Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 21 luglio 2025 - San Lorenzo da Brindisi (Letture di oggi)

Domandiamo anche noi al nostro caro Gesù l'umiltà , la fiducia e la fede della nostra cara santa Chiara; come lei preghiamo Gesù fervorosamente, abbandonandoci a lui, distaccandoci da questo menzognero apparato del mondo ove tutto è follia e vanità , tutto passa, solo Dio resta all'anima, se avrà  saputo bene amarlo. (San Pio da Pietrelcina)

Liturgia delle Ore - Letture

Sabato della 4° settimana del Tempo di Pasqua

Questa sezione contiene delle letture scelte a caso, provenienti dalle varie sezioni del sito (Sacra Bibbia e la sezione Biblioteca Cristiana), mentre l'ultimo tab Apparizioni, contiene messaggi di apparizioni a mistici o loro scritti. Sono presenti testi della Valtorta, Luisa Piccarreta, don Stefano Gobbi e testimonianze di apparizioni mariane riconosciute.

Vangelo secondo Matteo 19

1Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano.2E lo seguì molta folla e colà egli guarì i malati.
3Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?".4Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio 'li creò maschio e femmina' e disse:5Per questo l'uomo 'lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola'?6Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi".7Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato 'di darle l'atto di ripudio e mandarla via'?".8Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così.9Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio".

10Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi".11Egli rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso.12Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca".

13Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano.14Gesù però disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli".15E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì.

16Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?".17Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti".18Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "'Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso,'19'onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso'".20Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?".21Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi".22Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.

23Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli.24Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli".25A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?".26E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile".

27Allora Pietro prendendo la parola disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?".28E Gesù disse loro: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele.29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.
30Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi".


Primo libro di Samuele 28

1In quei giorni i Filistei radunarono l'esercito per combattere contro Israele e Achis disse a Davide: "Tieni bene a mente che devi uscire in campo con me insieme con i tuoi uomini".2Davide rispose ad Achis: "Tu sai già quello che farà il tuo servo". Achis disse: "Bene! Ti faccio per sempre mia guardia del corpo".
3Samuele era morto e tutto Israele aveva fatto il lamento su di lui; poi l'avevano seppellito in Rama sua città. Saul aveva bandito dal paese i negromanti e gl'indovini.
4I Filistei si radunarono, si mossero e posero il campo in Sunàm. Saul radunò tutto Israele e si accampò sul Gelboe.5Quando Saul vide il campo dei Filistei, rimase atterrito e il suo cuore tremò di paura.6Saul consultò il Signore e il Signore non gli rispose né attraverso sogni, né mediante gli 'Urim', né per mezzo dei profeti.7Allora Saul disse ai suoi ministri: "Cercatemi una negromante, perché voglio andare a consultarla". I suoi ministri gli risposero: "Vi è una negromante nella città di Endor".8Saul si camuffò, si travestì e partì con due uomini. Arrivò da quella donna di notte. Disse: "Pratica la divinazione per me con uno spirito. Evocami colui che io ti dirò".9La donna gli rispose: "Tu sai bene quello che ha fatto Saul: ha eliminato dal paese i negromanti e gli indovini e tu perché tendi un tranello alla mia vita per uccidermi?".10Saul le giurò per il Signore: "Per la vita del Signore, non avrai alcuna colpa per questa faccenda".11Essa disse: "Chi devo evocarti?". Rispose: "Evocami Samuele".
12La donna vide Samuele e proruppe in un forte grido e disse quella donna a Saul: "Perché mi hai ingannata? Tu sei Saul!".13Le rispose il re: "Non aver paura, che cosa vedi?". La donna disse a Saul: "Vedo un essere divino che sale dalla terra".14Le domandò: "Che aspetto ha?". Rispose: "È un uomo anziano che sale ed è avvolto in un mantello". Saul comprese che era veramente Samuele e si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò.15Allora Samuele disse a Saul: "Perché mi hai disturbato e costretto a salire?". Saul rispose: "Sono in grande difficoltà. I Filistei mi muovono guerra e Dio si è allontanato da me; non mi ha più risposto né per mezzo dei profeti, né per mezzo dei sogni; perciò ti ho evocato, perché tu mi manifesti quello che devo fare".16Samuele rispose: "Perché mi vuoi consultare, quando il Signore si è allontanato da te ed è divenuto tuo nemico?17Il Signore ha fatto nei tuoi riguardi quello che ha detto per mia bocca. Il Signore ha strappato da te il regno e l'ha dato al tuo prossimo, a Davide.18Poiché non hai ascoltato il comando del Signore e non hai dato effetto alla sua ira contro Amalek, per questo il Signore ti ha trattato oggi in questo modo.19Il Signore abbandonerà inoltre Israele insieme con te nelle mani dei Filistei. Domani tu e i tuoi figli sarete con me; il Signore consegnerà anche l'accampamento d'Israele in mano ai Filistei".20All'istante Saul cadde a terra lungo disteso, pieno di terrore per le parole di Samuele; inoltre era già senza forze perché non aveva mangiato niente tutto quel giorno e la notte.21Allora la donna si accostò a Saul e vedendolo tutto spaventato, gli disse: "Ecco, la tua serva ha ascoltato i tuoi ordini. Ho esposto al pericolo la vita per obbedire alla parola che mi hai detto.22Ma ora ascolta anche tu la voce della tua serva. Ti ho preparato un pezzo di pane: mangia e riprenderai le forze, perché devi rimetterti in viaggio".23Egli rifiutava e diceva: "Non mangio". Ma i suoi servi insieme alla donna lo costrinsero e accettò di mangiare. Si alzò da terra e sedette sul letto.24La donna aveva in casa un vitello da ingrasso; si affrettò a ucciderlo, poi prese la farina, la impastò e gli fece cuocere pani azzimi.25Mise tutto davanti a Saul e ai suoi servi. Essi mangiarono, poi si alzarono e partirono quella stessa notte.


Proverbi 5

1Figlio mio, fa' attenzione alla mia sapienza
e porgi l'orecchio alla mia intelligenza,
2perché tu possa seguire le mie riflessioni
e le tue labbra custodiscano la scienza.
3Stillano miele le labbra di una straniera
e più viscida dell'olio è la sua bocca;
4ma ciò che segue è amaro come assenzio,
pungente come spada a doppio taglio.
5I suoi piedi scendono verso la morte,
i suoi passi conducono agli inferi.
6Per timore che tu guardi al sentiero della vita,
le sue vie volgono qua e là; essa non se ne cura.
7Ora, figlio mio, ascoltami
e non allontanarti dalle parole della mia bocca.
8Tieni lontano da lei il tuo cammino
e non avvicinarti alla porta della sua casa,
9per non mettere in balìa di altri il tuo vigore
e i tuoi anni in balìa di un uomo crudele,
10perché non si sazino dei tuoi beni gli estranei,
non finiscano le tue fatiche in casa di un forestiero
11e tu non gema sulla tua sorte,
quando verranno meno il tuo corpo e la tua carne,
12e dica: "Perché mai ho odiato la disciplina
e il mio cuore ha disprezzato la correzione?
13Non ho ascoltato la voce dei miei maestri,
non ho prestato orecchio a chi m'istruiva.
14Per poco non mi son trovato nel colmo dei mali
in mezzo alla folla e all'assemblea".
15Bevi l'acqua della tua cisterna
e quella che zampilla dal tuo pozzo,
16perché le tue sorgenti non scorrano al di fuori,
i tuoi ruscelli nelle pubbliche piazze,
17ma siano per te solo
e non per degli estranei insieme a te.
18Sia benedetta la tua sorgente;
trova gioia nella donna della tua giovinezza:
19cerva amabile, gazzella graziosa,
essa s'intrattenga con te;
le sue tenerezze ti inebrino sempre;
sii tu sempre invaghito del suo amore!
20Perché, figlio mio, invaghirti d'una straniera
e stringerti al petto di un'estranea?
21Poiché gli occhi del Signore osservano le vie dell'uomo
ed egli vede tutti i suoi sentieri.
22L'empio è preda delle sue iniquità,
è catturato con le funi del suo peccato.
23Egli morirà per mancanza di disciplina,
si perderà per la sua grande stoltezza.


Salmi 69

1'Al maestro del coro. Su "I gigli". Di Davide.'

2Salvami, o Dio:
l'acqua mi giunge alla gola.
3Affondo nel fango e non ho sostegno;
sono caduto in acque profonde
e l'onda mi travolge.
4Sono sfinito dal gridare,
riarse sono le mie fauci;
i miei occhi si consumano
nell'attesa del mio Dio.
5Più numerosi dei capelli del mio capo
sono coloro che mi odiano senza ragione.
Sono potenti i nemici che mi calunniano:
quanto non ho rubato, lo dovrei restituire?

6Dio, tu conosci la mia stoltezza
e le mie colpe non ti sono nascoste.
7Chi spera in te, a causa mia non sia confuso,
Signore, Dio degli eserciti;
per me non si vergogni
chi ti cerca, Dio d'Israele.

8Per te io sopporto l'insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
9sono un estraneo per i miei fratelli,
un forestiero per i figli di mia madre.

10Poiché mi divora lo zelo per la tua casa,
ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.
11Mi sono estenuato nel digiuno
ed è stata per me un'infamia.

12Ho indossato come vestito un sacco
e sono diventato il loro scherno.
13Sparlavano di me quanti sedevano alla porta,
gli ubriachi mi dileggiavano.

14Ma io innalzo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi,
per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
15Salvami dal fango, che io non affondi,
liberami dai miei nemici
e dalle acque profonde.
16Non mi sommergano i flutti delle acque
e il vortice non mi travolga,
l'abisso non chiuda su di me la sua bocca.

17Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.
18Non nascondere il volto al tuo servo,
sono in pericolo: presto, rispondimi.

19Avvicinati a me, riscattami,
salvami dai miei nemici.
20Tu conosci la mia infamia,
la mia vergogna e il mio disonore;
davanti a te sono tutti i miei nemici.
21L'insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno.
Ho atteso compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
22Hanno messo nel mio cibo veleno
e quando avevo sete mi hanno dato aceto.

23La loro tavola sia per essi un laccio,
una insidia i loro banchetti.
24Si offuschino i loro occhi, non vedano;
sfibra per sempre i loro fianchi.

25Riversa su di loro il tuo sdegno,
li raggiunga la tua ira ardente.
26La loro casa sia desolata,
senza abitanti la loro tenda;
27perché inseguono colui che hai percosso,
aggiungono dolore a chi tu hai ferito.
28Imputa loro colpa su colpa
e non ottengano la tua giustizia.
29Siano cancellati dal libro dei viventi
e tra i giusti non siano iscritti.

30Io sono infelice e sofferente;
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
31Loderò il nome di Dio con il canto,
lo esalterò con azioni di grazie,
32che il Signore gradirà più dei tori,
più dei giovenchi con corna e unghie.

33Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
34poiché il Signore ascolta i poveri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
35A lui acclamino i cieli e la terra,
i mari e quanto in essi si muove.

36Perché Dio salverà Sion,
ricostruirà le città di Giuda:
vi abiteranno e ne avranno il possesso.
37La stirpe dei suoi servi ne sarà erede,
e chi ama il suo nome vi porrà dimora.


Amos 2

1Così dice il Signore:
"Per tre misfatti di Moab
e per quattro non revocherò il mio decreto,
perché ha bruciato le ossa del re di Edom
per ridurle in calce;
2appiccherò il fuoco a Moab
e divorerà i palazzi di Keriòt
e Moab morirà nel tumulto,
al grido di guerra, al suono del corno;
3farò sparire da lui il giudice
e tutti i suoi capi ucciderò insieme con lui",
dice il Signore.

4Così dice il Signore:
"Per tre misfatti di Giuda
e per quattro non revocherò il mio decreto,
perché hanno disprezzato la legge del Signore
e non ne hanno osservato i decreti;
si son lasciati traviare dai loro idoli
che i loro padri avevano seguito;
5appiccherò il fuoco a Giuda
e divorerà i palazzi di Gerusalemme".

6Così dice il Signore:
"Per tre misfatti d'Israele
e per quattro non revocherò il mio decreto,
perché hanno venduto il giusto per denaro
e il povero per un paio di sandali;
7essi che calpestano come la polvere della terra
la testa dei poveri
e fanno deviare il cammino dei miseri;
e padre e figlio vanno dalla stessa ragazza,
profanando così il mio santo nome.
8Su vesti prese come pegno si stendono
presso ogni altare
e bevono il vino confiscato come ammenda
nella casa del loro Dio.
9Eppure io ho sterminato davanti a loro l'Amorreo,
la cui statura era come quella dei cedri,
e la forza come quella della quercia;
ho strappato i suoi frutti in alto
e le sue radici di sotto.
10Io vi ho fatti uscire dal paese di Egitto
e vi ho condotti per quarant'anni nel deserto,
per darvi in possesso il paese dell'Amorreo.
11Ho fatto sorgere profeti tra i vostri figli
e nazirei fra i vostri giovani.
Non è forse così, o Israeliti?".
Oracolo del Signore.
12"Ma voi avete fatto bere vino ai nazirei
e ai profeti avete ordinato: Non profetate!
13Ebbene, io vi affonderò nella terra
come affonda un carro
quando è tutto carico di paglia.
14Allora nemmeno l'uomo agile potrà più fuggire,
né l'uomo forte usare la sua forza;
il prode non potrà salvare la sua vita
15né l'arciere resisterà;
non scamperà il corridore,
né si salverà il cavaliere.
Il più coraggioso fra i prodi
fuggirà nudo in quel giorno!".
Oracolo del Signore.


Seconda lettera di Pietro 2

1Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha riscattati e attirandosi una pronta rovina.2Molti seguiranno le loro dissolutezze e per colpa loro la via della verità sarà coperta di impropèri.3Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna è già da tempo all'opera e la loro rovina è in agguato.

4Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò negli abissi tenebrosi dell'inferno, serbandoli per il giudizio;5non risparmiò il mondo antico, ma tuttavia con altri sette salvò Noè, banditore di giustizia, mentre faceva piombare il diluvio su un mondo di empi;6condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra, riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente.7Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento immorale di quegli scellerati.8Quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta per tali ignominie.9Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio,10soprattutto coloro che nelle loro impure passioni vanno dietro alla carne e disprezzano il Signore.

Temerari, arroganti, non temono d'insultare gli esseri gloriosi decaduti,11mentre gli angeli, a loro superiori per forza e potenza, non portano contro di essi alcun giudizio offensivo davanti al Signore.12Ma costoro, come animali irragionevoli nati per natura a essere presi e distrutti, mentre bestemmiano quel che ignorano, saranno distrutti nella loro corruzione,13subendo il castigo come salario dell'iniquità. Essi stimano felicità il piacere d'un giorno; sono tutta sporcizia e vergogna; si dilettano dei loro inganni mentre fan festa con voi;14han gli occhi pieni di disonesti desideri e sono insaziabili di peccato, adescano le anime instabili, hanno il cuore rotto alla cupidigia, figli di maledizione!15Abbandonata la retta via, si sono smarriti seguendo la via di Balaàm di Bosòr, che amò un salario di iniquità,16ma fu ripreso per la sua malvagità: un muto giumento, parlando con voce umana, impedì la demenza del profeta.17Costoro sono come fonti senz'acqua e come nuvole sospinte dal vento: a loro è riserbata l'oscurità delle tenebre.18Con discorsi gonfiati e vani adescano mediante le licenziose passioni della carne coloro che si erano appena allontanati da quelli che vivono nell'errore.19Promettono loro libertà, ma essi stessi sono schiavi della corruzione. Perché uno è schiavo di ciò che l'ha vinto.
20Se infatti, dopo aver fuggito le corruzioni del mondo per mezzo della conoscenza del Signore e salvatore Gesù Cristo, ne rimangono di nuovo invischiati e vinti, la loro ultima condizione è divenuta peggiore della prima.21Meglio sarebbe stato per loro non aver conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo precetto che era stato loro dato.22Si è verificato per essi il proverbio:

'Il cane è tornato al suo vomito'
e la scrofa lavata è tornata ad avvoltolarsi nel brago.


Capitolo XI: scarso è il numero di coloro che amano la croce di Gesù

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1. Oggi, di innamorati del suo regno celeste, Gesù ne trova molti; pochi invece ne trova di pronti a portare la sua croce. Trova molti desiderosi di consolazione, pochi desiderosi della tribolazione, molti disposti a sedere a mensa, pochi disposti a digiunare. Tutti desiderano godere con Lui, pochi vogliono soffrire per Lui. Molti seguono Gesù fino alla distribuzione del pane, pochi invece fino al momento di bere il calice della passione. Molti guardano con venerazione ai suoi miracoli, pochi seguono l'ignominia della croce. Molti amano Iddio fin tanto che non succedono avversità. Molti lo lodano e lo benedicono soltanto mentre ricevono da lui qualche consolazione; ma, se Gesù si nasconde e li abbandona per un poco, cadono in lamentazione e in grande abbattimento. Invece coloro che amano Gesù per Gesù, non già per una qualche consolazione propria, lo benedicono nella tribolazione e nella angustia del cuore, come nel maggior gaudio spirituale. E anche se Gesù non volesse mai dare loro una consolazione, ugualmente vorrebbero sempre lodarlo e ringraziarlo.  

2. Oh!, quanta è la potenza di un amore schietto di Gesù, non commisto con alcun interesse ed egoismo! Forse che non si debbono definire quali mercenari tutti quelli che vanno sempre cercando consolazione? Forse che non si dimostrano più innamorati di sé che di Cristo quelli che pensano sempre al proprio utile e al proprio vantaggio? Dove si troverà uno che voglia servire Iddio senza ricompensa? E' difficile trovare chi sia spiritualmente così alto da voler essere spogliato di ogni cosa. Invero, chi lo troverà uno veramente povero nello spirito e distaccato da ogni creatura? Il suo pregio è come quello di cose provenienti da lontano, dagli estremi confini della terra (Pro 31,10). Anche se uno si spogliasse di tutte le sue sostanze (Ct 8,7), non è ancor nulla; anche se facesse grande penitenza, è ancora poca cosa; anche se avesse appreso ogni scienza, egli è ancora ben lungi dalla meta; anche se avesse grande virtù e fervente devozione, ancora gli manca molto: cioè la sola cosa, che gli è massimamente necessaria. Che cosa dunque? Che, abbandonato tutto, abbandoni anche se stesso, ed esca totalmente da sé, senza che gli rimanga un briciolo di amore di sé; che, dopo aver compiuto tutto quello che riconosce suo dovere, sia persuaso di non aver fatto niente; che non faccia gran conto di ciò che pur possa sembrare grande, ma sinceramente si proclami servo inutile, come dice la Verità stessa: "Quando avrete fatto tutto ciò che vi è stato comandato, dite: siamo servi inutili" (Lc 17,10). Allora sì, che uno potrà essere davvero povero e nudo spiritualmente, e dire col profeta: "Sono abbandonato e povero" (Sal 24,16). Ma nessuno è più ricco, nessuno più potente, nessuno più libero di costui, che sa abbandonare se stesso e ogni cosa e porsi all'ultimo posto.


DISCORSO 44 SUL TESTO DI ISAIA: "SI ELEVERÀ COME UN VIRGULTO" ECC.

Discorsi - Sant'Agostino

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Signore è la radice...

1. Fratelli carissimi, molto tempo prima [che le cose avvenissero] fu profetizzato del nostro Signore e Salvatore: Si eleverà come un virgulto e come una radice in terra assetata 1. Perché come una radice? Eccotelo! Non ha bellezza né onore 2. Soffrì, fu umiliato, fu sputacchiato. Non aveva bellezza. Si mostrava uomo, mentre era Dio; ma era come una radice, la quale non è bella anche se nel suo interno ha la forza della sua bellezza. Statemi attenti, fratelli miei, e osservate la misericordia di Dio. Quando guardi un bell'albero, prosperoso, verdeggiante per le foglie, ferace di frutti, lo esalti. Ti piace staccare qualcuno dei suoi frutti, sederti alla sua ombra e ristorarti dal caldo: lodi questo complesso di bellezze. Se ti si mostrasse la radice, non vi troveresti alcuna bellezza. Non disprezzare ciò che è privo di appariscenza: da lì ha tratto origine tutto ciò che ammiri. Come radice in terra assetata. Guardate ora lo splendore dell'albero!.

...su cui è cresciuta la Chiesa.

2. È cresciuta la Chiesa; le genti hanno creduto, nel nome di Cristo sono stati vinti i sovrani, perché in tal modo diventassero vincitori nell'intera faccia della terra. Il loro collo si è piegato al giogo di Cristo. Prima perseguitavano i cristiani a motivo degli idoli, ora perseguitano gli idoli a causa di Cristo. In ogni angustia, in ogni loro tribolazione adesso ricorrono tutti all'aiuto della Chiesa. Quel granello di senape è cresciuto, diventando più grande di tutti gli ortaggi, e gli uccelli del cielo vengono, vengono i superbi del mondo, e trovano riposo al riparo dei suoi rami 3. Donde una così grande bellezza? È sorta da non so quale radice, e ora questa bellezza è coperta di gloria. Andiamo a cercare la radice. Fu coperto di sputi, fu umiliato, flagellato, crocifisso, ferito, disprezzato. Ecco, qui non c'è bellezza, ma nella Chiesa rifulge la gloria della radice. Il profeta dunque descrive lo sposo e lo presenta disprezzato, disonorato, abietto. Ora però voi potete osservare l'albero che è sorto da tale radice e ha riempito l'universo. Radice in terra assetata.

La bellezza interiore di Cristo.

3. Non ha bellezza né onore; e noi l'abbiamo visto e non aveva né bellezza né attrattiva 4. Non è forse costui il figlio del falegname? 5. Quanto doveva essere privo di attrattiva se gli si poté dire: Non diciamo forse la verità affermando che egli ha un demonio? 6. Nel suo nome i demoni fuggivano, e a lui si rinfaccia di avere un demonio! Ma perché questo? L'abbiamo visto, e non aveva né bellezza né attrattiva. Qual è la bellezza che egli aveva dentro, dove non si riusciva a vedere? In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio 7. Qual è la tua bellezza? Essendo di natura divina, non ritenne una rapina l'essere uguale a Dio 8.

Amiamo lo sposo, resosi deforme per noi.

4. E dove lo si vide privo di bellezza e di attrattiva? Egli non aveva bellezza, ma il suo volto era abbassato e la sua posizione deforme più che non quella di qualsiasi altro uomo. Uomo coperto di piaghe 9. Mentre era coperto di piaghe, uomo; prima di esserlo, Dio; dopo di esserlo, Uomo-Dio. Uomo coperto di piaghe ed esperto nel sopportare le infermità. Le infermità di chi? Di coloro per causa dei quali soffriva. Il medico portava le infermità dei frenetici, e mentre lo stavano crocifiggendo pregava e diceva: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno 10. Ponete attenzione! Amiamo lo sposo! Quanto più ci è presentato deforme, tanto più splendido, tanto più dolce è diventato per la sua sposa. Per questo motivo egli nascose il suo volto. Lo nascose perché non lo comprendessero i suoi crocifissori. Il suo volto fu coperto di maltrattamenti e non fu stimato cosa pregevole 11.

Accecamento dei giudei nei confronti di Cristo e degli eretici riguardo la Chiesa.

5. Egli porta le nostre infermità ed è nel dolore in vece nostra. Noi abbiamo ritenuto che egli fosse nei dolori, nella piaga e nella sofferenza, ma egli è stato ferito per i nostri peccati, è stato fiaccato per le nostre iniquità. Il castigo che ottiene a noi la pace è ricaduto su di lui, e per le sue lividure siamo stati sanati. Noi tutti infatti, come pecore, eravamo andati fuori strada, e il Signore l'ha condannato per i nostri peccati 12. È il Vangelo o una profezia? Contro queste predizioni cosa possono dire i giudei? Non è sorprendente che essi ascoltino tutte queste parole, che ne siano i possessori, che le leggano, eppure non trovino come siano state dette esclusivamente di colui del quale nel Vangelo si fa l'annuncio per ogni nazione della terra? Non è sorprendente che ancora non vogliano farsi cristiani, ma siano a tal segno ciechi contro gli evidentissimi oracoli dei profeti? Non ti sorprenda l'accecamento dei giudei nei confronti di Cristo. Ecco finisce quanto vien detto dello Sposo e si comincia a parlare della sposa. Ebbene, come nei riguardi dello Sposo ti sorprendeva la cecità dei giudei, così riguardo alla sposa ti sorprenda la cecità degli eretici.

Mirabili le generazioni umana e divina di Cristo.

6. Intanto stupiamoci per la cecità dei giudei. Il Signore l'ha condannato per i nostri peccati; e lui, maltrattato, non aprì bocca. Fu condotto al sacrificio come una pecora, e come agnello che non emette voce dinanzi a chi lo tosa, così egli non aprì la sua bocca. Nell'umiltà fu spiccata contro di lui la sentenza. Affinché però non lo disprezzi [dice]: Chi narrerà la sua generazione? 13. Quale generazione? Prima della stella mattutina io ti ho generato 14. Ecco una generazione: prima della stella del mattino, cioè prima di tutte le cose create, prima di tutti gli angeli, prima di ogni creatura. Come mai? Tutto è stato fatto ad opera di lui 15. Ma forse si narra qui la sua seconda generazione. E chi sarebbe in grado di narrarla? Viene concepito tramite la fede; senza che intervenga maschio, il grembo della Vergine si empie: come sposo procede dal suo talamo 16. Mirabile è questa generazione: mirabile la generazione umana, avvenuta senza padre, com'era mirabile l'altra, avvenuta senza madre. Come pecora fu condotto al sacrificio, e come agnello dinanzi a colui che lo tosa, così egli non aprì la sua bocca. Nell'umiltà fu spiccata contro di lui la sentenza. Chi narrerà la sua generazione? Poiché la sua vita sarà tolta dalla terra 17. Enunzia la sua resurrezione. Vedete come con verità il Signore diceva (né la Verità poteva dire altro che il vero!): Queste cose sono state scritte di me nella legge, nei profeti e nei salmi. Avete ascoltato che il Cristo doveva soffrire e risorgere. Della resurrezione avete sentito parlare or ora: Poiché la sua vita sarà tolta dalla terra. E nel suo nome [debbono] essere predicate la conversione e la remissione dei peccati in tutte le genti a cominciare da Gerusalemme 18. La stessa cosa ascolterete dal nostro profeta: non perché dobbiamo anteporre il profeta al Signore. Precedette l'araldo, è seguito il Giudice. L'araldo diceva non parole sue ma del Signore, e il Giudice, che gli veniva appresso, confermò come sue le parole dette dall'araldo. Poiché la sua vita sarà tolta dalla terra. Per le iniquità del mio popolo è stato condotto alla morte 19. Lo ascoltavate poco fa dire ad essi: Cosa vi ho fatto? Se trovate in me qualche peccato, riprendetemi. Ma loro: Crocifiggilo, crocifiggilo! 20. Certo [essi lo credevano] un uomo, ma comunque innocente. Pertanto è vero che per le iniquità del mio popolo è stato condotto alla morte.

Insano atteggiamento dei custodi del sepolcro di Cristo.

7. Darò dunque i cattivi per la sua sepoltura. Che vuol dire questo Darò i cattivi per la sua sepoltura e i ricchi per la sua morte 21? I cattivi per la sepoltura, i ricchi per la morte. Quel Giuseppe di Arimatea, uomo ricco, mentre il Signore era sospeso sulla croce, andò da Pilato e chiese il corpo di lui. Gli prestò l'ossequio della sepoltura. Furon dati dei ricchi per la sua morte: seppellì un povero, nel quale cercava la ricchezza. Quindi i ricchi per la sua morte. Quel che dice dopo era accaduto prima e quel che dice prima accadde dopo: I cattivi per la sua sepoltura. Come lo dimostriamo? I giudei andarono da Pilato e gli dissero: Signore, abbiamo sentito dire che quel bugiardo (, cioè quell'impostore) ha detto ai suoi discepoli che, una volta ucciso, sarebbe poi risuscitato. Fa' custodire il sepolcro, perché non vengano di notte i suoi discepoli e lo portino via e l'ultimo inganno non sia peggiore del precedente. Disse loro Pilato: Avete i soldati; custoditelo come vi pare 22. Essi presero i soldati e li posero a fare la guardia. Costoro sono i cattivi, ed essi furono dati per la sua sepoltura, perché cioè facessero da custodi. Ma come dimostriamo che sono cattivi? I soldati erano stati inviati senza che ne intendessero la malizia: il giudice l'aveva loro comandato ed essi vennero al sepolcro e ne fecero la guardia. Ascolta in che modo siano stati cattivi; leggi il Vangelo. Dopo la resurrezione del Signore, videro l'angelo e ne furono atterriti, sbigottiti. Mentre agli altri fu detto: Voi non dovete temere, costoro furono invasi da timore perché non li sosteneva la fede. Eppure conoscevano tutte quelle cose! Ma essi andarono dai giudei e raccontarono loro tutto l'accaduto. I giudei dissero: Vi diamo del denaro. Se ne deduce che erano cattivi: nascosero la verità, spacciarono la menzogna. In che modo spacciarono la menzogna? Nulla di strano: spacciarono una menzogna. Erano ciechi e vendettero la menzogna ad altri ciechi. Dite - così fu loro suggerito - che mentre voi dormivate son venuti i suoi discepoli e se lo son portato via. O vanità che vendi la vanità alla vanità! Gente fatua ascolterà [la diceria] e ci crederà: e questo è oggi diffuso fra i giudei; così reca la pubblica fama, vana, falsa, infondata 23. Non vogliono prestare ascolto alla testimonianza dei martiri, da cui conseguirebbero la vita, e dàn retta alla testimonianza di gente addormentata, per cui si condannano alla perdizione. Se le guardie dormivano, come poterono vedere chi lo portò via dal sepolcro? Ovvero, che facevi, o cattivo, col tuo vegliare? O cattivo, non senza motivo ha parlato di te il profeta: Darò i cattivi per la sua sepoltura. O cattivi, o pessimi! o eravate svegli, e allora dovevate fare la guardia [alla tomba], o dormivate, e allora non vi siete accorti di quel che è accaduto. In tal modo si è adempiuto ciò che tanto tempo prima lo Spirito Santo aveva predetto per bocca del profeta: Hanno ordito trame che non hanno potuto confermare 24.

Impegno quotidiano del cristiano per ottenere un favorevole giudizio finale.

8. Tutte queste cose, fratelli carissimi, sono state profetizzate e si sono adempiute per la nostra salvezza. Noi quindi dobbiamo ringraziare la divina misericordia e con tutte le forze, per quanto ci è possibile, impegnarci affinché i benefici ricevuti da Dio non ci procurino un [severo] giudizio ma un progresso [spirituale]. Quando cioè giungerà il terribile giorno del giudizio e del rendiconto, il nostro Signore e Salvatore, che verrà a giudicare, trovi intatto quello che ci aveva donato quando venne per essere giudicato. Certamente, quando egli verrà, ci farà dono di quanto ci ha promesso, ma ci chiederà conto di quello che ha redento. Ciò che ci ha elargito nella sua prima venuta esigerà nella seconda. È vero che dobbiamo avere molta fiducia nella sua misericordia, tuttavia non dobbiamo essere negligenti nel temere la sua giustizia. Ti giudicherà infatti con giustizia colui che ti ha redento con misericordia. Che se ci perdona mentre noi per tanto tempo continuiamo a peccare, non è noncuranza ma pazienza: egli non ha perso il suo potere, ma ha soltanto voluto darci la possibilità del ravvedimento. Temiamo dunque la giustizia di colui che desideriamo ci tratti con misericordia. Ora ci perdona, ma non tace; e, anche se tacesse, non tacerà per sempre. Ascoltiamolo mentre parla con i precetti, se vogliamo che ci usi pietà quando parlerà nel giudizio. Ora ci si concede misericordia, allora ci si esigerà giustizia, e ciascuno pagherà secondo le sue opere. Si avvererà quanto detto dall'Apostolo: Giudizio senza misericordia per colui che non avrà usato misericordia 25.

 

1 - Is 53, 2.

2 - Is 53, 2.

3 - Cf. Mt 13, 31-32; Lc 13, 19.

4 - Is 53, 2.

5 - Mc 6, 3.

6 - Gv 8, 48.

7 - Gv 1, 1.

8 - Fil 2, 6.

9 - Is 53, 3.

10 - Lc 23, 34.

11 - Is 53, 3.

12 - Is 53, 4-6.

13 - Is 53, 7-8.

14 - Sal 109, 3.

15 - Gv 1, 3.

16 - Sal 18, 6.

17 - Is 53, 7-8.

18 - Lc 24, 44. 46-47.

19 - Is 53, 8.

20 - Gv 19, 6.

21 - Is 53, 9.

22 - Mt 27, 57-66.

23 - Cf. Mt 28.

24 - Sal 20, 12.

25 - Gc 2, 13.


27 - Erode decreta la strage degli innocenti, Maria santissima lo viene a sapere e provvede a far nascondere san Giovanni per sottrarlo alla morte.

La mistica Città di Dio - Libro quarto - Suor Maria d'Agreda

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672. Lasciamo adesso in Egitto il bambino Gesù, la sua santissima Madre e san Giuseppe santificare quel regno con la loro presenza e con i benefici che non meritò la Giudea, e torniamo a vedere come si concluse la diabolica astuzia ed ipocrisia di Erode. L'iniquo re aspettò il ritorno dei Magi, e la notizia che gli avrebbero recata di avere trovato ed adorato il nuovo Re dei Giudei. appena nato, con lo scopo di togliergli crudelmente la vita. Rimase beffato nel sapere che i Magi erano stati a Betlemme dai santissimi Maria e Giuseppe e che, avendo preso un'altra strada, dovevano ormai trovarsi fuori dai confini della Palestina. Poiché fu informato di tutto questo ed anche di altre cose accadute nel tempio, si accorse di essersi ingannato con la sua medesima astuzia, perché aveva preso tempo aspettando alcuni giorni, sino a quando gli parve che i re orientali avessero tardato ed il pungolo della sua ambizione non l'obbligò a domandare di essi. Consultò di nuovo alcuni dottori della legge e, siccome quello che dicevano di Betlemme secondo le Scritture concordava con ciò che vi era accaduto, comandò che si facesse ricerca con grande accuratezza della nostra Regina, del suo dolcissimo bambino e del glorioso san Giuseppe. Il Signore, che aveva ordinato loro di uscire di notte da Gerusalemme, occultò tuttavia il loro viaggio, affinché nessuno lo sapesse né scoprisse alcun segno della loro fuga. Così i ministri del re gli risposero che in tutta la regione non si trovavano quell'uomo, quella donna e quel bambino, non avendoli potuti scoprire né loro né alcun altro.

673. Allora lo sdegno di Erode s'infiammò al punto di non lasciarlo riposare un istante, poiché non trovava mezzo né rimedio per impedire il danno che temeva dal nuovo re. Per consolarlo, il demonio, che lo sapeva disposto a qualsiasi malvagità, gli insinuò nel pensiero una grande suggestione, istigandolo ad usare del suo potere regale per uccidere tutti i bambini di quella regione che non avessero oltrepassato i due anni; tra loro sarebbe stato impossibile non trovare il Re dei Giudei, nato in quel tempo. Il tiranno si rallegrò a questo pensiero, che mai venne in mente a nessun altro despota, e lo abbracciò, senza il timore e l'orrore che un'azione così crudele avrebbe suscitato in qualsiasi uomo ragionevole. Pensando e rimuginando come potesse eseguirlo in modo da soddisfare ed appagare la sua rabbia, fece unire alcuni corpi di milizia con i ministri di sua maggiore fiducia perché li governassero, e comandò loro, sotto gravi pene, di uccidere tutti i bambini che non avessero più di due anni, in Betlemme e nel suo territorio. Come ordinò Erode, così fu eseguito. In breve quella terra fu del tutto sbigottita e si riempì del pianto e delle lacrime dei padri, delle madri e dei parenti degli innocenti condannati a morte, senza che nessuno potesse fare opposizione né trovare un rimedio.

674. Questo empio mandato di Erode uscì sei mesi dopo la nascita del nostro Redentore. Quando cominciò ad essere eseguito, un giorno accadde che, mentre Maria santissima teneva nelle braccia il suo santissimo Figlio e contemplava la sua anima e tutti i suoi atti interiori, ella vide in essa, come in uno specchio, tutto ciò che accadeva in Betlemme, più chiaramente che se si fosse trovata presente alle grida dei bambini e dei loro genitori. La celeste Signora vide anche come il suo santissimo Figlio pregasse l'eterno Padre per i padri e per le madri degli innocenti e gli offrisse i piccoli uccisi come primizie della sua morte. Perché fossero uniti al suo sacrificio redentore, domandava che venisse loro concesso l'uso della ragione in modo che offrissero volontariamente la vita ed accettassero la morte a gloria del Signore. Egli avrebbe così ricompensato ciò che pativano con i premi e le corone dei martiri. Il Padre eterno concesse tutto, e la nostra Regina lo seppe nel suo Figlio unigenito, che accompagnò ed imitò nell'offerta e nelle preghiere che faceva. Accompagnò anche i padri e le madri nel dolore, nella compassione e nelle lacrime per la morte dei loro figli. Ella fu la vera e prima Rachele che pianse i figli di Betlemme e suoi; nessun'altra madre seppe piangerli come lei, perché nessuna seppe essere madre come lo fu la nostra Regina e signora.

675. Fino ad allora non aveva avuto consapevolezza di quanto santa Elisabetta avesse fatto per mettere in salvo il figlio Giovanni, secondo l'avviso che lei stessa le aveva dato per mezzo dell'angelo, quando erano usciti da Gerusalemme per andare in Egitto. Anche se non dubitava che si sarebbero adempiuti in lui tutti i misteri del suo compito di precursore che aveva conosciuto con la luce divina, non sapeva però la sollecitudine e la sofferenza in cui la crudeltà di Erode aveva posto santa Elisabetta e suo figlio, né con quale mezzo si sarebbero difesi da essa. La dolcissima Madre non ardiva domandare al suo santissimo Figlio di questo evento, per la riverenza e prudenza con cui si comportava con lui in queste rivelazioni, e con umiltà e pazienza si annientava e si ritirava in se stessa. Sua Maestà, però, corrispose al suo caritatevole e compassionevole desiderio. Le rivelò come Zaccaria, padre di san Giovanni, era morto quattro mesi dopo il suo parto verginale e quasi tre dopo che essi erano partiti da Gerusalemme; santa Elisabetta, già vedova, non aveva altra compagnia che quella di suo figlio Giovanni. Con lui, sola e abbandonata, si era ritirata in un luogo appartato poiché, per l'avviso datole dall'angelo e vedendo in seguito che Erode cominciava a compiere le sue efferatezze, si era decisa a fuggire nel deserto con il bambino e ad abitare tra le fiere. Seppe anche che santa Elisabetta aveva preso questa decisione con ispirazione ed approvazione dell'Altissimo e stava nascosta in una spelonca, dove con fatica e grande disagio manteneva sé ed il figlio Giovanni.

676. Conobbe ugualmente la celeste Signora che santa Elisabetta dopo tre anni di quella vita solitaria sarebbe morta nel Signore; che Giovanni sarebbe restato in quel luogo deserto per dare inizio ad una vita angelica e solitaria; infine che non si sarebbe mai allontanato di là sino a che, per ordine dell'Altissimo, non avrebbe cominciato a predicare la penitenza, come suo precursore. Il bambino Gesù manifestò alla sua santissima Madre tutti questi misteri e le altre occulte e profonde grazie, che santa Elisabetta e suo figlio ricevettero in quel deserto. Tutto ciò ella conobbe nello stesso modo in citi aveva conosciuto la morte degli innocenti. A questa notizia la divina Regina fu piena di giubilo e di compassione: di giubilo, nel sapere che il bambino Giovanni e sua madre erano in salvo; di compassione, per le sofferenze che essi pativano in quella solitudine. Subito chiese al suo santissimo Figlio di prendersi cura, li dove erano, della cugina Elisabetta e di Giovanni. Da allora in poi, per volontà del Signore, inviava spesso gli angeli a visitarli e, tramite gli stessi, anche alcune cose da mangiare. Questo fu il più grande regalo che ebbero il figlio e la madre solitari in quell'eremo. Per mezzo degli angeli la nostra Regina, dall'Egitto, ebbe con loro una continua e segreta corrispondenza. Quando giunse l'ora della morte di santa Elisabetta, le inviò un gran numero di angeli, affinché assistessero ed aiutassero sia lei che il suo bambino Giovanni, il quale aveva allora quattro anni e, con gli stessi angeli, seppellì sua madre morta in quel deserto. Da allora in poi, ogni giorno la Regina inviò a san Giovanni da mangiare, fino a che egli ebbe l'età per potersi sostentare, per mezzo della sua intelligenza e del suo lavoro, con le erbe, le radici ed il miele selvatico4. Egli visse, in tal modo, la più ammirabile delle astinenze di cui dirò qualcosa tra breve.

677. Fra tutte queste opere tanto stupende, né il pensiero può giungere a concepire né la lingua può esprimere i meriti e gli aumenti di santità e di grazia che accumulava Maria santissima, perché in tutto agiva con prudenza più che angelica. Quando la Madre ed il suo santissimo Figlio pregarono l'eterno Padre in favore dei bambini innocenti, ciò che in lei suscitò meraviglia, tenerezza e lode dell'Onnipotente fu il vedere quanto generosamente operò la sua divina provvidenza con loro. Conobbe, infatti, come se fosse stata presente, quanto fu elevato il numero di coloro che morirono. I più grandi tra loro non avevano più di due anni; alcuni erano di otto giorni, altri di due mesi e i rimanenti di età intermedia. A tutti fu concesso l'uso della ragione e vennero loro infuse, oltre ad un'altissima conoscenza dell'essere di Dio, le virtù della fede, speranza e carità in grado perfetto, con le quali esercitarono atti eroici di fede e di culto, ed anche di riverenza, amore e compassione dei propri genitori. Pregarono per loro perché, coree ricompensa del dolore che sentivano per la loro morte, ricevessero dal Signore luce e grazia per procurarsi i beni eterni. Accettavano il martirio volontariamente, rimanendo con tutta la fragilità della loro infanzia, per cui sentivano il dolore più sensibilmente e aumentavano il loro merito. Una moltitudine di angeli li assisteva, e portava le loro anime nel limbo. Essi, con la loro presenza, rallegrarono i santi Padri, perché ne confermarono la speranza nella libertà ormai prossima. Tutto ciò fu effetto delle preghiere del bambino Dio e di Maria santissima. L'Imperatrice delle altezze, nel conoscere queste meraviglie, col cuore ardente d'amore, disse: «Lodate, bambini, il Signore'» e, accompagnandoli, lodò l'Autore di

opere tanto magnifiche, degne della sua bontà ed onnipotenza. Solo Maria santissima conosceva e trattava tali opere con la sapienza e con la ponderazione necessarie. Lei sola, essendo tanto vicina a Dio, conobbe il grado ed il punto massimo dell'umiltà, perché essendo la madre della purezza, dell'innocenza e della santità, si umiliò più di quanto non seppero fare tutte le creature già profondamente umiliate per le loro colpe. In considerazione dei sublimi doni e benefici a lei concessi, maggiori persino di quanti ne avessero ricevuti tutte le altre creature messe insieme, solo Maria santissima, fra tutte, conseguì tale grado di umiltà. Ella sola, infatti, intuì degnamente che la creatura non può corrispondere in modo proporzionato ai benefici che riceve e, tanto meno, all'amore infinito poiché la loro origine è in Dio. Umiliandosi in questa conoscenza, la divina Signora rafforzava in essa il suo amore, la sua gratitudine e la sua umiltà; dava pienezza a tutto con la consapevolezza che nessuna creatura può dare a Dio degna retribuzione, pur essendo lei creatura pura in grado di farlo.

678. A conclusione di questo capitolo, intendo avvertire che, riguardo a molte cose che vado scrivendo, mi risultano esservi opinioni differenti tra i santi Padri e i vari autori. Ci sono diversità circa il tempo in cui Erode eseguì la sua crudeltà contro i bambini innocenti; è dubbio se questi fossero appena nati oppure avessero alcuni giorni o non oltrepassassero i due anni; esistono altre incertezze ancora, nella spiegazione delle quali non mi trattengo, perché non è necessario al mio scopo. In secondo luogo, scrivo solo quello che mi si va insegnando e dettando, o quello che, talvolta, l'obbedienza mi ordina di domandare, per comporre meglio questa Storia divina. Nelle cose che scrivo non era conveniente introdurre discussioni, poiché fin dal principio, come allora dissi, intesi dal Signore essere sua volontà che io scrivessi tutta la storia senza opinioni, ma secondo la verità che la luce divina mi avrebbe insegnato. Il giudicare se ciò che scrivo sia conforme alla verità della Scrittura e, con la maestà e grandezza dell'argomento che tratto, se le cose abbiano tra loro adeguato rilievo e connessione, tutto questo lo rimetto alla dottrina dei miei maestri e superiori, ed al giudizio dei saggi e dei credenti. La varietà delle opinioni è quasi necessaria fra quelli che scrivono, regolandosi gli autori gli uni sugli altri, e i moderni seguendo quelli, tra gli antichi, che maggiormente li soddisfano. La maggior parte, però, degli uni e degli altri, se si eccettuano le storie canoniche, si fonda su congetture o autori incerti, ed io non potevo scrivere seguendo questo criterio, perché sono donna ignorante.

 

Insegnamento che mi diede la Regina del cielo

 

679. Figlia mia, quanto a quello che hai scritto in questo capitolo, voglio che ti servano di insegnamento il dolore col quale lo hai scritto e l'istruzione pratica che in esso hai trovato a spese altrui. Il dolore ti è nato dal conoscere che la creatura, nobile e creata dalla mano del Signore a sua immagine e somiglianza, con qualità tanto eccellenti e divine, come è il conoscere Dio, amarlo, essere capace di vederlo e di goderlo eternamente, giunga a dimenticarsi tanto di tale dignità, e si lasci avvilire e prostrare a brutali ed orribili passioni, come quella di spargere il sangue innocente di chi non poteva far male ad alcuno. Questa compassione ti deve indurre a piangere la rovina di tante anime, specialmente nel secolo in cui vivi, nel quale la medesima ambizione, che accese Erode, ha suscitato odi ed inimicizie molto crudeli tra i figli della Chiesa, facendo sì che si perdano infinite anime e resti inutile ed infruttuoso il sangue del mio santissimo Figlio sparso come loro prezzo e riscatto'. Piangi amaramente questa disgrazia.

680. Istruisciti però su altre sventure, e pondera bene ciò che può una passione cieca ammessa nella concupiscenza. Se si impadronisce del cuore lo brucia, o nel fuoco della concupiscenza, se compie il suo desiderio, o in quello dell'ira, se non lo può conseguire. Temi, figlia mia, questo pericolo, non solo per ciò che fece l'ambizione di Erode, ma anche per ciò che in ciascun momento intendi e conosci di altre persone. Stai molto attenta a non affezionarti ad alcuna cosa, per piccola che ti sembri, perché, per suscitare un grande incendio, basta iniziare con una piccolissima scintilla. In materia di mortificazioni delle inclinazioni, ti ripeto molte volte questo insegnamento, e lo farò spesso in ciò che resta, perché la maggiore difficoltà della virtù è il morire a tutto ciò che è dilettevole e sensibile. Non puoi infatti essere strumento nelle mani del Signore, come sua Maestà vuole, se non cancelli dalle tue facoltà persino le immagini di ogni creatura, affinché non ritrovino ingresso nella tua volontà. Voglio sia per te legge inviolabile che, tutto ciò che è fuori di Dio, dei suoi angeli e dei suoi santi, sia per te come se non fosse. Questa deve essere la tua professione, perciò il Signore ti rende chiari i suoi segreti e t'invita alla sua familiare ed intima conversazione ed io alla mia, appunto perché tu senza sua Maestà né viva, né desideri alcuna cosa.


Dodicesima apparizione - 30 maggio 1944

Ghiaie di Bonate

"In questa apparizione la Madonna mi apparve vestita di rosa col velo bianco. Non aveva gli oscuri colombi fra le mani ed attorno a Lei vi erano solo gli angioletti. 

Con un sorriso più che materno mi disse: “Cara bambina, tu sei tutta mia, ma pur essendo cara al mio cuore, domani ti lascerò in questa valle di pianto e di dolore. Mi rivedrai nell'ora della tua morte e avvolta nel mio manto ti porterò in cielo. Con te prenderò pure quelli che ti comprendono e soffrono”. 

Benedisse e si allontanò più lesta delle altre sere.