tu morirai sul monte sul quale stai per salire e sarai riunito ai tuoi antenati, come Aronne tuo fratello è morto sul monte Or ed è stato riunito ai suoi antenati,51perché siete stati infedeli verso di me in mezzo agli Israeliti alle acque di Mèriba di Kades nel deserto di Sin, perché non avete manifestato la mia santità.52Tu vedrai il paese davanti a te, ma là, nel paese che io sto per dare agli Israeliti, tu non entrerai!".
Salmi 119
1Alleluia.
Alef. Beato l'uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
2Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
3Non commette ingiustizie,
cammina per le sue vie.
4Tu hai dato i tuoi precetti
perché siano osservati fedelmente.
5Siano diritte le mie vie,
nel custodire i tuoi decreti.
6Allora non dovrò arrossire
se avrò obbedito ai tuoi comandi.
7Ti loderò con cuore sincero
quando avrò appreso le tue giuste sentenze.
8Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.
9Bet. Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
10Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
11Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
12Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
13Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
14Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
15Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
16Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.
17Ghimel. Sii buono con il tuo servo e avrò vita,
custodirò la tua parola.
18Aprimi gli occhi perché io veda
le meraviglie della tua legge.
19Io sono straniero sulla terra,
non nascondermi i tuoi comandi.
20Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi precetti in ogni tempo.
21Tu minacci gli orgogliosi;
maledetto chi devìa dai tuoi decreti.
22Allontana da me vergogna e disprezzo,
perché ho osservato le tue leggi.
23Siedono i potenti, mi calunniano,
ma il tuo servo medita i tuoi decreti.
24Anche i tuoi ordini sono la mia gioia,
miei consiglieri i tuoi precetti.
25Dalet. Io sono prostrato nella polvere;
dammi vita secondo la tua parola.
26Ti ho manifestato le mie vie e mi hai risposto;
insegnami i tuoi voleri.
27Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò i tuoi prodigi.
28Io piango nella tristezza;
sollevami secondo la tua promessa.
29Tieni lontana da me la via della menzogna,
fammi dono della tua legge.
30Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
31Ho aderito ai tuoi insegnamenti, Signore,
che io non resti confuso.
32Corro per la via dei tuoi comandamenti,
perché hai dilatato il mio cuore.
33He. Indicami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la seguirò sino alla fine.
34Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge
e la custodisca con tutto il cuore.
35Dirigimi sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in esso è la mia gioia.
36Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso la sete del guadagno.
37Distogli i miei occhi dalle cose vane,
fammi vivere sulla tua via.
38Con il tuo servo sii fedele alla parola
che hai data, perché ti si tema.
39Allontana l'insulto che mi sgomenta,
poiché i tuoi giudizi sono buoni.
40Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.
41Vau. Venga a me, Signore, la tua grazia,
la tua salvezza secondo la tua promessa;
42a chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola.
43Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera,
perché confido nei tuoi giudizi.
44Custodirò la tua legge per sempre,
nei secoli, in eterno.
45Sarò sicuro nel mio cammino,
perché ho ricercato i tuoi voleri.
46Davanti ai re parlerò della tua alleanza
senza temere la vergogna.
47Gioirò per i tuoi comandi
che ho amati.
48Alzerò le mani ai tuoi precetti che amo,
mediterò le tue leggi.
49Zain. Ricorda la promessa fatta al tuo servo,
con la quale mi hai dato speranza.
50Questo mi consola nella miseria:
la tua parola mi fa vivere.
51I superbi mi insultano aspramente,
ma non devìo dalla tua legge.
52Ricordo i tuoi giudizi di un tempo, Signore,
e ne sono consolato.
53M'ha preso lo sdegno contro gli empi
che abbandonano la tua legge.
54Sono canti per me i tuoi precetti,
nella terra del mio pellegrinaggio.
55Ricordo il tuo nome lungo la notte
e osservo la tua legge, Signore.
56Tutto questo mi accade
perché ho custodito i tuoi precetti.
57Het. La mia sorte, ho detto, Signore,
è custodire le tue parole.
58Con tutto il cuore ti ho supplicato,
fammi grazia secondo la tua promessa.
59Ho scrutato le mie vie,
ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti.
60Sono pronto e non voglio tardare
a custodire i tuoi decreti.
61I lacci degli empi mi hanno avvinto,
ma non ho dimenticato la tua legge.
62Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode
per i tuoi giusti decreti.
63Sono amico di coloro che ti sono fedeli
e osservano i tuoi precetti.
64Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami il tuo volere.
65Tet. Hai fatto il bene al tuo servo, Signore,
secondo la tua parola.
66Insegnami il senno e la saggezza,
perché ho fiducia nei tuoi comandamenti.
67Prima di essere umiliato andavo errando,
ma ora osservo la tua parola.
68Tu sei buono e fai il bene,
insegnami i tuoi decreti.
69Mi hanno calunniato gli insolenti,
ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti.
70Torpido come il grasso è il loro cuore,
ma io mi diletto della tua legge.
71Bene per me se sono stato umiliato,
perché impari ad obbedirti.
72La legge della tua bocca mi è preziosa
più di mille pezzi d'oro e d'argento.
73Iod. Le tue mani mi hanno fatto e plasmato;
fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
74I tuoi fedeli al vedermi avranno gioia,
perché ho sperato nella tua parola.
75Signore, so che giusti sono i tuoi giudizi
e con ragione mi hai umiliato.
76Mi consoli la tua grazia,
secondo la tua promessa al tuo servo.
77Venga su di me la tua misericordia e avrò vita,
poiché la tua legge è la mia gioia.
78Siano confusi i superbi che a torto mi opprimono;
io mediterò la tua legge.
79Si volgano a me i tuoi fedeli
e quelli che conoscono i tuoi insegnamenti.
80Sia il mio cuore integro nei tuoi precetti,
perché non resti confuso.
81Caf. Mi consumo nell'attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
82Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa,
mentre dico: "Quando mi darai conforto?".
83Io sono come un otre esposto al fumo,
ma non dimentico i tuoi insegnamenti.
84Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando farai giustizia dei miei persecutori?
85Mi hanno scavato fosse gli insolenti
che non seguono la tua legge.
86Verità sono tutti i tuoi comandi;
a torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto.
87Per poco non mi hanno bandito dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
88Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò le parole della tua bocca.
89Lamed. La tua parola, Signore,
è stabile come il cielo.
90La tua fedeltà dura per ogni generazione;
hai fondato la terra ed essa è salda.
91Per tuo decreto tutto sussiste fino ad oggi,
perché ogni cosa è al tuo servizio.
92Se la tua legge non fosse la mia gioia,
sarei perito nella mia miseria.
93Mai dimenticherò i tuoi precetti:
per essi mi fai vivere.
94Io sono tuo: salvami,
perché ho cercato il tuo volere.
95Gli empi mi insidiano per rovinarmi,
ma io medito i tuoi insegnamenti.
96Di ogni cosa perfetta ho visto il limite,
ma la tua legge non ha confini.
97Mem. Quanto amo la tua legge, Signore;
tutto il giorno la vado meditando.
98Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici,
perché sempre mi accompagna.
99Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
100Ho più senno degli anziani,
perché osservo i tuoi precetti.
101Tengo lontano i miei passi da ogni via di male,
per custodire la tua parola.
102Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.
103Quanto sono dolci al mio palato le tue parole:
più del miele per la mia bocca.
104Dai tuoi decreti ricevo intelligenza,
per questo odio ogni via di menzogna.
105Nun. Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
106Ho giurato, e lo confermo,
di custodire i tuoi precetti di giustizia.
107Sono stanco di soffrire, Signore,
dammi vita secondo la tua parola.
108Signore, gradisci le offerte delle mie labbra,
insegnami i tuoi giudizi.
109La mia vita è sempre in pericolo,
ma non dimentico la tua legge.
110Gli empi mi hanno teso i loro lacci,
ma non ho deviato dai tuoi precetti.
111Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
sono essi la gioia del mio cuore.
112Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti,
in essi è la mia ricompensa per sempre.
113Samech. Detesto gli animi incostanti,
io amo la tua legge.
114Tu sei mio rifugio e mio scudo,
spero nella tua parola.
115Allontanatevi da me o malvagi,
osserverò i precetti del mio Dio.
116Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita,
non deludermi nella mia speranza.
117Sii tu il mio aiuto e sarò salvo,
gioirò sempre nei tuoi precetti.
118Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti,
perché la sua astuzia è fallace.
119Consideri scorie tutti gli empi della terra,
perciò amo i tuoi insegnamenti.
120Tu fai fremere di spavento la mia carne,
io temo i tuoi giudizi.
121Ain. Ho agito secondo diritto e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
122Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano i superbi.
123I miei occhi si consumano nell'attesa della tua salvezza
e della tua parola di giustizia.
124Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi comandamenti.
125Io sono tuo servo, fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
126È tempo che tu agisca, Signore;
hanno violato la tua legge.
127Perciò amo i tuoi comandamenti
più dell'oro, più dell'oro fino.
128Per questo tengo cari i tuoi precetti
e odio ogni via di menzogna.
129Pe. Meravigliosa è la tua alleanza,
per questo le sono fedele.
130La tua parola nel rivelarsi illumina,
dona saggezza ai semplici.
131Apro anelante la bocca,
perché desidero i tuoi comandamenti.
132Volgiti a me e abbi misericordia,
tu che sei giusto per chi ama il tuo nome.
133Rendi saldi i miei passi secondo la tua parola
e su di me non prevalga il male.
134Salvami dall'oppressione dell'uomo
e obbedirò ai tuoi precetti.
135Fa' risplendere il volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi comandamenti.
136Fiumi di lacrime mi scendono dagli occhi,
perché non osservano la tua legge.
137Sade. Tu sei giusto, Signore,
e retto nei tuoi giudizi.
138Con giustizia hai ordinato le tue leggi
e con fedeltà grande.
139Mi divora lo zelo della tua casa,
perché i miei nemici dimenticano le tue parole.
140Purissima è la tua parola,
il tuo servo la predilige.
141Io sono piccolo e disprezzato,
ma non trascuro i tuoi precetti.
142La tua giustizia è giustizia eterna
e verità è la tua legge.
143Angoscia e affanno mi hanno colto,
ma i tuoi comandi sono la mia gioia.
144Giusti sono i tuoi insegnamenti per sempre,
fammi comprendere e avrò la vita.
145Kof. T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi precetti.
146Io ti chiamo, salvami,
e seguirò i tuoi insegnamenti.
147Precedo l'aurora e grido aiuto,
spero sulla tua parola.
148I miei occhi prevengono le veglie
per meditare sulle tue promesse.
149Ascolta la mia voce, secondo la tua grazia;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
150A tradimento mi assediano i miei persecutori,
sono lontani dalla tua legge.
151Ma tu, Signore, sei vicino,
tutti i tuoi precetti sono veri.
152Da tempo conosco le tue testimonianze
che hai stabilite per sempre.
153Res. Vedi la mia miseria, salvami,
perché non ho dimenticato la tua legge.
154Difendi la mia causa, riscattami,
secondo la tua parola fammi vivere.
155Lontano dagli empi è la salvezza,
perché non cercano il tuo volere.
156Le tue misericordie sono grandi, Signore,
secondo i tuoi giudizi fammi vivere.
157Sono molti i persecutori che mi assalgono,
ma io non abbandono le tue leggi.
158Ho visto i ribelli e ne ho provato ribrezzo,
perché non custodiscono la tua parola.
159Vedi che io amo i tuoi precetti,
Signore, secondo la tua grazia dammi vita.
160La verità è principio della tua parola,
resta per sempre ogni sentenza della tua giustizia.
161Sin. I potenti mi perseguitano senza motivo,
ma il mio cuore teme le tue parole.
162Io gioisco per la tua promessa,
come uno che trova grande tesoro.
163Odio il falso e lo detesto,
amo la tua legge.
164Sette volte al giorno io ti lodo
per le sentenze della tua giustizia.
165Grande pace per chi ama la tua legge,
nel suo cammino non trova inciampo.
166Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
167Io custodisco i tuoi insegnamenti
e li amo sopra ogni cosa.
168Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.
169Tau. Giunga il mio grido fino a te, Signore,
fammi comprendere secondo la tua parola.
170Venga al tuo volto la mia supplica,
salvami secondo la tua promessa.
171Scaturisca dalle mie labbra la tua lode,
poiché mi insegni i tuoi voleri.
172La mia lingua canti le tue parole,
perché sono giusti tutti i tuoi comandamenti.
173Mi venga in aiuto la tua mano,
poiché ho scelto i tuoi precetti.
174Desidero la tua salvezza, Signore,
e la tua legge è tutta la mia gioia.
175Possa io vivere e darti lode,
mi aiutino i tuoi giudizi.
176Come pecora smarrita vado errando;
cerca il tuo servo,
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.
Salmi 89
1'Maskil. Di Etan l'Ezraita.'
2Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
3perché hai detto: "La mia grazia rimane per sempre";
la tua fedeltà è fondata nei cieli.
4"Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide mio servo:
5stabilirò per sempre la tua discendenza,
ti darò un trono che duri nei secoli".
6I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,
la tua fedeltà nell'assemblea dei santi.
7Chi sulle nubi è uguale al Signore,
chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio?
8Dio è tremendo nell'assemblea dei santi,
grande e terribile tra quanti lo circondano.
9Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti?
Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona.
10Tu domini l'orgoglio del mare,
tu plachi il tumulto dei suoi flutti.
11Tu hai calpestato Raab come un vinto,
con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.
12Tuoi sono i cieli, tua è la terra,
tu hai fondato il mondo e quanto contiene;
13il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati,
il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome.
14È potente il tuo braccio,
forte la tua mano, alta la tua destra.
15Giustizia e diritto sono la base del tuo trono,
grazia e fedeltà precedono il tuo volto.
16Beato il popolo che ti sa acclamare
e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:
17esulta tutto il giorno nel tuo nome,
nella tua giustizia trova la sua gloria.
18Perché tu sei il vanto della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra potenza.
19Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d'Israele.
20Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo:
"Ho portato aiuto a un prode,
ho innalzato un eletto tra il mio popolo.
21Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l'ho consacrato;
22la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.
23Su di lui non trionferà il nemico,
né l'opprimerà l'iniquo.
24Annienterò davanti a lui i suoi nemici
e colpirò quelli che lo odiano.
25La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
26Stenderò sul mare la sua mano
e sui fiumi la sua destra.
27Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza.
28Io lo costituirò mio primogenito,
il più alto tra i re della terra.
29Gli conserverò sempre la mia grazia,
la mia alleanza gli sarà fedele.
30Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.
31Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
32se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi,
33punirò con la verga il loro peccato
e con flagelli la loro colpa.
34Ma non gli toglierò la mia grazia
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
35Non violerò la mia alleanza,
non muterò la mia promessa.
36Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre:
certo non mentirò a Davide.
37In eterno durerà la sua discendenza,
il suo trono davanti a me quanto il sole,
38sempre saldo come la luna,
testimone fedele nel cielo".
39Ma tu lo hai respinto e ripudiato,
ti sei adirato contro il tuo consacrato;
40hai rotto l'alleanza con il tuo servo,
hai profanato nel fango la sua corona.
41Hai abbattuto tutte le sue mura
e diroccato le sue fortezze;
42tutti i passanti lo hanno depredato,
è divenuto lo scherno dei suoi vicini.
43Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali,
hai fatto gioire tutti i suoi nemici.
44Hai smussato il filo della sua spada
e non l'hai sostenuto nella battaglia.
45Hai posto fine al suo splendore,
hai rovesciato a terra il suo trono.
46Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza
e lo hai coperto di vergogna.
47Fino a quando, Signore,
continuerai a tenerti nascosto,
arderà come fuoco la tua ira?
48Ricorda quant'è breve la mia vita.
Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?
49Quale vivente non vedrà la morte,
sfuggirà al potere degli inferi?
50Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo,
che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?
51Ricorda, Signore, l'oltraggio dei tuoi servi:
porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
52con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano,
insultano i passi del tuo consacrato.
53Benedetto il Signore in eterno.
Amen, amen.
Geremia 50
1Parola che il Signore pronunziò contro Babilonia, contro il paese dei Caldei, per mezzo del profeta Geremia.
2"Proclamatelo fra i popoli e fatelo sapere,
non nascondetelo, dite:
Babilonia è presa,
Bel è coperto di confusione,
è infranto Marduch;
sono confusi i suoi idoli,
sono sgomenti i suoi feticci.
3Poiché dal settentrione sale contro di essa un popolo che ridurrà la sua terra a un deserto, non vi abiterà più nessuno; uomini e animali fuggono, se ne vanno.4In quei giorni e in quel tempo - dice il Signore - verranno gli Israeliti insieme con i figli di Giuda; cammineranno piangendo e cercheranno il Signore loro Dio.5Domanderanno di Sion, verso cui sono fissi i loro volti: Venite, uniamoci al Signore con un'alleanza eterna, che non sia mai dimenticata.6Gregge di pecore sperdute era il mio popolo, i loro pastori le avevano sviate, le avevano fatte smarrire per i monti; esse andavano di monte in colle, avevano dimenticato il loro ovile.7Quanti le trovavano, le divoravano e i loro nemici dicevano: Non commettiamo nessun delitto, perché essi hanno peccato contro il Signore, pascolo di giustizia e speranza dei loro padri.
8Fuggite da Babilonia,
dalla regione dei Caldei,
uscite e siate come capri
in testa al gregge.
9Poiché, ecco io suscito e mando contro Babilonia
una massa di grandi nazioni
dal paese del settentrione;
queste le si schiereranno contro,
di là essa sarà presa.
Le loro frecce sono come quelle di un abile arciere,
nessuna ritorna a vuoto.
10La Caldea sarà saccheggiata,
tutti i suoi saccheggiatori saranno saziati.
Parola del Signore.
11Gioite pure e tripudiate,
saccheggiatori della mia eredità!
Saltate pure come giovenchi su un prato
e nitrite come destrieri!
12La vostra madre è piena di confusione,
e coperta di vergogna colei che vi ha partorito.
Ecco è l'ultima delle nazioni,
un deserto, un luogo riarso e una steppa.
13A causa dell'ira del Signore non sarà più abitata,
sarà tutta una desolazione.
Chiunque passerà vicino a Babilonia rimarrà stupito
e fischierà davanti a tutte le sue piaghe.
14Disponetevi intorno a Babilonia,
voi tutti che tendete l'arco;
tirate contro di essa, non risparmiate le frecce,
poiché essa ha peccato contro il Signore.
15Alzate il grido di guerra contro di essa, da ogni parte.
Essa tende la mano,
crollano le sue torri,
rovinano le sue mura,
poiché questa è la vendetta del Signore.
Vendicatevi di lei,
trattatela come essa ha trattato gli altri!
16Sterminate in Babilonia chi semina
e chi impugna la falce al momento della messe.
Di fronte alla spada micidiale
ciascuno ritorni al suo popolo
e ciascuno fugga verso il suo paese.
17Una pecora smarrita è Israele,i leoni le hanno dato la caccia;
per primo l'ha divorata il re di Assiria,
poi il re di Babilonia ne ha stritolato le ossa.
18Perciò, dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ecco, io punirò il re di Babilonia e il suo paese, come già ho punito il re di Assiria,19e ricondurrò Israele nel suo pascolo, pascolerà sul Carmelo e sul Basàn; sulle montagne di Èfraim e di Gàlaad si sazierà.20In quei giorni e in quel tempo - dice il Signore - si cercherà l'iniquità di Israele, ma essa non sarà più, si cercheranno i peccati di Giuda, ma non si troveranno, perché io perdonerò a quanti lascerò superstiti.
21Avanza nella terra di Meratàim,
avanza contro di essa
e contro gli abitanti di Pekòd.
Devasta, annientali - dice il Signore -
eseguisci quanto ti ho comandato!
22Rumore di guerra nella regione,
e grande disastro.
23Perché è stato rotto e fatto in pezzi
il martello di tutta la terra?
Perché è diventata un orrore
Babilonia fra le nazioni?
24Ti ho teso un laccio e ti ci sei impigliata,
Babilonia, senza avvedertene.
Sei stata sorpresa e afferrata,
perché hai fatto guerra al Signore.
25Il Signore ha aperto il suo arsenale
e ne ha tratto le armi del suo sdegno,
perché il Signore Dio degli eserciti
ha un'opera da compiere nel paese dei Caldei.
26Venite ad essa dall'estremo limite,
aprite i suoi granai;
fatene dei mucchi come covoni, sterminatela,
non ne rimanga neppure un resto.
27Uccidete tutti i suoi tori, scendano al macello.
Guai a loro, perché è giunto il loro giorno,
il tempo del loro castigo!
28Voce di profughi e di scampati dal paese di Babilonia
per annunziare in Sion
la vendetta del Signore nostro Dio,
la vendetta per il suo tempio.
29Convocate contro Babilonia gli arcieri,
quanti tendono l'arco.
Accampatevi intorno ad essa
in modo che nessuno scampi.
Ripagatela secondo le sue opere,
fate a lei quanto ha fatto agli altri,
perché è stata arrogante con il Signore,
con il Santo di Israele.
30Perciò cadranno i suoi giovani nelle sue piazze
e tutti i suoi guerrieri periranno in quel giorno".
Parola del Signore.
31"Eccomi a te, o arrogante,
- oracolo del Signore degli eserciti -
poiché è giunto il tuo giorno,
il tempo del tuo castigo.
32Vacillerà l'arrogante e cadrà,
nessuno la rialzerà.
Io darò alle fiamme le sue città,
esse divoreranno tutti i suoi dintorni.
33Dice il Signore degli eserciti: Oppressi sono i figli di Israele e i figli di Giuda tutti insieme; tutti i loro deportatori li trattengono e rifiutano di lasciarli andare.34Ma il loro vendicatore è forte, Signore degli eserciti è il suo nome. Egli sosterrà efficacemente la loro causa, per rendere tranquilla la terra e sconvolgere gli abitanti di Babilonia.
35Spada, sui Caldei
e sugli abitanti di Babilonia,
sui suoi capi
e sui suoi sapienti!
36Spada, sui suoi indovini
ed essi impazziscano!
Spada, sui suoi prodi,
ed essi s'impauriscano!
37Spada, sui suoi cavalli e sui suoi carri,
su tutta la gentaglia che è in essa,
diventino come donne!
Spada, sui suoi tesori
ed essi siano saccheggiati!
38Spada, sulle sue acque
ed esse si prosciughino!
Poiché essa è una terra di idoli;
vanno pazzi per questi spauracchi.
39Perciò l'abiteranno animali del deserto e sciacalli, vi si stabiliranno gli struzzi; non sarà mai più abitata, né popolata di generazione in generazione.40Come quando Dio sconvolse Sòdoma, Gomorra e le città vicine - oracolo del Signore - così non vi abiterà alcuna persona né vi dimorerà essere umano.
41Ecco, un popolo viene dal settentrione, un popolo grande, e molti re sorgono dalle estremità della terra.42Impugnano arco e dardo, sono crudeli, non hanno pietà; il loro tumulto è come il mugghio del mare. Montano cavalli, sono pronti come un sol uomo a combattere contro di te, figlia di Babilonia.43Il re di Babilonia ha sentito parlare di loro e le sue braccia sono senza forza; lo ha colto l'angoscia, un dolore come di donna nel parto.44Ecco, come un leone sale dalla boscaglia del Giordano verso i prati sempre verdi, così in un batter d'occhio io li farò fuggire al di là e vi metterò sopra colui che mi piacerà. Poiché chi è come me? Chi può citarmi in giudizio? Chi è dunque il pastore che può resistere davanti a me?45Per questo ascoltate il progetto che il Signore ha fatto contro Babilonia e le decisioni che ha prese contro il paese dei Caldei. Certo, trascineranno via anche i più piccoli del gregge e per loro sarà desolato il loro prato.46Al fragore della presa di Babilonia trema la terra, ne risuonerà il clamore fra le nazioni".
Seconda lettera ai Corinzi 8
1Vogliamo poi farvi nota, fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese della Macedonia:2nonostante la lunga prova della tribolazione, la loro grande gioia e la loro estrema povertà si sono tramutate nella ricchezza della loro generosità.3Posso testimoniare infatti che hanno dato secondo i loro mezzi e anche al di là dei loro mezzi, spontaneamente,4domandandoci con insistenza la grazia di prendere parte a questo servizio a favore dei santi.5Superando anzi le nostre stesse speranze, si sono offerti prima di tutto al Signore e poi a noi, secondo la volontà di Dio;6cosicché abbiamo pregato Tito di portare a compimento fra voi quest'opera generosa, dato che lui stesso l'aveva incominciata.
7E come vi segnalate in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella scienza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così distinguetevi anche in quest'opera generosa.8Non dico questo per farvene un comando, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri.9Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.10E a questo riguardo vi do un consiglio: si tratta di cosa vantaggiosa per voi, che fin dall'anno passato siete stati i primi, non solo a intraprenderla ma a desiderarla.11Ora dunque realizzatela, perché come vi fu la prontezza del volere, così anche vi sia il compimento, secondo i vostri mezzi.12Se infatti c'è la buona volontà, essa riesce gradita secondo quello che uno possiede e non secondo quello che non possiede.13Qui non si tratta infatti di mettere in ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza.14Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto:
15'Colui che raccolse molto non abbondò,
e colui che raccolse poco non ebbe di meno'.
16Siano pertanto rese grazie a Dio che infonde la medesima sollecitudine per voi nel cuore di Tito!17Egli infatti ha accolto il mio invito e ancor più pieno di zelo è partito spontaneamente per venire da voi.18Con lui abbiamo inviato pure il fratello che ha lode in tutte le Chiese a motivo del vangelo;19egli è stato designato dalle Chiese come nostro compagno in quest'opera di carità, alla quale ci dedichiamo per la gloria del Signore, e per dimostrare anche l'impulso del nostro cuore.20Con ciò intendiamo evitare che qualcuno possa biasimarci per questa abbondanza che viene da noi amministrata.21'Ci preoccupiamo' infatti 'di comportarci bene' non soltanto 'davanti al Signore', ma 'anche' davanti 'agli uomini'.22Con loro abbiamo inviato anche il nostro fratello, di cui abbiamo più volte sperimentato lo zelo in molte circostanze; egli è ora più zelante che mai per la grande fiducia che ha in voi.
23Quanto a Tito, egli è mio compagno e collaboratore presso di voi; quanto ai nostri fratelli, essi sono delegati delle Chiese e gloria di Cristo.24Date dunque a loro la prova del vostro affetto e della legittimità del nostro vanto per voi davanti a tutte le Chiese.
Capitolo V: Mirabili effetti dell’amore vero Dio
Leggilo nella Biblioteca1. Ti benedico, o Padre celeste, padre del mio Signore Gesù Cristo, perché ti sei degnato di ricordarti della mia miseria. Ti ringrazio, o Padre delle misericordie, Dio di ogni consolazione (2Cor 1,3), che, con il tuo conforto, talora mi ritempri, quantunque io ne sia totalmente indegno. In ogni momento ti benedico e do gloria a te, con l'unigenito tuo Figlio e con lo Spirito Santo Paraclito, per tutti i secoli. Oh!, mio Signore, che sei santo e mi ami, come esulteranno tutte le mie viscere, quando verrai nel mio cuore! "In te è la mia gloria, la gioia del mio cuore, la mia speranza e il mio rifugio nel giorno della tribolazione" (Sal 3,4; 118; 111; 58,17). Poiché, però, il mio amore per te è ancora fiacco, e deboli sono le mie forze, ho bisogno del tuo aiuto e del tuo conforto. Vieni a me, dunque, il più spesso, e istruiscimi nella via della santità; liberami dalle passioni malvage e risana il mio cuore da tutti gli affetti sregolati, cosicché, interiormente risanato e del tutto purificato, io diventi pronto nell'amarti, forte nel patire, fermo nel perseverare.
2. Grande cosa è l'amore. Un bene grande, veramente. Un bene che, solo, rende leggera ogni cosa pesante e sopporta tranquillamente ogni cosa difficile; porta il peso, senza fatica, e rende dolce e gustosa ogni cosa amara. Il nobile amore di Gesù spinge ad operare grandi cose e suscita desideri di sempre maggiore perfezione. L'amore aspira a salire in alto, senza essere trattenuto da alcunché di terreno. Esige di essere libero e staccato da ogni affetto umano, cosicché non abbia ostacoli a scrutare nell'intimo, non subisca impacci per interessi temporali, non sia sopraffatto da alcuna difficoltà. Niente è più dolce dell'amore; niente è più forte, più alto o più grande: niente, né in cielo né in terra, è più colmo di gioia, più completo o più buono: perché l'amore nasce da Dio e soltanto in Dio, al di sopra di tutte le cose create, può trovare riposo. Chi ama vola, corre lietamente; è libero, e non trattenuto da nulla; dà ogni cosa per il tutto, e ha il tutto in ogni cosa, perché trova la sua pace in quell'uno supremo, dal quale discende e proviene tutto ciò che è buono; non guarda a ciò che gli viene donato, ma, al di là dei doni, guarda a colui che dona. Spesso l'amore non consce misura, in un fervore che oltrepassa ogni confine. L'amore non sente gravezza, non tiene conto della fatica, anela a più di quanto non possa raggiungere, non adduce a scusa la sua insufficienza, perché ritiene che ogni cosa gli sia possibile e facile. Colui che ama può fare ogni cosa, e molte cose compie e manda ad effetto; mentre colui che non ama viene meno e cade. L'amore vigila; anche nel sonno, non s'abbandona; affaticato, non è prostrato; legato, non si lascia costringere; atterrito, non si turba: erompe verso l'alto e procede sicuro, come fiamma viva, come fiaccola ardente.
3. Questo mio grido l'intende appieno colui che possiede amore. Un grande grido agli orecchi di Dio è lo slancio stesso ardente dell'anima, che esclama: Dio mio, mio amore, tu sei interamente mio ed io sono interamente tua. Accrescimi nell'amore, affinché io impari a gustare nell'intimo quanto l'amore è soave; impari a sciogliermi nell'amore e ad immergermi in esso. Che io sia tutto preso dall'amore, che mi elevi sopra me stesso, in estasi appassionata, che io canti il canto dell'amore e che mi innalzi con te, o mio diletto; venga meno, nel lodarti, l'anima mia, nella gioia dell'amore. Che io ti ami più che me stesso, e me stesso soltanto per te; che in te io ami tutti coloro che ti amano veramente, come comanda la legge dell'amore, luce che da te proviene.
4. L'amore è sollecito, sincero e devoto; lieto e sereno; forte e paziente; fedele e prudente; longanime; virile e sempre dimentico di sé: ché, se uno cerca se stesso, esce fuori dall'amore. L'amore è attento, umile e sicuro; non fiacco, non leggero, né intento a cose vuote; sobrio, casto, costante, quieto e vigilante nei sensi. L'amore è sottomesso, basso e disprezzato ai suoi propri occhi; devoto e grato a Dio. In Dio confida e spera sempre, anche quando non lo sente vicino, perché non si vive nell'amore senza dolore. Colui che non è pronto a soffrire ogni cosa e ad ubbidire al suo Diletto, non è degno di essere chiamato uomo d'amore; questi deve abbracciare con slancio tutte le avversità e le amarezze per il suo Diletto, senza da ciò deflettere, qualsiasi evidenza si frapponga.
DISCORSO 211 QUARESIMA
Discorsi - Sant'Agostino
Leggilo nella Biblioteca
La trave dell'odio.
1. Questi giorni sacri, che trascorriamo nell'osservanza quaresimale, ci invitano a parlarvi della concordia fraterna: chiunque abbia di che lagnarsi contro qualcuno, se la finisca, se non vuol finir male lui stesso. Non prendete alla leggera queste cose, fratelli miei. Infatti questa vita mortale e fragile è esposta a pericoli fra tante tentazioni terrene: e anche se prega per non essere sommersa, tuttavia in nessun giusto può essere libera da qualunque peccato. Uno solo è il rimedio grazie al quale possiamo vivere: Dio, nostro maestro, ci ha insegnato a dire nella preghiera: Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori 1. Abbiamo stipulato con Dio un patto, abbiamo accettato la ricetta, abbiamo sottoscritto la condizione di essere liberati dal nostro debito dietro cauzione. Possiamo chiedere con piena fiducia: Rimetti a noi a condizione che anche noi rimettiamo. Altrimenti non illudiamoci che vengano rimessi i nostri peccati. Non inganniamoci da soli, l'uomo cerchi di non ingannarsi; e Dio da parte sua non inganna nessuno. È umano adirarsi - magari potessimo non farlo! -, è umano adirarsi: ma la tua ira, che all'inizio è come un piccolo fuscello, non deve essere alimentata da sospetti fino ad arrivare alla trave dell'odio 2. Una cosa infatti è l'ira, altra è l'odio. Spesso anche il padre si adira contro il figlio senza per questo odiare il figlio; si adira contro di lui per correggerlo. E se si adira per correggerlo, si adira per amore. Perciò è stato detto: Vedi il fuscello nell'occhio di tuo fratello e non vedi la trave che è nel tuo occhio 3. Biasimi nell'altro l'ira e tu covi odio dentro te stesso! Rispetto all'odio l'ira è come una pagliuzza. Ma la pagliuzza, se viene alimentata, diventa trave; se invece la togli da te e la getti via, si disperde.
Chi odia il proprio fratello è omicida.
2. Se avete posto attenzione... che cosa avete capito? Quando vi è stata letta la lettera di S. Giovanni, una sua espressione dovrebbe avervi incusso timore. Ha detto: Si dissipano le tenebre e splende già la luce vera; aggiungendo poi: chi dice d'essere nella luce e odia il proprio fratello è ancora nelle tenebre 4. Forse qualcuno penserà che le tenebre di cui si parla qui siano come quelle che debbono subire quelli che sono chiusi nelle carceri. Magari fossero come quelle! E pur tuttavia nessuno vorrebbe vivere neanche in quelle. Nelle tenebre delle carceri possono essere rinchiusi anche degli innocenti; in tali tenebre sono stati rinchiusi infatti anche i martiri. Le tenebre li avvolgevano da ogni parte ma la luce rifulgeva nei loro cuori. Nelle tenebre del loro carcere non vedevano niente con gli occhi ma potevano vedere Dio grazie all'amore fraterno. Volete sapere quali siano quelle tenebre di cui è scritto: Chi odia il proprio fratello è ancora nelle tenebre? In un altro passo lo stesso Giovanni dice: Chi odia il proprio fratello è omicida 5. Chi odia il proprio fratello può camminare, uscire, entrare, andare avanti, non è appesantito da alcuna catena, non è chiuso in nessun carcere: tuttavia rimane legato dalla colpa. Non pensare che non si trovi in carcere: il suo carcere è il suo cuore. Quando senti che chi odia il proprio fratello è ancora nelle tenebre, perché tu non minimizzi sul significato di tali tenebre, aggiunge: chi odia il proprio fratello è omicida. Porti odio al tuo fratello e cammini con tanta sicurezza? E non vuoi metterti d'accordo finché Dio te ne dà il tempo 6? Ecco: sei omicida e continui a vivere. Se avessi a che fare con un Dio irascibile in un batter d'occhio saresti strappato via da questa vita con l'odio per il tuo fratello nel cuore. Il Signore ti risparmia, risparmiati anche tu, mettiti d'accordo con il tuo fratello. O forse tu vorresti ma non vuole lui? Ti basti questo. Hai motivo di compiangerlo, ma tu hai saldato il tuo debito. E se tu vuoi metterti d'accordo ma non lo vuole lui, dì pure tranquillo: Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori 7.
Perdona l'offesa del fratello.
3. Supponiamo che tu l'abbia offeso, vuoi ritornare in pace con lui, vuoi dirgli: "Fratello, perdonami, ti ho offeso". Ma lui non vuol perdonare, non vuol rimettere il debito, non vuol rimetterti quanto tu hai nei suoi confronti. Ebbene, sia lui a stare attento quando va a pregare. Quando verrà a pregare colui che non vuol perdonare il peccato che, mettiamo, hai commesso contro di lui, che cosa farà? Dica: Padre nostro che sei nei cieli. Aggiunga: sia santificato il tuo nome. Dì ancora: venga il tuo regno. Continua: sia fatta la tua volontà come in cielo cosi in terra. Va' avanti: dacci oggi il nostro pane quotidiano 8. Hai detto fin qui. Vedi di non saltare la frase che segue per continuare poi con le altre parole. Non hai la possibilità di passare oltre, sei bloccato da quelle parole. Su, dille; oppure, se non hai motivo per dire: Rimetti a noi i nostri debiti, non dire niente. Ma allora dove va a finire quanto dice l'apostolo Giovanni: Se dicessimo che non abbiamo alcun peccato inganneremmo noi stessi e la verità non sarebbe in noi 9? Se invece ti rimorde la coscienza delle tue fragilità, se in questo mondo ovunque si trova abbondanza di male, dì pure: rimetti a noi i nostri debiti. Ma sta' attento a quanto segue. Non hai voluto perdonare il torto del tuo fratello e dirai: come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori 10? Oppure non lo dirai? Se non lo dirai, non riceverai niente; e se lo dirai, dirai il falso. Dillo dunque ma dì la verità. E come potrai dire la verità se non hai voluto perdonare il peccato al tuo fratello?.
Chiedi perdono al fratello che hai offeso.
4. Egli è stato ammonito. Ora voglio fare animo a te, chiunque tu sia - se ce n'è qualcuno tra di voi - che hai detto al tuo fratello: Perdonami il peccato che ho commesso contro di te. Se questo l'hai detto di tutto cuore, se l'hai detto con vera umiltà e non con falsa carità - così come Dio vede nel tuo cuore donde hai espresso il tuo sentimento - non stare in angustia qualora il tuo fratello non abbia voluto perdonarti. Siete ambedue servi, ambedue avete uno stesso Signore. Tu sei debitore del tuo conservo e lui non ha voluto perdonarti: appellati al Signore di ambedue. Esiga pure quel servo, se può, quanto il Signore ti ha già condonato 11. Un'altra cosa ancora. Ho avvertito colui che non vuol perdonare al proprio fratello che gli chiede perdono: faccia quel che non aveva voglia di fare se, quando prega, vuol ricevere quanto desidera. Ho avvertito anche colui che ha chiesto perdono del suo peccato al proprio fratello e non l'ha ottenuto: ciò che non è riuscito ad ottenere dal suo fratello stia sicuro che l'otterrà dal suo Signore. Debbo dare un terzo ammonimento. Che cosa fare se un tuo fratello ha peccato contro di te e non vuol dirti: Perdonami il torto che ti ho fatto? Quest'erba cattiva è purtroppo abbondante; voglia il Signore sradicarla dal suo campo 12, cioè dai vostri cuori! Quanti sono infatti coloro che sanno bene di aver peccato contro i loro fratelli e non vogliono dire: Perdonami! Non arrossirono nel fare il male e arrossiscono nel chiedere perdono; non si vergognarono dell'iniquità e si vergognano dell'umiltà. Ammonisco particolarmente costoro. Voi che siete in lite con i vostri fratelli, che rientrate in voi stessi, che riflettete su di voi, che riuscite a dare un giusto giudizio su di voi, nell'intimo dei vostri cuori; che riconoscete che non avreste dovuto fare quanto avete fatto, che non avreste dovuto dire quanto avete detto, chiedete perdono da fratelli ai vostri fratelli, fate come dice l'Apostolo: perdonandovi a vicenda come anche Dio in Cristo ha perdonato a voi 13. Fate così, non vergognatevi di chiedere perdono. Lo dico a tutti nello stesso modo: uomini e donne, piccoli e grandi, laici e chierici; lo dico anche a me stesso. Tutti dobbiamo ascoltare, tutti dobbiamo aver timore se abbiamo peccato contro i nostri fratelli. Abbiamo ricevuto ancora una dilazione nella vita, non è ora di morire. Se pertanto ancora siamo in vita, non ancora siamo stati condannati; finché viviamo compiamo la volontà del Padre che sarà anche giudice e chiediamo perdono ai nostri fratelli che forse, facendo loro torto, abbiamo qualche volta offeso, qualche volta oltraggiato. Ci sono persone di umile condizione - secondo la stima di questo mondo - che montano in superbia se domandi loro perdono. Mi spiego. A volte un padrone compie un'ingiustizia nei confronti del proprio servo. Anche se l'uno è padrone e l'altro è servo, ambedue tuttavia sono servi di un altro, perché ambedue sono stati redenti dal sangue di Cristo. Sembra tuttavia troppo severo che s'imponga, che si comandi che, se per caso il padrone commette un'ingiustizia nei confronti del proprio servo riprendendolo ingiustamente o percuotendolo ingiustamente, gli debba dire: Perdonami, concedimi il perdono. Non perché non lo debba fare, ma perché l'altro non cominci a diventare superbo. Che cosa dire? Si penta davanti a Dio, castighi il suo cuore alla presenza di Dio; e se non può dire al servo, perché non lo ritiene opportuno: Perdonami, gli parli con parole dolci. Rivolgersi infatti ad uno con parole dolci è come chiedergli perdono.
Costituire pacieri per comporre discordie.
5. Mi rimane di parlare a coloro che sono stati offesi da altri, nel caso che costoro - che hanno offeso i primi - non vogliano chiedere perdono. Ho già parlato a coloro che non vogliono concedere il perdono ai fratelli che lo chiedono. Ora dunque, mentre mi rivolgo a tutti voi perché, trovandoci in questi giorni sacri, non rimangano in piedi le vostre discordie, credo che vi sarete dati pensiero nei vostri cuori voi che siete consapevoli di avere alcune questioni in sospeso con i vostri fratelli ma trovate che non voi avete mancato nei loro confronti bensì essi nei vostri confronti. Anche se ora non mi interpellate con la voce - perché in questo luogo è compito mio parlare, compito vostro invece è tacere e ascoltare - tuttavia forse state parlando nella vostra mente e vi state dicendo: Vorrei mettermi d'accordo, ma è lui che mi ha offeso, è lui che ha mancato nei miei confronti, e tuttavia non vuol chiedermi perdono. Che cosa dirò a costui? Dirò: Va' da lui e chiedigli perdono tu? Assolutamente no. Non voglio che tu mentisca, non voglio che tu dica: Perdonami, quando sai bene di non aver mancato contro tuo fratello. A che cosa ti serve accusare te stesso? Come puoi aspettarti che ti perdoni colui che non hai offeso e nei cui confronti non hai mancato? Non ti serve a nulla, non voglio che lo faccia. Conosci i fatti, hai ben ponderato le cose, sei certo che lui ha mancato nei tuoi confronti e non tu nei suoi confronti? Lo so, dice. Fatto assicurato, sentenza emanata! Non andare dal tuo fratello che ha mancato contro di te e tanto meno per chiedergli perdono. Bisogna stabilire tra di voi alcuni pacieri che lo convincano anzitutto a chiedere perdono a te. Tu devi semplicemente essere pronto a perdonargli, proprio pronto a perdonargli con tutto il cuore. Se sei disposto a perdonare, hai già perdonato. Ma hai ancora una cosa che puoi fare: pregare; prega per lui, perché ti chieda perdono; poiché sai che va a suo danno se non lo chiede, prega per lui affinché lo chieda. Dì al Signore nella tua preghiera: Signore, sai che non ho fatto niente contro quel mio fratello, che lui ha mancato contro di me e che il suo peccato nei miei confronti danneggerebbe lui se non mi chiede perdono. Quanto a me ti chiedo di cuore di perdonargli.
A Pasqua almeno cessino le liti.
6. Ecco, vi ho detto che... - soprattutto in questi giorni nei quali praticate i digiuni, gli esercizi di pietà, la continenza - ciò che dovete fare per essere in pace con i vostri fratelli. Possa gioire della vostra pace ritrovata anch'io che mi rammarico per le vostre liti: affinché, perdonandovi a vicenda se qualcuno ha delle liti contro qualcun altro 14, tutti possiamo far Pasqua con coscienza tranquilla, possiamo celebrare serenamente la passione di colui che, pur non dovendo niente a nessuno, ha saldato il debito al posto dei debitori; parlo del Signore Gesù Cristo il quale non ha fatto torto a nessuno eppure, per così dire, il mondo intero si è scagliato contro di lui. E invece di esigere gravi punizioni ha promesso dei premi. Di conseguenza abbiamo lui come testimone nei nostri cuori: se abbiamo mancato contro qualcuno, chiediamogli perdono con cuore sincero; se un altro ha mancato nei nostri confronti, siamo pronti a concedere perdono e preghiamo per i nostri nemici 15. Allontaniamo da noi il desiderio della vendetta, fratelli. Che cosa è vendicarsi se non nutrirsi del male altrui? So che ogni giorno vengono qui delle persone, s'inginocchiano, chinano la fronte fino a terra, a volte rigano il volto di lacrime; e in tanta umiltà e turbamento d'animo dicono: Signore, vendicami, uccidi il mio nemico. Sì, prega il Signore che uccida in lui il tuo nemico e salvi in lui il tuo fratello: uccida la sua inimicizia e salvi la sua persona. Prega così nel chiedere a Dio che ti vendichi: perisca in lui colui che ti perseguitava ma rimanga e ti sia restituito colui che è tuo fratello.
1 - Mt 6, 12.
2 - Cf. Mt 7, 3-5.
3 - Mt 7, 3.
4 - 1 Gv 2, 8-9.
5 - 1 Gv 3, 15.
6 - Cf. Mt 5, 25.
7 - Mt 6, 12.
8 - Mt 6, 9-11.
9 - 1 Gv 1, 8.
10 - Mt 6, 12.
11 - Cf. Mt 18, 23 ss.
12 - Cf. 1 Cor 3, 9.
13 - Ef 4, 32.
14 - Col 3, 13.
15 - Cf. Mt 5, 44.
Capitolo XIII: Maria SS. si rassomiglia ad una regina che entra nel palazzo col re.
Lo specchio della Beata Vergine Maria - Beato Corrado di Sassonia
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Il Signore con te, o Signora a Dio carissima e familiarissima ; il Signore con te, o Signora, a Dio congiunta e di Dio degnissima; il Signore con te, dico, come il sole con l’aurora che lo precede, come il fiore con la verga che lo produce, come il re che con la regina entra nel palazzo. Veduto dunque come Maria sia l'aurora che precede il sole eterno, Sole di giustizia, veduto pure come Maria sia la verga che produce il fiore eterno, il fiore della misericordia, vediamo ora come Maria sia la regina che si introduce al Re eterno, al Re della gloria. Maria dunque, o carissimi, è quella regina di cui nel 10° capo del terzo dei Re si dice che la regina Saba entrò in Gerusalemme con grande seguito e splendore. Vera regina è Maria, testimoniandone Agostino che dice (Serm. 208 append. n. 2) : " Salutiamo Maria come vera regina del cielo poiché essa partorì il re degli angeli " (L'autore allude al 1° dei suoi Sermoni " De Assuntione B. M. V ". Abbiamo qui la prova evidente che questo specchio ha per autore Corrado di Sassonia, avvalorata dal fatto che lo stesso autore nei Sermoni ci rimanda più volte al suo Specchio. Nei due libri poi si ripetono spesso le, stesse sentenze e le stesse parole della Scrittura e dei Padri).
Ma siccome di questa regina ne ho trattato nel Sermone " Astitit regina ", perciò ora dobbiamo trattare del suo ingresso.
Si deve considerare che noi troviamo Maria che esce, che cammina, che entra e che oltrepassa. La sua uscita è di natura, il suo cammino di grazia, il suo ingresso di gloria, il suo oltrepassare è di sovrabbondanza. È uscita nascendo, ha camminato progredendo, è entrata giungendo, ha sopravanzato tutti i Santi oltrepassando. È uscita senza peccato, ha camminato senza esempio, è entrata senza ostacolo, è oltrepassata senza termine.
In 1° luogo, o carissimo, considera che noi troviamo Maria che esce per la sua nascita senza peccato. Giacché essa può esser quel vaso di cui nel 25° capo dei Proverbi si dice: Togli la ruggine dall’argento e ne uscirà un vaso purissimo.. La ruggine fu tolta dall’argento quando Maria fu santificata nell’utero e così ne uscì come un vaso purissimo. Qui conviene distinguere il vaso puro, il vaso più puro, il vaso purissimo. Vaso puro nell’uscita fu chiunque uscì dall'utero così santificato da rimanere però in lui il fomite sia del peccato mortale che del veniale, come alcuni dicono fosse avvenuto in Geremia. — Vaso più puro nell’uscita fu chiunque uscì dall'utero così santificato da averne estinto il fomite che conduce all’effetto del peccato mortale, rimanendogli però il fomite del peccato veniale, come in S. Giovanni Battista avvenne, secondo il canto della Chiesa : " Perché non potesse macchiare la sua vita se non con qualche leggera parola " (Breviari in festo S. loan. Bapt. Hymn. ad Matut. - prima dell'emendazione. Ora invece si legge; " Ne levi posses maculare vitam Crimine linguae " e cioè ; Perché non possa macchiare la vita neppure con una leggera colpa di lingua. L'inno si attribuisce a Paolo Diacono). Ma il vaso nell'uscita purissimo fu la Beata Vergine che dall’utero uscì talmente santificata che in essa, come si crede, non rimase alcun fomite né di peccato mortale né di veniale. Perciò ben dice S. Bernardo (Epist. 174. n. 5) : "Io credo che in lei discendesse una più copiosa benedizione di santità che non solo santificò là sua nascita ma custodi immune da ogni peccato l’intera sua vita ". Tolta dunque la ruggine dell'originale peccato, uscì dall’utero il vaso puro in Geremia, il vaso più puro in Giovanni Battista, il vaso purissimo in Maria.
In 2° luogo considera, o carissimo, che noi troviamo Maria che progredisce per la grazia senza esempio ; onde nel 6° capo della Cantica : Chi è costei che si avanza come sorgente aurora, bella come luna, eletta come sole? A questi tre splendori cioè all’aurora, alla luna, al sole ben si raffigura Maria per tre luminosissime singolarità. Fu infatti nel suo corpo e nella sua anima una verginità singolarmente luminosa, nella sua verginità una singolarmente luminosa fecondità, e nella sua fecondità un singolarmente luminoso privilegio. Aurora rinfrescante e agli uccelli gradita fu questa Beata Vergine; casa infatti refrigerò con la sua verginità l’ardore della carne, come ci attesta S. Bernardo che così dice (Egbert. loc. cit. n. 5) : " Tu estinguesti talmente 1'ardore della proibita concupiscenza con la virtù della castità nella tua carne verginale, che colui, al cui cospetto neppur le stelle sono pure, trovò la tua carne tanto pura da degnarsi metterla a contatto con la divina purità ". Ella per la sua verginità fu grata anche agli uccelli cioè agli angeli di Dio, perché, come dice S. Girolamo (Epist. 9. ai Paul. et Eust. n. 5), " la verginità è sempre parente degli Angeli “. Perciò ben si legge nel 32° del Genesi che l’angelo benedì Giacobbe sul far dell’aurora. Qui Giacobbe può esser figura dello spirito casto che deve soppiantare il suo fratello, cioè il suo corpo (Gen. 27. 36, et Osea 12, 3). Questo non solo viene benedetto dal Padre ma anche dall'angelo nel far dell'aurora cioè nella castissima Vergine Maria, a cui l’Angelo disse : Benedetta tu fra le donne. — Similmente, bella come luna fu la Vergine Maria nella sua fecondità luminosa di verginale candore. La bellezza della luna consiste nella luce ricevuta dal sole. Pensa pertanto che bella luna fu Maria, quando 1'eterno Sole fu tutto ricevuto e concepito in lei. Maria dunque è quella luna nella cui pienezza fece ritorno alla Chiesa quell'uomo di cui nel 7° capo dei Proverbi si dice : Nel tempo della luna piena tornò nella sua casa. La Beata Vergine fa luna piena quando le fu detto : Ave, o piena di grazia. — Similmente, eletta come sole fu Maria nella splendidissima singolarità della fecondità, quando non un semplice uomo e neppure un angelo autentico, ma lo stesso Figlio di Dio, lo stesso Sole di giustizia in lei pose il suo trono, venendo in Maria concepito. Sarebbe stata una cosa molto singolare se una vergine avesse concepito un semplice uomo; più singolare ancora sarebbe stato se una vergine avesse concepito un angelo, ma fu sopra tutto singolarissimo che una vergine concepisse un Dio e partorisse un Dio. Perciò ben dice S. Agostino (Serm. 208. append. n. 4) : " Meritamente viene onorata dalle nostre lodi Maria Santissima, che offrì al mondo un commercio singolare, quando si innalzò alle altezze del cielo talmente da incontrare nella più sublime sede celeste quel Verbo che dimora presso Dio ". La Beata Vergine Maria dunque progredì come aurora sorgente nella esemplare verginità del corpo e dell'anima ; bella come luna nella fecondità mirabile di Vergine; eletta come Sole nell’adorabile divinità del parto verginale.
In 3° luogo considera, o carissimo, che noi troviamo che Maria entra nella gloria celeste senza ostacolo. Chi infatti potrebbe ostacolare sì grande Regina che entra con tanto seguito ? Essa viene raffigurata per la regina Saba di cui dicesi del 10° capo del 3° dei Re : E fece il suo ingresso in Gerusalemme con molto seguito, e molte ricchezze, con cammelli carichi di aromi e oro in grandissima quantità e di gemme preziose. Considera in queste espressioni la gloria di Maria nell'entrare nella celeste Gerusalemme ; considera, dico, 1'eccellenza dell'entrante e la sua potenza e ricchezza. Considerane l'eccellenza nella sua dignità reale, la potenza nel suo seguito, la ricchezza nel suo apparato. Considera l'eccellenza della dignità reale della nostra regina Maria in ciò che dicesi : Regina Saba, che si interpreta " grido " (Hugo a S. Charo in Ps. 38, 7). Maria infatti è la regina del mondo ove è un grido di gemiti ; è pure la regina del cielo ove è un grido di giubilo. Gridano difatti in cielo, come dicesi nel capo 4° dell'Apocalisse : Santo, santo, santo il Signore Dio onnipotente. Questo grido non cessa di innalzarlo insieme con loro anche la stessa regina di questi osannanti, testimoniandolo Agostino che dice (Serm. 208. append. n. 11); "Tu, o Maria, concittadina dei cittadini del cielo, congiunta per sempre ai cori angelici e unita con gli arcangeli, non cessi di gridare con voce indefessa : Santo, santo, santo ". Essa è la regina descritta dal salmista quando dice : Si assise la Regina alla tua destra (Psalm. 44. 10). Questa regina possono seguirla fino al regno con confidenza tutti coloro che la serviranno nel mondo con fedeltà ; onde S. Bernardo (Serm. I in Assumpt. B. M. V. n. 1) : " Ci ha preceduta la nostra regina, ci ha preceduto ed è stata accolta con tanta gloria perché con fiducia seguano la Signora i servi gridando (Cant. 1. 3): Traici con Te ". — Similmente, considera nell'ingresso della nostra Regina la potenza del seguito che la circonda, in ciò che dicesi : “ con numeroso seguito ". Difatti Maria entrò nella Gerusalemme celeste con numeroso seguito di potenti angeli ; onde S. Girolamo dice (Epist. cit. n. 8) : " Leggiamo che spesso ai funerali e alle sepolture di alcuni Santi hanno preso parte gli angeli e hanno condotto le anime degli, eletti fino al cielo con inni e lodi ". E poco dopo : " Quanto più dobbiamo credere che alla Madre di Dio sia venuta incontro festevolmente la milizia dei cieli con le sue legioni, e che 1' abbia circonfusa di immenso splendore e l’abbia accompagnata con lodi e canti spirituali fino al trono già per lei preparato prima della costituzione del mondo! " — Similmente, considera in Maria la ricchezza dei meriti nell’apparato dei doni preziosi ; portò infatti con sé l'oro infinito dell'amore di Dio e del prossimo, le gemme preziose delle virtù e dei doni, gli aromi delle buone opere e degli esempi. È poco ciò che dico dei tesori di Maria rispetto a quello che a lei rivolto ne dice S. Bernardo : "Nelle tue mani, esclama, sono tutti i tesori delle misericordie del Signore. Che mai si chiuda la tua mano ; perché non si diminuisce la tua gloria, ma si aumenta, quando i penitenti sono ammessi al perdono e i giusti alla gloria ". Entrò dunque la Madre del Signore nella gloria come regina dei cieli, vi entrò con le ricchezze di innumerevoli meriti.
In 4° luogo considera, o carissimo, che noi troviamo Maria sorpassante tutti i santi colla sovrabbondanza dei meriti e dei premi senza fine, giusta il detto del 31° dei Proverbi ; Molte figlio ammassarono ricchezze, tu le hai tutte superate. Tu hai superato di certo in natura, in grazia e in gloria tutte le figlie, tutte le anime, tutte le intelligenze angeliche, o Maria. — Io asserisco che Maria per natura ha superato tutte le figlie degli uomini, mentre vergine concepì e vergine partorì, la qual cosa non è ammessa in natura, giusta il detto del capo 7° di Isaia : Ecco, una vergine concepirà e partorirà un figlio. Ed è cosa sopra ogni natura non solo che una vergine abbia partorito un figlio, ma anche che abbia partorito un Figlio Dio. Perciò ben dice Girolamo così (Epist. cit. n. 5) ; " Ciò che la natura non ha, 1'uso non conosce, la ragione ignora, la mente umana non comprende, il ciclo teme, la terra stupisce e ogni pur celeste creatura ammira, questo è tutto ciò che per Gabriele è divinamente annunziato a Maria e per Cristo adempiuto ". — Similmente, Maria ha superato in grazia tutte le anime dei Santi, mentre non solo piena ma sovrappiena di grazia ella fu, testimoniandolo Gabriele che prima disse ; Ave, piena di grazia, e poi soggiunse : lo Spirito Santo verrà sopra di te. Se già era piena di grazia, evidentemente per tutto ciò che il sopravenente Spirito Santo le conferì, fu sovrappiena ; onde S. Bernardo dice (Serm. 2 in Assumpt. B. M. V. n. 2): " Per lo Spirito Santo già venente. Maria è piena per sé, e per lo Spirito Santo sopravvenente è sovrappiena per noi e sovrabbondante ". — Similmente superò Maria in gloria tutte le intelligenze angeliche ; essa infatti è quel trono di zaffiro che, come leggesi nel 1° capo di Ezechiele, viene esaltato sopra il cielo degli Angeli. Per questo anche S. Bernardo ben dice così (Serm. in Nativ. B. M. V. n. 9) : " Ascende Maria sopra tutto il genere umano, ascende fino agli angeli, ma loro pure ella trascende e sorpassa ogni celeste creatura ".
Così dunque, o carissimi. Maria uscì e camminò ed entrò e sorpassò : uscì, dico, nascendo alla vita dei miseri ; camminò progredendo nella grazia dei privilegi, entrò giungendo al regno dei cieli, sorpassò superando la gloria di tutti i beati. Ecco dunque, o dolcissima Vergine Maria, ecco veramente il Signore con tè come il sole con l'aurora sorgente, come il fiore con la verga fiorita, come il re con la regina a lui accedente. O dunque aurora soavissima, fa che anche con noi sia il Sole della sapienza ! O verga altissima, fa che anche con noi sia il fiore della grazia ! O Regina potentissima, fa che anche con noi sia il Re della gloria, il Signor nostro Gesù Cristo, Figlio tuo. Così sia.
4-106 Febbraio 8, 1902 Significati della Passione di Gesù.
Luisa Piccarreta (Libro di Cielo)
(1) Questa mattina nel venire il mio adorabile Gesù, mi ha partecipato parte della sua Passione. Ora, mentre mi trovavo sofferente, il Signore per rincuorarmi mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il primo significato della Passione contiene gloria, lode, onore, ringraziamento, riparazione alla Divinità. Il secondo è la salvezza delle anime e tutte le grazie che ci vogliono per ottenere lo stesso scopo. Onde chi partecipa alle pene della mia Passione, la sua vita contiene in sé questi stessi significati, non solo, ma prende la stessa forma della mia Umanità, e siccome detta Umanità sta unita con la Divinità, anche l’anima che partecipa alle mie pene sta a contatto con la Divinità e può ottenere ciò che vuole. Anzi, le sue pene sono come chiavi per aprire i tesori divini, questo finché vive quaggiù, e poi sta riservato anche al di là del Cielo una gloria distinta per sé che le viene data dalla Umanità e Divinità mia, in modo da assomigliarsi alla stessa mia luce e gloria, ed una gloria più speciale per tutta la corte celeste, che le verrà data per mezzo di quest’anima, per ciò che Io le ho comunicato; perché quanto più le anime si sono assomigliate a Me nelle pene, tanto più da dentro la Divinità uscirà luce e gloria, ed ecco che tutta la corte celeste parteciperà a questa gloria”.
(3) Sia sempre benedetto il Signore, e tutto per sua gloria ed onore.